R.D. 215/1933 L.R. 12/2009 D.G.R. n. 79 del Verona, 24 maggio Piazza San Nicolò, 3 - Verona

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "R.D. 215/1933 L.R. 12/2009 D.G.R. n. 79 del Verona, 24 maggio Piazza San Nicolò, 3 - Verona"

Transcript

1 Piazza San Nicolò, 3 - Verona CONSORZIO DI BONIFICA VERONESE R.D. 215/1933 L.R. 12/2009 D.G.R. n. 79 del R E L A Z I O N E Verona, 24 maggio 2011 Il Direttore Generale Dott. Ing. Roberto Bin Il Presidente Antonio Tomezzoli Il Direttore Area Territorio Ambiente Dott. Ing. Stefano De Pietri

2 INDICE Pag. 1 PREMESSA 2 2 INQUADRAMENTO NORMATIVO PREMESSA LEGISLAZIONE STATALE E REGIONALE IN MATERIA DI RIPARTO DEGLI ONERI DI BONIFICA E RELATIVE INTERPRETAZIO NI (DIRETTIVE MINISTERIALI E REGIONALI, GIURISPRUDENZA) IL POTERE IMPOSITIVO DEI CONSORZI DI BONIFICA IL BENEFICIO DI BONIFICA BENI OGGETTO DI IMPOSIZIONE SOGGETTI OBBLIGATI 18 3 IL CONSORZIO DI BONIFICA VERONESE INQUADRAMENTO TERRITORIALI ALTA PIANURA VERONESE BASSA E MEDIA PIANURA VERONESE VALLI GRANDI VERONESI AMBITI TERRITORIALI DI RIFERIMENTO ASPETTI STORICI LA BONIFICA L IRRIGAZIONE ATTIVITA E SERVIZI OPERE IN GESTIONE LE DERIVAZIONI IRRIGUE PERIMETRO DI CONTRIBUENZA 39 4 LA CONTRIBUENZA DEI CONSORZI DI BONIFICA BENEFICI SOGGETTI A CONTRIBUENZA REDAZIONE DEL PIANO DI CLASSIFICA PROCEDURA DI RIFERIMENTO 42 5 LA BONIFICA IDRAULICA SISTEMA DI BONIFICA INDICI TECNICI INDICE DI COMPORTAMENTO IDRAULICO DEI SUOLI INDICE DI SOGGIACENZA INDICE DI EFFICACIA DELL ATTIVITA DI BONIFICA INDICE TECNICO DI BONIFICA RIPARTO DEGLI ONERI PER LA BONIFICA IDRAULICA TRA GLI IMMOBILI BENEFICIARI INDICE ECONOMICO BENEFICIO DI BONIFICA IMMOBILI AGRICOLI TERRENI IMMOBILI URBANI 70 Pag. 1

3 5.4.3 STRADE, FERROVIE INDICI DI BENEFICIO PER LA BONIFICA IDRAULICA IMMOBILI AGRICOLI IMMOBILI URBANI STRADE, FERROVIE MODALITA APPLICATIVE INDIVIDUAZIONE IMMOBILI BENEFICIARI DELL ATTIVITÀ DI BONIFICA IDRAULICA DETERMINAZIONE DELLA SUPERFICIE CONTRIBUENTE DI UN IMMOBILE FABBRICATI RICADENTI IN AREE SERVITE DA PUBBLICA FOGNATURA FABBRICATI RURALI 80 6 L IRRIGAZIONE PREMESSA RECENTI SVILUPPI DELLE STRUTTURE IRRIGUE CARATTERISTICHE DEL SERVIZIO IRRIGUO DISPONIBILITÀ IDRICHE CONSORTILI AREE IRRIGUE OMOGENEE BENEFICIO IRRIGUO IRRIGAZIONE STRUTTURATA INDICE DI DOTAZIONE IRRIGUA INDICE ECONOMICO SUPERFICI ATTREZZATE INDICE DI BENEFICIO IRRIGUO SUPERFICI ATTREZZATE INDICE DI POSSIBILITÀ DI SCARICO INDICE DI PARZIALIZZAZIONE DELLA DOTAZIONE IRRIGUA IRRIGAZIONE NON STRUTTURATA INDICE DI FABBISOGNO IRRIGUO INDICE DI EFFICIENZA DEL SEVIZIO IRRIGUO INDICE ECONOMICO SUPERFICI NON ATTREZZATE INDICE DI BENEFICIO IRRIGUO SUPERFICI NON ATTREZZATE COLTURE IDROESIGENTI SITUAZIONI PARTICOLARI DEL SERVIZIO IRRIGUO CONSORTILE IRRIGAZIONE SUPPLETIVA PROCEDURA DI AFFRANCAMENTO DALL OBBLIGO DELLA CORRESPONSIONE DEL TRIBUTO IRRIGUO UTENZE IRRIGUE NON AGRICOLE BACINI A GESTIONE IRRIGUA AUTONOMA GLI SCARICHI NEI CANALI CONSORTILI RIFERIMENTI NORMATIVI DETERMINAZIONE DEL CANONE ANNUO PER GLI SCARICHI SISTEMI DI MITIGAZIONE IDRAULICA 112 Pag. 2

4 9 L INFORMATIZZAZIONE DEL PIANO DI CLASSIFICA ASPETTI GENERALI METODOLOGIA ADOTTATA APPLICAZIONE DEL PIANO DI CLASSIFICA LE SPESE E LORO RIPARTIZIONE INDIVIDUAZIONE E ATTRIBUZIONE DELLE SPESE NORME PARTICOLARI ALTRE VOCI DI CONTRIBUENZA VARIAZIONI E ALTRE NORME UTENZE PARTICOLARI ALLEGATI ALLEGATI CARTOGRAFICI LEGISLAZIONE E GIURISPRUDENZA BIBLIOGRAFIA 129 Pag. 3

5 1 PREMESSA pag. 1

6 1 PREMESSA Il Piano di Classifica costituisce lo strumento analitico, previsto dalla normativa, finalizzato a rendere oggettivo il riparto della contribuenza consortile, in relazione alle attività istituzionali di bonifica, irrigazione e tutela del territorio. Il presente Piano è stato predisposto in base alla D.G.R. n.79 del 27 gennaio 2011 Direttive per la redazione dei Piani di Classifica degli immobili di cui all art. 35 delle LR n.12 del 8 maggio 2009 L articolo 35 della legge regionale in argomento, prevede al comma 1 che i Consorzi di bonifica, ai fini della imposizione dei contributi consortili [...], predispongono il piano di classifica degli immobili ricadenti nel comprensorio consortile, sulla base delle direttive definite dalla Giunta regionale. La legge citata individua nell attività di bonifica le azioni di tutela e sviluppo economico del territorio, sede di attività industriali, residenziali e di servizi per la popolazione. Il Consorzio di Bonifica è chiamato quindi a conservare e difendere l assetto del territorio mediante la manutenzione, il completamento e l ammodernamento delle opere idrauliche in gestione. Posta una distinzione tra l attività ordinaria dell Ente, quali la gestione e manutenzione delle opere di competenza, e l attività straordinaria consistente nella progettazione ed esecuzione di nuove opere in concessione, gli oneri per l esecuzione della prima, compreso il funzionamento dell ente consortile, gravano, obbligatoriamente, sui proprietari degli immobili situati nel comprensorio classificato di bonifica (C.C. art. 812) e che traggono beneficio dalla bonifica (R.D. n. 215/1933, artt. 10, 11, 17, 59; C.C. art. 860, L.R. n. 12/2009, art. 35). La ripartizione di tutte le spese è fatta tra i proprietari degli immobili suddetti in ragione del beneficio conseguito come determinato con il Piano di classifica. Commisurare il beneficio ottenuto dagli immobili inclusi nel perimetro di contribuenza consortile, in base alle attività del Consorzio è compito molto complesso e articolato. E necessario infatti operare una sintesi di attività molto diverse, dalla quale poter descrivere i seguenti principali aspetti: le effettive modificazioni territoriali sul piano idrogeologico e strutturale ; la verifica oggettiva dell azione consortile nella salvaguardia del territorio e delle sue risorse idriche e ambientali; l efficacia delle strutture idrauliche e dei corsi d acqua in gestione a fronte dei vari eventi di piena e/o delle richieste di utilizzo della risorsa idrica per finalità irrigue. Con la Delibera di Giunta Regionale n. 79 più sopra richiamata, sono stati fissati i criteri generali per procedere alle definizione dei seguenti principali aspetti: a) individuazione e alla quantificazione delle spese e delle entrate extra contributive da ripartire, distinguendo quelle di competenza dell attività di bonifica da quelle irrigue e quelle afferenti gli scarichi reflui. b) individuazione dei diversi livelli di beneficio di ogni singola area del comprensorio oggetto di specifiche attività (bonifica e/o irrigazione), assegnando gli opportuni indici di beneficio. Tale indice dovrà scaturire dalla composizione di opportuni indici tecnici ed economici. Per il punto a) si deve far riferimento al bilancio di previsione. Con tale strumento si provvede alla quantificazione delle spese e quindi alla determinazione dei contributi consortili. In tale contesto si definisce PIANO DI RIPARTO il documento elaborato conformemente al Bilancio di Previsione annuale, in grado di ripartire ed esattamente quantificare le Spese residue da assegnare a ciascun ambito territoriale omogeneo (sia esso definito con pag. 2

7 riferimento all attività irrigua che scolante). La ripartizione di tali spese sugli immobili presenti all interno di ciascun ambito, avverrà attraverso l applicazione del Piano di Classifica. Per il punto b) invece occorre effettuare una specifica serie di analisi territoriali, nonché esprimere valutazioni di carattere tecnico operativo ed economico. Il PIANO DI CLASSIFICA, attraverso gli indici di beneficio analiticamente determinati, consente di ripartire le spese afferenti ciascun ambito territoriale, tra gli immobili (terreni e fabbricati) beneficiari. Il Consorzio di Bonifica Veronese è persona giuridica pubblica (R.D. 215/1933, art. 59, C.C. art. 862 e L.R. n. 12/2009, art. 3). E stato costituito con D.G.R. n.1408 del 19 maggio 2009, ed è retto da uno Statuto approvato dalla Giunta Regionale del Veneto nella seduta del 7 agosto Il Consorzio di Bonifica Veronese è stato costituito dell ambito del Comprensorio di bonifica n.1 (art. 2 della LR 12/2009) e subentra nelle funzioni degli ex consorzi di bonifica preesistenti : 1 CONSORZIO DI BONIFICA ADIGE GARDA 2 CONSORZIO DI BONIFICA AGRO VERONESE TARTATO TIONE 3 CONSORZIO DI BONIFICA VALLI GRANDI E MEDIO VERONESE Nella pagina successiva viene rappresentato il Comprensorio di competenza del Consorzio di Bonifica Veronese. pag. 3

8 Figura n. 1 Comprensorio Consortile n. 1 (art. 2 L.R. 12/2009) pag. 4

9 2 INQUADRAMENTO NORMATIVO 2.1 PREMESSA 2.2 LEGISLAZIONE STATALE E REGIONALE IN MATERIA DI RIPARTO DEGLI ONERI DI BONIFICA E RELATIVE INTERPRETAZIONI (DIRETTIVE MINISTERIALI E REGIONALI, GIURISPRU DENZA) 2.3 IL POTERE IMPOSITIVO DEI CONSORZI DI BONIFICA 2.4 IL BENEFICIO DI BONIFICA 2.5 BENI OGGETTO DI IMPOSIZIONE 2.6 SOGGETTI OBBLIGATI pag. 5

10 2 INQUADRAMENTO NORMATIVO 2.1 PREMESSA Il Piano di classifica, di per sé, rappresenta fondamentalmente una operazione di stima; in quanto tale, tuttavia, deve assumere dalla normativa e dalla giurisprudenza tutti gli elementi essenziali affinché i giudizi espressi, pur basandosi sulle consolidate regole e tecniche della disciplina estimativa, siano aderenti ai principi ed agli scopi che il legislatore ha inteso affermare in ordine alla materia analizzata. Nella sostanza, l impianto normativo rimane quello fissato originariamente dal T.U. sulla bonifica integrale n Le valutazioni tecniche ed economiche che stanno alla base del piano di classifica, nella sostanza richiedono che siano ben chiariti i presupposti di legge necessari, in primo luogo per definire la natura del beneficio di bonifica, quale elemento sostanziale per la costituzione dell obbligo contributivo e quindi per procedere ad una sua valutazione che possa tradursi in termini quantitativi nel contributo da porre a carico di ogni soggetto beneficiario. A questo fine si è inteso analizzare la materia sotto i seguenti aspetti: 1. il potere impositivo dei consorzi di bonifica; 2. il beneficio di bonifica; 3. beni oggetto di imposizione; 4. soggetti obbligati. 2.2 LEGISLAZIONE STATALE E REGIONALE IN MATERIA DI RIPARTO DEGLI ONERI DI BONIFICA E RELATI VE INTERPRETAZIONI (Direttive Ministeriali e Regionali, Giurisprudenza) I Consorzi di bonifica, per l esecuzione, la manutenzione e l esercizio delle opere pubbliche di bonifica e per l adempimento dei loro fini istituzionali, hanno il potere di imporre contributi ai proprietari consorziati. 1 L attribuzione ai Consorzi di tale potere impositivo costituisce un principio fondamentale dettato dalla legislazione statale, al cui rispetto le regioni sono vincolate dall art. 117 della Carta Costituzionale 2. Ne discende che le leggi regionali per la disciplina della bonifica sono chiamate a confermare la sussistenza in capo ai Consorzi del predetto potere impositivo. La portata ed i limiti di tale potere impositivo sono anch essi disciplinati da disposizioni generali costituenti principi fondamentali per la specifica materia, con la conseguenza che la legislazione regionale riproduce le corrispondenti norme dettate dal legislatore statale. Le norme fondamentali riguardanti il potere impositivo dei Consorzi e le direttive per la sua attuazione, sono ricomprese nei provvedimenti legislativi e negli atti di seguito elencati: 1 Le parti introduttive di alcuni dei seguenti paragrafi sono tratte dalla Guida metodologica alla redazione dei Piani di classifica per il riparto della contribuenza, predisposta dall A.N.B.I. nel Nel definire le funzioni attribuite all Ente Regione, tale articolo stabilisce, infatti, che: La Regione emana per le seguenti materie norme legislative nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato, sempreché le norme stesse non siano in contrasto con l interesse nazionale e con quello di altre Regioni. Lo stesso articolo, di seguito comprende fra le varie materie di competenza regionale il settore agricoltura e foreste, nel quale rientrano anche le funzioni relative alla bonifica. Si ricorda, peraltro, che le funzioni statali in materia sono state trasferite definitivamente alle Regioni a statuto ordinario con il D.P.R n. 11 e, in attuazione della delega di cui all art. 1 della legge n. 382, dal D.P.R n pag. 6

11 R.D n. 215 Testo Unico sulla Bonifica integrale (Legge Serpieri) Art. 10 Nella spesa delle opere di competenza statale che non siano a totale carico dello Stato sono tenuti a contribuire i proprietari degli immobili del Comprensorio che traggono beneficio dalla bonifica, compresi lo Stato, le Province e i Comuni per i beni di loro pertinenza. Art. 11 La ripartizione della quota di spesa tra i proprietari è fatta, in via definitiva, in ragione dei benefici conseguiti per effetto delle opere di bonifica di competenza statale o di singoli gruppi, a sé stanti, di esse; e in via provvisoria sulla base di indici approssimativi e presuntivi del beneficio conseguibile. Art. 17 La manutenzione e l esercizio delle opere di competenza statale, sono a carico dei proprietari degli immobili situati entro il perimetro di contribuenza, a partire dalla data del compimento di ciascun lotto. Art. 21 I contributi dei proprietari nella spesa di esecuzione, manutenzione ed esercizio delle opere pubbliche di bonifica costituiscono oneri reali sui fondi dei contribuenti e sono esigibili con le norme ed i privilegi per l imposta fondiaria, prendendo grado immediatamente dopo tale imposta e le relative sovrimposte provinciali e comunali. Alla riscossione dei contributi si provvede con le norme che regolano l esazione delle imposte dirette. Art. 59 Per l adempimento dei loro fini istituzionali essi (i Consorzi di bonifica) hanno il potere d imporre contributi alle proprietà consorziate, ai quali si applicano le disposizioni dell art. 21. Codice Civile Sezione III Della bonifica integrale. Art. 860 I proprietari dei beni situati entro il perimetro del comprensorio sono obbligati a contribuire nella spesa necessaria per l esecuzione, la manutenzione e l esercizio delle opere in ragione del beneficio che traggono dalla bonifica. Art. 864 I contributi dei proprietari nella spesa di esecuzione, manutenzione ed esercizio delle opere di bonifica e di miglioramento fondiario sono esigibili con le norme e i privilegi stabiliti per l imposta fondiaria. D.P.R n. 947 Norme sui Consorzi di bonifica, in attuazione della delega prevista dall art. 31 della legge n. 454 Art. 8 Piano di riparto delle spese consortili. Il riparto delle spese consortili per la determinazione dei contributi a carico della proprietà interessata, per l adempimento dei fini istituzionali dei Consorzi di bonifica, ai sensi del secondo comma dell art. 59 delle norme sulla bonifica integrale, approvato con il regio decreto n. 215, è effettuato sulla base della spesa prevista nei bilanci preventivi. Il piano di riparto è sottoposto al visto di legittimità di cui all art. 63, comma 2, delle norme approvate con il regio decreto sopracitato. Intesa Stato Regioni del 18 settembre 2008, Attuazione dell articolo 27 del D.L. n. 248/2007, convertito con modificazioni nella L. n. 31/2008 Criteri di riordino dei Consorzi di bonifica sul territorio nazionale b. Fatte salve le disposizioni delle leggi regionali, le spese per la manutenzione ordinaria, l'esercizio e la vigilanza, nonché le spese di funzionamento dei Consorzi, sono a carico dei proprietari consorziati i cui immobili traggono beneficio dalle azioni dei Consorzi. Il beneficio è riferito alle azioni di manutenzione, e sercizio e sorveglianza e consiste nella conservazione o nell'incremento del valore degli immobili. c. Le spese di cui al precedente punto b) sono definite in sede di bilancio e sono ripartite tra i consorziati proprietari di immobili che traggono beneficio, secondo i criteri fissati con il piano di classifica dei territori. d. Il beneficio, ove presente è distinto in: 1. beneficio di presidio idrogeologico, individuato nel vantaggio tratto dagli immobili situati nel comprensorio dal complesso degli interventi volto al mantenimento dell efficienza e della funzionalità del reticolo idraulico e delle opere; 2. beneficio di natura idraulica, individuato nel vantaggio tratto dagli immobili situati nel comprensorio dal complesso degli interventi, volto al mantenimento dell efficienza e della funzionalità del reticolo pag. 7

