2.6 Maiolica con decorazione di stile compendiario e tardo compendiario

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1 MAIOLICA CON DECORAZIONE DI STILE COMPENDIARIO E TARDO COMPENDIARIO 2.6 Maiolica con decorazione di stile compendiario e tardo compendiario L espressione decorazione di stile compendiario coniato nel 1938 dal Ballardini 1 ha avuto negli anni a seguire una enorme fortuna, fino all ultimo fondamentale contributo Faenza-Faience, bianchi di Faenza di C. Ravanelli Guidotti 2, al quale si rimanda per l approfondimento di tutti gli aspetti inerenti tale tipologia ceramica. La produzione compare a Faenza negli anni quaranta del 500 in contrapposizione all eccessivo cromatismo e all accademismo scolastico dei vari decori a trofei, grottesche, raffaellesche, istoriati. Fu una vera e propria rivoluzione sia tecnica, con l introduzione di uno smalto stannifero di ottima qualità di colore bianco, spesso e denso da cui il termine bianchi, che estetica, riducendo l ornato e limitando il cromatismo 3 al blu, arancio e giallo, dati con tratto sottile ottenendo un effetto grafico. I manufatti comprendono tipi caratterizzati da un autonoma e nuova morfologia, ben diversa ed originale rispetto alla produzione maiolicata precedente, infatti, oltre ai pezzi tradizionalmente torniti, si utilizzano spesso stampi di gesso ispirati ai contemporanei lavori in metallo, con forme traforate oppure baccellate. Fin dall inizio lo stile compendiario da Faenza ebbe un enorme fortuna e fu adottato in Italia 4 ed anche all estero 5, per tutta la seconda metà del 500, il 1 BALLARDINI 1994, pp RAVANELLI GUIDOTTI s.d. oltre a RAVANELLI GUIDOTTI Riducendo i colori alle varianti in monocromia blu, in bicromia blu-giallo-arancio o raramente in tricromia con l aggiunta ai precedenti colori del verde o del bruno, Di notevole interesse appare l accostamento di colori freddi come il blu e l azzurro con colori caldi quali il giallo e l arancio. 4 Nell impossibilità di riportare l enorme quantità di studi dove tale classe ceramica viene menzionata, si è preferito qui segnalare solo quei materiali provenienti da scavo, di certo più attinenti alla natura della nostra ricerca. 5 Si segnalano alcuni esempi di compendiari documentati al di fuori dell Italia, che testimoniano ed allargano il quadro dell ampia diffusione che tale maiolica ha avuto, e da cui trassero ispirazione alcune produzioni europee. Si passa dall esportazione ai servizi su commissione, quasi esclusivamente faentini, come nel caso dell Olanda, della Svizzera e della Croazia, Austria (MARSILLI 1985, p. 23), successivamente si assiste all affermazione di manifatture che seguono la moda dei bianchi come nel caso della Moravia (MARSILLI 1985, pp KALESNY 1985, pp ) e della Francia (Per Lione vedi MARSILLI 1985, p. 23, SCHMYDER 1985, p. 43). Frammenti in compendiario, di produzione faentina, esportati in Olanda si rinvengono in contesti archeologici. Vedi HURST et al. 1986, fig. 9 n. 14, coppa con puttino datata , trovata ad Amsterdam, oltre ad un analogo esemplare proveniente dallo stesso sito e oggi in collezione privata; infine un altro puttino proviene da Enkhvizen sempre in Olanda (HURST et al fig. 9 n. 15 e pl. 4). Un frammento di coppa con santino datata trovata 600 ed oltre, influenzando la produzione di altri centri, sia con l imitazione fedele degli ornati, che interpretando taluni decori, tanto che il termine faenza o faïence divenne sinonimo di maiolica. Allo stato attuale delle ricerche, lo studio sulla produzione compendiaria in Italia, pur in presenza di un abbondante documentazione, sembra aver privilegiato più l aspetto antiquariale e collezionistico che quello archeologico. Questo fatto è dovuto alla mancanza di una sintesi su quanto, man mano negli anni, la ricerca archeologica andava evidenziando e che purtroppo rimane sparso in una miriade di studi inseriti nel più ampio contesto di scavi e rinvenimenti di archeologia postmedievale. Da qui l esigenza di mettere insieme, senza la pretesa di esaustività, una serie di dati sui centri di produzione e diffusione. Per il Piemonte si segnala Torino 6 come centro di produzione oltre al rinvenimento di un frammento in compendiario castellano. Per la Liguria si segnala un rinvenimento da Genova 7, e Savona 8. sempre ad Amsterdam, in una fossa di scarico insieme ad un esemplare simile. (HURST et al. 1986, fig. 9 n. 16), coppa con monogramma IHS datata trovata a Zeeland. (HURST et al. 1986, fig. 9, n. 17). Vedi inoltre BAART 1983 da Amsterdam frammenti in compendiario da stratigrafia datata , p. 164, piatto p. 182, fig. 20, fruttiera con puttino p. 182, fig. 21. Per il commercio di prodotti in maiolica dall Italia verso i Paesi Bassi BAART 1983 vedi p. 167; per lo stile compendiario l autore propone un asse commerciale Venezia-Amsterdam BAART 1983 p Vedi inoltre l intervento alla relazione di Baart da parte di G. Bojani p. 171 che fa riferimento ad altre ceramiche compendiarie rinvenute in Olanda, alcune di sicura produzione faentina, altre invece di incerta attribuzione. Vedi anche l intervento alla relazione di Baart G. GARDELLI, p. 172, che sembra riconoscere in alcuni frammenti presentati da Baart confronti diretti con ceramiche provenienti da scavi effettuati ad Ancona e vicino Casteldurante, per cui propone esportazioni verso l Olanda oltre che da Faenza anche dalle Marche. Per i compendiari dall Inghilterra vedi HURST et al., 1996 p. 24, che segnala una crespina decorata in stile compendiario da Norwich. Per la Svizzera: SCHNYDER 1985, pp Per la Croazia: PETRICIOLI 1985, pp. 69, RAVANELLI GUIDOTTI s.d., p. 44 e p. 43, fig. 23, si segnala il trasferimento nella città piemontese di maestranze faentine, che diedero inizio ad una produzione del tutto identica agli originali faentini, tanto da far sorgere difficoltà attributive. 7 MILANESE 1977, p. 245 e p. 262 tav. III figg. 28,29, vengono segnalati due frammenti attribuiti a Faenza o veneti ad imitazione di quelli faentini. Il frammento n. 28 decorato con un volatile contornato da una ghirlanda con frutto circolare e gruppetto di tre foglie presenta sorprendenti analogie con l analogo decoro castellano (vedi il nostro tipo 1b), per cui non si esclude un appartenenza del medesimo ad officine abruzzesi. 8 RICCARDI, PATELLA 1977, da lavori subacquei presso Vado Ligure si sono recuperati vari frammenti di ceramica post- 185

