Contaminazione da sostanze Perfluoroalchiliche nella Regione Veneto SINTESI ATTIVITÁ

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1 Contaminazione da sostanze Perfluoroalchiliche nella Regione Veneto SINTESI ATTIVITÁ Aggiornamento al

2 Redazione e impaginazione a cura di: Francesca Russo, Marina Vazzoler, Laura Tagliapietra, Vanessa Groppi, Martina Simion Stampa: Centro Stampa Giunta Regione del Veneto, Venezia, marzo 2016 Copia del volume può essere richiesta a: Sezione Attuazione Programmazione Sanitaria Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica Dorsoduro Venezia Tel sanitapubblica@regione.veneto.it 2

3 Indice delle domande Pag Premessa Da dove nasce la ricerca di sostanze perfluoroalchiliche nella Regione Veneto? Cosa sono le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS)? Quali effetti hanno sulla salute? Quando la Regione è venuta a conoscenza del problema e quando ha iniziato ad occuparsene? È stata identificata la fonte responsabile della contaminazione? È stata fatta una mappatura dell area di contaminazione? Qual è la dimensione della popolazione esposta? Chi che è stato coinvolto nella gestione del problema? Quali Dipartimenti, Sezioni e Settori? Quali Enti nazionali ed Internazionali? Quali sono state le azioni messe in atto? Le acque potabili sono in sicurezza? Quali sono i valori di riferimento da rispettare e quale interpretazione deve essere data alla D.G.R. n del 2015 che recepisce la modifica dei valori di performance? È stata data informazione alla popolazione? A che punto è lo studio di biomonitoraggio? Sono state effettuate delle valutazioni di tipo epidemiologico? A che punto è il monitoraggio degli alimenti? Quali Provvedimenti ha adottato la Giunta? Quali sono i rapporti con le Procure e con l Avvocatura regionale? Qual è la prossima programmazione?

4 Sono stati prodotti i seguenti allegati e documenti: 1. Alimenti: A. DGR_1570_26_08_14.pdf: DGR n.1570 del 26/08/2014 Programma campionamento alimenti di produzione locale per ricerca di PFASs B. Tabella.pdf: Campionamento alimenti di produzione locale per ricerca di PFASs C. Parere ISS_ pdf: parere dell Istituto Superiore di Sanita prot. 19/02/ Oggetto: risultati analitici dei controlli sulle sostanze perfluorate su alimenti. 2. Ambiti territoriali: A. doc_sintesi_area_pfas pubblicazione.pdf: documento approvato con DGR n.1517 del 29/10/2015 Ritrovamento di sostanze perfluoro alchiliche in alcuni ambiti del territorio regionale.analisi integrata preliminare delle aree di esposizione e primi indirizzi di Grading del rischio. 3. Biomonitoraggio: A. Relazione_biomonitoraggio_genn_2016.pdf: relazione sullo stato di avanzamento dello studio PFAS - Studio di Biomonitoraggio - Relazione al 24/02/ Documenti A. 00_doc_sintesi_novembre_2013.pdf: Sostanze Perfluoro - alchiliche in acque potabili in regione Veneto 18 novembre 2013 B. 01_doc_sintesi_maggio_2014.pdf: CONTAMINAZIONE DA SOSTANZE PERFLUOROALCHI- LICHE (PFAS)NELLE ACQUE AD USO UMANO - DOCUMENTO DI SINTESI - Maggio 2014 C. 02_doc_sintesi_ottobre_2014.pdf: CONTAMINAZIONE DA SOSTANZE PERFLUOROALCHI- LICHE (PFAS)NELLE ACQUE AD USO UMANO - DOCUMENTO DI SINTESI Aggiornamento ad ottobre 2014 D. 03_doc_sintesi_aprile_2015.pdf: CONTAMINAZIONE DA SOSTANZE PERFLUOROALCHILI- CHE (PFAS)NELLE ACQUE AD USO UMANO - DOCUMENTO DI SINTESI Aggiornamento novembre 2014 aprile 2015 E. 04_doc_sintesi_novembre_2015.pdf: CONTAMINAZIONE DA SOSTANZE PERFLUOROAL- CHILICHE (PFAS)NELLE ACQUE AD USO UMANO - DOCUMENTO DI SINTESI Aggiornamento novembre 2015 F. nota di convocazione dell incontro del convocato dal Segretario Generale della Programmazione 4

5 5. Provvedimenti: A. D.G.R. n del 12/08/2013, Istituzione della Commissione tecnica per la valutazione della problematica della presenza di sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) nelle acque potabili e nelle acque superficiali della provincia di Vicenza e comuni limitrofi, e per la formulazione di proposte in ordine alla tutela della salute pubblica B. D.G.R. n del 4/11/2013, Controllo delle acque potabili e destinate al consumo umano, precisazioni C. D.G.R. n. 168 del 20/02/2014, Pianificazione delle attività a tutela della salute dei soggetti esposti alla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nelle acque potabili D. D.G.R. n. 618 del 29/04/2014, Approvazione di 'Primi indirizzi operativi per l'utilizzo dei pozzi privati ai Comuni delle Province interessate dalla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFASs) nelle acque destinate al consumo umano E. D.G.R. n. 619 del 29/04/2014, Variazione della composizione della commissione tecnica per la valutazione della problematica della presenza di sostanze perfluoro - alchiliche (Pfas) nelle acque potabili e nelle acque superficiali della Provincia di Vicenza e Comuni limitrofi, e per la formulazione di proposte in ordine alla tutela della salute pubblica. Parziale modifica della D.G.R. n del 12/08/2013 F. D.G.R. n. 764 del 27/05/2014, Approvazione dell'accordo di collaborazione tra la Regione del Veneto e l'istituto superiore di sanità (Iss) finalizzato al ''Supporto tecnico scientifico, analitico e consultivo per l'analisi di rischio correlato alla contaminazione da PFAS di matrici ambientali e filiera idro potabile in talune circostanze territoriali e potenziale trasferimento di PFAS alla filiera alimentare e allo studio di biomonitoraggio' : G. D.G.R. n del 14/10/2014 Accordo di collaborazione tra la Regione del Veneto e l'istituto superiore di sanità (Iss) finalizzato al ''Supporto tecnico scientifico, analitico e consultivo per l'analisi di rischio correlato alla contaminazione da Pfas di matrici ambientali e filiera idro-potabile in talune circostanze territoriali e potenziale trasferimento di Pfas alla filiera alimentare e allo studio di biomonitoraggio'' di cui alla Dgr n. 764 del Impegno di spesa : H. D.G.R. n del 14/10/2014 Approvazione del documento contenente le procedure regionali di indirizzo e del piano di monitoraggio regionale relativi alla presenza delle sostanze perfluoroalchiliche (Pfass) nelle acque a uso potabile I. D.G.R. n.565 del 21/04/2015 Approvazione dello studio di Biomonitoraggio di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in alcuni ambiti del territorio della Regione del Veneto J. D.D.G. dell Area Sanità e Sociale n.248 del 25/08/2015 Costituzione del Gruppo Regionale Biomonitoraggio K. D.G.R. n.1517 del 29/10/2015 Sorveglianza sostanze perfluoroalchiliche (PFAS): acquisizione dei livelli di riferimento per i parametri "Altri PFAS" nelle acque destinate al consumo umano, nonché individuazione delle aree di esposizione per gli ambiti territoriali interessati dalla presenza di PFAS L. D.D.G. dell Area Sanità e Sociale n.318 del 25/11/2015 Parziali modifiche e integrazioni allo studio dal titolo Biomonitoraggio di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in alcuni ambiti del territorio della Regione del Veneto di cui alla D.G.R. n.565 del 21/04/2015 M. D.G.R. n. 243 dell Affidamento all Istituto Superiore di Sanità del Piano di monitoraggio sulle matrici di interesse alimentare in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in alcuni ambiti del territorio della Regione del Veneto. 5

