REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte. (Sezione Prima) ha pronunciato la presente

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Severino Colombo
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1 N /2016 REG.PROV.COLL. N /2016 REG.RIC. REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte (Sezione Prima) ha pronunciato la presente SENTENZA ex art. 60 cod. proc. amm.; sul ricorso numero di registro generale 283 del 2016, proposto da: **, rappresentata e difesa dall'avv. Gianfranco Pagano, con domicilio eletto presso lo studio dell Avv. Pier Franco Bottacini in Torino, corso Vinzaglio, 2; contro Ministero dell'interno, in persona del Ministro p.t., non costituito in giudizio; per l'annullamento

2 1) del decreto prot. n. 204/A.12/15/IMM emesso in data 23/09/2015 dalla Questura di Alessandria e notificato all'interessata in data 08/01/2016, con il quale veniva rigettata l'istanza presentata in data 2/09/2014 tesa ad ottenere il rinnovo del proprio permesso di soggiorno rilasciato per motivi di studio; 2) ogni altro atto presupposto, preparatorio e/o conseguente a quelli di cui sopra, nessuno escluso. Visti il ricorso e i relativi allegati; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nella camera di consiglio del giorno 13 aprile 2016 la dott.ssa Silvana Bini e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Visto l art. 60 cod. proc. amm. che consente al giudice amministrativo, adito in sede cautelare, di definire il giudizio con sentenza in forma semplificata, ove il giudice accerti la completezza del contraddittorio e dell'istruttoria e nessuna delle parti dichiari che intende proporre motivi aggiunti, ricorso incidentale, regolamento di competenza o regolamento di giurisdizione; Ritenuto di potere adottare tale tipo di sentenza, attesa la completezza del contraddittorio, nonché la superfluità di ulteriore istruttoria; Sentita parte ricorrente ai sensi dell'art. 60 cod. proc. amm., che non ha manifestato osservazioni oppositive; Considerato in fatto e ritenuto in diritto quanto segue:

3 I) Con ricorso notificato in data 29 febbraio 2016 e depositato il 23 marzo 2016, la ricorrente, cittadina nigeriana, ha impugnato il provvedimento in epigrafe, con cui il Questore di Alessandria ha rigettato l'istanza presentata in data 2/09/2014 tesa ad ottenere il rinnovo del proprio permesso di soggiorno rilasciato per motivi di studio. Nel ricorso si espone che la ricorrente è entrata in Italia il 2 settembre 2013, con un visto di studio per frequentare un corso annuale presso l Istituto Alberghiero di Aqui Terme, Consorzio per la formazione professionale nell Acquese SCRL CFP Alberghiero, in forza di un programma internazionale concordato tra Italia e Nigeria, al fine di promuovere la formazione professionale di 40 ragazzi nigeriani nel campo dell attività culinaria. Il corso, di ore, si è svolto dal fino a luglio In data il Consorzio stipulava una convenzione di tirocinio con la società Thermae s.r.l., per offrire l opportunità, ai migliori studenti, di operare concretamente in un ristorante. Essendo intenzionata a partecipare a detto tirocinio, la ricorrente in data presentava domanda di permesso di soggiorno per tirocinio formativo; la domanda veniva però respinta con il decreto qui impugnato, in quanto la Questura riteneva che la convenzione di tirocinio non consentisse la