2 I MATERIALI CERAMICI DALLA US 2 (XVI-XVIII SECOLO) Per la Lombardia la documentazione appare alquanto lacunosa, si possono segnalare i soli pochi rinvenimenti da Milano 9, e Pavia 10. Per il Veneto genericamente i compendiari erano importati da Faenza o prodotti ad imitazione di quelli romagnoli. Vedi i frammenti recuperati a Rovigo 11, Padova 12, e nel padovano: Conselve 13, Montagnana 14, Verona 15, Este 16, Treviso 17, Chioggia 18, Venezia 19. Per l Emilia Romagna oltre il ben noto centro di Faenza si segnalano i rinvenimenti di Ravenna 20, Modena 21, Ferrara 22. Per la Toscana si segnalano, oltre ai centri di produzione di Montelupo 23 e Pomarance 24, i rinvenimenti di Firenze 25 e Prato 26. medievale fra cui si segnalano vari frammenti con decorazione in stile compendiario, un boccale attribuito ad area meridionale p. 440 n. 14, un versatoio di produzione ligure p. 440 fig. 12 che presenta analogie morfologiche con analoghi esemplari castellani. 9 AGRIPPA BERGER, VANNINI 1991 Maiolica con decorazione in monocromia blu: p. 336 tav. CLII nn. D.4, d.5.; con decorazione in blu e giallo bruno p. 337, 338 non illustrato. Otto frammenti provengono da S. Maria della Vittoria, FIAC- CO et al. 1993, pp e p. 133 tav. 10 nn. 54, 55. Si segnalano una crespina e una forma chiusa con decoro in monocromia blu di probabile produzione faentina. 10 NEPOTI 1978 p. 202, 203, e fig. 55 nn Si tratta di pochi frammenti per cui l autore propone confronti con la produzione faentina, anche se non esclude una possibile produzione lombarda scarsamente conosciuta. Il frammento fig. 55 n. 126 presenta un decoro con la rosellina molto simile al motivo 1a di Castel Frentano. 11 MUNARINI, VISSER TRAVAGLI I frammenti recuperati provengono da due contesti: il primo da sterri in centro urbano, p. 101, fig e p. 102, fig tutti di area romagnola (Faenza); il secondo dal convento di S. Bartolo, p. 120, n. 157, p. 121, n. 158 di area romagnola (Faenza), e p. 121, n. 160 di area umbra (Deruta). 12 MUNARINI 1995, cap. La seconda metà del XVI secolo e gli inizi del XVII: la rivoluzione compendiaria, pp ANGLANI 1995, pp , dove oltre ad esemplari integri di Faenza, Montelupo, Castelli, Deruta, che possono essere pervenuti presso la collezione del museo tramite il mercato antiquario, l autrice segnala alcuni frammenti provenienti da sterri urbani. Dall area dell attuale palazzo INPS vedi il frammento n. cat. 197, e dal chiostro del convento di S. Antonio vedi il frammento n. cat. 209, ambedue di produzione faentina. 13 Dai butti di palazzo Zen vedi ERICANI 1990, p. 168, due maioliche compendiarie e un piattello con S. Giovannino nel cavo. 14 Dal butto di casa Grimani-Rugolotto vedi ERICANI 1990b, pp si segnala fra le maioliche di tipo compendiario faentino, «una zuccheriera, un fondo di scodella, una scodella con manici a mensola, un vassoio, una scatola o zuccheriera, un vaso o boccale tutti con il tipico angioletto». 15 Un cospicuo numero di maiolica in stile compendiario viene segnalato, (ma purtroppo inedita) fra i fondi dei musei civici veronesi, vedi ERICANI 1990a, p. 221; trattasi di frammenti riferibili a produzioni faentine. 16 Frammenti di maiolica decorata in stile compendiario provengono da due butti dell abbazia camaldolese di Carceri d Este, vedi ERICANI 1990a, pp I frammento sono riferibili ad alcuni boccali, e ad un anfora biansata, con decori relativi a servizi conventuali, e cherubini, di produzione faentina. Un consistente nucleo di maioliche siglate S. M. e datati a partire dal 1579 sembrano invece di produzione veneta. 17 BELLIENI 1990, pp , e BELLIENI 1991a, pp A Treviso, documenti d archivio testimoniano l introduzione in città di una manifattura ceramica negli anni ottanta del XVI secolo da parte di maestro Alvise de Berti. Il riferimento ai tipi prodotti, cioè «latesini, azurini, verdolini figuradi et non figuradi» non lasciano dubbi sulle tipologie prodotte: I bianchi e decoro compendiario, chiamati a Venezia latesini, e maioliche a smalto berrettino. Sempre da documentazione archivistica apprendiamo che tale produzione era ad imitazione di quella faentina, e molto probabilmente a Venezia avvenne la formazione del suddetto Alvise de Berti, considerando che proprio a Venezia la tipologia dei bianchi faentini sembra sia stata introdotta già negli anni settanta da Vincenzo Gabellotto. Mancano comunque manufatti di sicura attribuzione a questa fabbrica trevisana. Gli unici frammenti che il Bellieni segnala in bianco con decoro compendiario in blu e giallo, sono quelli, purtroppo inediti, di provenienza archeologica, ma senza dati di scavo che si conservano in una raccolta privata trevisana. Altri manufatti con analogo decoro si possono ammirare nella raccolta del locale museo civico, fra i quali si segnalano pezzi di sicura produzione faentina, provenienti probabilmente dal mercato antiquario e acquistati dal fondatore del museo. Di notevole interesse appaiono quatto manufatti, sempre nella raccolta del museo e con la stessa provenienza, erroneamente attribuiti, anche se con riserva, ma di indiscutibile produzione castellana. Sono l alzata n. 241 fig. 250 e il vassoio n. 242 fig. 248, con stemma centrale e tralcio con girali e nastri sulla tesa del tutto identici al nostro gruppo n. 3, a cui si rimanda; la bottiglia n. 243 fig. 249 con stemma e tralcio con girali e gruppetto di tre foglie, (vedi per confronto ARBACE 1993, Schede nn. 3-4 p. 6); l acquasantiera datata 1657, erroneamente attribuita a Deruta, n. 259 fig. 264, con decoro tardocompendiario (vedi anche ARBACE 1993, Schede nn , p. 18). 18 BOSCOLO FEMEK 1991, p Vedi infra nota n RAVANELLI GUIDOTTI s.d., p. 42, fig. 22. Sembra che a Ravenna si siano trasferite maestranze faentine. 21 GELICHI, LIBRENTI 1998 dai contesti archeologici del convento delle clarisse a Finale Emilia, pp figg , e p. 90, figg CORNELIO CASSAI 1992, p. 212 e tav. VII n. 2 dalla Torre di S. Giuliano, dalla Vasca 2: si segnalano ciotoline faentine a presa polilobata decorate con putti. NEPOTI 1992 da Corso della Giovecca pp BERTI 1998, grazie ai recenti studi del Berti, a Montelupo il compendiario sembra abbia avuto inizio negli anni quaranta del 500 con un naturale processo di compendiarizzazione di schemi decorativi preesistenti quali la famiglia blu. Non mancano comunque esempi di compendiari imitanti i prototipi faentini fra cui si segnala un frammento di scarto di fornace firmato BANDIN(O) (B)ANDINI e datato 1597 oppure 1593, (pp e pp. 372 fig e p. 373 fig. 307). Sempre alla produzione faentina sembra riferirsi la produzione in compendiario a settori denominata nella tradizione faentina a ricamo, cronologicamente inquadrabile fra la metà del 500 e il 1660 ca. (pp e pp , figg ). Vedi inoltre CORA 1960 e CORA PASQUINELLI et al. 1987, pp che segnala alcuni manufatti decorati in stile compendiario, conservati presso il Museo d Arte Sacra di Volterra provenienti da Pomarance. L articolo mette in evidenza Pomarance come centro produttivo di ceramica. 25 GIACHETTI 1995, che segnala fra i vari frammenti ceramici recuperati dai butti cittadini, un buon numero di maioliche faentine decorate in stile compendiario, oltre a qualche frammento di maiolica con smalto turchino attribuiti alla produzione castellana. Vedi inoltre CORA 1960 che segnala ordinazioni di grandi servizi da mensa in stile compendiario da parte della famiglia Medici e dell Arciospedale di S. Maria Nuova ai ceramisti di Faenza. Sempre da Firenze proviene una forma aperta con decorazione compendiaria raffigurata 186

