DELIBERAZIONE N. 40/13 DEL

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1 DELIBERAZIONE N. 40/13 DEL Oggetto: Indirizzi per la gestione della fascia costiera. L Assessore della Difesa dell Ambiente, di concerto con l Assessore degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica, con la proposta n. 900 del 2016 ricorda che, con la deliberazione n. 27/7 del 13 maggio 2008, la Giunta regionale, al fine di consentire agli enti locali e alla pluralità di soggetti che operano nei litorali di impostare le necessarie azioni di gestione con modalità rispettose dell ambiente, aveva approvato indirizzi urgenti per la gestione della fascia costiera. L Assessore rileva che la materia pulizia delle spiagge è attualmente disciplinata, oltreché dalla su menzionata deliberazione, dalla determinazione del Direttore generale degli Enti locali e finanze e del Direttore del Servizio centrale demanio e patrimonio n. 942/7 aprile 2008 recante Prescrizioni inerenti l'asportazione della posidonia spiaggiata e la pulizia delle spiagge dai rifiuti. Prosegue l Assessore evidenziando che l esperienza di questi anni ha consentito di testare le linee guida approvate, in via d urgenza, e di verificare come sia possibile snellire i procedimenti ed evitare inutili aggravi ai Comuni e/o ai privati concessionari, pur garantendo la salvaguardia della zona costiera, interessata da una notevole pressione demografico turistica e infrastrutturale. L Assessore della Difesa dell Ambiente illustra le nuove linee guida per la gestione della fascia costiera che andranno a sostituire, annullandole, le precedenti linee guida approvate con la citata Delib.G.R. n. 27/7 del 2008 nelle quali vengono: individuate, nelle more del completamento di studi e dell analisi dei risultati dei progetti pilota finalizzati all elaborazione di opportuni strumenti di prevenzione e tutela, buone pratiche per la gestione dei litorali, in funzione della balneazione; proposte misure regolamentari per la pulizia delle spiagge; individuati gli strumenti utili alla migliore gestione. L allegato prevede indicazioni pratiche sul corretto comportamento da tenere nei confronti di alcune problematiche ricorrenti che afferiscono a: modalità di pulizia delle spiagge in particolare nel caso di presenza di Posidonia spiaggiata; modalità di gestione (spostamento/smaltimento) della Posidonia spiaggiata; 1/3

2 DELIBERAZIONE N. 40/13 DEL comportamenti per la preservazione di ambienti di pregio quali dune e stagni costieri temporanei; ormeggio delle imbarcazioni in prossimità delle spiagge e preservazione dei fondali soprattutto in presenza di praterie di Posidonia. L Assessore ricorda in primo luogo che le praterie di Posidonia oceanica sono classificate habitat prioritario dalla Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat) recepita in Italia con il D.P.R. n. 357/1997 e s.m.i.. Il problema della rimozione delle banquettes (banchi) di posidonia accumulata è particolarmente sentito nelle spiagge di rilevante interesse turistico, in quanto spesso su tali spiagge i bagnanti non gradiscono la presenza delle foglie morte di Posidonia oceanica, per cui i gestori degli stabilimenti balneari e le stesse Amministrazioni comunali chiedono la loro rimozione per offrire una migliore fruizione degli arenili. Occorre riflettere sul fatto che dal punto di vista ecologico-funzionale le praterie di Posidonia, le dune e le banquettes contrastano l erosione costiera; le prime due costituiscono habitat naturali per numerose specie animali e vegetali adattate a questo particolare ecosistema, molte delle quali esposte a danneggiamento, minaccia e a rischio di estinzione. Inoltre, spiega l Assessore della Difesa dell Ambiente, l intervento di asportazione della Posidonia spiaggiata, se non eseguito correttamente e in special modo con mezzi meccanici non idonei, comporta la sottrazione di notevoli quantitativi di sabbia e di sedimenti in essa intrappolati, causa un danno ambientale poiché aumenta l esposizione del sistema litorale al moto ondoso e lo priva di nutrienti fondamentali per le comunità che la abitano; nel contempo si determina anche un aggravio dei costi di smaltimento a carico delle amministrazioni locali e quindi degli stessi cittadini. Le banquettes di Posidonia, quindi, costituiscono una risorsa in quanto presidio naturale contro il fenomeno dell erosione costiera e il loro smaltimento, ai sensi della normativa sui rifiuti, dovrebbe essere valutato come opzione ultima preferendo le soluzioni alternative riportate nel documento allegato. Dal punto di vista turistico la presenza delle praterie e delle dune costituisce infine un indiscutibile elemento di naturalità dell area stessa. Ancora, prosegue l Assessore, gli indirizzi prevedono misure per la preservazione delle aree dunali, retrodunali e retrostagnali dal continuo calpestio dei campeggiatori e dei bagnanti, dal parcheggio e dal passaggio di moto e auto che distruggono la vegetazione pioniera dell anteduna e quella più stabile della duna e della retroduna. Tali misure preventive comprendono anche adeguate azioni di sensibilizzazione e di informazione mirata ai fruitori della risorsa spiaggia. Anche il fenomeno diffuso dell ancoraggio sottocosta delle numerose imbarcazioni da diporto, che si verifica durante la stagione estiva, causa il danneggiamento dei fondali. 2/3

