Studi di Archeologia / Univesità degli Studi di Roma Tor Vergata 1 A10

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1 Studi di Archeologia / Univesità degli Studi di Roma Tor Vergata 1 A10 768

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3 Tommaso Bertoldi Ceramiche comuni dal suburbio di Roma

4 Copyright MMXI ARACNE editrice S.r.l. via Raffaele Garofalo, 133/A B Roma (06) isbn I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: settembre 2011

5 A Leonardo

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7 Indice Introduzione I contesti a. I contesti di età tardo repubblicana Città dello Sport Torre Spaccata Ponte di Nona b. I contesti della prima età imperiale Boccone del Povero Carcaricola Forme e tipi morfologici a. Ceramica comune da mensa e dispensa Brocca Bottiglia Anforetta Olla Cratere Coppa miniaturistica Incensiere b. Ceramica comune da cucina Brocca Olla Olla biansata Casseruola Tegame Clibano Incensiere Analisi di laboratorio e tipi di impasto a. Gli impasti della ceramica comune da cucina b. Gli impasti della ceramica comune da mensa e dispensa Note conclusive Bibliografia

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9 Introduzione Il presente lavoro, realizzato in gran parte nel corso di una ricerca di dottorato presso l Università degli Studi di Roma Tor Vergata, ha avuto come obiettivo quello di arricchire le classificazioni esistenti delle ceramiche comuni e di riflettere, in particolare, su quelle in circolazione nel suburbio orientale e sud orientale di Roma*. A questo fine sono state prese in esame alcune ceramiche comuni (da mensa, da dispensa e da cucina) di produzione locale più frequentemente attestate tra la tarda età repubblicana e il primo impero. Per produzioni locali si intendono, in questo caso, gli oggetti fabbricati nell ambito geografico compreso tra Roma e il territorio circostante, all interno comunque dei limiti regionali. I materiali studiati provengono da contesti inediti localizzati nel Municipio VIII del Comune di Roma, indagati a seguito di scavi d urgenza e di scavi didattici 1. Si tratta di una notevole quantità di dati * Desidero ringraziare con grande affetto Andreina Ricci, i cui insegnamenti hanno segnato in passato e continuano a segnare tutt ora il mio percorso scientifico. Desidero inoltre ringraziare Stefano Musco per la disponibilità dimostrata, in ogni occasione, a prendere visione delle documentazioni di scavo e ad accedere ai magazzini della Soprintendenza. Un sentito ringraziamento devo anche a Maria Pia Riccardi per il generoso supporto scientifico che mi ha dato con le analisi di laboratorio e l elaborazione dei dati archeometrici. 1. Nell ambito del progetto di schedatura del materiale ceramico proveniente da alcuni siti del Municipio VIII e dal comprensorio dell Università degli Studi di Roma Tor Vergata, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Roma e con la cattedra di Metodologia e Tecnica della Ricerca Archeologica dell Università degli Studi di Roma Tor Vergata, sono stati selezionati alcuni siti significativi già indagati sotto la direzione scientifica di Stefano Musco e Andreina Ricci e attualmente inediti. Si tratta dell area occupata dal centro commerciale Roma Est presso Ponte di Nona, del sito di Torre Spaccata, della villa e necropoli di Boccone del Povero, della necropoli di Carcaricola e dell area di attuale edificazione presso la Tenuta di Passolombardo, dove è in progetto la costruzione della Città dello Sport. I materiali oggetto della presente ricerca sono custoditi all interno dei casali di Ponte di Nona (Soprintendenza Archeologica di Roma) e presso il magazzino del CeSTer (Centro Interdipartimentale per lo Studio delle Trasformazioni del Territorio) dell Università di Tor Vergata. che risultano particolarmente significativi data la scarsa quantità di scavi stratigrafici editi in questa porzione del suburbio. A fronte di tale situazione si è ritenuto opportuno integrare le tipologie esistenti e, soprattutto, tentare un primo lavoro di sintesi, al quale sarà possibile in futuro aggiungere nuovi elementi. Le ceramiche comuni da cucina, da mensa e dispensa e per la preparazione dei cibi, sono divenute negli ultimi anni oggetto di ricerche più attente rispetto al passato: è stato possibile così compiere numerosi passi avanti, tra i quali ne vanno messi in particolare evidenza almeno tre. Il primo riguarda il fatto che i prodotti di uso comune fabbricati a Roma e in area, non erano diffusi soltanto localmente, come per lungo tempo si è stati portati a credere; in alcuni casi è attestata anche una distribuzione su ampia scala 2. Una mostra didattica permanente, dal titolo Fuori dai Fori, espone alcuni di tali reperti (CeSTer, via Columbia s.n.c., tel ). 2. È solo di recente grazie allo studio di alcuni contesti del Mediterraneo occidentale (per la Gallia meridionale si veda in generale i contributi in Céramiques Communes de Campanie et de Narbonnaise e in Céramiques Communes d Italie et de Narbonnaise ; per quanto riguarda la Spagna nord orientale si veda Aguarod Otal 1991) e di alcuni relitti, che il rinvenimento di esemplari in ceramica comune da cucina di produzione ha fatto pensare alla possibilità di una loro diffusione più ampia, anche se, nel caso dei relitti, si tratta molto spesso di vasellame di bordo. Le forme in ceramica comune prodotte a Roma e nell area più documentate nel bacino occidentale del Mediterraneo, sono sicuramente le olle con orlo a mandorla di età tardo repubblicana e le casseruole con orlo a tesa fabbricate dall età augustea alla prima età imperiale. Le olle con orlo a mandorla del Tipo 5 sono presenti nella Spagna nord orientale in contesti di I secolo a. C. e in Francia meridionale (infra, pp ). Numerose sono anche le segnalazioni in relitti datati tra la seconda metà del II e gli inizi del I secolo a. C. e localizzati in Italia, Francia meridionale e Spagna. In Italia sono segnalate nel relitto di Spargi datato tra il 120 ed il 100 a. C. (Pallarés 1986, fig. 12a, p. 100), nel relitto di Albenga della metà del II secolo a. C. (Lamboglia 1952, fig ) e nel relitto della secca dei mattoni a Ponza datato tra la fine del II e gli inizi del I secolo a. C. (Galli 1993, 9

