lo sfruttamento del quarzo nel Musteriano, Uluzziano e Aurignaziano di Grotta la Fabbrica (Grosseto, Italia)

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "lo sfruttamento del quarzo nel Musteriano, Uluzziano e Aurignaziano di Grotta la Fabbrica (Grosseto, Italia)"

Transcript

1 02_Dini-impaginato_Layout 1 28/12/ Pagina 21 Rivista di Scienze Preistoriche - lxi , MARIo DINI (1) - JACoPo CoNFoRtI (1) lo sfruttamento del quarzo nel Musteriano, Uluzziano e Aurignaziano di Grotta la Fabbrica (Grosseto, Italia) summary - QUARtz ExPloItAtIoN IN the MUstERIAN, the UlUzzIAN AND the AURIGNACIAN of GRottA la FAbbRICA (GRossEto, ItAlY) - this article presents the only industry in quartz found in the different levels of Grotta la Fabbrica, with the aim of analysing methods, techniques and single products derived from the exploitation of this raw material. From the technological reading of cores, debris, discards, accidents and retouched artifacts, we can say the acquisition of raw material was strictly local, the poor quality of quartz used has considerably influenced the production of supports, the abundance of processing discards, fragmented products and siret incidents attest the exploitation of raw materials on site, the production was generally opportunistic and finalized to maximum economization of raw materials and, finally, retouched artifacts were poorly represented and badly defined. there are other elements, in addition to these ones, also in other collection of the same age, which demonstrate the skill of artisans to conform to the characteristics of this lithotype succeeding, from time to time, in pandering them or in finding technical tricks which allowed them to produce functional artifacts. Nowadays most prehistorians still consider the quartz not suitable for cutting, but the new development of experimental studies and a deeper analysis of the management of raw materials have shown the reductive vision of this concept. Grotta la Fabbrica materials confirm that prehistoric artisans appreciated the quartz despite its characteristics, using it as an integration of a set including other lithic raw materials and succeeding, in some cases, in managing it with original technical solutions. Parole chiave: Quarzo, Musteriano, Uluzziano, Aurignaziano, toscana, Italia Centrale. Keywords: Quartz, Musterian, Uluzzian, Aurignacian, tuscany, Central Italy. Il sito Grotta la Fabbrica si apre su una falesia di calcare massiccio alla base del versante occidentale dei monti dell Uccellina, nel Parco Regionale della Maremma ( N; E). la cavità si presenta come un grande ambiente dal soffitto basso, con il pavimento pendente in senso E-W (fig. 1), la cui (1) Dipartimento di scienze Archeologiche, Università di Pisa, Via santa Maria 53, Pisa; m.dini@arch.unipi.it; jacopoc85@interfree.it formazione è da collegarsi all ampliamento e alla fusione di varie diaclasi, che hanno creato un collegamento tra un sistema carsico più superficiale e una serie di cavità inferiori situate al livello della piana. tale caratteristica ha influenzato in maniera determinante i processi di riempimento e di erosione cui la grotta è andata incontro e che hanno portato al parziale svuotamento della cavità. Già le prime ricerche condotte tra il 1969 e il 1973 dall Istituto di Antropologia e Paleontologia Umana dell Università di Pisa, sotto la direzione di C. tozzi, evidenziarono che la maggior parte del deposito si trovava in giacitura secondaria e che solo una porzione di esso risultava essere conservato in

2 02_Dini-impaginato_Layout 1 28/12/ Pagina M. DINI - J. CoNFoRtI Fig. 1 - Grotta la Fabbrica, pianta. Grotta la Fabbrica, plan. Fig. 2 - Grotta la Fabbrica, sezioni. Grotta la Fabbrica, sections. posto, principalmente lungo la parete nord della cavità (fig. 2). la stratigrafia messa in luce fu divisa in una parte inferiore dalla quale provenivano manufatti musteriani, indicata come strato 1, una parte intermedia con industrie uluzziane e protoaurignaziane, costituita dagli strati 2 e 3-4, e una parte superiore con industria gravetto-epigravettiana, indicata come strato 5, quasi

3 02_Dini-impaginato_Layout 1 28/12/ Pagina 23 lo sfruttamento DEl QUARzo NEl MUstERIANo 23 Fig. 3 - Grotta la Fabbrica, stratigrafia. livello 1 musteriano; livello 2 uluzziano; livelli 3-4 aurignaziani; livello 5 gravettiano-epigravettiano. Grotta la Fabbrica, stratigraphy. Musterian level 1; uluzzian level 2; aurignacian leves 3-4; gravettian-epigravettian level 5. del tutto asportata dall erosione 1 (fig. 3). A due precedenti pubblicazioni (Pitti et alii 1976; Dini et alii 2007) si rimanda per la presentazione delle analisi sedimentologiche, archeozoologiche e per uno studio tipologico preliminare degli insiemi litici scheggiati, mentre con il presente articolo si integra, sulla base di più aggiornati metodi di studio, il quadro conoscitivo della sola industria in quarzo. M.D. PREMEssA Allo studio Il termine quarzo nella letteratura paletnologica è stato spesso utilizzato per definire una vasta gamma di materiali differenti per 1 Dal 2007 sono ripresi gli scavi alla grotta, sotto la direzione di uno degli scriventi (M.D.) e di C. tozzi, grazie alla società Naturalistica speleologica Maremmana, che ha individuato un ampliamento della cavità verso la parte NE che non era stato raggiunto durante le prime indagini (Dini 2009). natura, colore, omogeneità, tessitura e struttura petrografica. tra queste caratteristiche l omogeneità e la struttura influenzano direttamente l attitudine del materiale al taglio e si possono registrare differenze, minime o più accentuate, tra un giacimento di materia prima e l altro, tra un filone e l altro e anche all interno dello stesso blocco. F. bordes (1947) scriveva che il quarzo è un materiale assai mediocre e la maggior parte dei paletnologi ancora oggi lo considera tale, ma il recente sviluppo degli studi sperimentali e una più approfondita analisi della gestione delle materie prime hanno permesso di considerare questa visione come, quantomeno, riduttiva. A. tavoso (1978), J.P. bracco (1999) e V. Mourre (1996) sono riusciti a definire alcune costanti nella reazione al taglio di questa roccia basandosi su conoscenze empiriche acquisite nello studio del materiale archeologico e attraverso la pratica di scheggiatura sperimentale. Quest ultima, in particolare, ha imposto l obbligo di distinguere la scarsa attitudine al taglio dalla difficoltà di riconoscere le stigmate del débitage sui manufatti in quarzo rispetto ai corrispettivi in selce. la struttura particolare di questa materia

4 02_Dini-impaginato_Layout 1 28/12/ Pagina M. DINI - J. CoNFoRtI prima permette, infatti, la registrazione di altri segni come le linee di debolezza che si sviluppano sulle superfici interessate dalla percussione sotto forma di micro fessurazioni, denominate stellature, spighe o strie radiali divergenti (brezillon 1968; Mourre 1996). Queste microfessurazioni si possono accompagnare ad uno schiacciamento al livello del punto d impatto, che forma un incavo di 2-3 mm 2 di colore spesso più biancastro (Mourre 1996). le onde d urto, comuni nella selce, si osservano solo su quarzi a grana molto fine e le sottili strie osservabili su tali materiali sono più un filo della roccia che segni riconducibili alla frattura, poiché non sempre sono dirette verso il punto d impatto (Mourre 1996). È dunque difficile, a volte impossibile, determinare la direzione di uno stacco se la parte tallone-bulbo è assente. Inoltre anche le nervature sui negativi degli stacchi presenti sui nuclei o sulle facce dorsali delle schegge sono spesso diffuse o imprecise ed è impossibile, basandosi solo su di esse, determinare l ordine di successione tra due stacchi consecutivi. A queste peculiarità microscopiche ne corrispondono altre macroscopiche e tecniche, che di seguito riportiamo. la natura petrografica del quarzo permette lo sviluppo, secondo numerose direzioni, di piani di debolezza secanti ai piani di fratturazione, che portano ad incidenti di tipo siret. Rispetto alla selce, il quarzo presenta una varietà molto più ampia di incidenti di questo tipo, che hanno tutti in comune lo sviluppo di un piano di fratturazione non ricercato passante per il punto d impatto. Una scheggia in quarzo, infatti, si può frazionare in due o tre parti, o anche più, in funzione dell orientazione del piano di scheggiatura: 1) frattura accidentale secondo una serie di piani perpendicolari al suo piano di fratturazione (fig. 4.1). I piani di fratturazione possono dividere la scheggia in due parti uguali secondo l asse di débitage o essere più spostati a sinistra o a destra (Mourre 1996); 2) frattura accidentale secondo una serie di piani secanti al suo piano di fratturazione (fig. 4.2). Certe sottoschegge per questo tipo d incidente hanno una faccia inferiore limitata ad una aréte, difficili da riconoscere in una serie archeologica, se isolate (Mourre 1996); 3) frattura accidentale secondo una serie di piani che dividono la scheggia nel suo spessore a partire dal punto d impatto (fig. 4.3). se il piano di scheggiamento secondario è prossimo al piano di fatturazione della scheggia, il distacco creerà una sottoscheggia simile ad una scaglia bulbare che ritaglierà il supporto principale. I pezzi che presentano questo tipo di incidente conservano un bulbo negativo incavato sulla superficie ventrale (Mourre 1996). Questi sono gli incidenti di siret più frequenti, ma ne esistono anche di più complessi, comunemente derivanti dalla percussione bipolare per la presenza sullo stesso blocco di due punti d impatto opposti. Ricordiamo, inoltre, come sia possibile che su un blocco di quarzo una metà della scheggia interessata da un incidente di siret resti attaccata al nucleo oggetto della scheggiatura. Per ridurre il rischio di incidenti di questo tipo A. tavoso (1978) ha notato, durante prove sperimentali, che il neocortice fluviale fornisce dei piani di percussione migliori rispetto a fratture e piani faccettati, assorbendo una parte dello choc della percussione. È importante, quindi, sottolineare che l alto tasso di talloni corticati in un industria in quarzo non deve essere considerato come un arcaismo, ma bensì un espediente tecnico per ovviare a certi inconvenienti. Molto frequenti sono anche le fratture involontarie legate alla presenza di un piano di diaclasi d origine tettonica. Esse interessano nuclei e schegge sia nella fase di pieno débitage che in quella di messa in forma e si vengono a incontrare anche se il piano di diaclasi è diverso dal piano di fratturazione ricercato. Questo tipo di frattura è particolarmente frequente nel caso di blocchi di quarzo estratti direttamente dal filone di formazione, mentre nel caso di ciottoli fluviali, in funzione della distanza percorsa, l agente di trasporto provvede a eliminare le parti diaclasate. Chevrier (1986) ha descritto un procedimento utilizzato dai paleoindiani della Jamesie orientale (Quebec) finalizzato ad ottenere blocchi privi di diaclasi per trattamento termico. Questo procedimento, ad oggi, non è mai stato riscontrato su industrie del Paleolitico europeo (Mourre 1996). Recentemente, però, alcuni studi (Degorce 2006) hanno evidenziato come le diaclasi possono non rappresentare soltanto un ostacolo, in quanto sembra plausibile affermare che, almeno in certi casi, esse siano state assecondate, per la preparazione di blocchi da sfruttare o per la

