RIFLESSIONI E OPPORTUNITA DEL NUOVO CODICE DI PREVENZIONE INCENDI PER I PROFESSIONISTI
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1 RIFLESSIONI E OPPORTUNITA DEL NUOVO CODICE DI PREVENZIONE INCENDI PER I PROFESSIONISTI Roma, 26 maggio 2016 SEMINARIO TECNICO DI PREVENZIONE INCENDI Ing. Michele MAZZARO Dirigente Nucleo Investigativo Antincendi
2 INDICE Introduzione Determinazione dei profili di rischio Un esempio: controllo dell incendio Conclusioni
3 Come fare???
4 Cosa c era prima del Codice??? Tante procedure per la valutazione qualitativa del rischio di incendio. talvolta anche in contrasto tra di loro!!! vediamone qualcuna.
5 Ecco alcuni esempi.. Classificazione attività/depositi secondo DM 10/03/1998 Classificazione attività/depositi secondo DM 09/03/2007 Classificazione lavorazioni secondo UNI EN Classificazione attività/depositi secondo UNI Classificazione attività/depositi secondo norma CEI 648 Ministero dell Interno Dipartimento Dipartimento dei dei Vigili Vigili del del Fuoco, Fuoco, del del Soccorso Soccorso Pubblico Pubblico e e della della Difesa Difesa Civile Civile Direzione Centrale Direzione Centrale per per la la Prevenzione Prevenzione e e la la Sicurezza Sicurezza Tecnica Tecnica
6 La risposta del C.N.VV.F Codice di Prevenzione Incendi
7 Definizione dei profili di rischio [1/2] Cosa sono? Indicatori semplificati per valutare il rischio di incendio dell'attività Perché? secondo Dlgs 139/2006, la prevenzione incendi è la funzione di preminente interesse pubblico diretta a conseguire, secondo criteri applicativi uniformi sul territorio nazionale, gli obiettivi di sicurezza della vita umana, di incolumità delle persone e di tutela dei beni e dell'ambiente A che servono? attribuire livelli di prestazione, calibrare le misure antincendio
8 Alcuni esempi: S.3 Compartimentazione NON E SUFFICIENTE L INDIVIDUAZIONE DEI PROFILI DI RISCHIO PER LA SCELTA DEI LIVELLI DI PRESTAZIONE NON DEVE ESSERE VALUTATO SOLO IL RISCHIO DI INCENDIO MA ANCHE IL RISCHIO DI ESPLOSIONE
9 Alcuni esempi: S.5 Gestione della sicurezza
10 Pertanto, in generale, il professionista dovrà condurre un analisi al termine della quale dovrà restituire un risultato del tipo: Rvita/Rbeni/Rambiente NO SI NO SI & Quantità rilevante sostanze pericolose Quantità rilevante sostanze pericolose Lavorazione pericolose ai fini incendio/esplosione Lavorazione pericolose ai fini incendio/esplosione NO SI Elevato carico di incendio Elevato carico di incendio NO SI Elevato affollamento Elevato affollamento NO SI Complessità edificio Complessità edificio
11 Definizione dei profili di rischio [2/2] Quali? Rvita : salvaguardia della vita umana da ISO/TR 16738:2009 e BS 9999:2008 Section 2, determinato per compartimento Rbeni : salvaguardia dei beni economici, specifico italiano, determinato per l'intera attività Rambiente : tutela dell'ambiente, specifico italiano, determinato per l'intera attività
12 Profilo di rischio Rvita Rvita : salvaguardia della vita umana da ISO/TR 16738:2009 e BS 9999:2008 Section 2, determinato per compartimento
13 Profilo di rischio Rvita Dipende dai seguenti fattori: δocc: caratteristiche prevalenti degli occupanti che si trovano nel compartimento δα: velocità caratteristica prevalente di crescita dell'incendio riferita al tempo tα in secondi impiegato dalla potenza termica per raggiungere il valore di 1000 kw. Per prevalenti si intendono le caratteristiche maggiormente rappresentative del rischio di incendio del compartimento in qualsiasi condizione d'esercizio. Ad esempio, la presenza nelle attività civili di limitate quantità di prodotti per la pulizia infiammabili adeguatamente stoccati non è considerata significativa.
