Museo Civico di Storia Naturale di Carmagnola
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- Arnaldo Vitale
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1 1 Museo Civico di Storia Naturale di Carmagnola Marco Rastelli * Pierfranco Cavazzuti ** Gianfranco Curletti *** Gli Insetti dei Parchi Regionali e dei Siti di Interesse Comunitario studiati nell'ambito del progetto Interreg IIIA Messa in rete dei Parchi naturali del massiccio del Monviso * Collaboratore esterno, biologo - via Torino, Casalgrasso (CN) ** Collaboratore esterno, esperto di entomologia Via della Croce 1 Pagno (CN) *** Curatore - Museo Civico di Storia Naturale di Carmagnola, via S. Francesco di Sales, Carmagnola (TO)
2 2 1. Introduzione Con oltre specie note in Italia gli Insetti sono il gruppo più numeroso di animali. A dispetto della loro abbondanza ed importanza ecologica di essi poco si sa nelle aree protette del Piemonte questo perché gli studi naturalistici hanno spesso favorito specie più appariscenti, note o che coinvolgono interessi economici. Grazie al Progetto Interreg Monviso dati bibliografici e raccolti sul campo sono stati inseriti nella Banca Dati Faunistica Regionale, si potrà così iniziare a conoscere meglio la distribuzione di molte specie di Insetti nelle aree protette e nei siti di interesse comunitario del Piemonte. Abbiamo dedicato il nostro lavoro allo studio di alcuni gruppi di Insetti particolarmente importanti per il loro ruolo ecologico: si tratta di 5 famiglie di Coleotteri: gli insetti xilofagi (che allo stato larvale si nutrono di legno) delle famiglie Buprestidae e Cerambycidae e gli insetti predatori della grande famiglia dei Carabidae e delle famiglie dei Cicindelidae e dei Coccinellidae. Questo lavoro è stato condotto da Collaboratori esterni del Museo di Storia Naturale di Carmagnola e dal Curatore della Sezione di Entomologia del Museo: in particolare Gianfranco Curletti ha curato lo studio di Buprestidi e Lepidotteri, Marco Rastelli di Cerambycidae e Coccinelidi, Pierfranco Cavazzuti di Carabidi e Cicindelidi. Non sono tuttavia mancate le opportune integrazioni ed il coordinamento delle attività sul campo fra gli Autori. In un solo anno di ricerca è stato possibile censire oltre 500 taxa, a riprova dell estremo interesse dell Arco alpino occidentale e delle aree interessate da questo progetto dal punto di vista entomologico. Va tuttavia sottolineato che una ricerca entomologica condotta nell arco di una sola stagione su un territorio esteso come quello compreso nell Intereg Monviso non può in ogni caso considerarsi esaustiva: in questo senso vanno quindi interpretati i dati contenuti nella presente relazione.
3 3 2. Metodi di studio Per ottenere dati quanto più possibile completi nonostante la limitata disponibilità di tempo (una sola stagione) sono stati impiegati metodi di ricerca quanto più possibile diversificati. Ogni sistema di seguito elencato risulta essere particolarmente adatto per la cattura di gruppi di insetti diversi. Trappole malaise. Si tratta di una trappola che cattura gli insetti volatori che, quando trovano un ostacolo, tendono a rimontarlo salendo verso l alto, come farebbe una mosca contro un finestrino dell auto. Grazie ad un gioco di dislivelli vengono convogliati in un barattolo con alcool che è controllato periodicamente, ogni 15 giorni circa. La trappola va collocata in luoghi mirati, vicino a tronchi abbattuti o a cataste di legna, frequentati dagli xilofagi per nutrimento, accoppiamento e ovoposizione. Trappola a intercettazione al suolo. Al contrario della precedente, questa trappola, formata da una rete poco visibile tesa verticalmente, cattura gli insetti che si lasciano cadere quando incontrano un ostacolo. Alla base della rete vengono poste delle bacinelle con acqua salata (per la conservazione dei reperti) e saponata (per rompere la tensione superficiale e fare affondare i reperti) munite di fori di troppo pieno, per evitare che durante i temporali, l acqua trabocchi facendo fuoriuscire gli esemplari. La trappola va collocata in luoghi mirati, vicino a tronchi abbattuti o a cataste di legna, frequentati dagli xilofagi per nutrimento, accoppiamento e ovoposizione. Trappole cromotropiche o sticky traps. Trappole a caduta aeree o trappole a finestra. Si tratta di fogli plastificati di colore giallo spalmati di vischio o di colla similare. Il loro scopo è imitare i fiori e, di conseguenza, di attirare gli insetti floricoli che rimangono invischiati. L efficacia di queste trappole in condizioni ottimali perdura per una decina di giorni, ma in caso di piogge battenti o di tempo umido si può ridurre a quattro o cinque giorni. Le trappole vengono appese ai rami più alti per monitorare le specie che vivono sulla chioma, o poste su piante morenti. Si tratta di trappole ad intercettazione costruite per monitorare gli insetti che vivono sulla chioma degli alberi o comunque nelle parti più alte del bosco e che raramente scendono a terra. Sono costituite da fogli di plexiglas trasparenti che intercettano gli insetti in volo che cadono in un imbuto posto nella parte inferiore del foglio e infine convogliati in un recipiente. Le trappole sono appese ai rami più alti attraverso un sistema di funi lanciate con le fionde.
