LEVITICO Se la sua offerta è un olocausto Se la sua offerta è una oblazione

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1 LEVITICO Il libro del Levitico prende senso a partire dalle parole scritte in Esodo: Mosè non potè entrare nella tenda del convegno, perché la nube sostava su di essa e la gloria del Signore riempiva la Dimora (40,35). Dunque, il Signore ha preso dimora nel suo palazzo/casa in mezzo al suo popolo. E il popolo, chiamato da Dio, condivide la propria vita con l abitante di questo palazzo/casa. L abitante però non è un uomo, ma è Dio. Un Dio santo, un Dio altro rispetto all uomo, un Dio del tutto incompatibile con l uomo. Pertanto, se si vuole l incontro, se si vuole camminare assieme, occorrono regole ben precise, che sarà Dio stesso a dettare. Ed è quello che troviamo nel Levitico. Le regole (in particolare sacrifici, abiti, cose...) servono all incontro con Dio e al culto, ma servono ancor più alla vita del popolo. E attraverso la fedele osservanze di queste regole che il popolo può accedere a Dio. E vero che il popolo cristiano otterrà poi accesso a Dio attraverso Cristo (lo si vedrà bene nella lettera agli Ebrei), ma è importantissimo camminare dentro al Levitico. Si capisce visceralmente il costo dell accesso a Dio: un costo che il Nuovo Testamento non ha annullato, ma semplicemente reso vero e compiuto. Cristo nella sua passione/croce contiene e realizza in pienezza il Levitico: egli ha dato se stesso per noi. Allora, è superato questo libro? No, è semplicemente compiuto! E importante (io dico che è anche bello) vedere (nella lettura attenta) quanto è costoso il cammino, quanto è faticoso incontrare Dio per la via dell obbedienza alle regole. Alla fine, scoprire che ogni momento della vita deve essere in comunione col Santo che cammina con noi. Se la sua offerta è un olocausto Levitico 1,1-17 Titolo del libro in ebraico: e (Dio) chiamò (1). Dio chiamò Mosè, gli parlò dalla tenda del convegno e disse: Parla agli Israeliti... (1). Mosè dunque sarà il mediatore, ma tutto proviene dalla bocca di Dio. Il libro si apre con la descrizione della offerta, in ebraico korbàn. Ci sono vari tipi di offerta, prima di tutto l olocausto. Con il termine olocausto si indica il sacrificio in cui la vittima veniva interamente [holos=tutto, kaio=bruciare] consumata dal fuoco. Il profumo del sacrificio saliva a Dio. Era accompagnato da lodi, suppliche, preghiere [in ebraico l olocausto è indicato col temine olà, che significa salire ]. Dopo l immolazione della vittima, era compito del sacerdote spargerne il sangue intorno all altare o sulla parete. Era il momento essenziale del rito (più che l uccisione), perché il sangue espia in quanto è la vita (17,11). Il gesto di mettere la mano sulla testa della vittima era eseguito dall offerente in tutte le forme del sacrificio cruento: denotava l identificazione tra l offerente e il dono. L espressione ricorrente profumo gradito in onore del Signore è la formula tecnica per indicare che Dio accetta l offerta. Infine, per descrivere l azione sacrificale si usa il termine avvicinare. Come si vede tutte le norme, tutto il culto ha la funzione di avvicinare l uomo a Dio e così di permettergli di camminare assieme... sinodalmente! Se la sua offerta è una oblazione Levitico 2,1-16 La descrizione dei vari tipi di sacrificio, dopo l olocausto, pone davanti la oblazione in onore del Signore (1). L oblazione non fa riferimento ad un sacrificio cruento e quindi non ha legami col sangue, che è il cuore dell olocausto. La oblazione è un offerta di prodotti del suolo: fior di farina e olio accompagnato da incenso; focacce azzime impastate con olio, o schiacciate azzime spalmate d olio, cotte nel forno o sulla teglia o nella pentola; primizie (spighe e chicchi di grano) su cui si versa olio e si mette incenso (l incenso è elemento indispensabile, perché col fumo che provoca fa salire l offerta a Dio).

