NOTIZIARIO GRUPPO MINERALOGICO "AUSER" CECINA (LI)
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1 NOTIZIARIO GRUPPO MINERALOGICO "AUSER" CECINA (LI) Miniera Montecastelli (Castelnuovo V.C.) Ingresso (Foto Magni M.) Anno 7 - n (Aprile/Settembre 2010) Miniera Montecastelli (Castelnuovo V.C.) Sala argani (Foto Magni M.)
2 Gruppo Mineralogico "AUSER" SOMMARIO di: Magni Massimo G.M. AUSER - Cecina Anno 7 N Notiziario trimestrale a cura del Gruppo Mineralogico "AUSER" di Cecina (Li) Aprile/Settembre 2010 Per ricevere i numeri del Notiziario e per inviare eventuali articoli scrivere a : GRUPPO MINERALOGICO "AUSER" Via V. Bellini, Cecina (Li) tel. 0586/ fax 0586/ Si ringraziano per la collaborazione: Tutti i Soci del G. M. "AUSER" e chiunque voglia darci una mano alla pubblicazione del Notiziario (Stampato in proprio) MINERALE DEI MONTI LIVORNESI 1 Introduzione 1 Ubicazione del territorio 1 Le zone di ricerca 2 Brevi cenni sulla geologia del territorio 4 Litologia e minerali caratteristici 6 I Minerali ritrovati 8 Attività Gruppo 24 Manifestazioni 26 Curiosità Mineralogiche 27 Scala di Mohs 30 Foto copertina: Formazioni filiformi in Geode di Calcedonio (campione di 25 cm.) Minas Gerais - Brasile Muséum National d'histoire Naturelle di Parigi da R.M.I.: "MineraliEntage Monaco 28 Ott./1 Nov. 2009" (Foto R. Appiani) Bibliografia: R. Nannoni, F. Sammartino: "Guida ai minerali dei Monti Livornesi"; Calderini Editore, 1979 Franco Sammartino: Il meraviglioso mondo dei cristalli; Calderini Editore, Giuliano Bettini: L'avventura della Titanite azzurra Giuliano Bettini: I più bei minerali del Poggio Corbolone
3 MINERALI DEI MONTI LIVORNESI LE ZONE DI RICERCA INTRODUZIONE Il vagabondare del ns. socio Valerio Benucci, appassionato collezionista di Anatasio, sugli anfratti, botri e cave che si trovano sulle pendici e nelle gole delle colline dell'entroterra livornese, ha fornito lo spunto per l'argomento di questo numero. I reperti mineralogici che gentilmente Valerio ci ha sottoposto una sera, non hanno certamente dimensioni ragguardevoli: si parla di un mondo che può essere osservato principalmente sotto le lenti di un microscopio ma che, pur nelle sue dimensioni minute, desta sempre l'ammirazione dei ricercatori e collezionisti per le belle esibizioni della natura nelle sue forme e colori. I Monti Livornesi ricordati, nei secoli passati, per lo sfruttamento di minerali silicei (Diaspro), carbonatici (Magnesite e Calcare) e l estrazione dei metalli (Rame) nonché, in tempi recenti, per il ritrovamento di una grande varietà di minerali interessanti per la storia mineralogica del sito, sono stati recentemente soggetti a tutela ambientale con la formazione appunto del "Parco delle colline livornesi" che copia praticamente tutto il territorio compreso nel triangolo Livorno, Collesalvetti, Rosignano M.mo. Per questo, oggi, come accade per molte altre realtà, l estrazione ed asportazione di campioni mineralogici dovrebbe (usando il condizionale) essere supportata da apposite autorizzazioni rilasciate dagli Enti pubblici interessati (Province e Comuni). UBICAZIONE DEL TERRITORIO Con in mano una carta della Toscana, ed in particolare della Provincia di Livorno, risulta facile delimitare il territorio dei Monti Livornesi in quanto compreso fra la piana pisana a Nord ed il fiume Fine a Sud mentre ad Ovest è delimitato dal Mar Ligure e, ad Oriente dalle valli del torrente Tora e del fiume Fine estendendosi, da