CENSIMENTO DELLE POPOLAZIONI DI CHIROTTERI NELLE GROTTE PUGLIESI E VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI E GRADO DI VULNERABILITA

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1 POR PUGLIA MISURA 1.6 AMPLIAMENTO DEL CATASTO DELLE GROTTE E DELLE AREE CARSICHE CENSIMENTO DELLE POPOLAZIONI DI E VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI E GRADO DI VULNERABILITA RELAZIONE FINALE A cura del Dipartimento di ZOOLOGIA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BARI

2 PREMESSA La presente relazione rappresenta il prodotto finale previsto dalla convenzione tra la federazione Speleologica Pugliese e il Dipartimento di Zoologia dell Università degli studi di Bari, avente la finalità di censire le popolazioni di Chirotteri esistenti nelle grotte pugliesi e valutarne le condizioni e la vulnerabilità, nell ambito del progetto Ampliamento del catasto delle grotte e delle aree carsiche (POR Puglia Misura 1.6). In particolare, la convezione richiedeva al Dipartimento di Zoologia di censire le popolazioni di Chirotteri di 80 cavità del territorio regionale selezionate dalla Federazione Speleologica Pugliese tra quelle inserite nel Catasto Regionale, sulla base di qualche evidenza di presenza di pipistrelli, utilizzando moderne tecniche poco invasive. Nel presente documento si riportano i risultati dell indagine, insieme ad alcune elaborazioni e considerazioni generali sulla consistenza delle popolazioni e sulle misure per la loro conservazione. 2

3 METODOLOGIA D INDAGINE Fase 1: raccolta di evidenze pregresse Nella fase iniziale del progetto si sono raccolte le evidenze di presenza di Chirotteri all interno di cavità pugliesi utilizzando diverse fonti di dati, come segue: 1. Informazioni bibliografiche 2. Informazioni da collezioni museali 3. Informazioni pregresse del gruppo di lavoro del Museo del Dipartimento di Zoologia dell Università di Bari 4. Informazioni provenienti dalle associazioni speleologiche operanti sul territorio pugliese, coinvolte nel progetto di ampliamento del Catasto regionale. 1. Informazioni bibliografiche La bibliografia sui Chirotteri pugliesi è alquanto lacunosa. Si tratta per lo più di contributi derivanti da esplorazioni episodiche, quindi non sistematiche, in cui gli studiosi si limitavano a esplorare un area e raccogliere alcuni esemplari da classificare, senza valutare la consistenza, la struttura di popolazione e il ciclo biologico degli animali. Tale base di dati è comunque risultata di una certa utilità per redigere una check-list preliminare delle specie e delle cavità popolate. Le principali pubblicazioni consultate sono riportate nella sezione Bibliografia del presente documento. 2. Informazioni da collezioni museali Esemplari di Chirotteri pugliesi sono presenti in diverse collezioni italiane. Le principali prospettate sono state le seguenti: Museo Civico di Storia Naturale Venezia Museo di Storia Naturale dell Università Firenze Museo Zoologico dell Università degli studi Federico II di Napoli Museo del Dipartimento di Zoologia dell Università degli studi di Bari Museo Provinciale di Storia naturale di Foggia 3. Informazioni pregresse del gruppo di lavoro del Museo del Dipartimento di Zoologia Presso il Dipartimento di Zoologia opera da circa 10 anni un gruppo di lavoro che si occupa di chirotterofauna, regolarmente autorizzato dal Ministero dell Ambiente per effettuare catture a scopo scientifico in deroga alle disposizioni vigenti. Nel corso delle attività il gruppo ha raccolto numerosi dati sulla presenza di Chirotteri in Puglia, che indicano l esistenza di almeno 130 cavità naturali e artificiali frequentate da pipistrelli. Tali dati sono stati utilizzati per la realizzazione della 3

4 check-list preliminare e l individuazione delle cavità censite dal Catasto sui cui approfondire le ricerche nell ambito del presente progetto. 4. Informazioni provenienti dalle associazioni speleologiche operanti sul territorio pugliese, coinvolte nel progetto di ampliamento del Catasto regionale. Le conoscenze faunistiche sulle cavità da parte dei gruppi operanti in ambito locale sono estremamente importanti, perché consentono di svolgere ricerche mirate sulle cavità senza ulteriore dispersione di forze. Allo scopo di favorire la collaborazione dei gruppi è stata ideata una scheda illustrata che permettesse con una certa facilità di individuare il genere e/o la specie dei Chirotteri di cui si è rilevata la presenza in grotta (Fig.1). I dati raccolti hanno consentito di definire una check-list delle specie pugliesi e delle cavità in cui si è riscontrata la loro presenza, in modo da procedere con le prospezioni relative all abbondanza e alla valutazione di alcuni parametri ecologici e conservazionistici. Fase 2: Valutazione di parametri popolazionistici e conservazionistici in cavità selezionate. I dati raccolti nella Fase 1 hanno consentito di individuare, di concerto con la Federazione Speleologica Pugliese, 80 cavità in cui concentrare le ricerche. Tali ricerche si sono articolate in tre attività: 1. Identificazione delle specie 2. Stima della composizione e abbondanza delle colonie 3. Stima di parametri ecologici e conservazionistici 1. Identificazione delle specie L identificazione a vista delle specie il più delle volte è problematica, per cui si è proceduto alla cattura temporanea attraverso l'utilizzo di retini telescopici e di mistnet posizionate all'ingresso delle cavità. Gli animali sono stati liberati subito dopo la raccolta dei dati. In alcuni casi, laddove si era sicuri della presenza di determinate specie da altre evidenze, si è evitata la cattura utilizzando un bat-detector per il riconoscimento delle emissioni sonore. Su ogni esemplare catturato si sono raccolti i seguenti parametri: lunghezza totale (testa-coda) (LT), lunghezza avambraccio (LA), lunghezza terzo e quinto dito (LD3 e LD5), lunghezza primo dito (pollice) (LD1), lunghezza unghia primo dito (LU), lunghezza ala (LA), lunghezza coda (LC), lunghezza piede (LP), lunghezza orecchio 4

