LA PRIMA GUERRA MONDIALE
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- Bernardo Agostini
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1 LA PRIMA GUERRA MONDIALE Già all inizio del ventesimo secolo la situazione in Europa si presenta molto delicata: le alleanze che si sono formate tra gli stati e la politica sempre più imperialista adottata dalle nazioni europee hanno creato equilibri precari e tensioni pronte ad esplodere da un momento all altro. Ad accendere la miccia sono proprio gli avvenimenti del giugno 1914, quando a Sarajevo capitale della Bosnia (all epoca provincia serba)- l arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d Austria, viene ucciso da uno studente. Ne nasce immediatamente un casus belli con la Serbia. L Austria le lancia infatti un ultimatum, ma la Serbia lo rifiuta. Il 28 luglio viene dunque dichiarata la guerra. Cominciano perciò le alleanze tra i vari paesi d Europa, a cui il conflitto Austro-Serbo pare un occasione perfetta per espandersi ed acquistare potere. La RUSSIA, che vuole rimanere influente sui Balcani, patrocina la causa la SERBIA. Il 1 agosto la GERMANIA, alleata dell AUSTRIA, dichiara dunque guerra alla Russia. Il 3 agosto è la volta dell attacco alla FRANCIA e il 4 agosto del BELGIO, ad opera del generale Von Molte, sebbene il Belgio si fosse dichiarato neutrale. L INGHILTERRA, preoccupata della situazione venuta a crearsi, entra anch essa in guerra, schierandosi contro Austria e Germania. Alleati della Germania sono invece TURCHIA e BULGARIA. ROMANIA e GIAPPONE, invece, si schiereranno con la Triplice Intesa (Inghilterra, Francia, Russia). I francesi fermano le truppe tedesche alla MARNA, facendo diventare la GUERRA DI MOVIMENTO una GUERRA DI POSIZIONE. Sul fronte orientale, invece, i tedeschi avanzano e sconfiggono i russi a TURIMBERGA e ai LAGHI MASURI. Gli austriaci, invece, sono battuti in GALIZIA. Le sorti della guerra sono ancora, in questa prima fase, imprevedibili. Per quanto riguarda l Italia, l ultimatum dell Austria era stato dato senza avvertirla. Sfruttando perciò la clausula del trattato della Triplice Alleanza che obbligava i firmatari al reciproco aiuto solo nel caso in cui una delle tre nazioni fosse aggredita da altri paesi, il giorno 2 agosto Salandra dichiara la neutralità dell Italia. Il paese ne trae un sospiro di sollievo. Infatti pochi sono gli italiani entusiasti all idea di combattere a fianco degli austriaci, a cui l Italia è però alleata, e i contrari più di tutti sono gli irredentisti. L Italia si trova divisa al suo interno in: 1) INTERVENTISTI; 2) NEUTRALISTI. Tra gli interventisti si contano uomini di destra (come Gabriele D Annunzio), irredentisti (come Cesare Battisti), lo stesso Salandra, da poco subentrato a Giolitti, e i socialisti, che vedono nella guerra un modo per portare la democrazia in Europa abbattendo le potenze imperialistiche. Giolitti, dal canto suo, è preoccupato perché -a suo modo di vedere- l Italia è un paese troppo debole e non preparato per entrare nel conflitto. Spera perciò che il paese possa cavarsela con la diplomazia. Questo lo rende moralmente- il capo del gruppo neutralista.
