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2 7Bucureşti în alb şi negru CONTENUTO PREFAZIONE...9 NOTA INTRODUTTIVA DELL AUTORE...17 Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo

3 8 Giancarlo Repetto Bucarest in bianco e nero CUPRINS PREFAŢĂ...13 NOTA INTRODUCTIVĂ A AUTORULUI...29 Capitolul Capitolul Capitolul Capitolul Capitolul Capitolul Capitolul Capitolul Capitolul Capitolul Capitolul Capitolul Capitolul Capitolul Capitolul Capitolul Capitolul Capitolul Capitolul Capitolul Capitolul

4 9Bucureşti în alb şi negru PREFAZIONE La caduta del muro di Berlino ha rappresentato e continua a rappresentare, nell immaginario di chi ripensa alla fine della pluridecennale egemonia comunista nei paesi dell Est, l accadimento emblematico di quella fase cruciale della storia del XX secolo, per la perfetta coincidenza, anche in chiave terminologica, tra crollo materiale di un innaturale e perverso confine e crollo di un regime, con trascinamento dell ideologia di sostegno. Ma quell anno, il 1989, che a inizio di novembre salutava con esultanza e tripudio la fine della divisione della Germania, era lo stesso anno che, nel suo concludersi, nei giorni tra Natale e Capodanno, suggellava col più significativo e violento degli atti di vittoria su ogni forma di totalitarismo, il tirannicidio, la fine di un epoca e di un universo politico, economico e sociale: la cattura e la pressoché immediata uccisione, in Romania, di Ceaucescu, il tiranno, si configura

5 10 come l esito estremo, l epilogo tragico di una tragedia storica che aveva coinvolto per gran parte del sec. XX l Europa dell Est. Dalle drammatiche giornate che accompagnano declino e morte del dittatore romeno (e di sua moglie) prende avvio il romanzo breve che Giancarlo Repetto ha scritto, in forza dell attenzione alla realtà romena quale egli ha potuto sperimentare e conoscere in tempi recenti, avvalendosi della privilegiata dotazione di essere intensamente sensibile nel percepire il travaglio profondo e le aspirazioni di un popolo, nel nodo cruciale di una stagione eccezionale della sua storia. Partendo da lontano, dai fatti del 1989, e riconsiderandoli alla luce del presente, gli è consentito di assegnare al personaggioguida del romanzo, il fotoreporter Bruno, una prospettiva bifocale, in virtù della quale il tempo storico, senza perdere la sua autonomia e identità, risulta come raccorciato e ravvicinato, nella consecuzione e sovrapposizione tra passato e presente, memoria e attualità, con quanto queste polarità portano con sé e che, riduttivamente, si possono compendiare nella scansione e alternanza tra slanci rivoluzionari e ripiegamenti conservatori, aspettative e disincanti, speranze e disillusioni. Seguendo la traccia del fotoreporter Bruno, genovese (meglio: di Sestri Ponente), che con gli scatti della sua macchina fotografica testimonia gli esaltanti e insieme tragici giorni della fine della dittatura romena e che, in quegli stessi giorni in cui il mondo pare sfasciarsi, vive una breve e intensa avventura d amore con Ana, giovane romena rimasta ferita negli scontri di piazza e che, venti anni dopo, tornando a Bucarest, riesce a contattare il fratello di lei, venendo a conoscenza di aver avuto da Ana una figlia, Iulia, oramai ventenne, Repetto coglie il punto Giancarlo Repetto Bucarest in bianco e nero