Nord a Sud, per circa 25 km. con profondità media, da Ovest ad Est, di circa 4 km. In generale il territorio è facilmente accessibile e percorribile in quanto servito, praticamente con un anello, da strade asfaltate esterne (Aurelia, Sorgenti e 206) ed interne che collegano i vari paesi, oppure sterrate che servivano cave ormai in disuso o che collegano ai casolari sparsi sulle colline: la maggior parte oggi utilizzate per percorsi di trekking e mountain bike e quindi relativamente di facile percorribilità con i normali automezzi salvo eventuali zone interdette al transito ed utilizzabili solo a piedi. Per lo più formato da rilievi non molto elevati, si distingue nella massima altezza del Poggio Lecceta, sito a Sud della borgata di Valle Benedetta, che si innalza per 462 m. slm. 1 Fig.: 1 - Limiti approssimati del comprensorio Monti Livornesi" (elaborazione da Edizioni Multigraphic - Firenze) Le zone di ricerca sono rappresentate in modo alquanto approssimativo, per ovvi motivi di scala usata, sulla cartina suesposta: il ricercatore, comunque, su tali basi, potrà effettuare escursioni in base alla propria esperienza ed eventuale conoscenza dei luoghi tenendo in debita considerazione le particolarità geomorfologiche dei terreni. Legenda dei siti in Fig. 2: 1. linea costiera da Ardenza ad Antignano; 2
4 Fig.: 2 - Posizione approssimata dei siti mineralogici (elaborazione da Edizioni Multigraphic - Firenze)) 19. Ardenza Terra, sulla provinciale per il Gabbro, ad una distanza di circa 100 mt. dal passaggio a livello; 20. località Maroccone, sulla linea di costa tra Antignano e castello del Boccale; 21. all altezza del ponte di Calafuria,sia sulla linea di costa che nelle cave in disuso ad est della statale Aurelia; 22. cave abbandonate ad est del ponte di Calignaia e nelle scarpate detritiche della Cala del Leone sotto la rupe di Castel Sonnino; 3 2. Quercianella lungo la costa antistante l abitato; 3. torrente Chioma; 4. linea costiera nei filoni biancastri di serpentino alterato in località Scogli Neri ; 5. linea costiera in località Le Forbici a circa 100 mt. dalla vecchia Aurelia ; 6. cava di Gesso in località Le Badie tra la statale 268 e l autostrada a circa 200 mt. dall abitato; 7. cava sulla statale 268 a circa 100 mt. dal bivio per Rosignano M.mo; 8. cave dismesse di Magnesite in località Fortullino (Botro della Fortulla); 9. cava dismessa di Magnesite, località Case San Quirico ); 10. cava dismessa di serpentino presso il vecchio campo sportivo del Gabbro e, sotto il paese, nelle cave di argilla; 11. località Castellaccio, sulla strada provinciale a circa 500 mt. dall abitato in un dosso roccioso; 12. Poggio Capannone (Monte Caprone), nelle Serpentiniti, Dolomie e Diaspri delle ex Cave Serredi ; 13. lungo la provinciale tra la statale 268 ed il paese di Colognole a circa 1 2 km. dall abitato; 14. lungo il corso del torrente Popogna in località Ferriere ; 15. Valle Benedetta : a poca distanza dall inizio della salita; 16. nelle argilliti, idrotermaliti e serpentiniti nell alveo del Rio Paganello ad Ovest del Corbolone ; 17. cave dismesse di serpentino ex Variante e presso il poligono di tiro al piattello sul "Corbolone"; 18. a circa 50 mt. dalla Polveriera militare dove la Provinciale taglia bancate di Gesso (Bocca di Gesso). L elenco di cui sopra riguarda naturalmente i siti principali di ritrovamento ma tutta l area può riservare piacevoli sorprese per un ricercatore attento. BREVI CENNI SULLA GEOLOGIA DEL TERRITORIO Il territorio dei Monti Livornesi non possiede una grande estensione anzi, rapportato ad altre regioni, rappresenta pressappoco una nicchia in cui però si trovano molte varietà di litotipi, vuoi di origine autoctona, alloctona e neoautoctona, variamente distribuiti, causa i processi tettonici, orogenetici ed erosivi che si inquadrano nella formazione Toscana ma che si possono riassumere in almeno sette complessi geologici principali. 4