10 10 Ceramiche comuni dal suburbio di Roma Un secondo risultato riguarda l impiego di analisi minero petrografiche e chimiche, indirizzate all individuazione delle caratteristiche degli impasti che contraddistinguono le diverse produzioni e i loro centri di fabbricazione. Una recente ricerca a tale proposito ha permesso di realizzare una prima tipologia del vasellame di uso comune prodotto a Roma e in area, che tra tarda repubblica e primo impero ha registrato un notevole incremento nella fabbricazione e nell esportazione 3. Un terzo aspetto, sul quale gli studi recenti hanno cominciato a far luce, riguarda i rapporti tra le produzioni di ceramica comune dell area e quelle di importazione; in modo particolare è interessante il confronto con le produzioni tardo repubblicane campane e con le più note produzioni provinciali dell età imperiale provenienti dall Africa Proconsolare: i dati raccolti nella presente ricerca sono stati elaborati anche in questa prospettiva 4. Nonostante i risultati positivi raggiunti, numerosi restano ancora gli interrogativi e le lacune sul vasellame ceramico di uso comune prodotto in area, sia per il fatto che non abbiamo ancora a disposizione tipologie complete (come quelle per esempio delle ceramiche fini da mensa), sia perché di molti tav. VI. 5, p. 128). In Francia nel relitto del Grand Congloué 2 presso Marsiglia datato tra il 150 ed il 130 a. C. (Benoit 1961, pl. XIX. 8, p. 117), nel relitto de La Formigue C (Golfe Juan) datato alla seconda metà del II secolo a. C. (Pollino 1975, pl. V, p. 79), nel relitto Bénat 4 datato tra il secondo e il terzo quarto del II secolo a. C. (Long 1987, fig. 9, p. 107), nel relitto de la baie de Cavalière (Var) datato tra la fine del II e gli inizi del I secolo a. C. (Charlin et alii 1978, tav , p. 39), nel relitto de la Pointe du Brouil (Var) del a. C. (L Hour et alii 1985, n. 426, p. 100) e nel relitto La Ciotat 3 datato tra la fine del II e il primo quarto del I secolo a. C. (Long et alii 2003, fig. 26, p. 288). In Spagna olle con orlo a mandorla del Tipo 5 sono state rinvenute nel relitto del la Colonia de Sant Jordi (Maiorca) datato tra la fine del II e l inizio del I secolo a. C. (Colls 1987, pl , p. 83). Per quanto riguarda le casseruole con orlo a tesa tardo repubblicane tipo 2a di Olcese (Olcese 2003, tav. II), sono segnalate in Italia nel relitto della secca dei mattoni a Ponza (Galli 1993, tav. VI. 4) e in Francia nel relitto della Madrague de Giens (Var) datato tra il 60 ed il 50 a. C. (Tcherniá et alii 1978, pl. XXIII n ). Le casseruole con orlo a tesa della prima età imperiale Tipo 3 (infra, pp ) sono presenti nella Francia meridionale nel carico del relitto Dramont D, datato alla metà del I secolo d. C. (Joncheray 1974, pl. Va c, p. 37). 3. Olcese 2003a. 4. Su questo argomento e sulla concorrenza tra la ceramica comune da cucina africana e quella di produzione locale nella prima età imperiale, interessante il recente contributo proveniente dai dati di Ostia (Coletti 2003b, pp.28 31). tipi non si conoscono ancora i centri di produzione. Gli obiettivi del presente lavoro sono stati pertanto indirizzati in principio all individuazione dei tipi già noti e al loro grado di diffusione nel suburbio orientale di Roma. Infatti se è vero che per questa parte del suburbio, sono numerose le pubblicazioni di carattere topografico sulla distribuzione degli insediamenti e sulla loro interpretazione, è altrettanto vero che scarsi sono i dati editi sui reperti mobili 5. Si è così cercato di tenere in considerazione questo elemento, sperando di arrivare ad associare a evidenti trasformazioni che sembra abbiano caratterizzato alcuni siti indagati, differenze nella scelta e nell uso del vasellame. Per quanto riguarda invece i tipi nuovi, riscontrati in quantità considerevoli, l interrelazione tra l analisi morfologica e quella degli impasti si è rivelata essenziale per isolare in maniera più precisa le aree di provenienza. L importanza dei dati raccolti nella presente ricerca deriva inoltre dalla caratteristica dei contesti presi in esame, che risultano piuttosto significativi. Si tratta infatti non solo di contesti inediti, ma anche di scavi ricchi di materiali in prima giacitura, cronologicamente omogenei e con una scarsa presenza di residui. Pertanto, in principio, si è proceduto alla schedatura completa di tutte le classi ceramiche, per poi indirizzare lo studio sulle ceramiche comuni e in particolare sul vasellame di produzione locale. La finalità principale è stata quella non solo di utilizzare un efficace strumento interpretativo per ricostru- 5. Il lavoro più esaustivo sulla distribuzione degli insediamenti nel territorio compreso tra la via Collatina e la via Latina è opera di Lorenzo Quilici ed è pubblicato nel X volume della Forma Italiae (Quilici 1974a). Seguono una serie di interventi realizzati dalla Soprintendenza Archeologica di Roma tra il 1982 ed il 2000 nel suburbio orientale e sud orientale (Musco 2001a; Ib. 2001b; Ib. 2001c; Musco, Zaccagni 1985 e Musco et alii 1985) e resoconti di scavi realizzati all interno del comprensorio universitario sotto la direzione della cattedra di Metodologia e Tecnica della Ricerca Archeologica dell Università degli Studi di Roma Tor Vergata (Bertoldi 2009; Laddaga 2009; Scalzi 2009; Scandellari 2009; Rustici, Tondi 2009). Importante è anche il contributo generale di M. de Franceschini sulle ville suburbane del comune di Roma (De Franceschini 2005). Sulle trasformazioni delle proprietà nel suburbio sud orientale in epoca tardo antica, interessante è la scoperta della cella vinaria all interno della villa di Passolombardo, realizzata tra il IV e gli inizi del V secolo d.c. e descritta dall agronomo Palladio in un passo del De Re Rustica (Ricci 2005).