12 idraulico e delle opere, finalizzato a preservare il territorio da fenomeni di allagamento e ristagno di acque comunque generati conservando la fruibilità del territorio e la sua qualità ambientale; 3. beneficio di disponibilità irrigua, individuato nel vantaggio tratto dagli immobili sottesi ad opere di bonifica e ad opere di accumulo, derivazione, adduzione, circolazione e distribuzione di acque irrigue; 4. le Regioni possono definire ulteriori tipologie di benefici; 5. resta ferma la disciplina degli obblighi relativi agli scarichi nei corsi di acqua naturali o artificiali gestiti dai Consorzi prevista dall'art. 166 D.Lgs. 152/2006, applicabile anche agli eventuali sfiori provenienti dai sistemi di fognatura pubblica o da scolmatori di piena; 6. i contributi dei consorziati devono essere contenuti nei limiti dei costi sostenuti per l'attività istituzionale. I bilanci dei Consorzi dovranno essere elaborati per centri di costo, nel rispetto dei criteri di economicità, trasparenza e veridicità. D.Lgs. n. 152/2006, Norme in materia ambientale Art. 166 comma 6 Fermo restando il rispetto della disciplina sulla qualità delle acque e degli scarichi stabilita dalla parte terza del presente decreto, chiunque, non associato ai consorzi di bonifica ed irrigazione, utilizza canali consortili o acque irrigue come recapito di scarichi, anche se depurati e compatibili con l'uso irriguo, provenienti da insediamenti di qualsiasi natura, deve contribuire alle spese sostenute dal consorzio tenendo conto della portata di acqua scaricata. Sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite Civili del n. 183 Ai fini della contribuzione di cui si discute è necessario e sufficiente la proprietà di immobili esistenti nel comprensorio che abbiano conseguito benefici dalla bonifica e questa condizione ricorre anche quando a vendo i beni in relazione ai quali vengono pretesi i contributi alle spese di bonifica natura di costruzioni, i proprietari di esse non siano pure proprietari dei fondi su cui le costruzioni insistono, quale che sia il titolo, superficie o servitus aedificandi, in base al quale detta proprietà, separata da quella del suolo, sia stata costituita e venga mantenuta. Sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite Civili del n Precisando la natura del vantaggio in cui deve concretizzarsi il beneficio di bonifica, la Corte afferma che non è sufficiente qualsiasi tipo di vantaggio, ma è necessario che esso sia un vantaggio di tipo fondiario, cioè strettamente incidente sull immobile soggetto a contribuzione. Il beneficio derivante dalla bonifica non è provato dalla pura e semplice inclusione del bene nel comprensorio, pur potendo essere potenziale o futuro, perché non attiene al territorio nel suo complesso, ma al bene specifico di cui si tratta. Il vantaggio può essere generale, e cioè riguardante un insieme rilevante di immobili che tutti ricavano il beneficio, ma non può essere generico, in quanto altrimenti sarebbe perduta l inerenza al fondo beneficiato, la quale è assicurata soltanto dal carattere particolare (anche se ripetuto per una pluralità di fondi) del vantaggio stesso. Non rileva il beneficio complessivo che deriva dall esecuzione di tutte le opere di bonifica, destinate a fini di interesse generale; non rileva il miglioramento complessivo dell igiene e della salubrità dell aria; occorre un incremento di valore dell immobile soggetto a contributo, in rapporto causale con le opere di bonifica (e con la loro manutenzione). Concludendo, il beneficio deve essere diretto e specifico, conseguito o conseguibile a causa della bonifica, e cioè tradursi in una qualità del fondo. Sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite Civili del n Secondo le conclusioni riportate in questo pronunciamento, perché possa essere riconosciuto un beneficio derivante dall attività di bonifica, non è sufficiente l esistenza di un qualsiasi tipo di vantaggio, ma è necessario che esso sia un vantaggio di tipo fondiario, cioè strettamente incidente sull immobile soggetto a contribuzione. Peraltro, la natura agricola o extra agricola del fondo è ininfluente ai fini della legittimità dell imposizione. Perché vi sia beneficio occorre un incremento di valore dell immobile soggetto a contributo, in rapporto causale con le opere di bonifica (e con la loro manutenzione). In sintesi, il beneficio deve essere diretto e specifico, conseguito o conseguibile a causa della bonifica, e cioè tradursi in una qualità del fondo. pag. 8

13 Sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite Civili del n La sentenza afferma che il cosiddetto Perimetro di contribuenza 1 non costituisce condizione essenziale ai fini dell obbligo contributivo, essendo la delimitazione di tale perimetro attività ulteriore rispetto a quella di classificazione del comprensorio di bonifica. Si cita infatti che la previsione nell art. 11 (dello stesso R.D. n. 215/1933), di un momento provvisorio e di un momento definitivo nella determinazione dell area di debenza implica una idea di progressività nella formazione della platea dei contribuenti, con la conseguenza che, come all inizio, la non redazione del perimetro di contribuenza può significare che la platea dei soggetti a contributo si identifica con l area del comprensorio, così, alla fine delle opere, si possono avere messe a punto soggettive e con l ulteriore conseguenza che, in difetto dell adozione del perimetro di contribuenza che delimiti la platea dei contribuenti la ripartizione è effettuata, sempre con riferimento al beneficio conseguito, fra i proprietari degli immobili siti nel comprensorio di bonifica. La Corte, con riferimento alle argomentazioni del ricorrente, riguardanti, inoltre, la legittimità dell estensione del potere impositivo del Consorzio sugli immobili urbani, conclude ritenendo che, ai sensi del R.D n. 215, la mancata emanazione del decreto ministeriale di determinazione del perimetro di contribuenza non esclude l obbligo di contribuzione nei confronti dei proprietari degli immobili siti nel comprensorio di bonifica, indipendentemente dalla natura agricola o extra agricola dei beni, che dalla bonifica ricevano vantaggio. Sentenza del Consiglio di Stato VI sez., n. 60. L organo giudicante, riprendendo i principi della sentenza della Corte Costituzionale del n. 66, afferma che la materia della bonifica è andata evolvendosi negli anni, comprendendovi ora anche il compimento di opere idonee a modificare l ambiente allo scopo di sviluppare le potenzialità produttive del territorio secondo una lettura combinata dell art. 857 e segg. del c.c. e 9 e 44 della Costituzione. Il Consiglio quindi precisa che le attività di bonifica trasferite alle competenze regionali si inquadrano in una intelaiatura di funzioni estremamente articolate e complesse, nelle quali sono compresi poteri attinenti allo sviluppo economico della produzione agricola, all assetto paesaggistico ed urbanistico del territorio, alla difesa del suolo e dell ambiente, alla conservazione, regolazione e utilizzazione del patrimonio idrico. Nel quadro di tale nuova concezione della bonifica, quindi, deve essere verificata la legittimità dei criteri per il riparto della contribuenza consortile, tenendo conto, peraltro, che a questo riguardo la natura a gricola od extra agricola dei fondi interessati alla contribuzione è del tutto ininfluente. L.R n. 12 Nuove norme in materia di bonifica Art Nei territori di bonifica integrale ai sensi del regio decreto 13 febbraio 1933, n. 215 Nuove norme per la bonifica integrale e successive modificazioni, e in quelli di bonifica montana ai sensi della legge 25 luglio 1952, n. 991 Provvedimenti in favore dei territori montani e successive modificazioni, già classificati di bonifica all entrata in vigore della presente legge ai sensi della legge regionale 13 gennaio 1976, n. 3 Riordinamento dei consorzi di bonifica e determinazione dei relativi comprensori e successive modifiche ed integrazioni, sono individuati dieci comprensori di bonifica, come delimitati dall allegato A della presente legge, [...] 2. Le modifiche alla delimitazione dei comprensori di cui al comma 1 sono proposte dalla Giunta regionale e approvate dal Consiglio regionale. 3. Il Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, può classificare il territorio montano residuo quale territorio di bonifica montana, delimitare i comprensori e costituire i relativi consorzi in applicazione delle disposizioni di cui alla presente legge. Art I consorzi di bonifica, ai fini della imposizione dei contributi consortili di cui all articolo 38, predispongono il piano di classifica degli immobili ricadenti nel comprensorio consortile, sulla base delle direttive definite dalla Giunta regionale ai sensi dell articolo Di cui all art. 10 del R.D. n. 215/1933. pag. 9

14 2. Il piano di classifica individua i benefici derivanti dalle opere pubbliche della bonifica e dell irrigazione, stabilisce i parametri per la quantificazione dei medesimi, determina i relativi indici di contribuenza e definisce, con cartografia allegata, il perimetro di contribuenza, con l individuazione degli immobili soggetti al pagamento dei contributi consortili in ragione dei benefici conseguenti all azione della bonifica; il perimetro di contribuenza individua altresì le aree che non traggono beneficio dalla bonifica, da escludere dalla contribuenza. [...] 5. La Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare, approva le deliberazioni di cui al comma 3 e decide contestualmente sugli eventuali ricorsi. Art La Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare, che si pronuncia entro il termine di trenta giorni, decorsi i quali si prescinde dal parere, definisce entro un anno dall entrata in vigore della presente legge mediante la costituzione di un gruppo di lavoro composto da tecnici ed esperti del settore, le direttive per la redazione dei piani di classifica, di cui all articolo 35, attenendosi ai seguenti criteri: a) i benefici della bonifica possono riguardare un solo immobile o una pluralità di immobili e devono contribuire a incrementarne o conservarne il relativo valore; b) costituisce beneficio di presidio idrogeologico il vantaggio tratto dagli immobili situati nelle aree collinari e montane dalle opere e dagli interventi realizzati dai consorzi di bonifica suscettibili di difendere il territorio dai fenomeni di dissesto idrogeologico e di regimare i deflussi montani e collinari della rete idraulica minore; c) costituisce beneficio di natura idraulica il vantaggio tratto dagli immobili situati in ambiti territoriali di collina e di pianura, regimati dalle opere e dagli interventi di bonifica, che li preservano da allagamenti e ristagni di acque comunque generati; d) costituisce beneficio di disponibilità irrigua il vantaggio tratto dagli immobili sottesi a opere di bonifica e a opere di accumulo, derivazione, adduzione, circolazione e distribuzione di acque irrigue. 2. Il contributo per i benefici di natura idraulica è individuato sulla base di indici di natura tecnica ed economica: a) relativamente agli indici di natura tecnica, tenuto conto dei differenti coefficienti udometrici, l indice attribuito agli immobili ubicati nelle zone urbane non può, di norma, essere superiore a venti volte il valore attribuito agli immobili ubicati nelle zone agricole; la presenza di sistemi di mitigazione idraulica comporta una riduzione dell indice proporzionale agli effetti derivanti da dette opere; b) relativamente agli indici di natura economica, i medesimi devono, per tutti gli immobili, essere riferiti ai redditi catastali rivalutati. 3. Il contributo di natura irrigua è individuato in base a indici che tengono conto della superficie attrezzata, delle coltivazioni praticabili e dei quantitativi d acqua distribuiti; nel caso di superfici non attrezzate e irrigabili per il tramite della rete irrigua, il contributo è determinato anche in base alle coltivazioni praticabili e ai quantitativi d acqua necessari in via ordinaria. 4. La Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare, in relazione all evoluzione e all effettivo esercizio delle funzioni di bonifica, può individuare ulteriori tipologie di beneficio rispetto a quelle definite al comma 1. Art Fermi restando gli obblighi, i divieti e le limitazioni previsti dal decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni, gli scarichi nella rete irrigua o di bonifica, ivi compresi gli eventuali sfioratori fognari di piena e quelli relativi alle acque termali, comportano in capo al soggetto che li effettua, anche se non associato al consorzio, l obbligo di contribuire alle spese consortili in proporzione al beneficio conseguito, tenuto conto delle caratteristiche dello scarico stesso, dei quantitativi sversanti nonché delle caratteristiche del corpo ricettore. 2. Gli immobili urbani serviti da pubblica fognatura non sono assoggettati al contributo di bonifica per lo scolo delle relative acque. 3. Il contributo di bonifica per lo scolo delle acque che trovano recapito esclusivamente nel sistema scolante di bonifica attraverso le opere e gli impianti di fognatura o depurazione è a carico dei soggetti titolari degli scarichi medesimi. pag. 10

15 4. Entro dodici mesi dall'entrata in vigore della presente legge i consorzi di bonifica completano il censimento di tutti gli scarichi nella rete irrigua e di bonifica, determinando il contributo dovuto dagli utilizzatori; gli importi introitati costituiscono voce specifica in detrazione del piano di riparto di cui all articolo Per i consorzi che non provvedono ad adempiere a quanto previsto dal comma 4, il contributo regionale di cui all'articolo 32 è ridotto del quindici per cento il primo anno, del trenta per cento il secondo anno e del cinquanta per cento a decorrere dal terzo e successivi anni in cui si protrae l inadempienza. 6. Gli enti che provvedono al rilascio di nuove autorizzazioni allo scarico sono tenuti a comunicare ai consorzi di bonifica territorialmente competenti i nominativi dei soggetti titolari dell autorizzazione nonché le caratteristiche qualitative e quantitative e l ubicazione degli scarichi, distinguendo quelli sversanti direttamente nella rete irrigua e di bonifica da quelli sversanti in altre reti che recapitano nella stessa. 7. Lo scarico di acque reflue nella rete irrigua e di bonifica, compresi gli sfioratori fognari di piena, è subordinato alla concessione del consorzio di bonifica, competente per territorio, ai sensi degli articoli 134, comma primo, lettera g), 135 e 136, comma primo, lettera c), del regio decreto n. 368 del Lo scarico di acque reflue in assenza di formale concessione consortile comporta la violazione delle norme di polizia idraulica in materia di bonifica e la conseguente applicazione degli articoli 141 e seguenti del regio decreto n. 368 del Qualora per effetto del cumulo degli scarichi concessi nelle acque di bonifica e irrigazione ne derivi il mancato rispetto degli obiettivi di qualità fissati per dette acque ovvero la non utilizzabilità delle acque a scopi irrigui, il consorzio di bonifica, tenuto conto della destinazione del corpo idrico e del periodo di utilizzazione irrigua dello stesso, può chiedere la modifica o la revoca dell autorizzazione agli scarichi agli enti competenti al loro rilascio. Art I proprietari di beni immobili situati nel perimetro di contribuenza di cui all articolo 35, che traggono beneficio dalle opere pubbliche di bonifica gestite dal consorzio di bonifica, sono obbligati al pagamento dei contributi di bonifica relativi alle spese per la manutenzione, esercizio e gestione delle opere pubbliche di bonifica e per il funzionamento del consorzio, detratte le somme derivanti dai proventi delle concessioni, quelle derivanti da corrispettivi per servizi resi e quelle eventualmente erogate dalla Regione o da altri soggetti pubblici e ogni altro introito a qualsiasi titolo percepito. 2. I consorzi di bonifica, entro il 30 novembre di ciascun anno, sulla base delle spese di cui al comma 1 risultanti dal bilancio preventivo, approvano il piano annuale di riparto delle spese tra i proprietari contribuenti ai sensi degli articoli 10 e 11 del regio decreto n. 215 del 1933 e sulla base degli indici di beneficio definiti nel piano di classifica di cui all articolo 35. D.G.R n. 79 Approvazione in via definitiva dell Allegato A Direttive per la redazione dei piani di classifica Le Direttive approvate dalla Giunta regionale ai sensi dell art. 36 della L.R. n. 12/2009, rifacendosi all attuale assetto normativo statale e regionale provvedono a: specificare i beni oggetto di imposizione e i soggetti obbligati; esplicitare il beneficio idrogeologico, il beneficio di natura idraulica e il beneficio di disponibilità irrigua, previsti dalla L.R. n. 12/2009; articolare il beneficio di natura idraulica in una componente di scolo e una componente di difesa idraulica, stabilendo altresì che gli immobili urbani serviti da pubblica fognatura di cui al comma 2 dell art. 37 non sono assoggettati al contributo di bonifica esclusivamente per la quota riferita alla componente di scolo delle acque veicolate dalla rete di pubblica fognatura; integrare i benefici previsti dalla L.R. n. 12/2009 con il beneficio per la gestione di manufatti di pubblica u tilità (acquedotti rurali, strade, elettrodotti e infrastrutture similari) e il beneficio di adduzione per usi compatibili con le successive utilizzazioni (usi idroelettrici, per peschiere, per raffreddamento e/o pompe pag. 11

16 di calore); specificare le variabili da considerare nella formulazione degli indici tecnici ed economici relativi ai singoli benefici e degli indici di contribuenza, in base ai quali vanno ripartite le spese afferenti ad un area specifica tra gli immobili che si avvantaggiano di un determinato beneficio; esplicitare i criteri per la quantificazione degli importi dovuti al Consorzio dai soggetti che effettuano scarichi nella rete consortile. Sulla base delle Direttive regionali, pertanto, il piano di classifica deve dettagliare i rapporti tra contribuenza e beneficio attraverso l esplicitazione degli indici tecnici, economici e di contribuenza. Le Direttive regionali specificano altresì che dal punto di vista procedurale, il corretto esercizio del potere impositivo dei consorzi di bonifica consta, secondo quanto risulta dalle norme nazionali nazionale (artt. 10 e 11 r.d. 13 febbraio 1933 n. 215 e art. 8 DPR 947/1962) e regionali (art. 38, l.r 12/2008), delle seguenti fasi: a) individuazione delle attività di esecuzione, manutenzione e gestione delle opere e degli impianti consortili, dei relativi benefici, nonché delle unità territoriali tecnico gestionali, omogenee per attività; b) individuazione e attribuzione per ciascuna unità territoriale delle spese necessarie per la esecuzione, manutenzione e l esercizio delle opere consortili e per le spese generali del consorzio; c) calcolo delle somme erogate dalla Regione o da altri soggetti pubblici nonché delle entrate relative alle concessioni e ai servizi, e di altre entrate percepite dal consorzio nell anno di riferimento; d) riparto delle spese risultanti dalla differenza tra gli importi cui alle lettere b) e c) tra i proprietari degli immobili rientranti nel comprensorio del consorzio che traggono beneficio dall attività svolta dallo stesso. La procedura si conclude con l approvazione del piano di riparto che costituisce l ultima fase del procedimento impositivo, la quale consente l emissione dei ruoli di riscossione dei contributi. Il piano annuale di riparto è, quindi, strettamente collegato al bilancio preventivo che individua le spese da ripartire e al piano di classifica che individua gli indici di beneficio. 2.3 IL POTERE IMPOSITIVO DEI CONSORZI DI BONIFICA Dalla suddetta rassegna emergono alcuni elementi salienti. L obbligo di contribuire alle opere eseguite dal consorzio di bonifica e, quindi, l assoggettamento al suo potere impositivo, presuppone, ai sensi dell art. 860 c.c. e dell art. 10 del R.D. 13 febbraio 1933, n. 215, la proprietà di un immobile incluso nel perimetro consortile che tragga beneficio da quelle opere. La legittima ed equa ripartizione degli oneri in capo ai soggetti che traggano beneficio dall attività di bonifica prevede l individuazione delle distinte tipologie di beneficio delle attività di bonifica, nonché la determinazione del criterio in base al quale ripartire gli oneri (v. art. 11 del R.D. n. 215/1933). Il beneficio della bonifica deve tradursi in un vantaggio tratto dall immobile, che deve essere diretto e specifico, conseguito o conseguibile a causa della bonifica, tale da tradursi in una qualità del fondo, e quindi strettamente incidente sull immobile stesso, sulle sue condizioni e sul suo valore. Il beneficio consiste non solo nell incremento del valore dell immobile, ma anche nella sua conservazione, come espresso al punto 6) dell Intesa Stato Regioni del 18 settembre I contributi di bonifica costituiscono oneri reali sui fondi dei consorziati, vengono riscossi con le stesse modalità previste per la riscossione delle imposte dirette mediante ruoli esattoriali (v. art. 21 del R.D. n.215/1933, e gli artt. 864, 2775, 2780 c.c.), e costituiscono prestazioni patrimoniali imposte di natura pubblicistica rientranti nella categoria generale dei tributi. In proposito si rileva che l'obbligo di contribuenza per i proprietari consorziati, anche dissenzienti, deriva direttamente dalla Legge che considera essenziale, per il conseguimento delle finalità inerenti alla bonifica, la compartecipazione alle spese dei titolari dei beni immobili inclusi nel perimetro del comprensorio ed ha, pertanto, riconosciuto che i contributi consortili rientrano nell'ambito dell'art. 23 della Costituzione. I contributi consortili sono, quindi, prestazioni patrimoniali di natura pubblicistica, per le quali la Legge fissa i presupposti del potere pag. 12