6 N. D.G.R. n. 248 dell Aggiornamento della composizione della Commissione Tecnica per la valutazione della problematica della presenza di sostanze perfluoro alchiliche (PFAS). Parziale modifica della DGR. n. 619 del Relazioni ARPAV: A. Relazione PFAS 2015 agg_2016_02.pdf: SOSTANZE PERFLUORO-ALCHILICHE Collettore consortile A.Ri.C.A. Sistema dei cinque depuratori Periodo di riferimento: 25/06/ /12/2015 RELAZIONE TECNICA B. PFAS_AcqueSup_mag2015.pdf: Monitoraggio delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nelle acque superficiali del Veneto Periodo di riferimento: luglio 2013 aprile 2015 C. 2015_qualità acque.pdf: Qualità delle acque superficiali correnti a supporto degli usi irrigui. Biennio Decreto n. 19 del

7 Premessa. Il presente documento si pone l obiettivo di fornire un quadro completo sulla gestione della tematica PFAS da parte della Regione Veneto. Il problema è stato affrontato con un azione di forte coordinamento da parte dell Area Sanità e Sociale che, nel rispetto delle diverse professionalità coinvolte, ha agito portando avanti un azione di Sistema integrato ed intersettoriale. Il documento è stato redatto in modalità di domande e risposte per consentire una più agile lettura ed interpretazione dei vari aspetti della contaminazione. La valutazione del rischio ha permesso di approntare un Piano di Azione per garantire la messa in sicurezza della principale fonte di contaminazione, rappresentata dall acqua potabile in distribuzione, pur in assenza di limiti normativi e di valori di riferimento. Si è proceduto, quindi, ad individuare la fonte principale della contaminazione e all avvio di un piano di bonifica. È stato garantito un monitoraggio statistico costante delle concentrazioni delle sostanze PFAS nelle acque potabili e nelle acque superficiali e sotterranee. Tutto il processo di identificazione dei fattori di rischio e delle azioni conseguenti da parte dei vari Soggetti coinvolti viene monitorato in periodici rapporti di sintesi. Inoltre, tutte le informazioni sono state condivise con l Istituto Superiore di Sanità (ISS) ed è stata garantita una informazione continua alle Procure delle tre Province coinvolte, oltre che alla popolazione. Nel documento è presente una sintesi dello Studio, in itinere, di biomonitoraggio sulla popolazione che ha come obiettivo la valutazione della concentrazione delle sostanze PFAS nel sangue dei soggetti che sono stati maggiormente esposti alla contaminazione. In esso, inoltre, attraverso la banca dati SINAP sulle acque, viene rappresentata una mappatura della distribuzione della contaminazione nel territorio ragionale, che consente di localizzare le concentrazioni dei PFAS dal 2013 al Tra il 2014 ed il 2015 è stato avviato, nell area di impatto, un monitoraggio orientativo sulla contaminazione degli alimenti, che ha fornito dei risultati che, seppur parziali, hanno permesso di individuare gli elementi necessari per l adozione di specifici provvedimenti a tutela della salute. 7

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9 1. Da dove nasce la ricerca di sostanze perfluoroalchiliche nella Regione Veneto? Nel 2006 il Progetto Europeo PERFORCE avviò un indagine per stabilire la presenza di perfluoroderivati nelle acque e sedimenti dei maggiori fiumi europei, dalla quale risultò che il fiume Po presentava le concentrazioni massime di acido perfluoroottanoico (PFOA) tra i fiumi europei. Questa scoperta iniziale venne confermata e approfondita da successive indagini sperimentali in altre zone del bacino del Po effettuate da istituti di ricerca come il Joint Research Centre di Ispra e l IRSA CNR. L evidenza di una situazione di potenziale pericolo ecologico e sanitario nel bacino del fiume Po ha portato nel 2011 alla stipula di una convenzione tra il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e l Istituto di Ricerca sulle Acque CNR per la realizzazione di uno studio del rischio ambientale e sanitario associato alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nel bacino del Po e nei principali bacini italiani. Tale progetto della durata di due anni e terminato nel 2013 ha rappresentato il primo studio completo sulla distribuzione e le sorgenti dei composti perfluorurati nei principali bacini italiani e gli eventuali rischi connessi alla loro presenza. Gli obiettivi di questo studio sono stati: studio della distribuzione di PFAS nei principali bacini fluviali italiani identificazione delle sorgenti valutazione del rischio per il consumatore (acqua potabile e mitili) stima degli effetti eco tossicologici ed ecologici L effettuazione di tale studio nel bacino dell Agno-Fratta Gorzone e del Bacchiglione non è mai stato comunicato alla Regione Veneto, né in fase di avvio e neanche durante il suo svolgimento dal 2011 fino a marzo Sintesi della relazione dell Istituto di ricerca sulle acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Rischio associato alla presenza di sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) nelle acque potabili e nei corpi idrici recettori di aree industriali nella provincia di Vicenza ed aree limitrofe, 25 marzo Nel corso delle campagne di misura sui principali bacini idrici italiani, attività previste da un Ente di ricerca del CNR in accordo con il Ministero dell Ambiente, sono stati effettuati dei test di monitoraggio in corpi idrici superficiali e reflui industriali e di depurazione del reticolo idrografico della provincia di Vicenza, in particolare Distretto Industriale di Valdagno e Valle del Chiampo dove è localizzato il più importante distretto tessile e conciario italiano e lo stabilimento di fluorocomposti della Miteni SpA (ubicato a Trissino, VI). Contestualmente alle acque superficiali, durante l ultimo campionamento sono stati prelevati campioni di acqua potabile in più di 30 comuni prevalentemente della provincia di Vicenza, oltre a comuni limitrofi nelle province di Padova e Verona. 9