5 Dominio Toscano formato da Macigno (Arenaria e Siltite): promontorio di Calafuria da Cala del Leone al castello del Boccale. Depositi continentali e costieri Pliocenici e Quaternari con Sabbie, Ghiaie, Limi, o Travertini, o Conglomerati, Arenarie, Siltiti, Argille e Calcari di ambiente fluviale lacustre che formano praticamente i contrafforti delle alture site sull asse maggiore e del territorio lato mare da Quercianella alle Forbici. Depositi marini Pliocenici e Quaternari con Argille, Arenarie e Conglomerati, Argille Siltoso-Marnose e Calcari organogeni (Calcari di barriera, Calcari a Calpionelle): che, a Est, da Santa Luce, seguono praticamente l asse Autostradale A 12 ed il confine Provinciale sino a Castell Anselmo e Nugola. Depositi lacustri e lagunari evaporitici e post-evaporitici del Messiniano (o Pontico: geologicamente situato nell alto Miocene medio) con Argille, Arenarie, Conglomerati e Gessi: costituenti i contrafforti orientali delle alture, ad Est di una Faglia di direzione Nord-Sud. Depositi marini pre-evaporitici Messiniani con Argille, Arenarie, Conglomerati e Calcari organogeni situati tra la Faglia ed i depositi di cui al punto precedente: prevalentemente tra Rosignano e Gabbro ed in alcuni rari affioramenti a Ovest. Dominio Ligure interno formato da Argilliti, Siltiti e calcari (a Nord del Limoncino); Radiolariti (intorno a Quercianella) e Serpentiniti (o Ofioliti) quali Gabbri, Basalti, Oficalci, Brecce ofiolitiche, Plagiograniti: costituenti le elevazioni del Corbolone, Monte Maccione, Monte Gabbro, Monte Pelato. Dominio Ligure esterno formato da Calcari, Marne ed Arenarie (anche con Olistostromi: blocchi di rocce affioranti in modo caotico da depositi sedimentari originati da frane sottomarine) nelle aree del Limonino e Sud Castellaccio; Argilliti, Arenarie e Conglomerati (Valle Benedetta e Corbolone Ovest). Un successivo approfondimento porta quindi a definire le formazioni litologiche in base alla loro origine dato che si può distinguere un complesso Autoctono, attribuibile all Oligocene, nell Arenaria Macigno del Dominio Toscano che, pur avendo avuto una storia anche abbastanza complessa, non ha subito traslazioni tali da essere spostato dall originario bacino di sedimentazione (Macigno di Calafuria); un complesso Alloctono che costituisce l ossatura ofiolitica dei Monti Livornesi, affiorante nelle sue parti più alte a causa della sua maggiore resistenza all erosione e sovrascorso su 5 formazioni più recenti a seguito di scivolamenti gravitativi sottomarini, proveniente da altri bacini. Si distingue anche un complesso Neoautoctono costituito dai sedimenti del ciclo marino evaporitico del Miocene superiore e formatosi dopo il corrugamento e seguente denudamento delle formazioni tettoniche e costituiti da formazioni neogeniche e quaternarie. La tematica potrà essere approfondita dagli interessati consultando la Carta Geologica della Toscana e testi specifici prodotti in