11 Introduzione 11 ire la cronologia e la formazione degli strati, ma anche di confermare come le ceramiche di uso comune e le altre classi ceramiche vadano ormai studiate nella loro globalità. L alto grado di contestualità del materiale analizzato ha permesso inoltre di procedere ad analisi quantitative utili all interpretazione dei dati esaminati Nel lavoro di schedatura e di elaborazione dei dati sono stati adottati tre principali sistemi di quantificazione: la conta numerica dei frammenti, la pesatura e il calcolo della percentuale della circonferenza degli orli per individuare il numero massimo e minimo di vasi (cfr. Arthur, Ricci 1981, pp ).

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13 1. I contesti La scelta dei contesti studiati nel presente lavoro ha tenuto conto soprattutto dello stato attuale delle pubblicazioni sulle ceramiche comuni prodotte a Roma e in area. Se da un lato la recente tipologia di Gloria Olcese 1 ha definito con maggiore precisione alcuni tipi morfologici prodotti tra la tarda età repubblicana e la prima età imperiale e ha chiarito aspetti legati ai loro centri di produzione o alle tecniche di fabbricazione, dall altro lato ha messo in evidenza la difficoltà di trovare per ogni tipo morfologico un numero sufficiente di confronti con materiali provenienti da scavi stratigrafici. Tale difficoltà deriva principalmente da due fattori: uno legato al numero ragguardevole di dati inediti, l altro legato allo scarso numero di pubblicazioni di contesti significativi per quantità di frammenti ceramici rinvenuti e grado di affidabilità degli strati di provenienza. Ciò non significa che la maggior parte dei frammenti editi non siano di qualche utilità, ma la loro importanza è limitata ad attestare un determinato tipo in una particolare area e non è sufficiente a corredare quel determinato tipo di valide informazioni di carattere cronologico. Pertanto, a molti anni di distanza, le principali pubblicazioni utili per iniziare uno studio su questa classe ceramica sono quelle degli scavi di Sutri 2 e di Cosa 3 per l età tardo repubblicana; di pari importanza sono gli scavi delle Terme del Nuotatore di Ostia 4 per quanto riguarda la prima età imperiale e le ceramiche comuni dell Antiquarium di Ostia 5. Occorre precisare, che nel caso delle ceramiche comuni prodotte in area, a tali pubblicazioni vanno aggiunti una serie di dati recenti provenienti principalmente da stratigrafie riferibili 1. Olcese 2003a. 2. Duncan 1958; Ib. 1964; Ib Dyson Ostia II e Ostia III. 5. Pavolini ai primi due secoli dell età imperiale 6, mentre continuano a essere poco conosciute quelle di età tardo repubblicana. Questa lacuna rende problematica l individuazione dei limiti cronologici della produzione e circolazione non solo di alcuni tipi in ceramica comune, ma anche di alcune produzioni locali di vernice nera e di contenitori da trasporto 7. Tenendo conto di tali problemi, nella scelta dei contesti da studiare in questa sede, sono state prese in considerazione stratigrafie inedite di età tardo repubblicana e imperiale; inoltre sia per i contesti di età tardo repubblicana che per quelli di età imperiale, sono state scelte stratigrafie il più possibile ricche di materiali e interpretate come strati di interro o immondezzai. I contesti presi in esame sono localizzati tutti nel suburbio orientale e sud orientale di Roma e in particolare nel Municipio VIII (fig. 1). Per l analisi dei materiali di età tardo repubblicana sono stati scelti tre differenti siti. Il primo è localizzato all interno del Comprensorio Universitario di Tor Vergata (tra la via Casilina, l autostrada Roma Napoli, il Grande Raccordo Anulare e via di Vermicino), in una vasta area sottoposta a recenti indagini preventive alla realizzazione della Città dello Sport. Si tratta di interventi che hanno messo in luce un numero cospicuo di strutture abitativo produttive, viarie, idriche e funerarie databili tra 6. Per quanto riguarda Roma, particolarmente interessanti sono i recenti dati provenienti da un contesto flavio da Piazza Celimontana sul Celio (Pavolini et alii 2006), da alcuni contesti dei Fori Imperiali (Ceci 2006; Marucci 2006; Rinaldi 2006), dallo scavo di via G. Sacchi in Filippi 2008 (a cura di) e dallo scavo delle Terme di Traiano (Bertoldi 2008). Nel caso di Ostia i dati più recenti provengono dallo scavo della domus cosiddetta dei pesci (Zevi et alii 2007). 7. È il caso delle ceramiche a vernice nera di produzione romano laziale e delle cosiddette anfore vinarie greco italiche, di cui non sono ancora noti con precisione i centri di fabbricazione e i limiti cronologici della produzione (si veda da ultimo Ferrandes 2006, pp e Olcese 2009, pp ). 13

14 14 Ceramiche comuni dal suburbio di Roma Figura 1. Foto da satellite con cerchiati in rosso i siti presi in esame ed evidenziati in giallo i principali riferimenti topografici. la seconda metà del IV secolo a. C. e l età tardo antica 8. Fra tali strutture sono state individuate e analizzate importanti stratigrafie datate tra gli ultimi decenni del III e l inizio del II secolo a. C. Il secondo sito si trova lungo la via di Torre Spaccata, in località Santa Maura, dove a seguito di indagini condotte dalla Soprintendenza Archeologica di Roma, sono emerse strutture datate tra l età medio repubblicana e la prima età imperiale. Nella presente ricerca sono state prese in considerazione due interessanti fasi di età tardo repubblicana, una datata entro la pri- 8. I dati raccolti nelle indagini archeologiche condotte dal CeSTer Università degli Studi di Roma Tor Vergata nell area della Città dello Sport, sono attualmente in fase di studio e saranno oggetto di una prossima pubblicazione. ma metà del II secolo a. C. e una riferibile alla seconda metà del secolo. Il terzo contesto è stato scoperto a seguito di indagini preventive alla costruzione del Centro Commerciale Roma Est in località Ponte di Nona, tra il Km. 11 e 12 della via Collatina. Si tratta dei resti di una villa rustica, con materiale proveniente da strati significativi datati entro la seconda metà del II secolo a. C. Per i materiali relativi ai primi due secoli dell età imperiale sono stati scelti due siti che ricadono all interno del Comprensorio Universitario di Tor Vergata. Si tratta di strutture oggetto di scavi didattici condotti dalla cattedra di Metodologia e Tecnica della Ricerca Archeologica dell Università degli Studi di Roma Tor Vergata, negli anni compresi tra il 1995 e il 2009.