10 I dati che si riferiscono alle acque superficiali riguardano 4 aree geografiche: a) il bacino dell Adige e del suo affluente Alpone-Chiampo; b) l area del vicentino a nord dell autostrada costituita principalmente dalla Valdagno (Valdagno e Trissino, dove è ubicato lo stabilimento MITENI) e la parte alta della valle del Chiampo (Arzignano); c) il bacino del Bacchiglione che include Schio, la Valdastico e la città di Vicenza; d) l area a sud dell autostrada racchiusa tra l Adige e i colli Berici ed Euganei, dove è ubicato lo scarico del collettore consortile ARICA. Questo collettore (gestito dal Consorzio ARICA) trasferisce i reflui depurati di cinque depuratori (Trissino, Arzignano, Montecchio, Montebello e Lonigo, per un totale circa abitanti equivalenti) nel canale Fratta-Gorzone all'altezza di Cologna Veneta, in prossimità della confluenza nel Fratta-Gorzone del canale irriguo L.E.B. che garantisce il carico idraulico adeguato. Il canale Fratta-Gorzone, attraversa quindi le provincie di Padova e Venezia, e confluisce nel fiume Brenta in località Punta Gorzone a sud di Chioggia, prima della foce presso Cà Pasqua. I bacini dell Adige-Chiampo, del Bacchiglione e dell Agno a nord dell autostrada sono meno inquinati con concentrazioni massime di PFOA < 100 ng/l. A sud dell autostrada, invece, nel bacino di Agno e Fratta Gorzone, anche a monte dello scarico del collettore ARICA, sono state misurate concentrazioni di PFOA molto elevate, spesso superiori a 1000 ng/l, che destano una certa preoccupazione dal punto di vista ambientale, pur considerando che i corpi idrici in esame hanno ridotta portata e sono già sottoposti ad un carico antropico e industriale molto elevato. Importante è la misura delle concentrazione di queste sostanze nelle acque potabili campionate da punti di erogazione pubblici e privati (tabella 2). Anche in questo caso la maggior parte delle acque campionate nei bacini dell Adige (riva destra) e del Bacchiglione (incluso Vicenza) non presentano quantità rilevabili di queste sostanze, mentre nel bacino di Agno-Fratta Gorzone vi sono concentrazioni crescenti da nord a sud, che raggiungono valori di PFOA (sostanze perfluoro alchiliche) superiori a 1000 ng/l. Il Ministero della Salute, con nota prot. n /DGPRE del , ha comunicato alla Regione Veneto il parere dell'istituto Superiore di Sanità del , prot. n , da cui si evince la mancanza di un rischio immediato per la popolazione esposta. Tuttavia, si afferma che la situazione potrebbe comportare un rischio potenziale per la salute umana e dunque si consiglia l'adozione di misure di trattamento delle acque potabili per l'abbattimento delle sostanze perfluoroalchiliche e di prevenzione e controllo della filiera idrica sulla contaminazione delle acque destinate al consumo umano nei territori interessati. 10

11 2. Cosa sono le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS)? Quali effetti hanno sulla salute? I composti organici perfluorati (PFC) sono molecole con catena carboniosa completamente fluorurata, in cui tutti gli atomi di idrogeno sono sostituiti da atomi di fluoro. Si tratta di prodotti ottenuti sinteticamente attraverso reazione di fluorizzazione elettrochimica, o mediante successiva degradazione o metabolismo di altri prodotti chimici fluoroderivati. La catena carboniosa può essere di differente lunghezza (C4; C8; C9; C12, etc.) lineare o ramificata. Il fluoro è l'elemento più elettronegativo, ciò spiega il suo elevato potenziale di ionizzazione e la sua bassa polarità, caratteristiche, queste, responsabili del cosiddetto "effetto fluoro", ossia dell insieme di proprietà chimiche, fisiche e biologiche che caratterizzano i PFC rispetto ai loro analoghi idrogenati. I forti effetti elettronici, induttivo negativo e di risonanza positivo, fanno sì che il legame carboniofluoro sia il più forte tra i legami covalenti (energia di dissociazione pari a ~ 480 kj mol-1). I PFC comprendono un ampia e complessa varietà di derivati, come: gli acidi carbossilici, i sulfonati, i sulfonamidi ed altri. Per questo motivo il termine composti perfluorati (PFC) è stato sostituito da quello di sostanze perfluoroalchiliche (PFASs), che indica quel gruppo di composti fluorurati ed importanti sottogruppi, quali surfattanti organici (per) fluorurati e polimeri organici fluorurati, tra cui il PFOS ed il PFOA. PFOS e PFOA sono gli acronimi di, rispettivamente, perfluorottano sulfonato e acido perfluorottanoico. Il primo è il composto più importante tra i perfluorosulfonati e, il secondo è il composto più importante tra le sostanze perfluorocarbossilate. a) b) Struttura del PFOS (a) e del PFOA (b) La presenza di numerosi atomi di fluoro conferisce ai composti perfluorurati (PFC) particolari proprietà fisico chimiche, tali che: - il legame carbonio-fluoro con la sua alta energia di legame rende questi composti stabili e inerti sia chimicamente che termicamente; - il loro basso punto di ebollizione e di debole tensione superficiale, uniti ai coefficienti di frizione particolarmente bassi, ad elevate viscosità ed a stabilità ai processi ossidativi, fanno sì che i PFC siano sostanze chimiche molto resistenti al calore e difficilmente solubili nell acqua e nel grasso; 11

