DISCIPLINARE DI PRODUZIONE INTEGRATA PREZZEMOLO

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3 INTRODUZIONE La produzione integrata è un metodo di coltivazione che ha caratterizzato lo sviluppo del sistema agroalimentare lucano da ormai oltre un ventennio, dapprima con i programmi di lotta guidata e difesa integrata, successivamente con i disciplinari di produzione integrata, che hanno trovato la loro massima espressione applicativa nell ambito delle misure agroambientali attivate ai sensi del Reg. Ce 2078/92. A questo impegno, profuso sul piano produttivo, non è corrisposta una chiara riconoscibilità sul mercato, nonostante anche il settore distributivo si sia impegnato nel veicolare al consumatore i prodotti ottenuti con tali tecniche di produzione. In linea con gli indirizzi nazionali e comunitari, con la Misura 214 del PSR si vuole consolidare e valorizzare le produzioni agricole ottenute con tecniche ecosostenibili convinti che la Produzione Integrata può rappresentare un utile strumento di valorizzazione delle produzioni agroalimentari lucane in un mercato sempre più attento a prodotti ottenuti nel rispetto della salute degli operatori e dei consumatori e nella salvaguardia delle risorse ambientali. A tale scopo il Dipartimento Agricoltura, con la concertazione delle Organizzazioni dei Produttori e del Distretto agroalimentare di qualità del metapontino ha redatto, sulla base delle linee guida nazionali, i disciplinari di produzione integrata per 56 colture maggiormente rappresentative del territorio lucano, fra frutticole, orticole ed erbacee. Per tutti vale il principio della vocazione pedoclimatica dell area, la conservazione della biodiversità, l avvicendamento colturale, la razionalizzazione degli apporti dei fertilizzanti, l uso razionale dell acqua, il controllo integrato delle erbe infestanti e degli organismi nocivi. Essi sono soggetti a continui aggiornamenti in base ai risultati della ricerca e della sperimentazione, e costituiscono le prescrizioni alle quali devono attenersi tutti gli agricoltori che aderiranno all Azione Agricoltura Integrata della Misura 214 e le Organizzazioni dei Produttori nell attuazione dei loro Programmi operativi. I disciplinari rappresentano inoltre un valido strumento tecnico di riferimento per tutti coloro che intendono commercializzare prodotti di qualità garantiti da marchi, anche territoriali. Sono pertanto gradite tutte le osservazioni e i suggerimenti, per rendere i disciplinari sempre più completi e corretti, da parte degli operatori delle filiere agroalimentari il cui coinvolgimento è essenziale per ottenere un agricoltura più rispettosa dell ambiente e della salute dei consumatori. L Assessore all Agricoltura della Regione Basilicata Roberto Falotico.indd :10:57