particolare da R. Mazzanti e, a lui congiuntamente, da A. Lazzarotto ed E. Bartoletti sugli studi geomorfologici del territorio relativo al Comune di Livorno e di Rosignano M.mo nonché sulle ricerche mineralogiche effettuate da G. D Achiardi, da G. Barsotti e, principalmente, da P. Orlandi (Università di Pisa) e G. Bracci (Provincia di Pisa). LITOLOGIA E MINERALI CARATTERISTICI Dalla tipologia del territorio considerato possiamo dedurre una numerosa varietà di formazioni litologiche in cui possono ritrovarsi interessanti mineralizzazioni caratteristiche che andremo di seguito ad esporre. Arenaria Macigno : si presenta a granulometria media e fine, di norma con colore grigiastro se di fresca rottura altrimenti a viraggio giallastro se ossidata, presenta granuli quarzosi, laminette micacee con sabbie a cemento calcareo o calcareoargilloso. I minerali rintracciabili sono vari ed interessanti: dalla Barite al Quarzo, alla Blenda, Antimonite, Dolomite, Calcite, Marcasite, Farmacosiderite, Brookite e Galena. Scaglie o Galestri: trattasi di argille fissili (caratteristica è la sfaldatura in lastre e laminette) definite varicolori, dal verdastro-grigio al rossastro-violaceo in cui sono rintracciabili il Quarzo e la Manganite. Rocce Carbonatiche tra cui, principalmente, Calcari Palombini (calcare compatto, duro, colore da grigio-giallastro chiaro a grigio-blu scuro, a frattura spesso concoide, frequentemente con microscopici cristalli di Quarzo dispersi nella matrice) ed Alberese, simile al Palombino con caratteristica di elevata durezza, che sono Calcari marnosi compatti, intercalati con Argilloscisti, che presentano frequenti vene di Calcite. Vi si trovano Quarzo, Calcite, Pirite, Marcasite e, raramente, la Dawsonite. Serpentiniti o liguridi, o rocce verdi, di origine alloctona, provenienti da movimenti di traslazione e sollevamento dell antico fondale oceanico Ligure-Piemontese. Comunemente si usa suddividerle in Diabasi, Gabbri e Ofioliti, quest ultime molto frequenti mentre sono poco diffuse le prime due. 6
6 Diabasi : rocce effusive derivate da magma gabbrico, a struttura granulare da media a fine, in giacitura filoniana o in dicchi con struttura ofitica (dal greco simile a serpente), costituite principalmente da Plagioclasi ed Augite, molto compatte e scure, talvolta passanti a porfiriti diabasiche, dal verdastro al rossastro, caratterizzate dalla presenza di grossi cristalli immersi in una pasta formata da un fitto aggregato di minutissimi cristallini; vi si possono trovare pochi minerali tra cui Analcime e Dolomite. Gabbri : rocce eruttive intrusive, costituite prevalentemente da Plagioclasio basico e Pirosseno (Diallagio) vi possono essere presenti Anfiboli, Olivina e Quarzo (Gabbri quarziferi), hanno struttura granulare da piccola a medi con colorazioni dal grigio scuro al verde scuro, al nerastro: raramente passano a Gabbri rossi. Affiorano in zona in filoni, talvolta riccamente mineralizzati, o come brecce gabbriche. Vi si possono reperire campioni di Analcime, Phillipsite, Natrolite, Quarzo, Albite, Titanite, Facolite, Epidoto, Ilmenite, Melanoflogite, Calcite, Quarzo, Albite ed anche Rame nativo. Ofioliti : classicamente denominate rocce verdi, di origine metamorfica, si presentano principalmente in bancate di grosse scaglie lucenti per Talco e Diallagio, di colore da verde scuro fino a quasi nere oppure di consistenza friabile, verdastra, se molto alterate. Molti sono i minerali