15 i. I contesti 15 Figura 2. Foto aerea dell area di Città dello Sport (2009). L area cerchiata in rosso indica la tomba a camera localizzata lungo la tagliata stradale. Il primo contesto è un grande immondezzaio di età adrianea prima età antonina connesso a una vicina villa e necropoli in località Boccone del Povero. In questo caso il materiale preso in esame proviene sia dai corredi della necropoli che dall immondezzaio. Il secondo contesto riguarda la necropoli di Carcaricola, il cui studio si è concentrato in particolare su un numero consistente di olle utilizzate per la deposizione di incinerati. 1a. I contesti di età tardo repubblicana Città dello Sport (ultimi decenni del III inizi II secolo a. C.) Le indagini preventive alla realizzazione della Città dello Sport, hanno interessato una vasta area compresa tra l autostrada Roma Napoli, via Guido Carli e viale dell Archiginnasio, all interno del Comprensorio dell Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Si tratta di un ampia porzione di territorio (tenuta di Passo Lombardo), circa 35 ettari, tuttora in corso di studio e caratterizzata da un numero considerevole di presenze archeologiche (fig. 2). Le indagini, condotte dal 2006 al 2009 dal CeSTer Università di Tor Vergata in accordo con la Soprintendenza Archeologica di Roma, hanno permesso di mettere in luce tre strutture di carattere abitativo produttivo, un tratto di acquedotto sotterraneo, necropoli della prima, media e tarda età imperiale e una tagliata stradale con tombe a camera medio repubblicane allineate

16 16 Ceramiche comuni dal suburbio di Roma Figura 3. La tomba a camera vista da nord. su entrambi i lati. Tali presenze disegnano le diverse fasi di occupazione e di trasformazione di questo tratto del suburbio romano tra l età medio repubblicana e il VI secolo d. C. 9 I materiali di età tardo repubblicana che sono stati scelti per la presente ricerca provengono da un consistente immondezzaio ceramico individuato all interno di una tomba a camera. Si tratta di un sepolcro scavato nel banco di tufo, con gradini e lungo dromos di accesso, che termina in una semplice camera a pianta semicircolare (fig. 3). La tomba, realizzata con molta probabilità tra la fine del IV e i primi decenni del III secolo a. C., coeva alle altre tombe a camera allineate lungo la tagliata stradale, venne riutilizzata tra gli ultimi decenni del III e l inizio del II secolo a. C come immondezzaio. Lo strato di riempimento infatti è costituito da terra mista a una grande quantità di frammenti ceramici (figg. 4 5). Si tratta di oltre 1800 frammenti conservati in ottimo stato, rappresentativi delle principali classi ceramiche e produzioni in circolazione in questo periodo (tab. 1). Sono presenti vasi in vernice nera attribuibili per lo più al Gruppo dei Piccoli Stampigli di area etrusco laziale (quarta e quinta fase) e in numero minore al Gruppo degli Stampigli Radiali e alla produzione Heraklesschalen, che riconducono a un arco cronologico compreso nella seconda metà del III Figura 4. La tomba a camera vista da sud. 9. La distribuzione capillare di tali presenze conferma il complesso quadro già disegnato, nei primi anni 70, dagli studi topografici condotti da L. Quilici in questo tratto di suburbio romano (Quilici 1974a, siti e siti ). Figura 5. Particolare del dromos della tomba a camera e dello strato di riempimento.

17 i. I contesti 17 Tabella 1. Tabella riassuntiva delle classi ceramiche rinvenute nella tomba a camera di Città dello Sport Classe Produz. O A F P Tot. Ceramiche Etruscolaziale a vernice nera Anfore Laziale (?) Anfore Campana Anfore Punica Ceramiche comuni da mensa e dispensa Ceramiche comuni per la preparazione degli alimenti Romanolaziale Ceramiche comuni da cucina Lucerne Romana Tot secolo a. C. 10 A questo materiale sono associate anfore greco italiche del tipo Vandermersch V/VI e Vandermersch VI, prodotte in Campania e nell Italia centrale tirrenica (Lazio?) 11 tra il 270/260 e il 200 a. C. ca. Se la vernice nera e i contenitori da trasporto confermano l ambito cronologico di circolazione del materiale presente nell immondezzaio, il periodo di formazione dello strato è indicato dalla presenza di alcune olle in ceramica da cucina di produzione locale del tipo cosiddetto con orlo a mandorla, la cui produzione sembra cominciare proprio tra la fine del III e l inizio del II secolo a. C. (vedi infra fig. 90, p. 96) e alcuni esemplari di lucerne del tipo Tevere 1b e 1c datate tra la fine del III e la prima metà del II secolo a. C. 12 Ceramiche a vernice nera (tab. 2) Le produzioni in ceramica a vernice nera individuate nel riempimento della tomba a camera, possono essere attribuite principalmente a un unico filone, quello del Gruppo dei Piccoli Stampigli di area etrusco laziale 13, che da solo raggiunge più del 95% dei frammenti identificati. In particolare con un repertorio di tipi morfologici che riconducono a produzioni tipiche dell area di Roma e dintorni, datate tra la se- 10. In generale per lo studio delle ceramiche a vernice nera si è fatto riferimento ai testi di Schippa 1980; Morel 1981; Bernardini 1986; Olcese 1998; Stanco 2004; Ib. 2005; Ib. 2009; Brecciaroli Taborelli 2005 e Ferrandes A una prima analisi macroscopica di alcuni impasti si notano numerose analogie con alcune anfore greco italiche provenienti dall ager portuensis (Olcese 2009, pp ). 12. Borgia 1988, figg. 3 e 4, pp Da qui in avanti abbreviato GPS. conda metà del III e i primi decenni del II secolo a. C. (fig. 6). In numero assai minore sono anche da segnalare due frammenti di Heraklesschalen e due del Gruppo falisco degli Stampigli Radiali. Per quanto riguarda la produzione del GPS di area etrusco laziale, la forma più attestata è la coppa emisferica serie Morel 2784, che in questa produzione presenta in genere una fattura poco accurata e una vernice di mediocre qualità. Questa forma, nel caso del contesto preso in esame, appare nella maggior parte dei casi priva di bolli. Gli unici due esemplari con bollo riportano un unico stampiglio tipo Bernardini 38 tav. LVI (fig. 6a) e Bernardini 43 tav. LVII (fig. 6b) 14. Tra le forme rinvenute in quantità rilevanti, seguono le coppe serie Morel 2812 e Morel 2538 datate tra la seconda metà del III e l inizio del II secolo a. C. In particolare le coppe a bordo ispessito serie Morel 2538, presenti con 12 esemplari, sono considerati i contenitori più caratteristici tra il repertorio delle produzioni di area etrusco laziale del GPS, con vernice poco brillante e spesso caratterizzata da chiazze bruno rossastre. Con un numero di frammenti piuttosto rilevanti, sono attestate anche una serie di coppette con orlo semplice o articolato, prodotte tra il 250 e il 190 a. C. e riconducibili alla serie Morel 2522, 2523, 2733 e Oltre alle coppe e alle coppette, che raggiungono l 86% delle forme in ceramica a vernice nera, sono presenti anche patere, in particolare del tipo Morel 1534 con orlo estroflesso e poco espanso. Tra gli otto esemplari rinvenuti, se ne 14. Bernardini 1986.