5 02_Dini-impaginato_Layout 1 28/12/ Pagina 25 lo sfruttamento DEl QUARzo NEl MUstERIANo 25 Fig. 4 - Incidenti di scheggiatura di tipo siret: variabilità teorica dei piani di frammentazione accidentali (rielaborazione da Mourre 1996). siret-like knapping accident: theoretical variability of the accidental breaks (reworking by Mourre 1996). messa in forma di supporti. le interfacce delle fratture legate a diaclasi sono generalmente identificabili per la loro eclat mat, per la presenza di superfici colorate di aspetto ferruginoso e per il fatto di essere piane e prive di segni di taglio. Infine, gli incidenti di riflessione e sorpasso, comuni nelle industrie in selce, non sono dovuti solo ad un cattivo dosaggio dell intensità di percussione, ma più spesso alla variazione delle caratteristiche meccaniche del quarzo da un blocco all altro e talvolta in seno allo stesso blocco (Mourre 1996). Da notare come le estremità distali delle schegge riflesse in quarzo sono generalmente perpendicolari al piano di distacco della scheggia e non curvate come di frequente nella selce (Crabtree 1972). Alla luce di questi dati risulta difficile applicare per i manufatti in quarzo la stessa metodologia di studio adottata per la classificazione di quelli in selce o in altre rocce a frattura perfettamente concoide. Il rischio, infatti, è quello di cadere in errori di valutazione anacronistici, come assimilare il cortice della selce a quello del quarzo nella valutazione dei talloni corticati in rapporto a quelli faccettati, vista la natura e le proprietà meccaniche, come già sottolineato, fondamentalmente differenti delle due materie prime. lo stesso discorso vale per l indice di laminarità, che può essere sopravvalutato nel quarzo, per la frequenza degli errori di siret. lo stesso F. bordes ammette la scarsa utilità dello studio tecnico abituale alle serie in quarzo di Mas-Viel, poiché certi pezzi sono sovra o sotto-

6 02_Dini-impaginato_Layout 1 28/12/ Pagina M. DINI - J. CoNFoRtI rappresentati: egli segnala, ad esempio, una marcata riduzione di raschiatoi convergenti (è infatti difficile realizzare uno strumento appuntito in quarzo senza romperne la punta) e un aumento di raschiatoi semplici convessi, la cui forma sembra prefabbricata nel ciottolo di quarzo (Niederlander et alii 1956). l articolo di V. Mourre (1996) più volte citato è senza dubbio una base oggi imprescindibile per lo studio di un insieme in quarzo, ma anche le esperienze di J.-P. bracco (1999) e la tipologia elaborata da A. tavoso (1972) per lo studio dell industria di técou, successivamente rivista (1978), sono risultati molto importanti per l analisi e l interpretazione degli insiemi riferibili al Musteriano, Uluzziano e Aurignaziano di Grotta la Fabbrica. J.C. l INDUstRIA MUstERIANA IN QUARzo Introduzione l industria in quarzo dello strato 1 è composta da appena 35 pezzi, che rappresentano solo una parte irrisoria dell intero insieme litico musteriano. la materia prima, approvvigionata nelle vicinanze della grotta, è costituita quasi esclusivamente da quarzo filoniano (considerazione ricavata sia sulla base dei pezzi che presentano residui di cortice che sull osservazione delle numerose diaclasi che caratterizzano gran parte dei supporti), mentre il quarzo ialino è rappresentato da un solo frammento di scheggia. Nonostante il basso numero di manufatti, l insieme è composto da diverse categorie di prodotti; sono rappresentati, infatti, nuclei, schegge, scarti e un manufatto ritoccato. Analizzando la distribuzione spaziale dei pezzi, si nota una certa dispersione del materiale anche in relazione al suo basso numero, ad ogni modo 12 pezzi sono stati rinvenuti nel quadrato F7, 10 vengono dal quadrato F6 e 8 dal quadrato E6, gli altri nei quadrati circostanti a questi. I supporti scheggiati I nuclei su quarzo sono 2, presentano morfologia poliedrica ma caratteristiche abbastanza differenziate. Abbiamo un nucleo dalle dimensioni considerevoli (57 mm), in materia prima di bassa qualità, ricco di diaclasi, che presenta uno sfruttamento piuttosto semplice, con lo stacco disorganizzato di supporti di varia forma e dimensione, al solo fine di staccare il maggior numero di supporti evitando il più possibile le diaclasi. A causa della sua bassa qualità il blocco è stato quindi rapidamente abbandonato (fig. 5.1). l altro nucleo di piccole dimensioni (30 mm circa), in quarzo di discreta qualità, presenta sulle sue superfici i negativi di nove stacchi, che gli hanno conferito una forma molto articolata. Il blocchetto è stato ampiamente sfruttato mediante il distacco di piccole schegge per percussione diretta, variando continuamente la posizione del piano di percussione, al fine di ricavare il maggior numero di supporti possibile (gli stacchi si intersecano spesso tra di loro). Alcuni dei negativi presentano scagliamenti in prossimità del punto colpito dal percussore, ad indicare che i colpi sono stati portati con una certa violenza (fig. 5.2). Vi sono anche 2 residui di nucleo che presentano dimensioni ridotte (< 30 mm) e negativi di piccole schegge su gran parte delle loro superfici. la lettura tecnologica di questi pezzi è compromessa dalle fratture e dalle diaclasi che percorrono le loro superfici. I supporti a faccia piana le schegge frammentarie rappresentano la categoria più numerosa nell insieme in quarzo del livello musteriano, essendo rappresentate da 20 pezzi. Dal punto di vista dimensionale 16 sono microlitiche, 3 hanno misure comprese tra 26 e 50 mm, mentre un solo supporto supera i 50 mm di lunghezza. Dall analisi delle porzioni prossimali emerge che 4 talloni sono corticati, altri 4 sono preparati lisci, uno è scagliato, mentre 11 sono rotti o asportati; i bulbi sono, in genere, poco marcati. Analizzando i residui di cortice sul dorso osserviamo che 11 pezzi ne sono privi, 6 presentano residui inferiori al 50%, mentre i restanti 3 ne conservano più del 50%. Un grosso supporto lungo 52 mm, rotto in più punti, presenta un negativo di stacco sul dorso, faccia ventrale coperta da una patina ferruginosa e tallone scagliato (non si può escludere, però, che il pezzo in questione sia un frammento di nucleo fratturatosi a causa dei difetti del pezzo). Da segnalare un frammento di scheggia in quarzo ialino e un frammento di scheggia, lungo appena 14 mm, ritoccato marginalmente su due bordi adiacenti, in modo da formare una piccola punta.

7 02_Dini-impaginato_Layout 1 28/12/ Pagina 27 lo sfruttamento DEl QUARzo NEl MUstERIANo 27 Fig. 5 - Nuclei in quarzo dal livello musteriano (1:1). Quartz cores of musterian level: 1, 2 (1:1). Scarti e supporti naturali tra il materiale in quarzo rinvenuto nello strato 1 si segnalano anche 8 scarti di lavorazione, tutti di dimensioni microlitiche, due frammenti naturali, la cui rottura non può essere imputata ad azioni di débitage umano, e un piccolo pezzo grezzo privo di segni di percussione. Conclusioni l insieme in quarzo recuperato nello strato 1 è numericamente e tecnologicamente poco significativo; infatti, i pezzi nucleiformi rinvenuti sembrano sfruttati seguendo una strategia opportunista volta al distacco del maggior numero possibile di schegge, senza un grande investimento tecnologico e con una preparazione quasi nulla. Ciò è dovuto probabilmente alla bassa qualità del quarzo filoniano, il quale non era adatto ad uno sfruttamento che non fosse solo parziale. I blocchi meno ricchi di difetti, benché il quarzo sia comunque di bassa qualità, presentano invece uno sfruttamento più prolungato, anche se ugualmente poco organizzato. Ulteriori dati non sembrano ricavabili dall analisi di un insieme così esiguo, anche se non si può escludere che, vista la complessità della stratigrafia della grotta, l area analizzata non fosse quella adibita al débitage di questa materia prima. M.D. l INDUstRIA UlUzzIANA IN QUARzo Introduzione l industria in quarzo uluzziana ammonta a 433 pezzi, i quali rappresentano una percentuale non secondaria (23%) dell intero insieme litico

8 02_Dini-impaginato_Layout 1 28/12/ Pagina M. DINI - J. CoNFoRtI dello strato 2. l industria in questione appare fin da subito come un insieme dai caratteri compositi, articolato sia dal punto di vista della materia prima che delle categorie dei pezzi. Il quarzo, quasi tutto di tipo filoniano, è stato raccolto sia in giacitura primaria sottoforma di blocchi e liste, sia nei greti dei corsi d acqua nei pressi del sito come dimostrano le superfici leggermente arrotondate di alcuni pezzi (4) e la buona qualità di altri, privi di difetti diaclasici, in quanto sottoposti ad un processo di selezione meccanica operato dal trasporto fluviale stesso. Il quarzo ialino è rappresentato da solo un pezzo, mentre due manufatti sono stati ricavati da un tipo di quarzo vetroso ma opaco, a grana fine, assai diverso, dal punto di vista qualitativo, rispetto alla maggior parte del quarzo sfruttato nel sito. Analizzando la distribuzione spaziale di questi 433 manufatti si può notare come più della metà (218) provenga dal quadrato F7, mentre quantità minori, comprese tra 8,5 e 13% circa, sono state rinvenute nei quadrati D8, E7 e h7. le stesse proporzioni nella distribuzione dei pezzi si possono riscontrare anche analizzando categorie particolari di questo insieme, come i pezzi nucleiformi o i cunei scagliati bipolari. I supporti scheggiati I blocchi di materia prima scheggiati al fine di ricavare supporti sono complessivamente 73, di questi 18 sono nuclei, 15 residui di nucleo, 34 frammenti e 6 basi negative. la maggior parte dei blocchi è ricca di diaclasi e la qualità della materia prima è in genere piuttosto bassa. tra i nuclei, 9 presentano dimensioni comprese tra 26 e 50 mm e 9 hanno dimensioni maggiori di 50 mm. la quasi totalità presenta una morfologia poliedrica derivante da uno sfruttamento piuttosto semplice (fig. 6.2), fortemente condizionato dalle diaclasi presenti sulle superfici attive e passive di questi pezzi; mentre su due nuclei, nonostante la mediocre qualità della materia prima, la morfologia rilevata è tendenzialmente piramidale. In uno dei casi, in particolare, lo schema riscontrato sembra realmente più elaborato, con la messa in forma di una delle due facce del nucleo, mediante 4 stacchi, i quali hanno conferito alla superficie in questione una morfologia piramidale piuttosto regolare (fig. 6.1). Questa preparazione appare funzionale allo sfruttamento delle superfici di scheggiatura, al fine di ottenere supporti sottili e dalla morfologia maggiormente standardizzata. tra i supporti staccati dominano le schegge, mentre assai più rari sono i negativi lamellari (comunque rappresentati). I residui di nucleo, interpretati come tali, viste le ridotte dimensioni (< 25 mm) e gli stacchi portati avanti fino all esaurimento dei piani utili, mostrano una morfologia poliedrica e in generale tra essi sono più abbondanti, rispetto alle altre categorie di pezzi nucleiformi, i supporti privi o comunque meno ricchi di diaclasi. Di conseguenza è possibile affermare che gli scheggiatori prolungassero il débitage solo su quei blocchi in cui era meno facile incappare in incidenti, mentre i blocchi più diaclasati erano oggetto di uno sfruttamento assai più limitato. Quei pezzi riconosciuti come frammenti di nucleo, per la compresenza di un certo numero di stacchi insieme a fratture involontarie dovute ad errori dello scheggiatore, o difetti del blocco, hanno, nella maggior parte dei casi, dimensioni maggiori di 25 mm. Anche in questa categoria di pezzi a dominare sono quelli ricchi di difetti diaclasici, mentre solo una piccola parte è rappresentata da blocchi di buona qualità, tra cui un frammento di nucleo da ciottolo. lo sfruttamento di questi blocchi, per quanto visibile, non sembra, in genere, diverso da quello riscontrato sui nuclei interi, con un distacco di supporti poco organizzato. Uno dei pezzi presenta però 2 negativi di supporti allungati, paralleli tra loro (fig. 6.3) e ciò potrebbe far supporre uno schema più elaborato (la materia prima del pezzo è infatti di migliore qualità). Alle basi negative nucleiformi sono da riferire solo 6 pezzi. Questi presentano degli stacchi su una superficie limitata, i quali possono essere dovuti allo sfruttamento al fine di ricavare supporti o alla messa in forma del pezzo. tutti i pezzi sono più grandi di 26 mm. I supporti a faccia piana l insieme delle schegge intere rappresenta una percentuale piuttosto ridotta dell industria litica in quarzo (11 pezzi), ma ciò è conseguenza della qualità della materia prima, ancor più quando questa è del tipo filoniano. la maggior parte delle schegge presenta dimensioni inferiori a 25 mm (7 pezzi), mentre due sono comprese tra 26 e 50 mm e altre due superano questa soglia. la maggior parte delle schegge intere (9)