4 PRESENTAZIONE I disciplinari di produzione integrata sono stati redatti da un gruppo di lavoro costituito da tecnici del Dipartimento Agricoltura della Regione Basilicata, dell Alsia, delle Organizzazione dei Produttori, del Distretto Agroalimentare di Qualità del Metapontino, della Metapontum Agrobios e del Consorzio Vivaisti Lucani, e rappresentano il documento base per l attivazione dell Azione Agricoltura integrata, prevista dal P.S.R Dalle ultime indagini, effettuate a livello nazionale, sulle tipologie dei prodotti e processi produttivi della filiera ortofrutticola, emerge che le produzioni integrate rappresentano l 84%, contro il 12% di quelle convenzionali e il 4% di quelle biologiche, (Reggidori Bologna). Si evince che le richieste dei consumatori e del sistema della commercializzazione è rivolto chiaramente verso coltivazioni che seguono i processi produttivi dell Agricoltura Integrata. In questo contesto, il Distretto Agroalimentare di Qualità del Metapontino ha partecipato alla stesura dei disciplinari regionali al fine di adottarli nelle aziende del territorio di sua competenza e, per rendere più efficace la loro applicazione, ha deciso di pubblicarli per singole colture, in volumetti di facile consultazione. Per tutte le colture sono state evidenziate le più opportune tecniche agronomiche e di difesa integrata. Il Distretto, inoltre, ha avviato la procedura per la registrazione del marchio che potrà essere utilizzato dai produttori del territorio che producono secondo le norme previste dai disciplinari e che abbiano le aziende certificate GLOBAL GAP. Le società di certificazione scelte dalle aziende debbono essere accreditate presso il Distretto Agroalimentare di Qualità del Metapontino, che ne terrà apposito elenco. L Utilizzo del marchio sarà disciplinato da un regolamento di applicazione, approvato dalle istituzioni che ne certificano l iscrizione nel registro delle imprese. Si è convinti che sia importante legare le produzioni al territorio. La possibilità di certificare le produzioni del Distretto legandole al territorio con un marchio di identificazione è importante ai fini della commercializzazione, anche nell ottica di una certificazione territoriale. Un sentito ringraziamento va fatto al dr. Vincenzo Castoro e al dr. Carmelo Mennone per il lavoro che hanno fatto per la stesura di questi disciplinari. Un particolare affettuoso ricordo va al dr. Biagio Mattatelli, per tutti noi Biagio, scomparso in un pauroso incidente stradale assieme a Cosimo Barbaro mentre si recavano ad una riunione, con altri tecnici, per la redazione dei disciplinari. Il Presidente del Distretto Agroalimentare di Qualità del Metapontino Salvatore Martelli.indd :10:57

5 Premessa Il metodo produttivo Agricoltura Integrata prevede l utilizzo di tutti i metodi e mezzi produttivi e di difesa dalle avversità delle produzioni agricole, volti a ridurre al minimo l uso delle sostanze chimiche di sintesi. La finalità principale di tali produzioni è quella di coniugare tecniche produttive compatibili con la tutela dell ambiente, garantendo, l innalzamento del livello di salvaguardia della salute degli operatori addetti al settore e dei consumatori con le esigenze tecnico-economiche dei moderni sistemi produttivi. I presenti Disciplinari di Produzione Integrata costituiscono gli impegni richiesti dalla misura 214, azione 1 Agricoltura integrata del Programma di sviluppo rurale della regione Basilicata (Reg. Ce 1698/2005). Essi inoltre sono estesi alle produzioni integrate di cui alla legge regionale n. 14 del 27 aprile 1999, e all attuazione dei Programmi Operativi delle Organizzazioni dei Produttori (O.P.) presentati ai sensi del Reg. CE 2200/96. Nell applicazione dei Disciplinari di Produzione Integrata devono comunque sempre essere rispettate le norme obbligatorie relative in particolare: - Agli articoli 3-4 e 5 e allegati III e IV del Reg. CE 1782/2003, come recepite nell ordinamento nazionale e regionale, (Condizionalità); - Programma d Azione della Basilicata per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola ( DCR n.119 del 6 giugno 2006 e successive modifiche e integrazioni); - Programma d Azione per la tutela delle zone ordinarie o non vulnerabili all inquinamento da nitrati di origine agricola (D.M. 7 aprile 2006), approvato con DCR n.293 del 17 luglio 2007; - Programma d Azione per la tutela delle aree agricole riconosciute vulnerabili all inquinamento da nitrati di origine agricola (DGR n.286/06) ai sensi del D.lgs 152/99 di recepimento della Direttiva CE 91/676 denominata Direttiva nitrati, e successive modificazioni e integrazioni. Le indicazioni obbligatorie riportate nei Disciplinari di Produzione Integrata, sono più restrittive di quelle riportate dalle succitate norme e in particolare per quanto concerne la Difesa fitosanitaria e il controllo delle infestanti, l avvicendamento colturale, la scelta varietale, la scelta del materiale di moltiplicazione e la fertilizzazione; in caso di contraddizione devono sempre essere rispettate le indicazioni più restrittive. Le presenti norme sono oggetto di continua revisione e aggiornamento. Le aziende aderenti ai presenti disciplinari sono tenute all applicazione delle norme tecniche aggiornate. Il testo che segue è suddiviso in due parti: 1. Principi generali 2. Parte speciale I Principi Generali per le Produzioni Integrate dettano un insieme di indicazioni inerenti le pratiche agronomiche e la difesa delle colture e il controllo delle infestanti, nell ottica di un minor impatto verso l uomo e l ambiente, consentendo di ottenere produzioni ecologicamente sostenibili e sono comuni a tutte le colture. I Principi Generali sono suddivisi in a) Norme Tecniche Agronomiche Generali, b) Norme Tecniche Generali di Difesa fitosanitaria e controllo delle infestanti e costituiscono rispettivamente la base di riferimento per la definizione in dettaglio delle norme tecniche, agronomiche e fitosanitarie, delle singole specie..indd :10:57

