La gestione della vegetazione in alveo Esperienze del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive (VE)
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1 CONSORZIO di BONIFICA dell EMILIA CENTRALE Corso Garibaldi n. 42, Reggio Emilia - Tel Fax C.F protocollo@pec.emiliacentrale.it Progetto LIFE13 ENV/IT/ RINASCE RIqualificazione NAturalistica per la Sostenibilità integrata idraulicoambientale dei Canali Emiliani Bologna - 7 dicembre 2016 La gestione della vegetazione in alveo Esperienze del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive (VE) Paolo Cornelio
2 Il Consorzio di Bonifica Acque Risorgive Il Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, con sede a Venezia, è stato costituito a seguito della riorganizzazione delle strutture consortili prevista dalla Legge Regionale 8 maggio 2009 n. 12 Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio. L Ente deriva dall accorpamento dei preesistenti Consorzi di Bonifica: Consorzio di Bonifica Dese Sile di Mestre (VE) e Consorzio di Bonifica Sinistra Medio Brenta di Mirano (VE). Estensione ha Tre Provincie VE ha 47 % PD ha 36 % TV ha 17 % Tipologia di deflusso Naturale ha Alternato ha Meccanico ha 26 Impianti idrovori km di canali
3 Il Bacino Scolante della Laguna di Venezia Per Bacino Scolante della Laguna di Venezia si intende il territorio le cui acque, attraverso fiumi e canali, arrivano alla Laguna. La superficie del Bacino Scolante della Laguna di Venezia è pari a km 2 La superficie del territorio di competenza del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive che ricade all interno del Bacino Scolante della laguna di Venezia è pari a 873 km 2 (sui km 2 di competenza) I corsi d acqua che sfociano in Laguna giocano un ruolo fondamentale per la qualità dell ambiente lagunare, in quanto vettori delle sostanze inquinanti generate dal Bacino. Il contributo del Bacino all inquinamento della Laguna è particolarmente rilevante per sostanze nutrienti quali azoto e fosforo. LAGUNA DI VENEZIA MARE ADRIATICO
4 Obiettivi di qualità per la Laguna di Venezia Il Piano Direttore della Regione del Veneto A partire dal 1979, la Regione del Veneto si è dotata di uno strumento per la pianificazione e la programmazione delle azioni di disinquinamento della Laguna di Venezia e del Bacino Scolante: il Piano Direttore. Nel 1979 il primo Piano Direttore prevedeva interventi limitati alle reti fognarie e agli impianti di depurazione nei soli Comuni confinanti con La Laguna. Nel 1991 il secondo Piano Direttore prevedeva azioni di prevenzione e risanamento per tutte le fonti di inquinamento (civili, industriali, agricole e zootecniche), estendendo gli interventi all intero territorio del Bacino Scolante. Il Piano Direttore 2000, attualmente in vigore e in fase di aggiornamento, ha permesso di sviluppare gli interventi tenendo conto delle nuove conoscenze acquisite in materia ambientale. Decreto dei Ministeri dell Ambiente e dei Lavori Pubblici 9 febbraio 1999 I carichi massimi di sostanze nutrienti, riferiti all'intera Laguna di Venezia, vengono individuati in: 3000 t/a di azoto 300 t/a di fosforo
5 Gli interventi di riqualificazione ambientale dei corsi d acqua
6 Interventi di riqualificazione ambientale lungo il basso corso del Fiume Zero
7 Interventi estesi di riqualificazione ambientale lungo gli affluenti del medio corso del Fiume Dese Recupero anse naturali Scolo Desolino - Scorzè VE
8 Riqualificazione ambientale del Rio Roviego Comune di Noale VE
9 Interventi di riqualificazione ambientale dello Scolo Comuna Comuni di Mira VE e Mirano VE
10 Interventi di riqualificazione ambientale dei corsi d acqua della Terraferma Veneziana (Fossa Pagana Favaro Veneto VE)
11 Ex Cave Villetta di Salzano. Realizzazione di un ecosistema filtro per la fitodepurazione delle acque. Comune di Salzano VE
12 Gestione delle idrofite Idrofite natanti: piante acquatiche galleggianti, non ancorate al fondo e prive di vere radici. Idrofite radicanti: piante acquatiche radicate sul fondo, quindi con organi perennanti sommersi. Lenticchia d acqua Lemna minor L. Ceratofillo comune Ceratophyllum demersum L. Pianta priva di radici, natante o ancorata al fondo per mezzo di germogli incolori (rizoidi). Vallisneria Vallisneria spiralis L. Lingua d acqua Potamogeton natans L. Brasca delle lagune Potamogeton pectinatus L.