6 di incrocio tra i sentimenti dell anima di un popolo e le trepidazioni e gli slanci individuali, esibendo in chiara luce i legami nascosti e i nessi strutturali tra l epocale e il quotidiano, e, ad un tempo, è in grado di realizzare, nelle contenute dimensioni di una traccia narrativa carica di effetti romanzeschi (e pertanto accattivante per la lettura) e organizzata come uno stringente e asciutto cortometraggio, un duplice movimento di andirivieni: temporale e spaziale. Temporale perché dal passato ci si sposta al presente, ma un presente che, a sua volta, impone la retrocessione al passato; spaziale perché dalla Bucarest di fine anni Ottanta ci si sposta a Genova (e non solo Genova), dove Bruno vive e dove fa da guida in un entusiasmante e insieme arduo viaggio con la figlia tardivamente conosciuta, per ritornare infine alla Bucarest di oggi. In questa circolarità in cui il quadro storico si intreccia con l attenzione esistenziale e la preoccupazione morale e in cui le accelerazioni della storia convivono con la registrazione dello scorrimento del quotidiano, l evento storico di partenza non stinge le sue tinte cupe, color di tenebra, ma diventa il punto di riferimento da cui si dipana un discorso che diventa tensione di conoscenza di due realtà diverse, separate, incompatibili (l Italia e la Romania: la Romania vista da un italiano come Bruno, l Italia vista da una romena come Iulia) e, in parallelo, sotto la pelle che riveste la superficie documentaria, trova sviluppo un ampia e serrata riflessione sulle difficoltà di incontro e comunicazione che si prospettano nella animata conflittualità dialogica tra padre e figlia, la cui distanza generazionale viene come proiettata al quadrato, al cubo, addirittura, dalla latitudine di separazione sia geografica, sia culturale (italiano l uno, romena l altra) e, soprattutto, dalla 11 Bucureşti în alb şi negru

7 12 Giancarlo Repetto Bucarest in bianco e nero novità dell identità di Iulia, che oramai appartiene a quella generazione di romeni che è nata in coincidenza con la fine della dittatura ed è dunque cresciuta in una condizione differenziata rispetto a quella sperimentata dalla madre. Nei rapporti padre-figlia aleggia una dimensione di incomunicabilità, la cui nozione è ben diversa da quella, d impronta strettamente esistenziale, che costituiva quel male oscuro cui si arrendevano molti personaggi di romanzi e film grosso modo situabili negli anni Sessanta. Ora l incomu nica - bilità non è d ordine psicologico né è riconducibile a chiusura solipsistica; ben altra è la sua sostanza, che si fonda in modo saliente e determinante sulla irrapportabilità del codice espressivo, sulla incompatibilità del paradigma verbale utilizzati dalle figure chiamate in causa, a riflesso di una separazione radicale di esperienze che trovano espressione in una separata qualità del linguaggio. L impegno che vede coinvolti (diversamente coinvolti) i personaggi è nel saldare questa frattura. Si tratta, in definitiva, di smussare la perentorietà implacabile della distinzione binaria (il bianco e il nero di cui al titolo del romanzo), di far convivere l apertura alla modernità con il riconoscimento e il rilancio dei valori consolidati, di contemperare codici del vissuto e codici della comunicazione, come questo romanzo infine suggerisce, consentendo che al peso della testimonianza e del documento facciano seguito il senso e la misura del giudizio. Prof. Luigi Surdich Docente di Letteratura italiana Presso l Università di Genova

8 13 Bucureşti în alb şi negru PREFA}~ Căderea Zidului Berlinului a reprezentat şi continuă să reprezinte, în imaginarul celor care meditează asupra sfârşitului hegemoniei comuniste ce a cuprins ţările din Est timp de mai multe decenii, manifestarea emblematică a unei faze cruciale din istoria secolului XX. Este vorba despre un moment de coincidenţă perfectă, inclusiv la nivel terminologic, între prăbuşirea materială a unei graniţe nefireşti şi perverse şi prăbuşirea unui regim, care a târât după sine şi eşafodajul său ideologic. Dar 1989, care la începutul lui noiembrie saluta cu exuberanţă şi emoţie încetarea divizării Germaniei, era acelaşi an care, spre finalul său, în zilele dintre Crăciun şi Anul Nou, pecetluia prin cea mai semnificativă şi mai violentă dintre manifestările de victorie asupra oricărei forme de totalitarism, tiranicidul încheierea unei epoci şi a unui univers politic,