9 02_Dini-impaginato_Layout 1 28/12/ Pagina 29 lo sfruttamento DEl QUARzo NEl MUstERIANo 29 Fig. 6 - Pezzi nucleiformi in quarzo dal livello uluzziano: 1. nucleo piramidale; 2. nucleo poliedrico; 3. frammento di nucleo (1:1). Quartz nucleus pieces of uluzzian level: 1. pyramidal core; 2. polyhedric core; 3. core fragment (1:1). non presenta residui di cortice sul dorso, mentre per quanto riguarda i talloni, essi sono prevalentemente preparati lisci (7), due sono scagliati, mentre singoli pezzi presentano tallone rotto e corticato. le schegge frammentarie rappresentano il 30% (129 pezzi), ma questa sproporzione così netta tra schegge intere e frammentarie è giustificata dalla bassa qualità della materia prima, che come abbiamo già sottolineato è percorsa da numerosi piani di sfaldatura naturali e quindi più soggetta a fratturazione. tra i talloni, 10 sono corticati, 29 sono preparati lisci, 11 sono scagliati, ma a dominare sono quelli rotti o

10 02_Dini-impaginato_Layout 1 28/12/ Pagina M. DINI - J. CoNFoRtI asportati (79). Per quanto riguarda i residui di cortice sul dorso, la maggior parte dei frammenti di scheggia, così come le schegge intere, ne è priva (103) o ne presenta tracce piuttosto limitate (12), mentre solo pochi pezzi presentano residui superiori al 50% (7) oppure dorso totalmente corticato (7). Abbondano gli incidenti di siret, rappresentati in una vasta gamma di varianti. Almeno 4 schegge frammentarie, invece, mostrano i tipici segni della tecnica bipolare (talloni corticati doppi opposti e scagliature localizzate su due estremità contrapposte), mentre altri pezzi presentano scagliature estese, indice della violenza dei colpi portati per staccare il supporto. Nonostante il quarzo filoniano sia dominante, si segnalano un frammento di scheggia in quarzo ialino e 2 frammenti di scheggia in quarzo vetroso ma opaco, a grana molto fine. Questi tre frammenti di scheggia si distinguono inoltre per un insolita regolarità morfologica, il che li distingue piuttosto nettamente dal resto dei pezzi analizzati. Scarti e supporti naturali I pezzi che non presentano alcun segno di percussione o sfruttamento sono tre, di cui uno è un piccolo ciottolo, mentre gli altri due sono frammenti naturali. Gli scarti di lavorazione costituiscono la categoria più rappresentata (190 pezzi, 44%) dell insieme in quarzo uluzziano. si può osservare come la quasi totalità degli scarti presenti dimensioni ridotte; inferiori ai 12 mm (109 pezzi), o comprese tra 13 e 25 mm (75 pezzi), mentre appena sei superano i 26 mm. 2 Nella percussione indiretta posata il pezzo viene utilizzato come strumento intermedio (cuneo/sgorbia) nella lavorazione di materiali organici. Questa tecnica non va confusa con la percussione diretta posata messa in opera per produrre manufatti. Nel primo caso, infatti, l oggetto della lavorazione è l osso/legno/avorio, mentre nel secondo è il pezzo scagliato stesso. Certo è innegabile che con la percussione indiretta posata si possano produrre numerose schegge o lamelle, ma queste non sono un prodotto I cunei bipolari scagliati Nell industria uluzziana di Grotta la Fabbrica sono stati riconosciuti alcuni cunei bipolari scagliati, creati tramite percussione indiretta posata 2 (fig ), sui quali sono stati riscontrati segni tipici, quali scagliature su due margini opposti, di cui almeno uno tranciante, e morfologia generalmente quadrangolare. Quest insieme comprende sia cunei integri (7 pezzi) che frammenti (12 pezzi). Dei sette cunei bipolari integri nessuno presenta residui di cortice. Nonostante questo, i pezzi sembrano ricavati prevalentemente da quarzo filoniano di qualità superiore alla media. Dal punto di vista morfologico i pezzi sono generalmente quadrangolari, benché raramente regolari. Per quanto riguarda le dimensioni, solo 2 pezzi superano i 25 mm, mentre gli altri 5 presentano dimensioni inferiori. lo spessore dei pezzi è piuttosto considerevole, poiché anche in quelli più piccoli non è mai inferiore ai 6 mm. tutti i pezzi presentano un margine tranciante scagliato (attivo), mentre quello opposto mostra scagliature più irregolari o presenta fratturazioni causate della percussione. l intensità e la quantità di scagliature è variabile, ma ciò è inevitabilmente collegato all utilizzo e alla morfologia del supporto. I trancianti di tutti i pezzi presentano scagliature bifacciali, seppur interessanti una superficie piuttosto limitata. solo alcuni pezzi presentano una faccia appiattita dagli choc bipolari, mentre più diffusi sono gli scheggiamenti in prossimità dei due margini oggetto dell azione percussiva. È difficile identificare la tipologia del supporto utilizzato come cuneo, anche se almeno 3 pezzi sono ricavati da schegge. tra i frammenti di cunei bipolari nessun pezzo mostra residui di cortice. osservando le fratture che questi presentano, possiamo notare come in alcuni casi esse siano dovute a difetti diaclasici, in altri ad errori dello scheggiatore. Nonostante la frammentarietà, questi supporti hanno mantenuto una forma allungata e, a causa dell incidente occorso, hanno assunto una morfologia triangolare o irregolarmente quadrangolare. tutti i pezzi presentano un margine tranciante o parte di esso, sette pezzi su dodici presentano tranciante con scagliature bifacciali, anche se esse risultano variamente marcate e diffuse (in relazione al materiale su cui sono stati utilizzati e alla durata dell utilizzo). Così mirato, bensì connaturato ai colpi violenti a cui sono sottoposte le estremità del cuneo/sgorbia durante l utilizzo.

11 02_Dini-impaginato_Layout 1 28/12/ Pagina 31 lo sfruttamento DEl QUARzo NEl MUstERIANo 31 Fig. 7 - Cunei bipolari in quarzo dal livello uluzziano: 1, 2 (1:1). Quartz bipolar wedge of uluzzian level: 1, 2 (1:1). come i cunei bipolari integri, anche tra i frammenti, non tutti mostrano l appiattimento di una faccia a causa degli choc bipolari. I ritoccati I pezzi ritoccati in quarzo di Grotta la Fabbrica sono stati analizzati seguendo lo stesso iter che si attua nell analisi dell industria ritoccata su altri litotipi, poiché una valutazione secondo una serie di caratteri ad hoc andrebbe a perpetrare la passata concezione che vede in questa roccia un materiale di seconda scelta. Infatti, le differenze dovute alla natura petrografica del quarzo sono state già considerate al momento della valutazione dei prodotti del débitage. I ritoccati sono 8 e costituiscono appena l 1,8%. tra i pezzi ritoccati sono distinguibili 4 frammenti di scheggia, mentre il ritocco e la frammentarietà impediscono di identificare la natura degli altri quattro supporti. A livello tipologico, lo strumentario in quarzo è composto da raschiatoi, denticolati ed erti differenziati. I ritocchi sono in genere marginali e sono stati riscontrati solo i modi semplice ed erto, l andamento è denticolato e più raramente continuo (fig ). l utilizzo del ritocco per aumentare la funzionalità dei supporti a faccia piana è limitato a pochi pezzi solo marginalmente modificati, questo può essere spiegato sia per la fragilità del quarzo utilizzato (facilmente frammentabile, come già sottolineato), sia per la sua riconosciuta (Alaux 1972; Mourre 1996) maggiore capacità di tagliare se il bordo della scheggia/lama non viene ritoccato e quindi utilizzato così come prodotto. Conclusioni Dall analisi del complesso litico appare evidente come gli scheggiatori uluzziani di Grotta la Fabbrica avessero una specifica conoscenza di pregi e difetti del materiale, adottando strategie di sfruttamento appropriate a seconda della qualità del blocco, in funzione di uno sfruttamento utilitaristico, che mostra un investimento tecnologico solo dove giustificato. la maggior parte dei nuclei in quarzo filoniano presentano una morfologia poliedrica, uno sfruttamento dei piani non gerarchizzato e senza nessuna predeterminazione. Per contro, sembra visibile uno sfruttamento più ponderato dei pezzi di migliore qualità, per i quali un impegno maggiore appare giustificato. Inoltre, due blocchi sembrano mostrare una preparazione più elaborata, attestata dalla loro morfologia piramidale, anche se su questi pezzi il débitage non sembra essere andato oltre uno sfruttamento iniziale (probabilmente a causa delle molte diaclasi). I supporti staccati variano in maniera notevole sia per forma che per dimensione, anche se a dominare sono comunque le schegge. I prodotti del débitage inferiori ai 12 mm raggiungono il 30,5%, che, sommati a quelli compresi tra i 12 e i 25 mm (il 38,8%) e alla grande quantità di pezzi nucleiformi (67 pezzi), permettono di affermare che il quarzo veniva lavorato sul posto. l 81,5% delle schegge risulta privo di cortice sulla faccia dorsale, anche se

12 02_Dini-impaginato_Layout 1 28/12/ Pagina M. DINI - J. CoNFoRtI Fig. 8 - supporti ritoccati in quarzo dal livello uluzziano: 1, 2, 3. Il ritocco è evidenziato con una linea (1:1). Quarz retouched pieces of uluzzian level: 1, 2, 3 (1:1).. Retouch is underlined by a line (1:1). questo dato deve tener conto della frammentarietà dell insieme in esame. solo un numero ristretto di pezzi è stato ritoccato per la difficoltà di modificare supporti sottili fortemente diaclasati, mentre il quarzo sembra rivestire un ruolo non secondario nel gruppo dei cunei bipolari, rappresentati in una gamma piuttosto variegata sia per forme che per dimensioni e che, visto il discreto numero, dovevano essere funzionali al loro scopo (considerata anche l ampia disponibilità di altre materie prime nel sito). Questo permette di affermare senza alcun dubbio che il quarzo era considerato come una risorsa importante dagli scheggiatori uluzziani, ricercata e specificatamente sfruttata, al fine di ottenere supporti mirati, da utilizzare così come ottenuti o previo ritocco. Non deve inoltre ingannare la grande quantità di diaclasi riscontrabili sui pezzi, i cui effetti erano certamente conosciuti dagli scheggiatori preistorici, che sapevano come evitarle, ma anche piegarle ai loro scopi al fine di ottenere uno sfruttamento ottimale del blocco. Ciò dimostra quindi una conoscenza del quarzo non meno profonda rispetto a quella delle materie prime solitamente considerate di prim ordine, quali diaspro e selce. M.D. l INDUstRIA AURIGNAzIANA IN QUARzo Introduzione l insieme in quarzo dei livelli aurignaziani di Grotta la Fabbrica è costituita da 121 pezzi e, nel quadro della totalità dell industria, questa quantità rappresenta certamente una percentuale non trascurabile (16,4% circa). l insieme in quarzo è ricavato, come nei livelli precedentemente analizzati, da quarzo filoniano e solo una minima parte da ciottoli. Ciò è evidenziato soprattutto sulla base della grande quantità di diaclasi che attraversano i pezzi, piuttosto che dai residui di cortice, i quali sono relativamente rari. Analizzando la distribuzione dei pezzi, ben 55 sono stati rinvenuti nel quadrato D8 e altri 42 nel quadrato E8. I restanti 23 pezzi sono presenti in concentrazioni numericamente più ridotte in altri quattro quadrati dell area di scavo. l importante concentrazione nei quadrati adiacenti E8-D8 permette di ipotizzare che in questa specifica area avvenisse la scheggiatura del quarzo. Quest ipotesi è suffragata, oltre che dal numero di pezzi (l 80% del totale dell industria), dal fatto che in questi due quadrati sono stati rinvenuti tutti i tipi di prodotti: nuclei, scarti, schegge, ecc. A questa considerazione si deve, però, aggiungere che una parte non trascurabile del deposito è stata soggetta nel tempo a importanti fenomeni erosivi e quindi non si può escludere che anche in altre porzioni di grotta avvenisse la lavorazione di questo materiale, oggi rinvenuto fuori stratigrafia. I supporti scheggiati tra i supporti scheggiati si contano 2 nuclei, 3 frammenti di nucleo e 6 residui. I due nuclei rinvenuti presentano entrambi una morfologia poliedrica e sono stati ricavati ambedue da quarzo filoniano di discreta qualità, scarsamente diaclasato. Uno è lungo 31 mm e sembra essere stato sfruttato con la tecnica bipolare su incudine; i due punti oggetto della percussione (del percussore e dell incudine) sembrano essere neocorticati, il piano di percussione che è stato colpito direttamente dal percussore presenta evidenti scagliature e sembra che, ruotando il