2 Mussolini, invece, figura di spicco del socialismo, in un primo momento si dichiara pacifista, ma poi si converte all interventismo. Tra l agosto del 1914 e il maggio 1915 l Italia tratta con l Austria la neutralità in cambio del Trentino Alto Adige. Così pure fa l Intesa, che invece vorrebbe che l Italia prendesse parte al conflitto al suo fianco. L accordo viene raggiunto dal ministro degli Esteri italiano Sydney Sonnino con gli anglofrancesi e formalizzato in un trattato segreto denominato TRATTATO DI LONDRA. Il 24 maggio 1915 l Italia, dopo diversi tentennamenti, entra in guerra, schierandosi contro l Austria. A comando dell esercito c è il generale Cadorna. Frattanto l Austria occupa la POLONIA e poi, più a nord anche la LITUANIA. L anno seguente, in Italia, tutta la popolazione è impegnata nello sforzo bellico. Compaiono in questo periodo anche nuove armi. I francesi, a Verdun, cercano la vittoria o almeno di bloccare definitivamente l avanzata tedesca. Dello stesso periodo sono anche le battaglie di Jutland e Somme contro la Germania, combattute dall alleato inglese in terra di Francia. Per far fronte a queste esigenze di un forte esercito di terra (la marina inglese sta pattugliando egregiamente tutti i mari) in Inghilterra viene istituita la coscrizione obbligatoria, ed è l ultima grande nazione europea a farlo. Entra in guerra anche la ROMANIA, a fianco dell Intesa, che viene perciò occupata dalla Germania. Frattanto l Austria prepara una spedizione punitiva contro l Italia, che si conclude con la BATTAGLIA DI ASIAGO, durante la quale muoiono molti soldati. Salandra allora si dimette e gli subentra BOSELLI ( ). L Italia dichiara dunque guerra anche alla Germania e conquista Gorizia. Muore frattanto l imperatore austriaco Francesco Giuseppe e gli succede il pronipote Carlo I. Il nuovo imperatore sarebbe propenso a riportare la pace in Europa, pertanto scrive una lettera al Papa affinché lo aiuti, facendogli da intermediario nel corso delle trattative. In Inghilterra, però, il primo ministro Lloyd George convince l Intesa a proseguire la guerra. In Italia, invece, molti socialisti condannano il conflitto, auspicando una pace senza vinti né vincitori. Questo sarà l argomento di discussione delle conferenze di Zimmerwald e Kienthal. Solo una minoranza vorrebbe invece approfittare della situazione per destabilizzare i regimi capitalisti. Sono i cosiddetti SPARTACHISTI tedeschi, guidati da Rosa Luxemburg e Liebknecht, il cui gruppo si è costituito nel 1916, e i BOLSCEVICHI. Nel 1917 in Italia la situazione economica è sempre più grave, e si diffonde perciò su larga scala la propaganda pacifista da parte dei socialisti. I socialisti a loro volta sono allora accusati dai nazionalisti di non avere il senso della patria. Appare comunque ormai chiaro che quella che si prospettava come una GUERRA LAMPO non è affatto tale. Frattanto le grandi industrie vanno ad arricchirsi, mentre la vita nel paese si fa sempre più precaria e si intensificano gli scioperi.
3 A dare una svolta alla guerra contribuiscono due eventi fondamentali: 1) LA RIVOLUZIONE RUSSA; 2) L ENTRATA IN GUERRA DEGLI STATI UNITI D AMERICA. Cominciamo dalla prima. In Russia la situazione è ormai diventata invivibile: il malcontento sociale e la povertà sono così grandi da far nascere numerosi tumulti a cui si uniscono gli stessi membri dell esercito. Nel 1917, dopo la rivolta per la fame, che viene appoggiata dall esercito, si instaura un governo provvisorio, presieduto dal liberale Vobb, rappresentante degli imprenditori e dei proprietari. Unico esponente della sinistra è invece Kerenskij. Il 15 maggio lo zar Nicola II abdica in favore del fratello Michele, ma anch egli rinuncia al trono. Il paese si trova in una situazione disastrosa. Ne nasce un DISFATTISMO NAZIONALE. La popolazione chiede l uscita immediata della Russia dalla guerra e la pace a tutti i costi. Quello stesso anno torna dall esilio (favorito nel ritorno da parte degli stessi tedeschi) Lenin che, con le sue tesi d aprile, vuole trasformare quest ondata di rivolte che affliggono il paese in una RIVOLUZIONE PROLETARIA E COMUNISTA. In seguito alla caduta del governo Vobb, ecco che prende il potere Kerenskij, ma Lenin intima agli operai di non avere alcun legame con il governo provvisorio. Dopo i disordini della Galizia, il generale Kornilov vuole con un colpo di stato ottenere il potere. Lenin decide dunque di compiere un insurrezione armata. Si forma così un nuovo GOVERNO RIVOLUZIONARIO di cui è a capo egli stesso: il consiglio dei commissari del popolo, il cui obiettivo è terminare la guerra. Per quanto riguarda il fronte interno, il 12 ottobre avvengono in Russia nuove elezioni (a suffragio universale) per decidere una nuova costituzione. Alle elezioni, però, pochi votano per i bolscevichi. Lenin proclama allora la superiorità del potere dei SOVIET sulla DUMA (l assemblea parlamentare russa), la quale viene dunque sciolta. Il bolscevismo è quindi contro la democrazia. E l avvio della rivoluzione: all alba del 7 novembre del 1917 (ottobre, secondo il calendario ortodosso) i cannoni dell incrociatore Aurora aprono il fuoco contro il palazzo d inverno di San Pietroburgo. Nel volgere di pochi giorni i bolscevichi conquistano il potere assoluto in Russia. Lo zar Nicola II e l intera famiglia vengono tratti in arresto e successivamente giustiziati. Mantenendo fede agli impegni presi, sul fronte esterno, Lenin chiede la pace separata con gli imperi centrali. A Dicembre avviene dunque l armistizio di Brest-Litovsk, che si trasformerà poi in una pace vera e propria. La Russia rinuncia dunque alla LITUANIA, alla POLONIA e alla BIELO-RUSSIA, così come riconosce libera la penisola scandinava. La situazione è difficile: gli alleati accusano infatti la Russia di tradimento ed hanno paura che la rivoluzione si estenda fino a creare una realtà proletaria in tutta Europa. La conseguenza immediata del ritiro della Russia dalla guerra è comunque quello di far spostare le divisioni austro-tedesche dal fronte russo al fronte occidentale. L Austria e le Germania decidono quindi di dare una spallata al fronte italiano, e questo avviene tra il 23 e il 24 ottobre, con l attacco e la conseguente DISFATTA DI CAPORETTO, attraverso la quale gli Austriaci riprendono possesso dei loro territori. Al ministero Borselli succede quello di Vittorio Emanuele Orlando. Cadorna viene destituito. Il generale con a comando l esercito italiano è adesso Armando Diaz. La situazione è critica: la zona del Piave va difesa, perché è in gioco l indipendenza italiana.