9 14 Giancarlo Repetto Bucarest in bianco e nero economic şi social. Capturarea şi aproape imediata ucidere, în România, a tiranului Ceauşescu apar ca un rezultat extrem, ca un epilog tragic al unei tragedii istorice care cuprinsese Europa de Est pentru o bună bucată a secolului XX. De la dramaticele zile care însoţesc declinul şi moartea dictatorului român (şi a soţiei sale) purcede romanul scurt pe care l-a scris Giancarlo Repetto, ca urmare a atenţiei sale faţă de realitatea românească pe care a avut posibilitatea să o experimenteze şi s-o cunoască în vremuri recente, prevalându-se de capacitatea sa rară de a fi profund sensibil la efortul adânc şi la aspiraţiile unui popor, în nodul crucial al unei perioade excepţionale din istoria sa. Pornind de departe, de la evenimentele din 1989, şi reconsiderându-le în lumina prezentului, autorul legitimează perspectiva bifocală pe care i-o atribuie personajului-ghid al romanului, fotoreporterul Bruno. În virtutea acestei perspective, timpul istoric, fără a-şi pierde autonomia şi identitatea, este apropiat şi redat în racursi, în succesiunea şi suprapunerea între trecut şi prezent, memorie şi actualitate, cu tot ceea ce comportă aceste polarităţi care, în mod reductiv, se pot cuprinde în cadenţa şi alternanţa dintre elanuri revoluţionare şi retrageri conservatoare, aşteptări şi deziluzii, speranţe şi dezamăgiri. Repetto merge pe urmele fotoreporterului Bruno, genovezul (mai mult de atât: din Sestri Ponente) care, cu cadrele aparatului său de fotografiat, aduce mărturia zilelor exaltante şi în aceeaşi măsură tragice de la încheierea dictaturii române şi care, în aceleaşi zile în care lumea pare să se destrame, trăieşte o poveste de dragoste scurtă şi intensă cu Ana, o tânără româncă rănită în confruntările din piaţă; acelaşi Bruno care, întorcându-se la

10 Bucureşti după douăzeci de ani, reuşeşte să-l contacteze pe fratele ei, de la care află că a avut o fiică de la Ana, Iulia, acum o tânără de douăzeci de ani. În acest dermers, autorul surprinde punctul de intersecţie dintre sentimentele unui popor şi emoţiile şi avânturile individuale, scoţând la lumină legăturile ascunse şi conexiunile structurale dintre dimensiunea epocală şi cea cotidiană. Dar, în acelaşi timp, el este capabil să realizeze, în limitele restrânse ale unui fir narativ încărcat de efecte de roman (şi prin aceasta captivante pentru lectură) şi organizat ca un scurtmetraj condensat şi sec, o dublă mişcare de tur-retur: temporală şi spaţială. Temporală întrucât din trecut ne mutăm în prezent, dar un prezent care, la rândul său, impune revenirea în trecut; spaţial pentru că, din Bucureştiul de sfârşit de anii 80, suntem conduşi în Genova (şi nu doar acolo), unde Bruno trăieşte şi unde devine ghid într-o călătorie entuziasmantă şi în acelaşi timp anevoioasă cu fiica sa cunoscută târziu, pentru ca, în final, să revenim în Bucureştiul de astăzi. În această circularitate în care cadrul istoric se împleteşte cu atenţia existenţială şi cu preocuparea etică şi în care accelerările istoriei convieţuiesc cu înregistrarea scurgerii cotidianului, evenimentul istoric de la început nu îşi întunecă nuanţele până la a deveni tenebros, ci devine punctul de referinţă de la care se depănează un discurs care devine tensiune de cunoaştere a două realităţi diferite, separate, incompatibile: Italia şi România; România văzută de un italian ca Bruno, Italia văzută de o româncă precum Iulia. În paralel, dedesubtul suprafeţei cu rol de documentar, se desfăşoară o amplă şi susţinută reflecţie asupra dificultăţilor de întâlnire şi comunicare care se percep în însufleţitul dialog conflictual dintre tată şi fiică. Aproape că distanţa lor 15 Bucureşti în alb şi negru

