Riesame, Revisione, Riforma: Sviluppi recenti nella politica regionale degli Stati membri e della Norvegia Relazione EoRPA 07/1
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1 Riesame, Revisione, Riforma: Sviluppi recenti nella politica regionale degli Stati membri e della Relazione EoRPA 07/1 Douglas Yuill, Martin Ferry e Tobias Gross Questa relazione è stata preparata per il ventottesimo incontro del Consorzio per la ricerca della politica regionale EoRPA tenutosi a Ross Priory, Loch Lomondside dal 7 al 9 ottobre Da non citare senza permesso. European Policies Research Centre University of Strathclyde 40 George Street Glasgow G1 1QE Regno Unito Tel: Fax: douglas.yuill@strath.ac.uk
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3 Prefazione La presente relazione si propone di fornire una rassegna comparativa e una valutazione degli sviluppi recenti nella politica regionale degli Stati membri e della, concentrandosi in particolar modo sul periodo a partire dall inizio del La relazione è stata predisposta dallo European Policies Research Centre (EPRC) sotto l egida di EoRPA (European Regional Policy Research Consortium), un gruppo di autorità governative nazionali di vari Paesi europei. Il Consorzio finanzia l EPRC affinché svolga un monitoraggio periodico e l analisi comparata delle politiche regionali dei Paesi europei e delle loro interrelazioni con le politiche UE di coesione e concorrenza. Attualmente, i membri di EoRPA includono i seguenti partner: Austria Bundeskanzleramt (Cancelleria federale), Vienna Finlandia Sisäasiainministeriö (Ministero degli Interni), Helsinki Francia Délégation interministérielle à l'aménagement et à la compétitivité des territoires (DIACT), Delegazione interministeriale per la gestione e la competitività dei territori, Parigi Germania Bundesministerium für Wirtschaft und Arbeit (Ministero federale dell Economia e del Lavoro), Berlino Ministerium für Wirtschaft, Technologie und Arbeit, Freistaat Thüringen, Erfurt (Ministero dell Economia, della Tecnologia e del Lavoro dello stato di Thüringen) Italia Ministero dello Sviluppo Economico, Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione, Roma Paesi Bassi Ministerie van Economische Zaken (Ministero degli Affari Economici), L Aia Kommunal-Og Regionaldepartementet (Ministero del Governo Locale e dello Sviluppo Regionale), Oslo Polonia Ministerstwo Rozwojce Regionalnego (Ministero dello Sviluppo Regionale), Varsavia Svezia Näringsdepartementet (Ministero dell Industria, del Lavoro e delle Comunicazioni), Stoccolma Regno Unito Department for Business, Enterprise and Regulatory Reform (Ministero per il Commercio, l Impresa e la Riforma di regolamentazione), Londra The Scottish Government, Enterprise, Transport and Lifelong Learning Department, (Governo scozzese, Dipartimento per l Impresa, i Trasporti e l Apprendimento Continuo) Glasgow Relazione EoRPA 07/1 1 European Policies Research Centre
4 La ricerca sulla quale si basa la presente relazione è stata elaborata dall EPRC in consultazione con i partner EoRPA. Ha interessato un programma di ricerca documentale e di visite alle autorità nazionali e regionali nei Paesi sponsor durante la prima metà del La relazione è stata redatta da Douglas Yuill, Martin Ferry e Tobias Gross e trae informazioni da un lavoro di ricerca per ciascun Paese effettuato dal seguente team: Dr Sara Davies (Germania) Dr Irene McMaster, Heidi Vironen e Dr Martin Ferry (Ue12) Dr Martin Ferry (Polonia) Carlos Méndez (Portogallo, Spagna) Dr Martin Ferry & Rona Michie (Regno Unito) Maria-Amalia Vergoula (Grecia) Frederike Gross (Belgio, Francia, Lussemburgo) Laura Polverari (Italia) Tobias Gross (Austria) Heidi Vironen (Finlandia, Svezia) Professor Henrik Halkier (Danimarca) Professor Douglas Yuill (Paesi Bassi, ) Dr. Irene McMaster (Irlanda) La relazione EoRPA 07/2 riporta informazioni più dettagliate sui cambiamenti della politica regionale verificatisi nei Paesi elencati sopra. Al momento, l enfasi delle rassegne sui Paesi è posta sugli Stati membri dell Ue15, Polonia e, mentre il resto dei Paesi Ue12 è oggetto di una relazione distinta. Il focus rivolto all Ue15, alla Polonia e alla rispecchia la copertura storica dell EoRPA prima dell ampliamento e il fatto che sia la Polonia che la sono ora membri del Consorzio. Se le risorse lo permettono, in futuro ci si propone di aggiungere la dimensione Ue12 a questa rassegna. Sentiti ringraziamenti vanno a tutti coloro che hanno partecipato alla ricerca. Lo European Policies Research Centre, inoltre, riconosce con gratitudine il sostegno finanziario fornito dai membri del Consorzio EoRPA. Nota informativa Si noti che il contenuto e le conclusioni di questa relazione non rappresentano necessariamente le opinioni dei singoli membri del Consorzio EoRPA. Relazione EoRPA 07/1 2 European Policies Research Centre
5 Riesame, Revisione, Riforma: Sviluppi recenti nella politica regionale degli Stati membri e della 1. INTRODUZIONE LA NATURA DEL PROBLEMA REGIONALE La situazione attuale Sviluppi e tendenze Concetti teorici Prove empiriche Conclusioni PERCEZIONI DEL PROBLEMA REGIONALE Disparità limitate Problemi differenziati Regioni problematiche scarsamente popolate Problemi regionali gravi e intensi Paesi incentrati sullo sviluppo nazionale Gli Stati membri Ue Punti di raffronto INTERVENTI POLITICI DETTATI DALLE ESIGENZE PERCEPITE Analisi paese per paese dei cambiamenti Sviluppi tematici Cambiamenti nella natura della politica regionale Cambiamenti negli obiettivi della politica Cambiamenti nell orientamento territoriale della politica Cambiamenti nell amministrazione della politica Punti di raffronto LE COMPONENTI DELLA POLITICA REGIONALE Incentivi regionali Analisi paese per paese dei cambiamenti Punti di raffronto Supporto per l ambiente imprenditoriale Analisi paese per paese dei cambiamenti Punti di raffronto L AMMINISTRAZIONE DELLA POLITICA REGIONALE Ripartizione delle responsabilità di attuazione tra i livelli amministrativi Analisi paese per paese dei cambiamenti Punti di raffronto Il coordinamento della politica Analisi paese per paese dei cambiamenti Punti di raffronto CONCLUSIONI FINALI E SPUNTI DI RIFLESSIONE Relazione EoRPA 07/1 3 European Policies Research Centre