13 Il fitoplancton è l insieme degli organismi vegetali di dimensioni minute o microscopiche, in gran parte alghe unicellulari, che vivono in acqua e che hanno scarsa capacità di movimento autonomo (si spostano con la corrente). Negli ambienti acquatici il fitoplancton è alla base della catena alimentare e alimenta quasi tutto lo zooplancton, che a sua volta viene predato prevalentemente dalla fauna ittica. La vegetazione presente in alveo offre ambienti rifugio allo zooplancton. Lo sviluppo abnorme del fitoplancton (dovuto anche alla scarsa presenza di zooplanton) porta a una notevole diminuzione della trasparenza delle acque, che assumono in genere un colore verde.
14 Gestione delle idrofite Quando si interviene Periodo riproduttivo specie ittiche Le uova di Luccio sono appiccicose e vengono deposte sopra la vegetazione sommersa. Le larve rimangono attaccate alla vegetazione sommersa fino al completo riassorbimento del sacco vitellino. (Foto di Serge Dumont) Specie GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Alborella Barbo Cavedano Cobite Luccio Scardola Tinca
15 Gestione delle idrofite Quanto si taglia Lungo i corsi d acqua principali la vegetazione del fondo viene tagliata solo parzialmente, favorendo la formazione di canali di corrente. In corrispondenza del lato esterno delle curve si possono preservare fasce più ampie di vegetazione, con questo accorgimento si garantisce una maggiore protezione delle sponde dai fenomeni erosivi.
16 Gestione delle idrofite Come si interviene Per il taglio delle idrofite il Consorzio utilizza la barra falciante montata su imbarcazione. Il taglio viene eseguito cercando di evitare di eradicare le piante e limitando il movimento dei sedimenti di fondo (si tiene la barra falciante sollevata dal fondo). Rischio eutrofizzazione da fosforo. Dove è già presente un canale di corrente naturale si cerca di assecondarlo o, se necessario, si cerca di portare il flusso principale verso il centro per limitare i fenomeni erosivi. Per la raccolta del materiale vengono create, in corrispondenza dei ponti, delle ferme temporanee di pali. Il tagliato viene raccolto dall acqua il giorno stesso dell intervento (la maggior parte dell azoto viene rilasciato nelle prime ore di permanenza in acqua).
17 Gestione delle idrofite Le criticità Formazione capillare e reiterata del personale (tempo/energie). Gli operatori si sentono meno in difetto a tagliare «troppo» piuttosto che «troppo poco». (La consuetudine non aiuta). Sviluppo precoce, secondo l andamento climatico della stagione. Quando il bordo preservato è esiguo, l abbassamento del livello dell acqua conseguente al taglio delle idrofite lascia all asciutto anche quel poco che si era cercato di mantenere. Il fondo spesso è irregolare e anche tenendo la barra più alta è comunque difficile evitare forti movimentazioni di sedimento, che possono causare anche rilasci di fosforo solubile. La torbidità dell acqua rende quasi impossibile seguire l andamento dell eventuale canale di corrente esistente.
18 Gestione delle idrofite I vantaggi Incremento della qualità biologica del corso d acqua (biodiversità - catene alimentari più complesse - corridoi ecologici - fitodepurazione). Aumentano competenze e saperi. Migliore protezione delle sponde dall erosione. Costo annuo smaltimento idrofite (vegetazione acquatica). Bacino est Negli ultimi anni: ,00 / ,00 euro (600t/anno) (3,20 euro + iva 10% al quintale) Prima: ,00 / ,00 euro Diminuzione dei danni alle barre falcianti: non vengono più impiegate per tagliare il piede di sponda e non devono più rasentare il fondo, con il rischio di incontrare ostacoli. Riduzione dei costi di taglio, raccolta e smaltimento. In termini di efficienza idraulica si ottiene pressoché lo stesso risultato che si tagliasse con più intensità. (Canale di corrente).