6 La Parte speciale riporta le indicazioni sotto forma di vincoli e consigli, specifiche per ciascuna coltura. Le norme tecniche, agronomiche e fitosanitarie, riportano tutte quelle indicazioni ritenute necessarie al raggiungimento degli obiettivi della produzione integrata e di tutela ambientale, nel rispetto dei Principi Generali. Le norme tecniche sono relative alle colture frutticole, orticole ed erbacee. L insieme dei Principi Generali e delle Norme tecniche delle singole specie costituisce il Disciplinare di Produzione Integrata di ogni singola coltura. Da tale struttura si evince che risulta fondamentale che le indicazioni contenute nella parte generale vengano considerate preliminari alla lettura della parte speciale. Per la definizione delle norme tecniche di difesa e controllo delle infestanti si è fatto riferimento: 1. alla Normativa fitosanitaria attualmente in vigore; 2. ai Principi e criteri definiti nella Decisione n del 31 dicembre 1996 del Comitato STAR della Commissione Europea, con cui vengono approvati i Criteri generali per la definizione delle norme tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti; 3. alle Linee prevalenti per la difesa fitosanitaria delle colture e il controllo delle infestanti, predisposte sulla base delle norme tecniche utilizzate dalle Regioni italiane per applicazione dei Piani Regionali di Sviluppo Rurale, in applicazione alla Misura 2F) del Reg. CE n. 1257/99; 4. alle Innovazioni tecniche recentemente messe a disposizione dalla ricerca pubblica e privata; 5. alle linee guida contenute nel documento INTEGRATED PRODUCTION - Principles and techincal guidalines pubblicato sul bollettino - IOBC/WPRS - Vol. 16 (1) 1993; 6. ai Criteri generali per la definizione delle norme tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti approvate il 28 e 29 agosto 2007, dal Comitato Difesa Integrata Nazionale, istituito con Decreto Ministeriale n.242/st del 31 gennaio Le norme contenute nelle singole schede di difesa e di controllo delle infestanti sono approvate dal Comitato Difesa Nazionale istituito con Decreto Ministeriale n.242/st del 31 gennaio Le norme tecniche di difesa integrata e controllo delle infestanti sono realizzate sotto forma di schede riportanti, per singola coltura o gruppi colturali, le indicazioni fitosanitarie più opportune comprese quelle che costituiscono obblighi per l operatore agricolo. Quelle che seguono nella parte speciale sono state approvate nella seduta del 6 dicembre 2007 dal Comitato Difesa Nazionale istituito con Decreto Ministeriale n.242/st del 31 gennaio I vincoli, all interno del testo, sono evidenziati in grassetto ombreggiato come sotto indicato a titolo di esempio: Non è consentita la coltivazione di varietà costituite o provenienti da organismi geneticamente modificati (OGM). Le restanti indicazioni, pur non essendo obbligatorie sono da considerarsi funzionali all applicazione dei vincoli e comunque idonee al raggiungimento di un ottimale risultato tecnico e ambientale. Ai fini dell evidenza dell applicazione delle norme è obbligatoria una tenuta documentale in appositi registri..indd :10:58