3 DELIBERAZIONE N. 40/13 DEL Gli indirizzi di cui alla presente deliberazione prevedono la disposizione di campi boe per l ormeggio finalizzati a garantire la tutela e la conservazione dei fondali e delle biocenosi attraverso la fruizione regolamentata e contingentata degli specchi acquei. Il divieto di ancoraggio libero e l ormeggio regolamentato riducono infatti il fenomeno di aratura dei fondali, in particolare di quelli vulnerabili come il posidonieto e il coralligeno, nonché la diffusione sui fondali di specie aliene. Anche in questo caso sarebbe infine auspicabile fornire materiale informativo ai diportisti presso gli ormeggi, gli approdi e i porti turistici contenente indicazioni per effettuare ancoraggi con il minor impatto possibile. L Assessore, in conclusione, ritiene che gli indirizzi proposti offrano modelli di corretto comportamento ambientale e che al contempo offrano agli enti locali flessibili soluzioni da adattare alla specificità dei luoghi e delle situazioni sociali ed economiche, e che siano pertanto un indispensabile strumento di prevenzione e sensibilizzazione. Le azioni suddette, inoltre, come ribadito in più punti nel documento che si propone, dovranno necessariamente essere accompagnate da idonee azioni di sensibilizzazione e di informazione indirizzate agli utilizzatori delle spiagge e delle coste, che prevedano anche l eventuale posizionamento, da parte delle Amministrazioni comunali, di idonea cartellonistica. La Giunta regionale, vista la proposta dell Assessore della Difesa dell Ambiente, di concerto con l Assessore degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica, constatato che il Direttore generale della Difesa dell Ambiente ed il Direttore generale degli Enti Locali e Finanze hanno espresso il parere favorevole di legittimità sulla proposta in esame DELIBERA di approvare, nel testo allegato alla presente deliberazione, per farne parte integrante, gli Indirizzi operativi per la gestione dei depositi di posidonia spiaggiata sulle coste (Allegato 1) e gli Indirizzi operativi per la gestione dei sistemi dunali, degli stagni costieri temporanei e dei campi boe (Allegato 2), che sostituiscono, annullandole, le linee guida approvate con la precedente deliberazione n. 27/7 del 13 maggio 2008 e superano le prescrizioni dettate, in materia di asportazione della posidonia spiaggiata e di pulizia delle spiagge dai rifiuti, dalla determinazione del Direttore generale degli Enti locali e finanze e del Direttore del Servizio centrale demanio e patrimonio n. 942/7 aprile Il Direttore Generale Alessandro De Martini Il Presidente Francesco Pigliaru 3/3

4 Allegato 1 alla Delib.G.R. n. 40/13 del INDIRIZZI OPERATIVI PER LA GESTIONE DEI DEPOSITI DI POSIDONIA SPIAGGIATA SULLE COSTE Premessa La Regione Sardegna ha in fase di studio diverse iniziative volte alla gestione dei processi erosivi sui litorali, con la finalità di individuare le misure più opportune per la tutela e salvaguardia delle diverse componenti della fascia costiera. L osservazione dei fenomeni degli ultimi anni ha evidenziato la problematica degli accumuli di posidonia sulle coste dell Isola: la questione attiene a molteplici aspetti di carattere ambientale quali la protezione dell arenile, la gestione dei rifiuti, il mantenimento in buono stato di conservazione di habitat e specie, ma anche di carattere sociale ed economico in quanto le coste rappresentano la risorsa più preziosa per il turismo in Sardegna. La finalità di questi indirizzi è quella di individuare le modalità più opportune di gestione dei banchi di posidonia sui litorali, con l obbiettivo di dare indicazioni operative ai Comuni ed ai Concessionari dei tratti costieri in cui si verificano depositi importanti di posidonia, al fine di poter valutare le più opportune azioni di gestione degli stessi. Nelle more, dunque, del completamento di studi e dell analisi dei risultati dei progetti pilota che porteranno all elaborazione di opportuni strumenti di prevenzione e tutela, vengono di seguito definite le seguenti disposizioni. I Comuni ed i titolari di concessioni demaniali, come prescritto dall ordinanza balneare emanata annualmente dalla Regione Sardegna sono tenuti, tra l altro, ad effettuare la pulizia delle spiagge: le amministrazioni comunali dovranno curare la pulizia dei tratti di spiaggia libera, i titolari di concessioni quella relativa alle aree loro assentite. Le modalità per la gestione dei banchi di posidonia sull arenile, in accordo con quanto prospettato dalla Circolare del Ministero dell Ambiente e delle Tutela del Territorio e del Mare n. 8123/2006: 0) Mantenimento in loco dei banchi di posidonia; 1) Spostamento degli accumuli e riposizionamento degli stessi nel periodo invernale; 2) Rimozione permanente e smaltimento. Altre opzioni introdotte successivamente dalla norma possono essere: 1/8