6 1. INTRODUZIONE Il periodo posto in rassegna è stato caratterizzato da un intensa revisione della politica regionale, dovuta in parte agli sviluppi verificatisi nell ambito Ue. Conformemente a quanto richiesto dal nuovo periodo di programmazione introdotto come parte della politica di coesione europea, gli Stati membri hanno prodotto dei Documenti Strategici Nazionali di Riferimento (QSNR) e i relativi programmi operativi, mentre i nuovi Orientamenti sugli aiuti di stato a finalità regionale per il periodo hanno determinato la presentazione e l approvazione di nuove carte degli aiuti e dei relativi regimi. Sotto parecchi importanti punti di vista, i nuovi quadri Ue hanno alterato i parametri che regolano il funzionamento della politica regionale all interno degli Stati membri con, ad esempio, notevoli cambiamenti nel flusso dei finanziamenti tra e all interno dei Paesi. Pertanto, tanto per citarne uno, i finanziamenti della politica di coesione della Polonia sono aumentati da un importo inferiore a 2,6 miliardi all anno durante il periodo a un cifra superiore ai 9,5 miliardi annui per il In Spagna, invece, durante il nuovo periodo di programmazione si assisterà a una riduzione di oltre due quinti nei finanziamenti della politica di coesione (a meno di 4,5 miliardi all anno), mentre in Irlanda, i finanziamenti di oltre 3,9 miliardi durante il periodo sono stati ridotti ad appena oltre 900 milioni per il Cambiamenti del genere incidono indubbiamente sul funzionamento della politica regionale nei Paesi interessati e nondimeno sul rapporto politica regionale Ue e nazionale. Tuttavia, tale impatto non è attribuibile solo ai cambiamenti nel flusso dei finanziamenti europei, poiché si sono verificate importanti variazioni anche negli obiettivi e nelle priorità della politica comunitaria stessa. L accento posto sugli Obiettivi di Lisbona, con target finalizzati a specifiche attività negli Stati membri Ue15, ha aumentato l enfasi sulla crescita, sulla competitività e sull innovazione. In una vena simile, grazie all eliminazione della micro-zonizzazione, l assegnazione del flusso dei finanziamenti non presenta ora alcuna restrizione e pertanto i finanziamenti della politica di coesione sono concentrati maggiormente sui punti di forza regionali (anche all interno di zone urbane). Le modifiche a livello comunitario hanno inciso inoltre sull attuazione della politica. In alcuni Paesi, soprattutto nei nuovi Stati membri più grandi, la maggiore disponibilità di risorse e le migliori capacità a livello regionale hanno incoraggiato un approccio più regionalizzato; in altri, invece, il ridursi dei finanziamenti ha determinato una riduzione del numero dei programmi e, in alcuni casi, una gestione più centralizzata. Tale situazione è stata ulteriormente sviluppata da un accresciuta enfasi sull accountability e il controllo. In termini più generici, l elaborazione dei QSNR ha dato maggior risalto al coordinamento della politica non solo tra il centro e le regioni, ma anche tra ministeri e agenzie nazionali. Dal canto loro, le nuove carte degli aiuti regionali hanno dato vita ad aree assistite più concentrate nell Ue15 in termini di quote di popolazione. Dall altro canto, la necessità di sfruttare al massimo le quote di popolazione disponibili ha portato a porre maggiore enfasi sulle aree in cui le agevolazioni regionali possono avere un impatto, con la conseguente creazione di un approccio più rattoppato in vari Stati membri. Allo stesso tempo, Relazione EoRPA 07/1 4 European Policies Research Centre
7 l esigenza di riapprovazione degli aiuti per il periodo ha portato al riesame e alla revisione dei regimi di aiuto. Questi sviluppi sul piano comunitario sono stati accompagnati da vari fattori di cambiamento nazionali. Uno di essi è costituito dall ampia agenda di competitività, il cui scopo è far sì che i Paesi e le loro regioni (tra cui quelle delle capitali) siano in grado di competere efficacemente con altre località in un mercato globalizzato. Dal punto di vista dello sviluppo regionale, è accresciuta l enfasi sulla creazione di poli di crescita e centri di di expertise competitivi a livello internazionale. Parallelamente, la politica di vari Paesi si è concentrata sempre più su aspetti di sviluppo territoriale di più ampio respiro, con l obiettivo di sviluppare e promuovere una gerarchia urbana con poli di sviluppo scelti per stimolare la crescita regionale e, nel contempo, garantire che le aree rurali rimangano legate ai processi di crescita. Un altro fattore di cambiamento nazionale è scaturito dai processi di riforma regionale derivanti dal desiderio di migliorare la ripartizione delle responsabilità tra i livelli centrale e regionale e di allineare i confini regionali alle apposite responsabilità. Tale situazione è stata particolarmente tipica nei Paesi nordici, anche se, negli ultimi anni, i dibattiti sui ruoli e sulle responsabilità della politica a vari livelli sono stati piuttosto diffusi. La Tabella 1 conferma l elevato grado di variazione nella politica degli ultimi anni. La DG Concorrenza ha approvato nuove carte degli aiuti regionali ormai quasi ovunque, mentre i regimi di aiuto sono stati emendati per rispecchiare i nuovi Orientamenti sugli aiuti a finalità regionale. Ciò ha dato vita a nuove legislazioni sulle agevolazioni in alcuni Paesi (come la Finlandia) e alla reintroduzione di un importante concessione per gli oneri sociali in ; tuttavia, la maggior parte dei cambiamenti riguarda solo emendamenti regolamentari ai criteri di eleggibilità e ai massimali di aiuto. Le analisi della politica di più ampio respiro sono state dominate, invece, dall affermazione dei QSNR, con conseguente potenziamento del coordinamento della politica in alcuni Paesi (ad es., Austria, Svezia) e nuovi sistemi di gestione atti a rispecchiare l ambiente regolamentare (e di budget) modificato. Il nuovo periodo di programmazione ha portato, inoltre, all introduzione di documenti strategici nazionali caratterizzati da importanti implicazioni di sviluppo regionale, ad esempio in Irlanda, Italia e Polonia. Quest ultima ha varato anche una nuova Legge sui principi dello sviluppo che dà peso legislativo alle continue tendenze politiche. In molti Paesi, la politica continua a seguire un approccio orientato alla crescita adottato vari anni fa (Danimarca, Finlandia, Francia, Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito), mentre in il pendolo è ritornato su aspetti di politica regionale più tradizionali. Importanti sviluppi hanno interessato anche l assegnazione regionale delle responsabilità (ad es., in Danimarca, Svezia e, oltre che Regno Unito) mentre in Germania un importante analisi della ripartizione delle responsabilità tra governo federale e Länder ha ritenuto l approccio congiunto Federale-Land (Gemeinschaftsaufgabe, GA) a riconoscimento dell importanza del coordinamento per la politica regionale. La presente relazione si propone di fornire una rassegna comparativa e una valutazione di tali sviluppi, concentrandosi sul periodo a partire dall inizio del La rassegna si basa su revisioni dettagliate e strutturate degli sviluppi degli Stati membri dell Ue15, della Polonia Relazione EoRPA 07/1 5 European Policies Research Centre