3 MAIOLICA CON DECORAZIONE DI STILE COMPENDIARIO E TARDO COMPENDIARIO Per le Marche vedi i centri di produzione di Casteldurante 27, Fabriano 28, e i rinvenimenti di Camerino 29, Ascoli 30, Ancona 31. Per l Umbria vedi il centro di produzione di Deruta 32. Per il Lazio vedi i centri di produzione di Acquapendente 33 e Roma 34, oltre ai rinvenimenti di Orvieto 35, Farnese 36, Grottaferrata 37. Per produzioni compendiarie, di area meridionale: Per la Campania i centri di produzione di Napoli, in (CECCONI, VANNI DESIDERI 1981, p. 145, n. 27, p. 141, fig. 27). La presenza a Firenze di esemplari di Faenza testimonia il successo commerciale della produzione faentina anche in aree dove forte era la presenza di importanti manifatture come ad esempio, nel nostro caso, quella montelupina. 26 FRANCOVICH 1978, p. 185, fig GARDELLI 1989, pp. 153, gruppo 2-2, p. 154 gruppo MELONI MEZZANOTTE et al Si segnalano due tazze con decoro compendiario in collezione privata (Furbetta) provenienti dall ex convento degli zoccolanti a Colle Amico. Il frammento, p. 64, fig. 27 decorato con monogramma ihs, confronta con la produzione castellana in particolare RICCI 1989b, p. 142, tav. 6 n. 2. Il frammento p. 64, fig. n. 28 reca come decoro un fiore quadripartito anch esso molto simile ad esemplari castellani RICCI 1989b, p. 138, tav. 1, n. 23. Attribuiti a manifatture di Fabriano (viene documentata un attività ceramica dalla fine del XIII al XV anche se non del XVI), la produzione presenta stringenti analogie con quella abruzzese. 29 MARUCCI Presso il Museo Civico vengono conservati frammenti con decorazioni in stile compendiario provenienti dall ex convento di S. Elisabetta, vedi p. 112 e p. 113, figg Vedi infra. 31 Vedi infra. 32 BUSTI, COCCHI 1992, p. 83 e p. 92, fig. 66. Si segnala un piatto da scavi nel centro storico con decoro a ghirlanda, eseguito fra gli altri con l uso del colore bruno di manganese, che testimonia l affermarsi nella seconda metà del 500 della produzione in stile compendiario anche a Deruta. 33 BRUSCALUPI Dove vengono presentati esemplari di piatti decorati con stemmi sia come motivo centrale che sulla tesa lasciando il resto del piatto in bianco. Questi stemmi presentano sorprendenti analogie con quelli della produzione castellana, come ad esempio quello di Tommaso Balbano vescovo di Penne dal 1599 al 1621 con tre bande turchine entro cui sono dipinti alcuni uccelli, l ornato è presente sia su un frammento da Acquapendente BRUSCALUPI 1991, p. 17 che su un mattone del soffitto della chiesa di S. Donato, S. Donato 1993, p. 122 mattone RICCI 1985 p. 399 vedi l incremento del compendiario locale in relazione a maioliche importate o di altro stile nelle percentuali degli istogrammi nn. 1, 2 e 3. Per gli esemplari da Roma vedi il capitolo del Compendiario di sicura o probabile esecuzione locale dalla seconda metà del XVI e della prima metà del XVII secolo. A Roma alla fine del 500 risiedeva il cardinale Silvio Antoniano oriundo di Castelli, per cui si ipotizza tramite la sua protezione un trasferimento di maestranze castellane a Roma DONATONE 1981 p SATOLLI 1995, p. 130, pp e tav. XXXIII, che segnala numerosi frammenti in stile compendiario raccolti presso la Collezione Civica e in raccolte private. Taluni frammenti si caratterizzano per i riscontri con la produzione derutese. 36 In provincia di Viterbo, vedi due piatti attribuiti alla produzione di Acquapendente o Bagnoregio in FRAZZONI- VATTA 1995, pp , nn , p. 157, tav. XXX. 37 In provincia di Roma, vedi MAZZUCATO 1981, p. 10 figg. 41, 42, 45, vengono segnalati frammenti in compendiario e tardocompendiario di produzione romana. Salerno, e Vietri sul mare oltre ai rinvenimenti di Cerreto Sannita, Pietrastornina, Torella dei Lombardi 38. Per la Puglia i centri di produzione di Laterza, Cutrofiano, oltre ai rinvenimenti di Bari 39. Infine per la Sicilia i rinvenimenti di Palermo 40. I materiali rinvenuti a Castel Frentano e qui presentati vengono di seguito suddivisi in due gruppi decorativi 41. Il primo, esclusivamente di produzione castellana 42, si caratterizza per una datazione più antica compresa fra la metà 43 o la fine del secondo terzo 44 del 500 fino al primo trentennio del 600, ponendo nell ultimo terzo del 500 il culmine della produzione 45. Il secondo a cui si è preferito attribuire il termine tardo compendiario si caratterizza invece sia per l uso di decori derivanti dalla trasformazione di quelli della produzione precedente 46, sia per una produzione pienamente seicentesca con originali repertori. Anche questo gruppo tardo compendiario è costituito quasi esclusivamente da produzioni castellane tranne che per pochi frammenti di produzione non determinabile 47. Gruppo in compendiario castellano In questo gruppo i decori sono suddivisi in tralci e motivi centrali. L argilla è generalmente ben depurata, riconducibile ad un unico tipo di colore beigegiallino (argilla 1), e smalto di colore bianco, denso e compatto, lucido di buona qualità (smalto 1). 1. DECORAZIONE A TRALCI CON GIRALI, FIORI O FRUTTA 1a. TRALCIO DIRITTO CON GIRALI E ROSETTE STILIZZATE Presente in due tipi, il primo con fiore alternato a girale (e sembra essere il decoro base, ed il più diffuso), 1), ed il secondo con fiore alternato a barretta 2) 48. Attestato 38 Vedi infra, nelle conclusioni a fine capitolo. 39 Vedi infra, nelle conclusioni a fine capitolo. 40 D ANGELO 1977, p. 145, n. 8, che segnala un frammento decorato a figura umana dalla chiesa dello Spirito Santo ed attribuito a manifatture dell Italia centro-settentrionale. 41 Data la frammentarietà dei pezzi, si è preferito organizzare la ricerca privilegiando l aspetto decorativo. 42 Ai quali si aggiungono quelli del gruppo in compendiario di probabile produzione lancianese imitanti comunque i repertori castellani, vedi VERROCCHIO infra. 43 RICCI 1989d, p RICCI 1989b, p RICCI 1989d, e RICCI 1989b, p In parte ad essa coeva, come nel caso di taluni decori presenti sul soffitto della chiesa di S. Donato a Castelli ( ), vedi San Donato Vedi decorazione a figura umana n Vedi inoltre la stessa rosetta alternata a foglie RICCI 1989b, p. 142, tav. 5, nn. 1,2, Castelli 1989, catalogo n Alternata con fiorellino circolare più piccolo, Castelli 187