17 impositivo e l assoggettamento ad esso, lasciando all ente il solo compito di quantificare l importo dovuto, sempre in relazione ai benefici ricevuti dagli immobili. Inoltre, sempre in via generale, occorre sottolineare che il potere impositivo di cui sono titolari i Consorzi ha per oggetto tutti quegli immobili che traggono beneficio dalla bonifica, qualunque sia la loro destinazione (agricola o extra agricola). Il fatto che il legislatore abbia adottato il termine generale di immobili assume particolare significato giacché ne discende che vanno individuati quali soggetti passivi dell imposizione non solo i proprietari di terreni aventi destinazione agricola, ma anche tutti i proprietari di immobili di qualunque specie, a condizione, ovviamente, che abbiano ricevuto vantaggio dalle opere di bonifica. Sul piano testuale una prima conferma di tale interpretazione si trae dallo stesso art. 10 del R.D. n. 215/1933, là dove si chiamano a contribuire lo Stato e gli enti territoriali per i beni di loro pertinenza, giacché questa ampia locuzione (a differenza di quella contenuta nel precedente T.U. sulla bonifica , n. 3256) comprende anche i beni demaniali che certamente non hanno destinazione agricola. Sotto l aspetto della ratio legis, o della logica della norma, appare evidente la fondatezza della disposizione, dato che sarebbe del tutto ingiustificata (e la legge non offre alcuno spunto in senso contrario) la disparità di trattamento che l esonero degli immobili extra agricoli produrrebbe in presenza di un beneficio arrecato anche a questi ultimi dall azione di bonifica 1. Pertanto, l imposizione a carico degli immobili extra agricoli oltre a non presentare caratteri di problematicità sotto l aspetto giuridico non rientra nel novero delle determinazioni discrezionali rimesse alla valutazione dell ente impositore. Al contrario, tale imposizione costituisce atto dovuto, come quello necessario per evitare una sperequazione tra i proprietari degli immobili agricoli e quelli degli immobili extra agricoli ingiusta, oltre che illegittima, stante la tassativa prescrizione del citato art. 10. Ciò premesso, va sottolineato che il comma 2 dell art. 37 della L.R. n. 12/2009, prevede il non assoggettamento degli immobili urbani serviti da pubblica fognatura al contributo di bonifica per lo scolo delle relative acque, mentre il comma 3 pone a carico dei soggetti titolari degli scarichi il contributo di bonifica per lo scolo delle acque che trovano recapito esclusivamente nel sistema scolante di bonifica attraverso le opere e gli impianti di fognatura o depurazione. Come precisato dalle Direttive regionali di cui alla D.G.R n. 79/2011, il non assoggettamento dei suddetti immobili urbani concerne esclusivamente la componente di scolo del beneficio di natura idraulica per le acque che trovano recapito nella pubblica fognatura; in tal caso il contributo per la componente di scolo del beneficio di natura idraulica è a carico dei soggetti titolari degli scarichi relativi alle opere e impianti di fognatura o depurazione che veicolano la acque meteoriche provenienti dagli immobili urbani. In tutti i restanti casi, non sussistendo la doppia contribuenza, gli immobili urbani sono tenuti al pagamento dell intero contributo per il beneficio di natura idraulica, compresa la componente di scolo. Fattispecie del tutto diversa è, invece, quella definita dall art. 166 comma 3 del D. Lgs. 152/2006, secondo il quale chiunque, non associato ai consorzi di bonifica e irrigazione, utilizza canali consortili o acque irrigue come recapito di scarichi anche se depurati e compatibili con l uso irriguo provenienti da insediamenti di qualsiasi natura, deve contribuire alle spese sostenute dal consorzio tenendo conto della portata di acqua scaricata. La Legge Regionale 12/2009, all articolo 37, commi 1 e da 4 a 8, ha recepito la sopra citata norma, specificando che i consorzi di bonifica devono provvedere a completare il censimento degli scarichi e a determinarne il relativo contributo. È da precisare che il tipo di scarico in questione è completamente distinto e sostanzialmente diverso dalle immissioni di acque meteoriche (grondaie, scoline stradali, fognature bianche), in quanto si tratta di entrate d acqua nella rete consortile derivanti da prelievi effettuati dalla rete acquedottistica, dalla falda profonda e da corsi d acqua di ordine superiore rispetto a quello dei canali consortili, o da canali appartenenti ad altri comprensori. Tale distinzione è importante perché lo smaltimento delle acque meteoriche è già compreso nei compiti della rete idraulica consortile, i cui costi di manutenzione e gestione sono recuperati dal consorzio con il tributo di bonifica. Per quanto riguarda invece gli scarichi in esame, il titolare di tali scarichi trae vantaggio dall azione del consorzio di bonifica, in quanto le canalizzazioni consortili veicolano i volumi idrici scaricati, dando loro continuità fino al recettore finale. 1 Vedi anche le sentenze della Corte di Cassazione a Sezioni Unite n e n pag. 13

18 Si tratta di un vantaggio, pertanto, che, con riferimento alle opere di bonifica, deriva dallo svolgimento di una funzione supplementare, la quale produce una utilità di tipo accessorio, in quanto si aggiunge alla funzione specifica e imprescindibile di costante tutela dal rischio idraulico. Tale vantaggio non ha attinenza diretta con gli immobili ricadenti nel comprensorio, in quanto la titolarità dello scarico e la proprietà dell immobile dal quale lo scarico proviene non coincidono necessariamente; manca, inoltre, qualsiasi relazione fra la gestione dello scarico e l incremento di valore ricavato dall immobile stesso a seguito dell esecuzione, esercizio e manutenzione delle opere pubbliche di bonifica. Per tali motivi, quindi, il D. Lgs. 152/2006 ha opportunamente provveduto a classificare i soggetti che ricevono tale beneficio non associati al consorzio, in quanto la loro individuazione non discende dal titolo di proprietà sopra un immobile che, a seguito dell attività svolta dalla bonifica, riceve un vantaggio a carattere fondiario. Il vantaggio ottenuto a seguito dell immissione dello scarico nei collettori di bonifica va, infatti, a favore di una attività (di tipo produttivo, di residenza o altro) e non di un immobile. Può del resto verificarsi la circostanza in cui un soggetto titolare di uno scarico sia contemporaneamente proprietario di un immobile soggetto a bonifica. Può altresì avvenire che l immobile coincida fisicamente con quello ove avviene l attività legata allo scarico. In tali casi compete sia il pagamento del servizio relativo allo scarico delle acque reflue depurate (per l attività), sia il tributo di bonifica (per l immobile), non trattandosi evidentemente di una ripetizione, ma di una duplice funzione. La veste di consorziato, naturalmente, viene a definirsi solo ai fini del rapporto che in forza di quest ultimo titolo si istituisce fra il soggetto ed il consorzio. Per le medesime ragioni sopra illustrate non è assolutamente da confondersi la funzione che i titolari degli scarichi svolgono in sostituzione degli immobili urbani serviti da pubblica fognatura per la componente di scolo del contributo di natura idraulica, rispetto alla funzione dei titolari degli scarichi nel sostenere gli importi determinati dal Consorzio per lo scarico di acque di provenienza non meteorica. Sia per gli scarichi diretti, ai quali si applica anche il canone di concessione di cui alla D.G.R. n. 1997/2004, che per gli scarichi indiretti, il contributo relativo agli scarichi va determinato in ragione del beneficio conseguito, commisurandolo altresì alla spesa sostenuta dal consorzio per assicurare lo smaltimento dello scarico. Ai sensi del comma 1 dell art. 37 della L.R. n. 12/2009, il contributo relativo agli scarichi deve essere determinato in relazione alle caratteristiche dello scarico, ai quantitativi sversanti, alle caratteristiche del corpo recettore. 2.4 IL BENEFICIO DI BONIFICA L opera di bonifica, secondo la definizione del T.U. n. 215/1933, ma anche secondo le elaborazioni successive che hanno portato alla individuazione di ulteriori fasi della bonifica legate da un rapporto consequenziale con quello fondamentale della bonifica integrale, esplica i propri effetti in varie direzioni di natura economica, ambientale e sociale. Ne consegue che a fronte della realizzazione delle opere pubbliche di bonifica si sono prodotti e si continuano a produrre benefici di natura molto diversa, tutti riconosciuti dalla legislazione vigente, la quale ha individuato in questi, la ragione fondamentale della destinazione di ingenti risorse finanziarie pubbliche per la realizzazione delle opere stesse. Si tratta, tuttavia, di benefici talvolta sostanzialmente diversi in relazione all altrettanto importante aspetto della definizione dei criteri per il riparto dei costi di esecuzione, manutenzione ed esercizio della opere non coperti dal finanziamento pubblico, e quindi da porre a carico delle singole proprietà (art. 17 R.D. n. 215/1933). In sintesi i vari benefici prodotti dall esecuzione delle opere pubbliche di bonifica sono riconducibili alle seguenti categorie: beneficio complessivo: deriva dall esecuzione di tutte le opere di bonifica destinate a fini di interesse generale e si esplica nel miglioramento complessivo delle condizioni sociali, economiche, ambientali ed igienico sanitarie, i cui effetti, peraltro, possono proiettarsi anche al di fuori del comprensorio di bonifica; beneficio particolare: è il vantaggio che ciascun immobile ricadente nel comprensorio riceve dalla bonifica, alla quale è strettamente legato da un rapporto di causalità. Tale vantaggio deve essere chiaramente configurabile in un miglioramento delle caratteristiche del bene, tale da determinarne una apprezzabile valorizzazione economica. pag. 14

19 La prima tipologia di beneficio è quella che ha da sempre portato il legislatore a riconoscere una funzione pubblica alla bonifica e di conseguenza a sostenerne ampiamente l esecuzione con il finanziamento delle relative opere. Tale riconoscimento trova tuttora espressione nei contributi pubblici che regolarmente accompagnano gli interventi di ripristino, ammodernamento e potenziamento del sistema delle opere di bonifica e, seppur in misura più limitata, anche nel finanziamento delle attività ordinarie di gestione e manutenzione. Per il fatto che risulta ricollegabile ad un vantaggio ricavato dall intera collettività e non dai singoli proprietari di immobili, tale componente del beneficio non è stata chiamata in campo dal legislatore per giustificare e quantificare il contributo di questi ultimi alle attività di esecuzione, manutenzione ed esercizio delle opere pubbliche di bonifica. A questo fine, invece, assume rilevanza la seconda tipologia di beneficio, quello particolare, ricavato dagli immobili del comprensorio a seguito della esecuzione e gestione delle opere di bonifica. È a seguito di questo vantaggio che i proprietari degli immobili beneficiari sono chiamati a contribuire alle spese sostenute dal consorzio, in misura correlata all entità del vantaggio stesso. Perché vi sia beneficio, nei termini sopra indicati, non è tuttavia sufficiente un qualsiasi tipo di vantaggio ma è necessario che esso sia di tipo fondiario, cioè strettamente incidente sull immobile, per la cui individuazione e determinazione occorre quindi un incremento o il mantenimento di valore del bene, in rapporto causale con le opere di bonifica. Il beneficio, come già ricordato, deve essere quindi diretto e specifico, conseguito o conseguibile a causa della bonifica e cioè tradursi in una qualità del fondo. Tale vantaggio può essere, inoltre, generale, perché interessa allo stesso tempo più immobili, ma non può essere generico, in quanto per la sua individuazione deve essere chiaramente definibile l inerenza al fondo beneficiato 1. Le considerazioni esposte in questo e negli altri paragrafi del presente capitolo, in ordine al beneficio di bonifica, sono estensibili anche al beneficio derivante dalla esecuzione, esercizio e manutenzione delle opere irrigue. Anche in questo caso si tratta di interventi di trasformazione territoriale (l approvvigionamento, con sistemi anche diversi, di acqua irrigua) che producono i loro effetti in termini di incremento o mantenimento di valore dei fondi beneficiati. Va inoltre considerato il vantaggio tratto dai soggetti che, ai sensi dell art. 166 comma 3 del D.Lgs. n. 152/2006 e dell art. 37, comma 1 della L.R. n. 12/2009, utilizzano le opere di bonifica e irrigazione come recapito di acque di scarico. Si tratta in questo caso di un vantaggio che, pur non essendo configurabile nella tipologia del beneficio di bonifica per la mancanza del requisito del nesso funzionale con un bene immobile, ma soprattutto della derivazione causale rispetto ad un incremento/mantenimento di valore di quest ultimo, è espressamente riconosciuto dalla Legge, che consente ai Consorzi di esigere a fronte di esso, in misura rapportata alla relativa entità, uno specifico contributo ai soggetti titolari. Di tutti gli aspetti inerenti il potere impositivo dei consorzi rilevabili dalla normativa sopracitata, quello della connotazione e della quantificazione del beneficio, rappresenta senz altro il più rilevante dal punto di vista dell analisi estimativa che si compie nell ambito del Piano di classifica. Le indicazioni che si riportano nel presente paragrafo costituiscono, quindi, le basi della classificazione del territorio comprensoriale ai fini del riparto degli oneri di bonifica. Come appena accennato, i due problemi fondamentali a cui deve rispondere il Piano di classifica sono quelli della individuazione delle varie tipologie di beneficio dalle quali la legge consente di derivare l obbligo contributivo e, naturalmente, la loro quantificazione, o meglio, la definizione dei rapporti fra i benefici ricavati dai diversi elementi oggetto di imposizione sulla base dei quali deve conseguentemente effettuarsi il riparto degli oneri sostenuti dal Consorzio. La L.R. n. 12/2009, in conformità a quanto sancito dall Intesa Stato Regioni del 18 settembre 2008 individua le seguenti tipologie di benefici: beneficio di presidio idrogeologico consistente nel vantaggio tratto dagli immobili situati nelle aree collinari e montane dalle opere e dagli interventi realizzati dai consorzi di bonifica suscettibili di difendere il territorio dai fenomeni di dissesto idrogeologico e di regimare i deflussi montani e collinari della rete i draulica minore; 1 Vedi sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite Civili n pag. 15

20 beneficio di natura idraulica consistente nel vantaggio tratto dagli immobili situati in ambiti territoriali di collina e di pianura, regimati dalle opere e dagli interventi di bonifica, che li preservano da allagamenti e ristagni di acque comunque generati; beneficio di disponibilità irrigua consistente nel vantaggio tratto dagli immobili sottesi a opere di bonifica e a opere di accumulo, derivazione, adduzione, circolazione e distribuzione di acque irrigue. La D.G.R. n. 79/2011 ha altresì introdotto, il beneficio per la gestione di manufatti di pubblica utilità (acquedotti rurali, strade, elettrodotti e infrastrutture similari) e il beneficio di adduzione per usi compatibili con le successive utilizzazioni (usi idroelettrici, per peschiere, per raffreddamento e/o pompe di calore). In ogni caso, la derivazione di un vantaggio in termini di incremento o di mantenimento del valore fondiario rappresenta l elemento essenziale che accerta l esistenza del suddetto beneficio. La quantificazione di tale vantaggio, peraltro, dal punto di vista estimativo, costituisce l operazione da compiersi al fine della determinazione dei rapporti secondo i quali i diversi immobili beneficiari sono chiamati a contribuire alle spese sostenute dal Consorzio per lo svolgimento delle predette attività di esecuzione, esercizio e manutenzione delle opere di bonifica. La D.G.R. n. 79/2011 ha esplicitato le variabili da considerare nella formulazione degli indici tecnici ed e conomici relativi ai singoli benefici, precisando altresì che l indice di contribuenza in base al quale si ripartiscono le spese afferenti ad un area specifica tra gli immobili che si avvantaggiano di un determinato beneficio deve risultare dalla loro composizione dei suddetti indici tecnici ed economici. In merito, invece, al vantaggio tratto dai soggetti che utilizzano la rete di bonifica come recapito di scarichi, anche se depurati e compatibili con l uso irriguo (art. 166, comma 3 del D.Lgs. n. 152/2006), l esistenza di tale vantaggio viene accertata nel momento in cui l immissione nella rete di bonifica delle acque di scarico è rilevata (vedasi il censimento degli scarichi disposto dalla L.R. n. 12/2009, art. 37 comma 4) e autorizzata con apposito provvedimento. A tal fine devono ritenersi assimilabili agli scarichi definiti nei termini di cui sopra, tutte le immissioni nella rete di bonifica derivanti da prelievi effettuati, oltre che dalla rete acquedottistica, anche dalla falda profonda e dai corsi d acqua di ordine superiore rispetto a quello dei canali di bonifica, o da canali di bonifica appartenenti ad altri comprensori. Per la valutazione del predetto beneficio, come già indicato al paragrafo precedente, è necessario considerare, ai sensi del comma 1 dell art. 37 della L.R. n. 12/2009, le caratteristiche dello scarico, i quantitativi sversanti, le caratteristiche del corpo recettore, tenendo presente altresì la spesa sostenuta dal consorzio per assicurare lo smaltimento dello scarico. 2.5 BENI OGGETTO DI IMPOSIZIONE Sono oggetto del potere impositivo gli immobili del comprensorio che traggono beneficio dalla bonifica. A tal fine sono considerati tutti i beni che rientrano nella previsione di cui all art. 812 c.c. 1 che, ovviamente, ricadono nel comprensorio di bonifica, che hanno tratto beneficio dall esecuzione delle opere di bonifica e che continuano a giovarsi dei vantaggi conseguenti alla loro continua manutenzione ed esercizio. In sostanza sono tre gli elementi che, una volta riscontrati, individuano i beni soggetti ad imposizione: 1. la natura di bene immobile, in quanto è al fine della trasformazione e valorizzazione dei beni di questa natura che l esecuzione della bonifica trova motivo e giustificazione; 2. l inclusione del bene nel territorio a favore del quale le opere di bonifica sono state compiute, il comprensorio; 1 Secondo l art. 812 c.c., comma 1, sono beni immobili il suolo, le sorgenti e i corsi d acqua, gli alberi e le altre costruzioni anche se unite al suolo a scopo transitorio, e in genere tutto ciò che naturalmente o artificialmente è incorporato al suolo. pag. 16

21 3. l esistenza di un beneficio, inteso nei termini di un vantaggio di natura fondiaria, legato con rapporto di causalità all esecuzione, manutenzione ed esercizio delle opere pubbliche di bonifica e il conseguente inserimento dell immobile all interno del perimetro di contribuenza. Al fine della miglior precisazione dei suddetti criteri può risultare d aiuto la definizione che, degli immobili soggetti a bonifica, riporta il codice civile all art. 857, a sua volta riprendendo il contenuto dell art. 1 del citato R.D. n. 215/1933: Per il conseguimento di fini igienici, demografici, economici o di altri fini sociali possono essere dichiarati soggetti a bonifica i terreni che si trovano in un comprensorio, in cui sono laghi, stagni, paludi e terre paludose, ovvero costituito da terreni montani dissestati nei riguardi idrogeologici e forestali, o da terreni estensivamente coltivati per gravi cause d ordine fisico e sociale, i quali siano suscettibili di una radicale trasformazione dell ordinamento produttivo. La norma individua nei terreni, gli immobili che possono essere soggetti a bonifica ; ne deriva, pertanto, che è con riferimento agli stessi che si possa più correttamente provvedere alla individuazione e quantificazione del beneficio ricavato successivamente alla esecuzione delle opere. 1 Tale precisazione, tuttavia, non limita il campo di imposizione ai soli suoli che a seguito della bonificazione possono essere destinati ad un più conveniente sfruttamento agricolo. Infatti, i vantaggi delle opere di bonifica possono essere di varia natura, concretandosi essi in ogni beneficio di ordine economico, anche al di fuori del settore agricolo, specie quando lo sviluppo della zona porta ad un superamento della fase agricola per caratterizzarsi sul piano industriale, commerciale od urbano. 2 Si rileva nuovamente, quindi, che la natura agricola od extra agricola del fondo è ininfluente ai fini della legittimità dell imposizione. La conservazione dell equilibrio idraulico, infatti, coinvolge il territorio nella sua interezza e il beneficio tratto dalla bonifica non dipende affatto dal carattere agrario del fondo, purché esso sia appartenente al comprensorio, ma da altri elementi riconducibili al generarsi di quel vantaggio di carattere fondiario legato con rapporto causale alle opere di bonifica di cui si è fatto cenno in precedenza 3. Se anche sotto gli aspetti appena elencati trova ulteriore conferma il fatto che la natura del fondo è ininfluente ai fini della legittimità dell imposizione, altrettanto non può dirsi in ordine alla concreta quantificazione del beneficio. Se questo deve tradursi in una qualità del fondo o più esplicitamente in un incremento o mantenimento di valore dello stesso, la destinazione produttiva rappresenta un elemento tutt altro che secondario e di esso non si può certo non tener conto, in sede di stima dei rapporti di contribuenza fra i vari immobili, pena l arbitraria o missione di uno degli aspetti più rilevanti richiamati dalla legislazione e dalla giurisprudenza. Il suddetto incremento o mantenimento di valore, deve essere determinato con riferimento alla destinazione assunta dal suolo, la quale deriva dal concretizzarsi di quella particolare suscettività, legata alle caratteristiche intrinseche del bene e ad ogni altro fattore congiunturale, che per effetto della trasformazione operata dalla bonifica può tradursi e mantenersi nei termini di una concreta valorizzazione fondiaria. In proposito la L.R. n. 12/2009, all art. 36, comma 2, stabilisce che gli indici economici utilizzati, congiuntamente agli indici tecnici, per la determinazione del contributo per il beneficio di natura idraulica devono essere riferiti, per tutti gli immobili, ai redditi catastali rivalutati. In base al comma 3 del medesimo articolo, il contributo di natura irrigua è individuato in base a indici che tengono conto della superficie attrezzata, delle coltivazioni praticabili e dei quantitativi d acqua distribuiti ; la D.G.R. n. 79/2011 ha altresì introdotto per il beneficio di disponibilità irrigua un indice economico riferito ai redditi dominicali delle colture praticabili, precisando che nell ambito dell analisi estimativa vanno riconosciuti i precisi elementi di distinzione che denotano una connotazione territoriale permanente, indipendente da tutti quei fattori incidenti sui valori fondiari di carattere congiunturale od a quelli dovuti alle scelte particolari compiute dai singoli conduttori dei fondi. L analisi estimativa ha quindi il compito di chiarire se la predetta suscettività poteva o meno tradursi in un vantaggio di carattere fondiario, anche parziale, per effetto dell interazione dei fattori intrinseci e congiunturali a 1 Vedi sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite Civili n Vedi sentenza T.A.R. Veneto del n Vedi sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite Civili n pag. 17

