DOW ITALIA S.r.l. STABILIMENTO DI LIVORNO Via L. Galvani n Livorno (LI)

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1 DOW ITALIA S.r.l. STABILIMENTO DI LIVORNO Via L. Galvani n (LI)!"#!$$$%%% &'(()"" '% *)""%

2 SCHEDA DI INFORMAZIONE SUI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE PER I CITTADINI ED I LAVORATORI SEZIONE 1 Nome della società DOW Italia S.r.l. (ragione sociale) Stabilimento/deposito di (comune) (provincia) Portavoce della Società (se diverso dal Responsabile) Mario (nome) Via L. Galvani 34 (indirizzo) Capanni (cognome) (telefono) (fax) La Società ha presentato la notifica prescritta dall'art. 6 del D.Lgs La Società ha presentato il Rapporto di Sicurezza prescritto dall'art. 8 del D.Lgs Responsabile dello stabilimento SI NO SI NO Mario Capanni (nome) (cognome) Direttore di Stabilimento (qualifica)

3 SEZIONE 2 Ente Ministero dell Ambiente Direzione per la Salvaguardia Ambientale RECAPITI Indirizzo Via Cristoforo Colombo Roma Tel Regione Toscana Via Novoli, Firenze Tel Provincia di 3 Dipartimento - Ambiente e territorio Via S. Anna, Tel Sindaco del Comune di Piazza del Municipio, Tel Prefetto di Piazza Unità d'italia, , Italia Tel Comitato Tecnico Regionale c/o Isp. Reg.le Vigili del Fuoco Via Marsilio Ficino, , Firenze Tel Comando Provinciale dei VVF di Via Campania , Tel AUTORIZZAZIONI IN CAMPO AMBIENTALE Settore interessato Tipo di atto Numero e data Ente competente Norme di riferimento Note e considerazioni Aria Acqua Rifiuti Rifiuti Decreto del Dirigente N 4138 del 27/07/01 N 96 del 28/05/03 N 128 del 7/10/05 Atto Dirigenziale N 23 del 03/02/2004 N 96 del 28/05/03 Regione Toscana Provincia di Provincia di Provincia di Provincia di Art.15/a del D.P.R. 203/88 Art.15/a del D.P.R. 203/88 Art. 45 del D.Lgs. 152/99 Art. 28 D.Lgs. 22/97 Art. 28 D.Lgs. 22/97 emissione in Atmosfera emissione in Atmosfera allo scarico di acque reflue industriali combustione olio di riciclo in caldaia combustione olio di riciclo nel TOX 78 +",$-. /0 10 2""!$

4 SEZIONE 3 Descrizione delle attività svolte nello stabilimento L'attività dello stabilimento di Via L. Galvani,, della DOW ITALIA S.r.l. è volta alla produzione di lattice sintetico di diversa qualità destinato principalmente al trattamento di patinatura della carta. La funzione svolta dall impianto rappresenta una risorsa di pubblica utilità e in particolare per lo sviluppo economico di numerose attività industriali essendo di fatto un impianto di produzione materie prime. Il lattice sintetico prodotto dall impianto latex è il risultato di polimerizzazione in emulsione acquosa dello stirene e del butadiene. Come agente iniziatore della reazione viene impiegato un persolfato che può essere di sodio o di ammonio a seconda del grade in produzione e come emulsionanti si addizionano, in fase di polimerizzazione, alcuni tipi di tensioattivi. Il processo di polimerizzazione è un tipico processo discontinuo e si può suddividere nelle seguenti fasi: 1. Inizialmente si prepara la miscela di alcuni componenti. Nel serbatoio della carica iniziale si prepara una miscela di acqua, acidi carbossilici e tensioattivi. In un secondo serbatoio agitato si prepara la miscela acquosa che è praticamente la soluzione in acqua dell iniziatore di reazione con l addizione di altro tensioattivo. 2. Una volta che la carica iniziale ha raggiunto la temperatura desiderata essa viene trasferita nel reattore dove viene aggiunto il nucleo di polimerizzazione. 3. la reazione di polimerizzazione è pressoché istantanea nel momento in cui le correnti dei monomeri e la miscela acquosa vengono a contatto nella massa di reazione. Il calore che si sviluppa viene continuamente asportato dalla circolazione in camicia dell acqua del sistema di raffreddamento. 4. Una volta che le correnti di monomeri della miscela acquosa sono terminate il batch viene trasferito nel serbatoio di degasaggio dove una parte dei monomeri non reagiti viene eliminata per insufflaggio di vapore. 5. Dopo lo strippaggio con vapore in apposita colonna il lattice viene raffreddato e dopo eventuale correzione di ph viene filtrato e stoccato in serbatoi pronto per essere spedito. Una volta strippato il lattice, che consiste approssimativamente di una emulsione al 50 % acqua e 50 % polimero, è da considerarsi prodotto non pericoloso per quanto riguarda l infiammabilità e la tossicità. Tutti le operazioni descritte sono controllate da più sistemi computerizzati sotto la supervisione degli operatori di turno. Le principali materie prime utilizzate sono: stirene acrilonitrile butadiene acido acrilico Le materie prime arrivano via terra (autobotte e/o ferrocisterna), vengono stoccati nei rispettivi serbatoi. Lo stabilimento è dotato anche di apposito terminale ferroviario. Le spedizioni di prodotto sono effettuate esclusivamente su mezzi gommati.