4 I MATERIALI CERAMICI DALLA US 2 (XVI-XVIII SECOLO) sulla tesa di un piatto e sul fondo di un boccale. Colori: blu, giallo, arancio. Il motivo definito già da Marco Ricci 49 come tipo III con girali semplici o doppie e datato ultimo terzo del XVIprimo terzo del XVII secolo, sembra essere uno dei decori compendiari castellani più diffuso. Le rosette o fiori di Brionia già presenti nella precedente produzione tardo gotica italiana della seconda metà del , vengono riprese nella produzione compendiaria faentina 51 a cui molto probabilmente si ispirarono i ceramisti castellani. Successivamente tramite l influenza del compendiario castellano su produzioni nell Italia meridionale, le rosette o fiori di Brionia entrarono anche negli ornati di questi ultimi 52. Per una definizione cronologia più precisa vedi il calamaio in collezione privata datato Il tralcio seppur presente sembra notevolmente ridursi nel primo quarto del XVII: è attestato, solo su tre degli oltre ottocento mattoni del soffitto seicentesco ( ) della chiesa di San Donato 54, in ogni modo al momento non si conoscono esemplari con cronologia successiva 55. Il decoro è presente sulla produzione con smalto turchino 56, oltre che su frammenti dallo scarico Pompei 57, dallo «scarico Grue» 58 e da frammenti provenienti dagli scarichi di Castelli in collezione pubblica 59 e privata 60. Esemplari con decoro analogo inoltre sono presenti in numerose raccolte e collezioni catalogo n Alternata con trifogli Castelli 1989 catalogo n. 615, e n Alternata con rosetta in foglia d oro su turchina Castelli 1989 catalogo n Come motivo centrale RICCI 1989b, p. 142, tav. 5, n RICCI 1989d, p Vedi ad esempio per la produzione derutese FIOCCO- GHERARDI 1989, p. 146, tav NEPOTI 1978, vedi la ghirlanda presente sul boccale p. 202, n. 126 e fig. 55 n L autore oltre all attribuzione a manifatture faentine propone una possibile produzione lombarda. 52 Per la produzione di Laterza DONATONE 1992, figg Per la produzione di Napoli DONATONE 1984 l albarello, tav. 11, fig. d, il piatto datato 1636, tav. 36c attribuito a fabbriche napoletane o salernitane, il piatto tav. 37a. 53 Castelli 1989 catalogo n Vedi inoltre i piatti catalogo nn. 599, 593, 594, l alzata catalogo n. 598, e gli albarelli catalogo n. 614, DONATONE 1993, p. 13. San Donato, p. 220 mattone 5, p. 238 mattone 1, p. 239, mattone 3 con data La produzione sembra proseguire in Campania a seguito del trasferimento di maestranze castellane in particolare a Napoli attorno al secondo decennio del 600 (DONATONE 1981, p. 44) e a Salerno nel 1634 (DONATONE 1981, pp ). 56 Vedi la bottiglia Castelli 1989 catalogo n RICCI 1989b, p. 141, tav. 4, nn. 11, 16, 41, 42, p. 142, tav. 5, nn. 1, 2, DE POMPEIS 1984, tav. 10, n. 1, 2, tav. 12, n Appendice 2, Castelli, 4. Un frammento di piatto con la decorazione sulla tesa, un frammento di piatto con identica decorazione sulla tesa e motivo centrale con grosso fiore a 8 petali e boccioli. 60 Un frammento di piatto con identica decorazione sulla tesa. Vedi Appendice 2, Castelli, Dalla collezione Acerbo di Loreto Aprutino (ARBACE 1993 vedi il calamaio scheda n. 2 pp. 4-5, e gli albarelli scheda nn. 9 e 12), dal Museo Civico di Padova (un piatto castellano in MUNARINI 1995, pp e ANGLANI 1995 p. 148, n. 201 da cui si propone un esportazione di manufatti 1b. TRALCIO DIRITTO CON GIRALI, FRUTTO CIRCOLARE E GRUPPETTO DI TRE FOGLIE 3) Piatto, orlo, 4) Piatto, parete, 5) Piatto, parete, 6) Piattino, parete, 7) Piatto, parete. Attestato sulla tesa di tre piatti, di cui uno con morfologia a tesa breve, e sul cavetto di due forme aperte di tipologia non determinabile. Colori: blu, giallo, arancio. Il decoro è presente sulla produzione con smalto turchino 62, oltre che su frammenti provenienti dallo scarico Pompei 63 e frammenti sempre provenienti dagli scarichi del paese, oggi in collezione pubblica 64. Esemplari simili, inoltre sono presenti in raccolte e collezioni 65. Il motivo del frutto circolare trova stringenti confronti con un frammento di produzione romana 66. Tale decoro dovette avere una discreta fortuna commerciale, visto che compare su frammenti castellani recuperati in contesti extraregionali. A Torino dallo scavo di Palazzo Madama 67, e a Senigallia dallo scavo della Rocca 68. 1c. TRALCIO DRITTO A GHIRLANDA CON GIRALI E NASTRI Decoro base con girali in arancio. 8) Piatto, orlo. 9) Piatto, orlo. 10) Piatto, orlo, Variante con la linea del tralcio dritto di colore verde. 11) Piatto, orlo. Variante con le barrette di colore blu ) Piatto, frammenti appartenenti allo stesso piatto, orlo. 14) Boccale, parete. Con il colore bruno, quasi nero che sostituisce l arancio ) Piatto, parete. Attestato su otto tese di piatti e su una parete di boccale. Colori: blu, giallo, arancio. Il motivo definito già da M. Ricci 69 come gruppo V, datato tra gli ultimi anni del 500 ed il primo terzo del secolo successivo, dal contesto in oggetto è presente in due tipi, il primo che rappresenta il decoro base ha i girali di colore arancio e si colloca cronologicamente prima dell altro con girali di colore bruno, quasi nero 70. Frammenti con analogo decoro provengono dallo scarico Pompei 71, e dallo scarico Grue 72. Ulteriori confronti con frammenti provenienti dagli scarichi di Castelli si riscontrano in collezione pubblica 73 e castellani verso il Veneto) e da altre collezioni (Vedi Castelli 1980, il piatto p. 134, fig. n. 96. FRANCESCHILLI 1976, il piatto fig. 3. DONATONE 1989, il piatto fig Vedi il versatoio con decoro in oro e bianco datato fine XVI inizi XVII sec. Castelli 1989 catalogo n RICCI 1989b, p. 142, tav. 5, nn. 10, Appendice 2, Castelli, 4. Il frammento presenta come variante al posto del tralcio dritto una girale doppia. 65 Castelli Il boccale catalogo n. 626, il piatto catalogo, n RICCI 1985, p. 403, fig. 111 i. 67 CORTELAZZO et al. 1982, p. 262, fig Si tratta di un frammento di catino dipinto in blu, arancio e giallo e assegnato a manifatture castellane. 68 Si tratta di un catino a orlo rivoltato, il decoro è presente nella parete interna sotto l orlo. Vedi infra fig RICCI 1989d e p Sull uso del colore bruno che sostituisce l arancio vedi PANNUZI 1988, p. 32, n. 103 che inquadra il fenomeno alla prima metà del XVII sec. 71 RICCI 1989b, p. 142, tav. 5 nn. 12, 13, DE POMPEIS 1984, tav. 10, n Vedi Appendice 2, Castelli 4, si segnala oltre ad una bottiglia, tre frammenti di bacili con la decorazione presen- 188

5 MAIOLICA CON DECORAZIONE DI STILE COMPENDIARIO E TARDO COMPENDIARIO Figg Compendiario castellano con decorazione a tralcio diritto. 185: con girali e rosette stilizzate tipo 1a (nn. 1-2) e a tralcio diritto con girali, frutto circolare e gruppetto di tre foglie tipo 1b (nn. 3-7); : a ghirlanda con girali e nastri 189 tipo 1c (nn. 8-16).