22 prescindere dall azione di bonifica, e di determinare, pertanto, se quest ultima possa avere inciso solo su una parte dell incremento di valore riscontrato, o se invece sia risultata determinante per intero alla sua formazione. L operazione, perciò, ha solo connotati tecnici, non pregiudicando il concetto che si è inteso evidenziare, secondo il quale, quando a seguito della bonifica si è verificato, o si possa concretamente verificare un incremento di valore di uno o più immobili ricadenti nel comprensorio e il suo mantenimento nel tempo, è sulla base di tale maggior valore che deve quantificarsi il cosiddetto beneficio di bonifica. 2.6 SOGGETTI OBBLIGATI La legge (R.D. n. 215/1933 art. 10 e C.C. art. 860), nel definire i soggetti obbligati a contribuire alle spese consortili, fa esclusivo riferimento ai proprietari di immobili, assumendo quindi quale posizione giuridica rilevante, soltanto la titolarità del diritto di proprietà di beni rientranti nelle categorie di cui all art. 812 comma 1, del Codice civile. A tal fine non può peraltro valere il semplice diritto di proprietà: questo infatti deve comunque riferirsi ai beni di cui al paragrafo precedente, i quali oltre alle caratteristiche di beni immobili, devono presentare i requisiti dell inclusione nel comprensorio di bonifica e della derivazione di un beneficio, inteso nei termini di valorizzazione del fondo, dovuto all esecuzione e quindi all esercizio e manutenzione delle opere pubbliche di bonifica. Riguardo al soggetto obbligato al contributo, se è vero che per l art. 10 del R.D. n. 215/1933 è il proprietario di immobili, esso è anche il proprietario di costruzioni, a prescindere dalla proprietà del terreno su cui la costruzione insiste quale che sia il titolo, superficie o ius aedificandi, in base al quale detta proprietà, separata da quella del suolo, sia costituita o venga mantenuta 1 (cfr. anche Cass. sen. n. 183 del 1979). Non vi è inoltre alcun dubbio che la legge vuole compresi fra i proprietari contribuenti anche lo Stato, le provincie ed i comuni per i beni di loro pertinenza (cfr. art. 10del R.D. n. 215/1933). Nell ipotesi dell usufrutto, soggetto passivo del rapporto di bonifica rimane senza dubbio il nudo proprietario. D altra parte, soprattutto in relazione al contributo di bonifica concernente i terreni agricoli, la dottrina e la giurisprudenza 2 hanno chiaramente evidenziato che nel rapporto di bonifica la terra non viene in considerazione come tale, ma in quanto essa abbia ricevuto destinazione fondiaria e sia perciò diventata funzionale rispetto all organizzazione produttiva in agricoltura. In realtà per essere titolari dei poteri di destinazione del fondo, non occorre essere titolari del diritto di proprietà sul fondo; è sufficiente essere titolari del diritto a quella utilità del fondo che la scienza economica chiama rendita fondiaria e il diritto tributario definisce reddito dominicale soggetto ad imposta fondiaria. 3 Il comma 4 dell art. 7 della L.R. n. 12/2009, pertanto, ha espressamente previsto che su richiesta, possono essere iscritti nel catasto consortile gli affittuari e i conduttori degli immobili ricadenti nel comprensorio i quali, per legge o per contratto, siano tenuti a pagare il contributo consortile di irrigazione 4. Per quanto riguarda invece la definizione dei soggetti obbligati di cui all art. 166 comma 3, del D.Lgs. n. 152/2006 e all art. 37, comma 1 della L.R. n. 12/2009, risultano opportune alcune ulteriori precisazioni sugli elementi sostanziali che giustificano la distinzione fra le attività di esecuzione, esercizio e manutenzione delle opere di bonifica e quelle di raccolta e smaltimento delle acque di scarico. Si ricorda, innanzitutto, che le due casistiche, hanno avuto diversa trattazione normativa, anche quando contemporaneamente potevano interessare le stesse opere di bonifica. La prima costituisce l origine di un beneficio che, come già ampiamente riferito, è un beneficio di carattere economico a favore di un fondo, e che sotto questa natura va concretamente valutato. La seconda, quando svolta, almeno in parte, dalle stesse opere di bonifica, rappresenta una funzione supplementare, dalla quale derivano utilità che debbono senz altro definirsi accessorie, in quanto fornite dalle opere di bonifica in aggiunta a quelle connesse alla funzione specifica e imprescindibile sopra richiamata. Come precedentemente riportato, in attuazione dell art. 166 comma 3 del D.Lgs. n. 152/2006, l articolo 37 della L.R. n. 12/2009 stabilisce che gli scarichi nella rete irrigua o di bonifica, ivi compresi gli eventuali sfioratori 1 AA. VV., Guida alla classifica degli immobili per il riparto della contribuenza, Notiziario ANBI Numero speciale. 2 Cfr. Cass. civ. Sez. III, , n G. Galloni. Il rapporto giuridico di bonifica, Milano, Giuffré, 1964, pag Cfr. Cass. civ. Sez. III, , n pag. 18

23 fognari di piena e quelli relativi alle acque termali, comportano in capo al soggetto che li effettua, anche se non associato al consorzio, l obbligo di contribuire alle spese consortili in proporzione al beneficio conseguito, tenuto conto delle caratteristiche dello scarico stesso, dei quantitativi sversanti nonché delle caratteristiche del corpo ricettore. Va sottolineato che gli importi posti in capo ai soggetti che effettuano scarichi nella rete irrigua e di bonifica costituiscono la contribuenza addebitata a fronte dei costi sostenuti dal consorzio per lo smaltimento degli scarichi attraverso la propria rete. Tali importi si configurano come voce specifica in detrazione del piano di riparto e sussistono sia per gli scarichi diretti, ai quali si applica anche il canone di cui alla D.G.R. n. 1997/2004, che per gli scarichi indiretti. Come già illustrato, diverso è, invece, il ruolo assunto dai titolari degli scarichi delle opere ed impianti di fognatura o depurazione per la quota parte dello scolo delle acque meteoriche provenienti dagli immobili urbani serviti da pubblica fognatura; in questo caso i titolari degli scarichi assumono la qualificazione di soggetti passivi in senso giuridico e sono assimilabili a contribuenti di diritto. pag. 19

24 3 IL CONSORZIO DI BONIFICA VERONESE 3.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALI ALTA PIANURA VERONESE BASSA E MEDIA PIANURA VERONESE VALLI GRANDI VERONESI 3.2 AMBITI TERRITORIALI DI RIFERIMENTO 3.3 ASPETTI STORICI LA BONIFICA L IRRIGAZIONE 3.4 ATTIVITA E SERVIZI OPERE IN GESTIONE LE DERIVAZIONI IRRIGUE 3.5 PERIMETRO DI CONTRIBUENZA pag. 20

25 3 IL CONSORZIO DI BONIFICA VERONESE Il Consorzio di Bonifica Veronese, come già ricordato in premessa, è stato costituito dell ambito del Comprensorio di bonifica n. 1 (art. 2 della L.R. 12/2009) e subentra nelle funzioni degli ex consorzi di bonifica preesistenti : 1 CONSORZIO DI BONIFICA ADIGE GARDA 2 CONSORZIO DI BONIFICA AGRO VERONESE TARTATO TIONE 3 CONSORZIO DI BONIFICA VALLI GRANDI E MEDIO VERONESE Consorzio di Bonifica Veronese Fig. 2 : Comprensori di Bonifica del Veneto 3.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE Il comprensorio del Consorzio di Bonifica Veronese si estende su una superficie complessiva di Ha Comprende in parte o per intero i territori di 66 comuni della provincia di Verona oltre a modeste superfici ricadenti nelle province di Mantova (comuni di Monzambano, Volta Mantovana, Roverbella, Casteldario, Villimpenta e Ostiglia) e Rovigo (comuni di Badia Polesine, Giacciano con Baruchella e Castelnuovo Bariano). Tab. 1 : Elenco Comuni suddivisi per Provincia: Cod. ISTAT Comune Sup Totale (ha) Sup nel Consorzio (ha) % PROVINCIA DI VERONA Affi Angiari Bardolino Bovolone Bussolengo pag. 21

26 23016 Buttapietra Caprino Veronese Casaleone Castagnaro Castel d'azzano Castelnuovo del Garda Cavaion Veronese Cerea Concamarise Costermano Dolce' Erbe' Fumane Garda Gazzo Veronese Grezzana Isola della Scala Isola Rizza Lazise Legnago Marano di Valpolicella Mozzecane Negrar Nogara Nogarole Rocca Oppeano Palu' Pastrengo Pescantina Peschiera del Garda Povegliano Veronese Rivoli Veronese Ronco all'adige Roverchiara Salizzole San Giovanni Lupatoto Sanguinetto San Pietro di Morubio San Pietro in Cariano Sant'Ambrogio di Valpolicella San Zeno di Montagna Sommacampagna Sona Sorga' Torri del Benaco Trevenzuolo Valeggio sul Mincio Verona Vigasio Villa Bartolomea Villafranca di Verona Zevio PROVINCIA DI ROVIGO Badia Polesine Giacciano con Baruchella Castel d'ario Monzambano Ostiglia Roverbella PROVINCIA DI MANTOVA Villimpenta Volta Mantovana pag. 22

27 Figura n. 3 Comprensorio Consortile e CONFINI COMUNALI pag. 23

28 Il Comprensorio è suddivisibile in tre grandi ZONE, l alta pianura veronese, il territorio della media bassa pianura veronese e il territorio delle Valli Grandi Veronese. Al loro interno, presentano caratteristiche orografiche, pedologiche e agrarie sostanzialmente omogenee. La linea di demarcazione tra l alta e la media pianura può essere tracciata seguendo la cosiddetta fascia delle risorgive. Mentre le Valli Grandi si trovano a sud della strada regionale n.10 che collega i centri abitati di Nogara, Sanguinetto, Cerea e Legnago. Fig. 4 : Zone altimetriche: Alta Pianura : Media Pianura : Bassa Pianura : da 92 a 44 mslm da 44 a 18 mslm da 18 a 6 mslm L alta pianura veronese in destra del fiume Adige risulta originata da alluvioni con sedimentazioni grossolane, di spessore decrescente da nord a sud, con aspetti pedologici caratterizzati da accentuata permeabilità. I terreni digradano dolcemente da nord ovest a sud est raggiungendo più a sud la linea delle acque risorgive, passando dai 160 ai 30 m.s.m.. Nel complesso lo strato attivo agronomico presenta spessori variabili dai 15 ai cm. Prima che l irrigazione contribuisse a rendere produttivi questi terreni, gli stessi venivano considerati i meno appetibili dell intera provincia, proprio per la loro incapacità di mantenere per un periodo sufficiente il grado di umidità indispensabile alle colture agrarie. Tutta l alta pianura manca di una idrografia propria, capace di dare origine a corsi d acqua di qualche rilievo. La particolare strutturazione del suolo infatti, fortemente permeabile, disperde tutte le acque di pioggia, che vanno in definitiva ad alimentare una falda acquifera alla profondità di m circa dal piano campagna nella parte più alta, per arrivare a 4 m circa in corrispondenza dell unghia della sedimentazione alluvionale, ove affiora in numerose risorgive. pag. 24

29 Fig. 5 : Sezione geologica in corrispondenza della fascia delle risorgive Immediatamente sotto alla fascia delle risorgive inizia il territorio della media e bassa pianura. Esso risulta delimitato a nord est dall Adige, ad ovest dal confine con la provincia di Mantova, a sud e sud est dal Fiume Tartaro Canalbianco. Il territorio si presenta prevalentemente pianeggiante. L intera zona è costituita da terreni di origine alluvionale con sedimentazioni minute. Lo strato attivo presenta sufficiente spessore, mentre il sottosuolo è quasi sempre costituito da un materasso limo argilloso, tendenzialmente impermeabile, la cui profondità varia dai cm ai 2 metri circa. In prossimità dei corsi d acqua e in corrispondenza delle maggiori depressioni si manifestano terreni torbosi. Nelle zone in cui prevalgono terreni sciolti, si presentano fenomeni di siccità mitigati spesso dalla falda freatica abbastanza superficiale e continuamente alimentata dalle risorgive. Ovviamente più importante è qui l aspetto dell allontanamento delle acque per evitare sofferenze in terreni a prevalente natura medio compatta tendente all argillosa, fenomeno questo maggiormente evidente nelle Valli Grandi Veronesi Alta pianura veronese L alta pianura si estende dall apparato gardesano con relative piane intermoreniche, alla val d Adige, fino al terrazzamento alluvionale della Valpolicella. L alta pianura solcata dal fiume Adige vede l alternarsi di terrazzamenti alluvionali antichi e recenti, fino alla linea delle risorgive. La fascia interessata dall alta pianura è di antica formazione, caratterizzata da suoli ghiaiosi e calcarei e da superficie modale e terrazzi recenti del conoide fluvioglaciale dell Adige, mentre l area gardesana si caratterizza per la presenza di cordoni morenici da moderatamente a ben rilevati, costituiti da depositi glaciali, di contatto e fluvioglaciali. L idrografia è caratterizzata, nell area più occidentale, dal Lago di Garda, dal fiume Mincio, emissario del lago e da una fitta rete di corsi d acqua anche a carattere torrentizio. Nella zona centrale si sviluppa il fiume Adige che la attraversa da nord a sud. Le sorgive più settentrionali danno origine ai fiumi Tartaro e Tione. A nord e nell entro terra gardesano l ambito è fortemente caratterizzato dalla presenza di vigneti e uliveti (colture favorite dall influenza climatica del lago) e prati, mentre nelle aree di pianura utilizzate per l agricoltura rivestono notevole importanza le colture seminative, orticole e i frutteti (Pescantina). E da rilevare la presenza del bosco planiziale nel territorio di S. Lucia. Valori naturalistici e ambientali I luoghi che mostrano rilevanza naturalistica ed ecosistemica sono quelli collinari, limitrofi al fiume Adige e ai corsi d acqua minori, oltre alle risorgive e sorgenti. pag. 25

30 Di particolare interesse è il laghetto del Frassino in comune di Peschiera: si tratta di un lago intermorenico con vegetazione idro igrofila distribuita lungo le rive del bacino e costituita soprattutto da fragmiteti e tifeti, importante per lo svernamento e la nidificazione di specie legate agli ambienti umidi. I tratti costieri centromeridionali del lago di Garda sono particolarmente interessanti in quanto rappresentano gli ultimi biotopi costieri che ospitano lembi ancora integri di canneti, saliceti e ontaneti. Infine sono da ricordare la sponda orientale del fiume Mincio, il Bosco di S. Lucia e l ansa del Tione ambiente, questo, tipico dell anfiteatro morenico del Garda, dove il fiume forma un ansa attorno al Monte Cornone e le colture si alternano a boschetti, siepi e piccole zone umide. Tra i Comuni di Costermano, Affi e Cavaion Veronese si rilevano i caratteri tipici dell insediamento di morena, dove i paesaggi della vite, dell olivo e del cipresso costituiscono il fondale per centri abitati articolati e complessi, fortemente integrati alla morfologia ambientale. Per quanto riguarda gli ambienti umidi e di risorgiva si segnalano per il loro valore naturalisticoambientale: i fontanili di Povegliano Veronese, che si distinguono per la presenza di numerose risorgive scavate dall uomo con la successiva formazione di corsi d acqua artificiali, costruiti per agevolare l irrigazione dei campi o delle risaie. Ancora rilevante dal punto di vista naturalistico, nonostante la presenza di infrastrutture importanti (autostrada, strada statale e ferrovia), l ambiente della Valdadige a nord della chiusa di Ceraino Bassa e Media pianura veronese Nella bassa pianura veronese diminuisce il contrasto altimetrico delle strutture morfologiche e i sedimenti grossolani a valle della linea delle risorgive si rarefanno, lasciando spazio ad alluvioni più fini sabbio limose che mostrano a volte marcate variazioni altimetriche. In tale fascia di pianura si susseguono le paleovalli, solcate da fiumi di risorgiva quali il Tione, il Tartaro e il Menago. La loro direzione mostra un generale andamento nordovestsudest. Accanto a tali morfologie principali, si notano tratti di paleoalvei con varia direzione meno incisi o a livello del terreno circostante, relativi a bracci fluviali ancor più antichi della conoide atesina, sospesi sulle vallate principali. Oltre al fiume Adige in situazione di forte pensilità, l area è attraversata da una fittissima rete di fiumi e canali artificiali di sgrondo, che in generale hanno origine dalla fascia delle risorgive a nord, attraversano longitudinalmente l intero territorio e confluiscono nel sistema costituito dal fiume Fissero Tartaro Canalbianco Po di Levante. Territorio agricolo di pianura per eccellenza, esso è stato plasmato dall abbondante quantità di acque, che lo rendevano un tempo acquitrinoso in larghe sue parti e lo hanno reso soggetto a importanti interventi di bonifica e regimazione. Le ampie distese coltivate a seminativi, riso e tabacco costituiscono la copertura del suolo. Le vaste aziende agricole e la conformazione stessa del terreno hanno privilegiato un agricoltura nettamente industrializzata che lascia poco spazio ormai agli elementi naturali (boschi planiziali, siepi, filari, zone umide), anche se recentemente si è assistito a tentativi di rinaturalizzazione di cave (Ronco all Adige) e alla ricostruzione di aree boschive (bosco del Tartaro). Foto 1 : Corte Marogna in Nogara Foto 2 : Palude del Brusà in Cerea pag. 26