5 3) Interramento; 4) Riposizionamento su duna. Le modalità operative verranno specificatamente descritte nel successivo paragrafo Indicazioni operative per le opzioni di gestione della posidonia. Gli studi condotti finora suggeriscono che la strategia da preferire sia il mantenimento in loco dei banchi di posidonia. Infatti, la presenza della posidonia spiaggiata quale parte integrante dell ecosistema costiero evita l instaurarsi o il perpetrarsi di processi erosivi delle linee di spiaggia e rappresenta un indicatore del buono stato di salute dell habitat Praterie di posidonia. In considerazione del fatto che la presenza di banchi di posidonia fa parte integrante dell ecosistema costiero e svolge azione di protezione delle spiagge dal fenomeno dell erosione, i Comuni ed i Concessionari sono invitati ad agire sulla diffusa percezione negativa della posidonia spiaggiata attivando opportune azioni di sensibilizzazione verso i fruitori, mediante pannelli informativi o misure di altra natura, anche eventualmente coordinandosi in rete fra loro. Nel caso in cui si ritenga estremamente problematico, per motivazioni di carattere tecnico che oggettivamente ostacolano la fruibilità della spiaggia nella stagione estiva, mantenere in loco i banchi di posidonia, e si opti per l opzione di spostamento e successivo riposizionamento degli accumuli o in casi estremi per il conferimento in impianti di smaltimento/recupero di rifiuti, i soggetti deputati alla pulizia dell arenile dovranno seguire le seguenti istruzioni procedurali ed operative. INDICAZIONI PROCEDURALI PER LO SPOSTAMENTO O RIMOZIONE DEGLI ACCUMULI DI BIOMASSE (in caso di modalità operative 1/2/3/4) Il Comune è obbligato a presentare una Comunicazione sul modello allegato alla presente ai competenti uffici: Assessorato regionale della Difesa dell Ambiente, Direzione generale della Difesa dell Ambiente (difesa.ambiente@pec.regione.sardegna.it) al fine di controllare le dinamiche del fenomeno in relazione ai processi erosivi; Assessorato regionale della Difesa dell Ambiente, Direzione generale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale (cfva.direzione@pec.regione.sardegna.it) anche ai fini del controllo delle operazioni; Uffici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Capitaneria di Porto/Ufficio Circondariale Marittimo) competenti per territorio (ciò in ragione del fatto che i soggetti terzi 2/8

