DA TOBRUK A EL ALAMEIN

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1 Gli Italiani in Nord Africa DA TOBRUK A EL ALAMEIN L epopea dell Ariete e il sacrificio della Folgore Giugno 2004 Raccolta a cura di Gian Paolo Tecchio

2 Il tiro al bersaglio I giorni seguenti furono caratterizzati da una decisa avanzata degli australiani, ben supportati dalla 1a Divisione Sudafricana e dalla 4a Indiana, dopo che i neozelandesi, sottoposti a dure prove, erano stati rimandati nelle retrovie per riprendere forza e da inconcludenti scontri di truppe corazzate, nei quali i panzer tedeschi subirono gravi perdite. Il 29 Montgomery decise di lanciare tutte le forze in un tentativo di sfondamento, chiamato in codice "Operazione Supercharge". L'operazione cominciò all'1,00 del 2 novembre, con un massiccio sbarramento di fuoco di artiglieria; i neozelandesi, rinfrancati, aprirono un varco di 350 m nelle linee dell'asse, attraverso il quale passarono i carri armati della 9a Brigata Corazzata. Si verificò quel disastro che Lumsden avrebbe voluto evitare a tutti i costi. I carri armati britannici, stagliati contro il sole nascente, si presentarono agli 88 mm tedeschi come anitre in un tiro al bersaglio e 70 di essi furono distrutti in un'ora. Fu impegnata poi la 1a Divisione Corazzata e il resto della giornata trascorse in combattimenti aspri, ma inconcludenti, con gravi perdite da entrambe le parti. La ritirata di Rommel Alle 20,15 del 3 novembre, Rommel, privo di carburante e di munizioni, decise che non aveva altra scelta che ritirarsi. Hitler gli ordinò di resistere, ma, nella notte, le truppe alleate sfondarono le sue linee in parecchi punti e la ritirata divenne inevitabile. Si ritirò ordinatamente; le unità mobili corazzate e anticarro tedesche impedirono a Montgomery di approfittare della situazione. Ubbidendo a un altro ordine diretto di Hitler, Rommel tentò di fermare l'avanzata nemica a Fuka il 5 novembre, ma fu respinto ancora una volta sotto un tempo inclemente caratterizzato da una fitta pioggia che, cadendo per 24 ore consecutive, rallentava pesante mente le operazioni delle due parti. Inoltre, l'8 novembre, lo raggiunse la notizia che truppe americane ed inglesi erano sbarcate a Casablanca, Orano ed Algeri. Era iniziata l'operazione "Torch" e l Afrika Korps si trovava in trappola, fra forze molto superiori a qualsiasi rinforzo potesse sperare di ottenere.

3 zione abbastanza solida. La 1 Divisione Corazzata, passando attraverso i campi minati, era riuscita a salvare solo alcuni suoi carri armati. La 10a Corazzata era rimasta molto indietro e il comandante magg. gen. Alec Gatehouse ricevette, nel cuore della notte, una telefonata di ammonizione da parte di Montgomery, che gli intimava perentoriamente di avanzare di 16 km dalla sua posizione e di lanciare i suoi carri armati all'attacco. "È stata una guerra di mezzi materiali, vinta da chi ne aveva di più". Il giardino del diavolo In realtà la colpa non era dei comandanti delle divisioni corazzate. I genieri, che avevano preceduto i carri armati con nastri bianchi e lanterne schermate per liberare i campi minati, che tutti chiamavano il "Giardino del Diavolo", ed aprire i passaggi, si erano trovati davanti a un compito molto difficile. Tastando palmo a palmo nella chiara luce lunare, le squadre fornite di rivelatori di mine riuscivano ad avanzare di 100 m all'ora, mentre quelle che usavano le baionette per scandagliare il pericoloso terreno sabbioso avanzavano di circa la metà. Inoltre, dopo aver individuato e classificato le mine, le dovevano trasportare in luoghi sicuri e disinnescarle. Molte mine erano ancora più pericolose, perché erano collegate fra loro con fili metallici a scatto. Lo sfortunato comandante tedesco Stumme morì lo stesso giorno per un attacco cardiaco, durante una sparatoria della fanteria australiana contro la sua automobile. Fu temporaneamente sostituito dal ten. gen. Ritter Von Thoma; il 26 una telefonata urgente di Hitler spinse Rommel a volare sul campo di battaglia per portare soccorso. Gli alleati lo rividero presto con la mano tesa sul casco. Rommel doveva affrontare ancora gravi problemi, fra cui quello più urgente era la continua mancanza di carburante, indispensabile per l'avanzata dei suoi carri armati. In quell'occasione neppure il suo fiuto formidabile riuscì a salvare la Panzerarmee Afrika. Tuttavia la prima fase della battaglia era stata alquanto negativa per i britannici; Montgomery decise allora di lasciare le cose come stavano intorno al Miteiriya Ridge e di concentrare le truppe al nord, impiegando la 9a Divisione Australiana, con il supporto della 1a Divisione Corazzata, contro la 164a Divisione di Fanteria. Le perdite di Montgomery furono pesanti, circa uomini e 300 carri armati, mentre il ritorno del loro eroe aveva risollevato il morale delle truppe dell'asse. Ma lo stesso Rommel era meno ottimista, dopo aver ricevuto la notizia che due navi cisterna, che trasportavano il carburante di cui avevano tanto bisogno, erano state affondate nel Mediterraneo.