6 I MATERIALI CERAMICI DALLA US 2 (XVI-XVIII SECOLO) privata 74. Esemplari con decoro analogo sono presenti in raccolte e collezioni 75. Notevole interesse presenta l identica decorazione su smalto turchino 76 e su piatti in pasta verde 77. Anche questo decoro, come il tipo 1a ha avuto un enorme fortuna, sembra attestato solo a Castelli, allo stato attuale delle ricerche non si conoscono tipi simili fra gli ornati di altri centri di produzione e fu largamente prodotto e commercializzato. Cronologicamente la produzione castellana sembra protrarsi fino agli anni trenta del 600 con la caratteristica di sostituire il colore bruno all arancio. Oltre a Castelli il decoro venne ripreso analogamente al tipo 1a dalla produzione campana ed eseguito senza apportare alcuna variante all originale da maestranze castellane trasferite a Napoli dal secondo decennio del Un frammento castellano con tale decorazione recuperato dalla Laguna veneta 79, testimonia l esportazione di questi prodotti abruzzesi verso Venezia. 1d. MOTIVO CENTRALE CON FIORE AD OTTO PETALI 17) Piatto, fondo. 18) Piatto, fondo. 19) Piatto, fondo. Colori: blu, giallo, arancio. Il decoro è attestato su frammenti provenienti dallo scarico Pompei: sulla produzione in smalto berrettino 80 e sulla produzione compendiaria sia su fondo bianco 81 che turchino 82. 1e. MOTIVO CENTRALE CON FIORE QUADRIPARTITO 20) Piatto, fondo. Colori: blu, giallo, arancio. Questo tipo di decoro risulta largamente prodotto dalle te nella parete interna sotto la tesa e un frammento di parete di forma aperta. 74 Appendice 2, Castelli 5, tre frammenti di tesa di piatti. 75 I piatti catalogo nn. 602, 603, 604, 605. Dalla collezione G. Bindi oggi al Museo delle Ceramiche di Castelli (PROTERRA L alzata e il piatto p. 23, n. 1 e p. 24, n. 2. Il piatto da pompa raffigura come motivo centrale un uomo barbuto che afferra un cavallo, per cui la Proterra propone un legame con alcuni mattoni del soffitto di S. Donato ascrivibili alla cerchia di Giacomo di Filippo). Dalla collezione V. Bindi oggi al Museo Capitolare di Atri (FRANCESCHILLI Il piatto fig. 2). Dal Museo Civico di Treviso (BELLIENI 1991a, vedi l alzata n. 241, fig. 250 e il vassoio n. 242, fig. 248, con stemma centrale e tralcio con girali e nastri sulla tesa). E da altre collezioni private (Vedi Castelli 1968, il piatto p. 182, fig. 21; Castelli 1980, il piatto da barba tav. 33 scheda n. 113, tav. 52, scheda n. 95, scheda n. 57; Castelli 1984, il piatto fig. 3). 76 Castelli 1989, il piatto dipinto in oro e bianco catalogo n. 540 e il piatto dipinto in oro catalogo n DE POMPEIS C., e V. 1988, p. 79, fig. 2. La produzione castellana in pasta verde viene inquadrata cronologicamente in base ad un piatto con gli stemmi inquartati degli Acquaviva D Aragona e dei Ruffo oggi al British Museum, relativo a Giosia Acquaviva ( ) Duca di Atri sposato a Margherita Ruffo. DE POMPEIS C. e V. 1988, p. 76. Vedi inoltre dallo scarico Pompei RICCI 1989b, p DONATONE 1984, sono attribuite a fabbriche napoletane vari esemplari fra cui due vaschette una tav. 13b e l altra tav. 38a oltre ad un piatto tav. 43d. 79 BOSCOLO FEMEK 1991, il piatto, p. 106 con doppio tralcio uno sulla tesa e l altro all interno del cavetto. 80 RICCI 1989b, p. 138, tav. 1, n. 20 dipinto in blu e giallo. 81 RICCI 1989b, p. 142, tav. 5, n RICCI 1989b, p. 140, tav. 3, n. 17 dipinto in bianco. Vedi inoltre Castelli 1989 catalogo n. 559, 560 dipinto in bianco e giallo su smalto turchino, catalogo 555 in bianco su smalto turchino. manifatture castellane, è presente sia nelle produzioni più antiche come quella in smalto berrettino 83 che in quella tipicamente compendiaria 84. La fortuna dell ornato è testimoniata inoltre dalla sua presenza nel repertorio della maiolica tardo compendiaria 85. La semplicità di questo decoro, dovuto probabilmente all esemplificazione di quello precedente (fiore ad otto petali) e la sua assenza fra le produzioni di lusso, quale quella in smalto turchino suggeriscono un suo utilizzo principalmente nella produzione d uso corrente. 1f. CESPUGLIO CON GROSSO FIORE CIRCOLARE O OVALE E GIRALI 21) Olletta, orlo. 22) Piatto, fondo. 23) Piatto, parete. Colori: blu, giallo, arancio. 1g. PRESA POLILOBATA CON DECORAZIONE A CESPUGLIO CON FIORE CIRCOLARE E GIRALI 24) Tazza, presa polilobata. Colori: giallo, blu, arancio. La presa trova puntuali confronti con esemplari presenti nello scarico Grue 86, questi, si caratterizzano per il fiore a forma circolare oppure a bocciolo ed in alcuni casi per la fascia ad archetti presente nella parte interna dell orlo. Contrariamente le prese polilobate provenienti dallo scarico Pompei 87 sembrano presentare tutte un bocciolo lanceolato. Prese analoghe inoltre si segnalano da scarichi castellani oggi in collezione pubblica 88. 1h. CESPUGLIO CON FOGLIE DI VITE E GIRALI 25) Alzata, fondo, colori: con l aggiunta dell azzurro. 26) Boccale, parete. 27) Boccale, parete. Colori: blu, giallo, arancio. Anche per questo ornato si riscontrano confronti puntuali con esemplari castellani 89. L uso di girali in giallo rinforzate in azzurro e con puntini in blu presenti sul nostro frammento n. 25 confronta con un frammento di versatoio con mascherone proveniente dagli scarichi di Castelli oggi in collezione privata 90. 1i. CESPUGLIO CON FRUTTO CIRCOLARE E GIRALI 28) Piatto, fondo. 29) Boccale, parete. Colori: blu, giallo, arancio. 83 Dallo scarico Pompei vedi RICCI 1989b p. 138 tav. 1 n. 23 dipinto in blu e giallo su smalto berrettino. 84 Il decoro confronta con frammenti provenienti dagli scarichi sotto l abitato di Castelli sia in collezione pubblica (Appendice 2, Castelli, 4, si segnalano quattro frammenti) che privata (Appendice 2, Castelli, 5, due fondi di tazza). 85 Vedi la produzione in monocromia blu tipo 7a, 7b, oltre che i tipi 8c e soprattutto 8d. 86 DE POMPEIS 1984, tav. 11 n. 1. Vedi anche tav. 10 n Per le prese polilobate dallo scarico Pompei vedi RICCI 1989b p. 140 tav. 3 n. 1 in smalto turchino, p. 142 tav. 5 nn , RICCI 1989d, p. 173 tav. XII nn Per il fiore a bocciolo vedi inoltre il soffitto della chiesa di S. Donato (San Donato 1993 p. 285 mattone 1). 88 Appendice 2, Castelli 4. Sono attestati n. 5 frammento e tutti riferibili al tipo in POMPEIS 1984, tav dallo scarico Grue. 89 RICCI 1989b, p. 142, tav. 5 n. 36. Per la foglia di vite vedi inoltre p. 141, tav. 4, nn. 14, 20, 21, p. 142, tav. 5 nn. 3. Il versatoio in Castelli 1968, p. 181, n Appendice 2, Castelli,

7 MAIOLICA CON DECORAZIONE DI STILE COMPENDIARIO E TARDO COMPENDIARIO Figg : Compendiario castellano con decorazione a motivi centrali con fiore ad otto petali tipo 1d (nn ), con fiore quadripartito tipo 1e (n. 20) e cespuglio con foglie di vite e girali tipo 1h (nn ); 189: Compendiario castellano con decorazione a cespuglio con grosso fiore circolare o ovale e girali tipo 1f (nn ), presa polilobata con cespuglio con fiore circolare e girali tipo 1g (n. 24), cespuglio con frutto circolare e girali tipo 1i (nn ), e girali tipo 1l (nn ); 190: Compendiario castellano con decori vari, versatoio a mascherone tipo 2a (nn ), linee verticali tipo 2b (n. 36), linee concentriche 191 tipo 2c (n. 37), graticcio con crocetta nei punti d incontro tipo 2d (n. 38), e mattonella con foglia bipartita tipo 2e (n. 39).

