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1 Valeria Talbot La Turchia e i progetti di pipeline verso l Europa N DICEMBRE 2008 Sintesi A metà novembre la Commissione europea ha presentato la seconda Strategic Energy Review in cui propone cinque punti chiave per un Action Plan dell Unione europea (Ue) su sicurezza energetica e solidarietà 1. Tra le priorità figura la realizzazione delle infrastrutture essenziali per i bisogni energetici della Ue e tra i principali progetti infrastrutturali viene inclusa la creazione di un corridoio meridionale del gas dai giacimenti del Caspio e del Medio Oriente. Ciò comporta innanzitutto la messa a punto di politiche di cooperazione con i paesi produttori, quali Azerbaigian, Turkmenistan, Iraq e stati del Mashreq e nel lungo periodo, quando le condizioni politiche lo permetteranno, con Iran e Uzbekistan, e inoltre l implementazione di progetti di pipeline quali il Nabucco e l Interconnector Turchia- Grecia-Italia (Itgi). La Ue è infatti fortemente dipendente dalle importazioni energetiche per il suo approvvigionamento interno. Per quanto riguarda il gas, essa importa il 61% del 1 Commission of the European Communities, Communication from the Commission to the European Parliament, the Council, the European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions, Second Strategic Energy Review, An EU Energy Security and Solidarity Action Plan, SEC (2008) 2794, SEC (2008) 2795, Unofficial version, p. 4. suo fabbisogno (il 42% delle importazioni proviene dalla Russia, il 24% dalla Norvegia, il 18% dall Algeria, il 16% da altri paesi) e nel 2020 questa percentuale sembra destinata ad aumentare fino al 73% 2. Parallelamente alla presentazione della nuova strategia energetica europea, si è svolto a Baku, in Azerbaigian, il quarto vertice dell energia 3 che ha fatto propria la politica di diversificazione delle vie di transito delle risorse energetiche del Caspio verso i mercati internazionali, in particolare verso il mercato europeo attraverso la realizzazione di nuovi progetti tra cui il Nabucco 4. Il conflitto russo-georgiano che ha portato alla temporanea sospensione da parte di Bp delle erogazioni di petrolio attraverso l oleodotto Baku-Supsa e di gas tramite il gasdotto South Caucasus ha messo in evidenza l importanza della sicurezza e della stabilità dei paesi di transito nelle forniture di petrolio e gas dal Caucaso verso 2 Ibidem. 3 Al vertice hanno partecipato Azerbaigian, Bulgaria, Estonia, Georgia, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Kazakistan, Polonia, Romania, Stati Uniti, Svizzera, Turchia, Turkmenistan, Ucraina, Ungheria, Uzbekistan e una rappresentanza della Commissione europea. 4 The Fourth Energy Summit and Baku Declaration, in «Turkish Weekly», 17 November La Turchia, grazie alla sua peculiare posizione geografica, riveste un ruolo di grande rilievo come potenziale corridoio energetico tra il Caucaso, il Medio Oriente e l Asia centrale, da una parte, e l Europa dall altra. Tanto l Unione europea che Ankara hanno interesse a sviluppare le interconnessioni estovest anche nell ottica di ridurre la dipendenza energetica di entrambe dalla Russia. La creazione di un corridoio meridionale del gas dai giacimenti del Caspio e del Medio Oriente viene inclusa tra i progetti infrastrutturali prioritari contenuti nella seconda Strategic Energy Review recentemente pubblicata dalla Ue. Ciò comporta la realizzazione di importanti gasdotti quali il Nabucco, l Interconnector Turchia-Grecia-Italia e il trans-adriatico. Tuttavia, nell implementazione di questi progetti di pipeline, oltre al problema della disponibilità degli approvvigionamenti e dei contratti di fornitura, emergono alcune criticità che riguardano specificamente il ruolo della Turchia all interno della politica di diversificazione delle forniture energetiche della Ue. Ciononostante, la Turchia rimane un anello fondamentale dei progetti infrastrutturali del gas verso l Europa. Valeria Talbot è Research Fellow ISPI.