5 Descrizione del territorio circostante Lo stabilimento è inserito all interno dell area portuale industriale della città di, e risulta confinante con: lo stabilimento Laviosa Mineraria; il Terminal Est; la società Labromare; la via L. Galvani. Nel raggio di 5 Km intorno allo stabilimento sono compresi gran parte del Comune di, e le località di Stagno (Comune di Collesalvetti), Calambrone (Comune di Pisa) e Tirrenia (Comune di Pisa). Sono inserite nel raggio di 5 Km anche le seguenti attività a rischio di incidente rilevante: Stabilimento DOC S.p.A.; Deposito Toscopetrol; Raffineria ENI S.p.A. Divisione R&M; Depositi Costieri D Alesio S.p.A.; Deposito D.C.T. S.r.l.; Deposito Costiero Gas.

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7 SEZIONE 4 Sostanze e preparati soggetti al decreto legislativo n. 334/1999 Numero CAS Nome comune o generico Classificazione di pericolo Max quantità Principali caratteristiche di pericolosità presente (t) Acrilonitrile F Facilmente infiammabile 50 T Tossico Frasi di rischio R11 R23 R24 R25 R38 R45 Facilmente infiammabile Tossico per inalazione Tossico per contatto con la pelle Tossico per ingestione Irritante per la pelle Può provocare il cancro Consigli di prudenza S16 S27 S53 Conservare lontano da fiamme e scintille. Non fumare Togliersi di dosso immediatamente gli indumenti contaminati Evitare l esposizione procurarsi speciali istruzioni prima dell uso Sostanze e preparati soggetti al decreto legislativo n. 334/1999 Numero CAS Nome comune o generico Classificazione di pericolo Max quantità Principali caratteristiche di pericolosità presente (t) Butadiene F+ Altamente infiammabile 300 T Tossico Frasi di rischio R12 R45 Esremeamente infiammabile Può provocare il cancro Consigli di prudenza S9 S16 S33 S45 S53 Conservare il recipiente in luogo ben ventilato Conservare lontano da fiamme e scintille. Non fumare Evitare l accumulo di cariche elettrostatiche In caso di incidente o di malessere consultare immediatamente il medico Evitare l esposizione procurarsi speciali istruzioni prima dell uso

8 Sostanze e preparati soggetti al decreto legislativo n. 334/1999 Numero CAS Nome comune o generico Classificazione di pericolo Max quantità Principali caratteristiche di pericolosità presente (t) Stirene F Infiammabile 4530 Xn Nocivo Frasi di rischio R10 R20 R36 R38 Infiammabile Nocivo per inalazione Irritante per gli occhi Irritante per la pelle Consigli di prudenza S23 Non respirare i vapori Sostanze e preparati soggetti al decreto legislativo n. 334/1999 Numero CAS Nome comune o generico Classificazione di pericolo Max quantità Principali caratteristiche di pericolosità presente (t) Acido Acrilico C Corrosivo 50 Frasi di rischio R10 R34 Infiammabile Provoca ustione Consigli di prudenza S23 S26 S28 S33 Non respirare i vapori In caso di contatto con gli occhi lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e consultare un medico In caso di contatto con la pelle lavarsi immediatamente e abbondantemente con acqua In caso di incidente o malessere consultare immediatamente il medico (se possibile mostrargli l etichetta)

9 SEZIONE 5 Natura dei rischi di incidenti rilevanti Informazioni generali Incidente Sostanza coinvolta Nel caso di eventuale incidente potrebbe seguire: Rilascio di sostanze pericolose: Rilascio di sostanza infiammabile e/o tossica da serbatoio o da tubazione su superficie delimitata Rilascio accidentale di sostanza in fase vapore per alta pressione in impianto Incendio: evento determinato dall innesco di vapori/gas evaporanti da pozza di liquido sul suolo evento determinato dall innesco di vapori/gas rilasciati in fase gassosa da apparecchiatura di processo Dispersione in aria di sostanza tossica: in caso di mancato innesco di una nube prodottasi potrebbe verificarsi, in funzione delle condizioni meteo, una dispersione in atmosfera di vapori. BUTADIENE ACRILONITRILE STIRENE ACIDO ACRILICO BUTADIENE ACRILONITRILE BUTADIENE ACRILONITRILE STIRENE ACIDO ACRILICO BUTADIENE ACRILONITRILE BUTADIENE ACRILONITRILE