8 I MATERIALI CERAMICI DALLA US 2 (XVI-XVIII SECOLO) Il motivo risulta largamente attestato nella produzione castellana, confronta puntualmente con frammenti provenienti dallo scarico Pompei 91, con frammenti oggi in collezione pubblica 92 oltre che con esemplari in collezione privata 93. Per la produzione cronologicamente più tarda vedi l analogo decoro presente su numerosi mattoni del soffitto di S. Donato 94. 1l. GIRALI 30) Piatto, fondo. Colori: blu, giallo, arancio. 31) Piattino, fondo. Colori: blu, arancio. 32) Piattino, fondo. Colori: arancio. 2. DECORI VARI 2a. VERSATOIO A MASCHERONE 33), 34), 35) Versatoio fondo, parete ed ansa a sezione quadrangolare con motivo a serpentina. Colori: blu. Versatoi simili sono largamente attestati nella produzione castellana. Per gli esemplari più antichi si segnala un versatoio in smalto turchino con identica morfologia dell ansa e motivo a serpentina 95. Analoghi esemplari riferibili all inizio del 600 su smalto bianco sono presenti in numerose raccolte private 96. La morfologia a Castelli sembra protrarsi comunque ben oltre i limiti cronologici del compendiario 97. 2b. LINEE VERTICALI 36) Bottiglia, collo. Colori: blu. La forma della bottiglia 98, seppur abbastanza rara nella produzione compendiaria castellana, trova puntuali confronti, soprattutto nell uso di linee verticali in blu sul collo, con un esemplare conservato presso il Museo delle Ceramiche di Castelli 99. Si segnala inoltre un frammento di collo di bottiglia proveniente dallo scarico Grue che presenta come decorazione fasce verticali blu alternate a linee leggermente sinuose in bruno c. LINEE CONCENTRICHE 37) Tazza, parete. Colori: blu. 91 RICCI 1989b, p. 141, tav. 4, nn. 8, 16, 33, 34, 36, p. 142, tav. 5, nn. 4-11, Due fondi di tazza con frutto in giallo contornato in arancio e con puntino arancio al centro, sono conservati presso il Museo delle Ceramiche di Castelli (vedi Appendice 2, Castelli, 4) e sono del tutto identici ai nostri frammenti da Castel Frentano. 93 Castelli 1989 con il piatto catalogo n. 600, e la fiasca catalogo n Vedi inoltre Castelli 1980, tav. 10, scheda San Donato 1993, p. 116 m 4, p. 162 m 1. Inoltre genericamente per il frutto circolare vedi San Donato 1993, p. 123 m 5, p. 140 m 1, p. 182 m 1, p. 192 m 1, p. 224 m 2-3, p. 264 m Castelli 1989, catalogo n. 575 in smalto turchino. Vedi inoltre il versatoio in ARBACE 1993, scheda n Castelli 1989, catalogo nn Per l evoluzione della forma vedi il versatoio di fine XVII inizi XVIII in ARBACE 1993, scheda n Vedi la bottiglia Castelli 1989 catalogo n. 580 in smalto turchino. 99 Appendice 2, Castelli 3, La bottiglia in oggetto presenta sulla pancia il mostro decoro tipo 1c. 100 Appendice 2, Castelli 1. Per confronto si segnala un frammento di tazza proveniente dagli scarichi di Castelli, oggi in collezione pubblica d. GRATICCIO CON CROCETTA NEI PUNTI D INCONTRO. 38) La forma con qualche dubbio, potrebbe essere riferita ad un fondo di calamaio. Colori: blu, arancio. Tale decorazione, abbondantemente presente nel soffitto della chiesa di S. Donato 102, è inoltre presente su un frammento di tazza polilobata proveniente dagli scarichi castellani oggi in collezione pubblica e. MATTONELLA CON DECORAZIONE A FOGLIA BIPARTITA 39) Mattonella. Colori: blu. Frammenti con analogo decoro sono presenti su frammenti dallo scarico Pompei 104 e dallo scarico Grue 105, e su esemplari in raccolte private MOTIVI A SMERLO MOTIVO A SMERLO CON FASCIA O LINEA GIALLA ED ARCHETTI ARANCIO Il motivo risulta negli esemplari più antichi attestato su frammenti di maiolica con smalto turchino 107, non mancano comunque esempi dello stesso su frammenti a fondo bianco provenienti dagli scarichi di Castelli, oggi in collezione pubblica 108 e dallo scarico Grue 109. Il motivo, per le sue caratteristiche, si trova spesso come ornato secondario associato a figurazioni più complesse come 101 Appendice 2, Castelli 4. Il frammento in oggetto presenta una decorazione a linee e fasce in giallo e in blu alternate. 102 San Donato 1993 p. 211 m 5, con graticcio e crocette in arancio su fondo giallo; p. 220 m 1 in monocromia blu; p. 227 m 5 con graticcio blu e crocetta arancio. Nel soffitto di S. Donato sono presenti diversi tipi di graticcio: 1) Graticcio semplice (San Donato 1993 p. 168 m 5, p. 283 m 5). 2) Graticcio con crocette nei punti d incontro come nell esemplare di Castel Frentano per cui vedi sopra. 3) Graticcio con crocette nei riempitivi (p. 222 mattone 1). 4) Graticcio con crocette sia nei punti d incontro che nei riempitivi (p. 283 mattone 1). 5) Graticcio con crocette e stelle nei riempitivi (p. 128 mattone 5). 6) Graticcio con crocette nei punti d incontro e stelle riempitive (p. 131 mattone 2). 7) Graticcio con crocette nei punti d incontro e tondini come riempitivo (p. 138 mattone 1, p. 152 mattone 5, p. 176 mattone 1, p. 181 mattone 1, p. 194 mattone 1, p. 215 m 5, p. 218 mattone 1, p. 223 mattoni 2-5; p. 239 mattone 5, p. 243 mattone 5, p. 249 mattone 2, p. 256 mattone 5, p. 278 mattone 1, p. 282 mattoni 2-5). 8) Graticcio con stelle nei punti d incontro (p. 157 mattone 1, p. 171 mattone 5, p. 215 mattone 1). 9) Graticcio con stella nei riempitivi (p. 187 mattone 5). 10) Graticcio con stella nei punti d incontro e tondini nei riempitivi (p. 118 mattone 5). 11) Graticcio con tondini nei riempitivi (p. 131 mattone 5). 103 Appendice 2, Castelli 4. La tazza presenta una decorazione a scomparti con graticcio e tondini nei punti d incontro oltre ad un puntino nei riempitivi, colori: blu, giallo, bruno. 104 RICCI 1989b p. 142, tav. 5, n Castelli 1984, tav Castelli 1989, catalogo nn. 601, RICCI 1989b, p. 139, tav. 2, nn Castelli 1989, i versatoi nn. cat , la saliera n. cat Appendice 2, Castelli 4, è presente il tipo con fascia doppia. 109 Vedi alcuni esempi in Castelli 1984, tav. 10, ed in Appendice 2, Castelli