14 Profilo di rischio Rvita δocc caratteristiche prevalenti degli occupanti
15 Profilo di rischio Rvita δα velocità di crescita dell incendio L'andamento della curva nella fase iniziale di crescita dell incendio dipende dal tipo di combustibile presente. Numerose sperimentazioni, effettuate con riferimento a fuochi all'aria aperta, hanno consentito di definire, come soddisfacente, una funzione del tipo: HRR = t2 dove : HRR espresso in kw coefficiente di intensità o di crescita del fuoco espresso in KJ/s3 t tempo (secondi) Ministero dell Interno Dipartimento Dipartimento dei dei Vigili Vigili del del Fuoco, Fuoco, del del Soccorso Soccorso Pubblico Pubblico e e della della Difesa Difesa Civile Civile Direzione Centrale Direzione Centrale per per la la Prevenzione Prevenzione e e la la Sicurezza Sicurezza Tecnica Tecnica
16 Profilo di rischio Rvita δα velocità di crescita dell incendio In base alla velocità di crescita i fuochi sono stati classificati: a crescita lenta a crescita media a crescita rapida a crescita ultra rapida con riferimento al tempo necessario tg per raggiungere un tasso di rilascio termico pari a 1055 kw Un fuoco viene quindi detto: "a crescita lenta" se raggiunge un HRR pari a 1055 kw in 600 s "a crescita media" se raggiunge un HRR pari a 1055 kw in 300 s "a crescita rapida" se raggiunge un HRR pari a 1055 kw in 150 s "a crescita ultra rapida" se raggiunge un HRR pari a 1055 kw in 75 s Ministero dell Interno Dipartimento Dipartimento dei dei Vigili Vigili del del Fuoco, Fuoco, del del Soccorso Soccorso Pubblico Pubblico e e della della Difesa Difesa Civile Civile Direzione Centrale Direzione Centrale per per la la Prevenzione Prevenzione e e la la Sicurezza Sicurezza Tecnica Tecnica
17 Profilo di rischio Rvita δα velocità di crescita dell'incendio
18 Profilo di rischio Rvita Un riferimento condiviso è, in ambito civile, la tabella E5 dell Eurocodice EN
19 Profilo di rischio Rvita
20 Profilo di rischio Rvita δα velocità di crescita dell incendio Ministero dell Interno Dipartimento Dipartimento dei dei Vigili Vigili del del Fuoco, Fuoco, del del Soccorso Soccorso Pubblico Pubblico e e della della Difesa Difesa Civile Civile Direzione Centrale Direzione Centrale per per la la Prevenzione Prevenzione e e la la Sicurezza Sicurezza Tecnica Tecnica
21 Profilo di rischio Rvita δα velocità di crescita dell'incendio Per le attività senza valutazione del progetto (es: attività di categoria A, All. I, DPR 151/11) la scelta non è libera: 66.1.A: alberghi, pensioni, motel, villaggi albergo, ostelli, rifugi alpini, ecc da 25 posti letto e fino a 50 posti letto 67.1.A: scuole, collegi, accademie ecc. con oltre 100 persone presenti e fino a 150 persone 68.1.A: strutture sanitarie, case di riposo, ecc con oltre 25 posti letto e fino a 50 posti letto 69.1.A: locali di esposizione e vendita, fiere e quartieri fieristici con superficie lorda superiore a 400m2 e fino a 600m A: aziende ed uffici con oltre 300 persone presenti e fino a 500 persone 77.1.A: edifici destinati ad uso civile con altezza antincendio superiore a 24 m e fino a 32 m 75.1.A: autorimesse fino a 1000 m A: autorimesse fino a 1000 m2
22 Profilo di rischio Rvita δocc caratteristiche prevalenti degli occupanti Il valore di Rvita è determinato come combinazione di δocc e δα
23 Profilo di rischio Rvita δα velocità di crescita dell'incendio Il valore di δα può essere ridotto di un livello se l'attività è servita da sistema automatico di controllo dell'incendio estesa a tutta l attività (Capitolo S.6, livello di prestazione V)
24 Profilo di rischio Rvita Esempi per alcune tipologie di destinazioni d uso (occupancy) Qualora il progettista scelga valori diversi da quelli proposti, è tenuto a indicare le motivazioni nella scelta dei documenti progettuali
25 Profilo di rischio Rbeni Determinazione: 1, 2, 3, 4 Rbeni : salvaguardia dei beni economici, specifico italiano, determinato per l'intera attività un'opera da costruzione si considera vincolata per arte o storia se essa stessa o i beni in essa contenuti sono tali a norma di legge; un'opera da costruzione risulta strategica se è tale a norma di legge o in considerazione di pianificazioni di soccorso pubblico e difesa civile o su indicazione del responsabile dell'attività...perciò, costituisce un fatto privato del committente che può scegliere se: adottare particolari misure di protezione, accettare il rischio, pagare una polizza di assicurazione, ecc
26 Profilo di rischio Rbeni Determinazione: 1, 2, 3, 4 Rbeni : opere da costruzione vincolata Vincolo è un termine che indica una "dichiarazione di interesse culturale di un bene di proprietà privata che si conclude in un provvedimento motivato e notificato al proprietario" (d.lgs. 22 gennaio 2004 n. 42). I beni di proprietà di enti pubblici e persone giuridiche private senza fini di lucro sono comprese in elenchi descrittivi presentati al Ministero dagli enti proprietari ma sono comunque sottoposti a tutela fino alla verifica del loro interesse culturale (d.lgs. 22 gennaio 2004 n. 42). I beni di proprietà privata devono essere preventivamente dichiarati di interesse culturale attraverso un procedimento di imposizione del vincolo (d.lgs. 22 gennaio 2004 n. 42).