2 Tutta la oblazione è cosa santissima (cioè non appartiene più all offerente), ma solo una parte diviene memoriale. Solo una parte viene bruciata sull altare e così si ha un sacrificio consumato dal fuoco (16). La parte restante, che non viene bruciata, spetta ai sacerdoti. La oblazione non doveva mai essere lievitata, essendo il lievito simbolo di corruzione, né doveva mancare sull offerta il sale dell alleanza (13) simbolo di incorruttibilità. Alleanza di sale significa alleanza stabile e perenne. [La parola memoriale che compare qui e anche nel Nuovo Testamento è fondamentale nell ambito del sacrificio o liturgia. Significa due cose, di cui la prima è più importante: l offerta fa sì che Dio ricordi noi, e così noi ricordiamo lui. Il ricordo di Dio nei nostri confronti precede e provoca il nostro ricordo verso di lui. Il culto o liturgia è sempre una risposta grata al Signore, più che una devozione meritoria ] Se l offerta è un sacrificio di comunione Levitico 3,1-17 Dopo olocausto e oblazione, viene descritta l offerta che prende il nome di sacrificio di comunione/pace (1). Il sacrificio di comunione comporta questi elementi. L animale offerto deve essere senza difetti. E l offerente che scanna l animale, non senza avere prima posato la mano sulla testa. Ma sono i sacerdoti che spargono il sangue attorno all altare, e sono loro che prendono il grasso (è la parte più ricca del corpo) e lo fanno bruciare sull altare. Anche da questo sacrificio sale profumo gradito al Signore (5). Si vuol dire che, se tutto è fatto secondo quanto comandato, Dio gradisce l offerta. L ultimo elemento è che questo sacrificio comporta la celebrazione di un banchetto: certe parti vengono mangiate dai sacerdoti e certe altre dagli offerenti. Soltanto, non si deve mangiare né grasso né sangue, elementi che stanno ad indicare vita e abbondanza. La vita abbondante infatti appartiene a Dio, e l uomo non può appropriarsene mangiandola. Con tale banchetto si creava comunione con Dio e tra le persone, in un clima di lode, festa e pace. Infine, c è un importante annotazione. Di questo sacrificio è scritto: E una prescrizione rituale perenne di generazione in generazione, dovunque abiterete (17). L autorità di Dio e delle sue parole non è circoscritta ad un territorio, ma ci accompagna ovunque abitiamo! Sacrificio per il peccato Levitico 4,1-35 Abbiamo visto i sacrifici volontari, introdotti dalla formula classica: Quando uno vorrà presentare come offerta (1,3; 2,1; 3,1). Ora vediamo un tipo di sacrificio obbligato, che nasce dal fatto che uno trasgredisce inavvertitamente un qualsiasi divieto della legge del Signore, facendo una cosa proibita (2). Si tratta (occorre precisarlo con forza) di peccati non volontari, compiuti per inavvertenza. Non si specifica ora quali peccati siano, si insiste invece sui vari tipi di peccatori : sacerdote consacrato (3-12); tutta la comunità (13-2); un capo (22-26); qualcuno del popolo della terra (27-35). Occorre notare che il peccato, anche se è individuale, ha rilevanza per tutti (3): trascina tutti nella colpevolezza rituale, anche se non morale. Il rito del sacrificio per il peccato ha gli stessi elementi comuni agli altri sacrifici. Tutti debbono porre le mani sulla vittima: ora il sacerdote, tutto il popolo, il capo, qualcuno del popolo Il sacerdote che ha commesso il peccato involontario deve offrire il sacrificio, prima per se stesso. Negli altri casi svolge il compito di mediatore, come è scritto: Il sacerdote compirà in loro favore il rito espiatorio e sarà loro perdonato ( ). Quello che colpisce è il coinvolgimento che il peccato crea. Non va bene che il peccato sia nascosto, ma deve essere manifestato. La confessione non era tanto la puntuale manifestazione dei peccati ad un uomo, ma un atto pubblico che comportava una reale offerta pesante presa dal proprio patrimonio. Sacrificio e riparazione Levitico 5,1-26 Si fanno esempi di peccati involontari.