13 02_Dini-impaginato_Layout 1 28/12/ Pagina 33 lo sfruttamento DEl QUARzo NEl MUstERIANo 33 nucleo sul suo asse principale, siano state estratte almeno 4 schegge (fig. 9.1). l altro è lungo 35 mm, è totalmente decorticato, se si esclude una piccola porzione su una delle facce laterali, le due estremità presentano delle rotture ed una in particolare è ampia e irregolare, gli stacchi sono almeno 7 e si propagano in più direzioni. si può ipotizzate però che, viste le dimensioni, almeno nella fase finale dello sfruttamento, lo scheggiatore possa essere ricorso alla percussione su incudine (fig. 9.2). I tre frammenti di nucleo identificati sono stati inseriti in questa categoria per la compresenza di stacchi e fratture involontarie (sia fratture vere e proprie che diaclasi). Uno è più piccolo di 20 mm, presenta stacchi su entrambe le facce ed è rotto longitudinalmente. Un altro è lungo 31 mm, sembra sia stato sfruttato variando continuamente il piano di percussione e presenta diverse fratture che gli hanno conferito una forma pseudo romboidale. Un altro, lungo anch esso 31 mm, è stato sfruttato variando continuamente la posizione del piano di percussione, una faccia presenta tracce di cortice e una frattura longitudinale ritaglia alcuni dei negativi presenti su questa superficie. tra i residui di nucleo sono stati inseriti quei pezzi nucleiformi, dove il débitage si è spinto fino all esaurimento dei piani favorevoli. tutti i pezzi presentano una forma poliedrica, gli stacchi interessano tutte le facce dei pezzi e in cinque casi su sei le misure non vanno oltre i 25 mm, mentre in un solo caso raggiungono i 30 mm. Uno dei residui presenta una forma vagamente semilunata e un certo numero di stacchi volti ad ottenere piccole schegge. Un altro, ricavato da un quarzo lattaceo privo di diaclasi, presenta diversi negativi lamellari e scagliature evidenti su un estremità che sembrano comprovare, unitamente alle ridotte dimensioni, un suo sfruttamento mediante tecnica bipolare (fig. 9.3) I supporti a faccia piana I prodotti integri rappresentano appena il 6% ca. dell intero insieme in quarzo. Ciò è dovuto al fatto che la quasi totalità dell industria è ricavata da quarzo filoniano, ricco quindi di diaclasi che aumentano in modo esponenziale la probabilità che il pezzo si fratturi involontariamente. I talloni sono sia preparati lisci che corticati. le dimensioni coprono tutte le classi dimensionali definite. Una delle schegge è una lamella di appena 12 mm, priva di cortice sul dorso e che per finezza non ha niente da invidiare ai suoi omologhi in selce. Un altra è una lamella dalla forma molto irregolare, ricavata da un ciottolo di quarzo lattaceo, con la faccia dorsale totalmente corticata (non si è trovata nessuna possibilità di rimontaggio con il residuo di nucleo precedentemente descritto). Un altra presenta evidenti segni di percussione bipolare. I frammenti di scheggia rappresentano la porzione più consistente dell insieme (il 60% circa, 71 pezzi). Come già detto sopra, l origine del quarzo ha fortemente condizionato i prodotti ottenuti con un gran numero di diaclasi, a cui si vanno ad aggiungere una buona quantità di incidenti di siret di vario tipo (ne sono stati individuati almeno 20) e di incidenti generici per i quali non si può stabilire se la rottura sia avvenuta durante o dopo il débitage. Nonostante la frammentarietà almeno 6 pezzi presentano scagliature su due margini opposti, il che suggerisce che essi siano stati ottenuti con una percussione bipolare. Altri 11 pezzi presentano scagliature su un margine, a confermare la necessità di colpi più potenti per il distacco delle schegge in quarzo. Generalmente le scagliature si osservano su frammenti di scheggia piuttosto sottili, mentre sono di solito assenti su quei pezzi più spessi (con tallone corticato) dove il colpo ha avuto modo di assorbirsi meglio e in certi casi si è venuto a creare anche una sorta di bulbo. I talloni sono prevalentemente rotti o asportati (il 51% di tutte le schegge frammentate), seguiti da quelli scagliati (18%) e lisci (17% circa), mentre quelli corticati sono appena il 7%. Quasi il 70% dei frammenti di scheggia è privo di cortice sul dorso e la percentuale restante presenta generalmente tracce molto limitate. Uno dei frammenti di scheggia presenta la faccia dorsale coperta di stacchi che s intersecano tra loro, mentre la faccia inferiore è piatta; essa è stata interpretata come una scheggia di ripreparazione/ripristino della superficie di scheggiatura. Un altro frammento è di forma triangolare, diaclasato, presenta il tallone corticato e sono osservabili degli pseudo ritocchi sulla faccia dorsale volti a regolarizzarne la morfologia. Scarti e supporti naturali In questa categoria abbiamo inserito tutti quei frammenti (29) che per l elevato numero di

14 02_Dini-impaginato_Layout 1 28/12/ Pagina M. DINI - J. CoNFoRtI Fig. 9 - Pezzi nucleiformi in quarzo dai livelli aurignaziani: 1. nucleo sfruttato con la tecnica bipolare; 2. nucleo poliedrico; 3. Residuo di nucleo sfruttato con la tecnica bipolare (1:1). Quartz nucleus pieces of aurignacian levels: 1. bipolar core; 2. polyhedric core; 3. bipolar nucleus residue (1:1). fratture e diaclasi non è stato possibile inserire in una delle due categorie precedenti, ma che non consideriamo frutto di azioni naturali. le dimensioni vanno da un minimo di 9 mm ad un massimo di 32 mm. A questi si aggiungono 3 pezzi privi di qualsiasi segno riconducibile ad un attività antropica. I ritoccati I pezzi ritoccati sono 8 e costituiscono il 7% dell industria in quarzo aurignaziana. In questo insieme possiamo distinguere 6 pezzi su frammenti di scheggia e 2 su scarto. I due pezzi su scarto sono stati definiti tali poiché le dimensioni, inferiori a 10 mm, unite alla frammenta-

15 02_Dini-impaginato_Layout 1 28/12/ Pagina 35 lo sfruttamento DEl QUARzo NEl MUstERIANo 35 Fig supporti ritoccati in quarzo dai livelli aurignaziani: 1. pseudo-grattatoio frammentario il quale presenta un ritocco continuo su uno dei margini lateriali; 2. possibile cuneo bipolare; 3. raschiatoio. Il ritocco è evidenziato con una linea (1:1). Quartz retouched pieces of aurignacian levels: 1. probable fragmentary scraper with a continuous retouch on a side; 2. probable bipolar wedge; 3. scraper. Retouch is underlined by a line (1:1). rietà, impediscono di stabilire con certezza quale sia la faccia dorsale e quale quella ventrale. Il ritocco è per entrambi semplice, in un caso marginale, mentre nell altro modifica chiaramente il profilo del bordo. I 6 frammenti di scheggia rimanenti presentano dimensioni e morfologie piuttosto variegate, tipologicamente si riconoscono raschiatoi (fig. 10.3), erti differenziati, un possibile cuneo bipolare scagliato (fig. 10.2) e un ultimo frammento di scheggia di forma irregolarmente triangolare a causa di un importante frattura che ha diviso il pezzo secondo il suo asse (fig. 10.1). Esso è lungo 29 mm, largo 15 mm e spesso 12 mm e uno dei margini laterali presenta un ritocco continuo. Poiché la frattura che interessa l asse dello strumento rende la lettura del tallone molto difficile, ci limiteremo alla semplice descrizione delle due estremità del pezzo: una delle due estremità è lacunosa a causa di una frattura, l altra presenta due stacchi adiacenti sulla faccia dorsale e una frattura in step che interessa la faccia inferiore poco oltre il bordo, contribuendo ad affilare quest ultimo. Queste caratteristiche, in mancanza della restante porzione del pezzo, lasciano aperte due possibilità per questa seconda estremità: o essa è parte di un piano faccettato, dove la violenza del colpo che ha staccato il supporto è indicata dalla frattura in prossimità del bordo, o essa è una parte della fronte di un grattatoio (Fr. G), dove la frattura che ha affilato il bordo è indicativa della sua funzionalità. Conclusioni Come nei livelli sottostanti, anche in quello aurignaziano, i nuclei analizzati mostrano uno sfruttamento semplice e opportunistico, fortemente condizionato dalla qualità della materia prima. I prodotti a faccia piana sono di varie forme e dimensioni, ma la loro alta frammentarietà ci impedisce di cogliere eventuali peculiarità nella produzione, benché sembri ben attestata la tecnica bipolare. I prodotti ritoccati, oltre ad essere numericamente scarsi, sono anche di fattura piuttosto approssimativa, ma, nonostante ciò, è possibile affermare che il quarzo rivestisse un ruolo non secondario nell economia del débitage dei gruppi aurignaziani che abitarono la grotta. J.C. CoNsIDERAzIoNI Nell analisi complessiva dell industria in quarzo di Grotta la Fabbrica vi sono elementi comuni che legano i vari complessi litici ed alcune specificità. Partendo da questi presupposti le considerazioni che andremo a formulare sono di ordine tecnico (produzione intrasite) e culturale (confronto con altri siti). Considerazioni tecniche I nuclei analizzati sembrano sfruttati senza un progetto tecnico predeterminato, impossibile da pianificare per la scarsa qualità del quarzo