7 Deroghe ai disciplinari di produzione integrata In caso di eventi straordinari che determinano situazioni fitosanitarie o agronomiche tali da richiedere un impiego di prodotti fitosanitari o una tecnica colturale diversa o non prevista nelle schede di coltura, possono essere concesse deroghe di carattere aziendale o, se la problematica coinvolge ampi territori, di valenza territoriale. In particolare, prima di autorizzare l esecuzione di un trattamento in deroga occorre verificare che la situazione fitosanitaria presenti problematiche straordinarie tale da non poter essere risolta adottando le strategie tecniche o di difesa previste dalle norme tecniche. Le deroghe possono essere concesse solo su situazioni accertate e mai in modo preventivo rispetto al manifestarsi della problematica agronomica o fitosanitaria. Le deroghe sono concesse dall Ufficio Fitosanitario Regionale. Le richieste devono essere inoltrate formalmente per lettera o via fax dalle aziende interessate o da loro delegati, o dai soggetti attuatori (progetti si assistenza tecnica, Organizzazioni dei Produttori, Distretti, ecc.). Le richieste devono essere formulate precisando: - l intestazione e l ubicazione dell azienda/o.p./distretti, ecc.; - la coltura o le colture per la quale si richiede la deroga; - la delimitazione della superficie o dell area interessata alla deroga; - la tecnica alla quale si intende derogare e quella che si propone di adottare in alternativa. Per difesa e diserbo occorre precisare anche l avversità che si intende controllare; - le motivazioni tecniche che giustificano la deroga e la proposta alternativa. - nel caso di nuovi impianti occorre dichiarare l impossibilità a reperire materiale di moltiplicazione di categoria Certificato, oppure di categoria CAC o di Qualità CE, prodotto secondo le norme tecniche regionali, indicando le ditte vivaistiche contattate. Gruppo di lavoro I presenti Disciplinari di Produzione Integrata sono stati redatti da un gruppo di lavoro, coordinato dall Ufficio Fitosanitario Regionale, composto da divulgatori agricoli e tecnici del Dipartimento Agricoltura Sviluppo Rurale, Economia Montana, delle Organizzazioni dei Produttori (O.P.), dell Alsia, della Metapontum Agrobios, dei vivaisti associati Covil e del Distretto agroalimentare di qualità del metapontino. L elenco completo dei componenti è riportato in ultima pagina del documento Principi Generali..indd :10:58

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9 Prezzemolo Scelta dell ambiente di coltivazione e vocazionalità Prima di realizzare l impianto è indispensabile verificare l idoneità alla coltivazione della zona interessata. Questo oltre a garantire un successo economico eviterà forzature e inutili interventi colturali. Nella successiva tabella sono riportati i valori di riferimento indicativi di un terreno destinato alla coltivazione del prezzemolo. TAB. 1 Parametri da determinare sul campione di terreno Determinazione Perché è importante Valori indicativi di riferimento ph permette di conoscere la reazione chimica del terreno 5,5-6,5 Tessitura permette di risalire ai rapporti tra i diversi costituenti granulometrici (sabbia, limo, argilla) per permetterne una classificazione granulometrica medio impasto Calcare totale permette di rilevare il contenuto totale in calcare 2-10% Calcare attivo Sostanza Organica Azoto totale Fosforo assimilabile Capacità di scambio cationico (C.S.C) permette di rilevare la quantità di calcio, bicarbonato e carbonato di calcio maggiormente solubili nel terreno permette di rilevare il contenuto in sostanza organica, una delle componenti più importanti del terreno in quanto influisce sulla fertilità chimico-fisico-biologica permette di rilevare la quantità totale di azoto; in genere è rappresentato per oltre il 98% da azoto di tipo organico che, per essere reso disponibile alle colture, deve subire il processo di mineralizzazione permette di risalire alla quantità di fosforo disponibile per le colture permette di determinare la capacità di un terreno ad immagazzinare gli elementi dotati di carica positiva (cationi) in forma libera per la nutrizione delle piante (scambiabile) < 10% da 1% per terreni sabbiosi a 3% per terreni argillosi ppm (Olsen) ppm (Bay-Kurtz) da 10 a 20 Potassio scambiabile rileva la frazione disponibile per l assorbimento radicale ppm con C.S.C.< ppm con C.S.C. da 10 a ppm con C.S.C.>20 Sodio scambiabile rileva la frazione disponibile per l assorbimento radicale 100ppm Calcio scambiabile rileva la frazione disponibile per l assorbimento radicale ppm con C.S.C.< ppm con C.S.C. da 10 a ppm con C.S.C.>20 Magnesio scambiabile rileva la frazione disponibile per l assorbimento radicale ppm con C.S.C.< ppm con C.S.C. da 10 a ppm con C.S.C.>20.indd :10:58