3 Uno che si rifiuta di dire ufficialmente quello che ha visto e udito (1); uno che tocca un cadavere, inteso come cosa impura (2) oppure tocca un altra persona in stato di impurità (3); uno che dice bugie non da danno (4). In questi casi e altri simili, la persona dovrà confessare in che cosa ha peccato (5), e poi offrirà una pecora o una capra come sacrificio per il peccato (vedi cap. 4) Si tiene conto che uno sia indigente, e allora offrirà due tortore o due colombi: uno come sacrificio per il peccato, l altro come olocausto (7). L espiazione avviene sempre tramite l aspersione del sangue, che è sede di vita. Si tiene conto anche che uno sia indigente al massimo (11) e allora offrirà due chili di farina. C è poi chi pecca (senza saperlo) in ordine alle cose consacrate (15). Per esempio, sbaglia nel pesare o numerare le primizie. Così facendo reca un danno al santuario e ai sacerdoti. Questo danno va valutato e poi risarcito. C è infine chi pecca verso il Signore, perché inganna il prossimo. Per esempio con ricatto o non consegna di cosa trovata ecc. In questo caso si reca danno al prossimo, visto anch esso come cosa consacrata. Quindi si pecca sempre contro il Signore e contro ciò che è sacro. La persona dovrà offrire il sacrificio. Ma ciò non basta! Dovrà restituire per intero la cosa rubata o negata aggiungendovi un quinto del suo valore (24). E molto interessante notare che il sacrificio per il peccato non esime dalla conversione, anzi la esige nella forma concreta di una restituzione abbondante! E cosa santissima Levitico 6,1-23 Vengono date prescrizioni particolari ai sacerdoti riguardo ai vari tipi di sacrificio. Quanto al olocausto, si dispone che il sacerdote vesta abiti particolari (tunica di lino) e non mostri le parti intime (calzoni di lino). Importante è che il fuoco sia sempre tenuto acceso sull altare, senza lasciarlo spegnere (6) [Di qui la nostra usanza della lampada del Santissimo] Quanto alla oblazione, una manciata di farina va bruciata e diventa un memoriale in onore del Signore (8). La parte rimanente viene mangiata dai sacerdoti in luogo santo. Quando i sacerdoti ricevono la consacrazione ( unzione ) fanno un offerta al Signore come oblazione (12-16). Siccome è offerta al Signore, i sacerdoti non la possono mangiare, ma deve essere bruciata (16). Quanto al sacrificio per il peccato, i sacerdoti che hanno compiuto il rito possono mangiare e quindi vivere di esso. Va notato il concetto spesso ripetuto di cosa santissima. Dicendo cosa santissima si intende una cosa, un atto, una persona che è stata separata dal vivere comune e appartiene al Signore. Le norme o prescrizioni sono funzionali e servono per accedere e poi custodire la santità. Per questo vanno fedelmente osservate. [Per noi cristiani, le norme per accedere alla santità sono la fede in Cristo. Per la fede in lui ci avviciniamo, apparteniamo e siamo del Signore. Siamo dunque santi ] Questa è la legge che il Signore ha dato a Mosè Levitico 7,1-38 Il sacrificio di riparazione è come il sacrificio per il peccato: sangue attorno all altare, parti grasse bruciate in onore del Signore, carne data al sacerdote che ha compiuto il sacrificio. Il sacrificio di comunione è chiamato anche sacrificio di lode, e si faceva nelle feste. Poteva essere fatto come ringraziamento (greco: eucaristia!) per un bene ricevuto; come voto ; e come spontaneità o volontarietà. La gran parte della carne offerta era mangiata da coloro che offrivano il sacrificio, carne che doveva essere mangiata il giorno stesso della festa. Bisogna essere puri, cioè non aver violato le prescrizioni del Signore, per poter mangiare la carne del banchetto o altre vivande. Si ripete ancora la prescrizione di non mangiare in alcun modo sangue (perché è la vita, e la vita appartiene a Dio) e grasso (perché è l abbondanza, la fecondità, e anche queste appartengono a Dio). C è poi una particolare partecipazione del popolo nel sacrificio di comunione. Con le proprie mani l offerente porta (al sacerdote) ciò che sarà bruciato per il Signore o dato al sacerdote stesso.