4 GLI ITALIANI IN NORD AFRICA Nei tempi antichi il nome "Libia" indicava tutta l'africa settentrionale, ad eccezione dell'egitto. Poi il nome venne abbandonato fino agli inizi del Novecento allorché riapparve in una pubblicazione di un geografo italiano ma per indicare soltanto la Tripolitania e la Cirenaica, due vaste regioni sotto il dominio turco. Dopo la guerra italo-turca, la Tripolitania e la Cirenaica furono annesse all' Italia (1912) e la colonia prese il nome di "Libia". La Libia italiana si estendeva sulla costa mediterranea per circa chilometri: da Ras Agedir, a Ovest, a Maaten er-ramla, a Est. Mentre i confini interni, che attraversavano territori desertici, erano stati tracciati in base ad accordi stipulati con la Francia, l'inghilterra e l'egitto. La superficie approssimativa del territorio era di circa chilometri quadrati. La Tripolitania e la Cirenaica avevano formato nei tempi antichi una ricca provincia dell'impero romano. Nel V secolo DC erano state invase dai Vandali ma all'epoca di Giustiniano erano ritornate sotto i Romani. In seguito erano passate sotto il dominio arabo e, nel XVI secolo, sotto quello turco. Nel 1911 scoppiò la guerra tra l'italia e la Turchia. Le due regioni furono occupate (sulla costa) dagli Italiani e passarono sotto la sovranità di Roma (1912) con il nome di Libia. Negli anni seguenti gli Italiani cercarono di occupare anche i territori desertici dell'interno. Le operazioni militari intraprese incontrarono però forti difficoltà e la Tripolitania e la Cirenaica furono interamente conquistate solo nel 1924 (la prima) e nel 1931 (la seconda). Nel 1929 le due regioni (con la Sirtica, la Marmarica, il Fezzan e le oasi del Sahara) vennero poste sotto un solo Governatore. Cinque anni dopo fu creato ufficialmente il Governo della Libia, che comprendeva le province di Tripoli e di Misurata (in Tripolitania), di Bengasi e di Derna (in Cirenaica) e il territorio militare del Sahara. Nel 1939 le quattro province vennero aggregate al territorio metropolitano. Mussolini e la Libia II 10 giugno del 1940, quando l'italia dichiarò guerra all'inghilterra e alla Francia, affiancandosi alla Germania, la Libia si trovò stretta tra le forze inglesi presenti in Egitto (a Est) e quelle francesi presenti in Tunisia (a O- vest). gnò l inizio della sconfitta finale dell Asse dell Africa Settentrionale. L attacco britannico fu preceduto da uno sbarramento di fuoco di artiglieria di 882 cannoni, il più ingente che il deserto abbia mai subito. Cominciò e- sattamente alle 21,40 del 23 ottobre, in una notte di luna piena. Nelle linee alleate, mentre l orologio scandiva i secondi, regnava un silenzio carico di tensione. Un ufficiale di artiglieria scozzese ricorda: Appena la lancetta del mio orologio raggiunse l ora zero diedi l ordine di aprire il fuoco Per un attimo pensai di essermi sbagliato, ma subito dopo la terra tremò e l aria vibro sotto il fuoco dell artiglieria dell 8a armata. Fu l ultimo ordine, che diedi quella notte. Le baionette innestate Appena lo sbarramento di fuoco si riversò sulle posizioni dei nemici, colti di sorpresa, migliaia di uomini delle quattro divisioni, che avevano ricevuto l'ordine dell'attacco iniziale, balzarono fuori dalle posizioni e cominciarono ad avanzare, armati di baionette, che mandavano bagliori sinistri. Essi comprendevano i neozelandesi del magg. gen. Leslie Morshead, i sudafricani del magg. gen. Dan Pienaare i suonatori di cornamusa degli Highlander del magg. gen. Douglas Wimberley. I cannoni anticarro Bofors sparavano traccianti in aria, per segnalare le linee di avanzata, aperte attraverso i campi minati. Attacchi simulati sui due fianchi della linea principale di avanzata avevano lo scopo di disorientare il nemico, mentre a sud Horrocks avanzava per intercettare la 21a divisione Panzer e l Ariete. Il magg. Samwell riporta che quando il fuoco delle mitragliatrici tedesche e italiane si intensificò, la linea degli Highlander di Sutherland e degli Argyll si scontrò con miriadi di uomini che combattevano tutti insieme Alla mia sinistra e dietro di me alcuni NCO circondavano i prigionieri Di fronte a me un italiano terrorizzato correva intorno con le mani sul capo strillando a perdifiato Il successo iniziale, fu comunque, di breve durata. Nella maggior parte dei casi la linea dell asse resistette, il fuoco dell'artiglieria e dei mortai colpiva duramente gli stretti varchi dei campi minati. Quando alle 2,00 del 24 la 1a e la 2a Divisione Corazzata cominciarono a muoversi, riuscirono ad avanzare molto poco, trovandosi subito contrastate dalla 15a Divisione Panzer. Lo storico Sir Michael Carver descrive la scena come: " un parco macchine mal organizzato in un grandioso concorso ippico, che si svolge su un' area polverosa!". Tuttavia, la sera dello stesso giorno, la fanteria alleata, benché avesse incontrato un'opposizione più dura del previsto, aveva occupato una posi-

5 permettere al X Corpo di passare con i carri armati. Montgomery, che aveva inizialmente progettato per il X Corpo una vera "guerra lampo", con grande disappunto di Lumdsen, cambiò idea e gli ordinò di avanzare non oltre la linea Kidney-Miteiriya Ridge e di schierarsi in posizione di difesa, per costringere i panzer tedeschi a contrattaccare in condizioni di svantaggio. Montgomery aveva dichiarato di voler "fare a pezzi" la fanteria nemica lasciando che i panzer si logorassero senza nessun risultato. Nel frattempo Horrocks avrebbe lanciato attacchi diversivi per costringere le forze nemiche ad affrontare il XIII Corpo e impedire che avanzassero verso nord, interferendo nel settore principale: Era un piano rischioso, perché anche i fianchi nemici erano protetti dagli stessi ostacoli naturali; se la fanteria non fosse riuscita ad aprirsi un varco; le forze corazzate britanniche sarebbero state decimate dagli abilissimi artiglieri anticarro, tedeschi. Mentre il morale degli uomini dell 8 armata era alto, in virtù dalla capacita di Montgomery di instaurare buone relazioni pubbliche, quello della Panzerarmee Afrika (come si chiamavano ora le forze tedesche e italiane congiunte) era molto basso perché Rommel stesso non era più sul campo. Soffriva sempre di più di disturbi circolatori e digestivi ed era psicologicamente depresso, dopo i due insuccessi riportati nel tentativo di sfondare la linea Alamein. Per questi motivi il 23 settembre era rientrato in patria. Fu so sostituito dal gen. Georg Stumme, un comandante di carri armati, veterano delle campagne di Francia e di Russia, ma del tutto sconosciuto ai soldati in Africa. Stumme seguì le istruzioni, stese da RommeI prima della sua partenza, di schierare le unità tedesche alternate a intervalli regolari con le linee della fanteria italiana e di tenere tre gruppi di divisioni mobili in posizione arretrata, la 15a Panzer e la "Littorio" al nord e al centro, seguite dalla 90a Leggera e dalla Trieste nell'immediata riserva, e la 21a Panzer e l Ariete a sud. L ora zero Alle circa avanzammo e prendemmo posizione sulla linea di partenza. Nella calma sepolcrale, la luna piena illuminava la sabbia come di giorno. Improvvisamente il silenzio fu rotto dal rumore di un isolato colpo di cannone; dopo un istante un rombo possente lacerò l aria, la terra tremò sotto i nostri piedi, mentre una salva dietro l altra uscivano da centinaia di cannoni. I proiettili fischiavano incessantemente sopra le nostre teste e presto scorgemmo la linea nemica illuminata dai bengala. Sono parole del Magg. H. P. Samwell, comandante degli Highlander del Sutherland e degli Argyll, che riportano le sue impressioni dell inizio di quella che diventerà per la storia, la Seconda Battaglia di El Alamein. Se paragonata con quelle di Russia, forse fu solo una scaramuccia, ma se- Alla fine del mese, però, la Francia venne sconfitta dalla Germania e gli Italiani si trovarono a fronteggiare soltanto gli Inglesi. La Germania, dopo il clamoroso successo sulla Francia, sembrava potesse invadere l'inghilterra in tempi brevi e così Mussolini, desideroso di portare sul vicino (così credeva) tavolo della pace il maggior numero possibile di successi, decise di attaccare gli Inglesi in Egitto. Il 19 agosto il Duce telegrafò al maresciallo Rodolfo Graziani, Comandante superiore delle Forze italiane in Libia: "L'invasione dell'inghilterra è decisa, è in corso di preparazione ed avverrà. Circa l'epoca, può essere fra una settimana o fra un mese. Ebbene, il giorno in cui il primo plotone di soldati germanici toccherà il territorio inglese, voi simultaneamente attaccherete... non vi fisso limiti territoriali...vi chiedo soltanto di attaccare le forze inglesi che avete di fronte Nei giorni seguenti il Ministro degli Esteri Galeazzo Ciano, dopo un colloquio con Hitler, comunicò a Mussolini che la Germania non avrebbe invaso l'inghilterra in tempi brevi. Il Duce però mantenne il suo orientamento offensivo in Libia e, il 29 agosto, il Capo di Stato Maggiore Generale, maresciallo Pietro Badoglio, comunicò a Graziani: "Il Duce ha determinato che l'attacco contro gli Inglesi in Cirenaica abbia luogo anche se i Tedeschi non si decidono ad effettuare lo sbarco... perché, se ha luogo un accordo tra Tedeschi e Inglesi, noi rimaniamo fuori... se non abbiamo almeno un combattimento con gli Inglesi. Tenetevi pronto perciò tra l' 8 e il 10 settembre". E pochi giorni dopo Badoglio comunicò perentoriamente a Graziani: "Duce ordina che nota operazione abbia inizio lunedì 9 corrente". Il maresciallo Rodolfo Graziani aveva assunto l'incarico di Comandante superiore delle Forze italiane in Libia dopo la morte di Italo Balbo. Balbo era morto il 28 giugno quando il suo aereo, proveniente da Derna, colpito per errore dalla contraerea italiana era precipitato nel cielo di Tobruk. Dal giorno del suo insediamento nella capitale della colonia (Tripoli), Graziani, come del resto il suo predecessore, non aveva fatto altro che chiedere rinforzi a Roma. Roma però non lo aveva accontentato e Graziani, per ottemperare all'ordine ricevuto, si era trovato con un esercito ricco di uomini ( Italiani e Libici) ma povero di mezzi. L'esercito di Graziani comprendeva: 1) nello scacchiere Libico - Tunisino la 5a Armata (comandata dal generale Italo Gariboldi) formata da:

6 il X Corpo d'armata, comandato dal generale Barbieri Divisioni Bologna, Sabratha, Savona il XX Corpo d'armata, comandato dal generale Cona Divisioni Brescia, Pavia, Sirte il XXIII Corpo d'armata, comandato dal generale Bergonzoli Divisioni CCNN "23 marzo" e "28 ottobre" la 2a Divisione libica, comandata dal generale Pescatori 2) nello scacchiere Libico - Egiziano la 10a Armata (comandata dal generale Mario Berti) formata da: il XXI Corpo d'armata, comandato dal generale Dalmazzo Divisione Cirene Divisione Marmarica il XXII Corpo d'armata, comandato dal generale Mannella Divisione Catanzaro Divisione CCNN "3 gennaio" la 1a Divisione libica, comandata dal generale Sibille Graziani disponeva di un'artiglieria abbondante (1.800 pezzi) ma antiquata (risalente in massima parte alla prima guerra mondiale), di 340 carri armati leggeri, di 70 carri armati medi (arrivati in luglio) e di circa automezzi di vario tipo. L'esercito degli Inglesi, in Egitto, comandato dal generale Richard O' Connor (alle dipendenze del generale Archibald Percival Wavell, Comandante delle Forze inglesi nel Medio Oriente), disponeva di circa uomini. Chi era Graziani Rodolfo Graziani nacque a Filettino, in provincia di Frosinone, l'11 agosto del Prese parte alla prima guerra mondiale combattendo valorosamente sulla Baisnizza, sul Carso e sul Grappa. Trascorse gli anni Venti in Libia, dirigendo le operazioni di pacificazione della colonia. di Rommel si esposero, nella loro avanzata, al fuoco concentrato di carri armati e di cannoni anticarro, ben nascosti nel terreno di Alam el Halfa Ridge. Il 2 settembre fu costretto a rinunciare all'operazione. Montgomery aveva ora tutto il tempo necessario per portare a termine il suo piano offensivo, studiato per liberare, una volta per tutte, l'africa settentrionale dalla "Volpe del Deserto". Avendo subito una serie di sconfitte militari in tutto il mondo durante i primi mesi dell'anno, Churchill desiderava ardentemente una vittoria, prima della fine del 1942, per risollevare il morale della popolazione in patria. Dimostrò di aver fatto un'ottima scelta nell'affidare il comando dell'8a Armata del deserto a Montgomery. Questi non possedeva il dono dell'improvvisazione e dell'intuizione folgorante, ma, meticoloso nella preparazione dei piani, dimostrò di avere la capacità di portare a termine il compito, che gli era stato affidato. L' 8a Armata cominciò a ricevere rinforzi, appena Monty raggiunse il Cairo, il 12 agosto. Il XXX Corpo, che presidiava il settore nord della linea, era comandato dal ten. gen. Oliver Leese comprendeva: la 51a Divisione Highland la 4a Indiana la 9a Australiana la 1a Sudafricana la 2a Neozelandese il 23 Gruppo di Brigata Corazzato. Anche il XIII Corpo, che presidiava il settore sud, era agli ordini di un nuovo comandante, il ten. gen. Brian Horrocks; esso comprendeva: le Divisioni 44a e 50a la 7a Divisione Corazzata il 1 e il 2 Gruppo di Brigate della Francia Libera il1 Gruppo di Brigate di Fanteria Greco. La riserva mobile, al comando del ten. gen. Herbert Lumdsen, era formata da: la 1a e la 10a Divisione Corazzata del X Corpo La sua forza comprendeva 252 carri armati Sherman, di recentissima costruzione americana. Il piano della battaglia L'attacco principale contro Rommel doveva essere guidato dal XXX Corpo, che avrebbe dovuto sgomberare i vasti campi minati dell'asse, per

