Distribuzione e caratteristiche degli ambienti naturali

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1 Distribuzione e caratteristiche degli ambienti naturali L approccio biogeografico Le specie vegetali non sono distribuite sullo spazio terrestre casualmente. La biogeografia, un settore di studio che si situa all intersezione tra la geografia, la botanica, la zoologia, la climatologia e la pedologia, si preoccupa di studiare la ripartizione degli esseri viventi sulla superficie della Terra nello spazio e nel tempo e di mettere in evidenza le cause di questa ripartizione. Gli ecosistemi appartengono a ordini di grandezza diversi, a livello di spazi continentali vengono denominati biomi. Questi possono essere definiti come unità biogeografiche formanti una massa relativamente omogenea di vegetali e di animali in equilibrio con il clima. Livello Dimensioni approssimative Esempio Zona da a km. le regioni temperate oceaniche, le regioni tropicali umide Area da a km. gli altopiani ercinici europei, lo scudo della Guiana Regione da a 100 km. il massiccio delle Ardenne, la "Grande Savana" venezuelana Geosistema da 100 a 1 km. l'altopiano delle Hautes Fagnes, la pianura di Catania Unità di da a 100 m. una foresta di faggi, la foce del Rodano paesaggio Geòtopo da 100 a 10 m. una radura torbosa, la sponda di un fiume Nicchia meno di 10 m. una zolla d'erba, una fenditura in una roccia Classificazione degli ecosistemi (adattato da J. Demangeot, Les milieux "naturels" du globe, 1996) Come si potrà facilmente vedere osservando una carta i diversi biomi (ad esempio quella presentata sull Atlante Zanichelli a p. 134), questi presentano una distribuzione abbastanza regolare. La loro presenza è infatti condizionata dalla localizzazione, i particolare dalla latitudine, la quale determina apporti di energia diversificati, un diverso fotoperiodo (intensità e durata stagionale e 1

2 giornaliera della luce), una diversità pluviometrica. Le forme di vita vegetale e animale non fanno che adattarsi a queste differenti condizioni. A questa trama si possono aggiungere variazioni dovute all altezza o eventualmente alla presenza di uno specifico microclima. Nella descrizione degli ambienti naturali occorrerà dunque prestare attenzione alle condizioni climatiche, alle caratteristiche della vegetazione, ai suoli e alle forme del rilievo e, soprattutto, alle relazioni tra queste diversi fattori. La produttività degli ecosistemi La nozione di biomassa 1 traduce l aspetto statico dell'ecosistema, per considerare la materia vivente prodotta viene allora calcolata la produttività di un ecosistema 2. Naturalmente questa nozione può avere grande importanza in ambito agronomico. Ecosistema Biomassa media (t/ha.) Produzione media (g/mq./anno) Foreste ombrofile tropicali Foreste tropicali a foglie caduche Foreste temperate di conifere Foreste boreali (taiga) Savane Steppe temperate Tundra Deserti arbustivi 7 90 Deserti estremi, zone polari 0,2 3 Agroecosistemi Paludi Laghi e fiumi 0,2 250 Oceano (al largo) 0, Oceano (zona di upwelling) 0,2 500 Oceano (piattaforma continentale) 0,1 360 Barriere coralline e alghe Estuari Biomassa e produttività (da R. Barbault, Ecologie générale, 1983) 1 Peso degli esseri viventi di una stessa specie, di un gruppo di specie, di tutta la biocenosi. 2 La produttività primaria è la produttività dei produttori, la produttività secondaria è quella dei consumatori e dei decompositori) 2