12 - mostrano scarsa affinità nei confronti di altri composti organici ed inorganici, polari ed apolari; I PFC sono resistenti all idrolisi, alla fotolisi, alla biodegradazione e non vengono metabolizzati dagli organismi viventi; i loro polimeri possono degradarsi dando luogo a PFC di peso molecolare inferiore, come ad esempio il PFOS. Il perfluorottano sulfonato, a sua volta, è tale da non risultare degradabile chimicamente o organicamente metabolizzabile, se non in tempi lunghissimi: lo si può degradare solo attraverso incenerimento ad elevate temperature. Nello specifico, alcuni studi testimoniano di tempi di emivita per il PFOS di circa 9 anni e per il PFOA (noto anche come C8 per i suoi 8 atomi di carbonio) tempi di metabolizzazione di circa 4-5 anni. Più è lunga la catena di atomi di carbonio più gli acidi perfluoroalchilici (PFAA) sono persistenti. La presenza, in un polimero, di gruppi funzionali fluorurati fa sì che le proprietà molecolari dei PFC si traducono in proprietà di superficie del materiale rivestito conferendo bassa tensione superficiale, inerzia all'attacco chimico e biologico, idro- ed oleo-repellenza, resistenza alla corrosione e ai solventi organici, resistenza alla combustione, biocompatibilità e basso coefficiente di frizione nel caso di superfici rivestite con film sottili e ultra-sottili. Inoltre, la scarsa affinità che i PFC presentano per ogni altro composto riduce i fenomeni di capillarità che generalmente influiscono negativamente sulle proprietà di scorrimento superficiale. Grazie a queste proprietà, a partire dal loro sviluppo alla fine degli anni 40, le sostanze chimiche fluorurate sono state usate in quantità sempre maggiore in campi strategici di applicazione industriale, garantendo alle ditte produttrici una vasta gamma di articoli e preparati ad alto profitto economico. Si tratta di sostanze che sono state riconosciute come elementi chiave nell'ambito delle scienze dei materiali tecnologicamente avanzati. Alcune rilevanti recenti applicazioni comprendono i rivestimenti a bassa energia superficiale, la sensoristica, le applicazioni biomediche, le tinture, i lubrificanti, le membrane, i polimeri, le micro e nano- strutture, le pellicole fotografiche, shampoo e dentifrici, chiusure lampo, schiume antincendio, ritardanti di fiamma e ignifughi addizionati a moquette, stoffe per sedie o divani, pavimenti acrilici ed a qualsiasi superficie che sia usata come rivestimento di locali pubblici, oltre che ancora emulsionanti e surfattanti in prodotti per la pulizia di tappeti, pelle, tappezzeria, componenti inerti nei pesticidi, nei contenitori per cibo (come ad esempio quelli dei fast food o delle pizze da asporto e come antiaderenti in padelle), nella produzione di altre superfici antiaderenti, traspiranti ed idrorepellenti. I PFC non sono naturalmente presenti nell ambiente. Alcune piante e funghi possono produrre al più composti organici monofluorurati, e durante le attività vulcaniche e altri processi geochimici si possono originare dei composti perfluorurati ma in quantità trascurabile. Praticamente tutti i composti perfluorurati ritrovati nell ambiente hanno dunque un origine antropica. Ricerche del passato unite ai risultati di quelle più recenti, comprovanti gli effetti nocivi che questi composti provocano sulla salute umana, animale e sull ambiente, hanno rallentato il loro uso applicativo rispetto a quanto indiscriminatamente è stato fatto nel passato. Nello specifico, il comitato scientifico dei rischi sanitari e ambientali europeo (SCHER) ha affermato 12

13 che il PFOS ha un potenziale di propagazione a lunga distanza nell ambiente, è altamente persistente, mostra un elevata tendenza al bioaccumulo e risulta tossico, soddisfa pertanto tutti i criteri per poter essere considerato come inquinante organico persistente (POP) ai sensi della Convenzione di Stoccolma. I PFC sono ormai ubiquitari e studi recenti hanno dimostrato la loro diffusione anche nelle più remote aree geografiche L esposizione dell uomo ai PFC è quindi inevitabile e continua, anche se l entità non è ancora completamente nota. Il PFOS è stato ritrovato nei pesci, nei crostacei, nei molluschi e nell acqua potabile: l esposizione alimentare è dunque una via non trascurabile; altre fonti potenziali sono l aria e la polvere. In seguito alla crescente attenzione verso i PFC, anche la Comunità Europea si sta attivando per regolare la produzione e l utilizzo di tali sostanze, con l intento di diminuirne l emissione nell ambiente. Di fatti, in ambito REACh (Registration Evaluation, Authorization and restriction of Chemicals), la proposta, datata 2010, di classificazione PBT (sostanza Persistente Bioaccumulabile e Tossica) per i composti perfluorati a catena carboniosa C8 o più corta e di classificazione vpvb (molto persistente e molto tossico) per i composti perfluorati a catena carboniosa C11-C14, è stata in parte accolta traducendosi, a partire dal 20/06/2013, nell inserimento in Candidate List del PFOA come composto tossico per la riproduzione e Persistente Bioaccumulabile e Tossico, oltre che nella proposta di nuova classificazione armonizzata dello stesso. Nonostante queste considerazioni, i lavori e i dati sulla contaminazione da parte di tali sostanze sono ancora insufficienti. Si auspica, quindi, di perfezionare sempre più metodiche di campionamento e analitiche che permettano di determinare i PFC, loro derivati e precursori, nelle matrici ambientali e alimentari, per monitorarli e valutarne l eventuale presenza. 13

14 Tabella 1. Proprietà chimico fisiche di PFOS e PFOA Sostanza PFOS PFOA Nome IUPAC 1,1,2,2,3,3,4,4,5,5,6,6,7,7,8,8,8-Acido eptadecafluoro-1-octan sulfonico 2,2,3,3,4,4,5,5,6,6,7,7,8,8,8-Acido pentadecafluoro octanoico Altri nomi Acido 1-perfluorooctansulfonico Acido eptadecafluoro-1-octansulfonico Acido perfluorooctansulfonico Acido perfluorooctilsulfonico Acido pentadecafluooctanoico Acido pentadecafluoro-n-octanoico Acido perfluorocaprilico Acido perfluoroctanoico CAS RTECS Nd (non disponibile) RH ICSC Nd #1613 Formula bruta C 8 HF 17 O 3 S C 8 HF 15 O Peso Molecolare Aspetto Polvere bianca Polvere bianca con odore pungente Densità relativa (acqua=1) Nd 1.79 g/cm 3 Coefficiente di ripartizione ottanolo/acqua (Log Pow) Le proprietà di emulsionante rendono impossibile il calcolo. 6.3 Punto di fusione Nd C Punto di ebollizione Nd 189 C Solubilità in acqua 519 mg/l a 20 C Insolubile Tensione di vapore TLV 3.31*10-4 Pa 0.1 kpa ( 0.75 mm Hg) Classe di cancerogenicità Nd Classe di cancerogenicità:4 Gruppo di rischio per la gravidanza: C (DFG 2005) Caratteristiche comuni (PFC) Alta energia di legame C-F; Inerzia chimica; Inerzia termica; Bassa tensione superficiale; Basso coefficiente di frizione; Elevata viscosità; Elevata stabilità ai processi ossidativi; Scarsa solubilità in acqua e nel grasso; Buona resistenza ai raggi UV; Buona resistenza all idrolisi; Buona resistenza all attacco di acidi o di basi; Buona resistenza ad agenti ossidanti e riducenti; Buona resistenza alla biodegradazione; Buona resistenza alla corrosione; Buona resistenza ai solventi organici; Buona resistenza alla combustione; Buone proprietà di scorrimento superficiale. Alta energia di legame C-F; Inerzia chimica; Inerzia termica; Bassa tensione superficiale; Basso coefficiente di frizione; Elevata viscosità; Elevata stabilità ai processi ossidativi; Scarsa solubilità in acqua e nel grasso; Buona resistenza ai raggi UV; Buona resistenza all idrolisi; Buona resistenza all attacco di acidi o di basi; Buona resistenza ad agenti ossidanti e riducenti; Buona resistenza alla biodegradazione; Buona resistenza alla corrosione; Buona resistenza ai solventi organici; Buona resistenza alla combustione; Buone proprietà di scorrimento superficiale. 14