10 Mantenimento dell agroecosistema naturale La presenza di aree naturali non coltivate (siepi, filari alberati, aree boscate, specchi d acqua, ecc.) all interno dell azienda è fondamentale per garantire un importante serbatoio di organismi utili che rappresentano una fonte di biodiversità essenziale al mantenimento della stabilità del sistema. È opportuno che tale superficie non sia al di sotto del 5% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU). Una corretta gestione degli spazi naturali è necessaria affinché questi possano esplicare appieno i propri effetti benefici. Nell impianto delle aree naturali non coltivate occorre privilegiare gli arbusti e gli alberi autoctoni. Nel terreno destinato allo sviluppo delle piante spontanee occorre evitare qualsiasi intervento chimico, di lavorazione del suolo e di combustione. Scelta varietale e del materiale di moltiplicazione Scelta varietale Per la scelta varietale è importante considerare l adattamento della varietà all ambiente e l epoca di trapianto o di semina. Il miglioramento varietale delle specie orticole è in continua e veloce evoluzione, pertanto è difficile proporre una lista completa delle varietà consigliate. Considerando la resistenza alle fitopatie, la produttività, la precocità e le caratteristiche commerciali si propongono la Gigante d Italia e il Novas per il Prezzemolo liscio e il Paramount per il Prezzemolo riccio. Non è consentita la coltivazione di varietà costituite o provenienti da organismi geneticamente modificati (OGM). Scelta del materiale vivaistico Il materiale di moltiplicazione per i nuovi impianti deve essere di categoria Qualità CE, accompagnato da Passaporto delle piante CE e dal Documento di commercializzazione e prodotto secondo le norme tecniche regionali previste con Determinazione Dirigenziale n. 594 del 19 aprile 2002, oppure in mancanza secondo le norme tecniche nazionali (D.M. 14 aprile 1997) Sistemazione e preparazione del suolo all impianto e alla semina La sistemazione del terreno deve essere effettuata tenendo conto della tessitura e fertilità del terreno, delle caratteristiche climatiche della zona e delle esigenze colturali della specie. Deve mirare ad una ottimale gestione delle risorse idriche, ad evitare fenomeni di ruscellamento e di asfissia ed a favorire un celere sgrondo delle acque. Dovranno perciò essere predisposte apposite reti di sgrondo creando, specialmente nei terreni tendenti all argilloso, scoline sia lateralmente che in testata agli appezzamenti. Il prezzemolo richiede un aratura alla profondità di circa cm cui devono seguire le operazioni di amminutamento del terreno che consentono di controllare la nascita delle erbe infestanti e di limitare le perdite di umidità negli strati superficiali. 10.indd :10:58

