Elezioni Europee 25/5/2014. Analisi dell'istituto Carlo Cattaneo Prof. Elisabetta Gualmini

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1 Elezioni Europee 25/5/2014 Analisi dell'istituto Carlo Cattaneo Prof. Elisabetta Gualmini

2 L astensione frenata dagli euroscettici Complessivamente, sono andati a votare il 43,1% degli elettori nei 28 paesi membri, confermando il dato delle precedenti elezioni del 2009 (43,0%). La tendenza alla diminuzione che, dall elezione iniziale del 1979, aveva sempre accompagnato l appuntamento europeo si è quindi, in questo caso, interrotta. grazie alla presenza e al successo di partiti euroscettici in grado di canalizzare la protesta nell urna. Ma non in Italia, dove persiste l afasia del centrodestra.

3 L Italia in controtendenza L Italia continua a occupare la prime posizioni nella graduatoria della partecipazione ma con una forte tendenza al decremento. Per la prima volta in un elezione nazionale i votanti sono scesi sotto Il 60%. Nel confronto con il 2009 il calo è stato di ben 7,7 punti percentuali. Nell arco di 10 anni la partecipazione alle europee è scesa in Italia di 13 punti percentuali mentre a livello generale è diminuita di appena 2 punti. Se si assume come riferimento l elezione del 1979, il crollo della partecipazione in Italia risulta di 26,9 punti percentuali

4 Chi ha vinto e chi ha perso Il PD (a vocazione maggioritaria) Il Partito democratico ha guadagnato molti consensi rispetto al 2009 ( ). Tuttavia, ha significativamente incrementato anche i voti del 2013 ( ). Il Pd è avanzato in tutte le regioni (tranne in Sardegna -6,1% sul voto precedente). È primo partito in tutte le regioni nonché in testa in tutte le province italiane, tranne tre (Bolzano, Isernia e Sondrio). In termini percentuali la crescita è del 29% rispetto alle scorse elezioni politiche del febbraio 2013 e del 40% rispetto alle europee di un quinquennio addietro. Dal punto di vista territoriale l avanzata è stata significativa in tutto il territorio nazionale, ma concentrata soprattutto nelle regioni settentrionali (Nord Ovest + 35%), poi nel Sud (+28%) e comparativamente meno sostenuta nelle Isole (+13%).

5 Il Movimento 5 stelle (in declino) Il Movimento 5 stelle (M5s) ha perso un terzo dei propri consensi (-33,4%) rispetto alle politiche del La contrazione di consensi è stata significativa e pari a quasi 3 milioni ( ). Dal punto di vista geografico, a fronte di perdite diffuse, la maggiore contrazione si è registrata nella circoscrizione Isole (- 44,4%; la Sicilia è la regione in cui la diminuzione è stata eclatante: -46,8%) e nel Nord-Est (-37%), mentre è stata più contenuta nelle regioni del Sud (-23,8%). La crescita prevista nel Sud non si è realizzata. Il dualismo elettorale non c è stato.

6 Forza Italia (dimezzata) Il risultato di Forza Italia alle elezioni europee del 2014 è stato comparato con quello del Pdl per le elezioni politiche del 2013 ed europee del Per rendere la comparazione plausibile e ragionevole politicamente il confronto è tra la somma dei voti a Forza Italia e Nuovo centro-destra per il 2014 e i voti ricevuti da Pdl e Udc nel passato. Dall analisi emerge che le forze di centro-destra hanno complessivamente perso il 27% rispetto alle politiche e oltre la metà dei consensi avuti alle europee del 2009 (-54,5%). In termini assoluti si tratta di valori eccezionali, posto che l area di centro-destra ha perso oltre 2 milioni di voti sul 2013 ( ) e quasi 7 milioni rispetto al 2009 ( ). Forza Italia, specularmente al M5s, è secondo partito in 19 province, e terza forza il 84 casi. E la fine di un ciclo, cosa che ha favorito il successo di Renzi.

