INDIRIZZO DI SALUTO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

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1 INDIRIZZO DI SALUTO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Palazzo del Quirinale Roma, 31 ottobre 2007

2 2 Signor Presidente della Repubblica, è per noi un grande onore poterle rappresentare oggi l esperienza delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Casse Raiffeisen, come vengono denominate in Alto Adige. Le nostre aziende nacquero in un tempo nel quale soffiava l alito dell incertezza e si respirava in molti campi aria di rivoluzione. Introdussero nel mercato l idea di un modello alternativo per lo sviluppo delle comunità, basato sulla sintesi che pareva impossibile tra l esercizio di un impresa bancaria e una prassi di solidarietà. Le spingeva una necessità ed una sollecitazione. La necessità, avvertita da molti cittadini, era quella di trovare strumenti di riscatto dalla miseria e dall usura; la sollecitazione veniva dalla dottrina sociale della Chiesa, in particolare dall enciclica Rerum Novarum di Leone XIII, che incoraggiava a dare vita a soluzioni e formule di tipo solidaristico ed associazionistico per porre rimedio alle contraddizioni e alle ingiustizie della società di allora. Avevano pochissimo capitale, ma potevano contare su un enorme patrimonio. Un patrimonio, intangibile ma reale, di energie e di speranza. Che lievitò velocemente e trasformò tanti progetti in realizzazioni. Oggi le 440 Banche di Credito Cooperativo sono presenti su tutto il territorio italiano con sportelli, oltre l 11% del totale degli sportelli bancari, e detengono una quota di mercato di circa il 9% per i depositi e del 7% per gli impieghi. Le Banche di Credito Cooperativo sono pressoché le uniche banche locali dalla testa ai piedi, ovvero dal momento decisionale a quello operativo. Sono infatti banche gestite democraticamente, amministrate da soci scelti da altri soci sulla scorta di un mandato fiduciario. Sono circa 6 mila gli amministratori delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Casse Raiffeisen: 6 mila persone normali, che lavorano nelle comunità locali, espressione di quel tessuto profondo del Paese disponibile a impegnarsi per

3 3 il bene comune. Amministrare una banca mutualistica è anche, quindi, un esercizio di civica partecipazione, di impegno politico in senso lato. Sono banche orientate a fare finanza per lo sviluppo, a sostenere l economia reale del territorio in cui sono insediate, privilegiando soprattutto i piccoli operatori, a creare occupazione, a produrre ricchezza duratura. La quota di mercato delle BCC negli impieghi a determinate categorie è infatti sensibilmente più elevata di quella complessiva: raggiunge l 8,5% per i crediti alle famiglie; supera il 20% per i crediti alle piccole imprese artigiane. Le Banche di Credito Cooperativo sono anche partner convinte di migliaia di imprese e cooperative sociali e organizzazioni di volontariato. A quello che viene definito Terzo Settore, cui molto spesso oggi è affidata la gestione delle politiche di welfare, le BCC garantiscono il 10,5% dei finanziamenti loro complessivamente concessi dall industria bancaria italiana. Inoltre, ad iniziative di carattere culturale e sportivo, di tutela della salute e dell ambiente, ricreative e formative, le BCC hanno destinato nel 2005 contributi per oltre 115 milioni di euro. Sono dati che documentano come la formula d impresa delle banche cooperative mutualistiche delle comunità locali sia pienamente valida e vitale. I motivi dell affermazione del modello BCC stanno, infatti, in primo luogo nella loro identità. Le Casse Rurali di ieri, le Banche di Credito Cooperativo di oggi, sono aziende caratterizzate da una formula imprenditoriale specifica, da un codice genetico costituito da tre molecole fortemente interrelate: quella della cooperazione, quella della mutualità, quella del radicamento nel territorio e dell appartenenza alla comunità. Da un punto di vista normativo, la cooperazione implica il principio del voto capitario e della "porta aperta", la mutualità comporta l assenza dello scopo di lucro e l orientamento preferenziale al socio, l appartenenza al territorio determina l obbligo di operare in una definita e circoscritta area. Ma, da un punto di vista qualitativo, esse significano molto di più. Ovvero: un impresa a proprietà diffusa, non concentrata, espressione di capitalismo

4 4 popolare, non di pochi poteri forti, e dunque di partecipazione e democrazia economica. Significa orientamento alla sostenibilità, visto che la Banca di Credito Cooperativo, la Cassa Rurale, la Cassa Raiffeisen persegue la logica della creazione di valore, inteso però in senso complessivo (valore economico, sociale e ambientale), non soltanto come massimizzazione del dividendo per l azionista. Significa legame totale e permanente con la comunità, stabile proiezione sociale. Significa, insomma, un insieme di valori che contano molto anche se non sempre è possibile contarli. In questa identità, ingredienti specifici sono: la fiducia e la cooperazione. E grazie ad un meccanismo di fiducia, in se stessi e verso gli altri soci coinvolti nell impresa, che le Banche di Credito Cooperativo si sono sviluppate. Non a caso, è precisamente la fiducia il punto di snodo fondamentale sottolineato dal premio Nobel per la Pace del 2006, Muhammad Yunus, quando racconta le caratteristiche del microcredito. E noi riteniamo che quel Premio Nobel sia simbolicamente attribuito alle migliaia di cooperatori bancari che in Europa e in Italia, dalla metà dell 800 hanno creato fiducia attraverso piccole banche cooperative. La fiducia, risorsa scarsa, ma che cresce paradossalmente quanto più la si utilizza, è, infatti, un potente moltiplicatore : promuove la circolazione delle risorse, crea e sostiene il mercato, favorisce le relazioni. Con questa consapevolezza, le BCC hanno da tre anni promosso un originale iniziativa rivolta ai risparmiatori, la costituzione di un Fondo di Garanzia per gli Obbligazionisti, allo scopo di offrire loro una maggiore e più ampia tutela rispetto a quella già assicurata a favore dei depositanti. Il secondo ingrediente è la cooperazione, intesa non tanto come forma giuridica di esercizio dell impresa, ma soprattutto come metodo organizzativo. E grazie alla cooperazione che le Banche di Credito Cooperativo riescono a comporre radicamento nel territorio, da un lato, ed efficienza ed efficacia, dall altro. Il fare rete rappresenta per noi la risposta