6 che di fatto effettuano le operazioni di pulizia degli arenili, per conto delle Amministrazioni comunali o dei concessionari, devono essere iscritti al registro ex art. 68 del CdN e comunque autorizzati dal Comune al transito dei mezzi a norma del punto 5) dell art. 5 delle Linee guida PUL) Assessorato agli Enti Locali, finanze ed Urbanistica, Direzione Generale degli Enti Locali (enti.locali@pec.regione.sardegna.it), Servizio Demanio competente per territorio Tale Comunicazione deve essere trasmessa almeno 10 giorni prima della data d inizio dei lavori. Gli uffici regionali, nonché le altre Amministrazioni statali e comunali coinvolte, ognuno per gli aspetti di competenza, potranno segnalare eventuali criticità e/o osservazioni entro il predetto termine di 10 giorni: in caso di mancato riscontro, l intervento si intende assentito. Durante la stagione balneare, di norma compresa tra il 1 maggio ed il 31 ottobre di ogni anno, in caso di mareggiate eccezionali il termine di 10 giorni di cui sopra è ridotto a 2 giorni. La comunicazione, in tal caso, dovrà essere anticipata da una segnalazione per le vie brevi che consenta agli uffici competenti di valutare l intervento per tempo. Al fine di consentire il puntuale svolgimento delle operazioni di controllo e vigilanza, assegnate per competenza istituzionale al Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale dalla L.R. 5 novembre 1985, n. 26, nella comunicazione dovranno essere riportati la denominazione del sito con la sua individuazione planimetrica, l estensione, le volumetrie stimate, la tempistica, le modalità previste per lo spostamento o il conferimento in impianti di smaltimento/recupero delle biomasse (con stralci utili ad evidenziare, oltre i tratti interessati dalla pulizia, anche le eventuali aree di deposito temporaneo previste nelle more del successivo riposizionamento ovvero del completamento delle operazioni di trasporto nell ipotesi di rimozione permanente) ed una attestante il rispetto delle modalità operative riportate nel seguito. I Concessionari, salvo l obbligo di provvedere alla rimozione dei rifiuti antropici, nell effettuare la rimozione della posidonia nell area a loro assegnata devono attenersi alle modalità operative comunicate dal Comune per la spiaggia su cui insiste la concessione. I concessionari provvedono direttamente ovvero avvalendosi dei servizi apprestati o resi disponibili dal Comune. Il Comune o il Concessionario, esecutore delle attività di movimentazione della posidonia dovrà, entro 10 giorni dalla conclusione dell intervento, compilare e trasmettere agli uffici di cui sopra, un modello, a tal fine predisposto e trasmesso a cura dell Assessorato della Difesa dell Ambiente, atto a monitorare l intervento realizzato e più in generale volumi e pesi della posidonia movimentata, modalità di gestione, qualità dei depositi ed altre informazioni utili per la realizzazione di un database. 3/8

7 Nel caso in cui le modalità di intervento siano quelle di cui all opzione 1, ovvero spostamento e riposizionamento degli accumuli tale modello dovrà essere ripresentato, anche successivamente alla conclusione della seconda fase, ovvero del riposizionamento della posidonia, sempre entro il termine di 10 giorni. INDICAZIONI OPERATIVE PER LE OPZIONI DI GESTIONE DELLA POSIDONIA Opzione 0) - Mantenimento in loco Il mantenimento in loco della posidonia accumulata rappresenta l opzione di gestione da preferire in quanto garantisce la naturalità dei processi di accumulo e degrado di tali biomasse che si è visto essere fondamentali per la conservazione della biocenosi marina nonché per l equilibrio della morfodinamica litoranea, considerati gli effetti di protezione diretta ed indiretta dei litorali in erosione rispetto alle forzanti meteo-marine. Inoltre, il mantenimento in loco produce effetti positivi, diretti e indiretti, per la conservazione degli habitat di interesse comunitario e per le biocenosi animali della spiaggia. In ogni caso è fatto salvo l obbligo di garantire la pulizia delle spiagge dai rifiuti antropici (rimozione e smaltimento a norma di legge di rifiuti plastici, metallici etc., ovvero residui lignei di notevole pezzatura). L opzione di mantenimento in loco è l unica ammissibile nei casi in cui, a causa del grave livello di erosione raggiunto dall arenile, il deposito di posidonia arrivi fin sotto il livello del mare. In questi casi, pur scavando, l acqua affiora e non consente di asciugare la biomassa e di conseguenza di separarne la frazione sabbiosa. Opzione 1) - Spostamento degli accumuli in situ e riposizionamento Le operazioni di movimentazione della posidonia spiaggiata devono essere effettuate in modo da non comportare l indebolimento della struttura difensiva dell arenile e, pertanto, devono essere evitate nel periodo invernale, in quanto priverebbero le spiagge di un naturale sistema di protezione costituito dai banchi, esponendole alle modificazioni dovute all azione delle mareggiate. Le operazioni devono essere effettuate con particolare cautela al fine di evitare l asporto di sabbia: quella recuperata dovrà essere ridistribuita lungo la spiaggia. Lo spostamento in situ della posidonia prevede l individuazione di idonee zone, nell ambito dello stesso arenile, nelle quali accumulare il materiale raccolto dalla battigia. La fase di selezione del materiale vegetale dovrà essere preferibilmente condotta con mezzi manuali, ma è consentito anche l uso di meccanici di opportune dimensioni che non dovranno in alcun caso arrecare danno 4/8