5 (LO), lunghezza trago (LR) e peso (g). Si è determinato, inoltre, il sesso e si è stimata l età tramite l osservazione in controluce del grado di chiusura delle cartilagini epifisarie alla giuntura metacarpale-falange del IV dito (Stebbings, 1988; Kunz, 1988). La tecnica permette di valutare se un individuo è allo stato giovanile, subadulto o adulto. Altre fonti di evidenza sono state i resti degli animali in grotta, in particolare la presenza di guano (che si è valutata quantitativamente utilizzando i termini: nulla, tracce, poco, molto) e i crani. Sui crani si sono prese le seguenti misure: lunghezza totale (SL), lunghezza condilobasale (CBL), lunghezza occipitonasale (ONL), larghezza anteriore del rostro (C'-C1), larghezza zigomatica (ZW), larghezza interorbitale (IOW), altezza det cranio (SH), lunghezza file dentaria superiore (C'-M3), lunghezza mandibola (ML), altezza processo coronoideo (PCH), lunghezza fila dentaria inferiore (Ci-Ma). Per l'identificazione delle specie si sono utilizzate le chiavi analitiche di Lanza (1959) e Schober & Grimmberger (1997). Per i materiali attribuibili alle specie criptiche Myotis myotis e M. blythii si è proceduto a una diagnosi specifica su base biometrica, secondo quanto indicato da Ariettaz (1995) e Arlettaz et al. (1997). Quale indicazione indiretta della presenza di Chirotteri si è utilizzata anche la presenza dei loro escrementi, il guano, che si è riportata quantitativamente utilizzando le categorie M = molto, N = assente, P = poco, T = tracce. 2. Stima della composizione e abbondanza delle colonie. La definizione della consistenza delle specie presenti pone diversi problemi metodologici a causa della difficoltà di accesso ai siti di riposo/nursery, della difficile separazione delle specie senza cattura dei singoli animali e del grado di aggregazione mostrato dagli stessi. Nei siti di riposo di facile accesso e in presenza di colonie di modesta entità si è proceduto al conteggio diretto, mentre nei siti di difficile accesso e/o in presenza di colonie cospicue si sono utilizzati vari metodi: 1. Raggruppamenti monospecifici: ripresa filmata con telecamera a infrarossi dei singoli cluster di individui e successiva stima del numero di animali. 2. Raggruppamenti plurispecifici; stima diretta del numero totale di animali presenti e successiva estrapolazione dell'abbondanza delle singole specie rilevate attraverso le frequenza di cattura. Per comodità di classificazione le stime di abbondanza sono state ripartite nelle seguenti classi: A: meno di 10 individui; B: tra 10 e 20 individui; C: tra 21 e 50 individui; D: tra 51 e 100 individui; E: più di 100 individui. 5

6 3. Stima di parametri ecologici e conservazionistici Per ogni cavità si è stimato, laddove possibile, il periodo di occupazione e il suo utilizzo in rapporto al ciclo biologico. Una cavità può essere usata dai Chirotteri per tre motivi fondamentali, ossia l ibernazione, la riproduzione e il riposo diurno, per cui i posatoi o roosts possono essere suddivisi in 1) roost invernale, utilizzato nei mesi più freddi (novembre-febbraio); 2) roost riproduttivo, utilizzato in epoca riproduttiva dalle femmine (marzo-maggio) e 3) roost estivo, per il riposo diurno da giugno a ottobre. Tali valutazioni non sono sempre state possibili perché avrebbero richiesto visite ripetute a ciascuna cavità; inoltre, è preferibile non penetrare nelle cavità in periodo d ibernazione o riproduzione: nel primo caso si sarebbe rischiato di risvegliare bruscamente gli animali e farli fuggire, con consumo d energia non rimpiazzabile a causa della carenza invernale d insetti, nel secondo si sarebbe provocata la fuga delle madri con abbandono o caduta dei piccoli. Alcune cavità a cielo aperto, come doline e puli, possono ospitare una ricca entomofauna e costituire importanti aree trofiche per i Chirotteri. In conclusione, l utilizzo è stato schematizzato secondo le quattro categorie: E = rifugio estivo, I = rifugio invernale, R = sito riproduttivo e T = area trofica. Un altra valutazione è stata fatta riguardo alla presenza dell uomo e ai disturbi da esso provocati, che spesso espongono le colonie a rischio di abbandono definitivo della cavità o anche a morte degli animali a causa di inquinamenti o chiusure inappropriate delle cavità (talora fatte volutamente per eliminare questi animali, ritenuti nocivi). Per tale motivo si è prestata attenzione alle condizioni di accessibilità del sito da parte dell'uomo e al rilevamento diretto di segni di presenza umana quali rifiuti, resti di falò, materiali depositati, ecc. Le fonti di disturbo sono state categorizzate come segue: 1=assenza di disturbo; 2=inquinamenti solidi (rifiuti ecc.); 3=inquinamenti liquidi; 4 = altri disturbi, quali inquinamento sonoro, da evapotraspirazione umana, chiusure inappropriate ecc. Nelle operazioni di studio si è evitato il più possibile il disturbo agli animali, secondo le indicazioni fornite da Agnelli et al. (2004). Le azioni di studio sono state preventivamente autorizzate dal Ministero dell Ambiente sentito il parere dell Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) 6