3 Molte sono le possibili classificazioni della diversità degli ambienti naturali. Quelle bioclimatiche mettono in relazione le caratteristiche degli ecosistemi con la temperatura e il clima mentre da un punto di vista antropico può essere utile considerare gli ambienti più difficili, meno ospitali e, rispettivamente, gli ambienti più ospitali, sia per il popolamento che per le attività agricole. Iniziamo con gli ambienti difficili. Ambienti difficili La maggioranza delle terre desertiche e semidesertiche si situa attorno ai 30º di latitudine, ciò è dovuto alla costante presenza a queste latitudini di alte pressioni. Le precipitazioni sono inferiori ai 200 mm., l evaporazione è forte e le escursioni termiche marcate. La flora, detta xerofita, adotta strategie adattative quali la riduzione e la succulenza delle foglie o la presenza di lunghe radici per sopravvivere in ambienti così difficili. La loro biomassa è ridotta. Si tratta di ambienti disegnati dal vento - il quale opera per corrasione (abrasione) e per deflazione (trasporto e deposito) - e dall azione termica (desquamazione), morfologie particolari caratterizzano la morfologia delle zone aride, sono gli erg, i reg, gli inselberg, le rocce- fungo. Le zone polari restituiscono all atmosfera una grande quantità di energia a tal punto che in questi luoghi vi è un vero e proprio déficit energetico. Le precipitazioni sono molto scarse, le temperature inferiori ai 20º, anche la biomassa e la sua produttività è ridotta. Le morfologie non possono che essere caratterizzate dalla calotta di ghiaccio dell inlandsis. La tundra è presente nelle zone circumpolari dove gli alberi faticano a crescere. È caratterizzata da basse precipitazioni (400 mm.), da una breve stagione vegetativa che corrisponde con una stagione estiva comunque caratterizzata da basse temperature (meno di 10 gradi). Vi si trovano solo piante arbustive, erbacee, licheni, muschi, o piccoli abeti, pini, larici o betulle. Infatti, il suolo ghiacciato impedisce alla piante di sviluppare le loro radici. La biomassa e la sua produttività è limitata. I suoli sono del tipo permafrost la cui parte superiore sgela nel periodo estivo e, per l assenza di drenaggio, crea estesi acquitrini. In superficie questi suoli assumono forme poligonali. La foresta boreale (detta anche taïga) è situata tra i 45º e 57º gradi latitudine nord è caratterizzata da deboli precipitazioni (dai 250 ai 700 mm.), almeno un mese ha temperature superiori ai 10 gradi e due consecutivi senza gelo, le estati sono corte e fresche. Vi si trovano conifere e aghifoglie (pini, abeti rossi, larici 3

4 la cui respirazione ridotta permette di sopportare il freddo). I suoli sono del tipo podsol, poco ampi, acidi e non particolarmente favorevoli all agricoltura. L ecosistema di montagna (in questo caso di tipo alpino ma vale anche per le altre montagne) ha come principale caratteristica la verticalità. Questa porta con sé una diminuzione delle temperature in funzione dell altezza (0,5 gradi ogni 100 m.), un aumento delle precipitazioni e dell instabilità dell atmosfera, così come una stratificazione verticale della vegetazione. Dal basso verso l alto le fasce altitudinali presentano: uno stadio collinare, uno stadio di montagna, subalpino (il limite bosco è situato attorno ai 2000 m.), alpino (arbusti, pascoli, erbe rade), nivale (muschi e licheni), infine roccia e neve. Con l altezza i suoli si impoveriscono, il crioclastismo indotto dal susseguirsi di gelo e disgelo svolge una azione distruttiva sulle rocce. Come noto poi, la morfologia alpina e prealpina forme delle valli, invasi di laghi, ecc. - è tributaria delle diverse glaciazioni. Le forti pendenze originano instabilità dei versanti Ambienti ospitali Le savane sono situate tra i deserti e le zone forestali pluviali. Hanno temperature elevate nel corso dell anno, precipitazioni limitate ma superiori ai 250 mm., variabili nel corso del tempo, e comunque concentrate in una stagione umida alla quale fa seguito una stagione secca. In funzione dell umidità la savana può essere erbacea, arborea (acace), di boscaglia spinosa. Questa biomassa permette una forte concentrazione di mammiferi ungulati. I suoli ferruginosi hanno una colorazione rossa per i contenuti ferrosi, un uso troppo intensivo può portare alla creazione di croste sterili. Le foreste pluviali si situano tra 10º a nord e a sud dell equatore, le precipitazioni sono elevate, maggiori ai 1500 mm. all anno, le temperature sono alte e caratterizzate da scarse variazioni stagionali. Dotata di una grande varietà di specie e di una importante biodiversità, la foresta ha una stratificazione complessa, gli alberi più alti riescono ad avere una maggiore esposizione al sole, altre specie arboree si adattano all ombra degli strati inferiori (epifite, liane, palme). I suoli sono ferralitici, lisciviati dalla circolazione idrica, poveri in elementi minerali. Le foreste temperate, quasi inesistenti nell emisfero australe, si trovano in tutta l Europa temperata. In questa fascia le precipitazioni si situano attorno ai mm., con l aumentare della continentalità aumenta l escursione termica. La vegetazione si caratterizza per la presenza di latifoglie decidue (o caduche), 4