11 Avvicendamento colturale La scelta colturale dovrà tener conto che il prezzemolo, definita come coltura da rinnovo, deve essere inserita in una idonea rotazione finalizzata al mantenimento della fertilità del terreno. È obbligatorio adottare una rotazione almeno biennale, per una migliore salvaguardia della fertilità del suolo e per non incorrere in gravi problemi fitosanitari e di stanchezza del terreno. A tal fine occorre attenzione nel non inserire nel programma di rotazione altre ombrellifere (finocchio, sedano, carota). Si raccomanda invece che il prezzemolo segua colture di cereali o di leguminose. Per l ordinamento delle successioni si raccomanda l attenzione alle operazioni colturali della coltura precedente, soprattutto per quanto riguarda il diserbo e la difesa dai parassiti. Semina, trapianto, impianto La coltivazione del prezzemolo viene effettuata in epoche diverse, a secondo degli obiettivi di produzione e delle condizioni ambientali. La semina si effettua dalla prima decade di Agosto fino a tutto Settembre direttamente in pieno campo su file distanziate di cm e utilizzando 0,2-0,3 gr/m lineare. Gestione del suolo e pratiche agronomiche per il controllo delle infestanti La gestione del suolo dopo la semina deve prevedere alcuni lavori molto superficiali utilizzando sarchiatrici-strigliatrici per il controllo delle infestanti e ridurre al minimo le perdite di umidità dagli strati superficiali. Il diserbo chimico nella coltivazione del prezzemolo è ammesso nei limiti previsti dal presente disciplinare. Fertilizzazione L impostazione di un corretto piano di concimazione deve tener conto delle caratteristiche della specie, della varietà, della fertilità chimica e fisica del terreno e della gestione del suolo, tenendo presente che le lavorazioni meccaniche determinano, in genere, una riduzione della sostanza organica negli strati superficiali del terreno. Le applicazioni dei fertilizzanti poi sono condizionate dall andamento climatico e dalla disponibilità di acqua irrigua. Si evince subito come la concimazione costituisca un aspetto tecnico molto complesso in quanto deve tener conto di tanti aspetti molto diversi tra loro e che interagiscono fra loro in modo diverso da un anno all altro. È obbligatorio pertanto approntare, almeno per azoto, fosforo e potassio, un piano di fertilizzazione annuale, che consente l individuazione dei tempi, dei modi e delle quantità da distribuire per ogni fertilizzante. Per stabilire più correttamente la concimazione è obbligatorio effettuare l analisi fisica e chimica del terreno. Per ogni appezzamento omogeneo, dovranno essere determinati almeno 11.indd :10:58

12 i seguenti parametri: scheletro, tessitura (sabbia, limo, argilla), ph, calcare totale, calcare attivo, azoto totale, fosforo assimilabile, potassio scambiabile, sostanza organica, calcio scambiabile, magnesio scambiabile, capacità di scambio cationico, sodio scambiabile. Si ritengono valide anche analisi, effettuate nei 5 anni precedenti l impianto stesso. Si consiglia di indicare in planimetria gli appezzamenti omogenei per tipologia prevalente di suolo ( origine geologica, tessitura, morfologia e struttura). Le analisi saranno ripetute almeno ogni 5 anni. Dopo cinque anni dalla data delle analisi del terreno, occorre ripetere solo quelle determinazioni analitiche che si modificano in modo apprezzabile nel tempo (azoto totale, fosforo assimilabile, potassio scambiabile, sostanza organica, calcio scambiabile, magnesio scambiabile, capacità di scambio cationico, sodio scambiabile); mentre per quelle proprietà del terreno che non si modificano sostanzialmente (scheletro, tessitura, ph, calcare attivo e totale) non sono richieste nuove determinazioni. Non è prevista la ripetizione delle analisi del suolo solo nel caso in cui non vi siano apporti esterni di fertilizzanti. La concimazione di produzione La concimazione di produzione deve mantenere nel terreno una disponibilità nutritiva proporzionale alle esigenze della pianta nelle diverse fasi fenologiche per ottenere un equilibrio tra attività vegetativa e produttiva, evitando danni per immissione di residui nelle acque superficiali e di falda. Essa deve essere effettuata sulla base delle asportazioni, delle disponibilità idriche e delle analisi del terreno. Le asportazione dipendono dalla produzione, destinazione dei residui e dalla gestione complessiva dell impianto, come ad esempio interventi di sovescio, irrigazione con acqua di falda, con la quale possono essere apportati quantità importanti di azoto, ecc.. Tra i diversi fertilizzanti è l Azoto l elemento al quale la pianta reagisce maggiormente, il cui apporto non deve superare le 120 unità per ettaro. È obbligatorio il frazionamento dei fertilizzanti azotati; quanto più frazionato sarà il loro apporto tanto più efficiente sarà la risposta della pianta. Si consiglia di apportare il 50% alla semina, 50% in copertura, in un unico intervento o anche frazionato evitando comunque concimazioni tardive. Si deve porre la massima attenzione sul contenuto dei nitrati nelle parti eduli della pianta per evitare danni alla salute dei consumatori. L interramento dei concimi fosfatici e potassici va effettuata all impianto della coltura, in presemina oppure in pretrapianto. Relativamente al Fosforo sono sufficienti apporti massimi di 100 unità per ettaro. Il Potassio è un elemento in genere ben presente nei nostri terreni, pertanto nonostante le elevate quantità asportate dalla pianta, il suo impiego deve essere limitato al mantenimento di un buon livello della frazione assimilabile: risultano sufficienti 120 unità per ettaro. E utile l impiego di letame sufficientemente maturo nella quantità di 500 q/ha, al momento dell aratura del terreno. 12.indd :10:58