caratteristici tra cui il Crisotilo (Amianto), il Talco, la Topazolite, la Magnesite, la Dolomite ed Aragonite nonché Antigorite, Opale, Calcedonio, Magnetite, Melanoflogite ed altri. Nella formazione Ofiolitica possono distinguersi altre rocce particolari, grigio-rossastre, molto dure, in affioramenti circoscritti fortemente mineralizzati e costituite da Carbonati, Quarzi e relitti alterati di Serpentiniti, che vengono chiamate Idrotermaliti, essendo state oggetto dell azione chimico-fisica di fluidi termali profondi caratterizzati da elevata temperatura e pressione, che risultano molto diffuse nell Appennino Tosco-Emiliano. Interessano per la ricca presenza di Anatasio, Millerite, Quarzo, Calcite e Dolomite. 7 Diaspri o Radiolariti, rocce di origine sedimentaria derivate dalla deposizione fossile di protozoi marini, pelagici, a scheletro siliceo (Radiolari). Sono rocce molto compatte e si presentano stratificate in bancate nei colori rosso mattone scuro o verdastre. Comunemente sono rintracciabili Quarzo, Anatasio, Brookite, Malachite, Azzurrite ed anche Rame nativo e suoi solfuri. Argilliti recenti, costituite da Argille e Marne, scagliose, fogliettate, grigie provenienti dal periodo a cavallo dell evaporitico Messiniano e caratterizzate dalla presenza di lenti di Gesso microcristallino, Selenite ed Alabastro. Contengono cristalli di Gesso in diversi abiti e talvolta Marcasite limonitizzata. I MINERALI RITROVATI Roberto Nannoni e Franco Sammartino, nelle loro pubblicazioni, elencano una nutrita serie di minerali compresi dagli Elementi Nativi, Rame e Zolfo, ai Solfuri, Ossidi, Carbonati, Solfati e Silicati che confermano come i Monti Livornesi siano prodighi di mineralizzazioni interessanti per lo studio ed il collezionismo di cui riportiamo qualche esempio di campioni rinvenuti, nel corso degli anni, da alcuni ricercatori che fanno parte del nostro Gruppo Mineralogico. Fig.: 3 - Amianto - Corbolone (Li) (campo 200 mm.) (Foto Magni M. - coll. G.M.C.) 8
7 Fig.: 4 - Analcime - Romito (Li) (max cristallo 10 mm.) (Foto e coll. Nannoni R.) Fig.: 7 - Anatasio giallo - Poggio Capannone (Li) (campo 20 mm.) Fig.: 5 - Analcime - Corbolone (Li) (campo 10 mm.) Fig.: 8 - Anatasio rosso - Rio Popogna (Li) (campo 10 mm.) Fig.: 6 - Anatasio blu - Poggio Capannone (Li) (campo 20 mm.) (Foto e coll. Cosmi S.) 9 Fig.: 9 - Anatasio verde - Poggio Capannone (Li) (campo 10 mm.) 10
8 Fig.: 12 - Anatasi rossi - Castelnuovo M.dia (Li) (campo 20 mm.) Fig.: 10 - Anatasio verde - Poggio Capannone (Li) (campo 10 mm.) Fig.: 13 - Anatasio verde - Cave Serredi (Li) (campo 20 mm.) Fig.: 11 - Anatasio - Calafuria (Li) (campo 20 mm.) Fig.: 14 - Barite con Antimonite - Calafuria (Li) (campo 10 mm.) 11 12
9 Fig.: 15 Brookite - Calafuria (Li) (campo 20 mm.) Fig.: 18 - Calcopirite - Le Ferriere (Li) (campo 10 mm.) Fig.: 19 Cinabro Castelnuovo M.dia (Li) (campo 20 m Fig.: 20 Clorite Castelnuovo M.dia (Li) (campo 10 mm.) Fig.: 16 - Brookite - Calafuria (Li) (campo 20 mm.) Fig.: 21 Copiapite La Sanguigna (Li) (campo 200 mm.) (Foto Magni M. - coll. G.M.C.) Fig.: 17 - Brookite - Castelnuovo M.dia (Li) (campo 30 mm.) 13 14
10 Fig.: 22 Dawsonite globulare rosa Vallicelle (Li) (max cristallo 5 mm.) Fig.: 23 Dawsonite globulare rosa Valle Benedetta (Li) (max cristallo 2 mm.) (Foto e coll. Nannoni R.) Fig.: 26 Malachite Cave Serredi (Li) (campo 20 mm.) Fig.: 27 Malachite globulare Cave Serredi (Li) (campo 20 mm.) (Foto e coll. Benucci V.) Fig.: 24 Dawsonite raggiata Valle Benedetta (Li) (max cristallo 1 mm.) (Foto e coll. Nannoni R.) Fig.: 28 Malachite Cave Serredi (Li) (campo 20 mm.) Fig.: 25 Magnetite Corbolone Est (Li) (campo 10 mm.) Fig.: 29 Melanoflogite Case San Quirico (Li) (campo 5 mm.) 15 16
