Rebuzzi Patrizia Referente BES Provinciale
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- Flaviano Patti
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1 Rebuzzi Patrizia Referente BES Provinciale
2 STRUTTURA DELLA FORMAZIONE 4 INCONTRI di 2 ore per ogni grado di scuola ATTIVITÀ: -Introduzione -Mappatura degli Alunni con Bisogni Educativi Speciali ALUNNI BES con SEGNALAZIONE - Lettura di una relazione clinica - Stesura PDP - Indicazioni relative a strategie metodologiche da mettere in atto ALUNNI BES SENZA SEGNALAZIONE - Rilevazione di dati percettivi da parte dei docenti - Rilevazione oggettiva delle difficoltà dell alunno utilizzando griglie di osservazione predisposte - Eventuale rielaborazione/personalizzazione delle griglie di osservazione per la definizione di protocolli di osservazione di Istituto - Indicazioni per la stesura di un PDP - Indicazioni relative a strategie metodologiche da mettere in atto
3 La scuola secondo la Costituzione italiana deve accogliere e promuovere. Gli insegnanti significativi sanno operare secondo questo criterio e stile per costruire l'autostima degli alunni, conquistare la loro fiducia e motivarli ad apprendere. In un ottica della comunicazione efficace ci si dovrebbe impegnare a comprendere, tramite l analisi dei fatti e dei vissuti delle persone, i profondi mutamenti del nostro tempo, per rispondere tangibilmente e attivamente ai bisogni e alle aspettative della società contemporanea. L affidabilità professionale è fondamentale nell'ambiente scolastico, nei confronti sia dei colleghi, - perché c'è bisogno di poter contare l'uno sull'altro, - sia degli alunni - perché serve a conquistare il loro rispetto, la loro fiducia e la loro confidenza.
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5 Punti salienti della nuova normativa 27 dicembre 2012: viene pubblicata la direttiva intitolata Strumenti d intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica. La direttiva ricapitola: i principi alla base dell inclusione in Italia; il concetto di Bisogni Educativi Speciali, approfondendo il tema degli alunni: - con disturbi specifici; - con disturbo dell attenzione e dell iperattività; - con funzionamento cognitivo limite; le strategie d intervento per gli alunni con BES; la formazione del personale; l organizzazione territoriale per l ottimale realizzazione dell inclusione scolastica, con particolare riferimento ai Centri Territoriali di Supporto e all équipe di docenti specializzati, curricolari e di sostegno.
6 6 marzo 2013: viene pubblicata la Circolare Ministeriale n. 8, che definisce l operatività della direttiva del 27 dicembre 2012 e offre alle scuole uno strumento pratico di notevole importanza. 22 novembre 2013: esce la nota n di chiarimenti su alcuni punti oscuri della direttiva del 27 dicembre 2012 e viene notevolmente ridimensionato il problema dell individuazione dei nuovi BES e dei PDP, Piani Didattici Personalizzati, che sembrava avrebbero dovuto sommergere la scuola italiana.
7 Definire, cercare e riconoscere i Bisogni Educativi Speciali non significa fabbricare alunni diversi per emarginarli o discriminarli in qualche modo, anche nuovo e sottile. Significa invece rendersi ben conto delle varie difficoltà, grandi e piccole, per sapervi rispondere in modo adeguato..è discriminante doversi per forza sottoporre a una diagnosi medica per ottenere qualche risorsa in più.
8 Che cosa sono i Bisogni Educativi Speciali? Si definiscono Bisogni Educativi Speciali i bisogni di tutti quegli alunni dotati di particolarità che impediscono loro il normale apprendimento e richiedono interventi individualizzati. Quali alunni? Alunni con disabilità previste dalla legge 104/1992; per questi alunni esiste documentazione medica. Alunni con disturbi evolutivi specifici, ossia disturbi dell apprendimento, deficit del linguaggio o della coordinazione motoria (DSA-ADHD) previsti dalla legge 170/2010; anche per questi alunni esiste documentazione medica. Alunni con svantaggio socio-economico, linguistico previsto dalla direttiva ministeriale del 27 dicembre circolare n. 8 del 6 marzo 2013; per questi alunni documentazione medica, dettagliata documentazione didattica, nonché segnalazione dei servizi sociali. o culturale 2012 e dalla può esistere pedagogica e
9 La classe un mondo da scoprire!!! Alunni con DSA, disturbo attentivo con o senza ipertattività, difficoltà motorie, ritardo cognitivo, difficoltà di linguaggio, disturbi dello spettro autistico, apprendimento difficile, ansia, depressione, inibizione, disturbi della personalità, aggressività, disturbi della condotta alimentare, dipendenze patologiche, isolamento, passività, malattie croniche, compromissioni fisiche rilevanti, epilessie, abusi, maltrattamenti, lutti, povertà, deprivazione culturale, problemi motivazionali, distorsione dell identità, deficit di autostima
10 Chi individua gli alunni con Bisogni Educativi Speciali? La circolare 8/2013 enuncia come doverosa l indicazione, da parte dei Consigli di Classe e dei team docenti nelle scuole primarie, dei casi in cui si ritenga opportuna e necessaria l adozione di una personalizzazione della didattica e di eventuali misure compensative e dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale e inclusiva. I docenti sono chiamati a formalizzare i percorsi personalizzati attraverso il Piano Didattico Personalizzato, deliberato dai Consigli di classe e dai team docenti e firmato dal Dirigente scolastico (o da docente specificamente delegato), dai docenti e dalla famiglia.
