Distaccamento Volontari Caselle Torinese Le coperture
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- Battista Mattioli
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1 3.4.7 Le coperture Le coperture hanno la funzione di proteggere i fabbricati dalle intemperie (acqua, neve, vento), per cui sono formate da superficie piane (falde) coperte da un manto impermeabile, e inclinato in modo da assicurare un facile scolo delle acque (fig.13). In un tetto si distinguono: Linee di gronda: che sono linee orizzontali più basse del tetto, secondo le quali sono disposti i canali di gronda per la raccolta delle acque che alla loro volta scaricano nei condotti verticali chiamati pluviali. Colmi: che sono pure orizzontali e separano le acque di due falde contigue. Displuvi: che sono linee inclinate, disposte generalmente secondo le bisettrici degli angoli formati dalle linee di gronda, in corrispondenza delle quali si separano le acque di due falde contigue. Compluvi e converse: sono le linee inclinate, disposte generalmente secondo le bisettrici degli angoli formati dalle linee di gronda, secondo le quali si riuniscono le acque di due falde contigue. Le gronde sono le parti del tetto che sporgono a sbalzo dai muri di facciata. Portata o luce del tetto: è la distanza fra i muri perimetrali o di gronda. Monta: è l altezza della linea di colmo sul piano delle linee di gronda. Il rapporto fra la monta e la portata, vale a dire l inclinazione delle falde, varia nei diversi paesi a seconda del clima (fig.13) Nelle regioni molto fredde l inclinazione delle falde è molto forte, avvicinandosi alla verticale, per diminuire il sovraccarico delle nevi. Nelle regioni calde, invece, si fanno i tetti a terrazza, i quali hanno soltanto l inclinazione necessaria per lo smaltimento delle acque (da 2 a 5%) e presentano il vantaggio di offrire minore resistenza al vento. Nei nostri paesi si hanno di solito valori che variano da 1/3 a ¼ della portata. Soltanto in certi casi, per motivi di estetica o per rendere abitabili i locali del sottotetto si fanno i tetti alla mansarda che hanno le falde molto inclinate vicine alla verticale. I tetti sono formati: dalla grossa armatura ossatura della armatura minuta e del manto Grosse armature dei tetti La grossa armatura dei tetti trova i suoi appoggi sui muri di colmo, sui muri di perimetro e talvolta anche sui muri trasversali. Uno dei tioi più comuni di grossa armatura è quello così detto alla Piemontese (fig.14). Sui pilastri del muro di colmo si appoggiano le travi di colmo collegate fra di loro da grappe di ferro. Sulle travi di colmo in alto e sui muri di perimetro in basso, si appoggiano i Puntoni disposti secondo la pendenza della falda di tetto. L armatura è completata da puntoni più lunghi che si mettono in corrispondenza degli angoli del fabbricato e si chiamano Cantonali. Per la buona distribuzione dei carichi si dispongono in genere dei tavoloni di legno dove le travi di colmo si appoggiano sui pilastri. La parte del tetto che sporge dai muri di facciata viene sostenuta da tanti travetti chiodati dai puntoni. Testi, immagini ed argomenti trattati a cura del Comando Provinciale di Torino 14
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4 Altro tipo di grossa armatura molto usato è quello chiamato alla Lombarda. I puntoni sono posti in corrispondenza dei pilastri di colmo, per cui appoggiano in alto sul pilastro di colmo ed in basso sul muro di gronda Capriate Quando in un fabbricato non esiste il muro di colmo, come nelle tettoie, la grossa armatura del tetto si forma con incavallature o capriate. Le capriate possono essere di legno, miste di legno e ferro, tutte di ferro e di cemento armato, e possono avere forme diverse a seconda dell ampiezza dei locali che devono coprire. Le capriate hanno in genere forma triangolare con due lati uguali (puntoni) e la base (catena). Nel caso di capriate in legno, i puntoni si congiungono in alto con l interposizione di una trave verticale (fig.15). I puntoni risultano compressi e inflessi mentre la catena è tesa. Le capriate in legno servono per sopportare luci non superiori ai 7-8 metri e si dispongono a 3-4 metri l una dall altra. In caso di luci superiori si rinforzano le capriate, con due travetti di legno. Per portate maggiori si adattano altri tipi di capriate, quali la capriate con catena, controcatena e due o- metti, la capriata Polenceau in ferro. Questa presenta i puntoni rinforzati nel punto di mezzo da un contraffisso collegato con i due tiranti di ferro alle estremità del puntone ed una catena in ferro orizzontale, sostenute nel mezzo da un tirante fissato al colmo. Per saloni di lavorazione con necessità di luce abbondante e diffusa si fanno tetti speciali a sega che permettono l inserimento di ampie vetrate Armatura minuta e manto Sulla grossa armatura dei tetti si fissa l armatura minuta, che serve per l appoggio del manto ed è formata da travetti di piccola sezione e da listelli ancora più sottili. I travetti vengono inchiodati direttamente sui puntoni (fig.16 e 17) (nell armatura alla piemontese) oppure sugli arcarecci (in quella alla lombarda) (fig.17). Il manto di copertura può essere costituito da: tegole curve tegole piane lastre di pietra lastre di ardesia lastre di pietra artificiale (eternit, stabilit, ecc..) da strati di asfalto feltri catramati. I tetti in legno presentano notevole pericolo di incendio specialmente perché nei sottotetti vengono comunemente ammassati materiali diversi di natura combustibile. In questi casi è necessario creare dei muri tagliafuoco a intervalli che non dovrebbero superare i metri. Per rendere più sicuro il tetto dal pericolo di incendi, la via migliore è quella di fabbricare il tetto in cemento armato. Testi, immagini ed argomenti trattati a cura del Comando Provinciale di Torino 17
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