4 Con questo, si vuol dire che non deve essere il sacerdote a prendere le cose, ma è il popolo a offrire con gioia le cose al Signore e al sacerdote. La finale del capitolo 7 conclude tutta la prima parte del Levitico dedicata ai sacrifici. Va riletta bene! Questa è la legge per l olocausto, l oblazione, il sacrificio per il peccato, il sacrificio di riparazione, l investitura e il sacrificio di comunione: legge che il Signore ha dato a Mosè sul monte Sinai, quando ordinò agli Israeliti di presentare le offerte al Signore nel deserto del Sinai (37-38). Si sottolinea che è una legge (torah o insegnamento) data dal Signore a Mosè e quindi va accolta e praticata con serietà e tanta gratitudine. Solo così il popolo è avvicinato (questo è il senso della parola offerta ) al Signore. Rito della investitura Levitico 8,1-36 Abbiamo il racconto della investitura dei primi sacerdoti, noi diremmo, della loro consacrazione o ordinazione. Il rito deve essere fatto davanti al tutta la comunità convocata all ingresso della tenda del convegno (3). Non si tratta dunque di un atto privato, ma di un rito che ha funzione in ordine a tutta la comunità. I punti o passaggi della investitura sono questi. Innanzitutto lavare (6); poi rivestire i sacerdoti di abiti particolari e molto significativi (7-9); poi ungere l altare e il capo di Aronne (10-12). [Da questa parola (unzione) viene Unto/Consacrato: in ebraico MasiaK, in greco Christos] La consacrazione o investitura è un avvicinamento (14): avvicinamento a Mosè, ma in definitiva al Signore e al popolo. L investitura è anche riempimento : il porre cioè le offerte sulle mani dei sacerdoti, che poi le offrivano al Signore. C è il giovenco per il peccato (14), c è l ariete per l olocausto (18) Non devono mai mancare l atto di stendere le mani sulla vittima, lo spargimento di sangue, il bruciare e il grasso e i pani sulle mani. Nel rito della investitura il sangue è sparso su tutto il corpo di Aronne. Dunque, c è tutta una serie di sacrifici che purificano/consacrano anzitutto i sacerdoti; solo dopo, essi possono offrire sacrifici per il popolo. Il rito durava sette giorni, durante i quali i sacerdoti restavano giorno e notte nella tenda del convegno (33). La gloria del Signore si manifestò a tutto il popolo Levitico 9,1-24 I sette giorni della investitura confluiscono nel giorno ottavo (1) nel quale i sacerdoti esercitano di fatto il loro servizio cultuale. Tutto è finalizzato a questo giorno: Oggi il Signore si manifesterà a voi. L ottavo giorno viene dopo il settimo! E l inizio dunque di una nova creazione. [Vedi Genesi 1-2] Il Signore si manifesta se e quando tutta la comunità fa, opera secondo quello che il Signore ha comando. E quindi l obbedienza al comando la cosa più importante, è l obbedienza/osservanza che permette l apparizione della gloria del Signore ; non tanto il sacrificio in se stesso. Il giorno ottavo è un giorno fecondo di salvezza/vita, è benedizione perché vengono fatti/offerti tutti i sacrifici: sacrificio per il peccato, olocausto, sacrificio di comunione, oblazione come aveva comandato il Signore. Al termine, Aronne alzò le mani verso il popolo, lo benedisse; poi discese, dopo aver compiuto il sacrificio per il peccato, l olocausto e i sacrifici di comunione (22). Conclusione. E importante leggere attentamente i versetti Per dire che tutto ha funzionato, cioè che Dio ha gradito l offerta, ci si esprime così: Un fuoco uscì dalla presenza del Signore e consumò sull altare l olocausto e le parti grasse. Il gradimento di Dio si trasforma in salvezza. Infatti l uomo vede (è alla presenza di Dio), manda grida di gioia (loda) e si prostra (incontra). [Nel Nuovo Testamento l incontro si fa veramente perfetto, perché verrà detto: prendete e mangiate, questo è il mio corpo prendete e bevete, questo è il mio sangue. L atto di prostrazione si compie nell atto di comunione al corpo del Signore!] Vi umilierete: Yom Kippur Levitico 16,1-34

