R e s t a u r o ( g e s s o e m a t e r i a l i l a p i d e i )
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- Anna Rocchi
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1 ISTITUTO D ARTE DI LUCCA AUGUSTO PASSAGLIA : 200 ANNI DI STORIA I SA I s t i t u t o S u p e r i o r e A r t i s t i c o A P a s s a g l i a R e s t a u r o ( g e s s o e m a t e r i a l i l a p i d e i ) I l R e s t a u r o d e i m o n u m e n t i Il restauro dei monumenti inteso come consolidamento e conservazione è un concetto del tutto moderno che richiede non solo un interesse per l'oggetto da restaurare ma anche un elevato grado di maturità storico-artistica. Prima del XVIII secolo il restauro dei monumenti aveva soprattutto un carattere pratico e contingente: infatti esso o era dettato da un interesse per cio' che il monumento rappresentava o riguardava riparazioni e modifiche apportate agli edifici per renderli atti a nuove esigenze d'uso. Mancava in qualche modo la coscienza dell'opera architettonica in se, in quanto opera d'arte. Per attribuire ad un manufatto un valore artistico è necessario che esso sia prodotto da un'artista, il quale generalmente firma l'opera consacrandone l'autenticità. Una tale indicazione ha reso, già nel passato, facilmente riconoscibile l'opera d'arte quando si trattava di un quadro o di una scultura. L e i s t i t u z i o n i, l e c a r t e d e l r e s t a u r o e l a c a r t a d e l R i s c h i o d e l p a t r i m o n i o c u l t u r a l e Nel 1945 fu convocata a Londra una conferenza incaricata di costituire una organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione la scienza e la cultura, l'unesco, con lo scopo di promuovere la collaborazione internazionale di studio per la conservazione e il restauro dei beni culturali. Nel 1964 la carta del restauro di Venezia a carattere internazionale, ribadisce l'importanza della salvaguardia del patrimonio culturale da parte dei popoli perchè patrimonio comune da trasmettere al futuro nella sua completa integrità. Nel 1972 è stata emessa la Carta Italiana del Restauro che elenca tutto ciò che deve essere oggetto di salvaguardia. Essa raccomanda che tecnica e materiali usati nella conservazione permettano ulteriori interventi di restauro anche nel futuro. Nel 1975, la Carta Europea del Patrimonio Architettonico, ribadisce l'importanza spirituale, culturale, economica, educativa e sociale del patrimonio architettonico. Sempre nel 1975 la Dichiarazione di Amsterdam, pone l'accento sulla responsabilità dei tecnici e degli operatori del restauro e della conservazione, sulla necessità di continue ricerche e innovazioni nell'uso dei materiali e delle tecniche. Nel 1987, la Dichiarazione di Washington, pone come obiettivo la salvaguarda delle città storiche e la conservazione dell'insieme degli elementi materiali e spirituali che ne esprimono l'immagine. Di istituzione molto recente (anni ) è la Carta del Rischio del Patrimonio Culturale Italiano promossa dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali. SOPRINTENDENZA B.A.P.P.S.A.E. PER LE PROVINCE DI LUCCA E MASSA CARRARA
2 Tecniche di conservazione e restauro d el gesso e del materiale lapideo Il termine Materiale lapideo naturale indica marmi, pietre, graniti, nonché qualsiasi altra roccia impiegata in architettura. Per definire i singoli materiali lapidei naturali esistono due tipi di classificazione, una classificazione tecnologica codificata da UNI (Norma UNI 8458) ed una classificazione petrografica, basata su criteri rigorosamente scientifici, notevolmente in contrasto fra loro. Il termine Materiale lapideo artificiale indica i materiali artificiali (quali stucchi, malte, intonaci, prodotti ceramici), impiegati in architettura, che derivano dalla lavorazione e trasformazione di materie prime di origine naturale. Ogni restauro deve essere preceduto da uno studio esauriente delle cause di alterazione. L'aspetto originale del monumento deve essere conservato il piu' possibile. La sequenza delle operazioni di restauro puo' essere: 1. DIAGNOSI 2. PULITURA 3. PRECONSOLIDAMENTO 4. CONSOLIDAMENTO 5. PROTEZIONE 6.MANUTENZIONE 1. DIAGNOSI - studio approfondito delle cause e dei meccanismi di degrado. - documentazione fotografica - ricerche d'archivio - osservazione macroscopica (morfologia del degrado) Analisi Mineralogiche (diffrattometria x) Petrografiche (sezioni sottili) Chimiche (assorbimento atomico - cromatografia ionica) Chimico-mineralogiche (microscopia elettronica a scansione) Fisiche (porosità - assorbimento d'acqua - capillarità imbibizione) Campionamento - deve essere rappresentativo dei fenomeni di degrado che si stanno verificando. - esposizione ai punti cardinali. - zone dilavate dalla pioggia. - zone non dilavate dalla pioggia. - vari litotopi presenti. - zone molto degradate. - zone poco degradate
3 2.PULITURA Consiste nella rimozione dello sporco o delle croste nere con metodi meccanici - chimici - fisici. 3.PRECONSOLIDAMENTO E' un consolidamento superficiale che precede la pulitura quando la pietra è molto degradata. 4.CONSOLIDAMENTO Gli scopi del consolidamento sono: l'aumento della coesione della pietra - aumento adesione fra zone degradate - aumento resistenza meccanica della pietra consolidata. E' fondamentale la penetrazione che non deve creare discontinuità fra gli strati esterni e quelli interni La penetrazione dipende dalla porosità della struttura da trattare, dalle proprietà chimiche e chimico-fisiche del consolidante, dalla composizione chimica del solvente, dalla densità-viscosità-tensione superficiale della soluzione, dalle modalità di applicazione della soluzione, dal tempo di contatto fra la pietra e la soluzione, dalle condizioni ambientali durante il trattamento. Quale risultato del consolidamento si puo' realizzare una diminuzione di porosita'. Sono da preferire consolidamenti che riducano parzialmente la porosita' del materiale e che riducono la penetrazione dell'acqua, mantenendo una buona permeabilita' al vapore. E' difficile controllare la distribuzione del prodotto nella pietra e stabilire quale è la porosità ideale dopo il trattamento. Il consolidamento non deve produrre sostanze aggressive per la pietra e la reversibilità deve essere considerata in senso relativo; è preferibile usare un prodotto reversibile anche se poi il processo di estrazione non permette la totale rimozione. In ogni caso il consolidante deve permettere ulteriori trattamenti. 5.PROTEZIONE Applicazione di una sostanza sulla superficie allo scopo di rendere la superficie idrorepellente e non attaccabile dagli inquinamenti atmosferici. 6.MANUTENZIONE Ispezione periodica del monumento allo scopo di frequentare ulteriore degrado e controllare l'efficienza del trattamento.