11 16 Giancarlo Repetto Bucarest in bianco e nero generaţională este proiectată la pătrat, ba chiar la cub, de latitudinea de separare atât geografică, cât şi culturală (unul este italian, cealaltă este româncă) şi, mai ales, de noutatea identităţii Iuliei, care de acum aparţine acelei generaţii de români care s-a născut odată cu sfârşitul dictaturii şi a crescut, aşadar, într-o condiţie diferită faţă de ceea ce cunoscuseră părinţii lor. În raporturile tată-fiică pluteşte o dimensiune de incomuni - cabilitate, a cărei esenţă este cu totul diferită de aceea, de nivel strict existenţial, care constituia acel rău obscur în faţa căruia capitulau numeroase personaje de roman sau de film din jurul anilor 60. Acum, incomunicabilitatea nu este de ordin psihologic şi nici nu se reduce la o claustrare solipsistică; cu totul alta este substanţa sa. Ea se întemeiază în mod clar şi hotărâtor pe imposibilitatea de a considera codul expresiv drept etalon comun, pe incompatibilitatea paradigmelor verbale folosite de figurile chemate în cauză, ca reflectare a unei separaţii radicale dintre experienţe care îşi află expresia într-o diferită calitate a limbajului. Acţiunea în care se angajează (în mod diferit) personajele este aceea de a suda această fractură. Este vorba, în definitiv, despre a atenua caracterul categoric, implacabil, al distincţiei binare ( albul şi negrul din titlul romanului), de a face să convieţuiască deschiderea modernităţii cu recunoaşterea şi relansarea valorilor consolidate; în sfârşit, este vorba despre a echilibra codurile de experienţă şi de comunicare, după cum sugerează acest roman, permiţând ca, la greutatea mărturiei şi a documentului, să se adauge sensul şi măsura raţiunii. Luigi Surdich

12 42 Giancarlo Repetto Bucarest in bianco e nero CAPITOLO 1 Decine e decine di foto in bianco e nero sono sparse sul letto, Bruno Vitali le sposta per guardarle meglio e scegliere quelle da esporre alla mostra che ci sarà a Dicembre in occasione dei vent anni della rivoluzione contro Ceausescu. In una c è una folla che avanza e tra le prime file si vedono civili e militari procedere insieme abbracciati, le loro mani alzano bandiere e cartelli contro il tiranno. In un altra si vede l elicottero che vola basso sul palazzo del governo con a bordo il dittatore in fuga. In questa c è un primo piano delle mani di un uomo che dà fuoco alla tessera del partito comunista. Ce n è una scattata il primo Gennaio1990 a mezzanotte in piazza Romana. In una il teleobiettivo ha colto l espressione dei visi di un gruppo di manifestanti, sui loro volti si vede lo stupore di una felicità sconosciuta da troppo tempo, una gioia fanciullesca e spontanea che accomuna gli occhi di facce così diverse, uomini di ogni età

13 43 CAPITOLUL 1 Bucureşti în alb şi negru Zeci şi zeci de fotografii în alb-negru sunt risipite pe pat, Bruno Vitali le mută ca să le privească mai bine şi să le aleagă pe cele care vor fi prezentate la expoziţia care o să se organizeze în decembrie, cu ocazia sărbătoririi a douăzeci de ani de la revoluţia împotriva lui Ceauşescu. Într-una este o mulţime care înaintează, iar printre primele rânduri se văd civili şi militari care merg îmbrăţişaţi, mâinile lor înalţă steaguri şi pancarte împotriva tiranului. Într-alta se vede elicopterul care zboară razant peste Palatul Guvernului, având la bord dictatorul care fuge. În asta este un prim-plan cu un om care îşi arde legitimaţia de membru în Partidul Comunist. Una dintre ele este făcută pe întâi ianuarie 1990, la miezul nopţii, în Piaţa Romană. Într-alta, teleobiectivul a surprins expresia de pe chipurile dintr-un grup de manifestanţi; pe feţele lor se observă stupoarea unei fericiri de prea mult timp străine, o bucurie copilărească şi spontană care alătură priviri de pe

