Presunta distribuzione di utili nelle Associazioni. Quando può essere contestata?

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1 Presunta distribuzione di utili nelle Associazioni. Quando può essere contestata? Per i compensi erogati ad associati o a componenti del Consiglio Direttivo è necessario fare attenzione non solo al trattamento fiscale, ma anche alla misura degli stessi. Al superamento di determinate soglie, infatti, l Agenzia delle Entrate potrebbe presumere che si tratti in realtà di una distribuzione di utili con conseguente rischio di perdita delle agevolazioni fiscali spettanti. La distribuzione di Utili dell Associazione diretta o indiretta è vietata, come previsto dall art. 148 TUIR al comma 8. Tale articolo stabilisce la non commercialità di talune attività delle associazioni associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extrascolastica della persona qualora siano rispettate le norme dettate dall art. 8, fra cui quella riguardante la distribuzione di utili, se non dettata da specifiche norme e leggi. Tale distribuzione è diretta quando sono prelevati gli avanzi di gestione per essere distribuiti ai Soci, è invece indiretta quando si erogano compensi, rimborsi o indennità ai soci camuffando la reale natura di Utile. Per questo motivo spesso taluno suggerisce di non chiudere il Bilancio in utile, prassi che tuttavia non risponde ad una

2 rappresentazione vera, trasparente e corretta della situazione economico-finanziaria e gestionale dell Associazione, ne abbiamo già parlato. Tuttavia, in alcuni casi il controllo dell Associazione da parte dell Agenzia delle Entrate o della Guardia di Finanza potrebbe contestare eventuali presunte distribuzioni di Utili attraverso alcune Il Divieto di distribuzione degli Utili vale anche per le ONLUS. La Legge n. 460/1997 con l articolo 10 ha dato disposizioni per le ONLUS, ribadendo lo stesso principio stabilito dall art.108 del TUIR. In particolare l art. 10 al comma d) stabilisce quanto segue: d) il divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili e avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell organizzazione, a meno che la destinazione o la distribuzione non siano imposte per legge o siano effettuate a favore di altre ONLUS che per legge, statuto o regolamento fanno parte della medesima ed unitaria struttura; Quando scatta la presunzione di distribuzione di Utili? Il Decreto Legislativo 4 dicembre 1997, n. 460 ha comunque considerato in ogni caso distribuzione indiretta di utili o di avanzi di gestione: a) le cessioni di beni e le prestazioni di servizi a soci, associati o partecipanti, ai fondatori, ai componenti gli organi amministrativi e di controllo, a coloro che a qualsiasi titolo operino per l organizzazione o ne facciano parte, ai soggetti che effettuano erogazioni liberali a favore dell organizzazione, ai loro parenti entro il terzo grado ed ai loro affini entro il secondo grado, nonche alle societa da questi direttamente o indirettamente controllate o collegate, effettuate a condizioni piu favorevoli in ragione

3 della loro qualita. Sono fatti salvi, nel caso delle attivita svolte nei settori di cui ai numeri 7) e 8) della lettera a) del comma 1, i vantaggi accordati a soci, associati o partecipanti ed ai soggetti che effettuano erogazioni liberali, ed ai loro familiari, aventi significato puramente onorifico e valore economico modico; b) l acquisto di beni o servizi per corrispettivi che, senza valide ragioni economiche, siano superiori al loro valore normale; c) la corresponsione ai componenti gli organi amministrativi e di controllo di emolumenti individuali annui superiori al compenso massimo previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 10 ottobre 1994, n. 645, e dal decreto-legge 21 giugno 1995, n. 239, convertito dalla legge 3 agosto 1995, n. 336, e successive modificazioni e integrazioni, per il presidente del collegio sindacale delle societa per azioni; d) la corresponsione a soggetti diversi dalle banche e dagli intermediari finanziari autorizzati, di interessi passivi, in dipendenza di prestiti di ogni specie, superiori di 4 punti al tasso ufficiale di sconto; e) la corresponsione ai lavoratori dipendenti di salari o stipendi superiori del 20 per cento rispetto a quelli previsti dai contratti collettivi di lavoro per le medesime qualifiche. Puoi utilizzare la demo gratuita per un periodo illimitato ed attivare l abbonamento quando lo riterrai

4 opportuno. Prova La Demo Gratuita Rimborso spese a pié di lista nelle Associazioni Tipologie di rimborsi spese erogati dalle Associazione, adempimenti contabili e fiscali inerenti e un Modulo da scaricare. Per i Rimborsi spese corrisposti dall Associazione, è importante utilizzare idoneo giustificativo di spesa da poter tenere nella propria contabilità per non incappare in problematiche fiscali di disconoscimento della fiscalità agevolata da parte dell Agenzia delle Entrate. E infatti frequente il caso di contestazione e recupero a tassazione dei rimborsi corrisposti al volontario senza che vi sia un giustificativo analitico. La legge sul volontariato n. 299/1991, dispone che L attività del volontariato non può essere retribuita in alcun modo nemmeno dal beneficiario. Al volontario possono essere soltanto rimborsate dall organizzazione di appartenenza le spese effettivamente sostenute per l attività prestata, entro limiti preventivamente stabiliti dalle organizzazioni stesse