9 MAIOLICA CON DECORAZIONE DI STILE COMPENDIARIO E TARDO COMPENDIARIO nel caso del nostro frammento n. 43 dove compare con il decoro tipo 1b. Per gli esemplari di cronologia più tarda si rimanda ai numerosi mattoni del soffitto della chiesa di S. Donato dove l ornato è presente in numerose varianti: due linee in blu e archetti in arancio solo da una parte 110, due linee in giallo e archetti in blu solo da una parte 111, due linee e archetti solo da una parte in monocromia blu 112, due linee e archetti da ambedue le parti in monocromia blu 113, tre linee archetti solo da una parte in monocromia blu 114, tre due linee e archetti da ambedue le parti in monocromia blu 115. Per i frammenti in oggetto si distinguono tre tipi a seconda della fascia gialla centrale che può essere singola doppia o tripla. 3a. MOTIVO A SMERLO CON SINGOLA FASCIA GIALLA 40) Olletta, orlo. Colori: giallo, arancio. 3b. MOTIVO A SMERLO CON DOPPIA FASCIA GIALLA 41) Olletta, orlo. Colori: giallo, blu. 42) Olletta, orlo. Colori: giallo, blu e bruno. Il motivo è attestato fra i frammenti dello scarico Grue C. MOTIVO A SMERLO CON TRIPLA FASCIA GIALLA 43), 44) Tazza polilobata. Colori: blu, giallo, arancio. Due frammenti dello stesso pezzo. 45), 46) Tazza polilobata, colori: blu, giallo, arancio 117. Con terza fascia in arancio. Due frammenti dello stesso pezzo. Per la morfologia della tazza polilobata vedi alcuni esemplari in smalto turchino 118 oltre ad un frammento proveniente dagli scarichi del paese oggi in collezione pubblica FASCIA CON LINEA GIALLA E TRATTINI INCLINATI 47), 48), 49). Forma chiusa riferibile probabilmente ad un tazza. Colori: giallo, arancio, blu. Il decoro confronta con frammenti castellani proveniente dagli scarichi del paese oggi in collezione pubblica 120 e privata 121. Il motivo, come quello precedente per le sue caratteristiche, si trova spesso come ornato secondario associato a figurazioni più complesse come si vede in numerosi mattoni del soffitto della chiesa di S. Donato dove l ornato è presente 122 anche con delle varianti, ad esem- pio con fascia gialla e trattini curvi o ad esse in arancio 123, oppure con fascia azzurra e trattini ricurvi o ad esse in blu DECORAZIONE CON FIORI DAI LUNGHI PISTILLI Il motivo è presente in due tipi, il primo caratterizzato dall uso dei colori blu giallo, arancio, 50), 51), 52) 53), 54), 55), 56) costituito da frammenti pertinenti a due boccali: due fondi e sei pareti, ed il secondo caratterizzato dall uso del colore bruno oltre al blu giallo, arancio, ) Piatto, 60) Boccale, parete. Questo decoro cronologicamente riferibile più al 600 che al , rappresenta la sintesi di ornati precedentemente attestati quale quello classificato già da Marco Ricci come gruppo IV a, e datato tra gli ultimi anni del 500 e il primo terzo del La caratteristica dei frammenti in oggetto inoltre è costituita dall associazione di questo decoro base con motivi secondari. Sul frammento n. 52 è presente il motivo a rombo tagliato in croce anch esso largamente diffuso a Castelli 127. Sul frammento n. 53 è presente il motivo castellano del fiore a ciuffetto 128, infine sui frammenti nn è presente un motivo a spiga, che trova puntuali confronti con frammenti castellani dallo scarico Grue San Donato 1993, p. 130 mattone 4, p. 140 mattone 1, p. 167 mattone 3, p. 217 mattone San Donato 1993, p. 212 mattone San Donato 1993, p. 147 mattone 2, p. 148 mattone 1, p. 150 mattone 3, p. 162 mattone 5, p. 163 mattone 5, p. 167 mattone 4, p. 181 mattone 1, p. 186 mattone 5, p. 195 mattone 2, p. 199 mattone 2, p. 225 mattone 1, p. 266 mattone 5, p. 280 mattone 4, p. 285 mattone San Donato 1993, p. 141 mattone 1, p. 222 mattone San Donato 1993, p. 156 mattone 2, p. 171 mattone 3, p. 198 mattone 2, p. 252 mattone San Donato 1993, p. 152 mattone Appendice 2, Castelli San Donato 1993, p. 152 mattone 2, per la decorazione doppia; p. 252 mattone 1 in monocromia blu. 118 Castelli 1989, catalogo Appendice 2, Castelli Appendice 2, Castelli, 4, su un frammento di tazza. 121 Appendice 2, Castelli, 5, su un frammento di scodella. 122 San Donato 1993, p. 120, mattone 3, p. 125 mattone 4, p. 137 mattone 2, p. 138 mattone 1, p. 158 mattoni 3 e 5, p. 209 mattone 5, p. 257 mattone 3, p. 276 mattoni 2, 3 e San Donato 1993, p. 128 mattone 5, p. 162 mattone 1, p. 189 mattone 3, p. 223 mattone 5, p. 227 mattone 1, p. 241 mattone 3, p. 255 mattone 2, p. 263 mattone 5, p. 266 mattone 1, p. 271 mattone 5, p. 273 mattone 1, p. 282 mattoni 2 e San Donato 1993, p. 125 mattone 1, p. 136 mattone 2, p. 147 mattone 2, p. 159 mattone 2, p. 164 mattone 2, p. 168 mattone 4, p. 171 mattone 1, p. 177 mattone 1, p. 187 mattone 4, p. 194 mattone 5, p. 200 mattone 2, p. 212 mattone 4, p. 231 mattone 5, p. 236 mattone 5, p. 257 mattone 2, p. 263 mattoni 3 e 4, p. 265 mattone 3, p. 269 mattoni 3 e 4, p. 275 mattoni 1 e A giustificare tale cronologia oltre all uso di ornati precedentemente attestati, concorrono sia l esecuzione poco accurata e l uso su di un frammento del colore bruno. 126 RICCI 1989d, p. 35, fiorellini a due petali con lunghi pistilli. 127 Per tale motivo vedi il versatoio in Castelli 1989, catalogo n Inoltre vedi genericamente il fiore a rombo nella produzione compendiaria castellana in Castelli 1989, i piatti catalogo nn. 539, 541, 542, 535, il versatoio n. cat. 575 e le mattonelle esagonali nn. cat presente sulla produzione con smalto turchino. Inoltre dallo scarico Pompei RICCI 1989b, p. 140 tav. 3 nn. 12,13,17. Il motivo è presente anche nella produzione pennese, vedi COSTANTINI 1989 tav. XII. 128 Il motivo sembra essere un esemplificazione del fiore a ciuffetto dipinto in arancio sulla tesa del piatto con smalto turchino in Castelli 1989, catalogo n Vedi il piatto catalogo n. 538; oltre al motivo in punta sull asse maggiore nella mattonella esagonale sempre con smalto turchino catalogo n Il motivo, eseguito in bicromia bruno-blu, per cui vedi nella maiolica tardo compendiaria i tipi 9, 8c (nn ), 8d (n. 82), 10c (nn , 116,118), 13 (n. 152), trova un puntuale confronto con un decoro del tutto identico presente sul cavetto di una tazza proveniente dallo scarico Grue (Appendice 2, Castelli 1). 193

10 I MATERIALI CERAMICI DALLA US 2 (XVI-XVIII SECOLO) Figg : Compendiario castellano con motivi a smerlo con fascia o linea gialla e archetti arancio, con singola fascia tipo 3a (n. 40), con doppia fascia tipo 3b (nn ) e con tripla fascia tipo 3c (nn ); 192: Compendiario castellano con decorazione a fascia gialla e trattini inclinati tipo 4 (nn ), e decorazioni con motivi lineari semplici quali la linea ondulata tipo 6a (n. 61), i trattini ad esse tipo 6b (62) e grosse pennellate tipo 6c (n. 63) Figg Compendiario castellano con decorazione 194 con fiori dai lunghi pistilli tipo 5 (nn ).