11 Fig.: 33 - Pirite limonitizzata Castelnuovo M.dia (Li) (campo 20 mm.) Fig.: 30 Millerite Rio Popogna (Li) - (campo 10 mm.) Fig.: 34 - Pistacite & Calcite Cala del Leone (Li) (max cristallo 9 mm.) (Foto Magni M.) Fig.: 31 Millerite Ponte del Diavolo (Li) - (campo 10 mm.) Fig.: 35 Sfalerite Corbolone Est (Li) (campo 5 mm.) Fig.: 32 - Minerale non identificato (Wurtzite?) Corbolone Est (Li) (campo 5 mm.) 17 18
12 Fig.: 39 Titanite Corbolone Est (Li) (campo 5 mm.) Fig.: 36 Sfalerite Corbolone Est (Li) (campo 3 mm.) (Foto e coll. Cosmi S.) Fig.: 40 - Titanite azzurra Rio Paganello (Li) (max cristallo 2 mm.) Fig.: 37 Steatite Corbolone (Li) (campo 150 mm.) (Foto Magni M. - coll. G.M.C.) Fig.: 41 - Titanite azzurra Rio Paganello (Li) (cristallo 3 mm.) Fig.: 38 Titanite Corbolone Est (Li) (campo 5 mm.) 19 20
13 Fig.: 42 Topazolite Castelnuovo M.dia (Li) (max cristallo 4 mm.) Fig.: 45 Topazolite Pomaia (Li) (campo 20 mm.) (Foto e coll. Benucci V.) Fig.: 43 Topazolite Gabbro (Li) (campo 20 mm.) (Foto e coll. Guarguagli M.) Fig.: 46 Vanadinite Gabbro (Li) (campo 20 mm.) (Foto e coll. Benucci V.) Fig.: 44 Topazolite Gabbro (Li) (campo 20 mm.) (Foto e coll. Benucci V.) 21 Fig.: 47 Vanadinite Castelnuovo M.dia (Li) (campo 10 mm.) 22
14 Attività Gruppo Fig.: 48 Wurtzite Corbolone Est (Li) (campo 5 mm.) Dobbiamo ammettere che quest'anno il Gruppo ha effettuato pochissime attività di ricerca, dalla conclusione del Corso "Conoscere i minerali", se si eccettuano due uscite sulle cave di Calcedonio di Poggio Castiglione e sulla Solfara di Micciano: le prime per guidare i partecipanti al Corso alle prime esperienze sulla ricerca mineralogica, la seconda per condurre amici belgi alla ricerca dei minerali caratteristici della zona. Fig.: 49 Wurtzite Corbolone Est (Li) (campo 2 mm.) Anche se la zona Sud del Comune di Riparbella risulta esterna al Comprensorio dei Monti Livornesi, val la pena di presentare anche un bel campione di Quarzo nero con aggregato di cristalli anche di 4 5 mm. Fig.: 50 - Quarzo nero Le Botra Riparbella (Pi) (campo 30 mm.) (Foto e coll. Benucci V.) Momenti di ricerca sui Calcedoni di Poggio Castiglione e Fonte Murata 23 24
15 Attività Gruppo Manifestazioni Traversella (TO) Luglio 2010 S Info G.M.Valchiusella mailto:gmv@traversella.com Macugnaga (VB) 11 Luglio 2010 M/S Info Marco Berardi tel Massa M.ma (GR) Luglio 2010 M Info Silvano Volpi tel Piancastagnaio (SI) Agosto 2010 M/S Info Mariacristina Niccolini tel Agordo (BL) 08 Agosto 2010 M Info Dino Preloran tel Budapest (Ungheria) Agosto 2010 M Info L. Palinkas tel Bruxelles (Belgio) Settembre 2010 M Info Roger Leemans tel Denver (Colorado-USA) Settembre 2010 M Info Carl L. Smith mailto:smith72@denvermineralshow.com Domodossola (VB) 26 Settembre 2010 B/M Info Valter Caretti tel La ricerca sulla Zolfara di Micciano 25 26