8 all arenile. E vietato comunque l uso di mezzi cingolati. I mezzi meccanici non dovranno transitare sulle dune, né sulla vegetazione, e non dovranno arrecare modificazioni di qualunque natura all assetto geomorfologico tessiturale e cromatico dell arenile, fatta salva la ridefinizione del profilo della spiaggia causata dalla movimentazione della banquette. La modalità di raccolta delle biomasse dovrà essere indicata nel modello di comunicazione di cui al paragrafo precedente. É preferibile che l asportazione delle banquettes avvenga per passaggi successivi, in modo da consentire l asciugatura degli strati scoperti: è pertanto necessario che, soprattutto laddove ormai per esperienza si prevedono fenomeni importanti di accumulo, la raccolta sia programmata ed eseguita periodicamente. In caso di mareggiate eccezionali che comportino accumuli di biomassa di notevole volume potrà essere consentito un intervento straordinario rispetto all attività programmata. Il materiale così raccolto e selezionato dovrà essere accumulato in un ambito appartato della stessa spiaggia, disposto in modo da non interferire negativamente con la morfodinamica e la biocenosi della spiaggia ovvero rappresentare disagio e/o danno, in apposite strutture amovibili di contenimento che ne assicurino l aerazione ed evitino la dispersione eolica e i cattivi odori; a titolo esemplificativo, tali strutture possono essere formate anche da semplici tutori infissi nella sabbia raccordati da rete a maglia fitta. Le quantità di accumulo dovranno essere tali da consentire l aerazione tra le foglie ed evitare fenomeni di putrefazione. Tale spostamento deve essere stagionale, con rimozione della posidonia in primavera e/o estate ed eventuale riposizionamento in autunno (al termine della stagione balneare se il materiale non risulti nel frattempo essersi biodegradato/integrato con il substrato) nella porzione di spiaggia di provenienza. Gli interventi dovranno essere preceduti dalla bonifica dell arenile dei rifiuti di natura antropica (plastica, metallo, legno, vetro). Questa dovrà essere effettuata preferibilmente con attrezzi manuali, ma è consentito anche l uso di mezzi meccanici di opportune dimensioni dotati di un sistema di trigliaggio (griglie che consentono l asportazione del rifiuto e il contestuale rilascio della sabbia e dei residui di posidonia) che non dovranno in alcun caso arrecare danno all arenile: è sempre vietato l uso di mezzi cingolati. Ai sensi dell art. 183, comma 1, lettera n) del D.Lgs. n. 152/2006 (Testo Unico dell Ambiente) non costituiscono attività di gestione dei rifiuti le operazioni di prelievo, raggruppamento, cernita e deposito preliminari alla raccolta di materiali o sostanze naturali derivanti da eventi atmosferici o 5/8

9 meteorici, ivi incluse mareggiate e piene, anche ove frammisti ad altri materiali di origine antropica effettuate, nel tempo tecnico strettamente necessario, presso il medesimo sito nel quale detti eventi li hanno depositati. La pulizia di dune e delle aree demaniali marittime coperte da vegetazione deve essere effettuata esclusivamente con mezzi manuali. I rifiuti di natura antropica raccolti dovranno essere ripuliti dalla sabbia eventualmente rimasta e conferiti in discarica e smaltiti secondo le norme di settore. Nel caso in cui nell arenile non si riesca ad individuare aree idonee per lo stoccaggio del materiale raccolto, è consentito anche lo spostamento ex situ. In tal caso, qualora intenda riportare, a fine stagione, la posidonia sull arenile d origine, la biomassa non è considerata rifiuto; nel caso in cui, invece si scelga di mantenere la posidonia nella nuova collocazione, questa sarà assoggettata alle norme in materia di recupero di rifiuti (operazioni di cui all allegato C al D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.) e come tale dovrà essere autorizzata dagli enti competenti prima dello spostamento. Il trasporto di rifiuti dovrà essere eseguito da soggetti iscritti all Albo nazionale gestori ambientali ai sensi dell art. 212 del D.Lgs. n. 152/2006. Opzione 2) Rimozione permanente e smaltimento Questa opzione sarà applicabile solo quando si dimostri, con valutazioni di carattere tecnico, l effettiva difficoltà di procedere tramite l applicazione delle opzioni 0 e 1, ovvero quando la rimozione di materiali vegetali spiaggiati venga operata per motivi di igiene pubblica in aree fortemente antropizzate ed inserite in contesti urbani fruibili da parte della cittadinanza (ambiti portuali, lungomari, etc.). Quando questa opzione dovesse risultare l unica praticabile, si dovrà in ogni caso: 1. Sottoporre il materiale da trasferire in discarica agli opportuni accertamenti analitici previsti dal D.M. 27 Settembre 2010 (criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica); 2. Procedere ad una preventiva grigliatura della posidonia al fine di limitare la sottrazione di sedimenti sabbiosi dalla spiaggia; 3. Individuare un opportuno ambito all interno dell arenile, nel quale accumulare il materiale per il tempo necessario al completamento delle operazioni di trasporto, anche al fine di favorire l essicazione della posidonia prima del loro conferimento in discarica; 4. Individuare discariche opportunamente realizzate e/o allestite entro le quali l accumulo di tali biomasse non arrechi, ad esempio, nocumento alle acque di falda per dilavamento del percolato 6/8