2 l Europa. La Georgia è risultata l anello debole della catena tra Azerbaigian e Turchia, mettendo in discussione la politica di diversificazione delle pipeline (alternative a quelle russe) fortemente sostenuta in primis dagli Stati Uniti, con la costruzione dell oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan, e dalla Ue. In questo contesto, la Turchia, grazie alla sua peculiare posizione geografica, riveste un ruolo di grande rilievo come potenziale corridoio energetico tra il Caucaso, il Medio Oriente e l Asia centrale, da una parte, e l Europa dall altra. Pertanto, tanto la Ue che Ankara hanno interesse a sviluppare le interconnessioni est-ovest anche nell ottica di ridurre la dipendenza energetica di entrambe dalla Russia. La politica energetica turca Con l obiettivo di valorizzare il suo ruolo di paese di transito e allo stesso tempo di soddisfare le esigenze di un mercato interno in rapida crescita, negli ultimi anni la Turchia ha portato avanti una politica energetica molto attiva: ha firmato una serie di accordi di importazione con i vicini ricchi di risorse energetiche, ha inaugurato importanti pipeline, mentre altre sono in costruzione e diversi progetti sono in fase di studio. Le componenti principali del corridoio energetico est-ovest sono l oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan (Btc, lungo km, con una capacità di 1 milione b/d) inaugurato nel 2006 e il gasdotto Baku-Tbilisi-Erzurum, che nell ottica di una politica di diversificazione è diventato insieme al South Caucasus una componente di rilievo dei più importanti progetti di trasporto del gas verso il mercato europeo. Il porto di Ceyhan è anche il terminal dell oleodotto Kirkuk- Yumurtalik (1,6 milioni b/d) proveniente dall Iraq. In progetto vi è un terzo oleodotto, il Trans Anatolia (Tapco, 1-1,5 milioni b/d) che dovrebbe collegare Samsun sul Mar Nero a Ceyhan come via alternativa al Bosforo e ai Dardanelli. Se quest ultimo sarà realizzato, si stima che circa milioni di tonnellate di petrolio all anno arriveranno nel porto turco. Ciò ha attratto diverse compagnie turche interessate alla costruzione di raffinerie nella zona. Infine, un progetto turco-israeliano farebbe di Ceyhan il punto di partenza di un corridoio infrastrutturale sottomarino il Medstream verso la città israeliana di Haifa. Si tratterebbe di cinque condotte sottomarine per petrolio, gas, elettricità, acqua e comunicazioni. L oleodotto sarebbe una continuazione del Baku- Tbilisi-Ceyhan, mentre il gasdotto sarebbe il prolungamento del Baku-Tbilisi- Erzurum. Trasformare Ceyhan in un grande centro industriale appare un obiettivo di medio-lungo periodo se si considera che la costruzione del Samsun-Ceyhan deve ancora iniziare, il Btc opera al di sotto delle sue capacità ( b/d) e il Kirkuk- Ceyhan risente dell instabilità dell Iraq. Ma è il gas il settore che presenta maggiori potenzialità di sviluppo tanto sul piano interno 5 che su quello delle esportazioni. Attualmente la Turchia importa circa il 90% del suo fabbisogno e la crescita economica degli ultimi anni ha stimolato un incremento del 7% della domanda energetica turca, soprattutto di gas. Se nel 2002 il sistema interno di trasmissione del gas era di km e serviva nove città con un consumo interno pari a 17 miliardi di metri cubi (bcm), nel 2007 la rete di distribuzione si è estesa a più di km con una domanda di gas di 36,5 bcm. Attualmente sono 27 le città che hanno accesso alla rete della Botaş e altre 54 saranno collegate. Il 60% del fabbisogno di gas turco proviene dalla Russia (in buona parte attraverso il Blue Stream), il 20% da Algeria e Nigeria (Gnl), il resto dall Iran. Parallelamente è diminuito percentualmente il consumo di petrolio: se nel 1983 il petrolio copriva il 47% dei consumi energetici, nel 2005 questa percentuale è scesa a 35,9%. Sul piano delle esportazioni, per diventare il quarto corridoio del gas (dopo Russia, Nord Africa e Norvegia) verso l Unione europea e, più in generale, un hub energetico la Turchia ha bisogno di potenziare la propria rete di trasmissione e il sistema di stoccaggio ed esportazione. A tale scopo il governo turco sta tra l altro esaminando la possibilità di diversificare il trasporto del Gnl e diverse società internazionali (tra cui due italiane: Technimont e Abb Process Solutions and Services) si sono qualificate 5 Sul tema si veda B. HACISALI- HOGLU, Turkey s natural gas policy, in «Energy Policy», 36, 2008.