16 Curiosità Mineralogiche ACQUAMARINA - Gemme & Pietre Preziose - marzo Colore brillantezza e trasparenza si fondono nell Acquamarina facendola apparire come una vera goccia, scintillante, del mare. Nel 1800 preferita nel colore verde acqua (la ritroviamo in splendidi gioielli d epoca) viene oggi più apprezzata nelle più forti tonalità blu cielo e blu intenso: forse perché i nostri sensi sono talmente saturati dai colori violenti che non siamo più capaci di valutare le sfumature delicate. La pietra è molto bella sia allo stato di cristallo grezzo sia, dopo il taglio e la faccettatura, prima di essere montata. Curiosità Mineralogiche Famosi giacimenti si trovavano negli Urali, da cui provenivano cristalli di rara qualità e bellezza, ma che sembra siano ormai esauriti. Oggi l Acquamarina proviene soprattutto dal Brasile ma anche dal Pakistan ed Afghanistan da cui vengono estratti magnifici cristalli di notevoli dimensioni anche se i minatori afgani si trovano a lavorare in condizioni estreme, per pochi mesi all'anno a causa del clima, tra monti altissimi, con sistemi di estrazione estremamente primitivi e con paghe irrisorie. Raggiungere quei siti minerari risulta tremendamente impegnativo e oggi la situazione politica e sociale lo rende ancora più difficile ma in Afghanistan potremmo davvero trovare cristalli grezzi di Acquamarina di colore e qualità principeschi tali da ripagare delle fatiche. ACQUAMARINA: SCHEDA TECNICA FORMULA BRUTA: Be 3Al 2(SiO 3) 6 CLASSE MINERALOGICA: Silicato GRUPPO: Dimetrico SISTEMA: Esagonale (gruppo spaziale: P6/mmc) La luce della natura si riflette in una limpida Acquamarina rettangolare ABITO: Prismatico esagonale con terminazioni pinacoidali (possibile la modificazione delle terminazioni da faccette bipiramidali) Muovendola tra le dita è mutevole: è infatti una gemma dicroica cioè varia il suo colore se osservata sotto due diverse angolazioni. per cui potremmo vederla blu o incolore semplicemente ruotandola. Per tale motivo è uso quindi tagliare l Acquamarina con la tavola parallela alla lunghezza del cristallo in modo da evidenziare la colorazione più intensa. Non è particolarmente rara in natura ma forse dovremmo dire che non era in quanto è sempre più difficile poter acquistare cristalli grezzi da taglio limpidi e di buon colore a prezzi convenienti. Anche le pietre tagliate, di buona qualità commerciale, hanno un prezzo sempre più elevato anche se, quelle che oggi vengono definite buona qualità commerciale, sono, se non più scadenti, certo meno attraenti di qualche anno fa. Ciò che conferisce all Acquamarina il suo bel colore è il Ferro: se riscaldata a C il colore azzurro si accentua fino a ra ggiungere le intensità più apprezzate sul mercato e per questo, oggi, la quasi totalità delle pietre in vendita è stata trattata per renderla più appetibile ma occorre grande attenzione alle temperature perché un surriscaldamento eccessivo potrebbe decolorarla completamente. L Acquamarina viene anche irradiata con neutroni e raggi gamma ma il colore così ottenuto non è duraturo e può mutare nel tempo virando verso il colore naturale. 27 DUREZZA: 7,5-8 PESO SPECIFICO: 2,68-2,80 INDICE RIFRAZIONE: COLORE: LUCENTEZZA: TRASPARENZA: SFALDATURA: STRISCIO: FRATTURA: PLEOCROISMO: GENESI: GIACIMENTI: DIne=1,570-1,580 nw=1,575-1,586 (birifrang. 0,004-0,010) tonalità di azzurro da quasi incolore ad azzurro-verdastro, azzurro-grigio, più o meno intenso (colore dovuto a ioni Ferro bivalenti e trivalenti), vitrea da trasparente a traslucida difficile, basale polvere bianca concoide mediamente dicroica (azzurro-incolore) di tipo pegmatitico (si rinviene in filoni) I giacimenti più importanti si trovano in Brasile: dallo stato di Minas Gerais provengono pietre con colori assai chiari. Famose le Acquemarine della zona est degli Urali in Russia; pietre molto belle si trovano in Madagascar, in Afghanistan e Pakistan, Nigeria, Sud Africa, California, Sry-Lanka, in sud e nord India, Australia, Cina. 28