7 in fase di addestramento. Il giorno 17, quando il feldmaresciallo Kesserling, Comandante in Capo del Mediterraneo, visitò il quartier generale, Rommel aveva sparato tutte le sue cartucce ed aveva il morale a terra. L'Afrika Korps doveva mettersi in posizione difensiva fino a che non avesse ricevuto rincalzi per un altro attacco, nel mese di agosto; ma Auchinleck colpì per primo. Dopo una settimana di inattività relativa, la notte tra il 21 e il 22 luglio, attaccò insieme ai nuovi rincalzi, costituiti da una fresca brigata corazzata e da due brigate di fanteria. Rommel, rafforzato con la 1a Brigata Paracadutisti Ramcke tedesca e la Divisione Paracadutisti "Folgore" italiana, aveva provveduto a creare numerosi campi minati. Durante l'attacco, sotto il bombardamento anticarro, la 23a Brigata Corazzata britannica, arrivata di recente, perse 93 dei suoi 104 carri armati, perché non volle cooperare strettamente con la fanteria, che la fiancheggiava. Verso la fine di luglio, altri tentativi alleati di sfondare le linee nemiche vennero respinti con gravi perdite. Auchinleck fu costretto a comunicare al governo inglese che doveva rimettersi sulla difensiva. Il 5 agosto, il primo ministro Winston Churchill volò in Egitto per controllare la situazione. Deciso a sostituire Auchinleck con il generale Sir Harold Alexander, offrì ad "Auk" il nuovo comando della Persia e dell'iraq, affidando il comando dell'8"armata sul campo al generale Gott. Auchinleck rifiutò il nuovo incarico e ritornò in India. Gott morì prima ancora di raggiungere il suo posto di comando, il 7 agosto, quando il suo aereo fu abbattuto. Churchill prese allora una decisione, che si rivelò estremamente felice, sostituendolo con il ten. gen. Bernard Law Montgomery. Poi fu Governatore della Cirenaica e della Somalia. Nel 1932 divenne generale di Corpo d'armata. Durante la guerra di Etiopia ( ), ebbe il comando del fronte meridionale e, dopo la vittoria, venne nominato maresciallo. Fu viceré dell'impero, subentrando al maresciallo Pietro Badoglio, e in quella veste guidò le operazioni di pacificazione (cioè delle spietate repressioni) dell'etiopia. Sostituito nel dicembre del 1937 dal duca d'aosta, il 31 ottobre del 1939 fu nominato Capo di Stato Maggiore dell'esercito. Dopo la morte del maresciallo Italo Balbo, divenne Governatore della Libia e Comandante superiore delle Forze italiane nella colonia. Nel settembre del 1943 fu messo a capo, da Mussolini, delle Forze armate della Repubblica Sociale Italiana. Prigioniero dei partigiani e poi degli Americani, alla fine della guerra, venne processato e condannato. Restò in carcere sino al Graziani morì a Roma l' 11 gennaio del Montgomery entra in azione Dopo aver mancato di sfondare in Egitto durante il mese di luglio, Rommel ci riprovò nella notte fra il 31 agosto e il 1 settembre, attaccando in forza il settore meridionale della linea Alamein. Sfortunatamente per lui, il piano fallì, perché Montgomery, comandante dell'8a Armata, era stato preavvertito dagli agenti segreti "Ultra", che nel frattempo erano riusciti a decifrare i codici tedeschi "Enigma"; le divisioni Gli Italiani, partendo dalla Cirenaica, dopo aver superato il confine tra la Libia e l'egitto attaccarono il 13 settembre con 7 divisioni (4 di fanteria, di cui 2 di riserva, 1 di CCNN, 2 libiche) e il "Raggruppamento misto Maletti". Avanzarono sulla pista lungo la costa e, dopo che gli Inglesi si erano ritirati in buon ordine distruggendo tutto quello che avevano potuto (soprattutto i pozzi d'acqua), il 16 occuparono Sidi el Barrani, 90 chilometri oltre il confine. Un colonnello inglese ricordò poi così l'attacco degli Italiani: "L'offensiva italiana si annunciò con un intenso fuoco di sbarramento sulle nostre posizioni di Sollum. Quando la polvere e il fumo si dispersero le forze apparvero disposte con notevole ordine. In testa venivano i motociclisti in perfetta formazione, da un fianco all altro dalla prima fila all ultima. Li seguivano carri armati leggeri e molti autocarri. Lo spettacolo ricordava

8 una parata solenne della nostra Inghilterra. A Sidi el Barrani l attacco italiano, che era costato centinaia di morti, si e- saurì e Graziani fece assumere alle sue divisioni una posizione difensiva. Poi il maresciallo diede ordine che la pista percorsa lungo la costa fosse trasformata in una strada e che venisse costruito un acquedotto in grado di portare l acqua da Bardia. Il Bollettino di guerra italiano n. 103 del 18 settembre 1940 diede così la notizia della conquista di Sidi el Barrani: "Nell'Africa settentrionale truppe metropolitane e truppe libiche che anche in questa azione hanno pienamente confermato le loro alte virtù guerriere e l'assoluta fedeltà all'italia proseguendo nella loro vittoriosa avanzata hanno occupato Sidi el Barrani, a 100 chilometri in linea d'aria dal vecchio confine cirenaico, e stanno procedendo all'organizzazione della nuova base e delle retrovie. La tenace resistenza del nemico, appoggiato da formazioni corazzate, è stata ovunque infranta". La prima offensiva inglese Nelle settimane successive gli Italiani, sparsi tra Sidi el Barrani e il confine tra la Libia e l'egitto in alcuni campi trincerati, restarono inattivi mentre gli Inglesi, dopo aver ricevuto via mare (attraverso la rotta del Capo) preziosi rinforzi (carri armati), si prepararono ad attaccare. All'inizio di dicembre gli Inglesi ( uomini), sotto il comando del generale Richard O' Connor, disponevano della 4a Divisione indiana e della 7a Divisione corazzata (dotata di ottimi carri armati "Matilda"), mentre gli Italiani disponevano di fronte (e in Cirenaica) di circa uomini. Gli Inglesi attaccarono il 9 dicembre e, in tre giorni, distrussero la Divisione CN "3 gennaio", il "Raggruppamento misto Maletti" (nell attacco al campo trincerato di Alam Nibeiwa morì lo stesso generale Pietro Maletti) e le due divisioni libiche. Ha scritto Lucio Ceva: "...nel primo scontro di Alam Nibeiwa, all'alba del 9 dicembre 1940, i carri "Matilda" del 7 Royal Tank Regiment, mostri immani mai visti prima di allora in terra africana, costituirono... per gli italiani una sorpresa paragonabile solo a quella degli antichi romani di fronte agli elefanti nella battaglia di Eraclea (280 a.c.) o a quella dei francesi all'apparire degli Stuka nel maggio del ". Poi gli Inglesi proseguirono verso il confine tra la Libia e 1'Egitto, distrussero la Divisione Catanzaro (i cui resti si ritirarono verso la piazzaforte di Bardia), superarono il confine, entrarono in Cirenaica e, il 17, accerchiarono Bardia, intrappolando le Divisioni Cirene, Marmarica, "23 marzo" e "28 ottobre" (insieme con i resti della Divisione Catanzaro). L'attacco alla piazzaforte, difesa da uomini, venne rimandato di alcirca uomini, il 40% del totale, caddero prigionieri. Il risultato del primo comando sul campo di Auchinleck non era stato certamente felice. Sarebbe riuscito a tenere la postazione di Alamein? Tutto si basava sul XXX Corpo di Norrie, relativamente fresco perché, sebbene dalla Siria fosse in arrivo la 9a Divisione Australiana, fino all' 1 luglio la linea non sarebbe stata raggiunta e lo spiegamento del resto delle truppe di Auchinleck aveva lasciato ampi varchi, che non avrebbero permesso alle sue forze corazzate di contrastare nessun attacco. La Prima Battaglia di Alamein durò dal 30 giugno al 17 luglio; il primo giorno cominciò con brevi scaramucce, seguite dall'attacco principale dell'1 luglio. L'avanzata e lo sfondamento furono ostacolati da una tempesta di sabbia, per cui, invece di penetrare fra Miteiriya Ridge e il perimetro principale di El Alamein, la 90a Divisione Leggera si scontrò direttamente con la 3a Brigata Sudafricana e fu costretta a ritirarsi. Più a sud, la 15a e la 21a divisione Panzer sbaragliarono la 18a Brigata Indiana a Deir el Sheir, subendo la perdita di 18 carri armati. Il 2 luglio, intorno a Ruweisat seguirono altri scontri di forze corazzate, senza nessun risultato; il 3 luglio i neozelandesi sferrarono un vigoroso contrattacco alla baionetta e ridussero la Divisione Ariete a soli 5 carri armati, facendo 350 prigionieri. Rommel riesamina la situazione Rommel fu costretto a ritirarsi su una breve linea fra Ruweisat e la costa, a 6 km circa ad ovest delle principali linee alleate, per riesaminare la situazione. Gli rimanevano solo 36 carri armati e le munizioni stavano esaurendosi. Seguì un momento di calma, nei giorni successivi, anche se nella notte fra il 7 e l'8 luglio un'incursione aerea australiana lungo il Ruweisat Ridge sparse il panico nella 15a Divisione Panzer. Come Auchinleck aveva sperato, l'afrika Korps si spiegò in maniera pericolosa, per cui, il 10, lanciò la 9a Divisione Australiana e la 1a Sudafricana lungo la costa contro la sfortunata divisione italiana "Sabratha", annientandola e penetrando a ovest di Tel el Eisa contro il fianco nord dell'africa Corps nella giornata dell'11. Consapevole del pericolo in cui si trovava, Rommel lanciò al contrattacco il resto della 15a Divisione Panzer, che venne fermato da un mortale sbarramento di fuoco dell' artiglieria. Il 13 e il 14, anche gli attacchi della 21a Divisione Panzer ebbero esito sfavorevole. Scesero di nuovo in campo i neozelandesi che, attaccando da sud-est, sconfissero gli italiani a Deir el Sheir, ma dovettero subire a loro volta il contrattacco della 15a Divisione Panzer e della Divisione "Brescia" e furono costretti a ritirarsi, lasciando sul campo prigionieri, perché la 22a Divisione Corazzata, che, secondo i piani, avrebbe dovuto portare rincalzo, era in ritardo sulla tabella di marcia. L'operazione lasciò ancora una volta il Ruweisat saldamente in mano all'8a Armata e il giorno 16 Rommel dovette impegnare nella lotta le ultime riserve, compresi gli uomini della 164a Divisione di Fanteria, ancora

