Il III settore e il volontariato - L importanza del lavoro di rete. A cura di: Dott.ssa Simona Piazza
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1 Il III settore e il volontariato - L importanza del lavoro di rete A cura di: Dott.ssa Simona Piazza
2 CHE COSA è IL TERZO SETTORE? Il Terzo Settore è il terreno su cui si muovono i soggetti di volontariato (ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO, ASSOCIAZIONI), è il campo della cooperazione sociale (COOPERATIVE SOCIALI, ONG)c he interpreta l'impegno della cittadinanza organizzata in diversi ambiti.
3 Nel Terzo Settore si esprime l'attitudine dei cittadini a promuovere soluzioni di benessere mediante un concreto impegno civile e solidale in diversi ambiti, quali la tutela dei diritti e la promozione dei diritti umani e della pace; la promozione di pari opportunità tra uomini e donne; la creazione di sbocchi professionali nell'ambito dell'economia Sociale: la promozione dello sviluppo umano, la lotta all'esclusione sociale e alle tradizionali forme di povertà attraverso la rimozione degli ostacoli che le determinano (art. 3 della Costituzione).
4 In Italia vi sono circa 5 milioni di cittadini associati nel Terzo Settore, occupati a tempo pieno (pari al numero di lavoratori del settore del credito e delle assicurazioni), più di volontari a tempo pieno e il fatturato è pari all'1,8% del Prodotto Interno Lordo. Numeri che testimoniano l importanza del Terzo Settore, il quale tuttavia è costituito da associazioni ed enti a volte invisibili nel tessuto della società civile. Tant è che spesso ci si interroga addirittura sul significato delle parole Terzo Settore.
5 Il volontariato in Italia: - Sono oltre le O.d.V. in Italia ovvero le sole organizzazioni che posseggono i requisiti di gratuità, solidarietà e democraticità previsti dalla Legge Quadro sul Volontariato (266/91). - I volontari sono oltre 1 milione 125 mila Si registra un trend di aumento, che porta a una diffusione più omogenea: consolidamento del fenomeno al Nord e incremento del numero di organizzazioni al Sud. Considerando l intero Terzo Settore lo scenario è molto più ampio.
6 Il volontariato a Lecco: 1 Il VOLONTARIATO ORGANIZZATO Volontariato strutturato in Organizzazioni 2 Il VOLONTARIATO FORMALIZZATO Volontariato che offre la possibilità di realizzare una serie di azioni che sono regolate da direttive o normative vigenti: ad esempio il Servizio Civile Nazionale, il Servizio Volontario Europeo e l Amministrazione di Sostegno 3 Il VOLONTARIATO INFORMALE E POTENZIALE Forme di volontariato più funzionali, occasionali e meno formalizzate
7 Il volontariato organizzato 1: Tipologia di organizzazioni iscritte e non iscritte distribuite per distretto
8 Il volontariato organizzato 2: - Organizzazioni di Volontariato L. 266/91: 803 realtà - Associazioni di Promozione Sociale (APS) L.383/2000, Associazioni senza scopo di lucro L.R. 28/96: 458 realtà - Associazioni generiche: 120 realtà Totale: realtà di volontariato e associazionismo nella provincia di Lecco
9 Il volontariato organizzato 3: Ambito di intervento in numeri assoluti per distretto
10 Il volontariato organizzato 4: - Alle realtà associative si aggiungono una serie di coordinamenti di associazioni: ovvero gruppi di associazioni che si uniscono per perseguire i loro scopi - Vi è quindi una realtà viva di coordinamenti, federazioni, comitati che lavorano in rete attorno a progetti specifici per un totale di circa 14 realtà
11 Il volontariato formalizzato 1: Il volontariato formalizzato offre la possibilità di realizzare una serie di azioni che sono regolate da direttive o normative vigenti. - Il Servizio Civile Nazionale (SCN): Negli ultimi anni il numero di progetti in provincia è considerevolmente cresciuto: si è passati dai 26 del 2006 ai 43 del Quasi dimezzati, invece, nel 2010: 23 i progetti approvati. Il numero delle sedi di progetto è aumentato, arrivando alle 220 nel 2008, per poi scendere nuovamente sotto le 100 nel I 23 progetti di Servizio Civile attivi per il 2010/2011 sono sviluppati da enti del terzo settore e da enti locali su 59 sedi distribuite in 27 comuni. Il movimento di giovani volontari è prevalentemente di genere femminile. In media l età dei volontari va dai 19 ai 22 oppure dai 24 ai 26, in concomitanza con la fine dei cicli di studio.
12 Il volontariato formalizzato 2: - Il Servizio Volontario Europeo (SVE): Nella provincia di Lecco lo SVE è una realtà attualmente in fase di sviluppo, sono solo 2 gli enti che si occupano di progetti europei e in particolar modo di SVE. - L amministratore di sostegno: Sono 700 gli amministratori di sostegno nominati dal Tribunale di Lecco di cui l 80% familiari. I beneficiari sono: anziani, persone con disagio psichico, disabili, tossicodipendenti, detenuti.
13 Il volontariato informale e potenziale: Le tradizionali forme di volontariato sono meno partecipate di un tempo, soprattutto da parte dei giovani, che si dedicano maggiormente a forme di volontariato più funzionali, occasionali e meno formalizzate. Il volontariato giovanile emerge in una specifica forma di azione solidaristica, della quale bisogna individuare i tratti distintivi e le nuove modalità di interazione tra gli stessi giovani e le organizzazioni. Complessivamente, la riflessione condotta sul volontariato giovanile suggerisce come sia più che mai necessaria oggi la presenza di occasioni in cui la dimensione soggettiva e intersoggettiva possa venire accolta, le appartenenze ricomprese e le diverse generazioni incontrarsi generando coesione e benessere sociale (cfr. Stili partecipativi emergenti nel volontariato giovanile - Lucia Boccacin, Giovanna Rossi)
14 Caratteristiche emerse: - Elevato numero di realtà di volontariato e associazionismo - L ambito di intervento maggiore è quello socio-sanitario ed assistenziale - E aumentata la richiesta di specializzazione dei servizi offerti - Al volontariato è richiesta una sempre maggior specializzazione dei volontari - E aumentato il numero di O.d.V. che offrono direttamente servizi all utenza - Al volontariato è richiesta una maggior capacità di assunzione di responsabilità progettuali
15 Potenzialità o rischi?: - Rischio di essere strumentalizzato. Le energie sottratte alla politica a seguito della crisi dei partiti si sono indirizzate in parte nella realtà dell associazionismo. Se queste forze presenti nel volontariato non sono inserite in un contesto di ampia partecipazione dei cittadini, corrono il rischio di diventare meri strumenti operativi che giungono là dove la rigidità o scarsità delle risorse non consentono al settore pubblico di arrivare. Si creerebbe una sussidiarietà rovesciata, dove è la società civile a sostenere l azione delle istituzioni - Rischio di crescita della propensione alla delega da parte del settore pubblico, a fronte di una maggior dipendenza del volontariato dai canali di finanziamento pubblico
16 Suggerimenti e strategie: - Consolidare l identità e il ruolo del volontariato - Diventare co-protagonista della ricostruzione di una visione centrata sull idea del bene comune, anche attraverso la cura delle relazioni con le altre realtà del Terzo Settore operanti sul territorio (il lavoro di rete) - Partecipare in maniera più attiva e protagonista alla definizione, programmazione e verifica delle politiche sociali da parte delle istituzioni, secondo i principi della sussidiarietà - Diventare portavoce dei diritti, ma anche promotore del protagonismo dei cittadini più fragili per facilitare il loro dialogo con le istituzioni
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