15 Gli effetti sulla salute sono tutt ora in fase di studio. Si riporta di seguito quanto contenuto al punto 1.3, titolato Evidenze epidemiologiche sugli effetti dell esposizione a PFAS, del parere dell Istituto Superiore di Sanità del , prot. 1584, avente ad oggetto Acqua destinata al consumo umano contenente sostanze perfluorurate nella provincia di Vicenza e comuni limitrofi : 15

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19 3. Quando la Regione è venuta a conoscenza del problema e quando ha iniziato ad occuparsene? Comunicazione Ministero Salute Direzione Generale della Prevenzione Ufficio 4 inviata il prot p, avente ad oggetto Richiesta informazioni circa la presenza di sostanze per fluorurate nelle acque superficiali e potabili in vari Comuni soprattutto nella provincia di Vicenza, arrivata alla Direzione Generale Prevenzione della Regione Veneto il , prot. n La comunicazione informa circa la presenza di PFAS in concentrazioni definite preoccupanti in punti di erogazione pubblici e privati in numerosi Comuni e allega una sintesi di uno studio datato prodotto da CNR-Istituto di Ricerca sulle Acque nell ambito di specifica convenzione tra MATTM e IRSA-CNR. Dal riassunto inviato non sono desumibili i metodi impiegati, i volumi di campionamento, la rappresentatività campionaria dello studio e le precise localizzazioni dei punti di prelievo, né dei limiti di rilevabilità dei metodi applicati. Va precisato che il gruppo di sostanze in oggetto non è al momento regolamentato dalla normativa italiana sulle acque e sugli alimenti. Altri Paesi europei hanno provveduto a definire dei limiti e/o classi di rischio anche in applicazione ad una specifica raccomandazione dell Unione Europea 161 del 17 marzo Nessuna comunicazione precedente aveva informato la regione del Veneto circa l effettuazione di tale studio. Comunicazione del Ministero Ambiente e Tutela del Territorio del prot / TRI che viene trasmessa alla Provincia di Vicenza e ARPAV di Vicenza, riscontrata in data prot dalla Direzione Tutela Ambiente a tutti gli Enti Gestori e alla Direzione Regionale Prevenzione e protocollata il La nota della Direzione Regionale Ambiente, a seguito di una comunicazione del MATTM relativa allo stesso studio del CNR (di cui sopra) porta a conoscenza dell esistenza dello studio i soggetti in indirizzo ( Enti Gestori, Provincia di Vicenza, e Direzione Regionale Prevenzione) ed invita i gestori del Servizio Idrico Integrato e gli ATO a fornire le informazioni e misure poste in essere per la salvaguardia della salute pubblica. Comunicazione Direttore Tecnico ARPAV inviata alla Direzione Tutela Ambiente del La nota riferisce la disponibilità di ARPAV ad effettuare controlli di tipo ambientale sulle matrici acquose, dichiara la disponibilità ad attivare le misure conseguenti. Precisa inoltre che non sono previsti limiti per punti di erogazione pubblica e che la valutazione dei punti di erogazione pubblica spetta alle Az Ulss non incluse in indirizzo come anche la Direzione Prevenzione. Propone l attuazione di un 19

20 piano condiviso con la sola Direzione Regionale Ambiente. Comunicazione Provincia di Vicenza inviata alla Direzione Regionale Ambiente e al Ministero Ambiente del Il referente della provincia informa che non sono pervenute segnalazioni di superamento delle concentrazioni soglia del gruppo di sostanze in oggetto. Comunicazione inviata da ARPAV alla Segreteria Regionale per la Sanità e, per conoscenza, alla Direzione Regionale Tutela Ambiente in data prot. ARPAV La nota di ARPAV riferisce della richiesta del Ministero Ambiente di effettuare accertamenti, e informa per la prima volta il Segretario per la Sanità.. La comunicazione, riferisce che ARPAV è in attesa di un incontro da effettuare insieme alle strutture regionali della prevenzione sanitaria. Comunica inoltre la decisione di procedere con i campioni di acqua della rete idrica pubblica.. Comunicazione Direttore tecnico ARPAV alla Segreteria Regionale per la Sanità e per conoscenza alla Direzione Tutela Ambiente del prot. ARPAV ARPAV informa che ha messo a punto il metodo e che provvederà la settimana successiva ad effettuare dei prelievi. Dal 1 Luglio 2013 la Sanità ha assunto il coordinamento del problema con tutti gli Enti interessati. 20