11 Si tratta di alunni con difficoltà per i quali dobbiamo realizzare un piano didattico personalizzato al fine di garantire anche a loro il successo formativo. Tali alunni possono avere difficoltà specifiche in ambiti diversi da quello relativo alla salute o alla fisicità. SVANTAGGIO socio-economico: alunni seguiti dal servizio famiglia-minori, situazioni segnalate dalla famiglia, rilevazioni del Team docenti attraverso osservazione diretta. SVANTAGGIO linguistico e culturale: alunni stranieri neo-arrivati in Italia o che non hanno ancora acquisito le adeguate competenze linguistiche. DISAGIO comportamentale/relazionale: alunni con funzionamento problematico, definito in base al danno vissuto effettivamente dall alunno, prodotto su altri e sull ambiente (senza certificazione sanitaria)
12 ATTIVITÀ PERSONALI FATTORI AMBIENTALI Scarsa capacità Famiglia problematica - di apprendimento Cultura diversa - di applicazione delle conoscenze Scarsità di mezzi - di comunicazione e di linguaggio Situazione sociale difficle - di pianificazione delle azioni - di autoregolazione metacognitiva - di interazione sociale - di autonomia personale - FATTORI PERSONALI Scarsa motivazione Scarsa autostima Emotività eccessiva
13 È importante focalizzare il problema Non siamo né psicologi, né neuropsichiatri, né assistenti sociali!!! Interverremo dunque solo su quei problemi di cui possiamo riconoscere cause che possono essere affrontate sul piano educativo e didattico.
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18 Il Consiglio di Classe/Team programma gli interventi/attività/laboratori per migliorare/recuperare le carenze ed i problemi individuati come bisogni educativi speciali. Ogni docente si impegna per quanto riguarda la sua area disciplinare e per quanto riguarda gli obiettivi trasversali ad attivare quanto programmato e nei tempi previsti.
19 PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA per l integrazione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali A. S. 201 /201 INDICE PREMESSA IL PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA FINALITA METODOLOGIA ALUNNI CON DISABILITA FASI DI ATTUAZIONE DEL PROTOCOLLO DOCUMENTAZIONE NECESSARIA PERSONE COINVOLTE NEL PROGETTO D INTEGRAZIONE GRUPPI DI STUDIO E DI LAVORO H VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO ALUNNI CON DSA FASI DI ATTUAZIONE DEL PROTOCOLLO DOCUMENTAZIONE NECESSARIA PERSONE COINVOLTE NEL PROGETTO D INCLUSIONE VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI CON DSA QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO ALUNNI NO 104 NO 170 FASI DI ATTUAZIONE DEL PROTOCOLLO DOCUMENTAZIONE NECESSARIA PERSONE COINVOLTE NEL PROGETTO D INCLUSIONE VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
20 GRIGLIE DI OSSERVAZIONE SISTEMATICA Se vogliamo aiutare l'alunno sul piano psico-pedagogico ed intervenire sulle sue necessità dobbiamo conoscerlo. L'osservazione è la base di partenza per un piano educativo, ci servirà per avere un quadro il più possibile preciso dei disturbi del nostro alunno, per capire in quali circostanze esse si manifestano di più ed in quali si manifestano di meno o non compaiono affatto. Inoltre, l'osservazione sistematica sarà uno strumento prezioso per valutare con precisione, e non sulla base d'impressioni soggettive, se i nostri interventi funzionano e se i comportamenti problema del nostro alunno diminuiscono. L'osservatore deve essere pronto a cogliere eventi, comportamenti e deve essere dotato di gran capacità di ascolto; i dati rilevati devono essere i più obiettivi possibili e non devono servire a provare ipotesi personali. La costruzione di una griglia per l'osservazione di un alunno in situazioni di difficoltà, ed il suo utilizzo in un gruppo classe normale, diventa uno strumento di lavoro indispensabile ed utile per gli insegnanti al fine di programmare gli interventi educativi e didattici. La griglia deve condurre a descrizioni organizzate, dettagliate e precise, ed il suo uso a scuola deve promuovere e facilitare la comunicazione e l'organizzazione del lavoro di gruppo.