5 Come comportarsi nell associazione in caso di rimborso? E bene che il Consiglio Direttivo dell Associazione disponga, mediante verbalizzazione, i limiti del rimborso e le modalità con cui questi siano erogati, ad esempio fissando delle regole. L Agenzia delle Entrate ha infatti disconosciuto il rimborso eccedente il limite imposto dall associazione assoggettandolo a tassazione. Le diverse tipologie di rimborso. Esistono differenti tipologie di rimborsi e a ciascuna di esse si applica un trattamento fiscale differente: Rimborsi forfetari o indennità di trasferta: per tale tipologia non occorrono appositi giustificativi di spesa e può usufruire delle medesime esenzioni fiscali previste per i rimborsi. Vanno indicate nella CU e nel 770; Rimborsi a piè lista per spese documentate: si tratta, ad es., delle spese per viaggi, alberghi e ristoranti, le quali possono non essere tassate solo se assistite da giustificativi di spesa e sostenute per prestazioni effettuate fuori dal territorio comunale di residenza. A differenza di quelle al punto a) non vanno indicate in CU e 770; Rimborsi misti: comprendono entrambe le due tipologie di cui ai punti a) e b) e seguono i relativi trattamenti fiscali; Indennità chilometriche: sono rimborsi forfetari per l utilizzo del proprio mezzo di trasporto nell ambito dell attività associativa. Devono essere anch esse sostenute per prestazioni fuori dal territorio comunale e sono quantificate in base al tipo di veicolo e alle distanze percorse, utilizzando le apposite tabelle predisposte dall ACI; in tal caso sono escluse da

6 tassazione e trattate come quelle di cui al punto b). Qualora non ricorra una delle due condizioni sono seguono il trattamento di quelle al punto a). Scarica sotto il modulo di rimborso. MODULO RIMBORSO A PIE DI LISTA ASSOCIAZIONE Cosa accade se il rimborso a pié di lista non ha un giustificativo? La documentazione che consente di provare le spese sostenute avviene attraverso la predisposizioni di apposite distinte di spesa a cui andranno allegati i necessari giustificativi, come fatture, ricevute, scontrini ecc.. In caso contrario, l Amministrazione finanziaria può procedere a recuperare a tassazione l importo considerandolo a tutti gli effetti un compenso. Nella distinta di spesa che abbiamo creato con un foglio excel, è possibile calcolare in automatico l ammontare del rimborso qualora fosse costituito da diverse voci di spesa (indennità kilometrica, biglietto autobus, ecc.) Ecco un altro articolo che ti potrebbe interessare: Quanto ne sai di ASD?

7 Puoi utilizzare la demo gratuita per un periodo illimitato ed attivare l abbonamento quando lo riterrai opportuno. Prova La Demo Gratuita Indennità, rimborsi, premi e compensi nelle Associazioni Sportive. Gli Enti non commerciali nel corso della propria vita possono avvalersi di prestazioni di natura non professionale a fronte delle quali corrispondono compensi, rimborsi, indennità o premi a seconda della natura della prestazione stessa e a secondo la

8 natura dell Associazione (Sportiva, Culturale, Onlus, ecc.). Facciamo un pò di chiarezza con questo articolo. In primis stiamo parlando di prestazioni non professionali e non di lavoro in senso stretto, poiché l Associazione che intende avvalersi di lavoratori debbono inquadrare i soggetti al pari di qualunque altra impresa (contributi, normative sul lavoro, ecc.). In questa sezione infatti parliamo di volontari o comunque di collaboratori non professionali. In particolare, in relazione alle peculiarità degli importi erogati sono previste delle forme di defiscalizzazione, individuate dall art.67 del TUIR. Le somme riconducibili nell ambito delle agevolazioni sono le seguenti: somme per l esercizio diretto dell attività sportiva dilettantistica: sono quelle corrisposte ad atleti e sportivi dilettanti per la diretta partecipazione alla manifestazione sportiva, o quelle relative all attività di formazione, assistenza e preparazione svolte da istruttori o allenatori; somme erogate in relazione a rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di carattere amministrativo gestionale: solitamente si tratta di remunerare quelle prestazioni legate a compiti di segreteria di natura non professionale, come la gestione delle iscrizioni, la redazione dei verbali, la compilazione del libro soci ecc.. Si tratta, in sostanza, di quelle somme individuate nell art. 67 del TUIR come redditi diversi, che per i percettori sono esenti fino al limite di euro annui, facendo sempre riferimento all anno solare non necessariamente coincidente con il periodo d imposta dell ASD. Gli stessi, quindi, non concorrono a determinare il reddito imponibile e non sono