13 tab.2 Dosi annuali massime di elementi fertilizzanti N kg/ha P2O5 kg/ha K2O kg/ha Irrigazione I metodi irrigui raccomandati sono quelli che consentono di limitare i volumi idrici per adacquamento. Per tale motivo si dovranno privilegiare i sistemi di irrigazione localizzata, a microportata che permettono un efficiente utilizzo della risorsa idrica. Bisognerà evitare sistemi di irrigazione per aspersione che oltre a determinare eccessi idrici e ad aumentare il rischio di lisciviazione dei nitrati, rendono le piante più sensibili alle alterazioni fungine. Dovranno essere valutati in relazione all ambiente in cui si opera e all andamento stagionale i volumi ed i turni adacquamento. Nella conduzione delle operazioni di irrigazione bisogna comunque sempre evitare eccessi idrici poiché è nota l elevata sensibilità delle piante all asfissia ed al marciume radicale. Il volume stagionale dipende dall andamento meteorico e dall epoca del trapianto: esso si aggira intorno a mc/ettaro. Raccolta La raccolta del Prezzemolo si effettua manualmente, asportando le foglie più esterne delle piante oppure con opportune falciatrici. Se non si danneggia la rosetta di foglie centrali è possibile effettuare anche 5-6 tagli all anno, intervallati di circa un mese. Il Prezzemolo riccio, invece, di solito si raccoglie mediante un unico taglio. Dopo la raccolta è consigliabile il trasporto a basse temperature (0-5 C) per evitare l ingiallimento e l avvizzimento delle foglie. La conservazione avviene per circa 2 mesi con temperature di 0 C ed umidità relativa del 90%. Distribuzione dei Prodotti fitosanitari L azienda agricola deve mantenere le attrezzature di distribuzione in uno stato di funzionamento efficiente e sottoporle a manutenzione periodica. Le attrezzature devono essere in corretto stato di efficienza. È obbligatorio che il controllo funzionale sia verificato almeno ogni 5 anni da una struttura riconosciuta dall autorità Regionale. I volumi di bagnatura utilizzati cambiano in funzione dell avversità e sviluppo fenologico. Si raccomanda l utilizzo di attrezzature che prevengano l effetto deriva, per esempio ugelli antideriva. L attrezzatura deve essere accuratamente bonificata in ogni sua parte ogniqualvolta ci sia il rischio di possibili contaminazioni con sostanze attive non ammesse dal piano di protezione per la coltura. 13.indd :10:58

14 Le modalità di distribuzione dei prodotti fitosanitari, di smaltimento dei residui del trattamento, delle acque di lavaggio e dei contenitori, compresi gli involucri e imballaggi devono essere effettuati nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e di tutela ambientale stabilite a livello comunitario, nazionale e regionale. Non è permesso il ricorso a mezzi aerei. 14.indd :10:58