4 O p e r e i n g e s s o I modelli di Gesso hanno da sempre costituito la fase intermedia fra la prima idea plastica, in genere fermata dallo scultore nell'argilla, e la realizzazione finale affidata a materiali più nobili e durevoli quali il marmo,la pietra, il bronzo. E' noto come il gesso, raramente impiegato dagli artisti quale materiale autonomamente espressivo, sia in generale utilizzato per i modelli di opere da tradurre in altra materia e per riproduzioni a calco. Per la traduzione in gesso del primitivo modello in argilla si usa abitualmente il metodo del negativo a perdere, mentre quello della forma a tasselli viene preferito per opere in vario materiale. Entrambi i sistemi presentano alcuni inconvenienti per quanto riguarda la buona conservazione del gesso. Infatti nei calchi lo spessore è dato dallo spessore di diverse colate di gesso, la cui diversa coesione è causa talvolta dell'esfoliazione degli strati più superficiali, la sottigliezza dello spessore materico a volte li rende fragili a frantumarsi in caso di traumi. Nei casi in cui lo spessore della materia sia maggiore in alcuni punti che in altri può creare tensioni e successive fessurazioni e distacchi delle parti aggettanti. I perni di ferro, utilizzati spesso nel passato, hanno creato oltre ai rigonfiamenti, con la loro ossidazione, macchie permanenti all'interno e sulla superficie della materia. Macchie di ruggine si sono create anche in corrispondenza dei chiodini spesso infissi nei modelli quali punti di riferimento per la macchinetta-pantografo detta Fiorentina,. Altre macchie presenti spesso sui gessi si evidenziano sotto forma di aloni giallastri di intensità discontinua presumibilmente prodotto da olii o altre sostanze grasse usate per operazioni di calco o di patinatura dei gessi che erano trattati a imitazione di materiali più pregiati quali: marmo, bronzo, terracotta.
5 T e c n i c h e d i p u l i t u r a Dopo l'osservazione dell'oggetto si procede a formulare la scheda UA dove verranno riportate tutte le notizie riguardanti la storia e la situazione attuale del soggetto da restaurare. Fase uno: SPOLVERO Fase due: CAMPIONATURE Esistono alcuni sistemi per la pulitura delle opere di gesso che danno risultati differenti a seconda del tipo di sporco che presentano le superfici. Prima di decidere quale sistema utilizzare per la pulitura dei soggetti si eseguono diverse campionature con vari materiali: SI delimitano quindi alcune piccole porzioni di superficie con nastro adesivo di carta, tasselli quadrati e, in ognuno, si deposita materiale diverso: IMPACCHI DI PASTA DI LEGNO Impacco di cellulosa ( pasta di legno) alla quale viene aggiunto un biocida (disinfettante) al 2%, per impedire la formazioni di muffe. PELLICOLA DI RESINA VINILICA Si tratta di un sistema che richiede tempi più brevi degli impacchi, si utilizza acetato di polivinile (Vinavil) che si stende, non diluito, in uno strato sottile, sulla superficie da pulire, con un pennello a setole morbide. IMPACCO DI SILICE Si stende uno strato di gel di silice (polvere di silice diluita con acqua fino ad ottenere un gel). Una volta completamente asciutto si asporterà con l'aiuto spazzolini di setola morbida, eventuali residui andranno tolti con cotone idrofilo imbevuto di acetone puro. SFREGAMENTO CON GOMMA-PANE Piccole parti e macchie localizzate e persistenti potranno essere pulite per sfregamento, con gomma-pane. Per l'applicazione di questa tecnica non occorre usare precauzioni particolari. Macchie di grasso e materiali simili potranno essere rimosse utilizzando acetone o trielina o alcool, applicato con cotone idrofilo.
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