31 Valori naturalistici e ambientali Il valore naturalistico ambientale dell ambito è in parte compromesso a causa della notevole semplificazione del paesaggio agrario e dei suoi caratteri ecologici: rilevanti sono comunque le zone umide (Palude del Brusà, Palude della Pellegrina, Palude del Feniletto) e le risorgive per la presenza di vegetazione tipica e fauna che, dopo anni di depauperamento, ora mostra segni di ripresa. I fiumi e i fossi sono in gran parte irregimentati, tuttavia il loro valore paesaggistico è notevole e il loro ruolo rispetto all agricoltura immutato. Il paesaggio agrario e il sistema delle acque caratterizzano l intero territorio, ordinando gli stessi insediamenti urbani. L ambito è fortemente condizionato dai caratteri fisici e dalla sua naturale vocazione agricola, elementi che hanno inciso sugli assetti agrari, vincolato la struttura insediativa e organizzato la rete infrastrutturale. L attuale paesaggio si configurò già nel corso del Cinquecento, con la nascita dell azienda agricola moderna, costituita dal fondo e da una corte rurale, sistema autosufficiente ed altamente funzionale. Iniziò così il sistematico disboscamento dei terreni, la realizzazione di una fittissima rete di canali di sgrondo e l introduzione di nuove tecniche agrarie, quali la rotazione delle colture e la piantata padana. Elemento di primaria importanza fu l introduzione della coltivazione del riso, favorita dalla natura acquitrinosa del terreno, dalla illimitata disponibilità di acqua e dalla presenza di numerosi fiumi adatti a fornire forza motrice per alimentare opifici di vario genere. La risicoltura ha comportato il livellamento dei terreni, la realizzazione delle seriole (i canali di irrigazione ed allontanamento delle acque reflue), la costruzione di numerosi molini per la pilatura del riso (pile). Lo sviluppo economico dell area fu tanto elevato da determinare una rapidissima trasformazione del paesaggio, che alla metà del Seicento poteva dirsi conclusa, avendo raggiunto sostanzialmente la configurazione attuale. Le corti e le ville presenti denotano ancora oggi l importanza storica che hanno avuto nella bassa pianura. Di gran lunga più importanti dei centri urbani, le corti hanno assolto il ruolo di dirigere l economia, controllare lo sviluppo territoriale, segnare le strade e il corso dei fiumi Valli Grandi Veronesi Le Valli Grandi Veronesi si presentano come un insieme unico di grandi spazi aperti coltivati, solcato dal fiume Tartaro Canal Bianco. Dal punto di vista pedologico l area è caratterizzata da una bassa permeabilità, dovuta all elevata presenza di materiali fini, sabbie ed argille. Tali aspetti comportano una naturale difficoltà di drenaggio dei terreni e di deflusso delle acque tali da causare, tuttora, fenomeni di ristagno, aggravati dalle elevate quote idriche mantenute dal Canal Bianco ai fini della navigazione fluviale. Prevalgono in particolare le coltivazioni di cereali, frutteti, tabacco e ortaggi. Le grandi estensioni agricole, ricavate grazie alle opere di bonifica, compongono un paesaggio estremamente disegnato, rigato da un fittissimo reticolo di canali, attraversato da corsi d acqua ed ambiti fluviali di pregio ambientale. Valori naturalistici e ambientali La grandiosa monotonia del paesaggio agrario è interrotta sporadicamente dalla presenza di oasi paludose residuali; ne è esempio quella del Busatello, che rappresenta una delle poche zone umide d acqua dolce rimaste dopo la bonifica delle Valli Grandi Veronesi. Complessivamente essa si estende per circa 96 ettari, a cavallo delle provincie di Verona e Mantova (Comune di Ostiglia). A causa della bonifica dei terreni circostanti e del conseguente compattamento dei sedimenti, la palude si presenta oggi pensile rispetto al piano di campagna; l acqua, prelevata dalle canalizzazioni dei fondi agricoli vicini, vi arriva infatti grazie ad una pompa idraulica. Un altro ambiente di pregio è individuabile nel bosco del Tartaro. Si tratta di un bosco di pianura di recente impianto che si estende lungo il vecchio alveo del Tartaro, a Torretta, in Comune di Legnago. Nell area di intervento sono stati realizzati ambienti naturali come canneti, siepi e prati. Anche il Bussè, nel tratto corrente da Vangadizza fino alla confluenza nel Tartaro Canalbianco, presenta interessanti caratteristiche vegetazionali. L area ha una conformazione stretta ed allungata, caratterizzata dallo scorrere quasi parallelo di 4 corsi d acqua oltre lo stesso Bussè, divisi dalle rispettive arginature: gli scoli Fortezza, Dugalone, Focchiara e Cavetto. pag. 27

32 Per quanto concerne i valori storico culturali, nel panorama delle basse pianure le Valli Grandi Veronesi godono di rilievo particolare. Le prime tracce della presenza dell uomo in quest area risalgono già al II I millennio a.c. e numerosi sono i reperti archeologici ritrovati in tutto il territorio. Interessate fino al XIX secolo da continui allagamenti, esse erano costituite da un vastissimo acquitrino stagnante, originato da fiumi senza alveo fisso e non regolamentati. Le grandi bonifiche ebbero inizio solo nella seconda metà dell Ottocento e finalmente gran parte del territorio cominciò ad essere definitivamente sottratto alle acque. Vennero concluse solo agli inizi del Novecento, e alcune opere idrauliche connesse furono completate solo verso la fine negli anni Sessanta. Il paesaggio attuale, caratterizzato da vaste distese a seminativi, è dunque il risultato delle trasformazioni dovute alle vaste opere di bonifica. Negli ultimi anni sono quasi del tutto scomparse le numerose piantagioni a pioppo e i filari alberati a delimitazione degli appezzamenti. Oggi gli unici elementi verticali sono gli argini dei canali e le rade case coloniche. Tuttavia proprio tale monotonia, continua e vasta a perdita d occhio, conferisce al territorio una sua peculiare valenza paesaggistica. 3.2 AMBITI TERRITORIALI DI RIFERIMENTO Il comprensorio del Consorzio di Bonifica si presta ad essere rappresentato in diversi ambiti territoriali, ciascuno dotato di caratteristiche peculiari. I territori interessati presentano una varietà ed una intensità di caratteri molto differenti, in relazione soprattutto agli aspetti geo morfologici. Allo scopo è stata predisposta la corografia di seguito illustrata. I toponimi così definiti verranno spesso richiamati nel seguito della presente relazione. Sono stati individuati i seguenti ambiti, a partire da nord verso sud: 1. Prealpi Baldo 6. Agro Veronese 2. Anfiteatro morenico del Garda 7. Alto Tartaro 3. Sinistra Adige Lessinia 8. Medio Veronese 4 Alta Pianura Veronese 9 Valli Grandi Veronesi 5. Fascia delle Risorgive 10. Sinistra Bussè Fig. 6 : Ambiti territoriali di riferimento pag. 28

33 3.3 ASPETTI STORICI LA BONIFICA La storia della Bonifica è essenzialmente la storia delle terre della bassa pianura veronese. Consorzio di Bonifica Valli Grandi Veronesi ed Ostigliesi Tale era la denominazione del Consorzio di Bonifica da quando, in data 29 gennaio 1880, con decreto reale, era stato costituito, su una superficie di Ha dopo che, con Regolamento 10 settembre 1854, emanato dal Governo Austriaco, era stata data disposizione per l esecuzione della bonifica e costituito 1 apposito Comitato Esecutivo. I lavori per la bonifica delle Valli Grandi Veronesi ed Ostigliesi furono eseguiti dal 1855 al 1881 e videro la sistemazione degli alvei di Tartaro e Canalbianco Superiore, la esecuzione dell argine sinistro di Tartaro, dal Bastion S. Michele al Canton di Zelo, e l apertura di un nuovo collettore delle acque più depresse, la Fossa Maestra. Le risultati ottenuti non furono, però, quelli auspicati. Non si considerò che i terreni si sarebbero notevolmente abbassati per il prosciugamento, come peraltro avvenne dopo circa 30 anni, alla fine del XIX secolo. In pochi decenni, circa i due terzi dei terreni che dovevano trovare in Fossa Maestra ed in Tartaro il loro naturale deflusso, dovettero ricorrere al sollevamento meccanico con l ausilio di impianti idrovori che, per iniziativa di privati o sub Consorzi, furono installati sempre più numerosi 1. La situazione andò, peraltro, aggravandosi; ai sempre crescenti abbassamenti dei terreni vallivi si accompagnarono: la immissione nel fiume Tartaro delle acque dei terreni dominanti veronesi e mantovani che prima trovavano il loro naturale deflusso in altri collettori; il progressivo sviluppo delle irrigazioni nelle zone della alta e media pianura veronese, che diede origine ad un notevole impinguamento delle acque di falda e quindi delle rispettive reti scolanti. La necessità di assicurare la sicurezza idraulica del fiume Adige, dopo la rotta di Legnago del 1882 e dopo gli eventi minacciosi dello stesso fiume degli anni 1926 e 1928, e del Tartaro Canalbianco, indusse il Governo a nominare, nel 1921, un apposita Commissione Ministeriale con il compito di provvedere allo Studio del bacino tributario di Tartaro Canalbianco. Successivamente, nel 1929, il Magistrato alle Acque propose di comprendere in un unico programna, noto come Piano Miliani, il problema dell Adige con quello del Tartaro Canalbianco, in modo da affrontare e risolvere in modo completo ed organico tutte le questioni idrauliche, irrigue, della bonifica ed anche della navigabilità dei due corsi d acqua precitati. Fig. 7 : Antico Consorzio di Bonifica Valli Grandi Veronesi ed Ostigliesi Fig. 8 : Lapide in ricordo della Bacini a prosciugamento meccanico con indicate le idrovore ora dismesse. avvenuta bonifica Gli impianti di sollevamento, n. 69 complessivamente, sono stati tutti dimessi negli anni settanta, ad eccezione dell impianto Fossel del Morto, in comune di Gazzo Veronese. Ciò in quanto si è potuto beneficiare di recapiti più depressi nella Fossa Maestra e in altri collettori recapitanti in Fissero Tartaro Canalbianco (vedi figura). pag. 29

34 Il relativo progetto fu definito tra il 1934 ed il 1938 ed i lavori, iniziati nel 1939, furono subito interrotti a causa degli eventi bellici costituenti la seconda guerra mondiale. Con opportune modifiche, vennero ripresi nel dopoguerra e, per quanto riguarda gli aspetti idraulici ed irrigui interessati, possono considerarsi conclusi intorno al Contemporaneamente con le iniziative di carattere superiore tendenti alla definitiva sistemazione del più ampio bacino del Tartaro Canalbianco, l Amministrazione Consorziale si adoperò per far includere, fra le opere di bonificazione di I a categoria anche quella del completamento della bonifica delle Valli Grandi (art. 63 del T.U. approvato con decreto 22 marzo 1900 n. 195) e per far assumere al proprio territorio una dimensione che potesse corrispondere alle diverse esigenze di natura idraulica. Il Consorzio richiese infatti, fin dal 1920, l ampliamento della bonifica delle Valli Grandi Veronesi ed Ostigliesi, in modo da comprendere tutto il territorio formato dal bacino del Tartaro Canalbianco. Vinte le numerose opposizioni, si ottenne l iscrizione del comprensorio in esame al n. 50 della tabella annessa al T.U. 30 dicembre 1923 e, con decreto del Ministero dei Lavori Pubblici 25 settembre 1926 n. 1615, il riconoscimento del nuovo perimetro di bonifica delle Valli Grandi Veronesi ed Ostigliesi delimitante una superficie complessiva di Ha , comprendente la bassa pianura e, pressochè interamente, la media e l alta pianura veronese. Riallacciandosi a tale determinazione ministeriale dell anno 1926, il Consorzio delle Valli Grandi Veronesi ed Ostigliesi, nel 1960, richiese l ampliamento del proprio comprensorio per ragioni di sicurezza idraulica e per necessità di riordino territoriale. Il Ministero dell Agricoltura, in riscontro a tale richiesta, dispose la costituzione, con nota 23 gennaio 1962 n. 88, di una Commissione per l esame del problema, in relazione anche alla domanda del Consorzio Alto Tartaro Tione tendente ad ottenere il riconoscimento di bonifica per il proprio comprensorio che, in qualche zona, veniva a sovrapporsi al comprensorio consortile delle Valli Grandi Veronesi ed Ostigliesi. Tale Commissione provvide ad esprimere il proprio parere proponendo una serie di adattamenti di perimetro in relazione alla esigenza prioritaria di consentire a ciascun comprensorio di bonifica l integrale regolazione delle acque attraversanti i diversi territori di competenza. Il voto espresso dalla Commissione venne sottoposto agli Organi locali e centrali dell Agricoltura e dei Lavori Pubblici i quali riaffermarono come i diversi Consorzi operanti nel Veronese (Alto Veronese, Agro Veronese, Alto Tartaro Tione, ecc.) ricadessero in realtà nel più vasto comprensorio di bonifica (ettari ) denominato appunto delle Grandi Valli Veronesi ed Ostigliesi ed inserito, come già detto, al n. 50 della tabella allegata al T.U. 30 dicembre Venne così riconosciuta la sostanziale validità della richiesta del Consorzio e sottolineato come fosse da ritenersi indispensabile, per la regolazione delle acque superficiali, che l intero territorio sovrastante le zone vallive entrasse a far parte del perimetro consortile e ciò non soltanto per le considerazioni inerenti alla pur prioritaria esigenza del buon regime idraulico, ma anche al fine di condurre su tutto il territorio il benefico apporto dell azione della bonifica nelle sue varie componenti. Per le suesposte motivazioni la Commissione concluse il proprio rapporto suggerendo la aggregazione anche mediante procedimento d ufficio al Consorzio delle Valli Grandi Veronesi ed Ostigliesi del territorio sovrastante, già classificato di bonifica e non Consorziato, trasferendo peraltro circa ettari del comprensorio vallivo nella competenza del Consorzio di Bonifica della Fossa di Pozzolo, nel cui perimetro il predetto territorio scola le proprie acque di superficie. Tali determinazioni hanno trovato parziale riscontro nel già citato D.P.R e successiva conferma nel più recente provvedimento Regionale n. 1228/1978. pag. 30

35 3.3.2 L IRRIGAZIONE Le prime opere L irrigazione strutturata si è affermata nel secolo scorso grazie alla costruzione di una vasta rete di canali e condotte ad opera di numerosi soggetti pubblici e privati, gradualmente riunitisi a costituire l attuale Consorzio di Bonifica Veronese. Nei secoli precedenti l agricoltura nell alta pianura veronese era limitata alle zone prossime ai pochi corsi d acqua presenti: l Adige, il Mincio, il Tione dei Monti, il Tartaro, la Bisavola, i Dugali, ed a quelle, nella zona morenica, costituite da suoli meno permeabili e provvisti di falde poco profonde. Tra le opere di maggiore ingegno volte a redimere le terre più aride vanno annoverati i mulini lungo le rive del fiume Adige, soprattutto tra Pescantina, Pol e Ponton. Le prime ruote rudimentali mosse da forza idraulica comparvero nel XVI secolo, via via ampliandosi e perfezionandosi in impianti con una, due, tre o quattro ruote idrovore di proprietà delle famiglie facoltose della zona. Agli inizi del secolo scorso si contavano ben 87 ruote attive per uso irriguo lungo il fiume Adige da Belluno Veronese a Verona. Il destino di questi manufatti, di cui rimane ancora qualche vestigia nei pressi di S.Lucia di Pescantina, fu segnato con l apertura del Canale Biffis che determinò il drastico abbassamento della vena fluviale, rendendo non più utilizzabili le ruote e costringendo le proprietà a consorziarsi per dotarsi di irrigazione meccanizzata. Tra i Consorzi di antica costituzione vanno annoverati il Consorzio Alto Tartaro con funzioni di bonifica i draulica ed irrigazione, i Consorzi irrigui di Prabiano a Villafranca, Prevaldesca a Valeggio sul Mincio e, in tutt altro contesto, il Consorzio delle Acque Investite di Caprino Veronese, che sfruttò numerose sorgenti lungo il versante meridionale del Monte Baldo, canalizzandole e distribuendole a varie utenze irrigue ed industriali fino ad Affi. Per quanto riguarda la media pianura, le prime investiture d acqua risalgono al XVII secolo durante la Repubblica Veneta, con la costruzione in fregio al fiume Adige delle cosiddette Bocche di Sorio (Comune di S.Giovanni Lupatoto) da cui traevano origine le fosse denominate Contarina, Bongiovanna e Sagramosa con una portata complessiva di 8 m³/s a servizio di una superficie complessiva di circa ettari. La gestione rimase affidata alla Federazione dei Consorzi di irrigazione delle Bocche di Sorio fino al 1968, anno in cui subentrò il Consorzio Valli Grandi. I grandi progressi dell ingegneria civile e meccanica a partire dalla metà del XIX secolo fornirono l impulso determinante alla costruzione di grandi opere irrigue. Tra esse, il Canale dell Agro Veronese e il Canale Biffis rappresentano ancora oggi quelle di maggiore importanza, avendo permesso il diffondersi dell irrigazione organizzata nei territori dell alta pianura veronese, per essa intendendo la cerchia collinare morenica attorno al Lago di Garda delimitata ad ovest dal fiume Mincio e a nord dalla catena del Monte Baldo, nonché l ampia pianura alluvionale ai piedi della Val d Adige e della Lessinia sino alla cosiddetta linea delle risorgive che idealmente congiunge Buttapietra, Villafranca e Mozzecane. Il Canale dell Agro Veronese I primi tentativi di irrigare con le acque del fiume Adige le aride pianure attorno alla città di Verona risalgono al medioevo, ma fino alla metà del secolo XIX ogni progetto venne frustrato da insormontabili difficoltà di attuazione. L editto di Napoleone I del 1806 con il quale venne concesso ai proprietari della campagna veronese il diritto di prelevare gratuitamente le acque del fiume Adige per uso irriguo, diede vita ad una nuova serie di progetti, tra i quali si affermò quello dell ing. Storari che proponeva di prelevare l acqua a Gaium. Nel 1879 si costituiva il Consorzio di irrigazione dell Alto Agro Veronese, che approvò il progetto Storari rivisto dall ing. Peretti e provvide alla sua immediata esecuzione. Quasi subito però si presentò il problema dell insabbiamento delle bocche di presa dopo ogni piena, onde fu ritenuto necessario il loro spostamento a monte, nel maestoso manufatto incastonato nella roccia della chiusa di Ceraino in loc. Sciorne inaugurato nel La dotazione del canale, pari a 14,5 m³/s fino al 1915, venne successivamente portata a 26,5 m³/s grazie all aumento di 6 m³/s della derivazione dal fiume Adige ed altri 6 m³/s con pag. 31

36 l apertura di una presa dal canale industriale Camuzzoni a Verona, denominata Presa Colleoni. Nel 1954 venne accordato un ulteriore aumento a 33,5 m³/s della portata complessivamente derivata, di cui 24 m³/s con prelievo a Sciorne e 10 m³/s dalla Presa Colleoni. Il Canale Biffis e l alto Veronese Negli anni 20 dello scorso secolo si concretizzò l iniziativa di utilizzare le acque del fiume Adige per irrigare i terreni oltre la quota del Canale Agro Veronese e per la produzione di energia elettrica. Anche qui l apporto decisivo fu dato dal mondo agricolo: nel 1929 si costituì il Consorzio Utilizzazione Acque Medio Adige (C.U.A.M.A.) che raggruppava quattro consorzi irrigui: Consorzio Irriguo Sinistra Adige, Consorzio S.Massimo Bussolengo, Consorzio Bussolengo Alto Castelnuovo, Consorzio Alto Valeggio. Parallelamente si costituì la Società Generale Acque Medio Adige (S.G.A.M.A.) per lo sfruttamento industriale della forza motrice. Non senza l apporto di accesi dibattiti e memorie scritte venne infine scelto il progetto dell ing. Federico Biffis, alla cui memoria il canale è intitolato, in concorrenza al progetto degli ingg. Milani e Galtarossa, cui il mondo agricolo era fieramente avverso. Sopraggiunte difficoltà di varia natura indussero gli agricoltori a cedere la gestione idroelettrica ad una società appositamente costituita, la S.I.M.A. (Società Idroelettrica Medio Adige) di proprietà delle grandi società elettriche dell epoca. Con Decreto Interministeriale n.2100/1938 vennero formalizzati gli obblighi della neocostituita S.I.M.A. a favore dei Consorzi irrigui in termini di opere da realizzare, portate da garantire ed energia elettrica da fornire a prezzo ridotto. L opera venne costruita tra il 1939 ed il 1944 anche con l impiego di prigionieri di guerra angloamericani, all uopo confinati a Pol di Bussolengo. Il manufatto di presa in sponda destra del fiume Adige è ubicato in frazione Pilcante di Ala (TN) con quota di ritenuta a 137,50 m s.m. Il canale derivatore, a sezione per lo più trapezoidale con paramento in calcestruzzo ha una portata massima di 132 m³/s ed una lunghezza complessiva di m dei quali tra lo sbarramento di Ala e la centrale di Bussolengo (1 salto) e m tra questa e la centrale di Chievo (2 salto) dove le acque vengono restituite al fiume Adige. La portata media utilizzata per produrre energia è di 109 m³/s con produzione di circa 450 milioni di KWh all anno. Il canale è stato profondamente ristrutturato nel 2005 in seguito al cedimento arginale, fortunatamente senza vittime, verificatosi a Brentino (VR) nel Febbraio L entrata in funzione del Canale Biffis, grazie alla quota notevolmente più alta del Canale dell Agro Veronese, diede avvio negli anni 50 a nuovi progetti di espansione irrigua, il cui punto di partenza fu l ampliamento dell adduttore denominato Canale Principale. Costruito negli anni 20 dal Consorzio S.Massimo Bussolengo come derivatore del Canale dell Agro Veronese per irrigare mediante sollevamento meccanico le campagne tra Bussolengo e Sona, questo canale venne prolungato sino a Valeggio sul Mincio per una lunghezza di oltre 16 km ed una portata di 15,5 m³/s. Le basi per la capillarizzazione del servizio irriguo erano gettate: nei decenni seguenti fino alla metà degli anni 70 vennero realizzati in derivazione dal Canale Principale numerosi altri adduttori secondari e terziari e, per le zone sopra quota, numerosi impianti di irrigazione in pressione (Palazzolo, Spolverina, Casazze, Custoza, Monte Vento, Valeggio). Direttamente con presa dal Canale Biffis vennero altresì realizzati gli impianti di Campara, a scorrimento con sollevamento, Affi, Campagna di Rivoli e Costermano in pressione, con prevalenze assai notevoli da 140 a 165 m per poter servire il vasto altipiano tra Affi e Caprino Veronese. L irrigazione in Valpolicella, sviluppatasi grazie alla costruzione di una condotta che dal canale Biffis sottopassa il fiume Adige e risale presso la centrale di Ponton, venne radicalmente modernizzata negli anni 60, grazie al progetto dell ing. Faccioli con cui l energia potenziale di una parte dell acqua derivata dal canale Biffis venne convertita mediante turbina Francis accoppiata ad una pompa ed un alternatore in energia meccanica ed elettrica, pag. 32