27 Profilo di rischio Rbeni Determinazione: 1, 2, 3, 4 Rbeni : opere da costruzione strategica Costruzioni di classe IV ai sensi del DM 14/01/2008 (NTC) : Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, anche con riferimento alla gestione della protezione civile in caso di calamità. Industrie con attività particolarmente pericolose per l'ambiente. Reti viarie di tipo A o B, di cui al D.M. 5 novembre 2001, n. 6792, «Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade», e di tipo C quando appartenenti ad itinerari di collegamento tra capoluoghi di provincia non altresì serviti da strade di tipo A o B. Ponti e reti ferroviarie di importanza critica per il mantenimento delle vie di comunicazione, particolarmente dopo un evento sismico. Dighe connesse al funzionamento di acquedotti e a impianti di produzione di energia elettrica. Ministero dell Interno Dipartimento Dipartimento dei dei Vigili Vigili del del Fuoco, Fuoco, del del Soccorso Soccorso Pubblico Pubblico e e della della Difesa Difesa Civile Civile Direzione Centrale Direzione Centrale per per la la Prevenzione Prevenzione e e la la Sicurezza Sicurezza Tecnica Tecnica
28 Profilo di rischio Rbeni Determinazione: 1, 2, 3, 4 Rbeni : opera da costruzione strategica infrastrutture critiche Per infrastruttura critica si intende quel complesso di reti e sistemi che operando in modo sinergico producono un flusso continuato di merci e servizi essenziali per l organizzazione, la funzionalità e la stabilità economica di un moderno Paese industrializzato e la cui distruzione o temporanea indisponibilità può provocare un impatto debilitante sull economia, la vita quotidiana o le capacità di difesa di un Paese. Alcune infrastrutture critiche (Dir. UE2008/114 e D.Lgs.61/2011) sono: infrastrutture per la produzione, trasporto e distribuzione di energia (elettrica, gas ecc.), infrastrutture di telecomunicazioni; circuiti bancari e finanziari; sistema sanitario; infrastrutture di trasporto (aereo, viario, ferroviario, navale ecc.); infrastrutture per la raccolta, distribuzione e trattamento delle acque superficiali; servizi di emergenza;
29 Profilo di rischio Rambiente Novità, determinazione Rambiente: salvaguardia dell'ambiente, specifico italiano, determinato per l'intera attività Il rischio di danno ambientale in condizioni d'esercizio ordinario è già ampiamente considerato dalla normativa e non è di competenza VVF. La novità consiste nella valutazione del rischio ambientale a seguito di incendio ed eventi ad esso connessi, secondo alcuni criteri.. La valutazione non è guidata, ma ove necessario, è effettuata caso per caso.
30 Profilo di rischio Rambiente Misure antincendio Rambiente: salvaguardia dell'ambiente, specifico italiano, determinato per l'intera attività Il rischio ambientale, se non diversamente indicato o determinato in esito a specifica valutazione, si intende mitigato dall applicazione delle misure antincendio connesse ai profili di rischio Rvita ed Rbeni che consentono, in genere, di considerare non significativo tale rischio. Le operazioni di soccorso condotte dal Corpo nazionale dei Vigili del fuoco sono escluse dalla valutazione del rischio ambientale. Per le attività rientranti nel campo di applicazione della Direttiva SEVESO si applica la specifica normativa di riferimento.