4 conversione del permesso di soggiorno per studio in permesso di soggiorno per lavoro. Avverso il decreto di rigetto la ricorrente ha lamentato nell unico motivo di ricorso la violazione della normativa in materia di conversione del permesso di soggiorno per motivi di studio in soggiorno per motivi di lavoro, in quanto il tirocinio formativo non può essere equiparato ad una attività lavorativa, per cui non si instaura neppure un rapporto di lavoro subordinato; di conseguenza non trova applicazione l art 6 del D. lgs. 286/1998, ma la corretta normativa di riferimento, indicata nel Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali , che ha esteso la normativa nazionale e regionale in materia di tirocini formativi e di orientamento anche ai cittadini non appartenenti all Unione Europea. L Amministrazione intimata, seppur ritualmente evocata in giudizio, non si è costituita. Alla camera di consiglio del 13 aprile 2016 il ricorso è stato trattenuto in decisione, ai sensi dell art 60 c.p.a. II) Il ricorso è fondato e merita di essere accolto. L Amministrazione ha equiparato il tirocinio formativo ad un rapporto di lavoro, per cui ha rigettato la domanda, richiamando l art 6 c. 1 d. lgs. 286/1998, secondo il quale la conversione del permesso di soggiorno per tirocinio in permesso di soggiorno per lavoro subordinato è subordinata all'esistenza di disponibilità delle quote fissate ai sensi dell'art. 3 d.lgs. n. 286/98 e degli ulteriori requisiti richiesti dalla normativa.

5 Ad avviso del Collegio il diniego è illegittimo, in quanto l Amministrazione, partendo appunto dal presupposto dell equiparazione tra tirocinio e lavoro, ha erroneamente fatto applicazione di disposizioni che regolano fattispecie differenti. In realtà il tirocinio formativo si configura, nel caso di specie, come la prosecuzione del corso di studio, per cui la domanda della ricorrente avrebbe dovuto essere valutata non come domanda di conversione del permesso da studio a lavoro, ma come domanda di rinnovo per permesso precedentemente ottenuto per frequentare il corso presso l Istituto alberghiero di Acqui Terme. Il richiamo nel provvedimento all art 27, co. 1, lett. f), del d.lgs. n. 286/98 non pare pertinente, perché, a tale riguardo, l'art. 40 d.p.r. n. 394/99 prevede al comma 9 che la menzionata lett. f) "si riferisce agli stranieri che, per finalità formativa, debbono svolgere in unità produttive del nostro Paese: a) attività nell'ambito di un rapporto di tirocinio funzionale al completamento di un percorso di formazione professionale, ovvero b) attività di addestramento sulla base di un provvedimento di trasferimento temporaneo o di distacco assunto dall'organizzazione dalla quale dipendono". E quindi evidente la differenza tra l ipotesi in esame e quelle contemplate dall art 27, co. 1, lett. f), del d.lgs. n. 286/98, che sottintende chiaramente che un percorso formativo sia già iniziato nel paese di origine, per cui l'interessato deve dimostrare di essere in possesso di una specifica formazione di

6 cui il tirocinio formativo avrebbe dovuto costituire il completamento in vista dell'inserimento nel mondo del lavoro. Nel caso di specie questi ragazzi sono entrati in Italia per acquisire una nuova professionalità, a tale fine hanno frequentato un corso, a completamento del quale possono svolgere un periodo di tirocinio, che entra in tal modo a fare parte dello stesso progetto formativo. Non si tratta quindi né di un rapporto di lavoro, né di un tirocinio riconducibile alla disposizione citata nel provvedimento, ma più correttamente come una sorta di prosecuzione del corso professionale. L Amministrazione dovrà quindi rideterminarsi, qualificando in modo differente la ragione della permanenza nel territorio italiano da parte della ricorrente, valutando quindi se sussistono i presupposti per il rilascio del permesso di soggiorno per ragioni di studio, anche alla luce degli accordi internazionali in materia. III) Per le ragioni che precedono, il ricorso deve essere accolto, con conseguente annullamento del decreto prot. n. 204/A.12/15/IMM emesso in data 23/09/2015 dalla Questura di Alessandria. Stante la novità della questione affrontata le spese di giudizio possono essere compensate tra le parti. P.Q.M.

7 Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte (Sezione Prima) definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e per l effetto annulla il decreto prot. n. 204/A.12/15/IMM emesso in data 23/09/2015 dalla Questura di Alessandria. Compensa le spese di giudizio. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Torino nella camera di consiglio del giorno 13 aprile 2016 con l'intervento dei magistrati: Domenico Giordano, Presidente Silvana Bini, Consigliere, Estensore Ofelia Fratamico, Primo Referendario L'ESTENSORE IL PRESIDENTE DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 13/05/2016 IL SEGRETARIO (Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

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