15 Difesa integrata del Prezzemolo AVVERSITA CRITERI DI INTERVENTO S.a. e AUSILIARI LIMITAZIONI D USO E NOTE CRITTOGAME Peronospora Interventi agronomici: (Peronospora farinosa) - rotazioni molto ampie Prodotti rameici - allontamento delle piante o delle foglie colpite Ditianon - distruzione dei residui delle colture ammalate Dodina - impiego di semi sani o conciati Fosetyl Al - ricorso a varietà resistenti Propamocarb Interventi chimici: Metalaxil-M (1) (1) Al massimo 2 interventi per ciclo colturale - la difesa va iniziata quando si verificano condizioni climatiche favorevoli all infezione (piogge abbondanti e ripetute, prolungata bagnatura fogliare) I trattamenti vanno ripetuti ad intervalli di 7-10 giorni Marciumi basali Interventi agronomici: (Phoma lycopersici, - ampie rotazioni Dicloran Sclerotinia sclerotiorum, - raccolta e distruzione dei residui infetti Thielaviopsis basicola) - accurato drenaggio - concimazioni equilibrate - evitare sesti d impianto troppo fitti Antracnosi Interventi agronomici: (Colletotrichum dematium - impiego di seme sano o conciato Prodotti rameici f.sp. spinaciae) - ampi avvicendamenti colturali - ricorrere a varietà poco suscettibili Interventi chimici: Cimoxanil (2) (2) Al massimo 2 interventi per ciclo colturale - in presenza di attacchi precoci interventi tempestivi 15.indd :10:59

16 AVVERSITA CRITERI DI INTERVENTO S.a. e AUSILIARI LIMITAZIONI D USO E NOTE VIROSI Per i virus trasmessi da afidi in modo non persistente, tra cui il virus del (CMV) mosaico del cetriolo (CMV), valgono le stesse considerazioni di difesa a carattere generale contro gli afidi. Uso di varietà resistenti Moria delle piantine Interventi agronomici: (Pythium spp.) - evitare ristagni idrici FITOFAGI Afidi - effettuare avvicendamenti ampi Interventi chimici: Propamocarb - intervenire alla comparsa dei sintomi Intervenire con trattamento localizzato o a pieno campo in funzione della (1) Tra Piretroidi e Etofenprox (Myzus persicae, distribuzione delle infestazioni Deltametrina (1) al massimo 3 interventi per ciclo colturale Aphis fabae) indipendentemente dall avversità Nottue fogliari Intervenire dopo aver rilevato la presenza diffusa di larve e dei relativi danni iniziali. Bacillus thuringiensis (Autographa gamma, Etofenprox (1) (1) Tra Piretroidi e Etofenprox Spodoptera littoralis, Deltametrina (1) al massimo 3 interventi per ciclo colturale Helioyis harmigera) indipendentemente dall avversità Spinosad (2) (2) Al massimo 2 interventi per ciclo colturale Mamestra Soglia Indoxacarb indipendentemente dall avversità. Ammesso solo su Spodopthera e Heliotis Indoxacarb (3) (3) Non ammesso su Heliotis (Mamestra brassicae) Presenza 16.indd :10:59

17 AVVERSITA CRITERI DI INTERVENTO S.a. e AUSILIARI LIMITAZIONI D USO E NOTE Limacce Soglia Methiocarb esca (Helix spp., Infestazione generalizzata Metaldeide esca Limax spp.) Cleono Soglia Contro questa avversità al massimo 1 intervento per ciclo colturale (Clonorrhynchus mendicus) Infestazione generalizzata sui bordi dell appezzamento Deltametrina (1) (1) Tra Piretroidi e Etofenprox al massimo 3 interventi per ciclo colturale indipendentemente dall avversità Liriomiza (Liriomyza huidobrensis) Interventi chimici : Spinosad (1) (1) Al massimo 2 interventi per ciclo colturale Soglia: indipendentemente dall avversità Accertata presenza di mine sotto epidermiche o punture di nutrizione e/o ovodeposizioni. Nematodi fogliari Interventi agronomici: (Ditylenchus dipsaci) - utilizzare seme sano e effettuare ampi avvicendamenti. 17.indd :10:59

18 Controllo integrato delle infestanti del Prezzemolo EPOCA INFESTANTI SOSTANZE ATTIVE % di S.a. l o kg/ha NOTE Pre Graminacee e Glifosate 30,4 1,5-3 semina Dicotiledoni e Dicotiledoni e Pre semina Graminacee Trifluralin 45,8 0,9-1,5 Pre emergenza Dicotiledoni e Clorpropam Graminacee Da interrare immediatamente dopo il trattamento a 5 cm di profondità Post Graminacee e emergenza Dicotiledoni e Clorpropam indd :10:59

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