14 44 Giancarlo Repetto Bucarest in bianco e nero coi capelli arruffati e le facce stropicciate che sorridono ubriachi di tanta libertà. Accanto ad una bandiera lacerata c è lei, c è Ana con i suoi capelli neri, il viso pallido e quegli intensi occhi scuri, così felici per quello che stava accadendo in quei giorni, come se dopo tanti anni di giornate sempre uguali la storia avesse deciso di ricordarsi dei paesi dell est. Bruno l aveva conosciuta pochi giorni dopo il suo arrivo a Bucarest mentre camminava con le sue Nikon a tracolla e nonostante gli occhi rossi per il sonno continuava a far scattare l otturatore con una voracità insaziabile dominato dall adrenalina che lo teneva in piedi nonostante la stanchezza e la paura. Soltanto lì aveva per la prima volta sperimentato davvero il sentimento della paura, più di una volta aveva rischiato di essere colpito da proiettili vaganti. Non era un reporter di guerra, finora aveva collaborato con riviste di viaggi, adesso un famoso settimanale italiano l aveva ingaggiato per avere immagini riguardo ciò che, dalla caduta del Muro di Berlino, stava accadendo nell Europa comunista. Era a Berlino il 4 Novembre quando un milione di berlinesi dell est erano sull Alexander Platz, il 9 Novembre aveva fotografato la gioia dei tedeschi che smantellavano il muro, era poi stato a Sofia dove aveva già abdicato il despota Zhivkov, a fine Novembre era a Praga dove il 17 erano insorti i primi moti popolari dopo la repressione sovietica del 68, a metà Dicembre era in Romania. Qualche giorno dopo girava per la capitale e stava fotografando la distruzione della Biblioteca Universitaria quando un reparto di soldati o

15 chipuri atât de diferite, bărbaţi de toate vârstele cu părul ciufulit şi feţele schimonosite, care zâmbesc îmbătaţi de atâta libertate. Lângă un steag găurit în mijloc se află ea, Ana, cu părul său negru, chipul palid şi ochii aceia întunecaţi şi intenşi, atât de fericiţi pentru ceea ce se întâmpla în zilele acelea, de parcă, după atâţia ani cu zile ce se scurgeau mereu la fel, istoria se hotărâse în sfârşit să-şi amintească de ţările din Est. Bruno o cunoscuse la câteva zile după sosirea lui la Bucureşti, în timp ce mergea cu aparatele sale Nikon atârnate oblic la gât şi, în ciuda ochilor roşii de nesomn, continua să declanşeze obturatorul cu nesaţ, stăpânit de adrenalina care îl ţinea în picioare, cu toată oboseala şi frica. Numai acolo încercase pentru prima dată, cu adevărat, sentimentul de frică, iar de mai multe ori riscase să fie lovit de gloanţe rătăcite. El nu era un reporter de război, până atunci colaborase cu reviste de călătorii, acum un renumit săptămânal italian îl angajase pentru a obţine imagini cu ceea ce se petrecea în Europa comunistă, de la căderea Zidului Berlinului. Era la Berlin pe 4 noiembrie, când un milion de locuitori din estul oraşului se adunaseră în Alexanderplatz, pe 9 noiembrie fotografiase bucuria germanilor care distrugeau zidul, fusese apoi la Sofia, unde abdicase despotul Jivkov, la sfârşitul lui noiembrie se afla la Praga, unde pe 17 se produseseră primele mişcări populare de după 68; la jumătatea lui decembrie era în România. Câteva zile mai târziu se învârtea prin oraş şi fotografia distrugerea Bibliotecii Naţionale Universitare, când un pluton de soldaţi sau de poliţişti a atacat un grup de tineri, 45 Bucureşti în alb şi negru