3 nella gara per la costruzione di depositi sotterranei per il gas nell Anatolia centrale sotto il Tuz Golu (Lago Salato). I progetti di pipeline: il Nabucco Per quanto riguarda i progetti transnazionali di pipeline, il più ambizioso è il Nabucco sostenuto dalla Ue e dagli Stati Uniti che prevede la costruzione di un gasdotto di km dalla Turchia fino all hub di gas dell Europa centrale, che si trova a Baumgarten in Austria. Il progetto è stato concepito per ridurre la dipendenza europea dal gas russo e diversificarne le forniture a fronte di una crescente dipendenza dalle importazioni di energia. Il Nabucco è portato avanti da un consorzio di cui fanno parte compagnie dei cinque paesi di transito (Austria, Bulgaria, Romania, Turchia e Ungheria) alle quali si è aggiunta nel 2008 la società tedesca Rheinisch-Westfaelische Elektrizitaetswerk (Rwe). Sono tutte società di trasmissione e distribuzione e l assenza di una società di produzione è considerata una debolezza del progetto. Il monopolio russo del gas del Caspio orientale unito al divieto statunitense di sviluppare il gas iraniano ha finora ritardato l attuazione del progetto. I recenti aggiustamenti nella tabella di marcia prevedono l inizio dei lavori di costruzione nel 2009, il completamento nel 2013 della prima fase del gasdotto con una capacità di 10 bcm di gas all anno, e infine il completamento della seconda fase nel 2018 che dovrebbe aumentare la capacità a 31 bcm all anno. Il 30-40% dei costi di costruzione che dai 5 miliardi di euro inizialmente previsti sono aumentati, secondo stime recenti, a 7,9 miliardi di euro 6 dovrebbe essere coperto dagli stakeholder e il resto da investitori privati o istituzionali, come la Banca europea per gli investimenti e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Oltre agli investimenti privati, uno dei principali problemi è quello di assicurarsi i contratti di fornitura. Il giacimento azero di Shah Deniz sembra essere il favorito e non si esclude il possibile ingresso della compagnia petrolifera nazionale dell Azerbaigian, partner di Bp nell estrazione del gas dal giacimento di Shah Deniz, nel consorzio di Nabucco. A settembre l Azerbaigian ha infatti espresso il proprio interesse a partecipare al progetto e recentemente sono partiti i negoziati tra il consorzio del Nabucco e quello dello Shah Deniz per un accordo di fornitura che dovrebbe essere concluso entro l anno. Nella lista di Ankara tra i potenziali fornitori figurano l Iran e il Turkmenistan. Non a caso, nel 2007 la Turchia ha firmato due accordi energetici con l Iran. Il primo consente alla Società petrolifera turca (Tpao) di sviluppare tre diverse aree del giacimento di gas di South Pars che, secondo le stime, dovrebbe fornire a regime un flusso annuo di 20 bcm di gas, cioè circa i due terzi del fabbisogno turco attuale. Il secondo prevede la costruzione di due gasdotti: uno servirà per l esportazione di gas turkmeno verso la Tur- 6 «Mees», 9 June 2008, p. 16. chia attraverso condotte iraniane; l altro per l afflusso di gas iraniano verso l Europa attraverso la Turchia. Il memorandum di intenti firmato a novembre tra i ministri dell energia dei due paesi ha stimato in 12 miliardi di dollari l investimento turco nello sviluppo delle fasi di South Pars e nella costruzione di un gasdotto di km da Assaluyeh al confine turcoiraniano 7. Tuttavia, l opzione iraniana non sarà presa in considerazione dagli europei fino a quando non verrà risolta la questione del nucleare. Ma anche se l Iran dovesse sospendere lo sviluppo del suo programma nucleare, ci vorrebbero almeno 3-5 anni perché il paese possa diventare un esportatore di rilievo di gas per l Europa e un decennio per competere con la Russia sul mercato europeo. È importante sottolineare come la cooperazione energetica turco-iraniana si sia sviluppata nonostante l opposizione degli Stati Uniti e i tre round di sanzioni internazionali volte, tra l altro, a impedire il trasferimento di tecnologia e capitali per lo sviluppo del settore energetico in Iran. L Iran, con 27 milioni di mc al giorno, è infatti il secondo fornitore di gas della Turchia dopo la Russia (30 milioni di mc al giorno). Tuttavia, attualmente le forniture iraniane non sono sufficienti a soddisfare i consumi interni turchi. A gennaio 2008 si è perfino verificata un interruzione di tre settimane nell erogazione di gas alla Turchia, per far fronte all ondata di freddo che ha colpito l Iran, per poi riprendere a un regime notevolmente 7 «Mees», 1 December 2008, p. 19.