18 18 Ceramiche comuni dal suburbio di Roma Tabella 2. Tabella riassuntiva delle ceramiche a vernice nera di Città dello Sport Produz. Forma Serie Tipo O A F P Tot. % circonf. Max./ Peso orli Datazione orli min. (gr.) Etrusco-laziale Patera Morel % 2/2 260 III secolo a. C Etrusco-laziale Patera Morel % 8/4 360 Seconda metà III secolo a. C. Etrusco-laziale Patera Morel % 3/ a. C Etrusco-laziale Patera Morel a % 1/ a. C Etrusco-laziale Coppetta Morel g % 4/ a. C Etrusco-laziale Coppetta Morel a % 2/ a. C Etrusco-laziale Coppetta Morel b % 1/ a. C Etrusco-laziale Coppetta Morel % 2/2 220 Prima metà III secolo a. C. Etrusco-laziale Coppetta Morel % 1/1 120 Seconda metà IIIprima metà II secolo a. C. Etrusco-laziale Coppetta Morel a % 1/ a. C Etrusco-laziale Coppa Morel % 12/6 510 Seconda metà 2538 Etrusco-laziale Coppa Morel 2784 Etrusco-laziale Coppa Morel 2812 Etrusco-laziale Non id. Non id Etrusco-laziale Non id. Non id (Gruppo dei Piccoli Stampigli) Romana (Heraklesschalen) Falisca (Gruppo degli stampigli radiali) III secolo a. C % 46/ Seconda metà IIIprima metà II secolo a. C % 16/ Seconda metà IIIinizo II secolo a. C. Non id. Non id a. C. Non id. Non id Non id. Non id. Non id Tot a. C. conserva uno integro con bollo centrale sul fondo tipo Bernardini 11 tav. LV (fig. 6c). Alla produzione etrusco laziale del GPS vanno attribuiti anche una serie di fondi che non è stato possibile identificare con alcuna forma. Sono frammenti che recano sul fondo una stampiglia singola con rosetta a otto petali separati da puntini tipo Bernardini 20 tav. LV (fig. 6d), una con stella a dodici punte (fig. 6e) e una con doppio cerchio concentrico tipo Bernardini 200 tav. LX (fig. 6f ). Tra le produzioni minori sono da segnalare due fondi di forme non identificabili, appartenenti al Gruppo falisco degli Stampigli Radiali (fig. 6g) e in particolare alla produzione lucoferoniense del secondo periodo di influsso falisco, datata tra il 240 e il 210 a. C. 15. Completano il quadro due frammenti di vasi con impresso, al centro del fondo, una stampiglia a rilievo raffigurante Eracle stante, riferibile alla produzione delle Heraklesschalen (fig. 6h). Si tratta di una produzione da attribuire con molta probabilità a officine operanti a Roma e dintorni nella seconda metà del III secolo a. C Stanco 2004, fig. 16 il primo in alto a dx., p Bernardini 1986, p. 174; Brecciaroli Taborelli 2005, p. 68.

19 a b c d e f Figura 6. g h a f.gruppo dei Piccoli Stampigli. g Gruppo degli Stampigli Radiali. h Gruppo delle Heraklesschalen.

20 20 Ceramiche comuni dal suburbio di Roma Tabella 3. Tabella riassuntiva delle anfore di Città dello Sport Produz. Forma Tipo O A F P Tot. % circonf. orli Max./ min. Peso orli (gr.) Datazione Laziale (?) Grecoitalica MGS V/VI % 1/1 420 Metà III secolo a. C. Laziale (?) Grecoitalica MGS VI % 7/ /260-seconda metà III secolo a. C. Laziale (?) Grecoitalica Non id Campana Grecoitalica MGS V/VI % 7/6 Metà III secolo a. C. Campana Grecoitalica MGS VI % 7/ /260-seconda metà III secolo a. C. Campana Grecoitalica Non id Punica Ramon- Torres Ramon Torres T % 1/1 90 Ultimi decenni III-prima metà II secolo a. C. Punica Ramon- Torres Ramon Torres T % 1/1 100 Ultimi decenni III-prima metà II secolo a. C. Punica Ramon- Non id Torres Tot Anfore (tab. 3) I contenitori da trasporto sono presenti con 288 frammenti riferibili a tre principali aree produttive: l Italia centrale tirrenica (Lazio?), la Campania e l Africa settentrionale di tradizione punica. Per quanto riguarda le regioni italiche, l anfora vinaria più attestata in questo periodo e presente nell immondezzaio con il 98% sul totale dei frammenti anforici, è la cosiddetta anfora greco italica. In particolare il tipo con il numero maggiore di esemplari è l anfora MGS VI, caratteristica della seconda metà del III secolo a. C. e in circolazione già a partire dal 270/260 a. C. 17. Se le caratteristiche morfologiche non permettono una chiara identificazione delle diverse produzioni di queste anfore, l analisi macroscopica degli impasti ha messo in evidenza due principali aree di provenienza: una campana (96 frammenti) costituita da un corpo ceramico compatto di colore crema o beige con numerosi piccoli inclusi neri brillanti, la seconda (fig. 7), di probabile produzione laziale (187 frammenti), caratterizzata da un corpo ceramico più friabile, di colore crema chiaro, spesso con lenti di colore rosa chiaro 18. Figura 7. Foto dell impasto riscontrato nelle anfore greco italiche tipo MGSV/VI e MGS VI di probabile produzione laziale Le anfore puniche, testimoniate da un numero esiguo di frammenti, fanno riferimento all insieme di produzioni di area tunisina, cronologicamente comprese tra la prima e la terza guerra punica. In particolare sono attestate le forme Ramon Torres T e T datate tra gli ultimi decenni del III e la prima metà del II secolo a. C Vandermersch 1994, pp ; ib. 2001, p Olcese 2009, pp Ramon Torres 1995, pp