21 Piano Didattico Personalizzato (PDP) Il PDP deve essere deliberato dal Consiglio di classe o dal team docenti nelle primarie e firmato dal Dirigente scolastico, dai docenti e dalla famiglia. In mancanza di certificazioni cliniche, il Consiglio di classe o il team docenti motiveranno le decisioni assunte su base pedagogico-didattica «al fine di evitare contenzioso».
22 Lo strumento privilegiato è il percorso individualizato e personalizzato, redatto in un PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO PDP che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare secondo un elaborazione collegiale, correspnsabile e partecipata LE STRATEGIE DI INTERVENTO PIÙ IDONEE E I CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI. BES: Nuove indicazioni ministeriali Fugarolo/Munaro
23 INDICAZIONI PER GLI ALUNNI CON SVANTAGGIO SOCIOECONOMICO, LINGUISTICO E CULTURALE L alunno straniero, a fronte della propria storia personale, del percorso scolastico intrapreso e delle competenze maturate, può non avere necessità di un Piano Didattico Personalizzato. In altri termini potremmo anche affermare che gli insegnanti non sono chiamati a stendere un PDP per tutti i bambini stranieri, ma, a seguito di una valutazione psicopedagogica approfondita, solo per coloro che presentino effettivi ostacoli nel seguire lo stesso percorso curriculare proposto al resto della classe. Il collegio docenti, qualora ravvedesse la necessità di intervenire per rimuovere questi ostacoli all apprendimento legati alla situazione socioculturale dell alunno, e qualora intendesse far riferimento alla normativa sui BES per attivare un PDP, dovrà individuare alcuni specifici bisogni educativi su cui intervenire. La seguente tabella riporta tre differenti profili di alunni appartenenti all area dello svantaggio socioculturale e alcuni dei bisogni educativi speciali a essi riconducibili. È bene ricordare che tutti i BES riferiti ad alunni stranieri hanno ovviamente carattere transitorio e non permanente. Per l apprendimento della lingua per comunicare, è realistico prospettare interventi della durata variabile da uno a dieci mesi, per l apprendimento della competenza linguistica utile al raggiungimento degli obiettivi di studio, dovremmo costruire PDP maggiormente articolati, che prevedano tappe intermedie di sviluppo delle competenze e tempi piuttosto lunghi, anche due o tre anni, a seconda della complessità dei casi e dell ordine di scuola all interno del quale andremo a operare.
24 PDP per gli alunni BES: Il PDP non è conseguenza dell individuazione del bisogno educativo speciale, ma parte integrante della identificazione della situazione di bisogno. NO: Questo alunno è BES quindi la scuola deve predisporre un PDP SI: Questo alunno è BES, perché secondo la scuola ha bisogno di un PDP Ianes/Cramerotti 2013
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26 PDP: UN PIANO EFFICACE Deve contenere indicazioni:
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28 COMPENSARE E DISPENSARE
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38 P.D.P. PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO Per alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES-Dir. Min. 27/12/2012; C.M. n. 8 del 6/03/2013) A.S.
39 PREMESSA Il sistema educativo, in coerenza con le attitudini e le scelte personali, promuove l apprendimento ed assicura a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali. I documenti normativi ribadiscono l importanza della strategia inclusiva della scuola italiana e orientano le singole scuole verso il percorso di inclusione scolastica e la realizzazione del diritto all apprendimento per tutti gli studenti in situazioni di difficoltà. In particolare nell ultima direttiva ministeriale si fa riferimento al concetto di Bisogni educativi Speciali (BES) nei quali rientrano tre grandi sottocategorie: quella della disabiltà, quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale. La direttiva inoltre estende in modo definitivo a tutti gli studenti in difficoltà il diritto- e quindi il dovere per tutti i docenti- alla personalizzazione dell apprendimento, anche attraverso il diritto ad usufruire di misure dispensative e strumenti compensativi, nella prospettiva di una presa in carico complessiva ed inclusiva di tutti gli alunni nell intento di favorire il loro successo formativo. Lo strumento privilegiato è rappresentato dal percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che ciascun docente e tutti i docenti del consiglio di classe sono chiamati ad elaborare al fine di definire, documentare ed elaborare le strategie d intervento più idonee. Tale documento è aggiornabile e integrabile nel corso dell anno scolastico, sulla base delle esigenze e delle strategie necessarie allo studente per compensare i propri funzionamenti in relazione al processo di apprendimento e dovrà sempre essere condiviso con la famiglia.
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43 B U O N A S E R A T A
B.E.S. Bisogni Educativi Speciali
B.E.S. Bisogni Educativi Speciali Quindi si definiscono B.E.S. i bisogni di tutti quegli alunni dotati di particolarità che impediscono loro il normale apprendimento e richiedono interventi individualizzati.
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