4 L aprile di quello stesso anno erano entrati in guerra anche gli Stati Uniti d America, seconda evento destinato a dare una svolta definitiva alla guerra, infatti gli Stati Uniti dispongono di un apparato bellico- economico imponente. Le ragioni per cui anche l America prende parte al conflitto europeo sono essenzialmente quattro: 1) Gli U.S.A. hanno timore del sopravvento ed egemonia dei tedeschi in Europa; 2) Gli U.S.A. hanno dato molti finanziamenti agli alleati dell Intesa, perciò adesso temono un crollo economico degli stati debitori; 3) La Germania, con la sua guerra sottomarina, sta distruggendo anche molte delle navi americane; 4) Gli U.S.A. temono che, se non prenderanno parte al conflitto, verranno messi in secondo piano nelle questioni mondiali. Il presidente Wilson dichiara dunque guerra alla Germania e agli stati ad essa alleati in nome della LIBERTA e della DEMOCRAZIA, onde giungere così ad accordi internazionali. Nel 1918, poiché l Intesa fomenta i sentimenti di nazionalità dei popoli soggetti al dominio austriaco, l imperatore Carlo I concede un ampio autogoverno alle diverse nazionalità. Intanto, la Germania tenta un offensiva in Francia, e l Austria in Italia per sfondare al Piave e raggiungere la pianura padana.. Gli inglesi e le nazioni del Commonwealth, però, riescono a scacciare i tedeschi ad Amiens. La stessa cosa accade sulla Marna, dove i francesi contrattaccano il primo assalto tedesco nelle Fiandre e nelle regione di Champagne. Il fronte interno degli imperi centrali si sgretola, e Bulgaria e Turchia si ritirano. Il 1 novembre anche la flotta austriaca viene sconfitta (questo dovuto anche al fatto che sono ormai molti gli alleati dell Austria che chiedono la cessazione delle ostilità). L Italia sgomina l esercito austriaco ed entra a Vittorio Veneto. Il 3 novembre il generale Diaz annuncia la vittoria con l armistizio di VILLA GIUSTI. Il 4 novembre la Germania diventa una repubblica, e chiede anch essa l armistizio, ed EBERT ( ) ne diventa presidente a WEIMAR. Anche l Austria e l Ungheria diventano repubbliche. Finisce così la Prima Guerra Mondiale. Per Wilson e per i suoi alleati è una vittoria completa. Le due grandi monarchie autoritarie sono cadute: in Germania non c è più il kaiser e l impero Austro-Ungarico non esiste più. Con la prima Guerra Mondiale è scomparso tutto un mondo ottocentesco; è la fine di un epoca. CONGRESSO DI PARIGI Terminata la guerra, avviene il CONGRESSO DI PARIGI, il cui compito è principalmente quello di mettere ordine in Europa. A decidere le sorti degli stati sono i capi delle nazioni vincitrici: 1) Wilson, presidente degli Stati Uniti d America; 2) Clemanceau, presidente francese; 3) Lloyd George, Primo Ministro d Inghilterra; 4) Orlando, presidente del consiglio italiano. Nel corso del congresso appaiono subito chiari i contrasti tra America ed Europa. Secondo il presidente Wilson, infatti, che già nel gennaio del 1918 aveva divulgato un programma di pace in 14 PUNTI, il nuovo assetto europeo dovrebbe ispirarsi al principio di NAZIONALITA, e far leva sulle forze democratiche degli ex imperi centrali. I nuovi confini dell Europa dovrebbero cioè contenere quanti usano la stessa lingua, la stessa cultura ed hanno la stessa nazionalità. La Francia invece è intenzionata ad annientare economicamente e militarmente la Germania, allo scopo di umiliarla. In tal modo si renderà in parte responsabile della