31 In sintesi Profili di rischio Rvita, Rbeni, Rambiente sono indicatori semplificati per valutare il rischio di incendio dell'attività servono per attribuire livelli di prestazione, calibrare le misure antincendio Rvita = f(δocc, δα), per compartimento Rbeni = f(ed. vincolato, strategico), per attività Rambiente = valutazione per attività
32 Conclusioni Strategia antincendio Misure antincendio Obiettivi di sicurezza antincendio Sicurezza della vita umana, incolumità delle persone, tutela dei beni ed ambiente. a. minimizzare le cause di incendio o di esplosione; b. garantire la stabilità delle strutture portanti per un periodo di tempo determinato; c. limitare la produzione e la propagazione di un incendio all'interno dell'attività; d. limitare la propagazione di un incendio ad attività contigue; e. limitare gli effetti di un'esplosione; f. garantire la possibilità che gli occupanti lascino l'attività autonomamente o che gli stessi siano soccorsi in altro modo; g. garantire la possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza; h. tutelare gli edifici pregevoli per arte e storia; i. garantire la continuità d'esercizio per le opere strategiche; j. prevenire il danno ambientale e limitare la compromissione dell'ambiente in caso d'incendio. Livelli di prestazione Soluzioni conformi Soluzioni alternative I Resistenza al fuoco Valutazione del rischio di incendio II III... Reazione al fuoco Compartimentazione Controllo di fumi e calore Soluzioni conformi: soluzioni progettuali prescrittive, di immediata applicazione, che non richiedono valutazioni tecniche es. La distanza deve essere pari a 5m. Esodo Controllo dell'incendio Per ciascun livello di prestazione si hanno le: Rivelazione ed allarme Gestione della sicurezza antincendio Operatività antincendio Sicurezza degli impianti Ministero dell Interno Dipartimento Dipartimento dei dei Vigili Vigili del del Fuoco, Fuoco, del del Soccorso Soccorso Pubblico Pubblico e e della della Difesa Difesa Civile Civile Direzione Centrale Direzione Centrale per per la la Prevenzione Prevenzione e e la la Sicurezza Sicurezza Tecnica Tecnica Soluzioni alternative: soluzioni progettuali prestazionali, alternative alle soluzioni conformi, richiedono valutazioni tecniche secondo metodi ammessi (G2.6) es. La distanza deve essere calcolata imponendo irraggiamento massimo dal focolare verso l'obiettivo pari a 12,6 kw/mq
33 Impianti o sistemi di protezione attiva (G.1.14)
34 S.6 Controllo dell incendio Scopo: la misura antincendio di controllo e spegnimento individua i presidi antincendio per : la protezione di base; la protezione finalizzata al controllo e allo spegnimento dell'incendio. I presidi antincendio considerati sono: estintori d incendio, rete di idranti, impianti manuali o automatici di controllo o estinzione ad acqua e ad altri estinguenti.
35 Livelli di Prestazione
36 Criteri di attribuzione I Non ammesso nelle attività soggette (all. I DPR 151/2011) II Attività dove siano verificate tutte (AND) le seguenti condizioni: profili di rischio: Rvita compresi in A1, A2, B1, B2, Ci1, Ci2, Cii1, Cii2, Ciii1, Ciii2 (incendio non superiore a sviluppo medio ); Rbeni pari a 1, 2; Rambiente non significativo; densità di affollamento non superiore a 0,7 persone/m2 ; tutti i piani dell'attività situati a quota compresa tra -5 m e 32 m; carico di incendio specifico qf non superiore a 600 MJ/m2; superficie lorda di ciascun compartimento non superiore a 4000 m2; non si detengono o trattano sostanze o miscele pericolose in quantità significative; non si effettuano lavorazioni pericolose ai fini dell'incendio.
37 Criteri di attribuzione Criteri di attribuzione III Attività non ricomprese negli altri criteri di attribuzione. IV In relazione alle risultanze della VDR nell ambito e in quelli limitrofi (es. attività con elevato affollamento, attività con geometria complessa, piani interrati, elevato carico di incendio specifico, presenza di sostanze o miscele pericolose in quantità significative, presenza di lavorazioni pericolose ai fini dell'incendio ) V Su specifica richiesta del committente, previsti da capitolati tecnici di progetto, richiesti dalla autorità competente per costruzioni destinate ad attività di particolare importanza, previsti da regola tecnica verticale.
38 Classificazione degli incendi ed estinguenti UNI EN 2:2005
39 Soluzioni Conformi Livello di prestazione II La protezione di base ha l'obiettivo di garantire l utilizzo di un presidio antincendio che sia efficace su un principio d incendio, prima che questo inizi a propagarsi nell'attività. Si attua attraverso l'impiego di estintori. La tipologia degli estintori installati deve essere selezionata in riferimento alle classi di incendio determinate secondo la valutazione del rischio dell'attività. Gli estintori devono essere sempre disponibili per l'uso immediato, posti in posizione facilmente visibile e raggiungibile, in prossimità delle uscite di piano, percorsi d'esodo e aree a rischio specifico.