8 e della, oltre che su una revisione più generale degli altri Paesi Ue12. 1 Oltre a evidenziare le variazioni subite dalla politica, le differenze e le similarità chiave, la rassegna mira a identificare i fattori principali alla base dei recenti sviluppi. È suddivisa in sette sezioni: le due che seguono trattano la natura del problema regionale e come questo è percepito, mentre la quarta descrive gli interventi di politica regionale definiti e attuati per rispondere alle esigenze percepite. Inizia con un analisi paese per paese degli sviluppi verificatisi per poi concentrarsi sui principali punti di raffronto emersi. La sezione 5 esamina, quindi, più dettagliatamente le varie componenti della politica regionale, mentre la 6 evidenzia le recenti tendenze a livello amministrativo. La sezione finale trae alcune conclusioni e fornisce una serie di spunti di riflessione. Tabella 1: Recenti cambiamenti legislativi e revisioni delle politiche di più ampio respiro ( ) 1 Yuill D (ed) A Country-by-Country Review of Recent Regional Policy Developments in the Member States and Norway: Changes in , Relazione EoRPA 07/2, European Policies Research Centre, University of Strathclyde, Settembre 2007 Relazione EoRPA 07/1 6 European Policies Research Centre
9 Legislazione dettagliata su incentivi/politica Austria Approvazione della nuova mappa degli aiuti regionali per il periodo L ERP prestito agevolato è stato riapprovato a gennaio Il nuovo contratto art. 15(a) definisce le competenze gestionali in base ai Fondi Strutturali Belgio Approvazione della nuova mappa degli aiuti regionali per il periodo Sono, inoltre, in fase di sviluppo nuovi regimi di aiuto per questo stesso periodo sia per le Fiandre che per la Vallonia. Danimarca L Atto sullo Sviluppo Imprenditoriale del 2005 ha assegnato alle nuove cinque regioni responsabilità statutarie per lo sviluppo economico mediante enti di partenariato statutari i fora di crescita regionale, di somma importanza ora anche nell amministrazione dei FS. Finlandia Nuova Legge e Atto sugli aiuti alle imprese entrati in vigore il 18 giugno Rispecchiano i nuovi Orientamenti sugli aiuti regionali (RAG) e gli sviluppi verificatisi sin dall approvazione della legislazione precedente (2001) Francia In seguito a una valutazione del PAT e alla necessità di allinearlo ai nuovi Orientamenti sugli aiuti regionali, l 11 maggio e il 15 giugno 2007 sono stati introdotti nuovi décrets. Germania Grecia Irlanda Italia Lussemburgo Paesi Bassi Portogallo Spagna Legge quadro di politica regionale (GA) annua. La 36 Legge riguarda il periodo La nuova mappa degli aiuti regionali e altri cambiamenti mirano a rispecchiare i nuovi RAG. Nel 2006, varata legge sul programma IZ nei nuovi Länder per il periodo In seguito all elezione del nuovo governo, a dicembre 2004 è stata varata la Legge per lo Sviluppo 3299/2004, ora in fase di aggiornamento per essere allineata ai nuovi Orientamenti sugli aiuti a finalità regionale. Aggiornamento del regime di aiuto regionale in linea con i nuovi Orientamenti sugli aiuti a finalità regionale. Mappa degli aiuti non ancora approvata. Varata Finanziaria del 2007: rifinanziamento dei crediti fiscali; esenzioni fiscali in aree urbane svantaggiate; riduzione del costo del lavoro nel Mezzogiorno; implementazione del PII Nuova legislazione sugli aiuti regionali ancora in fase di sviluppo in linea con i RAG del periodo Approvazione della nuova mappa degli aiuti regionali. Inizialmente, nessun budget centrale per il Premio per gli investimenti, ma il nuovo budget rispecchia l esigenza percepita di sostegno per controbattere agli aiuti nei Paesi vicini Ulteriori modifiche del SIME e del SIPIE nel 2006 e Introduzione di regimi SIME distinti per l innovazione e l internazionalizzazione. Nuova mappa degli aiuti. Adattamento della legislazione nazionale che regola il Contributo Regionale per gli Investimenti in conformità ai RAG del periodo Decreto reale 175/2007 del 9 Revisioni/cambiamenti della politica di più ampio respiro QSNR approvato, insieme a tutti i PO tranne uno. Un nuovo elemento strategico comunitario (Strategia di Lisbona e così via) e l assenza di micro-zonizzazione potrebbero accrescere l enfasi sulle aree centrali. Nuovi documenti strategici Piano Marshall in Vallonia, Fiandre in Azione; definiscono gli orientamenti per un approccio alla politica più congiunto L inquadramento politico stabilito dal Libro Bianco del 2003 continua a sussistere; è ora in fase di piena implementazione in seguito alla riforma del governo locale entrata in vigore a partire dal 1 gennaio Nuova legge sui Fondi strutturali intesa a rispecchiare i nuovi Regolamenti sui Fondi strutturali. Atto sullo sviluppo regionale emendato a partire dal 2007; nuova decisione governativa sulla politica regionale prevista per il Mantenuto il riorientamento della politica introdotto nel 2002 e confermato nel Focus sulla competitività (DIACT). Nuovi contratti tra stato e regione introdotti a partire dal La riforma federale del 2006 ha ritenuto la GA regionale, ma è richiesto un emendamento della legge sulla GA federale: un Quadro di coordinamento pluriennale sostituirà quello annuo probabilmente a partire dal QSNR e nuovi PO. Nuova legislazione sulla gestione, il controllo e l implementazione per il periodo di programmazione Leggi (2005) anche su partenariati pubblici-privati, sviluppo rurale, poli di innovazione regionali. Nuovo PSN (finanziato da risorse nazionali) per il con chiari obiettivi di sviluppo regionale. Nuovo DSN e PO per il Nuova politica regionale unitaria che unisce in un quadro unico finanziamenti comunitari e nazionali. EFPD per il periodo sostenibilità ambientale Nessuno. Analisi IBO e documento Peaks in the Delta (luglio 2004). Focus sulla promozione dei punti di forza regionali di importanza nazionale. Evoluzione dell implementazione sin da allora: programmi Peaks, offerte di appalto per il Focus sull elaborazione del QSNR e dei PO - strategici, decentrati e coordinati. Nuove strategie di sviluppo sostenibile e pianificazione territoriale. Introduzione di alcuni interventi di più ampio respiro con implicazioni regionali: programma di competitività; programma di innovazione; strategia infrastrutturale. Focus su aspetti di Relazione EoRPA 07/1 7 European Policies Research Centre