16 46 Giancarlo Repetto Bucarest in bianco e nero poliziotti attaccò un gruppo di giovani, probabilmente studenti, picchiandoli, ferendoli. Bruno soffriva davanti a quell assurda violenza, ma scattava, arrivavano intanto altri uomini armati. Alla fine dello scontro diverse persone rimasero a terra, alcune erano morte. Bruno si avvicinò e cercò di soccorrere come poteva questi ragazzi. Ajutor, ajutaţi-mă gridò qualcuno, I m coming, I m here rispose lui. Era una ragazza dal volto tumefatto ed insanguinato che aveva gridato aiuto. Bruno l aiutò ad alzarsi e sorreggendola al suo fianco s incamminarono per via Campineanu. Era così minuta e leggera che non faceva fatica a portarla, lei strascicava i piedi Mă simt rău, leşin biascicava lei, Non avere paura, non ti lascio. disse lui d istinto, senza pensare. Sei italiano? sussurrò lei, in realtà non era una domanda, ma l espressione del suo stupore, perché anche lei, come quasi tutti i rumeni durante il regime, non poteva uscire dalla nazione per viaggiare o vivere all estero e allo stesso tempo era quasi impossibile incontrare degli stranieri in Romania, persino a Bucarest. Si fermarono vedendo il portone socchiuso di un palazzo ed entrarono per mettersi al riparo da nuovi attacchi e riprendere fiato. Io sono Ana disse con la voce stanca studio lingue all università, e tu cosa fai qui?, faccio foto, è il mio lavoro, aiutami a raggiungere via Mântuleasa, lì abita la mia amica, lei può aiutarmi. Tornarono in strada e ripresero a camminare per quelle vie impolverate e surreali come quelle di ogni città dove domina la violenza. Dopo un tempo che sembrò infinito arrivarono a casa dell amica che li fece entrare

17 probabil studenţi, lovindu-i, rănindu-i. Bruno suferea în faţa acelei violenţe absurde, dar declanşa aparatul, iar între timp soseau alţi bărbaţi înarmaţi. La finalul conflictului, mai mulţi oameni au rămas pe jos, unii erau morţi. Bruno s-a apropiat şi a-ncercat să-i ajute cum putea pe aceşti copii. Ajutor, ajutaţi-mă, a strigat cineva. I m coming, I m here, a răspuns el. Era o fată cu faţa tumefiată şi însângerată, care strigase după ajutor. Bruno a ajutat-o să se ridice şi, susţinând-o de după umăr, au pornit-o pe strada Câmpineanu. Era aşa de mică şi de uşoară, că nu făcea niciun efort să o ducă. Ea îşi târa picioarele: Mă simt rău, sunt gata să leşin, şoptea ea cu greu. Non avere paura, non ti lascio, 1 a spus el instinctiv, fără să se gândească. Sei italiano? 2, a murmurat, dar în realitate nu era o-ntrebare, ci expresia uimirii, dat fiind că şi ea, ca aproape toţi românii în timpul regimului, nu putea să iasă din ţară ca să călătorească sau să trăiască în străinătate şi era aproape imposibil să întâlneşti străini în România, chiar şi la Bucureşti. S-au oprit, văzând că poarta de intrare într-un bloc era întredeschisă, şi au intrat să se adăpostească de noi atacuri şi să-şi recapete suflul. Eu sunt Ana, studiez limbi străine la Universitate. Tu ce faci aici? 47 Bucureşti în alb şi negru 1 Nu-ţi fie frică, nu te las [n.tr] 2 Eşti italian? [n.tr]

