Titolo Gestione indumenti usati L esperienza della RETE R.I.U.S.E. Sottotitolo

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1 Titolo Gestione indumenti usati L esperienza della RETE R.I.U.S.E. Sottotitolo Carmine Guanci Sala consiglio - Via Meravigli 9/B, Milano Sede della Camera di Commercio di Milano 2 marzo 2016

2 Contratto di Rete fra 6 cooperative sociali incaricate della raccolta da Caritas Ambrosiana

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8 Solidarietà Caratteristica di Dona Valore è il finanziamento di progetti sociali: Ogni anno una parte consistente dei ricavi finanzia progetti di solidarietà ed assistenza promossi da Caritas Ambrosiana sul territorio della Diocesi: nel 2014 e nel Ogni anno le stesse cooperative sociali della Rete R.I.U.S.E. investono almeno il 5% dei loro ricavi in propri progetti a valore sociale finalizzati a creare nuova occupazione per soggetti svantaggiati: circa complessivi nel 2014 circa nel

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15 Si può migliorare ma: Si stima che ogni anno ogni cittadino della Diocesi di Milano produca una media di 480 kg di rifiuti, di cui 5/6 kg sarebbero indumenti e calzature riutilizzabili. Oggi ne intercettiamo meno della metà. Aumentare la raccolta significa: Risparmio sui costi di smaltimento Salvaguardia dell ambiente Più lavoro Più risorse ai progetti sociali Formalizzare risposte ai chiarimenti richiesti significa aumentare competitività, facilitare investimenti e rafforzare chi opera nella legalità. 15

16 Si può migliorare ma: Definire con chiarezza se raccolta indumenti usati con cassonetti stradali posizionati su suolo pubblico oppure privato ad uso pubblico sono DONAZIONI oppure RIFIUTI. Precisare altresì le situazioni in cui si può configurare una DONAZIONE di indumenti e non una dismissione finalizzata allo smaltimento. Definire con chiarezza a quali sanzioni è soggetto colui che posiziona cassonetti per la raccolta indumenti su suolo pubblico e/o privato senza autorizzazione dell Amministrazione Comunale. Definire con chiarezza la modalità di compilazione dei formulari e le modalità operative da applicare su territori provinciali diversi 16

17 Si può migliorare ma: Definire uno o più standards per la procedura di igienizzazione che sia valido in tutte le Regioni d Italia a cui tutti gli operatori e le autorità di controllo devono uniformarsi, tenendo altresì conto che il materiale raccolto ha carica batterica oltre 100 volte inferiore ai limiti di legge. Se possibile uniformare tale aspetto agli standards di altri Paesi UE che considerano sufficiente la selezione e cernita per trasformare il rifiuto in MPS senza contare il fatto che negozi dell usato NON richiedono igienizzazione per poter vendere abbigliamento. Prendere atto che per l ottenimento di un autorizzazione semplificata in alcune Provincie sono sufficienti alcune settimane mente in altre sono necessari mesi se non anni; per l autorizzazione ordinaria i tempi vanno da qualche mese a circa due anni. Emanare i decreti attuativi relativi alla PREPARAZIONE PER IL RIUTILIZZO previsti dal D.Lgs. 152/06 per non essere costretti ad applicare una norma del 1998 ponendoci così allo stesso livello dei nostri concorrenti o partners europei. 17

18 Si può migliorare ma: Modificare la norma del 1998 che limita gli impianti autorizzati con procedura semplificata a poter vendere il materiale igienizzato solo all industria tessile; in alternativa concedere a tali impianti autorizzazione temporanea a vendere come abbigliamento usato dopo aver selezionato ed igienizzato i capi fino a che gli stessi impianti non ottengano autorizzazione ordinaria evitando così il blocco dell attività. Obbligare tutte le ONLUS che operano la raccolta a trasmettere all Amministrazione Comunale che ha affidato il servizio ed al Ministero una chiara e dettagliata presentazione dei progetti finanziati e per quali importi. Costituire un Albo Nazionale degli impianti autorizzati allo stoccaggio e trattamento che venga aggiornato nel caso in cui un operatore dovesse perdere l autorizzazione. Allo stato attuale infatti per un soggetto che conferisce rifiuti ad un impianto NON è possibile avere evidenza oggettiva della validità dell autorizzazione che viene fornita dall impianto. 18