37 atte a muovere rispettivamente una pompa per il sollevamento irriguo in sinistra (impianto di Montindon) ed una in destra Adige (impianto di Campara). Anche la riviera gardesana, dove l economia in epoca antecedente al turismo di massa era legata alla pesca ed all agricoltura, fu interessata da progetti di irrigazione ad opera degli allora attivi consorzi irrigui (anch essi assorbiti nell Adige Garda). L entroterra di Bardolino e Garda fu servito da due impianti di pompaggio con prese a lago, impianti che grazie alla purezza delle acque lacustri hanno funzionato perfettamente per un cinquantennio sino al 2008, sostituiti come molti altri da macchine idrauliche più efficienti e gestite dall elettronica. L irrigazione nel Medio e Basso veronese Negli anni 30 dello scorso secolo, per motivi di sicurezza idraulica il Genio Civile di Verona invitò la Federazione degli utenti delle Bocche di Sorio a spostare le tre derivazioni in una sola opera di presa in fregio al Canale Milani, a valle dello scarico della centrale ENEL e poco a monte della confluenza in Adige. Gli ingegneri Rizzardi e Codognola diedero corpo al progetto dell opera, che venne iniziata nel 1937 ma subito interrotta a causa delle vicissitudini belliche. Contemporaneamente, il Genio Civile elaborò un piano di estensione irrigua verso Sud, arrivando in gronda alle Valli Grandi Veronesi per una superficie complessiva di ettari con portata di 35 m³/s. Gli studi eseguiti nei decenni successivi e la mutata sensibilità riguardo all ambiente fluviale portarono al ridimensionamento di tale piano irriguo, finché nel 1979 il Magistrato alle Acque accordò al Consorzio di Bonifica Valli Grandi, nel frattempo subentrato alla precedente Federazione, una concessione di 12 m³/s comprensivi degli 8 m³/s di antico uso. In relazione a tale nuova investitura il Consorzio predispose il progetto esecutivo della nuova opera di derivazione e di una nuova rete di canali costituita da un collettore principale denominato Canale Maestro, ed alcuni diramatori che in parte sostituivano la rete irrigua preesistente. L opera di derivazione ed il Canale Maestro vennero ultimati nel 1985 mentre sono ancora in fase di estensione ed ammodernamento i canali diramatori. In località Tre Ponti di Zevio il Canale Maestro si dirama nel condotto Zeviano (da completare), nel canale Bongiovanna e nella fossa Sagramosa. Le zone più alte sono invece irrigate mediante la presa Contarina ricavata a monte della centrale ENEL, con portata di 1,1 m³/s compresa nei 12 m³/s concessi. Per la rete secondaria, essendo il comprensorio da irrigare percorso da una fitta rete di colatori, invece di adottare il tradizionale criterio di una rigorosa distinzione tra rete irrigua e di scolo si è scelto l'uso promiscuo dei canali esistenti che, nei periodi siccitosi, vengono alimentati con la nuova acqua derivata. Il prelievo dai vari colatori avviene per sollevamento e distribuzione alle campagne per pluvirrigazione, usufruendo in linea generale delle attrezzature singole delle varie aziende beneficiarie. L'irrigazione a scorrimento è stata mantenuta in alcune zone alte del territorio di antica irrigazione. La zona attualmente servita dalla derivazione di Sorio ha una superficie complessiva di ettari. 3.4 ATTIVITA E SERVIZI Il consorzio di bonifica provvede allo smaltimento delle acque e alla loro distribuzione per l irrigazione. Per tale scopo si avvale di un insieme di strutture 1 distribuite capillarmente sul territorio atte a convogliare opportunamente le acque secondo le necessità. Provvedono inoltre, con affidamenti in concessione dalla Regione o dallo Stato, alla progettazione e alla esecuzione di opere pubbliche interessanti il comprensorio di competenza. 1 Si precisa che, ai fini della classifica, vengono considerati solo i canali principali e secondari, in quanto solo essi sono di competenza del Consorzio; l Ente può intervenire anche su canalizzazioni non consortili, ma in questo caso con rifusione delle spese a carico dei privati (R.D. 215/33 art. 41). pag. 33

38 Per quanto attiene i temi ambientali, il D.Lgs 152/1999 sulla tutela delle acque dall inquinamento dispone all art. 3 che i Consorzi di bonifica anche attraverso appositi accordi di programma con le competenti autorità, concorrono alla realizzazione di azioni di salvaguardia ambientale e di risanamento delle acque, anche al fine della loro utilizzazione irrigua, della rinaturalizzazione dei corsi d acqua e della fitodepurazione. Le Regioni possono altresì stipulare con i Consorzi di Bonifica accordi di programma per la conoscenza e la verifica dello stato qualitativo e quantitativo delle acque superficiali e sotterranee all interno di ciascun bacino idrografico. L art. 21 della LR 12/2009, affida ai Consorzi il compito di promuovere la realizzazione di corridoi ecologici legati alla rete idraulica superficiale, come individuati e disciplinati dal piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP) e di partecipare alla redazione dei piani di gestione della rete ecologica dei siti di interesse comunitario Natura 2000, adeguando ai medesimi le modalità di attuazione della manutenzione, gestione ed esercizio delle opere idrauliche di competenza. Inoltre i consorzi di bonifica possono esercitare la funzione di coordinamento dei propri consorziati per lo sviluppo e la realizzazione di iniziative agroambientali in grado di incidere sul regime idraulico e sugli aspetti qualitativi delle acque defluenti nella rete di bonifica OPERE IN GESTIONE La parte più settentrionale del comprensorio risulta tributaria in parte del torrente Tione dei Monti, che confluisce in Tartaro all altezza di Povegliano, in parte del Lago di Garda e in parte del fiume Adige. La parte più meridionale risulta divisa in due settori dal Canale Raccoglitore Principale che scorre tra Valeggio sul Mincio, Povegliano Veronese e S. Giovanni Lupatoto; nella zona superiore, le acque vengono intercettate dallo stesso canale, mentre quella inferiore scola in Canalbianco a mezzo dei suoi collettori principali: il Tartaro, il Tione e la Frescà, affluenti del primo, il Tregnon, il Menago, il Bussè e la Fossa Maestra. La rete idraulica principale 1 nella bassa pianura è costituita da collettori di acque alte e medie, correnti da Nord a Sud, e dal collettore primario delle acque basse (Fossa Maestra), l unico corrente da Ovest ad Est. La rete per lo scolo, gestita dal Consorzio di bonifica, nel comprensorio di competenza, interessa ben 665 collettori dell estesa complessiva di Km. e costituisce il sistema scolante di riferimento, ai fini del riparto delle spese. Tale rete trova evidenza nell all. 2 RETE IDRAULICA IN GESTIONE Scolo ed Irrigazione. La rete di scolo risulta composta da: - rete primaria : n. 12 corsi d acqua 314 km - rete secondaria : n. 156 corsi d acqua 715 km - rete terziaria : n. 497 corsi d acqua km La rete irrigua si distingue in: km - canalette per irrigazione a scorrimento : km - rete irrigua in pressione : 834 km - rete irrigua in terra : 376 km km 1 Le canalizzazioni consortili sono suddivisibili in classi, in relazione alla loro importanza e funzionalità: - principali: costituiscono l asta principale del bacino di bonifica consortile e ricevono l acqua da più collettori; - secondari: svolgono una notevole funzione scolante; - terziari: canali di scolo di competenza privata di afflusso a canali secondari o principali di interesse di un certo numero di utenti; - minori: canali sui quali il Consorzio di norma interviene solo per motivi di carattere straordinario. pag. 34

39 Tab. 2 : Rete pluvirrigua, dati caratteristici Tab.3 : Rete irrigua a scorrimento, dati caratteristici: Per il mantenimento dell equilibrio idraulico del territorio di competenza, il Consorzio deve provvedere al puntuale svolgimento dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere in gestione, che comporta pag. 35

40 una costante attività per il loro adeguamento e ammodernamento, i cui interventi sono raggruppabili nelle seguente principali categorie: espurghi e conservazione delle sezioni di deflusso, diserbi ed esercizio manufatti. L'attività di espurgo canali consente l'eliminazione degli interrimenti provocati dalle torbide, dai depositi organico melmosi di erbe e foglie, dalle erosioni e dallo smottamento delle sponde. La periodicità di questi interventi dipende dal tipo di canale (di irrigazione o di scolo, rivestito e non rivestito) e soprattutto dalla maggiore o minore quantità del deposito che le acque scolanti o derivate effettuano nei vari collettori. I turni più ravvicinati interessano i canali ad uso promiscuo. Alcuni di questi (in particolare quelli di classe più piccola), presentando sezioni strettamente rispondenti alla necessità della dispensa, vengono espurgati ogni anno. Per i canali più grandi l intervento viene fatto ogni due o tre anni. Per i canali di scolo la periodicità degli espurghi è generalmente maggiore e non sono pochi quelli sui quali si interviene ogni dieci, quindici e anche venti anni. L'intervallo è maggiore per i canali di più grande sezione e per quelli le cui acque, anche nei periodi di maggiore portata, depongono minori quantità di materie. I canali in terra abbisognano, in molti casi, anche di una regolarizzazione delle loro sezioni che, di solito, viene effettuata in occasione degli espurghi, ma a periodi meno frequenti. L'espurgo dei canali viene fatto per la quasi totalità con escavatori. In alcuni casi, nei canali minori irrigui, dove è impossibile operare con tali mezzi operativi, si effettua ancora il lavoro di espurgo manuale. I diserbi interessano i canali in terra non rivestiti. In ciascun canale il diserbo viene ripetuto più volte ogni anno. La durata degli intervalli, più o meno brevi, dipende dal tipo, dal regime e dalla funzione del canale. Dipende anche dalla natura del terreno in cui questo è scavato, dalla qualità dell'acqua che vi scorre e dal clima. Determinante dell'intervento è la necessità di ripristinare nel canale, infestato dalla vegetazione, la capacità di far defluire la portata che gli compete e, se si tratta di canale di scolo, è opportuno non far mai trovare l'alveo in condizioni di non poter ricevere eventuali improvvise portate di piena. Le operazioni di diserbo sono, pressochè per intero, meccanizzate essendo molto contenuti e comunque limitati, in zone ben definite, gli interventi manuali 1. Come mezzi meccanici vengono impiegati escavatori con benna falciante, trattori con barre falcianti e/o rotofalce e motobarche. Di particolare rilievo è l'impiego di speciali falciatrici meccaniche su natanti che consentono di liberare, velocemente e a costi inferiori, rispetto agli altri tipi di intervento, gli alvei dei canali dalle erbe infestanti. Nella gestione dei vari canali il Consorzio provvede anche alla manutenzione di diversi manufatti idraulici. Le opere per lo scolo delle acque infatti debbono rispondere a funzioni ed esigenze molto diverse per cui i manufatti necessari sono molteplici e con caratteristiche differenti. In relazione alla loro funzione essi sono raggruppati nelle seguenti categorie di opere: opere di sollevamento, per lo scolo delle acque (impianti idrovori) o per l attingimento irriguo; opere di attraversamento (ponti, passerelle, ponti canale, botti sifone, tombinature) relative alle strutture viarie o alle condotte d acqua; opere di adduzione e di distribuzione (manufatti di derivazione e di consegna); 1 Gli interventi manuali si rendono necessari quando l intervento meccanico è impedito, per la presenza di alberature, piante di vario genere o di fabbricati lungo le sponde. Ciò comporta oneri notevolmente superiori. E auspicabile che lungo i corsi venga istituita una fascia di rispetto, da mantenersi libera per consentire l accesso per attuare le manutenzioni o gli interventi necessari. pag. 36

41 opere di regolazione, partizione e misura, aventi la funzione di regolare i deflussi, sia per quanto attiene alle portate (chiaviche, partitori), sia per quanto attiene all energia (salti di fondo, scivoli), o di consentirne la misura (misuratori, modulatori); opere di difesa dall erosione o dall infiltrazione, necessarie per il presidio di sponde, di argini e di eventuali manufatti. Circa la gestione della rete idraulica per lo scolo devesi far rilevare che, per le sue caratteristiche di alimentazione, da fonti interne e/o esterne, e di utilizzazione, essa ha una consistente funzione mista, intendendo come tale la duplice funzione di scolo e quella connessa con l irrigazione. La funzione di adduzione dell acqua per utilizzi irrigui viene infatti svolta sia da collettori esclusivamente irrigui sia e sempre più spesso da collettori realizzati con la preminente funzione di allontanare le acque meteoriche in eccesso. Tali collettori svolgono in questo modo anche la funzione di vivificazione ambientale, grazie alla presenza dell acqua nei canali, che sono distribuiti capillarmente nel territorio LE DERIVAZIONI IRRIGUE Per l irrigazione vengono utilizzate prevalentemente le acque dell Adige, i cui profili idrici, dominanti rispetto i piani di campagna, consentono la derivazione a gravità. Soltanto nel basso corso dell Adige, per effetto del progressivo abbassamento del profilo di magra del fiume, si sono verificate negli ultimi decenni difficoltà di prelievo per cui è stato necessario provvedere all installazione di idonei impianti di sollevamento. Nella zona dell Alta Pianura alcune derivazioni non avvengono prelevando l acqua dal fiume Adige, ma attingendo da canali industriali ad uso idroelettrico, che a loro volta derivano dall Adige in punti posti molto più a monte. Alcune zone poste a quote più elevate vengono servite da impianti irrigui con sollevamento. Le derivazioni irrigue sono complessivamente pari a 67 mc/sec., così ripartite tra gli ex Consorzi elementari: ex Adige Garda m³/s. 21,0 ex Agro Veronese Tartaro Tione m³/s 34,0 ex Valli Grandi e Medio Veronese m³/s 12,0 Vi sono poi altre derivazioni minori dirette dall'adige per circa 1,15 m³/s, realizzate mediante elettropompe installate su zattere galleggianti. Foto 4 : Zattere con alloggiate pompe in fiume Adige pag. 37

42 Figura n. 9 Schema funzionale del sistema irriguo e scolante del comprensorio di bonifica Sono indicate le DERIVAZIONI e le relative portate assentite pag. 38

43 3.5 PERIMETRO DI CONTRIBUENZA Il comma 2 dell art. 35 della legge regionale 12/2009, prescrive che Perimetro di Contribuenza venga definito in sede di stesura del Piano di Classifica: Il piano di classifica [...] definisce, con cartografia allegata, il perimetro di contribuenza, con l individuazione degli immobili soggetti al pagamento dei contributi consortili in ragione dei benefici conseguenti all azione della bonifica. Il medesimo comma così prosegue il perimetro di contribuenza individua altresì le aree che non traggono beneficio dalla bonifica, da escludere dalla contribuenza. La norma prevede che siano assoggettabili al contributo di bonifica (di scolo e/o irriguo) tutti i beni immobili (agricoli e/o extragricoli) ricompresi in un determinato perimetro che traggono beneficio dall attività del consorzio, inclusi quelli del pubblico demanio e quelli che adempiono a funzioni di servizio pubblico (strade, edifici di pubblica utilità, ecc.). In relazione all attività del consorzio afferente la gestione idraulica della rete scolante, con specifico riferimento alla consistenza e alla funzionalità di tale rete, si è, pertanto, provveduto alla individuazione degli immobili beneficiari di tale attività, soggetti a contribuzione, delimitandoli entro il cosiddetto perimetro di contribuenza. Entro tale perimetro sono stati inclusi i terreni del comprensorio consortile che hanno una diretta e completa dipendenza, ai fini dello scolo delle pluviali, con la rete di bonifica consorziale. Sono stati inclusi anche tutti i centri urbani ricadenti nel comprensorio in quanto serviti, per lo scolo delle acque, dalle reti idrauliche mantenute e gestite dal Consorzio. Il suddetto perimetro di contribuenza è evidenziato nella corografia sc. 1: di cui all all. n. 3a PE RIMETRO DI CONTRIBUENZA Beneficio di Bonifica. In merito a quanto sopra, si sottolinea il fatto, che esistono dei terreni esterni a detto perimetro che beneficiano direttamente dell attività e dei servizi di bonifica idraulica del consorzio di bonifica Veronese. Trattasi di 350 ettari, ricadenti nel comprensorio del Consorzio di Bonifica Fossa di Pozzolo, con sede a Mantova. Non potendo estendere il perimetro di contribuenza al di fuori del comprensorio si è proceduto alla stipula di una specifica convenzione con il consorzio di bonifica Fossa di Pozzolo. Per quanto attiene l attività di irrigazione, la stessa si svolge con modalità molto diversificate in relazione alle caratteristiche pedo morfologiche dei diversi ambiti del comprensorio. Detto servizio viene attuato mediante reti in pressione e canali ad esclusivo uso irriguo ovvero, in mancanza di questi, mediante canali di scolo promiscui, opportunamente adattati al servizio di irrigazione tramite la costruzione di appositi manufatti idraulici (sostegni d acqua, chiaviche, sifoni, ecc.). I terreni serviti, in relazione ai vari punti di alimentazione, alle caratteristiche di distribuzione dell acqua e alle diverse modalità irrigue, costituiscono dei bacini distinti, individuati come U.T.O. irrigue con specifici riparti delle spese afferenti ciascuna area. Per completezza è stata definita una apposita cartografia per la rappresentazione del perimetro di contribuenza dell attività irrigua (vedi corografia sc. 1: di cui all all. n. 3b PERIME TRO DI CONTRIBUENZA Beneficio Irriguo). pag. 39

44 4 LA CONTRIBUENZA DEI CONSORZI DI BONIFICA 4.1 BENEFICI SOGGETTI A CONTRIBUENZA 4.2 REDAZIONE DEL PIANO DI CLASSIFICA PROCEDURA DI RIFERIMENTO pag. 40