5 come il faggio o il tiglio, per un sottobosco di noccioli e felci. I suoli sono detti bruni di foresta, hanno buone rese agricole. L ambiente mediterraneo non è solo presente nell area mediterranea ma caratterizza uno spazio che dal Marocco giunge sino al Caucaso, si può trovare anche nel sud dell Australia e in Africa meridionale. Si tratta in pratica delle zone temperate calde che hanno un periodo di siccità estiva, le precipitazioni annulai si aggirano attorno ai mm.. La vegetazione è caratterizzata da una foresta di sclerofile con foglie dure coriacee, da conifere sempreverdi come lecci, cipressi, sugheri, e poi dalla macchia mediterranea costituita da arbusti di corbezzolo, ginestra, erica, lavanda o timo. I suoli sono detti terra rossa, sono calcari e, in presenza di precipitazioni e relativo ruscellamento, creano calanchi di origine erosiva. La steppa e la prateria caratterizzano le grandi pianure temperate nord americane e russe. Si tratta di aree dalle scarse precipitazioni ( mm.) che non permettono la crescita degli alberi. In estate le temperature si situano attorno ai ºC, in inverno variano dai 0 ai 10 ºC. La vegetazioneè essenzialmente costituita da graminacee dalle profonde radici. I suoli ricchi di humus, tra i più fertili del mondo, sono detti cernozem o terre nere. L ecosistema di montagna intertropicale nelle Americhe riguarda una parte delle Ande, un catena che ha una particolare distribuzione meridiana, in Africa il Kilimangiaro e il Monte Kenya, in Asia una parte dell Himalaya. Le temperature più fresche e salubri rispetto alle zone di pianura circostante sono favorevoli al popolamento e l isediamento umano, come nel caso degli altopiani andini, può presentasi anche a quote elevate. Le caratteristiche ecologiche di queste montagne sono funzione dalla loro localizzazione e del loro orientamento. Anche in questo caso si osserva una zonazione verticale. Dalla base sino ai 1000 m. sono presenti le tierras calientes, dai 1000 m. sino ai 2000 le tierras templadas, dai 2000 sino ai le tierras frias, oltre le tierras heladas. Da una regione all altra può però presentarsi una differenza di 500 m. nelle definiione di questi strati. Frontiere ecologiche Come avviene il passaggio da una formazione vegetale all altra? La distribuzione dei diversi ecosistemi dipende dal fattore limitante. Un fattore limitante è quel fattore ecologico (come la temperatura, l umidità, la presenza di sali minerali, la luce, ecc.) che prima di altri esercita l'azione più efficace sulla presenza di alcune forme di vita. Così le formazioni vegetali cambiano ogni 5

6 volta che viene raggiunto il limite critico (secondo la legge del minimo formulata da Liebig nel 1840). Si crea allora una zona di transizione tra due distinti ecosistemi chiamata ecotone. Naturalmente quelli che abbiamo presentato non sono che ambienti naturali teorici. In molti casi, come in una parte delle savane e delle praterie, delle foreste temperate, del mondo mediterraneo, essi sono il prodotto di un forte intervento antropico avvenuto nel corso dei tempi storici. Ad ogni modo, questa diversità ambientale è diventa la materia prima per la costruzione di un mondo umano. Per approfondire Renato Biasutti, Il paesaggio terrestre, Torino, UTET, 1962 Greg O Hare, Soils, vegetation, ecosystems, Oliver & Boyd, 1988 Jean Demangeot, Les milieux, Paris, Armand Colin, 2010 Max. Derruau, Les formes du relief terrestre, Paris, Armand Colin, 2010 Alain Lacoste, Robert Salanon, Eléments de biogéographie et d'écologie, Paris, Nathan, 1995 Considera due distinti biomi scelti tra gli ambienti difficili e tra gli ambienti ospitali. Descrivine le principali caratteristiche seguendo il seguente schema: localizzazione, condizioni climatiche, tipo di copertura vegetale, tipo di suolo e sue caratteristiche, specifici aspetti geomorfologici. CF/LILU2/

7 Tipo di bioma Condizioni climatiche Copertura vegetale Suolo e geomorfologia 1. Foresta pluviale 2. Deserto e semideserto 3. Savana 4. Steppa o prateria 5. Foresta boreale (taiga) 6. Tundra 7. Foresta temperata 8. Ecosistema mediterraneo 9. Ecosistema di montagna (di tipo alpino) 10. Ecosistema di montagna (intertropicale) 7

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