10 febbraio Modifiche apportate di minore importanza. Svezia Nuovi regolamenti relativi al Contributo per lo sviluppo regionale, al Contributo all occupazione e all Agevolazione per aree rurali a partire dal 1 luglio Cambiamento successivo per conformarsi agli Orientamenti sugli aiuti regionali. Regno Unito Allineamento del regime di aiuti regionali ai nuovi Orientamenti sugli aiuti a finalità regionale. Programma di semplificazione del supporto imprenditoriale a favore di un erogazione degli aiuti più ampia. Polonia Nuova Legge sui principi dello sviluppo. Insieme al PSN, presenta un quadro strategico e amministrativo rafforzato per la progettazione della politica e così via Regime di aiuti regionali emendato in conformità ai nuovi Orientamenti sugli aiuti regionali: reintroduzione della concessione per gli oneri sociali; nuove carte e intensità di aiuto. governance territoriale. Le principali direzioni strategiche continuano a basarsi sulla proposta di legge del Anno precedente dominato dall elaborazione del QSNR e PO. Rinnovamento dei Programmi di crescita regionale previsto per il Filosofia di fondo orientata alla produttività tuttora corrispondente a A Modern Regional Policy (2003) Nuovo documento SNR (Sub- National Review) e Libro Verde su Governance of Britain. Nuova generazione di strategie comunitarie e nazionali. Ratifica del Piano Nazionale di Sviluppo per il periodo PO per il in fase di conclusione. Il Libro Bianco del 2005 ha posto l enfasi sull innovazione, la crescita regionale e un approccio a livello nazionale. Il Libro Bianco del 2006 è incentrato sui distretti/aree periferiche. Analisi del sistema amministrativo regionale. 2. LA NATURA DEL PROBLEMA REGIONALE 2.1 La situazione attuale Tra gli Stati membri Ue27 esistono sostanziali differenze economiche (Figura 2.1). Il PIL pro capite del Lussemburgo è oltre 30 volte superiore rispetto a quello della Romania e Bulgaria. Tutti i nuovi Stati membri (Ue12) e i Paesi Ue15 della Coesione (Spagna, Grecia e Portogallo) hanno tassi di gran lunga inferiori alla media dell Ue27, ma molte new entry stanno mostrando segni di recupero in termini di crescita media annua. I tassi di disoccupazione variano considerevolmente: il divario Ue15/Ue12 è meno accentuato, ma la Polonia e la Slovacchia presentano i tassi più elevati, mentre in Danimarca e nei Paesi Bassi la disoccupazione è al minimo. Anche la crescita dell occupazione è ampiamente distribuita con i tassi più alti (nel 2006) registrati in Estonia, Lettonia, Irlanda, Lussemburgo, Spagna e Polonia e i più bassi in Ungheria, Portogallo e Germania. Non sorprende, inoltre, vedere che i Paesi Ue12 restano indietro in termini di produttività del lavoro. Figura 2.1: Principali indicatori economici aggregati PIL pro capite in PPS, 2006 Crescita media annua, Tasso di disoccupazione in %, 2006 Crescita dell occupazione in %, 2006 Produttiva del lavoro oraria, 2005 Lussemburgo ,3 4,7 3,6 161,2 Danimarca ,7 3,9 2,0 102,1 Svezia ,4 7,1 1,8 101,6 Finlandia ,2 7,7 1,4 94,7 Austria ,7 4,7 1,0 99,3 Germania ,3 8,4 0,7 110,1 Irlanda ,2 4,4 4,3 119,7 Paesi Bassi ,0 3,9 1,2 ND Belgio ,7 8,2 1,1 126,9 Francia ,5 9,5 0,8 119,8 Ue ,7 7,4 1,3 100,0 Regno Unito ,3 5,3 0,8 89,9 Relazione EoRPA 07/1 8 European Policies Research Centre
11 Ue ,9 7,9 1,5 91,4 Ue ,9 7,9 1,6 ND Italia ,0 6,8 1,7 90,8 Spagna ,4 8,5 3,3 89,8 Cipro ,7 4,6 1,7 69,6 Grecia ,2 8,9 1,5 ND Slovenia ,6 6,0 1,2 ND Portogallo ,7 7,7 0,7 57,5 Malta 9200 ND 7,3 0,9 ND Repubblica Ceca ,8 7,1 1,6 52,3 Ungheria ,0 7,5 0,7 54,9 Estonia ,6 5,9 5,4 44,7 Polonia ,0 13,8 3,3 44,9 Slovacchia ,0 13,4 2,3 57,7 Lettonia ,6 6,8 4,8 ND Lituania ,3 5,6 1,7 43,6 Bulgaria ,9 9,0 2,4 30,5 Romania 1700 ND 7,3 2,8 ND Fonte: Eurostat, Analogamente, sono visibili notevoli disparità economiche tra le regioni Ue. Su 269 regioni NUTS II, 71 di esse hanno un PIL pro capite inferiore al 75 percento della media Ue27 del Inoltre, all interno dei Paesi, le strutture economiche si differenziano da regione a regione. La Figura 2.2 mostra la dispersione regionale del PIL pro capite di ciascun Paese. Da essa si evince che, nell Ue15, le disparità erano particolarmente accentuate nel Regno Unito e in Belgio, dove le attività economiche sono concentrate nelle regioni delle capitali. Nel Regno Unito, ad esempio, il PIL pro capite di Londra interna era circa quattro volte superiore rispetto a quello della Cornovaglia e delle Isole di Scilly. Nell Ue12, la produzione della regione della capitale slovacca, Bratislava era di tre volte superiore rispetto a quella della regione più povera, Východné Slovensko e una dispersione simile è stata osservata anche nella Repubblica Ceca. Figura 2.2: PIL pro capite (in PPS) nel 2004 nelle regioni di livello NUTS II Relazione EoRPA 07/1 9 European Policies Research Centre