18 48 Giancarlo Repetto Bucarest in bianco e nero subito e si prese cura di Ana. Bruno si lasciò cadere su un vecchio sofà così com era con le due macchine fotografiche e la borsa degli obiettivi e delle pellicole al collo. Era stanco, con la barba di più giorni, i capelli impiastricciati di polvere, gli occhi che gli bruciavano, la bocca secca. Era sfinito, ma non di una sana stanchezza che un buon riposo può spazzare via. Allo stress di questi ultimi giorni nei quali aveva più volte rischiato la vita, alla fatica di queste ultime settimane trascorse da una nazione all altra respirando e assorbendo gli umori, le gioie e le paure delle persone che aveva intorno, a tutto questo si sommava una prostrazione antica e profonda che s era manifestata presto, fin da ragazzo quando viveva a Genova o meglio a Genova-Sestri ponente. Una città di mare senza vista mare, dove anzichè pescatori e turisti c erano operai, gli operai delle acciaierie dell Italsider e dei cantieri dell Ansaldo. Tutto quell acciaio doveva aver schiacciato l anima di chi ci viveva, soprattutto dei giovani che andavano a farsi di eroina a Villa Sciallero e a Villa Rossi, molti c erano morti negli anni 70, a Bruno era andata bene, era riuscito a scappare prima che fosse troppo tardi. Si addormentò. Sto camminando per una città sconosciuta, per le strade non c è nessuno, arrivo in una grande piazza ed è deserta, la attraverso ma senza sapere dove sto andando. Improvvisamente sento dei colpi d arma da fuoco, mi stanno sparando addosso, mi metto a urlare ma la voce non esce, sono muto, non riesco ad emettere un suono, ho paura, ho molta paura e allora mi metto a correre in mezzo ai proiettili

19 Fac fotografii, cu asta mă ocup. Ajută-mă să ajung pe Strada Mântuleasa, acolo locuieşte o prietenă de-a mea. Ea poate să mă ajute. S-au întors afară şi au pornit-o pe jos pe străzile acelea prăfuite şi suprarealiste, ca cele din toate oraşele pe care a pus stăpânire violenţa. După un timp care li s-a părut nesfârşit, au ajuns la casa prietenei, care le-a dat imediat drumul să intre şi s-a îngrijit de Ana. Bruno s-a lăsat să alunece pe o canapea veche aşa cum era, având la gât cele două aparate de fotografiat şi geanta cu obiective şi cu filme. Era obosit, avea barba nerasă de câteva zile, părul îmbâcsit de praf, ochii care ardeau, gura uscată. Era epuizat, dar nu de o oboseală sănătoasă pe care o odihnă zdravănă să o poată înlătura. La stresul ultimelor zile în care îşi riscase de mai multe ori viaţa, la oboseala acestor ultime săptămâni petrecute între o ţară şi alta, respirând şi inhalând stările, bucuriile şi temerile oamenilor din jurul său, la toate astea se adăuga o depresie străveche ce se manifetase devreme, încă de când era copil şi trăia la Genova, sau mai bine zis la Genova-Sestri de vest. Un oraş maritim unde nu se vedea marea, unde în loc de pescari şi turişti erau muncitori, cei de la oţelăriile Italsider şi de la şantierele Ansaldo. Tot oţelul acela trebuie să fi strivit sufletul celor care locuiau acolo, mai ales pe al tinerilor care mergeau să se drogheze cu heroină la Villa Sciallero şi la Villa Rossi. Mulţi dintre ei muriseră în anii 70, lui Bruno îi mersese bine, reuşise să scape de acolo înainte să fie prea târziu. A adormit. 49 Bucureşti în alb şi negru