7 Figura 1. Tavola illustrata per il riconoscimento dei Chirotteri pugliesi fornito ai collaboratori del Progetto dell ampliamento del Catasto. 7

8 RISULTATI L elenco delle cavità prospettate e della chirotterofauna rinvenuta è in Appendice. 1. Evidenze pregresse Sono state raccolte 241 segnalazioni, di cui 187 inequivocabili. Sulla base di queste in Puglia sono segnalate 18 specie (Tab. 1). Specie (nome comune, nome scientifico) Berna Bonn Habitat IUCN Ferro di cavallo maggiore, Rhinolophus ferrumequinum 2 2 2,4 LR:nt Ferro di cavallo minore, Rhinolophus hipposideros 2 2 2,4 VU:A2c Ferro di cavallo Euriale, Rhinolophus euryale 2 2 2,4 VU:A2c Ferro di cavallo di Mehély, Rhinolophus mehely 2 2 2,4 VU:A2c Serotino comune, Epseticus serotinus LR:lc Pipistrello di Savi, Hypsugo savii LR:lc Miniottero, Miniopterus schreibersi 2 2 2,4 LR:nt Vespertilio di Capaccini, Myotis capaccini 2 2 2,4 VU:A2c Vespertilio di Daubenton, Myotis daubentoni LR:lc Vespertilio smarginato, Myotis emarginatus 2 2 2,4 VU:A2c Vespertilio maggiore/minore, Myotis myotis/blythii ,4 LR:nt/lc Nottola di Leisler, Nyctalus leisleri LR:nt Nottola comune, Nyctalus noctula VU:A2c Pipistrello albolimbato, Pipistrellus kuhlii LR:lc Pipistrello nano/pigmeo, Pipistrellus LR:lc/DD pipistrellus/pygmaeus 1 Orecchione bruno/grigio, Plecotus auritus/austriacus LR:lc Molosso di Cestoni, Tadarida teniotis LR:lc Tabella 1. Check-list, status legale (Convenzione di Berna, Convenzione di Bonn, Direttiva Habitat) e minaccia (IUCN) delle singole specie di Chirotteri. Legenda: Berna 2: Allegato 2 della Convenzione di Berna; Bonn 2: Allegato 2 della Convenzione di Bonn; Habitat 2: Allegato 2 della Direttiva Habitat; Habitat 4: Allegato 4 della Direttiva Habitat; IUCN: LR=Low Risk (Basso Rischio); Vu= Vulnerable (Vulnerabile); DD= Data Deficient (Dati mancanti); nt=near threatened (quasi a rischio); lc=least concern (a scarso rischio); A2c= Riduzione della popolazione del 30% in 10 anni o in tre generazioni, dovuta a declino dell area di occupazione, estensione di occorrenza o qualità dell habitat. 1 La validità delle due specie è stata riconosciuta di recente e dati raccolti in passato non le distinguevano, per cui qui si trattano come una sola entità 8

9 Rimane ancora incerta la presenza di una o entrambe le specie Pipistrellus pipistrellus e P. pygmaeus così come di Plecotus austriacus e P. auritus. Settantaquattro segnalazioni (39,8%) sono antecedenti al 1980 (dal 1836 al 1979) e 113 (60,2%) sono successive. Cinque specie (R. ferrumequinum, R. hipposideros, P. kuhli, H. savii, e M. schreibersi) rappresentano il 60% delle segnalazioni. Due specie, Rhinolophus mehelyi e Myotis daubentoni, non presentano segnalazioni dopo il 1980, mentre una sola specie, Myotis emarginatus, è stata segnalata dopo il Da un punto di vista biogeografico, il 40% delle specie ha corologia euroasiatica, il 28% europea, il 17% mediterranea, il 6% etiopico-mediterranea e il 6% subcosmopolita. La distribuzione altitudinale delle osservazioni, con oltre l 80% di esse comprese tra m, evidenzia la natura prettamente collinare della regione Puglia. 2. Distribuzione geografica delle cavità In Fig. 2 è riportata la ripartizione delle cavità censite per provincia amministrativa. La maggior percentuale di esse è localizzata nelle provincia di Foggia (40%) e Bari (29%), considerando che dalla seconda si sono enucleate 9 cavità che attualmente ricadono amministrativamente nella neonata Provincia di Barletta-Andria-Trani. Tale quadro sottolinea l importanza per la chirotterofauna troglofila dei sistemi carsici del Gargano e delle Murge, anche se la quantità delle cavità frequentate nelle restanti province è sicuramente una sottostima delle condizioni reali. Come si vedrà in seguito, in tali province si trovano alcune delle cavità più importanti per i Chirotteri dell intera Regione. Figura 2. Ripartizione delle cavità censite per provincia amministrativa. BA=Provincia di Bari; BAT = Provincia di Barletta-Andria-Trani; BR = Provincia di Brindisi; FG = Provincia di Foggia; LE = Provincia di Lecce; TA = Provincia di Taranto. 9