4 inferiore 8. Ma le forniture di gas iraniane risentono anche degli attacchi da parte del Pkk che, ad esempio, lo scorso maggio hanno costretto Ankara a chiedere un aumento delle erogazioni russe attraverso il Blue Stream 9. Se il potenziamento delle relazioni energetiche con Teheran è certamente importante per diversificare le fonti di approvvigionamento e in considerazione dell aspirazione della Turchia a divenire uno snodo centrale nel transito del gas, sembra al momento difficile ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas russo (che fornisce circa il 65% delle importazioni di gas del paese). Diversamente dall Iran, l opzione Turkmenistan è caldeggiata anche dall Unione europea che a maggio 2008 ha firmato un memorandum di intenti per incrementare la cooperazione in campo energetico 10. Tuttavia, l accordo preliminare firmato a fine luglio tra Mosca e Ashgabat, che dovrebbe portare a un aumento del prezzo di acquisto di 50 bcm all anno di gas turkmeno (che corrisponde a buona parte dell attuale capacità di esportazione del paese stimata in 70 bcm all anno), sembra vanificare per il momento le mosse europee. Inoltre, senza l utilizzo delle pipeline iraniane neanche il gas del Turkmenistan che secondo fonti non ufficiali avrebbe ingenti riserve sufficienti ad assicurare il successo del progetto potrebbe rifornire la rete turca nel me- 8 Iran resumes gas supplies to Turkey, in «Turkish Daily News», 29 January «Mees», 2 June 2008, p «Mees», 2 June 2008, p. 13. dio termine. Recentemente l Iran si è offerto di trasportare gas turkmeno verso l Europa. Ashgabat, dal canto suo, intenderebbe aumentare la propria produzione nei prossimi anni, cercando tra l altro di diversificare le esportazioni: è in costruzione un gasdotto verso la Cina con una capacità annua di 40 bcm. Resta tuttavia da vedere se le riserve energetiche del paese saranno in grado di sostenere questa strategia di diversificazione. A maggio accordi di fornitura sono stati raggiunti dalla Turchia con l Egitto e l Iraq. Il primo dovrebbe pompare 2 bcm di gas all anno attraverso l Arab Gas Pipeline (Agp) che attualmente fornisce la Giordania e la Siria. Un prolungamento dell Agp sarà costruito tra Aleppo e la città turca di Kilis, da qui il gas sarà immesso nella rete nazionale e poi nel Nabucco. Dal canto suo l Iraq fornirebbe 5 bcm annui dal giacimento di Akkas. A inizio 2008 la Botaş ha intrapreso uno studio di fattibilità sulla costruzione di una sezione turca del gasdotto Iraq-Turchia, che dovrebbe seguire lo stesso percorso dell oleodotto Kirkuk-Yumurtalik (Ceyhan), con una capacità di 10 bcm l anno. Un ultima opzione non esclude che il Nabucco possa ricevere gas russo dal Blue Stream che, attraverso il Mar Nero, collega giacimenti russi alla Turchia. In questo caso però la dipendenza dal gas russo invece di diminuire aumenterebbe. Infine, sul futuro sviluppo e sulle forniture del Nabucco pesano i contrasti tra Turchia e Azerbaigian su importanti questioni energetiche oltre che il disaccordo tra Bruxelles e Ankara sul meccanismo di prezzo e sulla richiesta turca di acquistare a una tariffa preferenziale il 15% del gas azero. In sostanza Ankara non intende essere semplicemente un corridoio di transito, per cui riceverebbe una fee, ma un vero e proprio hub energetico con tutto ciò che questo implica in termini di utilizzo di parte del gas azero per uso interno e di vendita del rimanente alla Ue 11. Nel primo caso, invece, i problemi principali riguardano il prezzo del gas estratto dallo Shah Deniz e lo sviluppo della seconda fase di questo giacimento. Si tratta, innanzitutto, di rinegoziare il prezzo del gas dopo la scadenza dell accordo che lo fissava a 120 dollari per metro cubo (pmc). L offerta turca di 150 dollari pmc non soddisfa infatti le richieste di Baku, considerato che il prezzo del mercato internazionale è pari al doppio e vista la recente disponibilità della Russia ad acquistare il gas azero al prezzo di mercato. Strettamente collegata al prezzo è la richiesta della Turchia di aumentare la quantità di gas da importare e ciò dipende anche dallo sviluppo della seconda fase dello Shah Deniz, al momento accreditato come il principale fornitore del Nabucco. È importante sottolineare che attualmente l Azerbaigian rifornisce Georgia, Turchia e Grecia attraverso la South Caucasus Pipeline e l Itgi (si veda il paragrafo successivo) e, oltre alla Russia, altri paesi come Israele e Iran hanno manife- 11 Nabucco deal finalizes early next year, says EU envoy, in «Turkish Daily News», 8 November 2008.