20 50 Giancarlo Repetto Bucarest in bianco e nero che mi sfiorano, non vengo colpito e non vedo nessuno, ma dalle strade che confluiscono nella piazza stanno arrivando rigagnoli di sangue sempre più grandi, ora sembrano torrenti che stanno allagando la piazza, ho il sangue alle caviglie e non riesco a urlare. Si liberò dall incubo risvegliandosi di soprassalto. Non si rendeva conto di quanto avesse dormito, Ana e la sua amica stavano bevendo qualcosa di caldo, lo guardarono e gli sorrisero. Il sorriso deformava il viso tumefatto di Ana in una smorfia ridicola che ricordava quella di un clown. Sorrise anche Bruno e per la prima volta dopo molti giorni si sentì bene. Ora doveva rientrare all Intercontinental dove risiedevano i giornalisti di tutto il mondo e spedire gli ultimi rullini scattati. Le salutò dicendo che sarebbe tornato, Ana si sarebbe fermata almeno per qualche giorno lì da Elena, così si chiamava l amica. Bruno uscì in strada e riattraversò piazza Rosetti dove stazionavano i carri armati, passò lungo la fila dei tanks che sembravano mostri dalla pelle d acciaio, respirò il loro odore di metallo, olio e nafta e pensò che anche loro erano stanchi di guerra come i soldati che spuntavano dalle loro torrette erano stanchi di vedere la morte. Mentre cammina, la sua mente rivive l episodio che gli è accaduto poche ore prima, avverte che l incontro con quella ragazza ha lasciato il segno, preferirebbe non pensarla, ma non ci riesce e in realtà ha una gran voglia di rivederla. Nei pochi momenti in cui le è stato vicino ha provato una profonda attrazione ed una pace che solo il suo Mar

21 Merg printr-un oraş necunoscut, pe străzi nu e nimeni, ajung la o piaţă mare şi pustie, o traversez, dar fără să ştiu unde merg. Deodată aud împuşcături, trag asupra mea, încep să urlu, dar vocea nu se aude, sunt mut, nu reuşesc să scot niciun sunet, mi-e frică, foarte frică, şi atunci încep să fug printre gloanţele care trec pe lângă mine, nu sunt lovit şi nu văd pe nimeni, dar de pe străzile care intră în piaţă sosesc pârâuri de sânge tot mai mari, acum par că sunt torente care inundă piaţa, am sânge până la glezne şi nu reuşesc să urlu. S-a eliberat din coşmar, trezindu-se brusc. Nu-şi dădea seama cât dormise, Ana şi prietena ei beau ceva cald, l-au privit şi i-au zâmbit. Zâmbetul deforma chipul tumefiat al Anei, într-o strâmbătură ridicolă care amintea de cea a unui clovn. A zâmbit şi Bruno şi, pentru prima dată după multe zile, s-a simţit bine. Acum trebuia să se-ntoarcă la Intercontinental, unde erau cazaţi ziariştii din toată lumea, ca să expedieze ultimele filme cu cadre. A salutat-o, zicând că se va întoarce, Ana avea să rămână cel puţin câteva zile acolo, la Elena, aşa o chema pe prietenă. Bruno a ieşit şi a traversat din nou Piaţa Rosetti, unde erau oprite tancurile, a trecut de-a lungul şirului de maşini de război care păreau monştri cu pielea de oţel, a inspirat mirosul lor de metal, ulei şi păcură şi s-a gândit că şi ele erau sătule de atâta luptă, după cum soldaţii care se iveau din turelele lor erau sătui să vadă moartea. În timp ce merge, retrăieşte în minte episodul care s-a petrecut cu câteva ore în urmă, simte că întâlnirea cu fata aceea a lăsat un semn, ar prefera să nu se gândească la ea, dar nu reuşeşte şi, de fapt, ar vrea tare mult să o revadă. 51 Bucureşti în alb şi negru

22 52 Giancarlo Repetto Bucarest in bianco e nero Ligure con i suoi colori, i suoi profumi, il rumore delle sue onde, riesce a trasmettergli. Per un momento sembra dimenticare tutto ciò che lo circonda, poi la stupida, ma ferrea logica degli spari manda in frantumi i suoi pensieri e scardina dalla sua mente il volto di Ana.

23 În puţinele momente în care i-a fost alături a simţit o atracţie profundă şi o linişte pe care doar Marea sa Ligurică, cu culorile şi miresmele ei, cu zgomotul valurilor sale, reuşeşte să i le transmită. Pentru o clipă îi pare că uită tot ceea ce-l înconjoară, dar apoi stupida şi implacabila lege a împuşcăturilor face să-i explodeze gândurile şi smulge din mintea lui chipul Anei. 53 Bucureşti în alb şi negru

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