9 La linea El Alamein era l'ultima possibile posizione difensiva ad ovest del Canale di Suez, a soli 88 km da Alessandria, meno di un giorno di marcia, se le truppe corazzate tedesche fossero riuscite a sfondare. Prendeva il nome da una solitaria stazione ferroviaria, a 2 km dalla costa, e si stendeva per circa 65 km dal mare fino alla depressione di Qattara, vasto e pericoloso bacino di sabbia, delimitato da una scarpata profonda 200 m, praticamente non transitabile da mezzi motorizzati, che proteggeva il fianco meridionale dell'8aarmata e ne impediva l'aggiramento. Di conseguenza, la posizione di Alamein poteva essere attaccata soltanto frontalmente, togliendo ai panzer tedeschi il vantaggio della mobilità che, fino ad allora, avevano saputo sfruttare tanto abilmente. Il 26 giugno Auchinleck decise di non contendere la posizione di Mersa Matruh, ma di far arretrare l'8a Armata verso Alamein, appena Rommel fosse avanzato. Rommel stesso, in verità, non era ben equipaggiato per sostenere l'inseguimento dell'8a Armata. La 15a e la 21a Divisione Panzer disponevano di soli 60 carri armati, le italiane "Ariete" e "Trieste" di 44, mentre il totale della fanteria assommava a soli uomini, di cui tedeschi e il resto italiani. Tuttavia, la sera del 26 giugno lanciò l'attacco contro Mersa Matruh. Il tenace inseguimento Al sud la 15a Divisione Panzer fu contrastata da due brigate della la Divisione Corazzata, ma la 90a Divisione Leggera sfondò nella parte centrale, contro la 27". Allora la 21a Divisione Panzer, sul fianco sud della 90a, si diresse a sud per intercettare a i neozelandesi di Freyberg a Minqar Qaim da nord-est. Nella battaglia che ne seguì, Freyberg stesso fu gravemente ferito e la mancanza del suo forte comando aggravò la confusione generale. La 21a Divisione Panzer alla fine fu contrastata dal tempestivo arrivo di alcuni carri armati della la Divisione Corazzata, salvando la situazione che minacciava di risolversi in un disastro. La sera, Gott ordinò al XIII Corpo di ritirarsi, ma non riuscì a trasmettere l'ordine ai neozelandesi, che riteneva non più utilizzabili come formazione da combattimento. Tuttavia Auchinleck aveva ordinato precedentemente a Freyberg di ritirarsi, se necessario, a Bab el Qattara, per cui, durante la notte, i neozelandesi si diressero verso est, direttamente contro le posizioni della 21a Divisione Panzer. Ne seguì un aspro combattimento corpo a corpo, ma la maggior parte degli uomini di Freyberg riuscì a mettersi in salvo. La ritirata di Gott lasciò il X Corpo di Holmes isolato a Mersa Matruh, privo del supporto delle forze corazzate e circondato da avversari superiori per numero; quando, la sera del 28, ne uscì, il villaggio di Fuka era già caduto nelle mani dei tedeschi. Disponeva di pochi mezzi di trasporto, avendo consegnato, precedentemente, la maggior parte dei veicoli alla divisione neozelandese, per cui si divise in colonne che si diressero verso Alamein: cune settimane, per permettere alla 6a Divisione australiana di sostituire la 4a Divisione indiana (spedita nel Sudan per attaccare L'Africa Orientale Italiana). Poi, nei primi giorni di gennaio, dopo aver bombardato Bardia dal cielo e dal mare, gli Inglesi ( uomini) attaccarono e la conquistarono. Spaghetti nel deserto Il corrispondente di guerra inglese Alan Moorehead così descrisse il campo trincerato di Alam Nibeiwa dopo l'arrivo delle truppe inglesi: "Il cadavere di Maletti, vestito di una sahariana fregiata dai nastrini delle varie campagne, giaceva a braccia aperte sulla soglia della sua tenda, con la barba sporca di polvere e di sudore... passammo da una tenda all'altra e, lungo i camminamenti sotterranei, da un rifugio all'altro. Dappertutto vedemmo cose imprevedibili. C'erano lettini preparati con lenzuola pulite, cassette piene di biancheria. Trovammo uniformi da parata, stivali, cinturoni, berretti con fregi e, nelle tende degli ufficiali, piccole rivoltelle di buona fattura, provenienti dalle fabbriche d'armi dell'italia settentrionale. Ci sedemmo sulla sabbia e mangiammo ciliegie e prugne sotto spirito, prosciutto e sardine, pane che, chissà come, era stato cotto in pieno deserto, e vini rossi e bianchi... C'era un tipo di brandy, un po' sciropposo, che andava subito alla testa... e altri liquori in bottiglie fasciate di paglia. C'erano poi cassette di acqua minerale Recoaro, trasportate fin lì, come tutto il resto, per migliaia di chilometri di mare e di deserto. C'era una grande abbondanza di spaghetti... conservati insieme a grandi sacchi di maccheroni e ad altri tipi di pasta. Nei magazzini c'erano piramidi di forme di parmigiano... La maggioranza dello scatolame era costituita da latte di cinque chili di salsa di pomodoro, ma c'erano anche molte scatole di ottimo stufato, di buonissima lingua, di tonno e scatolette rotonde di carne. C'era anche molta abbondanza di verdure essiccate".