10 3. Identificazione delle specie In 79 cavità si è rilevata la presenza di Chirotteri. In 28 cavità non è stato possibile procedere all identificazione delle specie in quanto non è stato possibile effettuare catture. Nelle restanti 51 cavità si sono potuti identificare gli esemplari, per un totale di 95 casi e 11 specie certe, pari al 60% circa delle specie note per la Puglia. La Fig. 3 riporta la distribuzione delle segnalazioni per specie. Si osserva una predominanza netta dei Rinolofidi (59% circa del totale), tra cui il più frequente è Rhinolophus ferrumequinum. Tra i Vespertilionidi sono più comuni Miniopterus schreibersi e le due specie di Myotis, M. myotis e M. blythii, mentre episodica si può considerare la presenza di altre specie di Myotis, del genere Pipistrellus e del genere Plecotus, così come dell unico Molosside, Tadarida teniotis, segnalato solo in un area trofica. Del tutto assenti sono risultate le specie che selezionano prevalentemente habitat forestali, come le specie del genere Nyctalus o quelli per lo più antropofili, come Hypsugo e Eptesicus. Nel complesso, il quadro delle segnalazioni può essere considerato come una rappresentazione abbastanza fedele delle comunità di pipistrelli troglofili che popolano la Puglia. Figura 3. Numero di segnalazioni per ciascuna specie. 10

11 4. Composizione e abbondanza delle colonie In Fig. 4 è riassunta la composizione delle colonie osservate nelle cavità censite. In 28 cavità l impossibilità di effettuare catture non ha reso possibile l identificazione sicura. Per quanto riguarda le restanti 51 cavità, in 31 casi (60% circa) le colonie sono risultate monospecifiche, in 11 casi (22% circa) si sono riscontrate due specie e nelle restanti tre o più specie, fino a un massimo di 8 nel Pulo di San Leonardo (PU 295), dove per altro il termine colonia è improprio perché si tratta di un area trofica utilizzata da molte specie che trovano rifugio nella vicina Tufara di Santa Lucia, sistema di cavità artificiali e in quanto tale non censito. Figura 4. Numero di specie per colonia. nd: non determinato. In Fig. 5 è riassunta la distribuzione delle stime numeriche per colonia. Nella maggior parte dei casi (83% circa) si è riscontrato un numero basso o medio di esemplari; d altra parte, come già rilevato, stime più accurate avrebbero richiesto ripetute visite alla cavità in periodi delicati del ciclo biologico quali l ibernazione e la riproduzione con possibile disturbo alla colonia. Spicca, per altro, il numero di cavità in cui si sono rilevati più di 50 esemplari (14%). La maggior parte di esse rientra nel comprensorio garganico, come la Grava di Campolato (PU 276) e il complesso Scaloria- Occhiopinto (PU ), importanti siti per le specie di Myotis o le grotte degli Spiripingoli (PU 2155) e del Trabucco (PU 2156), dove si trovano colonie miste di Rhinolophus ferrumequinum e Miniopterus schreibersi. Il già menzionato Pulo di San 11

12 Leonardo (PU 295) è stato inserito perché è un importante area trofica per le colonie della vicina Tufara di Santa Lucia, nella quale sono stati censiti oltre 6000 individui di otto specie diverse, il che la rende la più importante dell intera Europa per diversità e abbondanza. In Provincia di Bari è da segnalare la Grave della Masseria Previticelli (PU 434), con una colonia mista di Myotis myotis e Myotis blythii, mentre in agro di Martina Franca è rilevante la Grotta delle Nove Casedde (PU 394), con quattro specie segnalate, tra cui una ricca colonia di Miniopterus schreibersi. Per la stessa specie, infine, è di grande rilievo la Grotta della Monaca (PU 152) in agro di Otranto, dove la stima di individui si aggira intorno a Anche in questo caso, il dato colloca la cavità tra le prime d Europa per abbondanza di individui. Figura 5. Numero di individui per colonia. A: meno di 10 individui; B: tra 10 e 20 individui; C: tra 21 e 50 individui; D: tra 51 e 100 individui; E: più di 100 individui. 5. Presenza di guano In Fig. 6 è riasunta la presenza di guano nelle cavità prospettate. In più della metà dei casi non si sono trovate tracce, mentre piccole quantità sono state rilevate nel 45% dei casi e una presenza cospicua si è registrata solo in tre casi, ovvero nel complesso Scaloria-Occhiopinto (PU ), nella Grotta degli Spiripingoli (PU 2155) e nella Grave della Masseria Previticelli (PU 434), dove sono segnalate colonie consistenti. In nessun caso si è rilevata presenza di guano ma assenza di individui, mentre il più delle volte si è verificato il contrario. I motivi possono essere 12