21 Tabella 4. Tabella riassuntiva delle ceramiche comuni da mensa e dispensa di Città dello Sport i. I contesti 21 Produz. Forma Tipo O A F P Tot. % circonf. Max./ Peso orli Datazione orli min. (gr.) Brocca Tipo % 1/1 50 Ultimi decenni III-prima metà I secolo a. C. Brocca Tipo % 8/6 440 Ultimi decenni III-prima metà I secolo a. C. Brocca Tipo % 5/4 280 Ultimi decenni III-prima metà I secolo a. C. Brocca Tipo % 20/ Fine IV- II secolo a. C. Brocca Tipo % 9/6 720 Fine IV- II secolo a. C. Brocca Tipo % 16/ Ultimi decenni III-prima metà I secolo a. C. Brocca Non id Olla Tipo % 7/5 320 Ultimi decenni del III- II secolo a. C. Unguent. Camilli 1999, tav. 13. B % 1/1 20 Fine III- II secolo a. C. Unguent. Non id Non id. Non id Tot Ceramiche comuni da mensa e dispensa (tab. 4) I contenitori che appartengono a questa classe ceramica sono tutti prodotti a Roma e in area e attestati con due tipi di impasti principali: uno di colore che varia dal crema chiaro/beige al rosso chiaro, molto depurato e con piccoli e rari inclusi di colore bianco (Tipo CMD 2, infra p. 121) e l altro, riscontrato con maggiore frequenza, è caratterizzato da un minore grado di depurazione (Tipo CMD 1, infra p. 121). Tra il vasellame da mensa e dispensa la forma che compare con il numero maggiore di frammenti è la brocca, che si attesta su valori pari al 90% sul totale degli orli identificati. Le caratteristiche morfologiche generali di questa forma, che è segnalata sempre con indici percentuali molto alti in tutti i contesti di età tardo repubblicana presi in esame nel presente lavoro, sono un ampio collo concavo, unito al corpo ovoidale o piriforme, tramite una spalla piuttosto accentuata. Il fondo è sempre piatto e le anse, a sezione ovoidale, sono impostate direttamente sull orlo e sulla spalla. La conformazione dell orlo varia molto e nello strato di riempimento della tomba a camera i tipi attestati con il numero maggiore di frammenti sono il numero 4 (infra, pp ) e 6 (infra, pp ) della presente tipologia, contraddistinti da un orlo a uncino più o meno accentuato e ribattuto. Seguono il Tipo 5 (infra, p. 72) e 2 (infra, pp ) con orlo ingrossato e il Tipo 3 (infra, p. 71) con orlo a sezione triangolare. Un solo frammento appartiene al Tipo 1 (infra, pp ) con piccolo orlo a tesa rialzato. Insieme alle brocche, tra le forme in ceramica da mensa e dispensa sono da segnalare anche pochi frammenti di olla e in particolare quella del Tipo 2 (infra, pp ), che sembra caratteristico dei contesti tardo repubblicani di fine III II secolo a. C. Si tratta di un contenitore con ansa a orecchia, corpo globulare e piccolo orlo a tesa ribattuto. La caratteristica principale di questo contenitore è la presenza costante di tracce di sovradipintura di colore marrone chiaro o rosso chiaro nella superficie esterna e interna dell orlo. Da ultimo occorre segnalare la presenza di alcuni frammenti di unguentari fusiformi, con piccolo orlo a fascia triangolare e fondo sagomato, che sembrano trovare confronti con esemplari assai diffusi in area etrusco laziale tra la fine del III e il II secolo a. C Camilli 1999, tav. 13. B