5 nascita del forte spirito nazionalista tedesco, che a sua volta darà origine alla Seconda Guerra Mondiale. A Ginevra nasce la SOCIETA DELLE NAZIONI, dalla quale sono momentaneamente esclusi i vinti. Lo scopo è quello di regolare gli accordi di pace tra le nazioni. Il patto è che tutte le decisioni siano prese all unanimità. Al congresso di Parigi seguiranno 5 trattati. 1) TRATTATO DI VERSAILLES, secondo cui la Germania deve rinunciare a tutte le colonia, all Alsazia, alla Lorena e alla Slesia. Dovrà inoltre pagare tutti i suoi debiti alle nazioni vincitrici, il suo esercito dovrà contare uomini e non di più, e la riva destra del Reno sarà occupata per 15 anni da un esercito alleato mantenuto dalla Germania. La Prussia si separa dalla Germania, e la Polonia viene dichiarata libera, e gli viene assegnato uno sbocco verso Danzica. Questa umiliazione, l aver escluso i vinti dalle trattative di pace e l aver determinato la povertà tedesca saranno resi a duro prezzo. 2) TRATTATO DI SAINT-GERMAIN, secondo cui il territorio austriaco viene smembrato. Si creano dunque la CECOSLOVACCHIA, il REGNO IUGOSLAVO (comprendente Serbia, Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Dalmazia. Esso avrà negli anni non pochi problemi di convivenza ) e l ALBANIA. L Austria che non può assolutamente essere unita alla Germania, diventa stato a sé. Con il TRATTATO DI TRIANON nasce la REPUBBLICA UNGHERESE, così come nascono l ESTONIA, la LETTONIA, la LITUANIA e la FINLANDIA. Lo stesso trattato di Saint Gérmain regola i rapporti tra l Austria e l Italia: i territori irredenti vengono ceduti all Italia. 3) TRATTATO DI NEUILLY (1919), il quale priva la Bulgaria di ogni sbocco al mare. Gli viene tolta anche la Macedonia, che viene invece inserita nella nascente Iugoslavia, e parte dei suoi territori vengono annessi alla Romania. 4) TRATTATO DI SEVRES (1920), secondo cui la Turchia viene ridotta alla sola PENISOLA ANATOLICA. Francia e Inghilterra si erano in precedenza spartiti in segreto le zone orientali con il PATTO DI LONDRA generando non poca indignazione da parte della Turchia. Sempre alla fine della Prima Guerra Mondiale si ha l inizio della QUESTIONE EBRAICO-PALESTINESE, ad opera di Francia ed Inghilterra. Da questo momento in poi la Palestina diventerà teatro di contrasti fra gli stati del medio-oriente e tra ebrei e palestinesi. In Italia, nel frattempo, dopo la guerra ci sono enormi problemi economici e crisi sociali. La guerra ha infatti aumentato la crisi economica, colpendo principalmente le classi a reddito fisso. Le grandi industrie (come l ANSALDO) si sono invece arricchite. Ora che la guerra è finita, occorre RICONVERTIRE LA PRODUZIONE da bellica in civile. La situazione non è però facile: ci sono molti licenziamenti e la disoccupazione aumenta. L emigrazione italiana viene intanto frenata dagli Stati Uniti. Crollano le industrie, crolla la Banca d Italia, e le rivolte socialiste sono quasi all ordine del giorno. Non a caso il periodo tra il 1919 e il 1920 sarà noto come BIENNIO ROSSO. Nasce anche il mito della VITTORIA MUTILATA, poiché L italia ancora reclama tutta la Dalmazia. Il 18 gennaio 1918 si forma anche il PARTITO POPOLARE ITALIANO. Esso reclama: 1) Una riforma agraria; 2) Terra per i contadini;
6 3) Una gestione sociale della produzione agricola (cioè una collaborazione tra proprietari e contadini); 4) Voto alle donne; 5) Elezioni non uninominali ma proporzionali, con elezioni non di lista ma di candidato; 6) Decentramento politico e conseguente autonomia locale e regionale; 7) Laicità dello Stato (in modo da avere finalmente l autonomia dei cattolici rispetto al Papa). Vi è in poche parole un ONDATA INTERCLASSISTA, che auspica solidarietà tra i ceti sociali. Nel frattempo si forma un nuovo giornale socialista dal titolo L ordine nuovo che ha a capo Bordiga, Gramsci e Togliatti. Essi hanno ispirazioni rivoluzionarie sul modello bolscevico. Lo scopo del loro impegno politico è quello di arrivare ad una DITTATURA PROLETARIA sul modello dei SOVIET. (QUESTO TESTO E' STATO INVIATO E PUBBLICATO ANCHE NELLA SEZIONE APPUNTI DEL SITO "SKUOLA.NET").
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