13 diversi, tra cui la recente colonizzazione della cavità o l azione di acque percolanti che rimuovono gli escrementi. In definitiva, tale parametro non si è dimostrato un buon indicatore della presenza di individui. Figura 6. Presenza di guano nelle cavità. M = molto, N = assente, P = poco, T = tracce. 6. Utilizzo stagionale Per 36 cavità è stato possibile effettuare più di una visita nell arco del ciclo annuale in modo da stabilire l utilizzo da parte dei Chirotteri. La classificazione secondo quattro categorie (roost estivo, roost invernale, nursery, area trofica) ha presentato delle difficoltà poiché in sedici casi il sito era utilizzato per più scopi e in modo differenziale da specie diverse. Ad esempio, la Grotta di Cristo (PU 18) a Cassano delle Murge è utilizzata come roost estivo da Myotis myotis e Myotis blythii e come roost invernale da Rhinolophus ferrumequinum e Rhinolophus hipposideros. Nei restanti casi comunque le cavità erano utilizzate per un solo scopo. Gli utilizzi sono schematizzati in Fig. 7. Nel 46% dei casi si è rilevato un utilizzo come roost estivo, mentre nel 31% dei casi si sono trovati animali ibernanti, segno di utilizzo come roost invernale. Femmine con piccoli e/o giovani si sono riscontrati nel 16% dei casi, nei quali le cavità erano utilizzate anche come roosts invernali ed estivi. Tra questi, sono da segnalare per il Gargano le già citate Complesso Scaloria-Occhiopinto (PU ) e la Grava di Campolato (PU 276), per il barese le Grotte di Castellana (PU 8) e la Grotta di Cristo (PU 18), per il tarantino le grotte di Nove Casedde (PU 394) e di 13

14 Riggio (861) e per il Salento la Grotta della Monaca (PU 152), importante sito riproduttivo per Miniopterus schreibersi. Quattro siti si sono rivelati importanti aree trofiche: si tratta della Dolina Pozzatina (PU 306) e dei tre Puli di Altamura (PU 25), Molfetta (PU 27) e San Leonardo (PU 395). Nel caso del Pulo di Altamura, vi sono anche delle cavità utilizzate come roosts estivi (PU 415 e 416) e, presumibilmente, anche invernali. Figura 7. Utilizzo stagionale delle cavità. E = rifugio estivo, I = rifugio invernale, R = sito riproduttivo, T = area trofica. 7. Fattori di disturbo La Fig. 8 riassume la ripartizione dei fattori di disturbo alla chirotterofauna riscontrati nelle cavità esaminate. Com era d aspettarsi, molte cavità sono relativamente indisturbate (44%). Ciò giustifica il loro utilizzo da parte dei Chirotteri, che sono animali molto sensibili alle interferenze antropiche, le quali conducono inevitabilmente al declino della colonia e all abbandono della cavità. Il disturbo antropico è probabilmente alla base della mancanza di Chirotteri nella Grotta della Difesa (PU 2036), in agro di San Marco in Lamis, la quale nonostante presenti condizioni idonee all utilizzo da parte dei Chirotteri ne è priva poiché di facile accesso da parte di visitatori occasionali, che ne hanno anche asportato la maggior parte dei 14

15 pregevoli speleotemi. L accesso incontrollato di visitatori umani, categorizzato nella voce 4 di questo studio, è causa di molteplici disturbi ai Chirotteri, tra cui ricordiamo: 1. Abbandono di rifiuti; 2. Inquinamento luminoso da lampade fisse e flash fotografici; 3. Inquinamento acustico; 4. Inquinamento da evapotraspirazione; 5. Inquinamento da idrocarburi gassosi, prodotti dagli scarichi dei motori dei natanti nel caso delle grotte marine. Questo è particolarmente intenso nella cavità interessate da flussi turistici, come le Grotte di Castellana (PU 8), la Grotta Campana (PU 209) e, prossimamente, la Grotta di Montenero (PU 201). Un altra forma di disturbo d origine umana è la chiusura totale della cavità, che impedisce il passaggio dei Chirotteri e che purtroppo spesso è fatta proprio con tale scopo, per evitare la presenza di questi animali ancor oggi oggetto di assurdi pregiudizi. Nel 23% dei casi si è rilevato inquinamento da liquidi, particolarmente dannoso nel caso in cui si tratti di reflui di origine agricola, che di solito contengono disciolti fertilizzanti e biocidi che possono alterare drammaticamente le condizioni ecologiche della cavità. Ridotto è risultato l inquinamento da solidi, il che non rappresenta certo un quadro realistico della situazione delle cavità pugliesi che troppo spesso sono usate come discariche abusive di ogni tipo di rifiuto, da quelli ospedalieri a quelli da macello fino alle carcasse d auto, con conseguenze immaginabili per la fauna. Anche per molte cavità relativamente indisturbate la situazione potrebbe cambiare drammaticamente, in quanto spesso esse sorgono su terreni privati, per cui la loro sopravvivenza dipende solo dalla sensibilità del proprietario, il quale potrebbe cambiare atteggiamento in futuro ed eliminare siti di elevato pregio geologico e faunistico Figura 8. Fattori di disturbo rilevati nelle cavità studiate. 1=nessun disturbo; 2=inquinamento da liquidi; 3=inquinamento da solidi; 4=altri disturbi. 15