19 Acque poco profonde Mazzasorda (Typha sp.) Cannuccia di palude (Phragmites australis) Coltellaccio maggiore (Sparganium erectum L.) Carice (Cerex sp.)
20 Acque poco profonde Con acque poco profonde la vegetazione che cresce sulle sponde può espandersi fino a occupare l intero fondo. La cannuccia di palude (Phragmites australis (Cav.) Trin) e la mazzasorda (Typha latifolia L.) sono specie in grado di vivere con 50cm di sommersione permanente. In questi casi non è possibile utilizzare la barca, per problemi legati sia alla visibilità che all allontanamento del tagliato, e si ricorre alla benna falciante. Anche utilizzando la benna falciante si realizza, dove possibile, un canale di corrente, preservando una fascia di vegetazione in prossimità del piede di sponda.
21 Gestione della vegetazione di sponda Quanto si taglia Nell intervento/i eseguito durante il periodo vegetativo viene preservata su entrambe le scarpate una fascia di vegetazione continua al piede di sponda. L intervento invernale prevede invece la trinciatura completa della vegetazione, al solo scopo di evitare l instaurarsi della vegetazione legnosa (nella maggior parte dei casi le dimensioni ridotte delle sezioni impediscono la presenza di alberi e arbusti).
22 Gestione della vegetazione di sponda Quanto si taglia La protezione del piede di sponda permette di creare dei corridoi ecologici lungo i canali, di rispettare le nidificazioni a bordo acqua, di favorire i processi di fitodepurazione e di ridurre i fenomeni erosivi ai danni delle scarpate. Dove i corsi d acqua sono stati interessati da interventi di riqualificazione ambientale le fasce di vegetazione possono essere permanenti e composte da specie arboree e arbustive (fasce tampone).
23 Interventi estesi di riqualificazione ambientale lungo gli affluenti del medio corso del Fiume Dese FASCE TAMPONE ARBOREE (5.300 ml) Abbattimento dei carichi di azoto (bilancio annuo) N-NO 3 88% N tot 70% Dott.ssa. Bruna Gumiero Dott. Bruno Boz
24 Gestione della vegetazione di sponda Come si interviene Per il taglio della vegetazione di sponda il Consorzio utilizza quasi esclusivamente il trinciasarmenti, che consente una buona velocità di esecuzione e una triturazione e distribuzione omogenea della vegetazione sul terreno (con una rapida degradazione del trinciato). Il taglio con barra falciante e raccolta e smaltimento del tagliato avrebbe costi insostenibili se applicato in larga scala. In presenza di vegetazione arborea e arbustiva viene utilizzata la cesoia forestale, che permette di raggiungere singole piante con danni limitati. A questa va aggiunto il lavoro manuale.
25 Gestione della vegetazione arborea Come si interviene Interventi annuali localizzati Sono interventi che vengono eseguiti su segnalazione del personale che percorre gli argini durante il taglio periodico della vegetazione erbacea. Si individuano: Piante e rami che impediscono il transito di persone e mezzi di manutenzione lungo l argine del fiume. Piante molto inclinate verso l acqua. Cespugli che tendono a ostacolare il regolare deflusso delle acque, creando accumuli di materiale galleggiante (intervento non necessario se le sezioni sono ampie). Piante d alto fusto morte in piedi, polloni seccati, rami di grosse dimensioni spezzati da eventi atmosferici
26 Gestione della vegetazione arborea Come si interviene Diradamenti periodici (ogni 8-10 anni) Sono diradamenti diffusi e pianificati, con cadenza fissata dalle reali necessità di intervento. Vengono tagliate: Piante di specie poco longeve (es. Salix sp., Populus nigra) che hanno raggiunto dimensioni tali da poter risultare pericolose, anche in rapporto alla sezione del corso d acqua. (Sicurezza idraul.) Piante e polloni di poco futuro per problemi sanitari o senescenza. Piante di sviluppo stentato che interferiscono con la crescita di piante più promettenti. Rami che con il tempo potrebbero creare impedimenti al deflusso delle acque o al transito sull argine. (La ramaglia viene trinciata). Piante di specie non autoctone (es. Robinia pseudoacacia, Platanus sp., Acer negundo, Amorpha fruticosa, ecc.). Piante autoctone fuori contesto (es. conifere).