16 02_Dini-impaginato_Layout 1 28/12/ Pagina M. DINI - J. CoNFoRtI impiegato. Il loro sfruttamento, stacco dopo stacco, era condizionato delle diaclasi, che non permettevano né di produrre serie di supporti standardizzati, né di ottenere da un singolo blocco una produzione economicamente vantaggiosa. Gli scheggiatori, indipendentemente dall ambito culturale, si erano orientati verso uno sfruttamento piuttosto semplice, con lo stacco disorganizzato di supporti di varia forma e dimensione, variando continuamente la posizione dei piani attivi e passivi, al solo fine di staccare il maggior numero di supporti, evitando il più possibile le diaclasi e arrestando il débitage al sorgere delle prime difficoltà. Di contro, i blocchi di migliore qualità (percentualmente assai scarsi) venivano sfruttati fino al loro esaurimento, cioè fino a quando non era più possibile staccare prodotti di dimensioni sufficienti o finché il proseguimento del débitage era giudicato inattuabile in base ai criteri di gestione della materia prima. solo nell Uluzziano ad una produzione opportunistica si affianca anche uno sfruttamento più elaborato, come dimostra la morfologia piramidale di due nuclei, peraltro abbandonati ad una fase di lavorazione poco più che iniziale. Un certo interesse riveste la produzione bipolare riscontrata nell Uluzziano e nell Aurignaziano. la fabbricazione di piece esquillée in selce e diaspro è abbondante e tipologicamente diversificata e questa tendenza è rilevata anche con il quarzo, come dimostrato dalla produzione di cunei ed altri manufatti a bordi scagliati. I cunei, spessi e di forma quadrangolare, realizzati per percussione indiretta posata, presentano un margine attivo scagliato, mentre quello opposto mostra scagliature più irregolari o fratturazioni causate della percussione. I trancianti di tutti i pezzi mostrano scagliature bifacciali, seppur interessanti una superficie piuttosto limitata. solo alcuni pezzi hanno una faccia appiattita dagli choc bipolari, mentre più diffusi sono gli scheggiamenti in prossimità dei due margini oggetto dell azione percussiva. Analisi traceologiche condotte sugli omologhi in selce (Rigaud 1977; bouvier 1979; le brun-ricalens 1989 e 2006) evidenziano che questi strumenti erano impiegati per la lavorazione di materiali organici e quindi è presumibile pensare che anche i cunei/sgorbie in quarzo svolgessero questa funzione. Nell Aurignaziano troviamo altri prodotti con bordi scagliati (schegge e lamelle microlitiche) che sono il risultato di una percussione bipolare messa in opera per lo sfruttamento finale dei blocchi di materia prima di migliore qualità non più gestibili con la percussione diretta. I supporti a faccia piana, come già sottolineato nei paragrafi conclusivi relativi alle varie culture, sono di varie forme e dimensioni, generalmente privi di cortice e frammentati; numerosi sono gli incidenti, soprattutto quelli di siret, ma non mancano pezzi riflessi e a faccia ventrale diedra. I talloni mostrano un basso grado di preparazione (in linea con i piani di percussione dei nuclei) e non si è riscontrata nessuna morfologia dominante o tipica. In tutti i livelli, una percentuale rilevante è costituita dagli scarti di lavorazione e sempre presenti sono anche i supporti naturali (ciottoli o piccoli blocchi) privi di tracce di lavorazione. su 589 pezzi in quarzo, solo 17 risultano ritoccati e, ad eccezione di un frammento di grattatoio (peraltro dubbio) rinvenuto nel livello aurignaziano, gli altri strumenti appaiono tecnicamente modesti e ascrivibili ai tipi più comuni della famiglia (senso lapalce) del substrato. In conclusione, possiamo affermare che i gruppi umani che abitarono la grotta nel Musteriano erano poco attratti da questa materia prima e la produzione di supporti in quarzo sembra più casuale che ricercata. Nel livello Uluzziano, invece, la lavorazione di questa materia prima si affianca, con decisione e con soluzioni tecniche ponderate, alla produzione di supporti con altri litotipi locali (diaspri) e la realizzazione di strumenti particolari come i cunei scagliati ne è la prova. Nell Aurignaziano la varietà dei prodotti appare piuttosto limitata, ma essi dovevano comunque essere funzionali al loro scopo, in quanto, nonostante la grande quantità di altre materie prime, importate anche da lunghe distanze (come la scaglia marchigiana), gli scheggiatori aurignaziani non vollero rinunciare all uso del quarzo. Confronti con altri siti Dallo studio di alcune industrie in quarzo dell Europa occidentale, contemporanee agli insiemi di Grotta la Fabbrica, emergono vari elementi in comune, quali: - acquisizione strettamente locale della materia prima; - scarsa qualità del quarzo impiegato che ha for-

L analisi stratigrafica delle murature in elevato

L analisi stratigrafica delle murature in elevato Rilievo dell architettura. Il rilievo per l archeologia L analisi stratigrafica delle murature in elevato Rilevare la struttura muraria ed i suoi corredi funzionali ed estetici, costituisce una operazione

Dettagli

OTTICA GEOMETRICA. Ovvero la retta perpendicolare alla superficie riflettente. Figura 1. Figura 2

OTTICA GEOMETRICA. Ovvero la retta perpendicolare alla superficie riflettente. Figura 1. Figura 2 OTTICA GEOMETRICA L ottica geometrica si occupa di tutta quella branca della fisica che ha a che fare con lenti, specchi, vetri e cose simili. Viene chiamata geometrica in quanto non interessa la natura

Dettagli

GRIGLIA DI CORREZIONE PER LA PRIMA PROVA A - ANALISI DEL TESTO COMPRENSIONE ED INTERPRETAZIONE

GRIGLIA DI CORREZIONE PER LA PRIMA PROVA A - ANALISI DEL TESTO COMPRENSIONE ED INTERPRETAZIONE COGNOME NOME CLASSE GRIGLIA DI CORREZIONE PER LA PRIMA PROVA A - ANALISI DEL TESTO INDICATORI DESCRITTORI COMPRENSIONE ED INTERPRETAZIONE DATA PUNTI Piena comprensione del testo in tutti i suoi livelli

Dettagli

LOCALITÀ TALIENTO F. 13 p PROPRIETÀ CENTOLA RELAZIONE ARCHEOLOGICA

LOCALITÀ TALIENTO F. 13 p PROPRIETÀ CENTOLA RELAZIONE ARCHEOLOGICA FORMIA LOCALITÀ TALIENTO F. 13 p. 1459 PROPRIETÀ CENTOLA RELAZIONE ARCHEOLOGICA L appezzamento di terreno, circa 5.000 mq., di proprietà Centola (F. 13, p. 1459) è situato in località Taliento e rimane

Dettagli

LA TRANSIZIONE PALEOLITICO MEDIO - PALEOLITICO SUPERIORE NELLA GROTTA LA FABBRICA (GROSSETO - TOSCANA)

LA TRANSIZIONE PALEOLITICO MEDIO - PALEOLITICO SUPERIORE NELLA GROTTA LA FABBRICA (GROSSETO - TOSCANA) Atti Soc. tosc. Sci. nat., Mem., Serie A., 117-119 (2012) pagg. 17-25, figg. 11; doi: 10.2424/ASTSN.M.2012.24 MARIO DINI, CARLO TOZZI (*) LA TRANSIZIONE PALEOLITICO MEDIO - PALEOLITICO SUPERIORE NELLA

Dettagli

Legenda. Fig. 7 Lo stato di consistenza : Sud

Legenda. Fig. 7 Lo stato di consistenza : Sud Legenda Fig. 7 Lo stato di consistenza : Sud 97 98 Legenda Fig. 8 Lo stato di consistenza : Isole 99 5. LEGGE OBIETTIVO: POSSIBILI PRIORITÀ DI INTERVENTO In premessa rispetto alle elaborazioni successivamente

Dettagli

Mousterian industry, Middle Paleolithic, Tuscany.

Mousterian industry, Middle Paleolithic, Tuscany. Alli Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Serie A, 100 (1993) pagg. 1 11, figg. 4 A. DANI (*), P. GIUNTI (**), F. MENICUCCI (***) L'INDUSTRIA MUSTERIANA DI QUERCE (FIRENZE) Riassunto - Gli autori descrivono un'industria

Dettagli

B r e v e a n a l i s i d e l l e p r i n c i p a l i c a r a t t e r i s t i c h e d e m o g r a f i c h e

B r e v e a n a l i s i d e l l e p r i n c i p a l i c a r a t t e r i s t i c h e d e m o g r a f i c h e COMUNE DI UDINE Dipartimento Affari Generali Unità Organizzativa Studi e Statistica GLI ANZIANI NEL COMUNE DI UDINE B r e v e a n a l i s i d e l l e p r i n c i p a l i c a r a t t e r i s t i c h e d

Dettagli

PROBABILITA. Distribuzione di probabilità

PROBABILITA. Distribuzione di probabilità DISTRIBUZIONI di PROBABILITA Distribuzione di probabilità Si definisce distribuzione di probabilità il valore delle probabilità associate a tutti gli eventi possibili connessi ad un certo numero di prove

Dettagli

I precursori della lettura e della scrittura

I precursori della lettura e della scrittura I precursori della lettura e della scrittura La lettura dei dati e l attribuzione dei punteggi Anno scolastico 2015/16 Maria Angela Tononi 1. Rappresentazione schema corporeo Prove 1-3-4 Punteggio massimo:

Dettagli

GENERALITA SULLE SEZIONI

GENERALITA SULLE SEZIONI GENERALITA SULLE SEZIONI Studiati i modi con cui nel disegno tecnico si effettua la rappresentazione degli oggetti (proiezioni ortogonali) si deve ora passare allo studio delle sezioni. Questo argomento

Dettagli

Simulazione. D.E.I.S. Università di Bologna DEISNet

Simulazione. D.E.I.S. Università di Bologna DEISNet Simulazione D.E.I.S. Università di Bologna DEISNet http://deisnet.deis.unibo.it/ Introduzione Per valutare le prestazioni di un sistema esistono due approcci sostanzialmente differenti Analisi si basa

Dettagli

Laureati di primo livello in Piemonte: i numeri della transizione ai corsi di laurea specialistica

Laureati di primo livello in Piemonte: i numeri della transizione ai corsi di laurea specialistica di primo livello in Piemonte: i numeri della transizione ai corsi di laurea specialistica a cura di Alberto Stanchi 1. Premessa La presente analisi verte sulla transizione dal primo al secondo livello

Dettagli

Introduzione ai Controlli Non Distruttivi. Corso di Tecnologie dei Materiali non Convenzionali - Prof. Luigi Carrino 1

Introduzione ai Controlli Non Distruttivi. Corso di Tecnologie dei Materiali non Convenzionali - Prof. Luigi Carrino 1 Introduzione ai Controlli Non Distruttivi Corso di Tecnologie dei Materiali non Convenzionali - Prof. Luigi Carrino 1 Introduzione I compositi hanno applicazione nei campi produttivi più disparati: AERONAUTICO

Dettagli

NYLON-CARBON DUREZZA & TRAZIONE

NYLON-CARBON DUREZZA & TRAZIONE NYLON-CARBON DUREZZA & TRAZIONE D R. F L A V I A N A C A L I G N A NO D R. M A S S I M O L O R U S S O D R. I G N A Z I O R O P P O L O N Y LO N - C A R BON PROVE DI DUREZZA E DI TRAZIONE INTRODUZIONE

Dettagli

Corso di Tecnologia dei Materiali ed Elementi di Chimica. Docente: Dr. Giorgio Pia

Corso di Tecnologia dei Materiali ed Elementi di Chimica. Docente: Dr. Giorgio Pia Corso di Tecnologia dei Materiali ed Elementi di Chimica Docente: Dr. Giorgio Pia L Idratazione 2C 3 S + 6H = C 3 S 2 H 3 + 3Ca(OH) 2 2C 2 S + 4H = C 3 S 2 H 3 + Ca(OH) 2 L Idratazione 2C 3 S + 6H = C

Dettagli

1.2 Vulnerabilità sismica delle costruzioni in muratura

1.2 Vulnerabilità sismica delle costruzioni in muratura Capitolo I Introduzione 1.2 Vulnerabilità sismica delle costruzioni in muratura Prima dell introduzione di norme specifiche e cioè di fatto fino a pochi decenni fa (escludendo singoli provvedimenti o raccomandazioni

Dettagli

TRACCIA DI STUDIO. Indici di dispersione assoluta per misure quantitative

TRACCIA DI STUDIO. Indici di dispersione assoluta per misure quantitative TRACCIA DI STUDIO Un indice di tendenza centrale non è sufficiente a descrivere completamente un fenomeno. Gli indici di dispersione assolvono il compito di rappresentare la capacità di un fenomeno a manifestarsi