16 CONCLUSIONI Il presente studio ha confermato l elevato pregio del sistema delle cavità pugliesi e la sua importanza nella tutela della chirotterofauna. Le 80 cavità prospettate non sono che una parte di tutte quelle frequentate da Chirotteri, di cui attualmente ne sono note circa 130, numero destinato sicuramente a salire con l incremento delle esplorazioni; si ritiene, comunque, che le cavità studiate siano abbastanza rappresentative della situazione della chirotterofauna troglofila regionale, per cui la loro tutela darebbe un notevole contributo alla salvaguardia di questi Mammiferi. Bisogna purtroppo rilevare che la conservazione di questo patrimonio è ancora lontano dal realizzarsi completamente. Alcune misure immediate potrebbero attenuare i disturbi, come ad esempio la regolamentazione degli accessi umani alle cavità attraverso la chiusura con dispositivi, quali le grate, che permettano comunque i movimenti dei Chirotteri. L ingresso andrebbe limitato al periodo tardo primaverileautunnale, lontano cioè dai periodi di ibernazione e riproduzione. In caso di utilizzo turistico, sarebbe opportuno limitare l accesso dei turisti a piccoli gruppi, lasciando adeguati periodi d intervallo tra l ingresso di un gruppo e l altro. L accesso alle grotte marine andrebbe fatto con piccoli natanti contenenti poche persone e azionati a remi, piuttosto che con barconi a motore stipati di gente, come purtroppo accade attualmente sulle coste del Gargano. L illuminazione andrebbe fatta con luce fredda, lasciando al buio le aree utilizzate come posatoi. Intorno all ingresso della cavità sarebbe opportuno realizzare una zona a disturbo limitato, evitando ad esempio l avvicinamento di grandi gruppi di persone, veicoli, macchine agricole nel caso di aree coltivate, motobarche nel caso delle grotte marine. Maggiori controlli attenuerebbero la piaga dello scarico abusivo di rifiuti. Sarebbe opportuno, infine, avere la certezza della futura sopravvivenza dei siti attraverso la gestione della proprietà da parte della pubblica amministrazione, piuttosto che da privati. A queste misure è necessario affiancare monitoraggi periodici della fauna da parte di personale autorizzato, in modo da controllare l efficacia dell azione di conservazione. Bari, addì 28 febbraio 2006 Dr Giovanni Scillitani Il Direttore del Dipartimento di Zoologia Prof Angelo Tursi 16

17 BIBLIOGRAFIA Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Scaravelli D. & Genovesi P. (curatori), Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri: indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli. Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio, Ist. Naz. per la Fauna Selvatica "Alessandro Chigi" - Quaderni di Conservazione - n 19, Roma. Ariani A.P., Rinvenimento di Rhinolophus mehelyi (Matsche, 1901) nella Penisola Salentina (Mammalia, Chiroptera). Annu. Ist. Mus: Zool. Univ. Napoli, 19: 37. Arlettaz R., Ecology of the Sibling Mouse-Eared Bats (Myotis myotis and Myotis blythii): zoogeography, niche, competition and foranging. Horus, Martigny. Arlettaz R., Ruedi M., Ibanez C., Palmerim J., Hausser J., A new perspective on the zoogeography of the sibling mouse-eared bat species Myotis myotis and Myotis blythii: morphological, genetical and ecological evidence. J. Zoology, 242: Bux M., Russo D. e Scillitani G La chirotterofauna della Puglia. Hystrix, It. J. Mamm. (n. s.) supp.: 150. Costa G., Fauna Salentina. Tipografia editrice salentina, Lecce. Fornasari L., Bani L., De Carli E., Gori E., Farina F., Violani C. & Zava B., Dati sulla distribuzione geografica e ambientale di Chirotteri nell'italia continentale e peninsulare. Atti I Conv. Ital. sui Chirotteri (19 99): Fornasari L., Violani C. & Zava B., Chirotteri italiani. L EPOS, Palermo. Gulino G. & Dal Piaz G., I chirotteri italiani. Elenco delle specie con annotazioni sulla loro distribuzione geografica e frequenza nella penisola. Boll. Mus. Zool. Anat. Comp. R. Univ., Torino 47 (ser.3), 91: Kunz T.H Ecological and behavioral methods for the study of bats. Smithsonian Istitution Press, Washington D.C., London. Lanza B. & Finotello P.L., Biogeografia dei Chirotteri italiani. Boll. Mus. Reg. Sci. Nat. Torino, 3(2): Lanza B., Chiroptera. Pp in: A. Toschi & B. Lanza. Fauna d Italia. 4. Mammalia 1. Calderini, Bologna. Marsico A., Contributo alla conoscenza della chirotterofauna pugliese. Dati 17

18 biogeografici, fenologici e morfologici. Tesi di laurea in Zoologia dei Vertebrati, Corso di laurea in Scienze Naturali, Univ. di Bari. Monticelli F.S., I Chirotteri del Mezzogiorno d'italia. Atti Soc. Ital. Sci. Nat., Milano 28 (3-4): Mucedda M., Vadacca M. & Ciccarese N Osservazioni sui Chirotteri di alcune grotte costiere del Salento sud-orientale (Lecce). Thalassia Salentina 26: Parenzan P., Speleobiologia delle Murge. Boll. Zool. 22 (2): Parenzan P., La Grotta Nove Casedde in provincia di Taranto. Boll. Soc. Natur. Napoli, 65: Parenzan P., Speleologia pugliese. Comune di Taranto Editore, Taranto. Parenzan P., Animalia Speluncarum Italiae. Congedo Editore, Galatina. Pasa A., Alcuni caratteri della mammalofauna pugliese. Mem. Biogeogr. Adriatica, 2: Racey P.A., The Conservation of Bats in Europe. BATS Vol 10, n 4: 4-10 Ruffo S., Le attuali conoscenze sulla fauna cavernicola delle regione pugliese. Mem. Biogeogr. Adriatica, 3: Russo D. & Jones G The two cryptic species of Pipistrellus pipistrellus (Chiroptera: Vespertilionidae) occur in Italy: evidence from echolocation and social calls. Mammalia 64: Russo D. & Mancini M., I chirotteri troglofili del Molise e del Matese campano. In: Dondini G., Papalini O. & Vergari, S. (eds.). Atti I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell'Azzara (Grosseto), marzo 1998: Russo D. & Picariello O., 1997 Ibernazione ed uso stagionale di una cavità artificiale in una comunità di Chirotteri della Campania. Abstract 58 Congresso Nazionale Unione Zoologica Italiana, settembre 1997: 42. Russo D. & Picariello O., Chirotteri della Campania: osservazioni faunistiche ed ecologiche. Atti Soc. IT. Sci. Nat. Museo civ. Stor. Nat. Milano, 139/1998 (II): Scaravelli D. & Bertozzi M., Nota sui Chirotteri e micromammiferi delle gravine materane. Abstract III Conv. Ital. di Teriologia. 18