10 Gli inglesi conquistano Tobruk e Derna Presa Bardia, gli Inglesi continuarono ad avanzare ed investirono Tobruk, difesa dalla Divisione Sirte e da altri reparti ( uomini). La piazzaforte venne bombardata dal cielo e dal mare e, il 22 gennaio, si arrese. La marcia vittoriosa della 6a Divisione australiana e della 7a Divisione corazzata inglese in Libia proseguì senza sosta e, nei giorni seguenti, O' Connor puntò verso Derna, sulla costa, e verso lo strategico nodo carovaniero di El Mechili, nell'entroterra. La difesa di Derna era affidata alla Divisione Sabratha, che si era schierata correttamente sulla forte posizione del ciglione che dominava l'accesso alla piazzaforte. La difesa di El Machili era affidata alla brigata corazzata del generale Valentino Babini. Per la prima volta gli Inglesi trovarono sulla loro strada una forte resistenza. L'avanzata verso Derna proseguì lentamente. La brigata corazzata di Babini, dopo aver respinto un attacco, il 24 gennaio, evitò abilmente un tentativo di accerchiamento, ritirandosi verso la costa. Sembrava che gli Italiani fossero finalmente in grado di difendersi. Gli avvenimenti, però, presero presto una piega diversa. Negli ultimi giorni del mese, infatti, Graziani, demoralizzato, ordinò al suo esercito (o meglio a quanto di esso restava) di abbandonare la Cirenaica e di ritirarsi sulla costa verso la Tripolitania. Gli Inglesi furono piacevolmente sorpresi ma, invece di accontentarsi di tallonare gli Italiani in fuga (che Graziani aveva abbandonato lestamente riparando a Tripoli), decisero di tentare, con una mossa arrischiata, di tagliare loro la strada. Per farlo O' Connor lanciò la 7a Divisione corazzata da El Machili verso la costa attraverso l'entroterra desertico e, il 5 febbraio, anche solo per poche ore, una trentina di carri armati medi, alcuni carri armati leggeri e alcune autoblinde inglesi riuscirono, a Beda Fomm, a tagliare la strada agli Italiani. La battaglia che venne combattuta nella sconosciuta località della Cirenaica fu disastrosa per gli Italiani. Gli Italiani persero più di cento carri armati e tutta l' artiglieria. Si arresero in Lasciarono sul campo anche il loro comandante, il generale Giuseppe Tellera, che venne colpito mortalmente da una pallottola. Dopo aver distrutto l'esercito di Graziani, gli Inglesi continuarono ad avanzare fino ad arrestarsi, nei primi giorni di febbraio, a El Agheila, nell'estremo lembo della Cirenaica prima della Tripolitania. Nella loro travolgente avanzata avevano catturato Italiani (tra cui 23 generali!), cannoni, 400 carri armati, migliaia di veicoli e centinaia di aerei! AVANZATA IN EGITTO La battaglia di El Alamein Mentre sulle rovine ancora in fiamme di Tobruk, le truppe festeggiavano la vittoria, attingendo a piene mani ai ricchi depositi di viveri, bevande e sigarette e ricevevano congratulazioni da tutti gli acquartieramenti, Erwin Rommel. comandante dell'afrika Korps, era in uno stato di collera violenta. Non aveva desiderato certamente assicurarsi preziosi beni di conforto ma, con il pensiero ostinatamente concentrato a oriente, sul Cairo. aveva posto tutte le sue mire sui rifornimenti di benzina e di acqua e sui mezzi motorizzati cosicché la fanteria italiana al suo comando potesse rinforzare le proprie divisioni corazzate. Con sua grande rabbia, i difensori del porto erano riusciti a bruciare la maggior parte del carburante e a distruggere molti autocarri e tutti gli impianti di distillazione dell'acqua. Per un professionista della guerra come Rommel anche l ambita onorificenza di Feldmaresciallo era una ben misera consolazione. II 23 giugno la sua rabbia si attenuò, alla notizia che la 90 divisione leggera aveva catturato quasi intatto un grosso deposito di rifornimenti alla ridotta Capuzzo sulla frontiera egiziana. Abbandonata dagli alleati al momento della loro disordinata ritirata. Il giorno seguente quindi lanciò l Afrika Korps in un'azione di penetrazione nella parte meridionale delle difese di frontiera che in realtà erano già state abbandonate in seguito alla caduta di Tobruk e lo fece avanzare verso Mersa Matruh, dove il magg. gen. Neil Ritchie aveva fatto arrestare l 8a Armata in fuga e stava organizzando la linea. A questo punto, il gen. Sir Claude Auchinleck. Comandante in Capo britannico per il Medio Oriente, congedò lo sfortunato Ritchie ed assunse personalmente il comando sul campo. L'organizzazione della linea Dopo la sconfitta di Gazala, nonostante l'arrivo del X Corpo del ten. gen. W. G. Holmes dalla Siria, l'8 Armata era in cattive condizioni. A sud di Holmes, il XIlI Corpo del ten. gen. Gott "Strafer" (bombardiere) comprendeva solo una brigata della Divisione Indiana, la 29, oltrc alla 4a alla 22 Brigata della 1a Divisione Corazzata, equipaggiate con 169 carri armati di vario tipo, Crusader, Grant, Stuart e Valentine. Il 26 Gott ricevette rinforzi con l'arrivo dell'esausta divisione neozelandese del magg. gen. Bernard Freyber. Nel frattempo il XXX Corpo del ten. Gen. C. W. Norrie si trovava più a est e stava già allestendo in gran fretta la difesa di Alamein.

11 La fine di barba elettrica Messe, prigioniero, venne presentato al generale neozelandese Bernard Freyberg che gli disse con cavalleria: "È stata una guerra di mezzi materiali, vinta da chi ne aveva di più". Gli Inglesi e gli Americani trattarono civilmente i prigionieri catturati nell'africa settentrionale. Così invece non fecero i Francesi, del tutto immemori della mitezza che aveva avuto l'occupazione italiana nel loro Paese. Il comportamento disumano dei Francesi verso i prigionieri fu però un eccezione nell'africa settentrionale dove, come scrisse il maresciallo Rommel nelle sue memorie, fu combattuta una guerra aspra ma "senza odio". Il corrispondente di guerra inglese Alan Moorehead visitò i generali italiani catturati da O' Connor, tra i quali era anche Annibale Bergonzoli, che i soldati chiamavano scherzosamente "barba elettrica". Bergonzoli si era fatto una certa fama durante la guerra di Spagna, nella quale aveva comandato la Divisione di fanteria Littorio, ed era noto agli Inglesi perché aveva meritato durante la prima guerra mondiale una delle loro decorazioni: la "Military Cross". Scrisse dunque Moorehead: "In una casetta di contadini, nel piccolo villaggio di Soluch, dove mi ritrovai dopo la battaglia, mi apparve in tutta la sua brutale realtà il crollo dalla potenza alla debolezza, dalla tracotanza alla umiliazione e alla disperazione. Aprendomi un varco tra le migliaia di prigionieri che se ne stavano lì nel fango, oltrepassai le sentinelle alla porta della fattoria e lì, seduti per terra nei corridoi nudi, o fuori in piedi nello squallido cortile, trovai i generali e i colonnelli prigionieri (...). Fuori, in cortile, seduto sul sedile posteriore di un'automobile, con una coperta avvolta attorno alle gambe, trovai Bergonzoli. Era malato. Mi misi sull'attenti e lo salutai, ed egli aprì la portiera e si piegò in avanti per parlarmi (...). Povero Bergonzoli! Me l'ero immaginato un tipo di generale pirata, pieno di vanterie. Invece eccolo qui, un ometto che parlava a bassa voce, con un piccolo viso rugoso e olivastro, incredibilmente invecchiato dai giorni gloriosi della guerra di Spagna. La sua famosa "barba elettrica" era ben curata ma piuttosto ispida... Indossava una semplice uniforme grigioverde, senza decorazioni" (...). Il giorno dopo lo portarono all' ospedale di Bengasi... vi rimase un giorno solo, poi fu trasportato in aereo all'aerodromo di Berka, e imbarcato su un aereo... Anch'io presi posto sul medesimo aereo, insieme ad altri sei generali prigionieri, e così partimmo per il Cairo... Per quattro ore sorvolammo il territorio che avevamo conquistato... Quando le piramidi apparvero all' orizzonte nebbioso, uno o due generali si girarono sui sedili per guardare la verde vallata che avevano sognato di percorrere da conquistatori". Hitler soccorre Mussolini La secca sconfitta subita in Libia costrinse Mussolini (che sostituì il disastroso Graziani con il generale Italo Gariboldi) ad accettare i rinforzi che Hitler gli aveva promesso nell'incontro tenuto in gennaio all' Obersalzberg. Così, mentre gli Inglesi sostituivano in Cirenaica la 6a Divisione australiana con la 9a Divisione australiana e la 7a Divisione corazzata con la più-