5 Vale la pena guardare almeno i titoli dei capitoli Il c. 10 dice che bisogna rispettare fedelmente le norme stabilite, perché soltanto nella fedeltà/obbedienza ad esse ci si può avvicinare al Dio che è santo, che è altro rispetto all uomo. Diversamente, si trova la morte! (vedi 10,2). I cc ci parlano di ciò che è puro (non significa buono ) e di ciò che è impuro (non significa cattivo ). Si tratta di purità e impurità rituali, dovute a fatti o cose che non dipendono da noi. Si parla poi dei riti di purificazione (vedi lebbroso ecc.). La particolarità del c. 16 è che il sacrificio viene offerto e poi portato oltre il velo, cioè nel Santo dei Santi/Santissimo dove si trovava l arca dell alleanza coi cherubini. Solo il sommo sacerdote vi poteva entrare, una volta all anno. Aronne compie un rito espiatorio per sé e per la sua casa (11). Poi prende due capri: un capro destinato al Signore (capro sacrificato) e un capro destinato ad Azazel (capro espiatorio). Col sangue del primo capro aspergerà il propiziatorio che sta sulla Testimonianza [Il propiziatorio è il coperchio dell arca]. Con questo rito purificherà il santuario dalle impurità degli Israeliti e dalle loro ribellioni, insieme a tutti i loro peccati (16). Poi Aronne porrà le mani sul capro vivo (espiatorio) e confesserà su di esso tutte le colpe degli Israeliti, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati e li riverserà sulla testa del capro; poi per mano di un uomo incaricato di ciò, lo manderà nel deserto (21). L interpretazione e il senso di questo rito va colto a livello spirituale e morale, come indicano le seguenti parole: Questa sarà per voi una legge perenne: nel settimo mese, nel decimo giorno del mese, vi umilierete, vi asterrete da qualsiasi lavoro [ ] poiché in quel giorno si compirà il rito espiatorio, al fine di purificarvi da tutti i vostri peccati. Sarete purificati davanti al Signore (29-30). Una volta all anno si compirà il rito espiatorio in favore degli Israeliti, per tutti i loro peccati (33). Gli ebrei celebrano questo giorno anche oggi, è Yom Kippur (giorno di purificazione/perdono). Amerai il forestiero come te stesso Levitico 19,1-37 I cc si occupano della legge di santità, cioè di quello che si deve fare per essere santi. Santo è solo Dio! Noi siamo santi solo se assomigliamo a lui. Per fare questo occorre fare certe cose e non farne certe altre, allora si è santi o puri. E appunto quello che intendono dirci i due capitoli che non leggiamo. Capitolo 19. Il comando di essere santi è rivolto a tutta la comunità: Parla a tutta la comunità degli Israeliti (2). E perché bisogna essere santi? Semplicemente perché Dio è fatto così! Lui è santo, lui è diverso, lui è lui e noi dobbiamo essere come lui. Le regole o norme che vengono date (e sono tante e tanto diverse) vogliono portare Israele (positivamente) ad assomigliare a Dio, e (negativamente) a distoglierlo dall assomigliare agli idoli e ai popoli che li venerano. Con ripetuta enfasi è scritto: Io (e non altri) sono il Signore, vostro Dio, che vi ho fatto uscire dalla terra d Egitto (36). Il cuore della legge di santità è l amore, la compassione, la condivisione E bene leggere queste due citazioni. Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore (17). E anche questa: Quando un forestiero dimorerà presso di voi nella vostra terra, non lo opprimerete. Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l amerai come te stesso, perché anche voi siete stati forestieri in terra d Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio (33-34). Questi sono i miei incontri Levitico 23,1-22 Il Signore parlò a Mosè e disse: Parla agli Israeliti dicendo loro: Ecco le solennità del Signore, nelle quali convocherete riunioni sacre. Queste sono le mie solennità (1-2). La parola solennità non evoca tanto la festa in sé, quanto piuttosto l incontro. Gli incontri poi sono frutto di una convocazione. Così la comunità è una realtà convocata, è una assemblea, una chiesa. Dunque non c è solennità, non c è incontro vero se non si esce dalla solitudine e non si va verso la comunione, che il Signore realizza con la sua chiamata (sempre se noi obbediamo!).

6 La prima grande e fondamentale solennità è il sabato : giorno di riposo assoluto, ma soprattutto di convocazione e riunione sacra (3). Poi ci sono le varie convocazioni, i vari incontri. Innanzitutto la Pasqua (5). Per sette giorni si mangia pane senza lievito (azzimi) a indicare la rottura col passato. Poi si offrono sacrifici. I riti sono incastonati tra due convocazioni: primo e settimo giorno (6-8). L agnello è offerto come olocausto, cioè viene consumato totalmente dal fuoco. [Non si accenna al fatto di mangiarlo] Cinquanta giorni dopo la Pasqua, viene la Pentecoste (15). E la festa del primo raccolto (le primizie). Vengono offerti al Signore i prodotti della terra e vari sacrifici. C è un annotazione finale ricca di significato, che illumina la celebrazione di ogni festa e non solo di Pentecoste: la dimensione fraterna o di solidarietà. Quando mieterai la messe della vostra terra, non mieterai fino al margine del campo e non raccoglierai ciò che resta da spigolare del tuo raccolto; lo lascerai per il povero e per il forestiero. Io sono il Signore, vostro Dio (22). Ancora solennità incontri Levitico 23,23-44 La festa del capodanno civile (settembre/ottobre) è aperta dal suono del corno (shofàr). Richiede riposo assoluto e l offerta di sacrifici. E una festa che ricorda la creazione del mondo; ma anche il giudizio, quando vengono aperti davanti a Dio i libri dei meriti e delle colpe di ognuno. Il decimo giorno è il giorno della espiazione (iom kippur): giorno in cui ci si umilia davanti a Dio e si chiede clemenza, sempre all interno di una riunione sacra e di sacrifici a Dio. Il quindicesimo giorno, a partire da Capodanno, si celebra la festa delle Capanne (succòt) che dura sette giorni. L ottavo giorno si terrà una riunione sacra con offerte di sacrifici. La festa delle Capanne era la festa del raccolto (uva e olive). C è grande gioia, ma ci si deve ricordare quello che si era una volta : randagi nel deserto! E allora si abita per sette giorni in case di frasche, nelle quali si possa vedere il cielo! Dunque siamo sempre dei pellegrini. Il capitolo si conclude col richiamo a Mosè che ha dato agli Israeliti queste solennità. Ricordiamo che solennità non sono solo feste esterne o devozioni personali, ma convocazioni e incontri del Signore con noi, e di noi con lui. E così per le nostre solennità? Tenere sempre accesa la lampada Levitico 24,1-9 Si presentano due atti/oggetti molto significativi. Sarà per voi una legge perenne, di generazione in generazione (3). Si tratta della lampada posta sul candelabro