12 EU27 average LU IR NL AT DK BE UK SE DE FI FR IT ES CY GR SI CZ PT MT HU SK EE LT PL LV RO BG Fonte: Banca dati regionale dell Eurostat, 2007; calcoli dell EPRC. Ovviamente, la Figura 2.2 presenta solo informazioni limitate riguardo alla distribuzione territoriale del PIL pro capite. Ad esempio, i dati riferiti a Londra o Bruxelles potrebbero semplicemente rappresentare dei valori erratici che, a fini statistici, alterano il grado di disparità. Per descrivere le differenze tra gli stati in maniera più accurata bisogna esaminare il coefficiente di variazione 2 del PIL pro capite di ciascun Paese. Così facendo si nota che i livelli più elevati di disparità intrastato nel 2004 sono presenti nei Paesi Ue12 - Slovacchia (in particolare) ma anche Repubblica Ceca, Ungheria, Romania e Bulgaria (Figura 2.3). In verità, tra i Paesi Ue12 elencati solo la Polonia si trova verso il limite inferiore. All interno dell Ue15, il Belgio e il Regno Unito hanno segnato le differenze regionali più accentuate a livello NUTS II. All altra estremità, le disparità notate nei Paesi Bassi, in Svezia e in Austria sono piuttosto limitate e lo stesso vale per Spagna e Portogallo. Nonostante i loro significativi problemi macroregionali (vedere Sezione 3), la Germania e l Italia si piazzano al centro tra i Paesi illustrati nella Figura 2.3. Figura 2.3: Coefficiente regionale di variazione del PIL pro capite per Paese nelle regioni di livello NUTSII 3 2 Per coefficiente di variazione si intende la deviazione standard divisa per la media. 3 Paesi quali la Danimarca, l Estonia e il Lussemburgo sono Paesi a regione unica di livello NUTS II, pertanto non è possibile calcolarne il coefficiente di variazione. Per il 1995, non si hanno a disposizione dati per la Romania. Relazione EoRPA 07/1 10 European Policies Research Centre
13 SK CZ BE HU RO UK IR BG IT DE GR FR FI PL PT AT ES SE NL Fonte: Banca dati regionale dell Eurostat, 2007; calcoli dell EPRC. Il PIL pro capite è chiaramente solo un indicatore del problema regionale. La Figura 2.4 mostra il coefficiente di variazione dei tassi di disoccupazione regionali. Al contrario del PIL, le disparità in termini di disoccupazione (nel 2005) erano più accentuate in due Paesi Ue15, ovvero l Italia seguita dalla Francia; tra gli Stati membri dell Ue12, solo la Slovacchia e la Repubblica Ceca hanno sviluppato disparità superiori alla media. Nonostante il suo elevato tasso di disoccupazione nazionale, la Polonia, insieme alla Romania, si è piazzata verso il limite inferiore. Le disparità più limitate in termini di disoccupazione nel 2005 si sono registrate in Svezia e, in particolare, in Irlanda. Figura 2.4: Coefficiente regionale di variazione del tasso di disoccupazione, NUTS II IT FR SK CZ BE DE ES A T PT UK HU GR FIN NL RO PL SE IR Fonte: Banca dati regionale dell Eurostat, 2007; calcoli dell EPRC. 4 Nessun dato disponibile per la Bulgaria. Relazione EoRPA 07/1 11 European Policies Research Centre
14 2.2 Sviluppi e tendenze Concetti teorici Un obiettivo chiave della politica di coesione comunitaria e di gran parte delle politiche regionali nazionali è la riduzione delle differenze economiche tra Paesi e regioni. Al fine di valutare l efficacia della politica e giungere ad apposite conclusioni, è necessario esaminare lo sviluppo delle disparità tra e all interno degli stati nel corso del tempo. Lo studio dell attività economica in un contesto territoriale vanta una lunga storia. Nel 1826, von Thünen ha creato un modello di base per l analisi delle differenze territoriali nell ambito della produzione agricola. Weber, Christaller e Lösch hanno ulteriormente sviluppato teorie della localizzazione concentrandosi sui rapporti città-campagna. Teorie sulla crescita più recenti, quali il modello di crescita neoclassico di Solow e Swan, prevedono l equilibrio dei rendimenti dei fattori nel tempo, con conseguenti processi di convergenza automatici tra le economie che raggiungeranno gli stessi percorsi di crescita di stato stazionario (steady state). 5 Altri studiosi guardano con più scetticismo alla diminuzione automatica delle disparità economiche. Ad esempio, i sostenitori della nuova geografia economica usano un modello di equilibrio generale per esaminare le forze centrifughe della produzione (fattori immobili, affitto dei terreni e semplici diseconomie esterne) rispetto a quelle centripete (effetti legati alla dimensione del mercato, thick market del lavoro e semplici economie esterne). 6 Queste forze possono indurre un processo circolare che risulta nella concentrazione economica, causando una cosiddetta struttura core-periphery. Nel momento in cui i costi di trasporto diminuiscono (ad es., a causa di processi di integrazione economica, quali il Mercato Unico Europeo), la nuova geografia economica prova ulteriormente a spiegare i possibili cambiamenti della produzione regionale nel tempo. Prevede un rapporto a U tra l integrazione e l agglomerazione 7 che rende difficile conoscere a priori gli effetti dell integrazione sulla distribuzione del PIL Prove empiriche Basandosi su queste fondamenta teoriche, sono stati effettuati vari test empirici. 8 In genere, si nota un diffuso consenso riguardo all avvenuta attuazione dei processi di convergenza intraeuropei tra i Paesi dell Europa occidentale a partire dalla fine del XIX 5 Cf. Barro, R. e Sala-I-Martin, X. (1995) Economic Growth, New York: McGraw-Hill. 6 Krugman, P. (1998) What s new about new economic geography? in: Oxford review of economic policy, Vol. 14, No Dunford, M. et al. (2001), Introduzione in: Hall, R, Smith, A., Tsoukalis, L (eds.) Competitiveness and Cohesion in EU Policies, Oxford: Oxford University Press, pag Fare riferimento a Dowrick, S. e Nguyen, D. (1989), OECD comparative economic growth : Catch-up and convergence, in: American Economic Review 79(5), pagg ; Barro, R. J. e Salai-Martin, X. (1991), Convergence across states and Regions, in: Brookings Papers on Economic Activity (1), pagg ; Geppert, K., Happich, M. e Stephan, A. (2005) Regional disparities in the European Union: Convergence and agglomeration, Discussion paper del DIW, Berlino; Boldrin, M. e Canova, F. (2001), Inequality and convergence in Europe s regions: reconsidering European regional policies, in: Economic Policy, CEPR, GB, pagg Relazione EoRPA 07/1 12 European Policies Research Centre