22 22 Ceramiche comuni dal suburbio di Roma Tabella 5. Tabella riassuntiva delle ceramiche comuni per la preparazione degli alimenti di Città dello Sport Produz. Forma Tipo O A F P Tot. % circonf. orli Max./ min. Peso orli (gr.) Datazione Romanolaziale Bacino Olcese 2003a, % 16/ IV-II secolo a. C. tipo 1, tav. XXXIV. 3 Romanolaziale Bacino Olcese 2003a, % 13/ IV-II secolo a. C. tipo 2, tav. XXXV. 4 Bacino Non id Tot Ceramiche comuni per la preparazione degli alimenti (tab. 5) In questa classe ceramica sono stati inseriti tutti quei contenitori adibiti alla preparazioni di alimenti, caratterizzati da pareti spesse e un impasto generalmente duro e grossolano, di colore crema o rosso chiaro e costituito da numerosi inclusi di varie dimensioni e colore. Si tratta di un impasto già utilizzato in contenitori analoghi di età arcaica e noto come impasto chiaro sabbioso 21. Le forme più note della ceramica per la preparazione sono i bacini e i mortaria, prodotti in area romano laziale. In particolare la ceramica analizzata in questa ricerca, ha restituito 29 orli attribuibili a due tipi di bacini ben documentati nell Italia centrale tirrenica dal IV al II secolo a. C. Si tratta di bacini Olcese tipo 1 tav. XXXIV. 3 e tipo 2 tav. XXXV Ceramiche comuni da cucina (tab. 6) Il vasellame da cucina di produzione locale, tra tutte le classi ceramiche rinvenute nello strato di riempimento della tomba a camera, è quello documentato con il numero maggiore di frammenti. In particolare dei 155 orli individuati, la forma che compare in percentuali maggiori è l olla, che raggiunge valori pari al 66% sul totale. Questa forma è attestata con un numero rilevante di tipi differenti, tra i quali il più frequente è il numero 4 (infra, pp ) della presente tipologia, caratterizzato da un piccolo orlo estroflesso, talvolta leggermente ricurvo. Segue l olla con orlo a mandorla Tipo 5 (infra, pp ), contenitore caratteristico dell età tardo repubblicana e presente con orli che variano per inclinazione e grandezza. Tali variazioni compaiono in un numero pressoché uguale di esemplari, in modo tale da non permettere di cogliere al momento eventuali 21. Angelelli 2001, pp Olcese 2003a, pp tappe evolutive di questo tipo. Interessante invece segnalare la presenza di una serie di olle che potrebbero essere considerate come un tipo di transizione tra le olle con orlo svasato e ingrossato e le olle con orlo a mandorla. Si tratta infatti di contenitori assai frequenti in strati datati tra gli ultimi decenni del III e i primi decenni del II secolo a. C., con piccolo orlo ingrossato leggermente pendente e assimilabili al tipo Duncan 1965 forma 38a 23. Caratteristica dell età arcaica e medio repubblicana, l olla con orlo svasato e ingrossato della tipologia di Olcese 24, sembra ancora testimoniata in numerosi contesti nel corso del II secolo a. C. e con indici tali da escluderne una residualità. Infatti nello strato preso in esame, questo tipo di contenitore è presente con 9 frammenti di orlo. Tra le olle vanno segnalati ancora due tipi riscontrati con una certa frequenza nei contesti datati tra gli ultimi decenni del III e il II secolo a. C. Si tratta dell olla Tipo 3 (infra, pp ) della presente tipologia, caratterizzata da un orlo a listello ingrossato, pendente e separato dal collo da un incavo piuttosto marcato e dell olla di piccole dimensioni tipo Dyson CF 16, 17 con semplice orlo svasato 25. Con indici pari all 8% sul totale degli orli delle forme in comune da cucina di produzione locale, seguono i tegami, sia con fondo piatto, sia con fondo a calotta con tre piedi applicati. Il tipo Olcese 2 tav. XIV. 10 di II secolo a. C. 26, con fondo piatto o leggermente bombato e orlo a tesa ricurvo con carena marcata, è presente con il numero maggiore di frammenti e attestato anche negli strati di fine III inizi II secolo a. C. del Tempio Rotondo al Foro Boario a Roma 27. Il tegame con fondo a calotta e tre piccoli piedi 23. Duncan 1965, p Olcese 2003a, tipi 1 e 2, pp Dyson 1976, fig Olcese 2003a, p Gianfrotta 1973, tav. 12 n. 6.

23 i. I contesti 23 Tabella 6. Tabella riassuntiva delle ceramiche comuni da cucina di Città dello Sport Produz. Forma Tipo O A F P Tot. % circonf. orli Max./ min. Peso orli (gr.) Datazione Olla Olcese2003a, tipo 1, tav. VII % 1/1 50 IV-III secolo a. C. Olla Olcese 2003a, tipo 2, tav. VII % 8/6 580 IV-II secolo a. C. Olla Olcese 2003a, tipo 2, tav. VII % 1/1 60 IV-II secolo a. C. Olla Duncan 1965 forma 38a % 7/6 620 Ultimi decenni III-primi decenni II secolo a. C. Olla Dyson 1976, CF 16, % 8/5 360 Prima metà II secolo a. C. Olla Duncan 1965, forma % 1/1 70 Seconda metà III- I secolo a. C. Olla Tipo % 1/1 90 Ultimi decenni del IIImetà II secolo a. C. Olla Tipo % 8/6 750 Ultimi decenni del IIImetà I secolo a. C. Olla Tipo % 46/ Seconda metà III- II secolo a. C. Olla Tipo % 22/ II-I secolo a. C. Olla Non id Tegame Dyson 1976, FG % 1/1 260 III-prima metà II secolo a. C. Tegame Olcese 2003a, % 9/6 980 Fine III- II secolo a. C. tipo 2, tav. XIV. 10 Tegame Dyson 1976, 16IV % 1/1 250 Fine III-prima metà II secolo a. C. Tegame Tipo % 1/1 110 Ultimi decenni IIImetà I secolo a. C. Tegame Tipo % 2/2 180 Ultimi decenni del IIIinizi II secolo a. C. Tegame Non id Casseruola Olcese 2003a, % 1/1 100 IIa. C.?-I secolo d. C. tipo 1, tav. VI. 2 Clibano Non id Coperchio Olcese2003a, % 13/ III-I secolo a. C. tipo 1, tav. XIX. 3 Coperchio Olcese 2003a, % 16/ III-I secolo a. C. tipo 2, tav. XIX. 6 Coperchio Olcese 2003a, III-I secolo a. C. tipo 1 e 2, tav. XIX Coperchio Non id % 7/3 420 Non id. Non id Campana Tegame Non id % 1/1 650 Tot cilindrici applicati, piuttosto frequente nei contesti di fine III II secolo a. C., è testimoniato nello strato di riempimento della tomba a camera con il numero 2 (infra, pp ) della presente tipologia e con il tipo Dyson 16IV 19, con piccolo orlo svasato a sezione triangolare, datato alla metà del II secolo a. C. 28. Da segna- 28. Dyson 1976, fig. 13. lare anche due esemplari del tegame Tipo 3 con fondo a calotta e piccolo orlo estroflesso (infra pp ). Tra i coperchi, che raggiungono valori del 25%, sono attestati i tipi Olcese 1 tav. XIX. 3 e Olcese 2 tav. XIX. 6, datati tra il III e il I secolo a. C. 29. Le prese dei coperchi, che non sembrano 29. Olcese 2003a, pp

