BLUE TONGUE: LA PROFILASSI VACCINALE IN SARDEGNA

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1 Gli indicatori macrostrutturali di qualità dei servizi e delle prestazioni sanitarie BLUE TONGUE: LA PROFILASSI VACCINALE IN SARDEGNA di Fausto Sulis, Renato Uleri, Cristiana Patta e Sandro Rolesu Il 1 gennaio 2002 è iniziata la profilassi vaccinale contro la bluetongue, prevista dall ordinanza ministeriale 11 maggio 2001.La vaccinazione è stata eseguita dai veterinari delle aziende USL in ciò coadiuvati da 120 veterinari coadiutori e dai veterinari dipendenti dall ARA (Associazione Regionale Allevatori) con l obiettivo di immunizzare l 80 degli animali delle specie sensibili nei primi cinque mesi dell anno. La profilassi ha prodotto risultati positivi al di là di quelli attesi quali, drastica riduzione dei focolai, assenza degli effetti indesiderati, assenza di aborti/nati-mortalità, assenza di comparsa di nuovi sierotipi virali, inoltre la progressiva riduzione della circolazione virale ha consentito la commercializzazione di animali delle specie sensibili al di fuori del territorio regionale. Il 1 gennaio 2003 è stata avviata la seconda campagna vaccinale con le stesse modalità temporali e gli stessi obiettivi. La vaccinazione è stata eseguita dai veterinari delle ASL col supporto di 60 veterinari liberi professionisti. Il flusso informativo delle vaccinazioni verso il Cesme, come già avvenuto nel 2002, è stato assicurato dall Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna. Viene di seguito descritta l attività svolta dai servizi veterinari delle ASL della Sardegna dai veterinari dell ARA e dai veterinari coadiutori all uopo reclutati dall Assessorato alla Sanità, che unitamente al Servizio Veterinario dell Assessorato alla Sanità e all Istituto Zooprofilattico Sperimentale hanno reso possibile tale risultato. Come era stato ampiamente ipotizzato nell analisi del rischio effettuata alla fine della prima epidemia di blue tongue, in assenza di profilassi vaccinale e col persistere per tutto l anno della attività dell insetto vettore, si sono ricreati i presupposti per una nuova ondata epidemica. Pur con le differenze relative alle diverse zone della Sardegna che sono state interessate più o meno parzialmente, nel corso della due ondate epidemiche, globalmente il danno in termini di numero di focolai e di perdite complessive (animali morti e abbattuti) è stato simile nelle due epidemie (Tab. 1). Come citato in premessa il primo gennaio del 2002 è iniziata la prima campagna di vaccinazione che è stata portata avanti fino al mese di maggio, limite massimo temporale per il raggiungimento dell obiettivo prefissato ovvero la vaccinazione di almeno l 80 di tutti i capi appartenenti alle specie sensibili. Tale limite indicato nel documento di analisi del rischio come livello minimo di immunità per fare in modo che ad ogni eventuale nuovo caso primario non si potessero osservare casi secondari. In effetti, dall analisi dei dati del 2002 relativi ai focolai e alle sieroconversioni (positività sierologica in un capo sentinella, precedentemente riscontrato negativo) questo obiettivo è stato ampiamente raggiunto. Era impensabile infatti ipotizzare una eradicazione della malattia nel corso del primo anno di intervento, ma già dal primo e ancor più al secondo anno si è osservata una fortissima riduzione della circolazione virale complessiva. Tale riduzione è stata regolarmente registrata con l ausilio del sistema di sorveglianza sierologica, che ha potuto accertare la riduzione del territorio a rischio attorno ai casi di sieroconversione. Tale zona si è progressivamente ridotta in funzione del livello globale di animali immuni nell intorno dei casi registrati. Questa zona era stata indicata precedentemente in 20 Km, in funzione principalmente della diffusione del virus e dell attività degli insetti vettori oltre che alla recettività degli animali delle specie sensibili. Oggi, grazie alle verifiche effettuate in Sardegna col coordinamento del CESME di Teramo, è stato possibile dimostrare che, in regioni caratterizzate da un livello di immunizzazione 67