21 4. È stata identificata la fonte responsabile della contaminazione? L identificazione del sito contaminante è presente nella prima relazione prodotta da ARPAV in data 30 settembre 2013 Stato della situazione di inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche in provincia di Vicenza, Verona e Padova. Si riporta di seguito il contenuto della relazione: In relazione alla individuazione dei possibili responsabili della contaminazione evidenziata nello studio IRSA-CNR, si è proceduto ad effettuare dei campionamenti allo scarico del collettore fognario ARICA che recapita, nel corso d'acqua Fratta-Gorzone a Cologna Veneta, i reflui dei 5 impianti di depurazione dell'ovest Vicentino. Inoltre, al fine di circoscrivere l'area fonte della contaminazione, si procedeva altresì a campionare lo scarico dei 5 impianti di depurazione (Trissino, Montecchio Maggiore, Arzignano, Montebello Vicentino e Lonigo). Per completare l'attività di monitoraggio, si effettuavano dei campioni nel corso d'acqua Fratta-Gorzone, al fine di valutare l'incidenza sullo stesso della contaminazione apportata dal collettore fognario ARICA. Gli esiti analitici, che si riportano nella successiva tabella, portavano, infine, ad effettuare dei campionamenti anche allo scarico industriale, recapitante al depuratore di Trissino, della società Miteni spa (azienda nota per la produzione di PFAS). Tabella campionamenti scarichi e Fratta a Cologna Veneta Punto di Campionamento PFAS totali (ng/l) PFOA (ng/l) PFOS (ng/l) Scarico collettore ARICA Cologna Veneta Fratta a Valle del collettore ARICA Fratta a Monte del collettore ARICA Depuratore di Lonigo <100 Depuratore di Montebello Vicentino Depuratore di Montecchio maggiore < <100 Depuratore di Arzignano <100 Depuratore di Trissino Scarico industriale Miteni spa al depuratore di Trissino Come si vede chiaramente dalla tabella, l'incidenza della contaminazione provocata sul corso d'acqua Fratta-Gorzone a Cologna Veneta è prevalentemente dovuta alla rilevante presenza di sostanze perfluoroalchiliche allo scarico industriale della ditta Miteni S.p.A. La riduzione della concentrazione allo scarico finale del collettore ARICA è dovuta sostanzialmente alla diluizione apportata dai reflui provenienti dagli altri impianti di depurazione, che hanno valori di 21

22 PFAS poco significativi rispetto all'impatto prevalente della Miteni spa. Questo porta a ritenere, in prima approssimazione, poco rilevante l'impatto del settore conciario, in relazione alla presenza di queste sostanze che pure sono utilizzate come impermeabilizzanti in alcune fasi dei processi produttivi. Si riporta, in tale senso, una tabella che rende evidenti gli apporti giornalieri, per i singoli depuratori, dei contaminanti in questione. I valori delle portate medie giornaliere sono state fornite da ARICA. Impianto di Depurazione Portata media giornaliera scaricata mc/d Concentrazione PFAS mg/mc 22 Quantita giornaliera scaricata di PFAS in g/d Incidenza % degli impianti Depuratore di Lonigo ,527 33,898 0,683 Depuratore di Montebello Vicentino Depuratore di Montecchio Maggiore Depuratore di Arzignano ,071 11,729 0, ,812 6,531 0, ,544 97,384 1,961 Depuratore di Trissino , ,762 96,989 Si vede chiaramente che l'impianto di depurazione di Trissino, a cui è allacciata la Miteni spa, contribuisce per il 96,989 % all'apporto totale di PFAS scaricati nel Fratta-Gorzone. Si evidenzia inoltre che gli impianti di depurazione in questione non sono in grado di abbattere questo tipo di sostanze, in quanto non dotati di tecnologia adeguata e che la diminuzione della concentrazione allo scarico è dovuta esclusivamente all'effetto di diluizione. In relazione alla possibilità di riduzione dei PFAS allo scarico si è accertato che la Miteni ha installato da alcuni anni un impianto di filtrazione mediante adsorbimento a copolimeri con capacità di abbattimento dichiarata di circa il 99%. Anche con la presenza di questo filtro i valori di PFAS totali allo scarico produttivo in fognatura sono superiori ai 5,4 mg/l. E' ovvio, inoltre, che prima della installazione di questo impianto di filtrazione, lo scarico di tali sostanze era stimabile intorno ai 540 mg/l. Al fine di verificare anche la qualità delle acque di raffreddamento che vengono scaricate direttamente nel torrente Poscola, si è proceduto ad effettuare un campionamento di queste acque di scarico e successivamente dei tre pozzi di attingimento aziendali. Si riportano in tabella le risultanze analitiche: Punto di campionamento interni alla Miteni spa Scarico acque raffreddamento in torrente Poscola campione 03/07/2013 Scarico acque raffreddamento in torrente Poscola campione 04/07/2013 PFAS totali (ng/l) PFOA (ng/l) PFOS (ng/l) Pozzi n Pozzo n. C Pozzo n. A

23 Si evidenzia che i pozzi collocati a valle della parte produttiva dello stabilimento, ed in particolare il pozzo A, presentano una rilevante contaminazione da PFAS e che la presenza di PFAS nelle acque di raffreddamento scaricate nel torrente Poscola è dovuta alla contaminazione del pozzo A. Poichè l'azienda è insediata in area di ricarica della falda, in presenza di un acquifero indifferenziato, è presumibile che questa contaminazione, non ancora definita nella sua complessità, possa contribuire all'inquinamento della falda acquifera a valle. Si fa rilevare, inoltre, che la presenza pluridecennale sul sito di queste tipologie di produzioni fa presagire una contaminazione di natura storica. Sono in corso di acquisizione i profili stratigrafici dei pozzi della ditta Miteni. Si stanno continuando ad effettuare accertamenti analitici sulle acque superficiali e sugli scarichi produttivi di alcune aziende che convogliano i loro reflui direttamente o indirettamente nel Fratta-Gorzone al fine individuare la motivazione della presenza di contaminazione da PFAS nelle acque superficiali a monte dello scarico del collettore ARICA. Si stanno continuando ad effettuare accertamenti analitici sulle acque superficiali e sugli scarichi produttivi di alcune aziende che convogliano i loro reflui direttamente o indirettamente nel Fratta-Gorzone al fine individuare la motivazione della presenza di contaminazione da PFAS nelle acque superficiali a monte dello scarico del collettore ARICA. A seguito degli accertamenti svolti, e in carenza di valori limite di immissione in ambiente di tali sostanze, si evidenzia all'autorità Amministrativa Competente la possibilità di adottare, anche con l'eventuale coinvolgimento dell'azienda, le seguenti azioni preliminari: un ulteriore miglioramento della sistema di filtrazione delle acque reflue produttive della ditta Miteni, al fine di ridurre considerevolmente la concentrazione di PFAS allo scarico aziendale; l'ipotesi di eliminare nel breve periodo dal ciclo produttivo le sostanze PFOA e PFOS residuo in quanto, da letteratura, presentano maggiori impatti; l'eliminazione dello scarico delle acque di raffreddamento nel torrente Poscola e il loro convogliamento, previa filtrazione di quelle significativamente contaminate da PFAS, allo scarico aziendale collettato al depuratore di Trissino, continuando nell'azione di emungimento in atto al fine di contenere la diffusione a valle dei contaminanti presenti in falda; l'elaborazione da parte della Miteni, anche se in carenza di limiti, di una indagine conoscitiva della contaminazione del suolo sottosuolo e falda dello stabilimento facendo riferimento anche alle ipotesi di cui all''art 304 e seguenti del D.Lgs. 152/06 e smi.. Con nota a parte, si è provveduto ad informare la competente A.G., suggerendo alla stessa la possibilità di valutare l'esecuzione di accertamenti tecnici peritali finalizzati a comprovare l'origine e l'evoluzione nel tempo della contaminazione della falda da parte della Miteni spa nonché la sussistenza degli elementi atti a suffragare l'ipotesi di reato di cui agli art.440 e 452 c.p. e le eventuali responsabilità personali così come si sono venute ad articolare nel corso degli anni. 23