19 Scaravelli D., Rizzi V., Dembech A. & Cagnano C., Primi dati su colonie di Chirotteri troglofili del Gargano. Abstract 1 Conv egno Italiano sui Chirotteri, Castell Azzara (Grosseto) marzo 1998: 43. Schober W. & Grimmberger E., The bats of Europe & North America. T.F.H. Publications, Neptune. Stebbings R. E Conservation of european bats. Christopher Helm, London. Sublimi Saponetti S. & Scalera Liaci L Dati sulla predazione di Gufo comune (Asio otus) svernante in una dolina pugliese. Atti V Conv. Ital. Orn. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, 22: Sublimi-Saponetti, S Posatoio di Barbagianni Tyto alba in un casale altomedievale dell entroterra barese: S. Pietro in Balsignano. Atti III Conv. Ital. Ornit: Sublimi-Saponetti. S. & Quaranta. A Dati sulla predazione del Barbagianni (Tyto alba) in agro di Castellaneta (TA) ed altri due siti pugliesi. Atti IV Conv. Ital. Ornit.: Witte G., Zur Systematik der Insektenfresser des Monte-Gargano-Gebietes (Italien). Bonn. Zool. Beitr., 2:

20 APPENDICE: ELENCO DELLE CAVITÀ PROSPETTATE Legenda: CAT, numero del Catasto; PR, provincia; E, inquinamenti; G, presenza di guano; N, abbondanza. CAT PR NOME COMUNE E G N SPECIE Uso 5 BA Grotta della Putignano 2 N A n.d. Madonna Grazie delle 8 BA Grotte di Castellana 4 N B Miniopterus schreibersii, Myotis IER Castellana Grotte capaccinii, Myotis blithyii, Rhinolophus euryale, Rhinolophus ferrumequinum 16 BA Grave Santa Lucia Monopoli 4 T A Rhinolophus ferrumequinum 18 BA Grotta di Cristo Cassano delle Murge 1 T C Myotis myotis/blithyi, Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros IER 23 BAT Pozzo naturale Spinazzola 4 N A n.d. E presso Voragine la il Cavone 25 BA Pulo di Altamura Altamura 2 N B Rhinolophus ferrumequinum ET 27 BA Pulo di Molfetta Molfetta 4 N A n.d. T 30 BAT Grotta di S. Minervino N A Rhinolophus euryale Michele Murge 31 BA Grave di Gravina in 2 N B Myotis blythii, Myotis myotis Faraualla Puglia 38 BA Grotta di Acquaviva 1 N A n.d. Cortomartino delle Fonti 77 BA Grotta della Masseria Monsignore Conversano 1 N B Miniopterus schreibersii, Rhinolophus euryale, Rhinolophus ferrumequinum IE 113 LE Grotta Grande di Gagliano del 1 P C Rhinolophus ferrumequinum, IE Ciolo Capo Miniopterus schreibersi 152 LE Grotta della Monaca Otranto 1 N E Miniopterus schreibersii, Rhinolophus ferrumequinum IER 20

21 CAT PR NOME COMUNE E G N SPECIE Uso 201 FG Grotta di San Marco 4 N C Rhinolophus euryale, IE Montenero in Lamis Rhinolophus ferrumequinum 209 FG Grotta Campana Mattinata 4 N A n.d. E 265 FG Grotta Occhiopinto (265) Complesso Scaloria (266) 266 FG Complesso Scaloria (266) - Grotta Occhiopinto (265) 276 FG Grava di Campolato 295 FG Pulo di San Leonardo 297 FG Grava di Coppa di Giglio 304 FG Grava di Signoritti Manfredonia 2 N E Rhinolophus ferrumequinum, IER Rhinolophus hipposideros, Myotis myotis, Miniopterus schreibersi Manfredonia 2 M A n.d. IER San 2 P D Myotis blythii, Myotis myotis IER Giovanni Rotondo Manfredonia 1 N E Miniopterus schreibersii, T Tadarida teniotis, Myotis blythii, Myotis myotis, Myotis capaccinii, Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus euryale, Rhinolophus hipposideros Monte 1 T B Rhinolophus euryale Sant'Angelo San 2, P B Rhinolophus ferrumequinum E Giovanni 4 Rotondo 306 FG Dolina Pozzatina Sannicandro 1 N A Rhinolophus hipposideros, T Garganico Rhinolophus ferrumequinum, Pipistrellus pipistrellus, Myotis myotis 320 BAT Grave di Minervino N A Rhinolophus ferrumequinum Masseria Campanelli Murge 21