27 Gestione della vegetazione di sponda Le criticità Per la tutela del territorio e dell ambiente TRATTO DI MANUTENZIONE SPERIMENTALE Consorzio di Bonifica Dese Sile Chirignago Venezia Via Rovereto 12 Tel Formazione capillare e reiterata del personale (tempo/energie). Gli operatori si sentono meno in difetto a tagliare «troppo» piuttosto che «troppo poco». (La consuetudine non aiuta). Rimostranze iniziali dei frontisti. Pressioni sul personale che esegue il lavoro. I favorevoli si fanno sentire meno dei contrari. La presenza di vegetazione arborea comporta interventi manuali. Benna falciante: viene spesso usata anche per risezionare il fondo, questo comporta la movimentazione di sostanze organiche e sedimenti, la rimozione di nicchie ecologiche e causa danni al piede di sponda. Realizzare interventi localizzati (canale di corrente) limita questo impatto ma non sempre è possibile.
28 Gestione della vegetazione di sponda I vantaggi Incremento della qualità biologica del corso d acqua (biodiversità - catene alimentari più complesse - corridoi ecologici - fitodepurazione - fasce tampone). Aumentano competenze e saperi. Maggiore interesse alla fruizione. Migliore protezione delle sponde dall erosione. Riduzione dei costi di taglio della vegetazione erbacea.
29 Vegetazione arborea
30 An integrated approach to the sustainable conservation of intertidal salt marshes in the lagoon of Venice (LIFE12 NAT/IT/001122) Coordinating beneficiary: Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Ingegneria Industriale L.A.S.A. Laboratorio Analisi Sistemi Ambientali
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32 Manutenzione attenta alle valenze ambientali
33 Legge regionale 8 maggio 2009, n. 12 (BUR n. 39/2009) NUOVE NORME PER LA BONIFICA E LA TUTELA DEL TERRITORIO Art Funzioni dei consorzi di bonifica in materia ambientale. 1. I consorzi di bonifica promuovono la realizzazione di corridoi ecologici legati alla rete idraulica superficiale, come individuati e disciplinati dal piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP) di cui all articolo 22 della legge regionale 13 aprile 2004, n. 11 e partecipano alla redazione dei piani di gestione della rete ecologica dei siti di interesse comunitario Natura 2000, adeguando ai medesimi le modalità di attuazione della manutenzione, gestione ed esercizio delle opere idrauliche di competenza. PUBBLICAZIONI Regione del Veneto Veneto Agricoltura Manuale per la gestione ambientale dei corsi d acqua a supporto dei Consorzi di Bonifica (2011). Consorzio Bonifica Muzza Bassa Lodigiana La gestione naturalistica del reticolo idrico di pianura (2006). WWF Italia. Regione Emilia Romagna Disciplinare Tecnico per la manutenzione ordinaria dei corsi d acqua naturali e artificiali (2009). Buisson, R. S. K., Wade, P. M., Cathcart, R. L., Hemmings, S. M., Manning, C. J. & Mayer, L. (2008). The Drainage Channel Biodiversity Manual: Integrating Wildlife and Flood Risk Management. Association of Drainage Authorities and Natural England, Peterborough.
34 CONSORZIO di BONIFICA dell EMILIA CENTRALE Corso Garibaldi n. 42, Reggio Emilia - Tel Fax C.F protocollo@pec.emiliacentrale.it Progetto LIFE13 ENV/IT/ RINASCE RIqualificazione NAturalistica per la Sostenibilità integrata idraulicoambientale dei Canali Emiliani Bologna - 7 dicembre 2016 Grazie per l attenzione
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