24 24

25 5. È stata fatta una mappatura dell area di contaminazione? Qual è la dimensione della popolazione esposta? È stato prodotto nel mese di ottobre 2015 il documento: Ritrovamento di sostanze perfluoro alchiliche in alcuni ambiti del territorio regionale. Analisi integrata preliminare delle aree di esposizione e primi indirizzi di Grading del rischio nel quale viene fatta una mappatura delle aree dove sono stati rilevate le sostanze perfluoroalchiliche. Sono riportate rappresentazioni cartografiche della situazione nel 2013 e nel Per ogni Comune interessato viene rappresentato l andamento delle concentrazioni rispetto ai valori di performance stabiliti dall ISS e dal Ministero della Salute. Individuazione del territorio ed elenchi dei Comuni Le analisi chimiche eseguite dai laboratori ARPAV su ogni campione per la ricerca dei PFAS riguardano le seguenti sostanze: PFBA (PerfluoroButyric Acid) PFBS (PerfluoroButane Sulfonate) PFDeA (PerfluoroDecanoic Acid) PFDoA (PerfluoroDodecanoic Acid) PFHpA (PerfluoroHeptanoic Acid) PFHxA (PerfluoroHexanoic Acid) PFHxS (PerfluoroHexane Sulfonate) PFNA (PerfluoroNonanoic Acid) PFOA (PerfluoroOctanoic Acid) PFOS (PerfluoroOctane Sulfonat) PFPeA (PerfluoroPentanoic Acid) PFUnA (PerfluoroUndecanoic Acid). Sulla base dello specifico parere espresso dal Ministero della Salute, sono state considerate le seguenti sostanze, valutate e regolamentate con specifici livelli di performance proprio per il loro peculiare interesse di tipo sanitario: Acido Perfluoro Ottanoico (PFOA), Acido Perfluoro Ottano Sulfonico (PFOS) e Altri PFAS (che include la somma delle rimanenti 10 sostanze PFAS). Le fonti informative utilizzate per la predisposizione del presente documento sono le seguenti: Sistema Informativo Regionale Acque Potabili (SInAP): che raccoglie tutti i dati di monitoraggio del controllo istituzionale eseguiti sulle acque potabili in distribuzione, sulla base di una specifica rete regionale di controllo in applicazione alla normativa vigente; Extra SInAP: rappresenta il data set relativo a tutte le analisi effettuate all interno del Protocollo di Sorveglianza sanitaria specifico attivato da parte delle Ulss in ambito locale. I dati fanno pertanto riferimento ad approfondimenti in aree con criticità rilevate. Dato il carattere preliminare del presente documento, anche questi dati vengono inseriti nell analisi. Prelievi eseguiti da Ulss o ARPAV, analisi eseguite 25

26 da i laboratori ARPAV. Analisi eseguite dai laboratori ufficiali di ARPAV su prelievi eseguiti dalle Ulss competenti per territorio o da ARPAV. Al fine di garantire il necessario rigore istituzionale alle informazioni fornite, non essendo ancora definito il percorso di accreditamento regionale dei laboratori di autocontrollo degli Enti gestori, secondo le eventuali indicazioni previste dalle normative europee sull acqua potabile e dalle indicazioni dell OMS (Water Safety Plan), non sono stati considerati i dati prodotti dagli autocontrolli dei laboratori degli Enti gestori. Dati sui pozzi privati utilizzati a scopo potabile: per garantire un quadro adeguato e consistente dell informazione sono stati utilizzati tutti i dati analitici forniti. Va premesso che il dato è in fase di consolidamento perché prevedeva, a monte, la ricognizione sistematica completa di tutti i pozzi usati a scopo potabile dell area geografica interessata dall impatto ambientale. Tale ricognizione viene periodicamente aggiornata e implementata con nuove informazioni secondo quanto previsto dalla D.G.R. n. 618/2014. Il data set contiene le analisi eseguite da privati su pozzi utilizzati a scopo potabile e analisi eseguite su acqua erogata da opere di captazione autonoma a rilevanza pubblica. Acque Sotterranee ed acque superficiali (indicatori ambientali): campioni eseguiti nell ambito dei monitoraggi ambientali previsti dal D.Lgs 152/2006. Le stesse reti stanno garantendo, ad oggi, il presidio sulla diffusione in ambito regionale delle sostanze, fungendo da sistema di allerta precoce per eventuali interventi di approfondimento sull acqua potabile, secondo un protocollo concordato tra le strutture regionali della Sanità e dell Ambiente. Le tre tipologie di sostanze PFAS sono state determinate secondo uno specifico protocollo analitico validato e caratterizzato da un definito limite di rilevabilità strumentale (LOQ). I valori riportati nei grafici e nelle tabelle riferiti a zero devono, pertanto, intendersi come valori inferiori allo specifico limite di rilevabilità strumentale. I criteri di giudizio non si sono basati sulla misurazione della concentrazione delle sostanze, ma sul superamento o meno dei limiti di performance (Tabella 1). 26

27 Tab.1: Livelli di performance per acque potabili (obiettivo) rif. Nota Ministero della Salute gennaio 2014: Sostanza PFOA PFOS Altri PFAS (somma delle rimanenti 10 sostanze PFAS) Livello di performance (obiettivo) 500 ng/l 30 ng/l 500 ng/l L insieme dei grafici e delle tabelle contenuto nel documento si propone come strumento per l identificazione dei Comuni potenzialmente coinvolti dall impatto. Il quadro della situazione viene presentato in relazione : 1) all impatto ed alla potenziale esposizione attuale per acqua potabile in distribuzione e per i pozzi privati ad uso potabile. E stata considerata la dinamica degli andamenti in acqua potabile in distribuzione dei diversi parametri a partire dall agosto 2013, con il completamento dell istallazione da parte degli Enti gestori dei Filtri a Carboni Attivi e l attivazione di tutte le procedure tecnologiche atte a riportare all interno dei livelli di performance le concentrazioni dei PFAS; 2) alla definizione dell esposizione potenziale pregressa, prima degli interventi di contenimento e abbattimento, valutata nel periodo agosto dicembre 2013, in relazione alle acque potabili di rete in distribuzione e alle acque ad uso potabile provenienti da pozzi privati, la situazione viene rappresentata nella tabella 2 e nelle figure 2a, 3a, 4a. Il contesto e l area di studio si definiscono in progress, con sempre crescente accuratezza all aumentare della mole di dati a disposizione e della disponibilità della conoscenza della filiera idrica. La Tabella 2 che sintetizza i superamenti dei parametri, non solo sulle acque ad uso potabile ma anche sulle acque sotterranee, utilizzate in questo caso come tracciante ambientale privilegiato, fornisce gli strumenti per introdurre il criterio dell impiego degli indicatori di early warning ambientali, quali strumenti di orientamento preventivi alle valutazioni e azioni di tutela sanitaria. L integrazione del documento con i rapporti prodotti da ARPAV sulle acque superficiali e sotterranee, costituiscono indispensabile complemento e integrazione alla presente analisi. Le fonti dei dati sono sempre esplicitate e fanno riferimento ai soli controlli ufficiali istituzionali. 27