5 5 alle sfide e alle sollecitazioni della competizione, che molte altre banche stanno affrontando con le concentrazioni. Siamo convinti, infatti, che una banca del territorio possa essere una ricchezza per quel territorio, uno strumento del suo auto-sviluppo. E che l aggregazione sia soltanto una delle possibili risposte alla necessità di favorire economie di scala e di scopo. Un altra è, infatti, appunto la cooperazione, il fare rete. Coerentemente, identità e coesione sono le due polarità attorno alle quali si è sviluppata la strategia della nostra categoria negli anni recenti. Le banche cooperative in Europa detengono complessivamente quasi un terzo del mercato. E proprio nella fase storica nella quale sembra prevalere un approccio mercatistico nella gestione delle cose economiche, le imprese mutualistiche bancarie ritengono ci sia spazio anche per forme d impresa diverse dalle società di capitali. Le società di persone possono fare bene il proprio lavoro anche nella finanza. E vogliono essere valutate secondo paradigmi che non siano del tutto identici a quelli utilizzati giudicare le società di capitali. Con fiducia, dunque, ci rimettiamo a Lei e alla Sua sensibilità, Signor Presidente, affinché il nostro modello originale di fare banca possa trovare lo spazio, la considerazione e la rappresentazione che merita. Il nostro disegno per il futuro è nella linea della continuità nello sviluppo. Le Banche di Credito Cooperativo, oggi come ieri, possono essere partner di uno sviluppo solidale, strumento di inclusione, diffusori di fiducia. Lo testimonia l attenzione per la creazione di opportunità per tutti coloro che lo meritano, l attenzione per la capacitazione delle persone (come direbbe un altro Premio Nobel, l economista Amartya Sen) che le nostre banche esercitano quotidianamente: verso le famiglie, i piccoli operatori economici, ma anche gli immigrati o i giovani, per i quali oggi le certezze sembrano diminuire, mentre le inquietudini sembrano aumentare. I nostri giovani hanno diritto a una formazione di qualità, e di essere sostenuti, incoraggiati, accompagnati nell inserimento nel mondo del lavoro. Sono compiti affidati alla società, allo stato, ma anche alle imprese. Tra esse, quelle finanziarie.

6 6 Detto tra parentesi, negli ultimi 10 anni le nostre cooperative bancarie hanno generato direttamente occupazione accrescendo in controtendenza rispetto al resto dell industria bancaria del 30% il proprio organico complessivo. Accogliendo giovani, quasi in maggioranza donne, al Nord come al Sud. Dietro le Banche di Credito Cooperativo c era ieri l Italia dei mille campanili, ben rispecchiata nel fiorire di migliaia di piccole imprese. Questo processo ha visto le nostre banche in un duplice ruolo: nel promuovere e nell accompagnare. Hanno dato fiducia ai piccoli e piccolissimi operatori, ben sapendo che la grandezza di un impresa non dipende dalle sue dimensioni. Hanno consentito a tanti di giocare in proprio la sfida dell imprenditorialità. Ne hanno seguito la crescita: dall acquisto dei macchinari e poi dei locali dell officina all apertura a nuovi mercati. Oggi, re-interpretando la sua prossimità all economia e alla comunità locale, il mestiere di una Banca di Credito Cooperativo è quello di essere lievito, ancora lievito di fiducia e di sviluppo. Di stare nel mezzo, nel cuore del territorio e delle relazioni tra i diversi soggetti che lo abitano, ed insieme all incrocio dei flussi che rinviano ad una dimensione globale. Di accompagnare ancora più in là quelle imprese, che oggi si affacciano magari sui mercati internazionali. Di creare valore, che non è semplicemente una questione di ritorno sul capitale, perché esiste anche un valore sociale ed un valore ambientale di cui tenere conto. Di continuare a produrre e promuovere innovazione, che non fa soltanto riferimento alla tecnologia. Esiste, infatti, un innovazione imprenditoriale e sociale insieme, che deriva dalla capacità di sintonizzarsi sulle esigenze reali delle persone e fornire a queste delle risposte concrete. Le Banche di Credito Cooperativo vogliono essere soggetti di uno sviluppo così inteso, protagonisti di un economia che non dimentica il volto delle persone e che seleziona i mezzi in coerenza con le finalità. Con l obiettivo di dare possibilità a chi poteva non averne. Come facciamo nel nostro Paese, ma anche Oltreoceano. Con il Progetto Microfinanza Campesina in Ecuador le BCC hanno messo a disposizione circa 25 milioni di dollari e la loro

7 7 esperienza per favorire l auto-sviluppo delle comunità indigene, escluse dai circuiti del credito ufficiale. Vogliamo quindi impegnarci per continuare a promuovere la crescita e lo sviluppo dei 4000 comuni italiani nei quali lavoriamo. Una crescita ed uno sviluppo responsabili e sostenibili, come scritto nei nostri statuti. Intendiamo continuare a fabbricare fiducia. A rilanciare intraprendenza ed indipendenza. Partecipazione e coinvolgimento. Vogliamo continuare ad offrire opportunità, con un attenzione speciale alle famiglie, ai piccoli operatori, ai giovani. Contiamo, signor Presidente, anche sul suo incoraggiamento.

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