12 debole 2a Divisione corazzata, già il 14 febbraio i primi reparti tedeschi del neo costituito "Afrika Korps", comandato dal generale Erwin Rommel, sbarcavano nel porto di Tripoli. Era la 5a Divisione leggera (con 130 carri armati leggeri e medi), che sarebbe stata seguita dalla 90a Divisione leggera e dalla 15a Divisione corazzata. Lo scrittore Mario Tobino, che fu testimone dell'arrivo dei Tedeschi e dei loro primi contatti con gli Italiani, scrisse poi acutamente: "La mattina dopo, coi guanti bianchi (...), sorridenti, sicuri, sbarbati, sopra una numerosissima costruzione d'acciaio, i tedeschi sfilarono per Tripoli. L' esercito italiano così ridotto in miseria morale (la quale v'era anche prima ma mascherata) e materiale, riprese un leggero respiro e, per l' orgoglio segretamente ferito, per essere costretto a stare in contatto con un esercito che conduceva modernamente la guerra, per imparare facilmente guardando, l esercito italiano si modificò un poco nell ordine e nell onestà. Chi era Gariboldi Italo Gariboldi nacque a Lodi, in provincia di Milano, il 20 aprile del Partecipò alla guerra di Libia e combatté valorosamente nella prima guerra mondiale, nella quale venne decorato, meritandosi i gradi di colonnello. Nella prima metà degli anni Trenta fu nominato generale di brigata. Fu comandante dell'accademia militare di Modena e partecipò alla guerra d'etiopia come comandante della Divisione di fanteria Sabauda. Divenne poi Capo di Stato Maggiore delle Forze italiane nell'impero e, quando rientrò in Italia, nel 1939, con il grado di generale d'armata ebbe il comando della 5a Armata in Libia. Pochi giorni dopo la battaglia di Medenine, Rommel fu richiamato in Germania da Hitler e lasciò definitivamente l'africa settentrionale. Così la leggendaria "volpe del deserto" uscì di scena, lasciando il comando del Gruppo di armate al generale Jurgen Von Arnim. La fine degli italiani in Africa Dopo le battaglie di Kasserine e di Medenine, nella seconda metà di marzo furono Eisenhower e Montgomery (con schiacciante superiorità di uomini e di mezzi) a prendere l'iniziativa. Il 2 Corpo d'armata americano attaccò in direzione di Gafsa. L'8a Armata inglese attaccò in direzione di Mareth. La resistenza dei Tedeschi e degli Italiani fu salda (a Gafsa combatté molto bene la Divisione Centauro, a Mareth le divisioni Giovani Fascisti e Trieste) e gli attacchi degli Americani e degli Inglesi furono respinti. Nel mese di aprile la situazione del Gruppo di armate di Von Arnim, come era inevitabile, peggiorò e i Tedeschi e gli Italiani dovettero ritirarsi (e lo fecero ordinatamente) sino a trincerarsi in un vasto ridotto che proteggeva le città costiere di Tunisi e di Biserta. La linea del fronte del ridotto formava un ampio semicerchio che correva da Cap Serrat (a Nord) fino a Enfidaville (a Sud). Negli ultimi giorni di aprile, Eisenhower e Montgomery attaccarono a fondo con la consueta schiacciante superiorità di uomini e di mezzi. A Meridione, a Enfidaville, la 1a Armata si batté magnificamente, respingendo a più riprese Montgomery. A Settentrione, la 5a Armata si difese altrettanto bene ma nei primi giorni di maggio venne travolta da Eisenhower che, il giorno 7, occupò Tunisi. La fine per i Tedeschi e gli Italiani era ormai giunta. Il generale Von Arnim si arrese l'11 maggio. Il generale Messe si arrese due giorni dopo. Ha scritto Lucio Ceva: "Ultima ad arrendersi... è la 1a Armata italiana. Per molti suoi combattenti, che ancora contengono il nemico antistante, l arrivo di forze britanniche e americane da tergo giunge come una sorpresa. La cattura di oltre prigionieri sigilla la fine dell'avventura africana. Per uno di quegli imponderabili così frequenti in guerra, la lunga campagna iniziata dagli italiani con prove poco convincenti si chiude invece con una notevole dimostrazione di saldezza militare".

13 Rommel: il canto del cigno Nella seconda metà di febbraio, la 5a Armata di Von Arnim (nella quale le unità italiane avevano formato il XXX Corpo d'armata, comandato dal generale Vittorio Sogno) e la 1 Armata di Messe vennero riunite in un Gruppo di armate posto sotto il comando di Rommel. Contro i Tedeschi e gli Italiani muovevano, sotto il comando del generale Eisenhower: Nel marzo del 1941 sostituì il maresciallo Rodolfo Graziani, sconfitto dagli Inglesi, nella carica di Comandante superiore delle Forze italiane in Libia, ma in luglio venne sostituito dal generale Ettore Bastico. Un anno dopo ebbe il comando dell'armir (Armata Italiana in Russia), che conservò sino alla primavera del L'8 settembre fu preso prigioniero dai Tedeschi e, durante la Repubblica Sociale Italiana, venne processato e condannato a dieci anni di carcere. Morì a Roma il 9 febbraio del dall'algeria: la 1a Armata inglese (a Nord) il XIX Corpo d'armata francese (al centro) il II Corpo d'armata americano (a Sud) e sotto il comando del generale Montgomery: dalla Libia: l 8a Armata inglese. Rommel attaccò in entrambe le direzioni. Nella seconda metà di febbraio impegnò Eisenhower a Kasserine. Nei primi giorni di marzo impegnò Montgomery a Medenine. La battaglia di Kasserine fu l'ultima vittoria di Rommel. Ha scritto Raymond Cartier: "L indomani cadde il colle di Kasserine. I bersaglieri della divisione "Centauro" hanno brillantemente compiuto l'assalto finale prigionieri validi contro 192 caduti: gli americani dimostrano che il loro ardore combattivo lascia a desiderare. Kesselring raggiunge Rommel sul colle ed i due marescialli passeggiano in mezzo ad una quantità impressionante di materiale abbandonato. "Abbiamo molto da imparare da loro", dice Rommel facendo notare la perfezione del sistema di standardizzazione americano. "Sì", risponde Kesselring, "ma anche loro hanno qualcosa da imparare da noi!" (14). La battaglia di Medenine, invece, fu una sconfitta per Rommel, fermato dalla schiacciante superiorità del nemico. Ha scritto ancora Cartier: "Il 6 marzo la 10a, 15a e 21a divisioni corazzate dirigono un attacco convergente contro la piccola città di Medenine, attorno alla quale il corpo britannico del generale sir Oliver Leese ha disposto in cerchio i suoi cannoni. I mezzi corazzati tedeschi, in numero di 160, cadono sotto un fuoco di tale intensità da essere costretti a ritirarsi dal combattimento". Rommel conquista la Cirenaica II 24 marzo, senza aspettare l'arrivo dalla Germania delle altre unità, Rommel decise audacemente di saggiare la resistenza degli Inglesi, attaccandoli ad El Agheila. L' attacco ebbe un risultato positivo superiore alle previsioni e, il 31 marzo, Rommel decise di insistere, attaccando, e poi conquistando, Marsa el Brega e Agedabia. Così, sull'onda dei successi, prese corpo una vera e propria offensiva, nel corso della quale, ha scritto lo storico Lucio Ceva: "...gli Italiani si battono non solo con coraggio ma anche con abilità. Cos'è accaduto? Probabilmente l'esempio, oltre che il comando tedesco, sono alla radice di questo risveglio. L'esercito tedesco non è solo espressione del nazismo, ma anche di una società tecnocratica, non certo egualitaria ma neppure arretrata come la nostra. Il soldato e l'ufficiale tedesco mangiano allo stesso modo, il formalismo è ridotto al minimo, l'iniziativa dei quadri inferiori non è mortificata ma incoraggiata". Nei giorni seguenti le unità tedesche e italiane dilagarono in Cirenaica. Sulla costa furono riconquistate Bengasi e Derna, nell'entroterra lo strategico nodo carovaniero di El Mechili. Gli Inglesi, sconfitti, si ritirarono in parte nella piazzaforte di Tobruk e in parte oltre il confine tra la Libia e l Egitto. Rommel cercò di conquistare Tobruk sullo slancio, ma senza successo. Poi la mise in stato d'assedio, mentre gli Inglesi tentavano due forti attacchi dall'egitto il 15 maggio e il 15 giugno, che si infrangevano però contro il fuoco preciso delle artiglierie tedesche e italiane. Il 12 luglio il generale Gariboldi venne sostituito dal generale Ettore Bastico, a cui fu assegnato, come Capo di Stato Maggiore, il generale Gastone Gambara.