11 MAIOLICA CON DECORAZIONE DI STILE COMPENDIARIO E TARDO COMPENDIARIO 6. DECORAZIONE CON MOTIVI LINEARI SECONDARI 6a. LINEA ONDULATA 61) La forma probabilmente è riferibile ad un ampolla per olio e aceto oppure ad una saliera. Orlo. Colori: arancio. 6b. TRATTINI AD ESSE 62) Piattino, fondo. Colori: arancio, blu. Per confronto vedi alcuni frammenti con analogo decoro provenienti da Castelli, sia dallo scarico Pompei che dallo scarico Grue c. GROSSE PENNELLATURE 63) Beccuccio di brocchetta per olio e aceto. Colori: blu, giallo, arancio. Considerazioni 1. I materiali da Castel Frentano 130 Dallo scarico Grue, DE POMPEIS 1984, tav. 10, n. 1; dallo scarico Pompei RICCI 1989b, p. 142 tav. 5, n Per tutti gli aspetti inerenti la maiolica di stile compendiario a Castelli, si rimanda ai fondamentali contributi in RICCI 1989b, RICCI 1989c, RICCI 1989d, San Donato 1993; DE POMPEIS 1984, DE POMPEIS 1985, p. 20, tav. 10, 11, 12, oltre che RAVANELLI GUIDOTTI 1989a, pp che analizza le stringenti affinità morfologiche con la produzione faentina: nelle navicelle con i mascheroni, nei boccali a bocca a lepore, nei versatoi con mascherone e manico a delfino, nelle saliere, nell uso di coppe e cestini traforati. Vedi inoltre VARO 1956 tav. VII. Vedi inoltre le percentuali rispetto alle altre classi ceramiche dallo scavo di Castelli: DE POMPEIS, RICCI 1989, dello scarico Grue p. 10, dove il compendiario nella maiolica cinquecentesca è presente con 26 frammenti, e nella maiolica seicentesca è rappresentata da 216 frammenti. Dallo scarico Pompei p. 14, la produzione compendiaria è presente negli strati più profondi (fra le quote 0,95 e 0,75) con il 25,72% rispetto alle altre produzioni quali la turchina con 11,42%, la tipologia Orsini-Colonna con il 12,85, la produzione berrettina con il 2.85% mentre la maggiore percentuale è rappresentata dalla maiolica di fine 400-inizi 500 con il 47,16%. Negli strati più superficiali (fra le quote 0,75 e 0,00) la produzione compendiaria è quella più attestata con il 62,71% rispetto alle altre produzioni quali la turchina con 8,85%, la tipologia Orsini- Colonna il 17,30%, la produzione in berrettino 4,99%, e la maiolica di fine 400-inizi 500 con 6,15%. 132 Vedi infra, Fig L ampia diffusione di queste tipologie compendiarie castellane, pur rientrando in un ambito di produzione corrente (caratterizzate per una forte standardizzazione) si caratterizzano per una certa ricercatezza sia stilistica che tecnologica. 133 Vedi infra. Dall analisi fin qui condotta, il dato che maggiormente emerge è rappresentato dalla totale attribuzione dei frammenti in oggetto alla produzione compendiaria castellana 131, si tratta esclusivamente di produzioni d uso corrente 132, sia pur di buona qualità, mentre risultano assenti produzioni più pregiate come ad esempio la maiolica con smalto turchino, di cui è stato rinvenuto un solo piccolo frammento 133, e produzioni con temi figurativi più complessi come quelle a figura umana. Dallo scavo inoltre non sono emersi frammenti con ornati su commissione o personalizzati con stemmi nobiliari 134, come quello recentemente rinvenuto a Lanciano relativo all arcivescovo Tasso (Fig. 197) oppure come quello con stemma della famiglia Crognale in collezione provata a Castel Frentano (Fig. 198). L analisi dei rapporti percentuali fra tutti i frammenti in compendiario (Vedi grafico Fig. 199) rivela, comunque, una presenza minore di questi prodotti importati da Castelli, solo il 13%, rispetto a quelli di probabile produzione locale (vedi VERROC- CHIO infra) attestati con il 46%. Il dato potrebbe essere interpretato considerando i costi abbastanza alti di questi manufatti castellani. Costi alti di produzione, per l uso di smalti più pregiati, e spese di trasporto, rispetto a quelli di produzione locale resi sicuramente più economici dall uso di smalti meno pregiati e dall assenza dei costi di trasporto. Tale produzione castellana si caratterizza quindi come prodotto di maggior pregio, anche se di uso comune, destinato ad una classe sociale medio-alta lasciando alla più economica produzione locale un ampia fetta di mercato fra le classi medio-basse. Il primo dato che emerge dallo studio di questi frammenti è rappresentato dal vasto panorama tipologico, che essi offrono, (Figg. 200, 201). Sono presenti fra le forme aperte che costituiscono la maggioranza, piatti piccoli, con diametro variabile dai 16 ai 18 cm. (Fig. 195, nn. 3, 57), medi con diametro variabile all incirca dai 23 a 28 cm. (Fig. 195, nn. 8, 9, 11) e piatti grandi con diametro superiore ai 30 cm. (Fig. 195, n. 10); caratterizzati da una tesa leggermente convessa e piccolo piede ad anello, e spesso con lo stacco tra cavetto e tesa non evidenziato all esterno. Alzate (Fig. 195, nn. 19, 25), tazze (Fig. 195, nn. 24, 47), tazza polilobata (Fig. 134 Allo stato attuale delle ricerche, mi è noto un solo stemma, riferibile all Arcivescovo lancianese Paolo Tasso ( ) proveniente dal palazzo vescovile di Lanciano, eseguito su commissione da manifatture castellane e con ogni probabilità facente parte di un servizio, vedi Appendice 2, Lanciano 3, Fig. 197 n. 1. Lo stemma è dipinto al centro di un piatto con piede, ed è costituito da tre frammenti, la tesa non presenta decoro. Si distingue un albero di tasso, entro uno scudo rettangolare a cartocci e nastri, sormontato da cappello e fiancheggiato da fiocchi del tutto simile a quello presente nel salone d onore dell Episcopio di Lanciano. L ornato dello stemma è caratterizzato dalla presenza di due alette al lati dello scudo, queste ultime rappresentano una caratteristica tipicamente castellana nel modo di eseguire stemmi e confrontano con analoghi tipi per cui vedi Castelli 1989, catalogo n. 587, BELLIENI 1991, p. 165, fig. 249, San Donato 1993, p. 190 i mattoni 3 e 4 che rappresentano uno stemma prelatizio, datati 1616, p. 207 i mattoni 3 e 4, p. 227 i mattoni 3 e 4, p. 252 mattone 1. Si segnala inoltre un piatto si proprietà Carancini a Castel Frentano recante sulla tesa lo stemma della famiglia Crognale sempre di Castel Frentano, Fig Il piatto eseguito su commissione e probabilmente facente parte di un servizio si caratterizza per una tesa breve di cronologia tardo seicentesca. Ceramiche legate alla famiglia Crognale inoltre ci vengono documentate dalle fonti storiche vedi infra note nn. 154 e

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