Dettagli

Aggiornamento dell area di espandimento dello scenario basso in data 10 aprile 2014

Aggiornamento dell area di espandimento dello scenario basso in data 10 aprile 2014 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO BICOCCA DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELL'AMBIENTE e TERRITORIO e di SCIENZE DELLA TERRA Regione Autonoma Valle d Aosta Dipartimento difesa del suolo e risorse idriche Servizio

Dettagli

Indagini archeologiche nella chiesa arcipretale di Bondeno (FE)

Indagini archeologiche nella chiesa arcipretale di Bondeno (FE) Indagini archeologiche nella chiesa arcipretale di Bondeno (FE) Committenza Associazione Bondeno Cultura Direzione scientifica Dott.ssa Chiara Guarnieri 1 Premessa Premessa Le indagini sono state condotte

Dettagli

Programma Nazionale Biocombustibili PROBIO ASPETTI DI MERCATO: LA SITUAZIONE NAZIONALE E LE PROSPETTIVE

Programma Nazionale Biocombustibili PROBIO ASPETTI DI MERCATO: LA SITUAZIONE NAZIONALE E LE PROSPETTIVE ASPETTI DI MERCATO: LA SITUAZIONE NAZIONALE E LE PROSPETTIVE Antonio Panvini (CTI Energia Ambiente) Nei primi mesi del 00 il Comitato Termotecnico Italiano ha condotto un indagine tra i produttori di pellet

Dettagli

TEORIA DEGLI ERRORI DI MISURA, IL CALCOLO DELLE INCERTEZZE

TEORIA DEGLI ERRORI DI MISURA, IL CALCOLO DELLE INCERTEZZE TEORIA DEGLI ERRORI DI MISURA, IL CALCOLO DELLE INCERTEZZE Errore di misura è la differenza fra l indicazione fornita dallo strumento e la dimensione vera della grandezza. Supponendo che la grandezza vera

Dettagli

La quantità di rifiuti urbani prodotti in Italia ha registrato un incremento continuo di circa il 2,7% annuo negli ultimi tre anni.

La quantità di rifiuti urbani prodotti in Italia ha registrato un incremento continuo di circa il 2,7% annuo negli ultimi tre anni. Produzione e trattamento rifiuti in Italia nel 2006 (Dati e tabelle dal Rapporto Rifiuti 2007 dell APAT) La quantità di rifiuti urbani prodotti in Italia ha registrato un incremento continuo di circa il

Dettagli

UNITÀ DIDATTICA 5 LA RETTA

UNITÀ DIDATTICA 5 LA RETTA UNITÀ DIDATTICA 5 LA RETTA 5.1 - La retta Equazione generica della retta Dalle considerazioni emerse nel precedente capitolo abbiamo compreso come una funzione possa essere rappresentata da un insieme

Dettagli

STUDIO DEI MATERIALI DI INCOLLAGGIO E STUCCATURA DELLA STATUA DI EROE APPARTENENTE ALLA COLLEZIONE DI PALAZZO LANCELLOTTI AI CORONARI, ROMA

STUDIO DEI MATERIALI DI INCOLLAGGIO E STUCCATURA DELLA STATUA DI EROE APPARTENENTE ALLA COLLEZIONE DI PALAZZO LANCELLOTTI AI CORONARI, ROMA STUDIO DEI MATERIALI DI INCOLLAGGIO E STUCCATURA DELLA STATUA DI EROE APPARTENENTE ALLA COLLEZIONE DI PALAZZO LANCELLOTTI AI CORONARI, ROMA Dott.ssa Anna Maria MECCHI Dott.ssa Susanna BRACCI Dott. Fabio

Dettagli

SINTESI DELL INDAGINE INVALSI 2011 MATEMATICA. (II classe delle superiori, non ancora riformata)

SINTESI DELL INDAGINE INVALSI 2011 MATEMATICA. (II classe delle superiori, non ancora riformata) SINTESI DELL INDAGINE INVALSI 2011 MATEMATICA (II classe delle superiori, non ancora riformata) Al termine dell a.s. 2010-2011, l INVALSI, nell ambito del Servizio Nazionale di Valutazione, ha realizzato

Dettagli

5.4. La matrice di correlazione

5.4. La matrice di correlazione 6 CO 4 (mg/m 3 ) 2 domenica lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato Giorni della settimana P. Bissuola Outliers Extremes P. Matter Outliers Extremes Le distribuzioni degli inquinanti non mostrano

Dettagli

Monete da 1 centesimo e 2 Centesimi di lira 4 Mani

Monete da 1 centesimo e 2 Centesimi di lira 4 Mani Errore di conio: le varianti top più rare Oramai da diversi anni il Collezionismo numismatico si è indirizzato verso un tipo di monetazione che per molto tempo non è stato mai preso in considerazione.

Dettagli

RELAZIONE SULLA RESTITUZIONE DEI DATI INVALSI ANNO SCOLASTICO 2015/2016

RELAZIONE SULLA RESTITUZIONE DEI DATI INVALSI ANNO SCOLASTICO 2015/2016 ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE N. 2 SANT AGATA de GOTI Viale Vittorio Emanuele III - 82019 Sant Agata de Goti (BN) Tel./Fax 0823/953048 e-mail: bnic827002@istruzione.it - pec: bnic827002@pec.istruzione.it

Dettagli

Corso di Economia e Gestione delle Imprese. Corso di Economia e Gestione delle Imprese

Corso di Economia e Gestione delle Imprese. Corso di Economia e Gestione delle Imprese Corso di Economia e Gestione delle Imprese La La produzione LE TIPOLOGIE DI PRODOTTO Dal punto di vista tecnico-produttivo si possono distinguere varie tipologie di prodotti in quanto a prodotti diversi

Dettagli

Albero delle decisioni per identificare un CCP. (domande per ciascun pericolo, materia prima o fase) un pericolo a livelli di rischio?

Albero delle decisioni per identificare un CCP. (domande per ciascun pericolo, materia prima o fase) un pericolo a livelli di rischio? Albero delle decisioni per identificare un CCP. (domande per ciascun pericolo, materia prima o fase) SI D1 - La materia prima può contenere un pericolo a livelli di rischio? NO Non è un CCP D2 - La successiva

Dettagli

SEZIONI E NORME DI RAPPRESENTAZIONE. Ing. Davide Russo Dipartimento IGIP

SEZIONI E NORME DI RAPPRESENTAZIONE. Ing. Davide Russo Dipartimento IGIP SEZIONI E NORME DI RAPPRESENTAZIONE Ing. Davide Russo Dipartimento IGIP ... NELLA LEZIONE PRECEDENTE Le viste ausiliarie I ribaltamenti Raccordi e tangenze Spigoli convenzionali... altre particolarità

Dettagli

Statistica. Campione

Statistica. Campione 1 STATISTICA DESCRITTIVA Temi considerati 1) 2) Distribuzioni statistiche 3) Rappresentazioni grafiche 4) Misure di tendenza centrale 5) Medie ferme o basali 6) Medie lasche o di posizione 7) Dispersione

Dettagli

Buone prassi per la certificazione delle competenze

Buone prassi per la certificazione delle competenze Buone prassi per la certificazione delle competenze Roberto Trinchero Università degli studi di Torino roberto.trinchero@unito.it AZIONE DI SISTEMA SULLA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE UFFICIO III 1 I

Dettagli

Introduzione ai Controlli Non Distruttivi. Corso di Tecnologie Speciali 2 - Prof. Luigi Carrino 1

Introduzione ai Controlli Non Distruttivi. Corso di Tecnologie Speciali 2 - Prof. Luigi Carrino 1 Introduzione ai Controlli Non Distruttivi Corso di Tecnologie Speciali 2 - Prof. Luigi Carrino 1 Introduzione I compositi hanno applicazione nei campi produttivi più disparati: AERONAUTICO Parti di ala,

Dettagli

PROFILO DELLE 106 AZIENDE PARTECIPANTI AL PROGETTO. Ripartizione delle aziende partecipanti per provincia

PROFILO DELLE 106 AZIENDE PARTECIPANTI AL PROGETTO. Ripartizione delle aziende partecipanti per provincia PROFILO DELLE 6 AZIENDE PARTECIPANTI AL PROGETTO Complessivamente 6 aziende hanno partecipato al progetto, beneficiando così di un check-up aziendale gratuito finanziato da Fondartigianato. Partendo dall

Dettagli

Parliamo di efficienza d antenna di Gioacchino Minafò IW9DQW

Parliamo di efficienza d antenna di Gioacchino Minafò IW9DQW Efficienza di un antenna filare Per stabilire l effetto della lunghezza dell antenna sulla potenza irradiata senza ricorrere all analisi qualitativa, possiamo legare la resistenza di radiazione R i alla

Dettagli

Le fibre tessili naturali sono quelle esistenti in natura, le tecnofibre - più comunemente conosciute come fibre chimiche - invece sono quelle

Le fibre tessili naturali sono quelle esistenti in natura, le tecnofibre - più comunemente conosciute come fibre chimiche - invece sono quelle Le fibre tessili. La fibra tessile è l'insieme dei prodotti fibrosi che, per la loro struttura, lunghezza, resistenza ed elasticità, hanno la proprietà di unirsi, attraverso la filatura, in fili sottili,

Dettagli

STUDIO DI SETTORE SM40B ATTIVITÀ COMMERCIO AL DETTAGLIO AMBULANTE A ATTIVITÀ ALTRO COMMERCIO AMBULANTE A

STUDIO DI SETTORE SM40B ATTIVITÀ COMMERCIO AL DETTAGLIO AMBULANTE A ATTIVITÀ ALTRO COMMERCIO AMBULANTE A STUDIO DI SETTORE SM40B ATTIVITÀ 52.62.7 COMMERCIO AL DETTAGLIO AMBULANTE A POSTEGGIO FISSO DI ALTRI ARTICOLI N.C.A., SE SI TRATTA DI FIORI, PIANTE E SEMENTI ATTIVITÀ 52.63.5 ALTRO COMMERCIO AMBULANTE

Dettagli

Modello numerico a supporto dell attivita sperimentale

Modello numerico a supporto dell attivita sperimentale EMMEDUE Advanced B u i l d i n g S y s t e m Modello numerico a supporto dell attivita sperimentale SISTEMA COSTRUTTIVO EMMEDUE RITAM ISRIM-UNIVERSITÁ DI PERUGIA CSM RITAM ISRIM UNIVERSITA DI PERUGIA CSM

Dettagli

APF1 AREE PRODUTTIVE DI FONDOVALLE

APF1 AREE PRODUTTIVE DI FONDOVALLE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 ( per 958 958 888 888 1270 1270 120 120 263 263 1366 1366 420 3 1260 17 1 17 128 1 128 75 1 75 1653 3212 4865 640 1480 L area dal punto di vista storico presenta due edifici (identificati

Dettagli

Laura Seragnoli Corso a.a L UOMO e l UTENSILE. DIFFERENZE tra UOMO e ANIMALE nell USO degli UTENSILI:

Laura Seragnoli Corso a.a L UOMO e l UTENSILE. DIFFERENZE tra UOMO e ANIMALE nell USO degli UTENSILI: L UOMO e l UTENSILE DIFFERENZE tra UOMO e ANIMALE nell USO degli UTENSILI: ANIMALE Abbandono pressoché istantaneo dell oggetto una volta utilizzato. no conservazione no miglioramento UOMO Conservazione

Dettagli

LA CARTA DEI VALORI DELLA COMUNITA COLLINARE DEL FRIULI

LA CARTA DEI VALORI DELLA COMUNITA COLLINARE DEL FRIULI LA CARTA DEI VALORI DELLA COMUNITA COLLINARE DEL FRIULI Servizi per l elaborazione della Carta dei Valori della Comunità Collinare del Friuli prevista dal progetto Susplan: Pianificazione Sostenibile in