15 secolo. 9 Senza sorpresa, tale processo è stato interrotto durante il secondo conflitto mondiale. Negli anni 50 e 60, si nota una convergenza piuttosto accentuata, affiancata da un commercio più sviluppato. Ma, con le crisi del petrolio, negli anni 70 tale sviluppo si è arrestato nuovamente e tra il 1982 e il 1986 si è avuto un aumento nelle disparità dei redditi (Figura 2.5). Tuttavia, a partire dalla fine degli anni 80, i processi di convergenza hanno riacquisito slancio. È interessante notare che il declino e il recupero si sono rivelati particolarmente duri nei Paesi in recupero (Irlanda, Grecia, Portogallo e Spagna). 10 In questi stati, la crescita [in PIL pro capite] era di gran lunga superiore alla media Ue nel periodo ; 11 ciò conferma l esistenza di processi di recupero tra gli Stati membri. Tuttavia, è comprovato che, negli ultimi 20 anni, il tasso di convergenza è rimasto al di sotto del 2 percento annuo. Ciò implica che il processo di recupero verso la media comunitaria sarà un processo prolisso, soprattutto per i nuovi Stati membri. 12 Figura 2.5: σ -convergenza tra gli Stati membri Ue 13 (espressa in US$ in termini reali) Fonte: Penn World Table, I calcoli dell EPRC basati sulla serie della Penn World Table 14 confermano le suddette tendenze. La Figura 2.5 mostra la sigma-convergenza, che esamina i cambiamenti nella 9 Per una sintesi, fare riferimento a Lammers, K (2002) Die Osterweiterung aus raumwirtschaftlicher Perspektive Prognosen regionalökonomischer Theorien und Erfahrungen aus der bisherigen Integration in Europa, Discussion Paper 195 del HWWA, Amburgo. 10 Kaitila, V (2003) Convergence of real GDP per capita in the EU15 area: How do the accession countries fit in? Discussion paper dell ETLA, Helsinki, pag Commissione Europea (2004) Verso un partenariato per la coesione: Terza relazione sulla coesione economica e sociale, Lussemburgo, pag Niebuhr, A. e Schlitte, F. (2004), Convergence, Trade and Factor Mobility in the European Union Implications for Enlargement and Regional Policy, in: Intereconomics, Maggio/Giugno 2004, Amburgo. 13 Va puntualizzato che il Lussemburgo è stato escluso come valore erratico poiché il suo rendimento economico era notevolmente superiore alla media Ue e, pertanto, avrebbe alterato il quadro generale. 14 Alan Heston, Robert Summers e Bettina Aten, Penn World Table Version 6.2, Center for International Comparisons of Production, Income and Prices at the University of Pennsylvania, Settembre Relazione EoRPA 07/1 13 European Policies Research Centre
16 variazione del PIL tra gli stati Ue15. I risultati sembrano avvalorare la teoria neoclassica che le economie tendono a convergere verso lo stesso punto di equilibrio di stato stazionario. All interno dell Area Economica Europea, ciò significa che l integrazione (ovvero ampiezza e profondità) innesca processi di recupero a vantaggio delle economie in ritardo di sviluppo. In una vena simile, in seguito all analisi del rendimento economico dei Paesi Ue27 nel corso dell ultimo decennio, la Figura 2.6 evidenzia che i Paesi in ritardo di sviluppo hanno registrato una crescita generalmente più accentuata rispetto a quelli aventi un PIL pro capite già alto nell anno di riferimento (1995). Tassi di crescita notevolmente più elevati si sono notati soprattutto nei nuovi Stati membri. Benché il rendimento economico dell Italia e della Germania sia risultato più debole del previsto (attribuibile ai gravi problemi strutturali che affliggono questi Paesi) e sebbene il Lussemburgo e l Irlanda abbiano registrato una crescita superiore alle previsioni teoriche, i risultati offrono una spiegazione ampiamente soddisfacente dei processi di convergenza (come indicato dal calo nell asse della regressione e nel valore R 2 ). Figura 2.6: PIL pro capite iniziale relativo alla crescita annua del PIL, log annual GDP growth y = x R 2 = log GDP per head, Fonte: Banca dati dell Eurostat, 2007; calcoli dell EPRC. E per quanto riguarda, invece, gli sviluppi di livello regionale? Le regioni NUTS II sono state contraddistinte da una dinamica positiva simile o i processi di recupero nazionali hanno portato a un aumento delle disparità regionali? Purtroppo, la risposta non è ben delineata, a causa anche di dati insufficienti. 16 Se si presume l esistenza di processi di convergenza tra le regioni, dovrebbe essere possibile osservare una correlazione negativa tra il PIL pro capite iniziale e la crescita, ovvero più il PIL pro capite è basso nell anno di riferimento, maggiore sarà il tasso di crescita (noto anche come beta-convergenza). Tuttavia, non 15 A causa dell assenza di dati, Malta e la Romania sono state escluse. 16 Va sottolineato che si continua a dibattere sull effettiva possibilità di calcolo dei tassi di crescita del PIL in PPS (fare riferimento alla Terza relazione sulla coesione economica e sociale, (2004) pagg ; Paas, T. e Schlitte, F. (2006), Regional Income Inequality and Convergence Processes in the EU-25, Discussion Paper 355 del HWWA, Amburgo, pag.5.). Gli autori sono consapevoli dei limiti dei dati e riconoscono il valore indicativo delle tendenze, che vanno interpretate con cautela. Relazione EoRPA 07/1 14 European Policies Research Centre
17 emerge alcun modello netto e distinto (Figura 2.7). Sebbene il declino sull asse della regressione segua la direzione giusta (ovvero, è negativo), il valore R 2 (che indica la prossimità di tutti i punti all asse) non è significativo abbastanza. Per quanto riguarda le variazioni attorno all asse delle tendenze, le regioni di Londra interna e Bruxelles avevano un PIL pro capite iniziale molto elevato, ma hanno registrato anche una solida crescita. Le regioni della Bulgaria, invece, sono state contraddistinte da un PIL pro capite iniziale basso e da una crescita molto ridotta. Di conseguenza, non è possibile giungere ad alcuna conclusione a riprova dell avvenuta effettuazione dei processi di convergenza a livello regionale. Figura 2.7: PIL pro capite iniziale (in PPS) relativo alla crescita annua del PIL, GDP growth, , in % R 2 = GDP per head (in PPS) in 1995 Fonte: Banca dati regionale dell Eurostat, 2007; calcoli dell EPRC. La Figura 2.8 esamina in maniera più dettagliata le dinamiche di ciascun Paese e delinea i cambiamenti verificatisi nei coefficienti di variazione del PIL pro capite nel periodo Le disparità sono aumentate maggiormente nei nuovi Stati membri (Repubblica Ceca, Polonia, Bulgaria e Ungheria) e anche in Svezia (anche se in Svezia e in Polonia si è partiti da bassi livelli vedere Figura 2.3). Una riduzione delle disparità non si è verificata in alcuno dei nuovi Stati membri (di certo non sorprendente se si considerano i solidi processi di crescita delle regioni delle capitali). Le riduzioni più significative nelle disparità in termini di PIL pro capite fra le regioni sono state notate in Austria, Italia e Spagna. Relazione EoRPA 07/1 15 European Policies Research Centre