17 Curiosità Mineralogiche Scala di Mohs FAMOSE MINIERE DI ACQUAMARINA ma attenzione!... spesso i nomi sono solo specchietti per le allodole. SANTA MARIA Nella miniera di Santa Maria di Itabira in Brasile sono state trovate Acquemarine di un bell azzurro intenso definito talvolta addirittura blu profondo (saranno mica Zaffiri del Kashmir in gita turistica?): da qui a molte Acquemarine viene attribuito l'appellativo Santa Maria ma solo per vendere in grazia del nome.. Sul mercato ci sono persino: Santa Maria africane che provengono dal Mozambico ed, in genere, hanno davvero un gran bel colore tanto che non avrebbero bisogno di queste denominazioni di fantasia. Espirito Santo Acquemarine brasiliane dello stato omonimo e vantano un colore altrettanto bello di quelle dedicate alla Madonna. Martha Rocha dalla religione alle reginette di bellezza., pur di vendere! E' un particolare colore di Acquamarina dedicato a Martha Rocha: la più amata Miss Brasile che concorse nel 1954 per il titolo di miss Universo ottenendo il secondo posto (il titolo fu vinto dalla americana Miriam Stevenson a cui, però, non fu dedicata alcuna gemma). MARAIMBA La miniera è famosa solo perché ivi fu estratto un enorme cristallo di Acquamarina del peso di 110,5 kg ma sul mercato non sono note gemme di Acquamarina vendute col nome Maraimba : chissà perché? IL PIU GRANDE CRISTALLO DI ACQUAMARINA mai tagliato, pesava 26 kg. e si chiamava Dom Pedro. Fu tagliato nel 1992 a Idar-Oberstein dal maestro Berndt Munsteiner. A tutt oggi detiene il titolo di più grande cristallo d Acquamarina mai tagliato. 29 Trasparenza e brillantezza, riflessi dei colori della natura nelle Acquemarine Taglio: "Goccia" - "Ovale" 1 Talco Scalfibile con l'unghia 2 Gesso Scalfibile con l'unghia 3 Calcite Scalfibile con una monete di rame 4 Fluorite Scalfibile con un coltello 5 Apatite Scalfibile con un coltello 6 Ortoclasio Scalfibile con una lima d'acciaio 7 Quarzo Scalfisce il vetro 8 Topazio Scalfisce facilmente il quarzo 9 Corindone Scalfisce facilmente il topazio 10 Diamante Non è scalfibile La "Scala di Mohs" prende il nome del suo ideatore Friedrich Mohs, mineralogista tedesco che, a cavallo del 18 e 19 secolo (Germro de Agordo ) ideò una scala empirica, con valori compresi da 1 a 10, per la definizione delle durezze, riferita alla capacità dei materiali di scalfirne uno più tenero e di essere a loro volta scalfiti da uno più duro. Tale Scala risulta ancora oggi di uso comune tra i mineralogisti e collezionisti quale metro di paragone per indicare la durezza dei minerali anche se, nella pratica industriale, questa viene determinata con prove di laboratorio atte a valutarne la resistenza alla compressione (durezza Brinell) o alla penetrazione (durezza Rockwell). Nell'esempio della Scala ogni minerale di riferimento citato scalfisce quelli che lo precedono e viene a sua volta scalfito da quelli successivi. I minerali aventi durezza 1-2 sono considerati teneri, quelli con durezza da 3 a 6 sono mediamente duri e quelli che superano 6 sono ritenuti duri. Nel caso di minerali con durezza tra 8 e 10 si parla di gemme preziose in quanto, molte gemme, hanno una durezza compresa in questo intervallo. 30
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