40 Soluzioni Conformi Livello di prestazione II Classe A
41 Esempio di calcolo per estintori Classe A
42 Soluzioni Conformi per Livello II La protezione di BASE Classe A Ad esempio, consideriamo un compartimento da 2500 mq: CA=2500x0,21=525 CA/2=265/34=7.72 quindi 8 estintori 34 A CAr= CA-8x34= =253 Scelgo ad esempio 21 A quindi CAr/21=12.04, quindi 13 estintori 21 A Verifica 13x21+8*34= =545 OK è maggiore della minima richiesta! OSS: Devo sempre distribuire e verificare i 20 m
43 Soluzioni Conformi Livello di prestazione II Altri rischi
44 Soluzioni Conformi Livello di prestazione III OBIETTIVO: garantire l utilizzo di un presidio antincendio che sia efficace per contrastare gli effetti di un incendio Devono essere rispettate le prescrizioni per il L.P. II. La protezione manuale si attua mediante l'installazione di una rete idranti a protezione dell'intera attività o di singoli compartimenti. Deve essere progettata, installata ed esercita a regola d arte (es.: UNI 10779). I livelli di pericolosità, le tipologie di protezione, le caratteristiche dell alimentazione idrica sono stabilite dal progettista sulla base della VDR (analogia DM ). Per la protezione interna è preferibile l installazione di naspi nelle attività civili, mentre è preferibile l installazione di idranti a muro per le altre attività (tipo di utilizzo e non ubicazione).
45 Soluzioni Conformi Livello di prestazione III La protezione esterna, su valutazione del Comando provinciale dei VVF, può essere sostituita dalla rete pubblica se utilizzabile anche per il servizio antincendio, a condizione che: a. gli idranti siano posti nelle immediate vicinanze dell'attività stessa (massimo 100 m dal confine dell'attività); b. la rete sia in grado di erogare la portata totale prevista per la protezione specificata (attestata da un professionista antincendio tramite dati forniti dall'ente erogatore e da prove di erogazione). Nelle attività con livello di pericolosità 3 della norma UNI 10779, per le quali non sia prevista dal progettista alcuna protezione esterna, deve comunque essere garantito almeno il livello di prestazione III della strategia operatività antincendio (Cap. S.9). Capitolo S.9: deve essere disponibile almeno un idrante collegato alla rete pubblica raggiungibile con un percorso massimo di 500 m dai confini dell'attività; tale idrante deve assicurare un'erogazione minima totale di 300 litri/minuto.
46 Soluzioni Conformi Livello di prestazione IV OBIETTIVO: garantire l utilizzo di un presidio antincendio che sia efficace per rilevare la presenza di un incendio ed estinguerlo nello stadio iniziale, oppure per tenere sotto controllo l incendio così da poter completare l estinzione con altri mezzi. Si attua attraverso l'impiego di sistemi automatici di controllo o estinzione dell incendio esteso a porzioni di attività. La scelta deve essere basata sul processo di valutazione del rischio di incendio per l attività in esame. Ai fini della definizione di soluzioni conformi si applicano norme e documenti tecnici di enti di normalizzazione europea (vedi elenco). L'alimentazione degli impianti idrici antincendio deve essere conforme alle norme adottate dall'ente di normazione nazionale. Devono essere sempre verificate interazioni ed interferenze tra gli impianti di protezione attiva (gas, EFC, ecc.).
47 Soluzioni Conformi Livello di prestazione V Devono essere rispettate le prescrizioni del livello di prestazione IV, il sistema automatico di controllo o estinzione dell'incendio deve essere a protezione dell'intera attività.
48 Soluzioni Conformi Riepilogo
49
50 Soluzioni Alternative Sono ammesse soluzioni alternative per tutti i livelli di prestazione. Al fine di dimostrare il raggiungimento del livello di prestazione il progettista deve impiegare uno dei metodi di cui al paragrafo G.2.6 (Metodi ordinari di progettazione della sicurezza antincendio): applicazione di norme o documenti tecnici applicazione di prodotti o tecnologie di tipo innovativo ingegneria della sicurezza antincendio L impiego di prodotti o tecnologie di tipo innovativo, frutto della evoluzione tecnologica ma sprovvisti di apposita specificazione tecnica, è consentito in tutti i casi in cui l idoneità all impiego possa essere attestata, in sede di verifica ed analisi, sulla base di una VDR del progettista supportata da prove riferite a norme o specifiche di prova nazionali, internazionali o, in assenza di queste, da specifiche di prova adottate da laboratori a tale fine autorizzati
51 r e p e i z Gra! e n o i z n e t t a l michele.mazzaro@vigilfuoco.it
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