10 salmastro. È possibile anche conferire parte della biomassa ad impianti di compostaggio autorizzati: la norma (D.M. 22 gennaio 2009 D.Lgs. n. 75/2010) infatti consente di utilizzare per compostati verdi le fanerogame e le alghe marine spiaggiate, previa separazione della frazione organica dalla presenza di sabbia, nella misura massima del 20% della miscela iniziale. Anche in tal caso, dovranno essere seguite le norme vigenti in materia di gestione dei rifiuti. Eventuali iniziative sperimentali sul riuso delle biomasse di posidonia dovranno essere preventivamente concordate con gli enti competenti. Altre opzioni (interramento e posizionamento su duna ). In casi particolari, oltre alle opzioni summenzionate, è consentito dalla norma scegliere modalità alternative di gestione dei depositi di posidonia spiaggiata oltre quelle già citate individuate dalla circolare del Ministero dell Ambiente e delle Tutela del Territorio e del Mare n. 8123/2006. Il D.Lgs. n. 205/2010, all art. 39, comma 11 richiama infatti: Fatta salva la disciplina in materia di protezione dell ambiente marino e le disposizioni in tema di sottoprodotto, laddove sussistano univoci elementi che facciano ritenere la loro presenza sulla battigia direttamente dipendente da mareggiate o altre cause comunque naturali, è consentito l interramento in sito della posidonia e delle meduse spiaggiate, purché ciò avvenga senza trasporto né trattamento. Per l attuazione di queste misure però, in considerazione della sensibilità e dell alto grado di erosione delle spiagge della Sardegna, è necessario che, laddove si ritenga opportuno intervenire con modalità alternative rispetto alle tre precedentemente individuate, le motivazioni della scelta siano supportate da studi scientifici contestualizzati alla realtà del sito di intervento che ne evidenzino la validità. Tali studi, corredati da documentazione fotografica, dovranno essere allegati alla Comunicazione da parte del Comune o del Concessionario al fine di poter valutare la validità della scelta effettuata. Opzione 3) - Interramento in sito Altra opzione di gestione praticabile è l'interramento in sito della posidonia, come consentito dall'art. 39, comma 11 del D.Lgs. n. 205/2010: Fatta salva la disciplina in materia di protezione dell ambiente marino e le disposizioni in tema di sottoprodotto, laddove sussistano univoci elementi che facciano ritenere la loro presenza sulla battigia direttamente dipendente da mareggiate o altre cause comunque naturali, è consentito 7/8

11 l interramento in sito della posidonia e delle meduse spiaggiate, purché ciò avvenga senza trasporto né trattamento. In ogni caso il materiale spiaggiato dovrà essere oggetto di puntuali azioni di bonifica da rifiuti antropici (rimozione e smaltimento a norma di legge di rifiuti plastici, metallici, etc. ovvero residui lignei di notevole pezzatura), operazione resa obbligatoria nei casi riconducibili al citato art. 39 del D.Lgs. 205/2010. Tale opzione è praticabile per spessori di accumulo di posidonia dell ordine di pochi centimetri (massimo 10 cm) ed in ogni caso, non dovrà sostanzialmente alterare (ovvero invertire) la naturale stratigrafia della sezione di spiaggia oggetto di intervento. Opzione 4) - Posizionamento sui corpi dunali della stessa spiaggia. L esperienza di altre Regioni insegna che, dopo adeguato trattamento delle biomasse, le stesse possono essere utilizzate per ricostituire o proteggere i cordoni dunali in modo da agevolare la tenuta della sabbia e la ricostituzione della vegetazione naturale. In tal caso, la posidonia dovrà essere stoccata al piede della duna privilegiando per questa porzione di arenile la frazione più grossolana delle biomasse spiaggiate (ad es. resti lignei di piante arboree), mentre la parte più fine potrà essere depositata nell avanduna o sul corpo dunale, al fine di favorire l accumulo di sabbia interagendo positivamente con la naturale azione del vento e del ruscellamento delle acque meteoriche, contrastando dunque l ampliamento dei varchi e i fenomeni di blowout. L opzione di riposizionamento sulla duna non può essere praticata qualora sulla stessa sia presente vegetazione autoctona, al fine di non alterare lo stato di conservazione dell habitat. In caso di posizionamento sulle dune, la posidonia non dovrà essere spostata alla fine della stagione. I volumi di sabbia che dovessero residuare dalle operazioni di interramento dovranno essere ridistribuiti uniformemente sulla superfice emersa della stessa spiaggia, senza creare zone di accumulo e senza realizzare in alcun modo variazioni della linea di riva in avanzamento e/o arretramento. In caso di spiagge ricadenti in aree della Reta Natura 2000 (SIC e ZPS), gli interventi di posizionamento su duna ed interramento dei banchi di posidonia dovranno essere preliminarmente assoggettati alle procedure di cui al D.P.R. 357/1997 e s.m.i. (assoggettabilità a Valutazione di incidenza). 8/8