5 stato interesse nelle forniture di gas azero. Secondo Bp, la produzione di gas dello Shah Deniz dovrebbe raggiungere 7,7 bcm nel 2008 (il picco della fase uno si dovrebbe attestare sugli 8,6 bcm) 12. Sugli stessi livelli della fase uno a regime è attesa la produzione della fase due, presumibilmente operativa dal 2013 parallelamente alla messa in funzione del Nabucco. L Itgi e il Tap Oltre al Nabucco, esistono altri due importanti progetti per il trasporto di gas dal Caspio e dal Medio Oriente verso l Europa. Il primo è l Interconnector Turchia-Grecia-Italia (Itgi): in parte operativo da fine 2007, la tratta Turchia-Grecia (da Karacabey a Komotini); e in parte in fase di progettazione, la sezione Grecia-Italia (Igi). L Igi si e- stenderà per 815 km (600 km onshore, 215 km offshore) da Komotini fino a Otranto e dovrebbe entrare in funzione tra la fine del 2012 e l inizio del 2013 con una capacità di 11 bcm annui. Ciò consentirebbe di trasportare gas dall Azerbaigian in Italia allacciandosi alla rete di distribuzione nazionale turca e greca. La Grecia acquisterà 1,5 bcm all anno per il suo consumo interno, mentre 8 bcm saranno esportati in Italia. La realizzazione richiede un investimento di circa 950 milioni di euro, di cui circa 600 milioni saranno effettuati direttamente dalla società greca Depa per la costruzione delle opere in territorio greco e circa «Mees», 9 June 2008, p. 15. milioni saranno a carico della società italiana progetto Poseidon. Sebbene lo studio di fattibilità sia stato concluso ed esista già un accordo intergovernativo tra i tre paesi coinvolti per il transito del gas, la richiesta turca di un ammontare di gas superiore a 1,5 bcm inizialmente stabilito costituisce il principale ostacolo all avanzamento dei negoziati sull accordo che dovrebbe concludersi nella prima metà del Il secondo progetto è il gasdotto trans-adriatico (Tap) portato avanti dalla società norvegese StatoilHydro e dal gruppo svizzero Egl. Si tratta di un gasdotto di 520 km destinato a trasportare gas dall Iran e presumibilmente dal Caspio all Italia meridionale attraverso Turchia, Grecia e Albania con una capacità stimata di 10 bcm all anno per un costo complessivo stimato su 1,5 miliardi di euro. In contrasto con la tradizionale politica filo americana della Svizzera sul dossier iraniano, ma anche con le posizioni europee, L Egl ha firmato a marzo un accordo preliminare con la Società nazionale iraniana di esportazione del gas (Nigec) per la fornitura di 1,5 bcm di gas iraniano all anno a partire da fine 2009 (sono previsti 2-4 bcm all anno nel fino ad arrivare a 5,5 bcm all anno nel 2012) per un periodo di 25 anni 13. L accordo tra l Egl e la Nigec rafforza il progetto di costruzione del Tap, e in considerazione del fatto che la StatoilHydro controlla il 25% del consorzio Shah Deniz si pone un problema di forniture tanto per il Nabucco che per l Itgi. 13 «Mees», 21 July 2008, p. 8. Peraltro, tanto il Nabucco che l Itgi si trovano a competere con il progetto russo South Stream, del valore di 10 miliardi di euro, tanto per le forniture di gas del Caspio e dell Asia centrale che sul mercato europeo. Sebbene sia ancora a livello di progetto, la Gazprom, in partnership con l Eni, ha già concluso accordi di fornitura, di stoccaggio e per la costruzione di pipeline con paesi europei, inclusi alcuni coinvolti nel Nabucco (Bulgaria e Ungheria). Il South Stream, che attraverserà il Mar Nero bypassando l Ucraina e la Turchia, potrebbe giungere anch esso a Baumgarten, il cui 50% è stato recentemente venduto a Gazprom dalla società austriaca Omv (peraltro membro del consorzio del Nabucco). Lo scorso gennaio la Gazprom ha firmato un accordo per l estensione del South Stream in Serbia e in progetto ci sarebbe anche il prolungamento del gasdotto verso la Grecia e l Italia. Ciò significa che, nonostante i progetti europei per ridurre la dipendenza dal gas russo, la Russia continuerà a giocare un ruolo chiave nelle forniture di gas all Unione europea, anche di quelle attraverso la Turchia. In un contesto caratterizzato dalla molteplicità di progetti europei, più che la concorrenza del South Stream è la limitata disponibilità di forniture di gas che sembra costituire il principale ostacolo alla realizzazione del Nabucco, dell Itgi e del Tap che si trovano a competere tra di loro per l accaparramento delle risorse. Il progetto russo, dal canto suo, non ha infatti bisogno di risorse addizionali rispetto a