28 Tab 2: Elenco dei Comuni in cui è stata rilevata presenza o superamento di PFAS su acque destinate al consumo umano e acque sotterranee. Periodo di osservazione considerato: Luglio 2013 Giugno 2015 P=presenza (>LOQ ng/l) S= superamento livelli performance indicati dall Istituto Superiore di Sanità (nota del Ministero della Salute prot. n del 29/01/14). Composto Fonte informativa ULSS COMUNE PROV 5 6 PFO A PF OS Altri PFAS Rete SInAP Extra SInAP ALONTE VICENZA P P P X X Pozzi privati ARZIGNANO VICENZA P P P X X BRENDOLA VICENZA S S S X X X X CASTELGOMBERTO VICENZA P P X CHIAMPO VICENZA P X GAMBELLARA VICENZA P P X GRANCONA VICENZA S P S X LONIGO VICENZA S S S X X X X MONTEBELLO CENTINO SIRAV Rete Acque Sotterranee VI- MONTECCHIO MAG- GIORE MONTORSO VICEN- TINO VICENZA P S P X X X VICENZA S S S X X X VICENZA P S P X X SAREGO VICENZA S S S X X X TRISSINO VICENZA S S S X ZERMEGHEDO VICENZA P X AGUGLIARO VICENZA P P X ALTAVILLA VICEN- VICENZA S S S X X TINA ASIGLIANO VENETO VICENZA P P P X X CAMPIGLIA DEI BE- RICI VICENZA P P P X CREAZZO VICENZA S S S X X X DUEVILLE VICENZA P X MONTEVIALE VICENZA P X NOVENTA VICENTI- NA VICENZA S S S X X X X ORGIANO VICENZA P S S X X X POIANA MAGGIORE VICENZA S S S X X X SAN GERMANO DEI BERICI VICENZA P S X SOSSANO VICENZA S S S X X X SOVIZZO VICENZA S S S X VICENZA VICENZA S S S X X X X 17 MONTAGNANA PADOVA S S S X X 18 POLESELLA ROVIGO P P X VILLANOVA CHESANA MAR- ROVIGO P P X 28

29 ADRIA ROVIGO P X CORBOLA ROVIGO P P P X X PAPOZZE ROVIGO P P X PORTO TOLLE ROVIGO P P X X ROSOLINA ROVIGO P X TAGLIO DI PO ROVIGO P P X ALBAREDO D'A- DIGE VERONA S S S X ARCOLE VERONA S S P X COLOGNA VENE- TA MONTECCHIA DI CROSARA VERONA S S S X X X X VERONA P X PRESSANA VERONA P S S X ROVEREDO GUA' DI VERONA P S P X X SAN BONIFACIO VERONA P P X X X SOAVE VERONA P P X X VERONELLA VERONA P P S X ZIMELLA VERONA P S S X X X BEVILACQUA VERONA S P S X X BONAVIGO VERONA S S S X X BOSCHI SANT'ANNA VERONA P S P X X LEGNAGO VERONA S S S X X X MINERBE VERONA P S P X X X TERRAZZO VERONA P P S X X X Nelle figure (Fig. 2a, 3a e 4a) è riportata la situazione rilevata nella finestra temporale precedente alla conclusione degli interventi tecnologici e dei protocolli di gestione e di abbattimento delle sostanze. Per garantire il principio della massima cautela nella valutazione dei potenziali impatti sulla salute sia per l acqua in distribuzione che per le acque ad uso potabile da captazioni private, sono stati i utilizzati i valori puntuali caratterizzati dalle concentrazioni più elevate riscontrate nelle matrici monitorate. Il superamento massimo del livello di ciascuno specifico parametro indagato (PFOA, PFOS, altri PFAS) nelle acque in distribuzione è rappresentato dal colore del Comune mentre il superamento del livello del parametro nei pozzi privati (solo per i pozzi di cui si conosce la localizzazione geografica) è rappresentato dal colore del punto. Le figure sono suddivise in una parte a) e una parte b), sulla base delle caratteristiche sopradescritte: Parte a): rappresentazione della situazione iniziale, cioè del periodo di analisi luglio dicembre 2013, al momento dell identificazione della contaminazione e della messa in atto delle prime azioni di contenimento della stessa (figure Fig.2a, Fig.3a e Fig.4a); Parte b): rappresentazione della situazione successiva alla messa in atto da parte dei gestori acquedottistici di idonei trattamenti, cioè del periodo gennaio giugno 2015 (figure Fig. 2b, Fig. 3b e Fig. 4b). 29

30 Fig. 2a: Distribuzione del parametro PFOA (Acido PerfluoroOttanoico) su acque destinate al consumo umano. Periodo di osservazione: luglio dicembre

31 Fig. 2b: Distribuzione del parametro PFOA (Acido PerfluoroOttanoico) su acque destinate al consumo umano. Periodo di osservazione: gennaio 2014 giugno

32 Fig. 3a: Distribuzione del parametro PFOS (Perfluorottano Sulfonato) su acque destinate al consumo umano. Periodo di osservazione: luglio dicembre

33 Fig. 3b: Distribuzione del parametro PFOS (Perfluorottano Sulfonato) su acque destinate al consumo umano. Periodo di osservazione: gennaio 2014 giugno

34 Fig. 4a: Distribuzione del parametro Altri PFAS su acque destinate al consumo umano. Periodo di osservazione: luglio dicembre

35 Fig. 4b: Distribuzione del parametro Altri PFAS su acque destinate al consumo umano. Periodo di osservazione: gennaio 2014 giugno

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