12 Allegato 2 alla Delib.G.R. n. 40/13 del INDIRIZZI OPERATIVI PER LA GESTIONE DEI SISTEMI DUNALI, DEGLI STAGNI COSTIERI TEMPORANEI E DEI CAMPI BOE A) SISTEMI DUNALI - INDICAZIONI GENERALI E SPECIFICHE TECNICHE I sistemi dunali, habitat sensibili e protetti dalle direttive comunitarie in materia di biodiversità, versano in questo momento in un generale stato di compromissione a causa della pressione antropica. Si rende necessario dunque prevedere delle misure di carattere tecnico e prescrittivo al fine di garantirne il mantenimento di uno stato di conservazione soddisfacente. Le azioni che occorre mettere in atto sono: una protezione fisica dei sistemi dunali dai fattori di pressione, che comprende l installazione e la manutenzione di staccionate a basso impatto visivo che, nel delimitare e guidare i flussi di transito dei bagnanti, consentano l indispensabile mantenimento della vegetazione. Importante supporto a questa attività è la posa di pannelli informativi che contribuiscono ad informare e responsabilizzare chi utilizza i litorali della fragilità di questi ambienti e della necessità che vengano tutelati; una protezione formale, sotto forma di apposite ordinanze da parte degli enti competenti attraverso le quali vengano individuate e regolamentate le attività consentite e vietate, previa definizione delle aree di duna e di spiaggia. I sistemi dunali dovranno essere protetti dal calpestio e dall utilizzo da parte dei turisti come luoghi di riposo attraverso il posizionamento di recinzioni in legno o corda; un adeguata informazione di accompagnamento consentirà il rafforzamento di tale attività. Fermo restando che il traffico veicolare e ciclabile è interdetto, si dovranno identificare gli accessi più adatti ad attraversare il sistema dunale senza creare danno, al fine di incanalare il transito pedonale, e si dovrà prevedere la chiusura degli stradelli formatisi dal passaggio incontrollato. Per l accesso alla spiaggia dovranno essere predisposte opportune passerelle in legno che dovranno essere posizionate a contatto diretto della sabbia in caso di dune fisse, e sopraelevate in corrispondenza di dune mobili ed embrionali al fine di garantire il libero movimento della sabbia. 1/4

13 La sopraelevazione, che dovrà essere sufficientemente elevata da far passare la luce è utile, oltre che per evitare che le stesse passerelle siano facilmente sommerse, per consentire alla vegetazione di crescere. I sistemi sopraelevati dovranno possedere caratteristiche di accessibilità per i diversamente abili. Qualora il sistema dunale risultasse in uno stato di erosione consistente, dovranno essere previsti opportuni sistemi frangivento da realizzarsi con materiali naturali; nel caso in cui l erosione sia causata dal ruscellamento di acque superficiali, dovranno essere disposte opere per la regimazione per allontanare le acque dai sistemi dunali. La pulizia delle dune dovrà essere effettuata con sistemi manuali atti a non danneggiare la sabbia e la vegetazione. B) STAGNI COSTIERI TEMPORANEI - INDICAZIONI GENERALI E SPECIFICHE TECNICHE Per la protezione degli stagni costieri temporanei è necessario interdire l accesso alle auto e motoveicoli attraverso recinzioni e sistemi di dissuasione inamovibili, prevedendo e identificando siti idonei come aree di sosta. E necessario identificare e mantenere agevole l accesso dei mezzi di soccorso alle spiagge. A supporto delle azioni citate è importante, come già ricordato, la promozione di azioni di informazione come il posizionamento di adeguata cartellonistica esplicativa. C) GESTIONE DEI CAMPI BOE PER L ORMEGGIO CONTROLLATO DELLE IMBARCAZIONI DA DIPORTO - INDICAZIONI GENERALI E SPECIFICHE TECNICHE I campi boe per l ormeggio delle imbarcazioni da diporto sono finalizzati a garantire la tutela e la conservazione dei fondali e delle biocenosi attraverso la fruizione regolamentata e contingentata degli specchi acquei. Il divieto di ancoraggio libero e l ormeggio regolamentato riducono il fenomeno di aratura dei fondali, in particolare di quelli vulnerabili come il posidonieto e il coralligeno, nonché la diffusione sui fondali di specie aliene. Indicazioni generali Laddove ricorra la disponibilità di ampie superfici idonee all installazione di campi boe, la regolamentazione dovrà prevedere, in primo luogo, l impiego di aree in cui non siano presenti fondali a posidonieto, coralligeno e frequentate da specie di importanza comunitaria nonché 2/4