45 4 LA CONTRIBUENZA DEI CONSORZI DI BONIFICA 4.1 BENEFICI SOGGETTI A CONTRIBUENZA Il Consorzio di bonifica deve far fronte, annualmente, alle spese conseguenti l effettivo onere da sostenere per lo svolgimento dell attività di bonifica, definito dalle risultanze della contabilità ovvero dalle previsioni di bilancio. Tali spese riguardano: l esercizio, la manutenzione e la vigilanza delle opere pubbliche di bonifica e di quelle irrigue; il funzionamento dell ente Consorzio, per il raggiungimento dei suoi fini istituzionali; l esecuzione delle opere di bonifica (di scolo e irrigue), quando non siano a totale carico dello Stato o della Regione. Le spese devono essere poste a carico dei proprietari (art. 59 del R.D. 215/1933) degli immobili situati entro il perimetro di contribuenza (art. 860 c.c. e art. 10 del R.D. 215/1933, art. 36 LR 12/2009) in ragione del beneficio che traggono dall attività di bonifica. Con riferimento alla normativa vigente tre sono le categorie di beneficio per le quali il Consorzio può esercitare il proprio potere impositivo: il beneficio di bonifica idraulica, cioè quello derivante agli immobili del comprensorio, in termini di concreto vantaggio di carattere fondiario, come diretta conseguenza della esecuzione, esercizio e manutenzione delle opere di bonifica; il beneficio irriguo, per quelli immobili che hanno vantaggi conseguenti l esercizio, la manutenzione e l esecuzione di opere irrigue; il beneficio relativo agli scarichi (vedasi cap. 7), per quei soggetti non associati al Consorzio che utilizzano le reti in gestione come recapito di scarichi anche se depurati (art. 166, L. 156/2006, art. 37 L.R 12/2009). Il Consorzio ha quindi il potere di imporre contributi 1 alle proprietà consorziate per far fronte al concreto esercizio dei propri compiti. Le norme fondamentali riguardanti il potere impositivo dei Consorzi e le direttive per la sua attuazione sono ricomprese nei provvedimenti legislativi e negli atti di seguito elencati (vedasi anche bibliografia): Regio Decreto 13 febbraio 1933, n 215 Testo Unico sulla Bonifica Integrale (Legge Serpieri). Codice Civile Sezione III Della Bonifica Integrale. D.P.R. 23 giugno 1962, n 947 Norme sui Consorzi di Bonifica, in attuazione della delega prevista dall articolo 31 della Legge 2 giugno 1961, n 454. Legge Regionale Veneto 8 maggio 2009, n 12 Nuove Norme per la Bonifica e la tutela del Territorio. 1 I contributi consortili sono stati assimilati alle entrate tributarie, sia dalla dottrina che dalla giurisprudenza. pag. 41

46 Tale potere si esercita sulla base di un Piano di Classifica, il quale deve: individuare le tipologie di benefici derivanti dalle opere di bonifica; stabilire i parametri per la quantificazione dei benefici; determinare l indice di beneficio di ciascun immobile che riceve un vantaggio dalle opere di bonifica. Detti parametri sono rappresentati da indici tecnici ed economici, i quali esprimono le caratteristiche dei bacini e dei sottobacini del comprensorio (Unità Territoriali Omogenee), nonché dei beni immobili in essi ricadenti. La valutazione del beneficio deve considerare le spese dirette ed indirette sostenute dal Consorzio per ciascuna area territorialmente omogenea e gli aspetti fisici ed economici che caratterizzano ciascun immobile. I criteri definiti nella precitata D.G.R. n. 79/2011 per la predisposizione dei piani di classifica, precisano, inoltre, i seguenti elementi di rilievo: I singoli Consorzi, nell ambito del proprio comprensorio di bonifica, delimitano il perimetro di contribuenza, la cui cartografia deve essere allegata al Piano di Classifica.. I Consorzi provvedono al censimento degli scarichi nei canali consortili, nonché all individuazione del contributo in ragione del beneficio ottenuto. Gli importi introitati costituiscono voce specifica in detrazione del piano di riparto di cui all articolo 38 della LR 12/2009 In sintesi, ai fini della legittimazione del potere impositivo del Consorzio, devono ricorrere due presupposti fondamentali: la qualità di proprietario di immobili, siti nel comprensorio (soggetto obbligato del contributo 1 ), e la configurabilità di un beneficio ai beni medesimi, come conseguenza dell attività di bonifica. Sotto quest ultimo aspetto è pertanto necessaria l esistenza di un vantaggio, anche solo potenziale, di tipo fondiario (cioè direttamente incidente sull immobile), in derivazione causale con l opera di bonifica. Pertanto, volendo qualificare il beneficio 2 esso deve essere: specifico, ossia effettivamente conseguito dagli immobili gravati dalla contribuenza diretto, cioè ricollegabile alla funzione propria e primaria dell opera di bonifica. 4.2 REDAZIONE DEL PIANO DI CLASSIFICA Procedura di riferimento Per la bonifica idraulica e per l attività irrigua, si devono individuare all interno del perimetro di contribuenza i diversi bacini, intesi come unità territoriali omogenee dal punto di vista idraulico gestionale (in seguito U.T.O.) e definire le spese per ciascuno di essi (sia quelle di diretta imputazione che quelle di imputazione indiretta). Le spese di imputazione indiretta, una volta quantificate, vanno attribuite ad ogni singolo bacino secondo criteri di proporzionalità ed equità e sommate a quelle dirette. Da tale somma complessiva vanno detratte le spese relative alle entrate non contributive (scarichi, contributi regionali, concessioni, ecc.). 1 Per quanto riguarda la definizione dei soggetti obbligati di cui all articolo 166, della Legge Statale 156/2006, risultano opportune alcune precisazioni sugli elementi sostanziali che giustificano la distinzione fra le attività di esecuzione, esercizio e manutenzione delle opere di bonifica e quelle di raccolta e smaltimento delle acque di scarico (v. cap. 6) In tal senso il soggetto obbligato al contributo lo è non in quanto proprietario di un immobile, ma in quanto titolare di un attività che comporta lo scarico di acque, ed il beneficio da lui avuto dalle opere di bonifica risulta in termini di servizio reso. 2 Sentenza della Corte di Cassazione, sezioni unite civili, del 23 maggio 1996, n /96. pag. 42

47 L attribuzione ad ogni immobile della quota parte di contribuenza va fatta in base al beneficio che lo stesso ritrae dalla presenza delle opere di bonifica e dalla loro costante manutenzione ed esercizio. Detta attribuzione va effettuata previa definizione dell indice di beneficio di ogni singolo immobile beneficiario dell attività di bonifica e di irrigazione. Per la definizione di tale indice vengono utilizzati i seguenti indici elementari: Bonifica idraulica: indici tecnici: indice di comportamento idraulico; indice di soggiacenza; indice di efficacia; indice economico: - per gli immobili agricoli: funzione del Reddito Dominicale - per gli immobili urbani: funzione della Rendita Catastale Attività Irrigua: indici tecnici: indice di dotazione irrigua indice di fabbisogno irriguo indice di efficacia del servizio irriguo; indice economico: - per gli immobili agricoli: funzione del Reddito Dominicale Il prodotto tra gli indici tecnici e quello economico fornisce, per unità di superficie, l indice corrispondente al diverso beneficio che gli immobili ricadenti nel comprensorio ottengono dal1 attività consortile e verrà quindi utilizzato per il calcolo della contribuenza a carico di ciascun singolo immobile. Tra le informazioni di base utilizzate per l analisi e la determinazione degli indici tecnici, si segnala la Carta della Copertura del Suolo del Veneto Edizione 2009 in formato digitale. La stessa è stata redatta con elevata accuratezza geometrica e tematica; composta da oltre 170 classi in linea con il programma CORINE Land Cover. L area minima rappresentata misura 2500 mq. Le informazioni rappresentate si riferiscono all anno di rilevamento pag. 43

48 5 LA BONIFICA IDRAULICA 5.1 SISTEMA DI BONIFICA 5.2 INDICI TECNICI INDICE DI COMPORTAMENTO IDRAULICO DEI SUOLI INDICE DI SOGGIACENZA INDICE DI EFFICACIA DELL ATTIVITA DI BONIFICA INDICE TECNICO DI BONIFICA 5.3 RIPARTO DEGLI ONERI PER LA BONIFICA IDRAULICA TRA GLI IMMOBILI 5.4 INDICE ECONOMICO BENEFICIO DI BONIFICA IMMOBILI AGRICOLI TERRENI IMMOBILI URBANI STRADE, FERROVIE 5.5 INDICI DI BENEFICIO PER LA BONIFICA IDRAULICA IMMOBILI AGRICOLI IMMOBILI URBANI STRADE, FERROVIE 5.6 MODALITA APPLICATIVE INDIVIDUAZIONE IMMOBILI BENEFICIARI DELL ATTIVITÀ DI BONIFICA IDRAULICA DETERMINAZIONE DELLA SUPERFICIE CONTRIBUENTE DI UN IMMOBILE FABBRICATI RICADENTI IN AREE SERVITE DA PUBBLICA FOGNATURA FABBRICATI RURALI pag. 44

49 5. LA BONIFICA IDRAULICA 5.1 SISTEMA DI BONIFICA Il comprensorio del Consorzio di Bonifica Veronese è parte dell ampio territorio tra il Mincio, l Adige ed il Po, il cui sistema idrografico è illustrato nella schema sotto riportato: Figura n. 10 : Sistema idrografico Adige Garda Mincio Fissero Tartarto Canal Bianco Po di Levante (Schema idraulico del bacino interessato dal Piano Miliani del 1929) In particolare interessa, oltre i territori morenici, l alta, la media e bassa pianura veronese tra l Adige sia a nord che a est, il Tartaro Canal Bianco a sud e il confine regionale ad ovest. Tale comprensorio si può scomporre in 3 distinte Unità Territoriali Omogenee (UTO), secondo la definizione presente nelle Linee Guida. I caratteri di omogeneità si possono individuare sia sotto l aspetto idrografico (si tratta di bacini idraulicamente distinti e indipendenti), sia in riferimento all attuale organizzazione tecnicogestionale dei servizi di bonifica. L intero comprensorio è in grado di scolare naturalmente. Solo alcuni limitati ambiti vengono serviti da piccoli impianti idrovori, per lo più di competenza privata. Il Consorzio gestisce direttamente alcuni impianti per complessivi 200 ha circa. Le attuali strutture operative del Consorzio operano secondo ambiti territoriali ben definiti, in relazione a criteri ormai consolidati dipendenti da fattori storici e di economicità che di fatto corrispondono con le delimitazioni delle U.T.O. proposte. In futuro verranno sicuramente operate riorganizzazioni finalizzate alla ottimizzazioni delle risorse e al miglioramento dei servizi, ma non potranno essere tali da stravolgere un assetto complessivo frutto di decennali faticosi adattamenti. pag. 45

50 Il beneficio di natura idraulica deriva dagli effetti prodotti dalla bonifica idraulica, definita come insieme di opere ed attività che consentono all interno di un territorio di ottenere due effetti principali: lo scolo delle acque meteoriche in eccesso, al fine di mantenere un valore opportuno del franco di bonifica 1 ; una adeguata sicurezza contro il pericolo di alluvione. Il legislatore regionale ha delineato due aspetti distinti dell attività consortile, che individuano altrettante componenti del beneficio idraulico: la prima legata al concetto di difesa idraulica, che preserva il territorio da fenomeni alluvionali, e che pertanto prende il nome di componente di difesa idraulica, la seconda legata al concetto di scolo delle acque meteoriche, che prende il nome di componente di scolo. Lo scolo consiste nell allontanamento continuo delle acque meteoriche da una porzione del comprensorio consortile, il che deve avvenire per ogni precipitazione meteorica, quindi indipendentemente dall intensità dell evento. Per attività consortili di difesa idraulica si definiscono, invece, le attività per l allontanamento e la difesa dalle acque meteoriche generate da eventi di pioggia con carattere eccezionale; si tratta di attività per la conservazione della rete idraulica a prevenzione dal rischio idraulico. Il beneficio idraulico complessivo discende dalla sommatoria delle due distinte componenti di scolo e di difesa idraulica: Beneficio Idraulico = Componente di scolo + Componente di difesa In base alle indicazioni riportate nelle Linee Guida regionali, le quote di spesa afferenti le distinte tipologie di scolo e difesa idraulica vengono determinate, nell ambito delle singole Unità Territoriali Omogenee, in funzione del rapporto tra i rispettivi coefficienti udometrici, come di seguito indicato: U tr 5 anni Spesa scolo = Spesa BON x U tr 5 anni + U tr 50 anni U tr 50 anni Spesa difesa = Spesa BON x U tr 5 anni + U tr 50 anni dove: Spesa scolo = Spesa afferente il beneficio di scolo Spesa difesa = Spesa afferente il beneficio di difesa idraulica Spesa BON = Spesa totale per la Bonifica U tr 5 anni = coeff. udometrico calcolato per tempi di ritorno di 5 anni U tr 50 anni = coeff. udometrico calcolato per tempi di ritorno di 50 anni 1 Il franco di bonifica viene definito, come è noto, come la distanza fra la superficie del terreno e la falda freatica; esso viene determinato, per terreni agricoli, in relazione al franco di coltivazione richiesto dalle singole colture e per terreni urbani, in base a valori prefissati, indispensabili a garantire le ordinarie esigenze residenziali e produttive. pag. 46

51 Le elaborazioni 1 effettuate utilizzando i parametri idrologici relative alle stazioni meteo che meglio interpretano i caratteri climatici delle 3 grandi aree secondo cui è stato suddiviso il comprensorio (vedi UTO di bonifica), hanno portato ai seguenti risultati: Tab. 4 : Calcolo della componente di scolo U.T.O. U tr 5 anni (l/sec/ha) U tr 50 ann (l/sec/ha) : Valore del parametro 1 6,68 14,96 0, ,30 10,90 0, ,30 10,90 0, INDICI TECNICI L indice tecnico complessivo per il Beneficio di Bonifica, viene determinato combinando, mediante prodotto, i seguenti tre indici elementari: l indice di comportamento, l indice di soggiacenza e l indice di efficacia idraulica INDICE DI COMPORTAMENTO IDRAULICO DEI SUOLI Con questo indice si vuole determinare il diverso comportamento dei suoli nei riguardi dei deflussi superficiali causati delle acque pluviali e di conseguenza il differente peso dei benefici connessi alla bonifica per il solo effetto del tipo di superficie interessata. Il comportamento dei diversi tipi di suolo in relazione alla quantità d acqua defluente nelle reti di bonifica è conseguenza della rispettiva permeabilità. Superfici meno permeabili e con minori volumi di invaso, convogliano nelle reti idrauliche quantitativi d acqua più intensi e con maggiore rapidità e quindi con aggravio delle situazioni di rischio idraulico. Tali situazioni vanno affrontate, a seconda dei casi, con reti più intense e/o più capaci e/o garantendo maggiori interventi di manutenzione. Il tutto si traduce, evidentemente, in costi più elevati. Il comportamento idraulico dei terreni individua quindi una ulteriore componente del beneficio in quanto correla il vantaggio derivato ai diversi immobili a seguito dell attività di bonifica relativamente al grado di rischio idraulico che viene contrastato con tale attività. E infatti noto che in un corso d acqua la portata massima al colmo dipende, a parità di intensità di pioggia e di pendenza, dalla impermeabilizzazione delle superfici scolanti (coefficiente di deflusso), dal volume di invaso e dalle caratteristiche del collettore di scolo. Per rappresentare i diversi valori di beneficio correlati alle suddette condizioni fisiche è stato utilizzato, nel rispetto delle indicazioni della DGR 79/2011, il cosiddetto coefficiente udometrico. 1 Per il dettaglio delle elaborazioni si veda il capitolo pag. 47

52 Note le caratteristiche fisiche e morfologiche di un area e un livello predeterminato di precipitazione, il coefficiente udometrico fornisce il valore della portata massima, riferita all unità di superficie (lt/sec. ha) che si riscontra nella sezione di chiusura del bacino scolante interessato. Le espressioni utilizzate per il calcolo del coefficiente udometrico sono quelle note del Supino Puppini che fanno riferimento al metodo dell invaso. Per reti idrauliche a pelo libero (Supino 1 ): u = (575b ) n Per reti fognarie in pressione (Supino 2 ): u = 1670 n essendo: (K a) 1/n W (1/n 1) (K a) 1/n W (1/n 1) u = coefficiente udometrico in lt/sec/ha K = coefficiente di afflusso alla rete per un tempo pari a quello di pioggia W = volume specifico di invaso in m 3 /m 2 b = coeff. di forma che per i canali in terra vale 1.5 n, a = parametri della curva di possibilità pluviometrica considerata (ragguagliata all area) I dati relativi alle curve di possibilità pluviometrica sono stati ricavati dalle elaborazioni presentate nel Documento propedeutico ai Piani generali di bonifica e di tutela del territorio dei Consorzi di bonifica del Veneto DGR n.102 del Lo studio in oggetto ha analizzato i dati pluviometrici delle 156 stazioni di monitoraggio della rete ARPAV. In particolare sono stati analizzati i parametri a, n per durate di pioggia orarie e giornaliere delle seguenti stazioni interessanti il territorio consortile: Tab. n. 5: parametri delle curve pluviometriche delle stazioni meteo situate nel comprensorio di bonifica, per durate orarie giornaliere Stazione Meteo BARDOLINO CALMASINO BUTTAPIETRA Tr (anni) Parametri della Curva Pluviometrica DURATE ORARIE DURATE GIORNALIERE a (mm*h) n a (mm*g) N Giulio Supino: Le reti idrauliche, Patron, pag Giulio Supino: Le reti idrauliche, Patron, pag. 251 pag. 48

53 CASTELNUOVO DEL GARDA MARANO DI VALPOLICELLA VANGADIZZA LEGNAGO ROVERCHIARA SAN PIETRO IN CARIANO SALIZZOLE VILLAFRANCA VERONESE CASTELNUOVO BARIANO In giallo sono evidenziati i dati effettivamente utilizzati nell ambito delle elaborazioni compiute per la determinazione dei coefficienti udometrici. pag. 49

54 Sono state utilizzate, in quanto rappresentative dei diversi ambiti territoriali considerati, le stazioni di Meteo dell ARPAV di Castenuovo del Garda e di Salizzole; la prima riferita alla UTO n.1, mentre la seconda riferita all insieme delle UTO n.2 e n. 3. Tale scelta è scaturita dalla necessità di differenziare i diversi regimi climatici presenti nell area più a nord del comprensorio più piovosa, rispetto ai territori meridionali statisticamente meno piovosi. Per il calcolo del coefficiente udometrico è stato considerato un tempo di ritorno di 5 anni, ritenuto il riferimento temporale maggiormente rappresentativo del grado di sicurezza mediamente garantito all attualità. Tab. 6 : Valori dei parametri della curva pluviometrica con Tr= 5 anni, serie giornaliere Stazione Meteo a n Castelnuovo del Garda mm/ora Salizzole mm/ora Ai parametri a, n delle stazioni, sono stati applicati gli opportuni coefficienti di ragguaglio all area. Per la scelta dei valori del coefficiente di afflusso si è adottata la classificazione dei suoli del comprensorio per Tipi Idrologici (vedasi all. n. 8 CARTA PEDOLOGICA sc. 1:75.000), in grado di distinguere i terreni in rapporto alla rispettiva capacità di trattenuta idrica e, più in generale, alla possibilità di condizionare le modalità e i tempi di deflusso delle acque meteoriche. Per quanto riguarda i suoli NON destinati a coltivazioni agricole, si è fatto riferimento alle delimitazioni e alla classificazione adottata dalla Carta della Copertura del Suolo del Veneto edizione Per la determinazione dei volumi specifici di invaso da considerare nel calcolo del coefficiente udometrico, si sono valutate le capacità di invaso delle reti di bonifica nelle diverse zone del comprensorio e quelle delle reti di fognatura nei centri urbani. Dopo aver svolto un attenta analisi dei diversi valori ottenuti sono stati adottati i seguenti valori medi per i vari tipi d uso dei terreni: Tab. 7 : Valori dei parametri K e W, per suoli agricoli terreni coltivati Tipi di suolo TERRENI COLTIVATI (v. Carta Pedologica) Coeff. di Afflusso K Volume specifico di invaso W (mc/ha) 1 Terreni ghiaiosi (sigla G) terreni sabbioso ghiaiosi (sigla SG) terreni sabbiosi (sigla S) terreni sabbioso argillosi (sigla SA) terreni franco sabbiosi limosi (sigla FS) terreni organici (sigla O) terreni franchi (sigla F) terreni franco argillosi (sigla FA) terreni argillosi (sigla A) pag. 50