d oro puro. Essa deve ardere per sempre davanti al Signore. Di fatto è posta davanti al Velo, quindi davanti all arca della testimonianza: un area riservata ai soli sacerdoti [Possiamo vederci un antico anticipo della nostra lampada del Santissimo?] E poi c è la tavola dei pani. Dodici focacce vengono poste sul tavolo d oro puro (non va confuso col tavolo/altare dei sacrifici che era posto fuori dell edificio, alla vista di tutto il popolo). Sulle focacce viene messo incenso puro ( puro non indica il materiale in sé, ma il modo col quale l incenso è stato confezionato, e cioè secondo le regole di purezza rituale). Questi pani vengono posti sul tavolo d oro ogni sabato. Una volta sostituiti, vengono mangiati soltanto dai sacerdoti in luogo santo. [Possiamo vederci un antico anticipo delle nostre offerte e anche dell eucaristia di cui noi cristiani/sacerdoti mangiamo?] Anno sabbatico e giubilare Levitico 25,23-55 L anno sabbatico fa entrare anche la terra nel ritmo lavoro-riposo che già regola la vita dell uomo nel quadro della settimana. Questi periodi di riposo volontario permettono agli uomini di esprimere a Dio la loro sottomissione piena di fiducia e rammentano loro di non essere solo delle macchine destinate alla produzione.

7 Quello che avviene ogni sette anni si riproduce con maggiore solennità il cinquantesimo anno: è il giubileo (25,10). Il giubileo è l anno della grande liberazione o del riscatto. Chi aveva perso la terra ritorna nella proprietà antica, e chi era diventato schiavo ottiene la libertà. Quello che sostiene tutto il sistema sabbatico e giubilare è la consapevolezza certa (fede) che la terra è di Dio e uno non può appropriarsene per sempre a scapito di altri, specie dei poveri. La consapevolezza anche e soprattutto che ogni uomo appartiene a Dio, e uno non può schiavizzarlo per sempre, mettendosi orgogliosamente ed egoisticamente al posto di Dio. Siamo tutti e forestieri e ospiti (25,23), di qui il tema del riposo della terra; e siamo tutti figli di Diofratelli, di qui il tema della liberazione e dell amore (25,46.55). Il testo afferma con forza: Nessuno di voi opprima il suo prossimo; temi il tuo Dio, poiché io sono il Signore, vostro Dio (25,17). La terra è di Dio Levitico 25,1-55 Ieri ho fatto un po di pasticci, quanto alla citazione del giorno. Ripropongo lo stesso commento con qualche piccola variazione, invitando a rileggere tutto il capitolo 25. L anno sabbatico fa entrare anche la terra nel ritmo lavoro-riposo che già regola la vita dell uomo nel quadro della settimana. Questi periodi di riposo volontario permettono agli uomini di esprimere a Dio la loro sottomissione piena di fiducia e rammentano loro di non essere solo delle macchine destinate alla produzione. Infatti è scritto: Il settimo anno sarà come sabato [ ] Non seminerai, non mieterai (4). Quello che avviene ogni sette anni si riproduce con maggiore solennità il cinquantesimo anno che viene dichiarato santo : è il giubileo (25,10), anno della grande liberazione o del riscatto. Chi aveva perso la terra ritorna nella proprietà antica, e chi era diventato schiavo ottiene la libertà. Quello che sostiene tutto il sistema sabbatico e giubilare è una duplice consapevolezza (fede). Che la terra è di Dio e uno non può appropriarsene per sempre a scapito di altri, specie dei poveri; e che ogni uomo appartiene a Dio, e uno non può schiavizzarlo per sempre, mettendosi orgogliosamente ed egoisticamente al posto di Dio. Siamo tutti forestieri e ospiti (25,23): di fatto la terra è di Dio e quindi la puoi lasciare