14 l alternanza temporale e spaziale di periodi di divieto e permesso di ormeggio. Infatti, i campi boa favoriscono una permanenza più prolungata delle imbarcazioni nel sito e, conseguentemente, il rilascio di liquami, rifiuti, idrocarburi ecc. in un ambito circoscritto. Il numero dei campi ormeggio e dei relativi gavitelli da collocare in ciascun sito dovrà essere determinato in base al numero ed alla tipologia di unità da diporto che vi affluiscono ed alla capacità portante dell area stessa. Al fine di determinare la tipologia di ancoraggio più idonea e il conseguente carico massimo sostenibile, operazione preliminare all installazione di un campo boe è lo studio ed il mappaggio dei fondali interessati. I campi ormeggio dovranno essere installati a tutela delle zone con fondali sensibili (posidonieti, coralligeno) e delle aree con presenza di specie protette e di interesse comunitario. I relativi progetti dovranno prevedere l acquisto delle attrezzature (ancoraggi al fondale, catenarie, jumper, gavitelli), l installazione, il collaudo e, soprattutto, il programma di gestione e manutenzione. La tipologia dei gavitelli e le procedure per l installazione dovranno attenersi alle direttive emanate in materia dall Ufficio Tecnico dei Fari della Marina Militare, dalla Direzione Protezione della Natura del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, dagli Enti gestori delle aree marine protette e dei parchi nazionali, dal Servizio Tutela della natura della Regione autonoma della Sardegna e dalla locale Capitaneria di porto. I campi ormeggio dovranno essere opportunamente segnalati secondo quanto previsto dal codice della navigazione e dalle direttive emanate in materia dall Ufficio tecnico dei fari della marina militare, in accordo con la competente Capitaneria di porto. Indicazioni tecniche Il sistema di ancoraggio dei gavitelli di ormeggio dovrà garantire il minimo ingombro e dovrà essere costituito da sistemi compatibili con le caratteristiche dei fondali, assicurando il minore impatto ambientale in funzione della tipologia del fondale stesso. Sulle praterie di Posidonia oceanica si utilizzeranno i sistemi di ancoraggio tipo Harmony, costituiti da molle, eliche o spirali avvitate al fondale. Sui fondi duri si utilizzeranno i sistemi di ancoraggio tipo Halas, anelli di acciaio portati da barra e staffa cementati sul fondo. 3/4

15 Sui fondi sabbiosi misti a Posidonia potranno essere utilizzate le ancore ad espansione inserite nel fondale tipo Manta Ray. Sui fondi molli, sabbiosi o fangosi, potranno essere utilizzati: sistemi componibili in cemento biocompatibile armato sea-friendly, che presentano vuoti all interno finalizzati al ripopolamento ittico e alla colonizzazione da parte degli organismi marini; corpi morti tradizionali, costituiti da blocchi di cemento o massi rocciosi reperibili in loco. Sui fondi con franate rocciose, per l ormeggio dei natanti, con scafo di lunghezza pari o inferiore a 10 metri, le catenarie potranno essere agganciate direttamente ai massi rocciosi. Per tutti i casi sopra citati la catenaria non dovrà strisciare sul fondale, ma restare in tensione attraverso un apposito galleggiante sommerso o semisommerso ( jumper ). I gavitelli dovranno essere rimossi durante la stagione invernale per evitarne l usura, verificarne le condizioni, effettuare la necessaria manutenzione ed essere installati nuovamente ad inizio della successiva stagione turistica. 4/4

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