6 quelle che gli sono garantite dalla Gazprom e da Kazakistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Inoltre, proprio il problema degli approvvigionamenti ha spinto diversi paesi europei a prendere parte al South Stream e oggi vi sono più paesi della Ue coinvolti nel progetto russo-italiano (Bulgaria, Ungheria, Grecia, Italia, e potenzialmente Austria e Slovenia) che nel Nabucco. Conclusioni Nella creazione di un corridoio meridionale del gas verso l Europa, oltre al problema della disponibilità degli approvvigionamenti e dei contratti di fornitura, vengono in rilievo alcune questioni che riguardano specificamente il ruolo della Turchia all interno della politica di diversificazione delle forniture energetiche della Ue. Innanzitutto, l ambizione della Turchia a divenire un hub energetico e a pretendere più di una fee di passaggio contrasta con la posizione europea che tenderebbe a considerarla come mero corridoio di transito. L atteggiamento turco, come si è visto, è in parte legato al fatto che il paese si trova a dover soddisfare una domanda e- nergetica in continua crescita che lo costringe a rivedere al rialzo le proprie richieste di approvvigionamenti, anche di quelli già pattuiti, e in parte alla prospettiva di interessanti ricavi dalla vendita di una porzione del gas che transita attraverso la sua rete interna. Inoltre, si pone un problema di sicurezza delle pipeline in territorio turco non di rado oggetto di attacchi terroristici da parte dei separatisti curdi. Ad esempio, proprio un sabotaggio da parte del Pkk ha provocato la sospensione dell erogazione di greggio attraverso il Btc durante la crisi georgiana lo scorso agosto 14. Ad acuire il problema della sicurezza energetica e a mettere in discussione la politica di diversificazione delle pipeline si aggiunge l instabilità dei paesi confinanti ricchi di risorse energetiche, è ad esempio il caso dell Iraq, o semplici vie di transito, come la Georgia. Tuttavia, nonostante queste criticità, la Turchia rimane un anello fondamentale dei progetti infrastrutturali per il trasporto delle risorse energetiche (soprattutto del gas) dal Caspio, dall Asia centrale e dal Medio Oriente verso l Europa, e per ragioni geopolitiche l unica via di transito alternativa alla Russia, da un lato, e all instabile regione mediorientale, dall altro, che sia oggi praticabile. 14 «Mees», 18 August 2008, p. 3. La ricerca ISPI analizza le dinamiche politiche, strategiche ed economiche del sistema internazionale con il duplice obiettivo di informare e di o- rientare le scelte di policy. I risultati della ricerca vengono divulgati attraverso pubblicazioni ed eventi, focalizzati su tematiche di particolare interesse per l Italia e le sue relazioni internazionali e articolati in: Programma Caucaso e Asia Centrale Programma Europa Programma Mediterraneo e Medio Oriente Programma Russia e Vicini Orientali Programma Sicurezza e Studi Strategici Progetto Argentina Progetto Asia Meridionale Progetto Diritti Umani Progetto Disarmo Progetto Emergenze e Affari Umanitari Progetto Internazionalizzazione della Pubblica Amministrazione ISPI Palazzo Clerici Via Clerici, 5 I Milano Per informazioni: ispi.policybrief@ispionline.it ispi.policybrief1@ispionline.it ISPI 2008

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