Dettagli

SCIENZE E TECNOLOGIE APPLICATE SETTORE MARITTIMO

SCIENZE E TECNOLOGIE APPLICATE SETTORE MARITTIMO SCIENZE E TECNOLOGIE APPLICATE SETTORE MARITTIMO MODULO : UNO UNITA : TRE SCAFI IN ACCIAIO La necessità di costruire navi sempre più grandi e con una certa rapidità, ha portato ad abbandonare il legno

Dettagli

La prospettiva e i suoi strumenti teorici e tecnici

La prospettiva e i suoi strumenti teorici e tecnici Dispense del Corso di Disegno, tenuto da Riccardo Migliari nella Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni della Sapienza Università di Roma nell Anno Accademico 2009 2010 La prospettiva e i suoi strumenti

Dettagli

Studio di stabilità per una curva di luce ottenuta con CCD SBIG ST10XME e software di elaborazione MaximDL. (A cura di Fabio Zara)

Studio di stabilità per una curva di luce ottenuta con CCD SBIG ST10XME e software di elaborazione MaximDL. (A cura di Fabio Zara) Studio di stabilità per una curva di luce ottenuta con CCD SBIG ST10XME e software di elaborazione MaximDL (A cura di Fabio Zara) Introduzione La fotometria stellare in genere riguarda lo studio di una

Dettagli

Pedagogia sperimentale Prof. Giovanni Arduini

Pedagogia sperimentale Prof. Giovanni Arduini Pedagogia sperimentale Lezione n. 3 A.A. 2015/16 U.D. n.2: Tipi e metodi della ricerca pedagogica dall'età moderna ad oggi 1. Definizione di ricerca pedagogica Con il termine "ricerca" generalmente si

Dettagli

Possibili fasi di studio

Possibili fasi di studio Possibili fasi di studio Lo studio non implica solo la lettura ma una serie di operazioni diversificate, con l obiettivo di: capire il testo, rielaborare le informazioni in modo personale, assimilarne

Dettagli

QUADRO FESSURATIVO: FACCIATA OVEST rilievo effettuato il 1 Luglio 2004

QUADRO FESSURATIVO: FACCIATA OVEST rilievo effettuato il 1 Luglio 2004 LEGENDA Lesioni passanti Giunto dilatato Pietra lesionata Lesione trascurabile QUADRO FESSURATIVO: FACCIATA OVEST rilievo effettuato il 1 Luglio 2004 Generalità: Le discontinuità rilevate sono principalmente

Dettagli

ELABORAZIONI DATI BEACH LITTER SULLE SPIAGGE ITALIANE

ELABORAZIONI DATI BEACH LITTER SULLE SPIAGGE ITALIANE ELABORAZIONI DATI BEACH LITTER SULLE SPIAGGE ITALIANE Nell ambito della campagna Goletta Verde, l Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo, Legambiente ed Enea hanno promosso il primo campionamento

Dettagli

I discorsi dei Presidenti

I discorsi dei Presidenti Ricerca I discorsi dei Presidenti Michele Cortelazzo, Arjuna Tuzzi (Università di Padova) Il discorso del 2 giugno di Giorgio Napolitano comparato con quelli dei predecessori 1. Il corpus Abbiamo analizzato

Dettagli

il rischio prodotto sulle aree a valle dello sbarramento per effetto della costruzione dell impianto.

il rischio prodotto sulle aree a valle dello sbarramento per effetto della costruzione dell impianto. 1) Definizioni GUIDA ALLA DETERMINAZIONE DELLA CLASSE DELL IMPIANTO E DEL RISCHIO Ai fini della classificazione si definiscono: Altezza dello sbarramento: dislivello tra quota del piano di coronamento

Dettagli

La Salute raggiungibile per...

La Salute raggiungibile per... La Salute raggiungibile per... 79 Nota introduttiva per la lettura delle patologie La scelta di descrivere le patologie più frequenti attraverso l analisi dell andamento dei ricoveri ospedalieri è stata

Dettagli

Basi di Dati Concetti Introduttivi

Basi di Dati Concetti Introduttivi Università Magna Graecia di Catanzaro Informatica Basi di Dati Concetti Introduttivi Docente : Alfredo Cuzzocrea e-mail : cuzzocrea@si.deis.unical.it Tel. : 0984 831730 Lucidi tratti da: Atzeni, Ceri,

Dettagli

Cooperative e società di capitali: due modi diversi di reagire alla crisi

Cooperative e società di capitali: due modi diversi di reagire alla crisi Eddi Fontanari *, Carlo Borzaga ** Cooperative e società di capitali: due modi diversi di reagire alla crisi * Euricse, University of Missouri - visiting scholar. ** Università degli Studi di Trento, Euricse.

Dettagli

LA PREISTORIA NELLE GROTTE DEL PARCO NATURALE DELLA MAREMMA

LA PREISTORIA NELLE GROTTE DEL PARCO NATURALE DELLA MAREMMA SOCIETA NATURALISTICA SPELEOLOGICA MAREMMANA GROSSETO LA PREISTORIA NELLE GROTTE DEL PARCO NATURALE DELLA MAREMMA a cura di Carlo Cavanna ATTI DEL MUSEO DI STORIA NATURALE DELLA MAREMMA SUPPLEMENTO AL

Dettagli

Rapporto N. H.0611.S.393.EMCP-Produzione

Rapporto N. H.0611.S.393.EMCP-Produzione Rapporto N. H.0611.S.393.EMCP-Produzione Riscaldamento di fabbricati industriali Comparazione delle emissioni termiche di pannelli radianti a soffitto e riscaldamento a pavimento Capannoni adibiti a produzione

Dettagli

1 4 Esempio 2. Si determini la distribuzione di probabilità della variabile casuale X = punteggio ottenuto lanciando un dado. Si ha immediatamente:

1 4 Esempio 2. Si determini la distribuzione di probabilità della variabile casuale X = punteggio ottenuto lanciando un dado. Si ha immediatamente: CAPITOLO TERZO VARIABILI CASUALI. Le variabili casuali e la loro distribuzione di probabilità In molte situazioni, dato uno spazio di probabilità S, si è interessati non tanto agli eventi elementari (o

Dettagli

Introduzione. Il bene salute. La domanda di prestazioni sanitarie. Il modello di Grossman Critiche al modello di Grossman

Introduzione. Il bene salute. La domanda di prestazioni sanitarie. Il modello di Grossman Critiche al modello di Grossman Introduzione NB: Questi lucidi presentano solo parzialmente gli argomenti trattati ttati in classe. In particolare non contengono i modelli economici per i quali si rinvia direttamente te al libro di testo

Dettagli

Norme di rappresentazione dei disegni meccanici

Norme di rappresentazione dei disegni meccanici - Tipi e spessori di linea - Applicazione delle linee La tabella UNI 3968 definisce i tipi e gli spessori delle linee da utilizzare nei disegni tecnici. Queste linee unificate sono indicate nella tabella

Dettagli

ASPORTAZIONE DI TRUCIOLO - 4 DURATA DEL TAGLIENTE

ASPORTAZIONE DI TRUCIOLO - 4 DURATA DEL TAGLIENTE LAVORAZIONI PER SEPARAZIONE ASPORTAZIONE DI TRUCIOLO - 4 DURATA DEL TAGLIENTE Vittore Carassiti - INFN FE 1 INTRODUZIONE La velocità di taglio e gli altri parametri di lavorazione Alla velocità di taglio

Dettagli

OGGETTO : RECUPERO, RIUSO E RIQUALIFICAZIONE DEL CASTELLO DI CASALE MONFERRATO - 5/8 LOTTO DI LAVORI

OGGETTO : RECUPERO, RIUSO E RIQUALIFICAZIONE DEL CASTELLO DI CASALE MONFERRATO - 5/8 LOTTO DI LAVORI MARELLO ANGELO & BIANCO RITA S.a.s. Restauro opere d arte Restauro dipinti su tela e opere lignee Restauro affreschi, stucchi e monumenti Cocconato, 13 gennaio 2012 Alla cortese attenzione della Gent.ma

Dettagli

( t) NR( t) NR( t) ( t)

( t) NR( t) NR( t) ( t) prof Valerio CURCIO Simulazione del prezzo del petrolio 1 1. Processi stocastici stazionari e non stazionari dall analisi del prezzo del petrolio Quello che vogliamo fare in questo articolo è un analisi

Dettagli

EXECUTIVE SUMMARY INDICE DI FIDUCIA

EXECUTIVE SUMMARY INDICE DI FIDUCIA EXECUTIVE SUMMARY I dati raccolti nella sesta rilevazione, relativi al periodo Aprile Settembre 2011, evidenziano rispetto all ultima rilevazione (Ottobre 2010 Marzo 2011) una forte diminuzione della fiducia

Dettagli

Ritiro e rigonfiamento del legno: cause, conseguenze e soluzioni

Ritiro e rigonfiamento del legno: cause, conseguenze e soluzioni Ritiro e rigonfiamento del legno: cause, conseguenze e soluzioni Conoscere i meccanismi legati al ritiro e al rigonfiamento e' fondamentale per chi progetta strutture edili in legno I fenomeni di ritiro

Dettagli

Piano cartesiano e retta

Piano cartesiano e retta Piano cartesiano e retta Il punto, la retta e il piano sono concetti primitivi di cui non si da una definizione rigorosa, essi sono i tre enti geometrici fondamentali della geometria euclidea. Osservazione

Dettagli

DOCENTE F. S. MAIESE CARMELA

DOCENTE F. S. MAIESE CARMELA RISULTATI DELLE PROVE INVALSI SCUOLA PRIMARIA a.s. 2014/2015 DOCENTE F. S. MAIESE CARMELA CONFRONTO DEI PUNTEGGI MEDI DELLA NOSTRA SCUOLA CON LA MEDIA REGIONALE E LA MEDIA NAZIONALE RISULTATI PERCENTUALI

Dettagli

I dati INAIL anno 2015

I dati INAIL anno 2015 I dati INAIL anno 2015 Al 30/04/2016, l INAIL dichiara di aver riconosciuto e indennizzato 343.606 infortuni avvenuti sul lavoro nel corso del 2015 su tutto il territorio nazionale. Di questi, il 93% (pari

Dettagli

LE OPERE DI SBARRAMENTO

LE OPERE DI SBARRAMENTO LE OPERE DI SBARRAMENTO LE DIGHE Sono opere di sbarramento, di un corso d acqua, che determinano la formazione di un invaso o lago artificiale. L opera può avere diversi scopi: Regolare le portate fluviali

Dettagli

Allegato 4B. Stima delle Emissioni di Polveri da Cantiere

Allegato 4B. Stima delle Emissioni di Polveri da Cantiere Allegato 4B Stima delle Emissioni di Polveri da Cantiere 4B1 STIMA EMISSIONI I POLVERI A CANTIERE urante la fase di cantiere l impatto più significativo sarà legato alla produzione di polveri durante le

Dettagli

Nome file 2007_2008_dis_tecnico Ultima revisione 10/02/2008

Nome file 2007_2008_dis_tecnico Ultima revisione 10/02/2008 PROIEZIONI ORTOGONALI IN SINTESI I sistemi di rappresentazione si classificano in funzione della posizione della sorgente S rispetto al piano π. Se S è posto a distanza infinita si avranno proiezioni parallele

Dettagli

Analisi dei prodotti della scheggiatura del sito dell Epigravettiano finale di La Greppia II US 1 (Parco Naturale dell Orecchiella Lucca)

Analisi dei prodotti della scheggiatura del sito dell Epigravettiano finale di La Greppia II US 1 (Parco Naturale dell Orecchiella Lucca) Preistoria Alpina, 41 (2005): 5-21 Museo Tridentino di Scienze Naturali, Trento 2006 ISSN 0393-0157 Analisi dei prodotti della scheggiatura del sito dell Epigravettiano finale di La Greppia II US 1 (Parco