18 Figura 2.8: Cambiamento in percentuale del coefficiente di variazione del PIL (NUTS II), ,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0-10,0-20,0 CZ PL BG HU SE UK GR NL SK FI IR BE PT FR DE ES IT AT Fonte: Banca dati regionale dell Eurostat, 2007; calcoli dell EPRC. Per quanto riguarda, invece, i cambiamenti nelle disparità regionali in termini di disoccupazione all interno dei Paesi, la Figura 2.9 mostra una panoramica piuttosto diversa. Un primo gruppo di Paesi (Irlanda, Finlandia, Paesi Bassi, Regno Unito, Svezia, Ungheria e Polonia) è stato contraddistinto da un aumento nelle disparità regionali relative al PIL pro capite (Figura 2.8), ma le differenze regionali dei loro tassi di disoccupazione sono diminuite, probabilmente come conseguenza della migrazione. In un secondo gruppo, invece, - Austria, Spagna e Francia la dispersione della disoccupazione regionale è aumentata, ma le cifre relative al PIL pro capite hanno raggiunto un equilibrio più stabile. Il terzo gruppo è formato da Italia, Germania, Portogallo e Belgio, dove si è avuta una riduzione nelle disparità in termini di PIL pro capite e disoccupazione ovvero, il problema regionale è diventato meno significativo. Nell ultimo gruppo (Repubblica Ceca, Grecia, Slovacchia) le disparità interne in termini di PIL pro capite e disoccupazione sono aumentate, indubbiamente come conseguenza del predominio delle regioni delle loro capitali. Figura 2.9: Cambiamenti in percentuale dei coefficienti di variazione della disoccupazione e del PIL (NUTS II) Relazione EoRPA 07/1 16 European Policies Research Centre
19 change c.o.v. GDP, % 60 CZ 50 SE PL HU UK 20 NL GR FIN SK 10 IR BE PT FR ES 0 DE -10 IT AT change c.o.v. unemployment, % Fonte: Banca dati regionale dell Eurostat, 2007; calcoli dell EPRC. 2.3 Conclusioni Le analisi effettuate portano a varie conclusioni ampiamente supportate da ricerche accademiche. Innanzitutto, si notano chiari processi di convergenza tra i Paesi comunitari. In particolare, i nuovi Stati membri e i Paesi Ue15 della Coesione hanno assistito a una crescita del PIL superiore alla media (vedere Figura 2.1). In secondo luogo, non esistono prove concrete a riprova dell esistenza di processi di convergenza tra le regioni dell Ue. Alcune tra le regioni già prospere, quali Amburgo, Bruxelles e Londra interna, si sono sviluppate in maniera piuttosto dinamica, mentre in altre regioni più periferiche la crescita del PIL è stata limitata. In terzo luogo, nei nuovi Stati membri, i processi nazionali di recupero sono stati generalmente affiancati da crescenti disparità interne, soprattutto in Paesi quali la Repubblica Ceca, la Polonia, la Bulgaria e l Ungheria. Infine, all interno dell Ue15, nello scorso decennio in Grecia, negli Stati membri nordici, nel Regno Unito, nei Paesi Bassi e in Irlanda si è verificato un aumento nelle disparità regionali in termini di PIL pro capite anche se, a eccezione della Grecia, in tutti questi Paesi le disparità tra le regioni in termini di disoccupazione sono diminuite. 3. PERCEZIONI DEL PROBLEMA REGIONALE Per l analisi delle varie percezioni del problema regionale (vedere Tabella 2) risulta utile dividere i Paesi in sei gruppi. Al primo appartengono Austria, Danimarca, Lussemburgo e Paesi Bassi, dove le disparità regionali sono da considerarsi limitate sia in ambito nazionale che comunitario in maniera tale da non giustificare significativi interventi per lo sviluppo regionale. Nel secondo gruppo, composto da Belgio, Francia, Irlanda e Regno Unito, i divari regionali rispecchiano problemi differenziati, che richiedono interventi regionali specifici. Finlandia, Svezia e formano il terzo gruppo, caratterizzato da aree problematiche scarsamente popolate al nord, ma anche da una politica segnata da elementi di crescita rivolti a tutte le regioni. Il quarto gruppo, composto da Germania e Italia, mostra accentuati divari regionali tra est e ovest in Germania e tra nord e sud in Italia Relazione EoRPA 07/1 17 European Policies Research Centre
20 che rappresentano l oggetto principale della politica. Nonostante significative disparità interne, il quinto gruppo costituito da Grecia, Portogallo e Spagna è principalmente dedito al potenziamento dello sviluppo nazionale. Infine, nell Ue12 si osservano marcate divergenze interne (soprattutto tra la capitale e le regioni in ritardo di sviluppo, spesso lungo i confini orientali) e, generalmente, anche un notevole divario nello sviluppo rispetto al resto dell Unione Europea. Anche in questi Paesi, la politica è incentrata sullo sviluppo nazionale. 3.1 Disparità limitate In Austria, la percezione generale è che i problemi regionali sono limitati e si ritiene che siano strettamente legati alla topografia del Paese, che si traduce in un inefficienza generale degli interventi convenzionali, quali il sostegno al tessuto economico su larga scala. I cambiamenti verificatisi nel corso dell ultimo decennio sono contraddistinti da un declino nelle tradizionali disparità tra est e ovest e, sin dall ampliamento dell Unione Europea, dalla nascita di una nuova area di sviluppo nel triangolo Vienna-Györ Bratislava. La cooperazione oltre confine è diventata un elemento importante della pianificazione territoriale e della politica regionale. Una delle sfide più pressanti, viste le preoccupazioni di efficienza economica, è l erogazione di servizi pubblici di base a tutto il territorio. Con l aumento della mobilità, le strutture insediative stanno diventando sempre più sparse, con conseguenti problemi per la dimensione urbana-hinterland, quali un pendolarismo in crescita. Inoltre, il vecchio centro città sta perdendo importanza, poiché i grandi centri commerciali sono ubicati fuori città. Le principali città austriache, invece, ovvero Vienna e Graz, sono colpite dall immigrazione, che causa problemi urbani specifici, quali la segregazione sociale. Per risolvere alcune di queste sfide, ci si sta concentrando sul rafforzamento del potenziale endogeno delle regioni e sul potenziamento della cooperazione (anche oltre i confini nazionali). In Danimarca, le differenze nei livelli di reddito tra la zona della capitale Copenhagen e il resto del Paese sono di minore entità (in base agli standard internazionali). Sebbene i livelli di disoccupazione regionale siano ora più equilibrati, continuano a sussistere piccole aree relativamente remote e geograficamente disseminate con scarso rendimento. Pertanto, si ha una percezione doppia del problema regionale, istituzionalizzato nell Atto sullo Sviluppo Imprenditoriale del Da un lato, si ritiene che tutte le regioni debbano contribuire alla massimizzazione della crescita economica nazionale; dall altro, invece, le considerazioni di equità hanno ancora rilievo per aree periferiche meno prospere. Per comprendere meglio la natura del problema e formulare apposite soluzioni, il governo centrale e le regioni stanno intraprendendo un nuovo progetto di sviluppo congiunto. L obiettivo è duplice: dare una panoramica più uniforme e sofisticata della situazione economica delle regioni e promuovere la valutazione di programmi e progetti mediante un insieme ben definito di indicatori. Relazione EoRPA 07/1 18 European Policies Research Centre