7 La Lega Nord recupera per un chiaro effetto Salvini Rispetto alle europee del 2009, il partito guidato da Matteo Salvini manifesta ancora potenti difficoltà: la contrazione è stata pari a -46% dei consensi ( ). Se compariamo il dato del 2014 con quello del 2013 si evince una crescita in valori assoluti di oltre un quinto (+21,1%) pari a quasi trecentomila unità ( ). Le maggiori prestazioni si sono registrate nelle roccaforti dove maggiore era del resto stata l emorragia di consensi nel 2013, in larga misura appannaggio del M5Stelle. Nel Nord Est la progressione è stata pari al 24,8% e decisamente più contenuta nel Nord Ovest (+5%). Unico partito di destra che ha cambiato il leader, dopo Bossi.

8 L'Altra Europa di Tsipras rimane al palo La comparazione è stata effettuata confrontando L altra Europa con Tsipras con SEL e partito della Rifondazione comunista per le consultazioni precedenti. Rispetto al 2013 si registra una lieve inversione di tendenza (+1,3%), non sufficiente però a invertire le dinamiche di contrazione elettorali iniziate nel 2008 per l area della «sinistra». Rispetto al 2009 la perdita di voti è pari a quasi la metà (-48,8%), ossia di voti. Nel caso di Tsipras emerge chiaramente anche una tendenza di tipo geografico, posto che la lista registra incrementi di consensi significativi specialmente nelle regioni del nord (+26% nel Nord Ovest; +21,6% nel Nord Est), mentre perde quasi il 30% al Sud (- 28,8%) e rimane sostanzialmente stabile al Centro e nelle Isole.

9 I flussi elettorali Il primo flusso di voti è quello da Scelta civica al PD. Assistiamo a uno svuotamento dell area della coalizione, che faceva capo a Mario Monti nel 2013, a quasi totale favore del Pd. Si tratta di flussi fortissimi nel Nord: a Torino, Brescia, Padova, Venezia, Genova. Stessa tendenza a Parma, solo lievemente più modesta a Bologna e Firenze. Di intensità più moderata, ma rilevante nelle città del Sud (Pescara, Catania e Palermo). Quelli che nel 2013 avrebbero votato PD se Renzi avesse vinto le primarie contro Bersani sono rientrati. Il secondo flusso va dal M5Stelle all astensione. Nel Nord è molto marcato a Torino, Genova e Venezia, più attenuato ma sempre ben evidente a Brescia, assente solo a Padova. Nelle regioni «rosse», è molto forte a Parma (il 10,7% di elettori si spostano da M5s verso il non-voto nella città di Pizzarotti), assai evidente a Bologna e Firenze. E presente anche nel Sud, meno a Pescara, fortissimo in Sicilia (Catania e Palermo). Il terzo flusso è quello che porta voti dal PdL all astensione. E presente e assai marcato in tutte le città del Nord da noi studiate, senza eccezioni. E evidente anche nelle città delle regioni rosse, Bologna, Parma e Firenze. E poco visibile a Pescara, ma è fortissimo a Catania e Palermo. In altre parole: Renzi ha portato tutti-tutti a votare dalla sinistra al centro. Grillo e Berlusconi hanno perso elettori nell astensione, come è tipico nelle elezioni secondarie-europee.

10 Sempre sui flussi Elettorato italiano molto mobile e volatile dal Oltre il 40% nel 2013 ha cambiato voto. Anche per questo i sondaggi hanno sbagliato previsioni Renzi ha cannibalizzato Scelta Civica e ha ottenuto i voti che avrebbe avuto se avesse vinto nel 2012 contro Bersani. Favorito dalla paura dell alternativa di Grillo e dallo spappolamento del centro-destra. La situazione potrebbe cambiare molto alle prossime politiche. La vera novità e differenza fatta da Renzi è che ha portato a votare tutti, uno ad uno, ha ricompattato il suo popolo e ha creato entusiasmo. Voto emozionale anche. C è stato un forte effetto Renzi, il leader ha contato molto. Renzi ha preso di più alle europee rispetto a quanto hanno preso i candidati sindaci PD nelle amministrative. Esattamente il contrario rispetto al passato. Come avveniva per Berlusconi dal