Dettagli

le scale di misura scala nominale scala ordinale DIAGNOSTICA PSICOLOGICA lezione si basano su tre elementi:

le scale di misura scala nominale scala ordinale DIAGNOSTICA PSICOLOGICA lezione si basano su tre elementi: DIAGNOSTICA PSICOLOGICA lezione! Paola Magnano paola.magnano@unikore.it si basano su tre elementi: le scale di misura sistema empirico: un insieme di entità non numeriche (es. insieme di persone; insieme

Dettagli

Indice: Strategie generali Strategie specifiche Ripetizione Metodi per aumentare la validità

Indice: Strategie generali Strategie specifiche Ripetizione Metodi per aumentare la validità Controllo Indice: Strategie generali Strategie specifiche Ripetizione Metodi per aumentare la validità Definiremo il controllo come qualsiasi mezzo impiegato per eliminare le possibili minacce alla validità

Dettagli

Osservatorio per le Politiche Sociali - Terzo Rapporto

Osservatorio per le Politiche Sociali - Terzo Rapporto 1 STRUTTURA E DINAMICA DEMOGRAFICA Il capitolo si articola in due paragrafi. Nel primo sono riportati i dati e i commenti riguardanti la struttura demografica della popolazione della Valle d Aosta. Nel

Dettagli

09/10/15. 1 I raggi luminosi. 1 I raggi luminosi. L ottica geometrica

09/10/15. 1 I raggi luminosi. 1 I raggi luminosi. L ottica geometrica 1 I raggi luminosi 1 I raggi luminosi Per secoli si sono contrapposti due modelli della luce il modello corpuscolare (Newton) la luce è un flusso di particelle microscopiche il modello ondulatorio (Christiaan

Dettagli

percorso 4 Estensione on line lezione 2 I fattori della produzione e le forme di mercato La produttività La produzione

percorso 4 Estensione on line lezione 2 I fattori della produzione e le forme di mercato La produttività La produzione Estensione on line percorso 4 I fattori della produzione e le forme di mercato lezione 2 a produzione a produttività Una volta reperiti i fattori produttivi necessari l imprenditore dovrà decidere come

Dettagli

Indagine statistica sui fallimenti dichiarati dal Tribunale di Pescara dal 2001 al 2010 a cura di Luca Cosentino

Indagine statistica sui fallimenti dichiarati dal Tribunale di Pescara dal 2001 al 2010 a cura di Luca Cosentino Indagine statistica sui fallimenti dichiarati dal Tribunale di Pescara dal 2001 al 2010 a cura di Luca Cosentino La presente analisi statistica è basata sui dati forniti dal Tribunale di Pescara per il

Dettagli

STUDIO DI SETTORE SG48U ATTIVITÀ 52.72.0 RIPARAZIONE DI APPARECCHI ELETTRICI PER LA CASA

STUDIO DI SETTORE SG48U ATTIVITÀ 52.72.0 RIPARAZIONE DI APPARECCHI ELETTRICI PER LA CASA STUDIO DI SETTORE SG48U ATTIVITÀ 52.72.0 RIPARAZIONE DI APPARECCHI ELETTRICI PER LA CASA Giugno 2002 1 STUDIO DI SETTORE SG48U Numero % sugli invii Invii 4.697 Ritorni 2.745 58,4 Distribuzione dei questionari

Dettagli

Donatella Poliandri. Responsabile area Valutazione delle scuole INVALSI

Donatella Poliandri. Responsabile area Valutazione delle scuole INVALSI Donatella Poliandri Responsabile area Valutazione delle scuole INVALSI Valutare per migliorare: le sperimentazioni INVALSI verso la valutazione delle scuole Schema di Regolamento del Sistema Nazionale

Dettagli

DEFORMAZIONE SEMI-FRAGILE E/O SEMI-DUTTILE

DEFORMAZIONE SEMI-FRAGILE E/O SEMI-DUTTILE DEFORMAZIONE SEMI-FRAGILE E/O SEMI-DUTTILE Molte zone di taglio hanno caratteristiche intermedie tra quelle della deformazione fragile e quella della deformazione duttile. Alcune rocce possono infatti

Dettagli

CLASSIFICAZIONE DEI PROCESSI DI FORMATURA PLASTICA

CLASSIFICAZIONE DEI PROCESSI DI FORMATURA PLASTICA CLASSIFICAZIONE DEI PROCESSI DI FORMATURA PLASTICA 1 CLASSIFICAZIONE DEI PROCESSI DI FORMATURA PLASTICA Condotta facendo riferimento ad alcuni elementi caratteristici dei processi: temperatura alla quale

Dettagli

Nome file 2007_2008_dis_tecnico Ultima revisione 10/02/2008

Nome file 2007_2008_dis_tecnico Ultima revisione 10/02/2008 PROIEZIONI ORTOGONALI IN SINTESI I sistemi di rappresentazione si classificano in funzione della posizione della sorgente S rispetto al piano π. Se S è posto a distanza infinita si avranno proiezioni parallele

Dettagli

Cochlodesma praetenue (Pulteney, 1799): nuovi ritrovamenti

Cochlodesma praetenue (Pulteney, 1799): nuovi ritrovamenti Quaderno di Studi e Notizie di Storia Naturale della Romagna Quad. Studi Nat. Romagna, 38: 27-31 (dicembre 2013) ISSN 1123-6787 Morena Tisselli, Piero Bazzocchi & Giancarlo Fuzzi Cochlodesma praetenue

Dettagli

Adipometria. Oltre la stima della composizione corporea

Adipometria. Oltre la stima della composizione corporea Adipometria Oltre la stima della composizione corporea COSA C È SOTTO? Cute Grasso superficiale (SAT) Grasso profondo (DAT) Sezione di lardo suino COSA C È SOTTO? Cute SAT: piccole strutture alveolari

Dettagli

Il significato del débitage Kombewa nel

Il significato del débitage Kombewa nel 2 Università degli Studi di Ferrara Master Erasmus Mundus in QUATERNARIO e PREISTORIA Il significato del débitage Kombewa nel Paleolitico medio: analisi tecno-economica dei materiali litici provenienti

Dettagli

La Comunicazione-Qualità

La Comunicazione-Qualità REGIONE TOSCANA AZIENDA OSPEDALIERA PISANA Spedali Riuniti S.Chiara Corso di Formazione Professionale La Comunicazione-Qualità Firenze Giugno 2003 Giuseppe Bozzi * *Coordinamento Locale AO Pisa e Centro

Dettagli

INDAGINI GEORADAR. Indagini georadar

INDAGINI GEORADAR. Indagini georadar Il georadar (GPR Ground Probing Radar) è una metodologia geofisica utilizzata per investigare gli strati più superficiali del sottosuolo. Grazie al suo elevato grado di risoluzione, il GPR è il metodo

Dettagli

PROGETTO DI RICERCA SPERIMENTALE RELATIVA ALL IMPIEGO DEL GASBETON IN ZONA SISMICA

PROGETTO DI RICERCA SPERIMENTALE RELATIVA ALL IMPIEGO DEL GASBETON IN ZONA SISMICA PROGETTO DI RICERCA SPERIMENTALE RELATIVA ALL IMPIEGO DEL GASBETON IN ZONA SISMICA PREMESSA L Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003 regolamenta in modo organico

Dettagli

Lezione 10: Interpolazione lineare Corso di Statistica Facoltà di Economia Università della Basilicata. Prof. Massimo Aria

Lezione 10: Interpolazione lineare Corso di Statistica Facoltà di Economia Università della Basilicata. Prof. Massimo Aria Lezione 10: Interpolazione lineare Corso di Statistica Facoltà di Economia Università della Basilicata Prof. Massimo Aria aria@unina.it Il concetto di interpolazione In matematica, e in particolare in

Dettagli

CARATTERIZZAZIONE DEL FLUSSO DELLA GALLERIA DEL VENTO DALLARA. G.V. Iungo, G. Lombardi

CARATTERIZZAZIONE DEL FLUSSO DELLA GALLERIA DEL VENTO DALLARA. G.V. Iungo, G. Lombardi CARATTERIAIONE DEL FLSSO DELLA GALLERIA DEL VENTO DALLARA G.V. Iungo, G. Lombardi DDIA 2008-3 Marzo 2008 Indice Pagina 1 Misure d anemometro a filo caldo e di Pitot statico 2 1.1 Set-up 2 1.2 Analisi dei

Dettagli

Utensili a profilo costante

Utensili a profilo costante Utensili a profilo costante Per eseguire dei profili complessi si possono usare dei particolari tipi di utensili che pur essendo costosi rispetto a quelli convenzionali hanno un rendimento così elevato

Dettagli

Le Full Frame Canon e Nikon a confronto. Test MTF

Le Full Frame Canon e Nikon a confronto. Test MTF Test MTF centro studi Progresso FOTOGRAFICO Come abbiamo spiegato lo scorso mese, abbiamo rinnovato i test del rumore accogliendo le indicazioni delle più recenti norme ISO. In questo modo però i nuovi

Dettagli

PROFILO DEI 165 LAVORATORI PARTECIPANTI AL PROGETTO. Ripartizione dei lavoratori per età

PROFILO DEI 165 LAVORATORI PARTECIPANTI AL PROGETTO. Ripartizione dei lavoratori per età PROFILO DEI 165 LAVORATORI PARTECIPANTI AL PROGETTO Complessivamente, hanno partecipato al progetto Pit Stop Fondartigianato: un pieno di soluzioni, offrendo un contributo fondamentale per la realizzazione

Dettagli

1. Il trend ( )

1. Il trend ( ) 1. Il trend (1995-2008) La Cassa Integrazione Guadagni costituisce un intervento di sostegno al reddito per lavoratori e aziende in difficoltà, garantendo al lavoratore un reddito sostitutivo della retribuzione.

Dettagli

LEZIONI N 20 E 21 SISTEMI DI COLLEGAMENTO

LEZIONI N 20 E 21 SISTEMI DI COLLEGAMENTO LEZIONI N 20 E 21 SISTEMI DI COLLEGAMENTO Nelle costruzioni metalliche si pone, in generale, il problema di collegare fra di loro i profilati e le lamiere per realizzare sistemi portanti più complessi:

Dettagli

Romanina Centralità Metropolitana Municipio X Indagini archeologiche

Romanina Centralità Metropolitana Municipio X Indagini archeologiche Roma 28.07.2011 Romanina Centralità Metropolitana Municipio X Indagini archeologiche Nel corso degli anni 2004 e 2006, secondo quanto prescritto dalla Soprintendenza Archeologica di Roma, è stata effettuata

Dettagli

I consumi alimentari delle famiglie italiane

I consumi alimentari delle famiglie italiane I consumi alimentari delle famiglie italiane Diego Zanobini 517067 Petra Muscillo 533966 Abstract Il nostro progetto rientra nelle categorie della Salute, dell'economia e dello Sviluppo socio-demografico.

Dettagli

SCHEDA 11A: ADEGUAMENTO DEI TRATTORI A CINGOLI MODELLO FIAT 955 E SIMILI (FIAT 95-55, etc.)

SCHEDA 11A: ADEGUAMENTO DEI TRATTORI A CINGOLI MODELLO FIAT 955 E SIMILI (FIAT 95-55, etc.) SCHEDA 11A: ADEGUAMENTO DEI TRATTORI A CINGOLI MODELLO FIAT 955 E SIMILI (FIAT 95-55, etc.) Il presente documento è stato realizzato nell ambito dell attività di ricerca prevista: dalla convenzione stipulata

Dettagli

Lavoratori mobili e residenze in movimento

Lavoratori mobili e residenze in movimento Lavoratori mobili e residenze in movimento a cura di Irene Ponzo (ponzo@fieri.it) Il progetto Il progetto di ricerca Lavoratori mobili e residenze in movimento è stato promosso da FIERI (Forum Internazionale

Dettagli