21 Tabella 2: Percezioni attuali del problema regionale negli Stati membri Ue15, in Polonia e in Austria Belgio Danimarca Finlandia Francia Germania Grecia Irlanda Italia Lussemburgo Paesi Bassi Portogallo Spagna Svezia Regno Unito Le tradizionali disparità regionali tra est e ovest sono in declino. Il problema è limitato alla dimensione urbana-rurale in maniera tale da non giustificare interventi regionali di ampia portata. Le sfide attuali della politica sono: alti tassi di pendolarismo; cambiamento demografico e aree montagnose/rurali; liberalizzazione del mercato e disparità sociali crescenti, problemi di confine. Le Fiandre sono generalmente prospere, con problemi tuttavia legati a vecchie aree minerarie e ad agglomerazione/mancanza di spazio. Nel corso del tempo, il focus è passato da problemi di occupazione al potenziale di innovazione/fdi. La Vallonia presenta notevoli disparità interne che, tuttavia, sono in fase di declino. Le principali sfide riguardano le vecchie zone industrializzate e le aree rurali, oltre che scarsi livelli di istruzione. A eccezione di alcune piccole aree relativamente remote e disseminate con scarso rendimento, le disparità regionali standard sono molto limitate. La politica mira a massimizzare il contributo delle regioni alla crescita nazionale; viene riservato, inoltre, un trattamento preferenziale ad aree periferiche meno prospere/con andamento a basso livello. I problemi principali fanno riferimento alle differenze tra il nord e l est e il resto del Paese e tra gli agglomerati urbani e le aree remote dell hinterland. Di importanza fondamentale per la politica è il cambiamento demografico, che incide piuttosto gravemente sulle aree scarsamente popolate. La percezione del problema regionale è cambiata e questo viene considerato sempre più differenziato. Le preoccupazioni chiave riguardano la struttura urbana, le aree rurali e lo spostamento di aziende. La politica si prefigge di accrescere la competitività generale e, allo stesso tempo, di risolvere le disparità a livello sub-regionale. Il problema principale è il continuo divario socio-economico e strutturale esistente tra i vecchi e nuovi Länder, che ha inciso sul rendimento economico generale. Negli ultimi anni si è assistiti a esaurienti dibattiti sul fondamento logico, sul focus e sui finanziamenti della politica regionale. Da un lato, si sostiene che la politica di sviluppo economico debba concentrarsi maggiormente sulle regioni metropolitane ; dall altro, invece, che dovrebbe dedicarsi di più ai problemi delle aree rurali. Tuttavia, la politica continua a essere incentrata sulle aree strutturalmente deboli. Le disparità interne e con il resto dell Ue15 sono notevoli a causa dell ubicazione periferica della Grecia, di uno spazio fisico/economico frammentato e di una struttura regionale squilibrata. Sembra, comunque, che il problema non si stia intensificando ulteriormente. La politica è incentrata ampiamente sul recupero con il resto dell Ue. Nel corso dell ultimo decennio, il PIL pro capite nazionale ha notevolmente superato la media Ue. Allo stesso tempo, sussistono sfide regionali contrastanti legate agli agglomerati urbani e alle regioni meridionali e occidentali più periferiche. La politica è costantemente dedita alla risoluzione di questi problemi. La dualità sociale ed economica tra nord e sud continua a essere il motivo chiave alla base degli interventi della politica regionale. Tuttavia, la debolezza generale del rendimento economico ha dato vita a crescenti dibattiti sull idoneità di tali interventi. Il problema regionale è tradizionalmente associato alla ristrutturazione dell industria siderurgica (nel sud) e alla fragilità del settore agricolo (nel nord). Il focus della politica è posto sui problemi di confine e sulla promozione della competitività internazionale/fdi. Si è dediti anche all accrescimento del grado di diversificazione economica. La percezione del problema varia: alcuni attori considerano le disparità molto limitate, mentre altri ribattono che il settentrione si trova ancora in una posizione svantaggiata rispetto al resto del Paese. La politica è incentrata prevalentemente sullo sviluppo nazionale, ma pone l enfasi anche sulle aree settentrionali più deboli. Una nuova percezione del problema regionale ha visto i tradizionali divari tra nord e sud e tra zone costiere e interne sostituiti dalla comparsa di due assi orizzontali con la Spagna; da uno spostamento del problema del sottosviluppo dalle zone interne a quelle periferiche e dalla differenziazione tra le regioni di Oporto e Lisbona. La politica si prefigge di accrescere la competitività regionale al fine di massimizzare la crescita e ridurre le disparità. In termini di PIL pro capite, le regioni nord-orientali sopra l Ebro insieme a Madrid e alle Baleari superano la media. L approccio nazionale allo sviluppo regionale è radicato nei Fondi strutturali, con risalto sull agenda di competitività/produttività; si nota anche un impegno costituzionale verso uno sviluppo equilibrato. Le disparità sono in ascesa. Le aree più urbane del sud hanno assistito a una concentrazione di popolazione e attività economiche, mentre si prevede che, in futuro, il nord-est ospiterà la quota più alta di anziani. Si continua a dibattere sull importanza di regioni più ampie e diversificate al fine di massimizzare la crescita nazionale e favorire uno sviluppo regionale più equilibrato. Il problema principale è tuttora costituito dal divario tra il sud-est e il resto del Paese. Inoltre, si è sempre più consapevoli delle disparità sub-regionali, che sono in ascesa. In Inghilterra, le Agenzie per lo Sviluppo Regionale mirano a risolvere queste sfide sub-regionali. Le aree urbane Relazione EoRPA 07/1 19 European Policies Research Centre
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