10 SEZIONE 6 I possibili danni a cui potrebbero essere esposti i soggetti presenti sono quelli derivanti da radiazioni termiche e/o quelli derivanti da inalazioni di gas/vapori tossici. Misure prevenzione e sicurezza adottate Nell impianto sono adottate principalmente le seguenti misure di prevenzione/protezione e sicurezza: progettazione dell impianto produzione lattice effettuata nel pieno rispetto delle leggi, norme e regolamenti vigenti; protezione contro le scariche atmosferiche delle strutture, apparecchi e/o i serbatoi; installazione di strumentazione automatica di controllo e registrazione dei parametri di processo; installazione di sistemi strumentali di allarme e blocco automatico, concepiti e realizzati per mantenere il processo nel campo di corretto funzionamento; installazione di tutti gli strumenti chiave per il processo in modo ridondante; verifica periodica di tutte le apparecchiature di controllo ritenute critiche per la sicurezza del processo; effettuazione di controlli periodici delle strutture impiantistiche e frequenti esercitazioni; effettuazione di continui addestramenti del personale; realizzazione ed applicazione di procedure di ispezione e manutenzione periodica; posizionamento di un sistema automatico di monitoraggio dell aria collegato al computer di processo capace di rilevare la presenza di vapori infiammabili già a basse concentrazioni (I punti di monitoraggio dell aria sono dislocati nelle aree produttive dello stabilimento); installazione di un sistema di monitoraggio continuo dei gas infiammabili con segnalazione di allarme e attivazione automatica del sistema antincendio dell area interessata; realizzazione di sistemi di raccolta, convogliamento e allontanamento di eventuali sostanze rilasciate; realizzazione di una vasca di raccolta, in posizione remota, rispetto ai serbatoi di stoccaggio del butadiene e dell acrilonitrile, in grado di contenere eventuali rilasci accidentali di tali sostanze realizzazione di impianti antincendio (con riserva di acqua illimitata), estintori, riserve di prodotti estinguenti; installazione di sistemi di inertizzazione a schiuma, a protezione sia dei serbatoi di stoccaggio del butadiene, sia della vasca di raccolta.

11 SEZIONE 7 Il PEE è stato redatto dall'autorità competente? SI NO Mezzi di segnalazione di incidenti Il piano di Emergenza Esterna prevede tre zone differenziate: 1. Zona di sicuro impatto (fino a 100 m dal perimetro dello stabilimento) 2. Zona di danno (da 100 m a 200 m dal perimetro dello stabilimento) 3. Zona di attenzione (da 200 m a 500 m dal perimetro dello stabilimento) La segnalazione dell emergenza alla popolazione avviene: Segnalazione acustica alternata con sirena dello stabilimento Segnalazioni luminose lampeggianti di colore rosso Messaggi telefonici preregistrati. Comportamento da seguire 1. Zona di sicuro impatto (fino a 100 m dal perimetro dello stabilimento) In tale zona la misura di protezione principale in caso di rilascio di sostanze tossiche consiste nel rifugio al chiuso. Solo in caso di incidente potenziale ed a sviluppo prevedibile, ove ritenuto opportuno e tecnicamente realizzabile, potrà essere prevista l evacuazione spontanea o assistita delle persone presenti nell area. Nel caso di ordine di evacuazione la popolazione deve abbandonare la zona e dirigersi al punto di raccolta indicato, seguendo le istruzione dell Autorità. 2. Zona di danno (da 100 m a 200 m dal perimetro dello stabilimento) In tale zona la misura di protezione principale in caso di rilascio di sostanze tossiche consiste nel rifugio al chiuso. Nel caso di ordine di evacuazione la popolazione deve abbandonare la zona e dirigersi al punto di raccolta indicato, seguendo le istruzione dell Autorità. 3. Zona di attenzione (da 200 m a 500 m dal perimetro dello stabilimento) È consigliabile il rifugio al chiuso nel locale più idoneo e, se possibile, l allontanamento dalla zona previa assistenza delle forze dell ordine. Mezzi di comunicazione previsti La segnalazione dell emergenza alla popolazione avviene: 1. Zona di sicuro impatto e Zona di danno Nell immediato per mezzo di: Segnalazione acustica alternata con sirena dello stabilimento Segnalazioni luminose lampeggianti di colore rosso Messaggi telefonici preregistrati. Subito dopo mediante Comunicazioni radio televisive su emittenti locali a cura della Prefettura Sito internet preliminarmente predisposto. Una volta accertata la pericolosità degli effetti prodotti dall incidente mediante: Staffette della Polizia Municipale Altoparlanti montati su auto della Polizia Municipale o di Associazioni di Volontariato di Protezione Civile 2. Zona di danno (da 100 m a 200 m dal perimetro dello stabilimento) Comunicazioni radio televisive su emittenti locali a cura della Prefettura Sito internet preliminarmente predisposto. Altoparlanti montati su auto della Polizia Municipale o di Associazioni di Volontariato di Protezione Civile Staffette della Polizia Municipale Presidi di pronto soccorso Per i lavoratori del deposito: come da piano di emergenza interno dello stabilimento Per la popolazione: dalle autorità competenti verranno istituiti dei presidi di pronto soccorso.

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