24 24 Ceramiche comuni dal suburbio di Roma Figura 8. Tegame di probabile produzione campana rinvenuto a Città dello Sport (scala 1:3). ancora riconducibili dal punto di vista morfologico a tipologie ben definite, sono state genericamente attribuite sempre ai tipi 1 e 2 tav. XIX di Olcese. In conclusione occorre segnalare anche pochi frammenti di clibani, per altro conservati solo parzialmente e di difficile attribuzione tipologica e un orlo di casseruola Olcese 1 tav. VI. 2 30, che sebbene testimoniata da un solo esemplare, potrebbe suggerire un inizio della produzione già al principio del II secolo a. C. Fra il materiale adibito alla cottura dei cibi, l unico esemplare di importazione sembra rappresentato da un tegame caratterizzato dal tipico impasto campano di colore bruno rossastro con numerosi piccoli inclusi neri micacei. Non sono stati trovati confronti per questo tipo, che è costituito da fondo leggermente bombato, breve orlo a tesa rialzata, su cui sono impostate due anse orizzontali (fig. 8). Lucerne Le lucerne appartengono tutte alla produzione delle forme con serbatoio circolare biconico, becco a incudine e presa a orecchia applicata nella parta sinistra del serbatoio (fig. 9). In particolare i frammenti rinvenuti, appartengono ai tipi Tevere 1b e 1c datati tra la fine del III e la prima metà del II secolo a. C Ib. 2003a, pp Borgia 1988, pp Figura 9. Torre Spaccata Lucerna con becco a incudine e presa a orecchia. Il sito di Torre Spaccata, localizzato a breve distanza dall incrocio tra via Casilina e via di Torre Spaccata in località Santa Maura, è stato indagato dalla Soprintendenza Archeologica di Roma tra il 1992 e il Gli scavi hanno permesso di individuare una serie di ambienti riferibili alla parte rustica di una villa suburbana di grandi dimensioni già segnalata in passato da Lorenzo Quilici e interpretata come aggregato rustico 32. L area indagata solo parzialmente è costituita da otto ambienti e da una grande cisterna rivestita in cocciopesto. Una serie di cunicoli scavati nel banco di tufo e scoperti all interno dell area, dovevano svolgere la funzione sia di distribuzione che di scarico dell acqua, in direzione del vicino Fosso della Cunola. Dallo studio del materiale complessivo rinvenuto, la frequentazione del complesso può essere fissata tra il IV secolo a. C. e la prima età imperiale, ma con due interessanti fasi datate 32. Quilici 1974a, n. 662

25 i. I contesti 25 Tabella 7. Ceramiche comuni per la preparazione degli alimenti Ceramiche comuni da cucina Tabella riassuntiva delle classi ceramiche rinvenute a Torre Spaccata nella fase Tot Tabella 8. Tabella riassuntiva delle classi ceramiche rinvenute a Torre Spaccata nella fase 2 Ceramiche comuni per la preparazione degli alimenti Ceramiche comuni da cucina Classe Produz. O A F P Tot. Ceramiche Etruscolaziale a vernice nera Ceramiche a vernice nera Campana A Ceramiche a Cerchia della vernice nera Campana B Anfore Laziale (?) Anfore Campana Anfore Punica Anfore Massaliota Ceramiche comuni da mensa e dispensa Romanolaziale Classe Produz. O A F P Tot. Ceramiche a Campana A vernice nera Ceramiche a vernice nera Etruscolaziale Ceramiche a Campana C vernice nera Anfore Laziale (?) Anfore Campana Anfore Punica Ceramiche comuni da mensa e dispensa Romanolaziale Lucerne Romana Tot nell ambito del II secolo a. C. e costituite dagli strati di riempimento di due differenti fosse. Questi immondezzai, rinvenuti a breve distanza dalle strutture della villa, rappresentano due fasi ben distinte datate una alla prima metà (fase 1) e l altra alla seconda metà del II secolo a. C. (fase 2). Si tratta di frammenti ceramici in prima giacitura e conservati in ottimo stato, costituiti in prevalenza da anfore, ceramiche comuni di produzione locale e ceramiche a vernice nera. Nello strato di fase 1 (tab. 7) è possibile riscontrare alcune analogie con il coevo contesto di Città dello Sport (supra pp ), in particolare per la presenza di frammenti di ceramiche a vernice nera di produzione etrusco laziale del GPS (probabilmente ancora in circolazione nel suburbio di Roma nei primi decenni del II secolo a. C.); pochi sono gli esemplari attribuibili alla Campana A media e alla Cerchia della Campana B 33. Per quanto riguarda i contenitori da trasporto, sono attestate le anfore vinarie greco italiche più recenti tipo Lyding Will d 34, prodotte nell Italia centrale tirrenica e in Campania nella prima metà del II secolo a. C. e le anfore puniche, con tipi in circolazione 33. Cibecchini, Principal 2004, pp Lyding Will 1982, pp tra gli ultimi decenni del III e la prima metà del II secolo a. C. Dati interessanti emergono anche dal confronto tra le ceramiche comuni da mensa e dispensa e da cucina prodotte in area, con tipi attestati anche nel conteso di Città dello Sport. Per quanto riguarda il materiale ceramico della fase 2 (tab. 8), sebbene numericamente meno rilevante, alcune similitudini suggeriscono una affinità con i coevi strati di Ponte di Nona (vedi infra pp ). Innanzi tutto il panorama delle ceramiche a vernice nera sembra più articolato, con un numero rilevante di tipi attribuibili alla Campana A e in misura minore alla Campana C. In secondo luogo, tra i contenitori da trasporto si segnala la comparsa delle anfore Dressel 1A e Dressel 1B, che cominciano a essere prodotte durante il terzo quarto del II secolo a. C. 35 Torre Spaccata fase 1: prima metà II secolo a. C. Ceramiche a vernice nera (tab. 9) Le ceramiche a vernice nera attribuite alla fase 1 di Torre Spaccata sono molto simili, per tipo di 35. Panella 1998, pp

26 26 Ceramiche comuni dal suburbio di Roma a b c Figura 10. a d Gruppo dei Piccoli Stampigli rinvenuti a Torre Spaccata nella fase 1. d Tabella 9. Tabella riassuntiva delle ceramiche a vernice nera di Torre Spaccata fase 1 Produz. Forma Serie Tipo O A F P Tot. % circonf. orli Max./ min. Peso orli (gr.) Datazione Etruscolaziale Patera Morel % 3/1 90 Seconda metà III secolo a. C. Etruscolaziale Coppa Morel % 2/2 310 Prima metà II secolo a. C. Etruscolaziale Coppa Morel % 10/7 800 Seconda metà III- prima metà II secolo a. C. Etruscolaziale Non id. Non id Campana A media Coppa Morel % 2/ a. C. Campana A Non id. Non id a. C. media Cerchia della Campana B, tipo B etrusco Cerchia della Campana B, tipo B etrusco Pisside Morel 7551 a % 1/1 50 II-I secolo a. C. Non id. Non id II-I secolo a. C. Tot

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