in pace, e ti darà lo stesso i frutti; siamo tutti figli di Dio: non fare schiavo alcuno, e se lo avessi fatto liberalo. Il testo afferma con forza: Nessuno di voi opprima il suo prossimo; temi il tuo Dio, poiché io sono il Signore, vostro Dio (25,17). Pace come benedizione Levitico 26,1-13 La terra è mia aveva detto il Signore e voi siete i miei servi (25,55). Da questa affermazione discende il perentorio comando: Non vi farete idoli [ ] perché io sono il Signore vostro Dio (1). L osservanza del sabato (con tutto quello che comporta) e il timore del santuario sono il distintivo della santità del popolo, cioè del suo rapporto unico e singolare col suo Dio. Se seguirete le mie leggi (3). Viene annunciata la benedizione per coloro che osservano il patto col Signore. La benedizione non è semplicemente un gesto liturgico, un qualcosa di rituale e basta. E invece il dono di Dio in atto, nel nostro testo: pane a sazietà e pace sulla terra (5). Nel pane abbondante e nella pace sicura è Dio stesso che si fa presente e opera. E scritto: Stabilirò la mia dimora in mezzo a voi [ ] camminerò in mezzo a voi, sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo. Io sono il Signore, vostro Dio, che vi ha fatto uscire dalla terra d Egitto (11-13). C è dunque un legame stretto e fecondo tra obbedienza e pace, anzi l obbedienza genera la pace. E la pace è il segno fecondo che Dio abita in mezzo al suo popolo. Godere la pace suppone il camminare nell obbedienza. [Ci si renderà conto, leggendo il seguito, che le maledizioni sovrastano in peso e lunghezza le benedizioni. Di fatto questo testo è stato redatto al tempo dell esilio o dopo. Quando, cioè, le ribellioni avevano segnato la storia di Israele, e quindi tante sventure si erano già abbattute sul popolo]. Non romperò la mia alleanza con loro

8 Levitico 26,14-46 Ma se non mi darete ascolto [ ] ecco come io vi tratterò (14-16). Tutte le sventure capitate a Israele sono generate dalla sua disobbedienza al Signore, e quindi è Israele stesso il responsabile dei guai. La Scrittura, però, dice che è il Signore che. manda i mali. Va detto, per non equivocare, che questo è soltanto un modo di esprimersi, un modo che riconosce come tutto proviene sempre da Dio. In realtà è l uomo che si cerca i mali, nel fatto stesso che si allontana da Dio: i mali sono la concretizzazione dell allontanarsi da Dio. Quando ci si allontana, cosa succede? Che tutto si mette contro l uomo: la salute (avrai febbre), i campi (seminerai ma non raccoglierai), gli uomini (ti sconfiggeranno), gli animali stessi e soprattutto la terra (abbandonerai la terra che Dio ti ha dato). Questi mali, più che punizioni, vanno intesi come correzioni perché l uomo si rivolga nuovamente a Dio. Ma di fatto Israele non ha abbandonato le vie di male e i suoi idoli. Allora, le correzioni hanno lascito posto all esilio (vera e grande correzione!). In esilio Israele capirà una cosa, che tutti i mali sono venuti a causa della sua infedeltà al Signore. Così non protesterà più contro il suo Dio. E bella e sorprendente la finale della storia. Dice il Signore: Io non li rigetterò e non mi stancherò di loro fino al punto di annientarli del tutto e di rompere l alleanza con loro, poiché io sono il Signore, loro Dio; ma mi ricorderò in loro favore dell alleanza per essere loro Dio. Io sono il Signore (44-45). Va detto in definitiva che Israele ha disobbedito al Signore, ma il Signore non ha disobbedito alla sua promessa, poiché egli è fedele e buono per sempre!

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