2 Epidemiologia in Sardegna n.6 superiore all 80, in occasione di sieroconversione il territorio a rischio di infezione attorno all azienda sede della sieroconversione stessa, può variare da un massimo di 20 a un minimo di circa 4 Km. L entità dell estensione territoriale delle zone di restrizione dipende dalla valutazione dei seguenti parametri. rispetto dei tempi previsti per il monitoraggio sierologico degli animali sentinella, dati sulle catture degli insetti vettori, coordinate geografiche delle aziende sede di sieroconversione. Nel corso del 2003 le poche sieroconversioni riscontrate hanno causato la definizione dei territori sottoposti a restrizione, nella maggioranza dei casi, inferiori rispetto all anno precedente. E da auspicare che, col prosieguo dell attività di vaccinazione e di controllo sierologico ed entomologico si possa arrivare a dimostrare con ragionevole certezza la non diffusibilità del virus verso territori indenni col trasferimento di animali vaccinati. Tali considerazioni dipendono principalmente dal fatto che in Sardegna, al momento si registra la sola presenza del sierotipo 2. Non si sono registrati quei fenomeni di ricombinazione genica tra virus vaccinale e virus selvaggio riportati in bibliografia e oggetto di allarmismi diffusi al punto da far ritenere che la vaccinazione con il vaccino attenuato (l unico peraltro attualmente a disposizione) in presenza di attività virale e dell insetto vettore portasse ad un risultato peggiore rispetto ai vantaggi ottenibili. Per ora si può affermare che i vantaggi ottenuti sono talmente evidenti da ritenere minimi i livelli di rischio. Per finire anche nel 2003 non si sono registrati i tanto temuti fenomeni di natimortalità /aborti/malformazioni fetali, che si sarebbero potuti osservare con la vaccinazione dei capi ovini nella prima metà della gravidanza. Le voci allarmistiche circolate nella scorsa primavera, non hanno trovato riscontro nei fatti oggettivi dimostrabili attraverso esami di laboratorio. Fausto Sulis e Renato Uleri Regione Autonoma della Sardegna Assessorato dell Igiene, Sanità e dell Assistenza Sociale Cristiana Patta e Sandro Rolesu Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna Tabella 1 Epidemie di bluetongue in Sardegna Asl Allevamenti ovicaprini presenti (a) Focolai 2000 (b) Focolai 2001 (c) 68 Di cui già colpiti nel 2000 (d) allevamenti colpiti nelle due ondate epidemiche (e) (b)+(e) / (a)*100 1 Sassari ,6 2 Olbia ,3 3 Nuoro ,6 4 Lanusei ,8 5 Oristano ,4 6 Sanluri ,2 7 Carbonia ,6 8 Cagliari ,1 Sardegna ,0

3 Blue tongue: la profilassi vaccinale in Sardegna Tabella 2 Campagna vaccinale 2002 Azienda USL Vaccinati 69 Vaccinati Copertura Vaccinale 1 Sassari , Olbia , Nuoro , Lanusei , Oristano , Sanluri , Carbonia , Cagliari , Sardegna , ,9 107,5

4 Epidemiologia in Sardegna n.6 Tabella 3 Campagna vaccinale 2003 (situazione al 04/09/2003) Azienda USL Vaccinati Vaccinati Copertura Vaccinale 1 Sassari , Olbia , Nuoro , Lanusei , Oristano , Sanluri , Carbonia , Cagliari , Sardegna , ,4 106,4 Tabella 4 Aborti - materiale esaminato dall IZS della Sardegna Periodo 01/11/ /03/2003 Azienda USL Esaminati perché sospetti Positivi PCR 1 Sassari ,26 2 Olbia 1 0 0,00 3 Nuoro ,09 4 Lanusei 9 0 0,00 5 Oristano ,00 6 Sanluri 6 0 0,00 7 Carbonia 3 0 0,00 8 Cagliari ,14 Sardegna ,05 70

5 Blue tongue: la profilassi vaccinale in Sardegna Tabella 5 Comuni con infezione in atto (rosso) Luglio 2002 Ottobre

6 Epidemiologia in Sardegna n.6 Gennaio 2003 Aprile

7 Blue tongue: la profilassi vaccinale in Sardegna Luglio 2003 Settembre

8 Epidemiologia in Sardegna n.6 74

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