14 La seconda offensiva inglese Durante l estate e l autunno del 1941 i tedeschi e gli italiani continuarono ad assediare Tobruk, che non si arrese, mentre gli inglesi riforniti in larga misura dal mare, si preparavano ad una nuova offensiva dall Egitto, prevista per la metà di novembre. L offensiva, preparata dal nuovo comandante della forze inglesi nel Medio Oriente, Generale Auchinlek, sarebbe stata scatenata dall 8 armata, comandata dal Generale Cunningham, reduce dalle vittorie conseguite nell Africa Orientale Italiana, comprendente: il XIII Corpo d Armata (con la 2a divisione neozelandese, la 4a divisione indiana e una brigata corazzata, il XXX Corpo d'armata (con la 1a Divisione sudafricana, la 7a Divisione corazzata inglese e la Brigata "Guardie"). Gli Inglesi disponevano di più di 700 carri armati, mentre altri 500 erano in riserva o stavano arrivando in Egitto. Rommel aveva sul confine tra la Libia e l'egitto la Divisione Savona (affiancata da alcuni reparti tedeschi), aveva intorno a Tobruk le Divisioni Bologna, Brescia, Pavia, Trento, poi aveva la 90a Divisione leggera tedesca, le Divisioni corazzate 15a e 21a (ex 5a Divisione leggera tedesca), la Divisione motorizzata Trieste e la Divisione corazzata Ariete. I Tedeschi e gli Italiani disponevano di 320 carri armati (146 italiani). Gli inglesi riconquistano la Cirenaica Gli Inglesi attaccarono il 19 novembre. Non frontalmente ma con una gigantesca manovra aggirante da Sud. Il XIII Corpo d'armata cercò di isolare la Divisione Savona schierata Autoblinde italiane modello 41. Raggiungevano i 30 chilometri all'ora ed avevano un'autonomia di 400 chilometri. Sopra, alcuni ufficiali scrutano attentamente l'orizzonte. sul confine. Il XXX Corpo d'armata, alla sua sinistra, puntò in direzione di Tobruk per liberarla. La battaglia divampò violenta. Il XIII Corpo d' armata inglese venne arrestato dalla resistenza della Divisione Savona. Il XXX Corpo d'armata inglese venne arrestato dalle divisioni corazzate tedesche e italiane che Rommel manovrò, con straordinaria abilità, nel deserto. Ottimo in particolare fu il comportamento della Divisione corazzata Ariete che, il primo giorno dell' attacco, sconfisse a Bir el Gobi una brigata della 7a Divisione corazzata inglese. Dopo aver bloccato l'attacco del XXX Corpo d' armata inglese, Rommel puntò a raggiungere il confine ma, negli stessi giorni, una parte del XIII Lo sbarco americano in Marocco e Tunisia La battaglia di EI Alamein costò ai Tedeschi e agli Italiani perdite pesantissime, e segnò la fine del sogno di Rommel di conquistare l'egitto. Mentre Rommel continuava a ritirarsi in Cirenaica, l'8 novembre gli Americani e gli Inglesi ( uomini sotto il comando del generale Dwight Eisenhower) sbarcavano sulle coste del Marocco e dell'algeria, con l'intenzione di puntare verso la Tunisia e la Libia. Rommel si trovò improvvisamente stretto tra l' 8a Armata di Montgomery, che avanzava da Oriente, e la minaccia delle forze di Eisehower (2 Corpo d'armata americano, 1a Armata inglese, XIX Corpo d'armata francese) a Occidente. I Tedeschi e gli Italiani, però, tra mille difficoltà riuscirono a far affluire in Tunisia uomini e mezzi con i quali costituirono la 5a Armata, comandata dal generale Nehring (e poi, dall'8 dicembre, dal generale Von Arnim). La 5a Armata comprendeva inizialmente: la 10a Divisione corazzata tedesca la Divisione di fanteria Superga la 50a Brigata "Imperiali" Negli ultimi mesi del 1942 Rommel continuò a ritirarsi, abbastanza abilmente, davanti all'8a Armata di Montgomery che procedeva con lentezza. La Cirenaica venne abbandonata all'inizio di dicembre quando le perdite degli Italiani, calcolate dall'inizio della battaglia di El Alamein, avevano ormai raggiunto cifre impressionanti. Gli Italiani avevano perso circa uomini (tra morti, feriti e dispersi), 380 pezzi d'artiglieria, armi controcarro e contraeree, 460 carri armati medi, 50 carri armati leggeri, 40 autoblinde, automezzi, mezzi motorizzati ecc. Ed altri uomini, 16 pezzi di artiglieria e 31 carri armati sarebbero stati persi in dicembre e in gennaio. Il 23 gennaio del 1943 Rommel lasciò Tripoli e, alla fine del mese, con la perdita della Tripolitania tutta la Libia era ormai stata abbandonata. Agli inizi di febbraio le unità tedesche e italiane superstiti, insieme alla Divisione corazzata Centauro arrivata dall'italia, schierate con uomini e 80 carri armati sulla linea del Mareth, in Tunisia, assunsero la denominazione di 1a Armata. Negli stessi giorni il maresciallo Rommel venne richiamato momentaneamente in Germania e fu sostituito dal generale Giovanni Messe.

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