19 Le Gare d appalto Corrispettivo economico da commisurare a reale valore generato dal servizio Prevedere punteggi tecnici relativi ad occupazione soggetti svantaggiati Valorizzare certificazioni UNI e conformità al D.Lgs 231/01 Fare attenzione al soggetto reale che effettua il servizio Quantificare e rendere pubblica la parte dei proventi che resta in capo / viene devoluto ad una ONLUS Affidamento diretto a Coop. Sociale NON è legittimo se trattasi di concessione servizio pubblico (trasporto urbano, raccolta rifiuti urbani etc.) Offerte economicamente più vantaggiose che in base all Art. 98 della direttiva 24/2014/UE prevede «resta possibile valutare il rapporto qualità/prezzo sulla base di fattori diversi dal solo prezzo o remunerazione.. Tali fattori potrebbero comprendere aspetti ambientali o sociali» purchè specifici ed oggettivamente quantificabili (corte Giustizia C-513/1999 e C-448/2001) Necessaria RIPARAMETRAZIONE delle offerte sia TECNICHE che ECONOMICHE (e non solo economiche come in uso) 19

20 Le Gare d appalto APPARLTI RISERVATI Art. 52 D.Lgs 163/2006 se la maggioranza dei lavoratori interessati è composta da DISABILI (più restrittivo dei soggetti svantaggiati ai sensi della L. 381/91). Art. 20 della Direttiva 24/2014/UE che deve essere recepita entro il prossimo mese modifica criterio portando al 30% di LAVORATORI SVANTAGGIATI. POSSIBILITA di inserire nei contratti il «RINNOVO ESPRESSO» alle medesime condizioni per un tempo predeterminato e limitato già negli atti di gara CAMBIO D APPALTO che salvaguardi la posizione lavorativa degli addetti VALORIZZARE campagne di informazione / sensibilizzazione alla cittadinanza Impegno al controllo e verifica da parte della stazione appaltante 20

21 NUOVI PROGTTI PROSPETTIVE FUTURE AVVIO PARTNERSHIP A NAIROBI CON IMPRESA SOCIALE PROMOSSA DA CARITAS KENIA COSTITUZIONE DI UNA GEIE CON ALTRE IMPRESE SOCIALI EUROPEE CERTIFICAZIONE ETICA DELLA FILIERA SUL MODELLO FAIRWERTUNG in Germania oppure SOLID-R in Vallonia Finalità comune è realizzare una filiera del recupero e riutilizzo dell abbigliamento usato gestita completamente da imprese noprofit che si impegnano a massimizzare occupazione per soggetti in difficoltà ed investire proventi in servizi socio-assistenziali ed educativi a vantaggio di fasce deboli della popolazione 21

22 QUESTIONI APERTE - Dono / Rifiuto - ONLUS VERE - GARE APPALTO RISERVATE OGGI E FUTURO - MODALITA DI CALCOLO PUNTEGGIO IN GARA (anche il tecnico 70) - VERIFICA PERSONALE ADDETTO - LOCALIZZAZIONE /PROPRIETA IMPIANTI - DESTINAZIONE SOCIALE DEI PROVENTI (quale % a ONLUS) - LOTTA ABUSIVI - INFORMAZIONE CITTADINANZA - CERTIFICAZIONI Inserire titolo dell intervento 2 marzo 2016 Gestione indumenti usati 22

23 Dott. Carmine Guanci Consorzio Farsi Prossimo Rete RIUSE 23