22 CAT PR NOME COMUNE E G N SPECIE Uso 392 TA Grotta S. Angelo di Statte 394 TA Grotta di Nove Casedde Statte 1 N B Myotis myotis, Rhinolophus IER euryale, Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros Martina 4 P E Miniopterus schreibersi, Myotis IER Franca myotis, Rhinolophus euryale, Rhinolophus ferrumequinum 395 TA Grotta di Pilano Martina Franca 4 T A n.d. 397 TA Grotta delle Martina 1 T A Myotis blythii Cento Camere Franca 415 BA Grotta dell Altamura 1 N A Rhinolophus ferrumequinum Imbroglio 416 BA Grotta dell Orco Altamura 1 N A Rhinolophus ferrumequinum 419 BA Grotta dei Altamura 4 T B Rhinolophus hipposideros Briganti 420 BA Grotta Castelli Altamura 1 T A n.d. E 425 BA Grotta del Altamura 1 N A Rhinolophus ferrumequinum E Colombo 434 BA Grave della Gravina in 2 M E Myotis blythii, Myotis myotis E Masseria Previticelli Puglia 438 BA Il Pulicchio Gravina in 1 N A Myotis myotis, Pipistrellus Puglia pipistrellus, Plecotus austriacus 454 FG Grava di Palla Palla 457 BA Grotta del Vagno n FG Grotta Pozzantina 582 BAT Grotta del Garagnone TA Grotta Trentacani San Marco 2, N A n.d. in Lamis 4 Ruvo di 4 N B Rhinolophus euryale, I Puglia Rhinolophus ferrumequinum Apricena 1 T A n.d. Spinazzola 1 N C Rhinolophus ferrumequinum Martina 4 P A Rhinolophus ferrumequinum Franca 22

23 CAT PR NOME COMUNE E G N SPECIE Uso 600 BAT Grotta di Castel Andria 2, N B Rhinolophus euryale I del Monte FG La Grava Ischitella 1 T A n.d. 728 FG Grotta di Coppa San Marco 2, P C Rhinolophus euryale, I di Mezzo in Lamis 4 Rhinolophus ferrumequinum 812 BR Grotta della Fasano 4 T A Rhinolophus euryale Masseria Torre Moscia 846 TA Grotta di Martina 1 N A Rhinolophus ferrumequinum Masseria Franca Pastore n BA Grava dell'edera Cassano delle Murge 2 N A Rhinolophus ferrumequinum I 861 TA Grotta di Riggio Grottaglie 1 N A Rhinolophus ferrumequinum, IER Miniopterus schreibersii, Pipistrellus kuhlii 877 BR Grotta di Torre Moscia Fasano 3,4 T A n.d. 903 LE Grotta dei Otranto 1 N A Miniopterus schreibersi Briganti 1001 BA Grotta del Nisco Cassano 1 N A Rhinolophus ferrumequinum IE delle Murge 1012 TA Grotta del Lume Castellaneta 2 P A Rhinolophus ferrumequinum 1032 TA Grotta Russoli Crispiano 4 T A Rhinolophus ferrumequinum 1090 TA Caverna Piccoli 2 Crispiano T A n.d TA Grotta di Statte 4 N A n.d. Leucaspide 1236 BA Grotta di Altamura 1 T A Rhinolophus ferrumequinum Mazzaferregna 1237 BA Grava di Mazza Ferregna Altamura 1 T A n.d. E 1260 BA Grotta delle Ruvo di 1 T A Myotis blythii Volpi Puglia 23

24 CAT PR NOME COMUNE E G N SPECIE Uso 1284 BA Grave della Gravina in 1 T B Rhinolophus ferrumequinum Rinascita Puglia 1339 BAT Grotta di Monte Minervino 4 P B Rhinolophus ferrumequinum, E Scorzone Murge Rhinolophus hipposideros 1512 BAT Abisso della Minervino 1 T A n.d. E Gorgone Murge 1543 BAT Grotta della Minervino 1 T A n.d. E Volpe Murge 1599 BAT Grotta di Poldo Minervino Murge 4 T A Miniopterus schreibersi 2036 FG Grotta della San Marco 4 N 0 0 Difesa in Lamis 2056 FG Grava del Turco San Marco 2 P A Rhinolophus ferrumequinum in Lamis 2059 FG Grava Palla Palla FG Grava del Sambuco 2126 FG Grava di Pecoriello 2128 FG Grava di Leggieri 2141 FG Grava di San Marco 2, N A n.d. in Lamis 4 San Marco 2 P A n.d. in Lamis Vieste 2, T A n.d. 4 Vieste 1 N A n.d. Mattinata 1 T A n.d. E Muratico di Prigna 2142 FG Grava di Vieste 2, N A n.d. Sgarazza FG Buca del Vento Rignano 1 T A Rhinolophus ferrumequinum E Garganico 2154 FG Grotta di San 1 T C n.d. Masseria Giovanni Bramante Rotondo 2155 FG Grotta degli Peschici 1 M E Rhinolophus ferrumequinum, Spiripingoli Miniopterus schreibersi 24

25 CAT PR NOME COMUNE E G N SPECIE Uso 2155 FG Grotta della Peschici 1 N B n.d. IER Torre di Monte Pucci 2156 FG Grotta del Peschici 1 N E Rhinolophus ferrumequinum, Trabucco Miniopterus schreibersi 2173 FG Grotta presso Ischitella 1 T A Rhinolophus ferrumequinum, E Pippola Rhinolophus hipposideros 2184 FG Grava di Tardia San Marco 2, N A n.d. in Lamis FG Grava di Angelo San Marco 4 N A n.d. in Lamis 2253 FG Grotta Seriege Mattinata 1 P C Myotis myotis I 2256 FG Grava in Località Vico del 2 N A Myotis myotis Giovannicchio Gargano 2312 FG Grotta del Monte 1 N A n.d. Brigante d'umbra Sant'Angelo 25

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