9 soggetti a ritenuta entro tale limite. N.B.: Il limite dei Euro è un importo cumulato dei singoli compensi percepiti da tutte le Associazioni Sportive nel cosrso dell anno. Riferimento normativo è l articolo 69 del Testo Unico sui redditi. Come usufruire dei compensi agevolati? Per usufruire di tale agevolazione al momento dell erogazione degli importi il percettore deve rilasciare all ASD un autocertificazione sottoscritta che attesti gli altri compensi rientranti nell ambito di esenzione eventualmente ricevuti da altri enti. La certificazione dovrà avere i seguenti contenuti minimi: il riferimento di legge: all art. 67 del TUIR; l autocertificazione, da parte del percettore, di non aver superato i ; i dati anagrafici del percettore e dell Associazione sportiva (anche il codice fiscale); la motivazione per cui è stato erogato il compenso attività calcistica, pallavolo ecc.. ; il periodo a cui fa riferimento il compenso. la ricevuta del pagamento è soggetta ad applicazione dell imposta di bollo di euro 2 per importi superiori a 77,74 euro. inserire nella dichiarazione dei redditi dell anno successivo i compensi percepiti e desumibili dalla certificazione unica come redditi diversi. Come pagare un compenso? L Associazione Sportiva deve emettere una ricevuta tutte le volte che eroga un compenso, mentre non è sufficiente emetterne una riepilogativa. Per importi superiori a 1.000,00 euro, il pagamento va effettuato tramite c/c, assegno, ecc. ovvero ogni mezzo tracciabile.

10 E se il compenso è oltre il limite dei Euro? In quest ambito l ASD opera come sostituto d imposta del percettore, determinando l ammontare dei compensi complessivamente percepiti ed operando, al momento del pagamento, ritenute a titolo di acconto o di imposta in base ai seguenti parametri: Da 7.500,01 a ,28 euro ritenuta del 23% a titolo d imposta Oltre ,28 euro ritenuta del 23% a titolo di acconto, e versando l eventuale ritenuta operata con modello F24 entro il 16 del mese successivo a quello del pagamento. In seguito, entro il 28 febbraio dell anno successivo a quello di corresponsione dei compensi, la ASD dovrà rilasciare ai percettori dei compensi una Certificazione Unica; la stessa andrà trasmessa telematicamente all agenzia delle Entrate entro il 7 marzo, direttamente o tramite intermediario abilitato. Infine, come ultimo adempimento, dovrà dichiarare gli importi corrisposti attraverso il modello 770 semplificato, entro il 31 luglio. La Certificazione Unica (o CU) è un modello che ha sostituito il vecchio modello CUD. Tale CU, pertanto, deve essere rilasciata da tutti i sostituti di imposta per la certificazione delle ritenute operate su dipendenti e lavoratori assimilati e di quelle effettuate sui lavoratori autonomi, per le collaborazioni occasionali e per gli altri redditi diversi per i quali si utilizzava fino all anno scorso, la certificazione libera. Il Modello 770 è la dichiarazione dei sostituti di imposta, ossia dei datori di lavoro o enti di previdenza che per legge sostituiscono il contribuente nei rapporti con il fisco trattenendo le tasse relative a compensi, salari, pensioni.

11 Pertanto anche le ASD in veste di sostituti di imposta, per obbligo, devono comunicare all Agenzia delle Entrate, mediante una dichiarazione annuale i dati relativi alle ritenute operate. In particolare, nel Modello semplificato vanno indicati: i dati relativi alle certificazioni rilasciate ai contribuenti ai quali sono stati corrisposti redditi di lavoro dipendente, equiparati e assimilati; indennità di fine rapporto; redditi di lavoro autonomo; provvigioni e redditi diversi; altri redditi. Il modello deve essere presentato in via telematica tramite un intermediario abilitato oppure direttamente sul sito internet dell Agenzia delle Entrate mediante Entratel o Fisconline. NB Le ASD devono inserire, in ogni caso, nella certificazione unica le indennità di trasferta, i rimborsi forfetari di spesa, i premi e i compensi corrisposti, anche se le somme non sono soggette a ritenuta, e indicarli anche nel modello 770. [1] Dal 1 gennaio 2016 sono entrate in vigore importanti novità in materia di collaborazioni coordinate e continuative, a seguito dell entrata in vigore del D.Lgs. 81/2015 che prevede l applicazione della disciplina del lavoro subordinato anche ai rapporti di collaborazione che si concretano in prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative e le cui modalità di esecuzione sono organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro. Tuttavia sono escluse da tale disposizione le collaborazioni rese ai fini istituzionali in favore delle associazioni sportive dilettantistiche affiliate alle federazioni sportive nazionali.

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