4 4 Allevamento in laboratorio. Si tratta di un attività molto importante. Alcune specie molto difficilmente possono essere monitorate da adulti, poiché ad abitudini criptiche o con esigenze bio-etologiche particolari. Occorre innanzitutto ricercare sul campo i pezzi di legno attaccati dagli xilofagi. Le larve o le loro gallerie si trovano solitamente sotto la corteccia per le specie monovoltine (con una sola generazione all anno), all interno del legno in parte decomposto per le specie plurivoltine (con più generazioni all anno). Parte del legno viene prelevato facendo attenzione a non danneggiare le larve, e portato in laboratorio, dove si ricostruiranno, nel limite del possibile, le stesse condizioni ambientali originali di umidità e di temperatura. Le larve seguono un ciclo biologico ferreo per cui alcuni adulti non potranno sfarfallare se non prima dell anno successivo al prelievo: occorre comunque attendere poiché le larve non sono sessuate e, nella maggioranza dei casi, non possono essere identificate a livello di specie. Il retino da sfalcio. E il metodo più classico di ricerca: consiste nel passare sui rami e sull erba un retino composto di tela robusta in cui cadono gli esemplari che vi erano posati. Ombrello entomologico. E costituito fa un telo che viene posto sotto rami e arbusti. Percuotendo i vegetali gli insetti che vi si trovano posati cadono sul telo dove vengono raccolti. Questo sistema permette di rinvenire esemplari estremamente mimetici, poco visibili quando si trovano sulla pianta ospite. La ricerca va effettuata nelle ore diurne più fredde (mattino presto o sera tardi) o nelle giornate piovose, poiché gli esemplari in piena attività, col bel tempo, possono volare via ancora prima di toccare il telo. Trappole a caduta ad aceto Trappole a caduta di profondità con formaggio I coleotteri Carabidi sono stai intercettati con l'impiego di un sistema di trappole a caduta "pittfal traps" dislocate nei vari ambienti frequentati dagli insetti, ed innescate con una miscela attrattiva a base di aceto. La visita alle trappole avviene ogni 15 giorni circa, ed il materiale raccolto viene conservato in alcool a 90. Le trappole sono state visitate e ripristinate ogni circa giorni. nel corso delle quali sono state posizionate circa 1000 trappole a caduta diversificando gli ambienti per cercare di includere la maggior varietà possibile di ambienti.. Si tratta di un tipo di trappola analogo alla precedente che viene utilizzato per la ricerca di specie di Carabidi ipogee nelle cavità sotterranee e nelle grotte. In questo caso l esca è costituita da pezzi di formaggio.
5 5 Ricerca diretta. Nel corso delle uscite sul territorio sono stati cercate le specie di insetti tipiche degli ambienti da studiare a fronte di un attenta analisi documentazione preliminare sulla fenologia e sulla biologia delle specie da ricercare. In linea generale, per quanto riguarda i coleotteri Cerambycidae, Buiprestidae e Coccinellidae, molti di essi sono floricoli allo stadio adulto e venivano ricercati nelle radure e nei prati mantenuti a pascolo, nei prati naturali alpini e montani. I coleotteri Carabidi sono stati invece ricercati sotto i sassi, sui sentieri, pendii dilavati dall'acqua di scioglimento delle nevi, lungo i greti dei torrenti. Ricerca bibliografica Il lavoro di ricerca sul campo è stato affiancato da un ricerca bibliografica per raccogliere i pochi dati già disponibili nelle aree interessate dal progetto e per i dati riferiti a raccolte. Ricerca nelle collezioni private e museali La ricerca sul campo è stata affiancata dalle consultazioni delle collezioni del Museo di Storia Naturale di Carmagnola, delle collezioni private degli Autori e delle collezioni private che alcuni naturalisti hanno messo a disposizione in particolare quelle del Sig. Enrico Abruzzese di Torino che ha consentito di ottenere molti dati riguardati il SIC delle Oasi Xerotermiche della Valle di Susa e del Sig. Massimo Evangelista di Carmagnola. Periodo di studio Dovendo conciliare l attività di ricerca con il periodo di attività degli insetti che in quota si limita ai mesi estivi le ricerche sono state condotte da maggio ad agosto 2005 per le famiglie meno resistenti al freddo (Buprestidi, Cerambycidae) e fino a fine Settembre per le famiglie Carabidae e Coccinellidae. Georeferenziazione dei dati La georeferenziazione dei dati ha avuto luogo, nella maggior parte dei casi tramite localizzazione dei punti su carta CTR regionale 1: La buona capacità di volo di molti degli insetti studiati (con l esclusione della maggior parte dei Carabidae) rende superflua una elevata precisione della georeferrenziazione. Le coordinate sono state indicate utilizzando il sistema di riferimento Europa 1950 e le coordinate UTM. Per i punti georeferenziati con ricevitore GPS è stato impiegato un apparecchio modello Garmin E-Trex Vista. I dati ottenuti dalle ricerche bibliografiche sono riferiti, nella maggior parte dei casi, al territorio dei Comuni interessati dalle aree oggetto di questo studio, non potendo ricavare, dalle indicazioni in letteratura, una precisione maggiore.
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