11 Da dove arrivano i voti del PD

12 Dove sono finiti i voti del M5s

13 Dove sono finiti i voti del Pdl

14 I risultati in Emilia Romagna Derby PD e M5s Il risultato del Pd in regione (52,5%) è di molto superiore rispetto a quello nazionale (40,8%), e più alto di circa 15 punti percentuali rispetto alle scorse politiche. L Emilia-Romagna porta in dote al partito di Renzi circa il 12% in più di voti rispetto alla media italiana, analogamente a quanto era avvenuto nel L Emilia-Romagna si conferma regione rossa e il primo leader post-comunista si riprende la regione rossa. Tra febbraio 2013 e maggio 2014, il M5S perde oltre voti in regione (passando, in termini percentuali, dal 24,6% al 19,2%). In questo contesto, spicca in negativo il dato di Parma, città simbolo del movimento, che qui esprime il sindaco. Sia a livello provinciale che a livello comunale, il calo è circa doppio (-9 punti percentuali; per ogni 100 elettori del 2013, ne vengono persi 41), rispetto all Emilia- Romagna (e anche rispetto al dato nazionale).

15 Emilia Romagna FI e LN L annus horribilis di Silvio Berlusconi si è riflesso anche nel risultato elettorale. Forza Italia raggiunge in regione l 11,8%, al quale va sommato (per omogeneità nei dati) il 2,6% del Nuovo Centrodestra, fuoriuscito dal Pdl nel novembre 2013: il totale delle due formazioni (14,4%) rappresenta il punto più basso di quest area politica da vent anni a questa parte, ed è di quasi 7 punti percentuali inferiore rispetto al dato nazionale. La leadership di Matteo Salvini ha riavvicinato una parte degli elettori leghisti, invertendo la tendenza rispetto all emorragia di voti dello scorso anno anche se siamo ben lontani dalle cifre record raggiunte nel 2009 e nel Questo vale soprattutto per la provincia di Piacenza, unico territorio emiliano in cui la Lega torna sopra alla soglia del 10%, e in misura minore per Parma e Ferrara, dove comunque il dato è superiore rispetto alla media regionale.

16 Trend Emilia Romagna

17 I partiti euroscettici: una visione d'insieme

18 I gruppi: Europe of Freedom and Democracy (EFD) I partiti che nello scorso PE facevano parte del gruppo Europa della Libertà e della Democrazia-Europe of Freedom and Democracy (EFD), gruppo politico che raccoglie all interno del PE i partiti della destra populista ed euroscettica hanno ottenuto 38 seggi su 751 (ossia il 5,1% dei seggi del PE), incrementando di 7 seggi la propria consistenza parlamentare rispetto alle elezioni del 2009 (quando ottennero 31 seggi). Un grande incremento di voti soprattutto per UKIP e Partito del Popolo Danese.

19 Risultati elettorali dei partiti dell EFD

20 All indomani delle elezioni, Marine Le Pen si è ritrovata a Bruxelles con Matteo Salvini, l olandese Geert Wilders del PVV, i delegati del FPÖ austriaco, dei Democratici Svedesi e del Vlaams Belang fiammingo. L obiettivo è di dar vita all Alleanza per la Libertà, il nuovo gruppo parlamentare euroscettico che la Le Pen aveva già anticipato nel marzo scorso. Ma per creare un gruppo a Strasburgo si rendono necessari almeno 25 europarlamentari in almeno sette Stati membri. E Marine Le Pen non li ha. O per meglio dire, può contare su 35 eletti ma solo in sei nazioni. Tutto è ancora in trattativa e niente è definitivo. In ogni caso sulle singole iniziative parlamentari questo gruppo di partiti potrà godere dell appoggio degli europarlamentari dell EFD capitanati da Farage, il quale a sua volta sta cercando di stringere un alleanza con il M5S di Beppe Grillo.

21 Conclusioni Elezioni importanti per la particolare situazione italiana: un Premier non eletto che cercava legittimazione per andare avanti nel percorso di riforma. Questa legittimazione è arrivata e si è avuto uno sgonfiamento del partito anti-sistema. Il calo del M5S è inversamente proporzionale alla capacità di rinnovamento dei partiti tradizionali. Quanto più i partiti tradizionali si rinnovano, tanto più i partiti di protesta si sgonfiano. Altre novità: torna il continuum destra e sinistra e i giovani si spostano dal M5Stelle al Pd. Per quanto riguarda Grillo: non ha contato molto la campagna elettorale, a differenza di quanto si dice, anzi i toni alti pagano in politica, ma le effettive caratteristiche di quel partito. Ha vinto troppo nel 2013 e ora si sta assestando.