55 Tab. 8 : Valori dei parametri K e W, per suoli urbani e altri usi Tipi di suolo TERRENI NON COLTIVATI (v. Carta Uso del Suolo) Coeff. di Afflusso K Volume specifico di invaso W (mc/ha) 1 Urbanizzato Denso Urbanizzato Discontinuo Urbano Rado Urbano Isolato Aree Produttive Aree Servizi in ambito urbano Aree Verdi in ambito urbano Aree per Infrastrutture Zone Militari strade e ferrovie Bacini, Cave, Specchi d acqua 0 Fig. 11 : Sezioni tipo sedi stradali e ferroviarie Sulla base dei suddetti elementi si sono ottenuti i valori di u e di conseguenza dell indice di comportamento idraulico dei suoli I C di seguito riportati: 1 Tale valore corrisponde all invaso delle scoline laterali per la prima raccolta delle pluviali (vedi schema delle sezioni tipo) pag. 51

56 Tab. 9 : Indici di comportamento idraulico dei suoli I C U.T.O. Coeff. Udometrico lt/sec/ha V mc/ha K Indice di comportamento I C Tipo di Catasto 2, Terreni 2, Terreni 2, Terreni Terreni 2, Terreni 2, Terreni 2, Terreni Terreni 2, Terreni Terreni 2, Terreni Terreni Terreni Terreni Terreni Terreni 2, Terreni Terreni 2, Terreni 2, Terreni 2, Urbano Terreni Urbano Terreni 2, Urbano Urbano 2, Urbano Urbano 2, Strade 2, Urbano Strade Urbano 2, Urbano Le aree a diverso comportamento idraulico, come sopra individuate, risultano classificate singolarmente su base informatica con elevato grado di dettaglio (sup minima 2500 mq). Vedi CARTA DEL COMPORTAMENTO IDRAULICO DEI SUOLI sc. 1: di cui all allegato n INDICE DI SOGGIACENZA L indice di soggiacenza consente di valutare il differente grado di beneficio dei terreni, in relazione alle seguenti caratteristiche fisiche: quote altimetriche degli stessi terreni (vedasi Altimetria dei Suoli, all. 6); livelli idrometrici di recapito nei collettori, in concomitanza con gli eventi di piena. Il dislivello dei terreni rispetto alle quote idrometriche che si registrano nei collettori di recapito nei momenti di piena, costituisce l aspetto fisico prevalente ai fini della valutazione del rischio idraulico degli stessi terreni, in ogni singolo bacino. pag. 52

57 Più elevato è il suddetto dislivello, nel caso di scolo naturale dei terreni, maggiore è il relativo grado di sicurezza idraulica. Al contrario, quanto più basso è detto valore, che nei casi di sollevamento meccanico può essere anche negativo, minore è il grado di sicurezza idraulica e maggiore la dipendenza dalle opere di bonifica (rete i draulica e manufatti di regolazione). Nei territori di pianura, le caratteristiche geomorfologiche risultano pressochè uniformi con pendenze ridotte ad andamento nord ovest sud est. Il territorio compreso nella cintura morenica del lago Garda, presenta invece dislivelli morfologici più marcati. Pur presentando caratteri collinari, ai fini della determinazione della soggiacenza, non si ritiene corretto ricorrere alla individuazione delle pendenza medie dei bacini idrografici, come invece indicato nelle Linee Guida. Ciò in quanto i bacini e i sottobacini, definibili in un territorio di origine morenica, presentano comunque al loro interno andamenti morfologici tutt altro che uniformi. Gli elementi pertanto considerati per la definizione della scala di valori rappresentativa di questa componente del rischio idraulico sono i seguenti: definizione dei bacini e/o sottobacini di scolo e loro suddivisione in zone ad altimetria omogenea. Il sistema di opere di bonifica è, in genere, strutturato e articolato in modo da garantire all intero comprensorio uniformi condizioni di sicurezza idraulica. Aree maggiormente esposte al rischio idraulico risultano servite da una rete idraulica più estesa a parità di superficie (ciò anche al fine di garantire maggiori volumi di invaso) e quindi oggetto di maggiori interventi di manutenzione; osservazioni idrometriche e analisi delle quote massime registrate nei collettori di recapito; quote altimetriche dei terreni (desunte sia dalla Carta Tecnica Regionale, che da rilevazioni di dettaglio nei territori a bassa giacitura). In questa fase sono state individuate anche le superfici con caratteristiche particolari: bacini di cava, paludi e aree servite da impianti di sollevamento, anche privati, con recapito in collettori consorziali. L elaborazione di tali elementi ha consentito la definizione di una cartografia delimitante le zone omogenee in relazione alle caratteristiche di soggiacenza (vedasi all. 10 CARTA DELLA SOGGIACENZA sc. 1:75.000). Nel territorio in esame, tutto a scolo naturale, ad eccezione di pochissimi impianti di sollevamento a servizio di bacini limitati a gestione separata e/o privata, la soggiacenza viene rappresentata attraverso 4 classi distinte: terreni alti, terreni medi, terreni bassi e terreni molto bassi. Ciascuna classe è stata definita considerando le differenze tra le quote medie dei terreni di ciascun bacino e quelle dei relativi recapiti nei collettori di bonifica (al pari del cd franco di bonifica ). Per la determinazione dei valori indice, si sono valutati sia i costi medi annui di esercizio delle reti idrauliche a servizio delle diverse aree, sia il diverso grado di rischio idraulico scongiurato grazie all attività di bonifica (valutato in termini inversamente proporzionali ai tempi di ritorno degli eventi meteorici in grado di compromettere l intero raccolto annuo). Assunto come riferimento unitario il valore corrispondente ai Terreni Alti, per i quali il beneficio risulta minore, si sono ottenuti, per l indice di soggiacenza 1 i seguenti valori: 1 La maggior soggiacenza della bassa pianura risulta di fatto correlata ai maggiori sviluppi unitari della rete idraulica minore e incide in modo maggiore sui relativi oneri di manutenzione della canalizzazione di scolo, date anche le più ridotte velocità di corrivazione. pag. 53

58 Tab. 10 : Indice di soggiacenza: I S Classe dei terreni Differenze tra le quote dei terreni e i rispettivi recapiti Indice di soggiacenza Is Terreni ALTI maggiori di 120 cm 1.00 Terreni MEDI variabili da 80 a 120 cm Terreni BASSI variabili da 50 a 80 cm Terreni MOLTO BASSI variabili da 20 a 50 cm Paludi, Cave minori di 20 cm 0 Aree dotate di impianti idrovori Assimilati a terreni alti 1.00 Aree particolari I bacini di cava, gli specchi d acqua e le paludi non possono trarre alcun beneficio dalla attività consortile per quanto attiene la sicurezza idraulica. Ad essi viene pertanto assegnato indice di soggiacenza nullo. I terreni serviti da impianti di sollevamento a gestione privata o consortile, il cui funzionamento assicura comunque e in ogni caso il drenaggio dei terreni interessati, vengono assimilati ai Terreni Alti, con indice di soggiacenza unitario. Nei casi in cui la gestione dell idrovora sia a carico del bilancio consortile, i relativi costi vengono attribuiti allo stesso ambito di competenza. Per quanto attiene i terreni interessati da strade e ferrovie, dato che nella generalità dei casi risultano realizzate in rilevato o comunque con quote dominanti il piano campagna, si ritiene plausibile la loro assimilazione ai Terreni Alti, con indice di soggiacenza pari all unità. Foto n. 5 : esempi di Aree considerate Paludi agli effetti dell indice di soggiacenza pag. 54

59 5.2.3 INDICE DI EFFICACIA DELL ATTIVITA DI BONIFICA L Indice di Efficacia (IEFF) è stato previsto allo scopo considerare anche le situazioni in cui la bonifica risulta avere una efficacia limitata, a seguito di deficienze strutturali della rete idraulica di difesa e di scolo, nonché dei manufatti di relativa pertinenza. La riduzione dell efficacia della bonifica può essere dovuta a: inadeguatezza delle opere e degli impianti in relazione alle necessità ordinarie di sicurezza idraulica; deficienze strutturali delle opere di bonifica; ridotta o limitata capacità di invaso dei singoli bacini. Tali fattori vanno trattati con il criterio dell ordinarietà e non sono assolutamente applicabili a situazioni, soprattutto di natura meteorologica, di carattere eccezionale Il grado di efficacia della bonifica, in sostanza, documenta eventuali riduzioni del beneficio idraulico NON imputabili a fattori che già hanno trovato applicazione nei precedenti indici di soggiacenza e di comportamento dei suoli. Nel caso in esame, va rilevato che il Consorzio di Bonifica Veronese ha organizzato l attività nel proprio comprensorio, in modo da poter intervenire, puntualmente e regolarmente, in ogni parte sia in condizioni ordinarie che in quelle di emergenza. Per lo svolgimento di tutte le attività gestionali il consorzio si avvale di personale dipendente e di propri mezzi, distribuiti, nelle diverse aree in modo da corrispondere alle esigenze in modo uniforme Anche la distribuzione della rete complessiva in manutenzione (2850 Km.), per lo scolo, ha caratteristiche tali da soddisfare in modo uniforme le esigenze in ogni parte del comprensorio: terreni più depressi con maggiori difficoltà di scolo sono serviti da reti più fitte, così come terreni con deflussi più intensi hanno reti con capacità di invaso superiori. Per tutti i suddetti motivi si è ritenuto di poter assumere un indice di efficienza uguale ad 1 in quasi tutto il comprensorio. Fanno eccezione alcuni territori come di seguito indicati. a) Terreni particolarmente depressi presenti nell ambito territoriale delle Valli Grandi Veronesi. Tali terreni, dal 2004, anno di messa a regime delle quote di navigazione del Canal Bianco, risultano soggetti a ristagni e allagamenti a causa del ritardato deflusso delle acque di scolo da parte della Fossa Maestra (canale emissario dell intera area), dovuto a sua volta ai rigurgiti indotti dal Canal Bianco in dipendenza delle elevate quote idrometriche necessarie alla navigabilità. In attesa di poter attuare i necessari interventi, appare corretto assegnare ai relativi territori un indice di efficacia pari a 0.7, proporzionale al rapporto tra la portata attualmente smaltibile e la portata di piena che sarebbe necessario allontanare (25/35 mc/s); b) Terreni di fondo valle presenti lungo il Tione del Monti soggetti ad allagamenti a causa della carenza di adeguate aree di espansione. In attesa della realizzazione di volumi di invaso in aree ad esondazione programmata si ritiene di dover attribuire indici di efficacia pari a 0.7; c) Terreni situati all interno dei paeloalvei dei fiumi Menago, Tartaro e Fresca, caratterizzati da depressioni accentuate e soggetti periodicamente ad allagamenti causati da esondazioni di scoli consortili. Tali situazioni risultano di difficile risoluzione a causa degli elevati costi strutturali di intervento in relazione ai possibili benefici attesi. In tali casi viene applicata una riduzione dell indice di contribuenza pari al 50% (corrispondente al rischio di perdita totale del raccolto). pag. 55

60 Tab. 11 : Indice di efficacia del attività di bonifica: I EFF Contesto territoriale Superfici interessate Indice di Efficacia a) Terreni Valli Grandi allagati per rigurgito Cana Bianco b) Terreni Tione dei Monti allagati per carenza volumi di invaso c) Terreni molto depressi presenti nei paleoalvei ha ha ha ha Foto n. 8, 9 : esempi di aree con ristagno di acque e aree soggette ad allagamenti pag. 56

61 5.2.4 INDICE TECNICO DI BONIFICA L indice tecnico idraulico è il risultato del prodotto dei seguenti indici elementari: indice di comportamento idraulico dei suoli indice di soggiacenza indice di efficacia Nelle seguenti tabelle sono rappresentati, suddivisi per ciascuna UTO, tutti i valori degli Indici tecnici sino ad ora trattati, in relazione ai diversi tipi di suoli. UTO n. 1 Suoli Terreni Tab. 12 INDICE EFFICACIA INDICE SOGGIACENZA USO DEL SUOLO INDICE COMPORTAMENTO INDICE TECNICO Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Aree VERDI in ambito urbano Aree VERDI in ambito urbano Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Aree VERDI in ambito urbano Aree MILITARI Aree INFRASTRUTTURE Edificato in ambito agricolo Edificato in ambito agricolo Aree INFRASTRUTTURE Edificato in ambito agricolo UTO n. 1 Suoli Urbani Tab. 13 INDICE EFFICACIA INDICE SOGGIACENZA USO DEL SUOLO INDICE COMPORTAMENTO INDICE TECNICO URBANO RADO URBANO RADO URBANO DISCONTINUO pag. 57

62 URBANO DISCONTINUO AREE SERVIZI URBANO DISCONTINUO AREE PRODUTTIVE AREE PRODUTTIVE AREE SERVIZI AREE PRODUTTIVE UTO n. 1 Viabilità stradale, ferroviaria Tab. 14 INDICE INDICE USO DEL SUOLO INDICE INDICE EFFICACIA SOGGIACENZA COMPORTAMENTO TECNICO Strade, Ferrovie UTO n. 2 Suoli Terreni Tab. 15 INDICE EFFICACIA INDICE SOGGIACENZA USO DEL SUOLO INDICE COMPORTAMENTO INDICE TECNICO Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Aree VERDI in ambito urbano Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Aree VERDI in ambito urbano Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati pag. 58

63 Terreni Coltivati Aree VERDI in ambito urbano Terreni Coltivati Terreni Coltivati Aree VERDI in ambito urbano Aree INFRASTRUTTURE Terreni Coltivati Terreni Coltivati Aree INFRASTRUTTURE Edificato in ambito agricolo Aree INFRASTRUTTURE Edificato in ambito agricolo Aree INFRASTRUTTURE Edificato in ambito agricolo Aree INFRASTRUTTURE Edificato in ambito agricolo Edificato in ambito agricolo UTO n. 2 Suoli Urbani Tab. 16 INDICE EFFICACIA INDICE SOGGIACENZA USO DEL SUOLO INDICE COMPORTAMENTO INDICE TECNICO URBANO RADO URBANO DISCONTINUO URBANO RADO URBANO DISCONTINUO URBANO RADO AREE SERVIZI URBANO DISCONTINUO URBANO DISCONTINUO URBANO DISCONTINUO AREE PRODUTTIVE AREE SERVIZI URBANO DISCONTINUO AREE SERVIZI URBANO DISCONTINUO AREE PRODUTTIVE AREE SERVIZI AREE PRODUTTIVE AREE PRODUTTIVE URBANO DENSO UTO n. 2 Viabilità stradale, ferroviaria Tab. 17 INDICE INDICE INDICE INDICE EFFICACIA SOGGIACENZA USO DEL SUOLO COMPORTAMENTO TECNICO Strade, Ferrovie pag. 59

64 UTO n. 3 Suoli Terreni Tab. 18 INDICE EFFICACIA INDICE SOGGIACENZA USO DEL SUOLO INDICE COMPORTAMENTO INDICE TECNICO Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Aree VERDI in ambito urbano Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Terreni Coltivati Aree VERDI in ambito urbano Aree VERDI in ambito urbano Terreni Coltivati Terreni Coltivati Aree VERDI in ambito urbano Terreni Coltivati Aree MILITARI Terreni Coltivati pag. 60

65 Aree VERDI in ambito urbano Aree MILITARI Aree INFRASTRUTTURE Edificato in ambito agricolo Edificato in ambito agricolo Aree INFRASTRUTTURE Edificato in ambito agricolo Aree INFRASTRUTTURE Edificato in ambito agricolo Edificato in ambito agricolo Aree INFRASTRUTTURE Edificato in ambito agricolo UTO n.3 Suoli Urbani Tab. 19 INDICE EFFICACIA INDICE SOGGIACENZA USO DEL SUOLO INDICE COMPORTAMENTO INDICE TECNICO URBANO RADO URBANO RADO URBANO RADO URBANO RADO URBANO RADO URBANO RADO URBANO RADO URBANO DISCONTINUO AREE SERVIZI URBANO DISCONTINUO AREE SERVIZI URBANO DISCONTINUO AREE PRODUTTIVE AREE SERVIZI URBANO DISCONTINUO AREE PRODUTTIVE AREE SERVIZI AREE PRODUTTIVE AREE PRODUTTIVE URBANO DENSO UTO n. 3 Viabilità stradale, ferroviaria Tab. 20 INDICE INDICE INDICE INDICE EFFICACIA SOGGIACENZA USO DEL SUOLO COMPORTAMENTO TECNICO Strade, Ferrovie Da quanto sopra si evidenzia che l indice tecnico per i terreni coltivati presenta un campo di variabilità da 1 a 3.82, mentre per i suoli urbani varia da 8.17 a 47.00, con una conseguente escursione relativa, assunto come valore unitario quello inferiore (8.17), da 1 a pag. 61

66 Per le strade e le ferrovie l indice tecnico finale coincide con l indice di comportamento idraulico dei suoli, essendo stati valutati pari all unità gli indici di soggiacenza e di efficacia.. Per il settore urbano, data la elevata frammentazione dei suoli ricadenti nelle diverse classi dell indice tecnico e per consentire una agevole assegnazione dello stesso indice alle superfici afferenti i relativi immobili presenti nel catasto consortile, si ritiene opportuno riunire le diverse situazioni in un numero limitato di classi tecniche. I valori indice corrispondenti alla nuova ri classificazione vengono calcolati attraverso una media pesata rispetto alle superfici di competenza. Dall esame dei valori indicati nelle tabelle 13, , si possono individuare tre macro suddivisioni associabili sostanzialmente a 3 classi distinte per ciascuna UTO, come di seguito riportate: Tab. 21 : Indici Tecnici per suoli urbani, suddivisi per UTO UTO n. 1 Coeff. Tecnico Area (ha) Coeff. Tecnico mediato Classi Indice Tecnico Indice Tecnico Classe U U U3 UTO n. 2 Coeff. Tecnico Area (ha) Coeff. Tecnico Mediato Classi Indice Tecnico Indice Tecnico Classe U U U3 pag. 62

67 UTO n. 3 Coeff. Tecnico Area (ha) Coeff. Tecnico mediato Classe Indice Tecnico Indice Tecnico Classe U U U3 Per il settore urbano, pertanto, l indice tecnico viene applicato secondo 3 distinte classi per ciascuna U.T.O.: Tab. 22 : Indici Tecnici mediati, per suoli urbani U.T.O. n.1 U.T.O. n.2 U.T.O. n.3 Classe Indice Tecnico U U U U U U U U U Ai fini rappresentativi i suddetti valori dell indice tecnico finale sono stati riuniti in 15 classi complessivamente, con i valori medi indicati nell allegato 12 CARTA DELL INDICE TECNICO FINALE scala pag. 63

68 5.3 RIPARTO DEGLI ONERI PER LA BONIFICA IDRAULICA TRA GLI IMMOBILI BENEFICIARI L indice di beneficio della bonifica scaturisce dal prodotto tra l indice tecnico e l indice economico. Detta operazione, tenuto conto dei valori degli indici ottenuti per i terreni agricoli e di quelli per i suoli urbani (entrambi gli indici per i diversi settori presentano forte variabilità) se attuata direttamente provocherebbe una consistente alterazione nei rapporti di beneficio, determinando un incongruo e forte sbilanciamento a carico del settore urbano. Per ovviare a ciò si procede alla separazione delle spese spettanti a ciascun settore prima dell applicazione degli indici economici, utilizzando le carature tecniche totali per settore (risultanti dal prodotto degli indici tecnici per le rispettive superfici di competenza). Successivamente, all interno di ciascun settore, verrà effettuata la moltiplicazione dell indice tecnico per l indice economico. Vengono previsti 3 distinti settori : Terreni agricoli, Suoli Urbani, Strade Ferrovie Pertanto, note le superfici dei diversi settori contributivi e noti i relativi indici tecnici, le quote spettanti ai tre settori precitati sono i seguenti: al settore agricolo: C Bon. agr. = C Bon x Σ Si agr. x I ti Σ i Si x I ti al settore urbano: C Bon.. urbano. = C Bon.. x Σ Si urbano x I ti Σ i Si x I ti al settore Strade Ferrovie: C Bon. strade. = C Bon.. x Σ Si strade x I ti Σ i Si x I ti essendo: C Bon. = costo totale annuo sostenuto dal consorzio per la Bonifica Idraulica Σ i = sommatoria estesa a tutte le superfici ricadenti nel perimetro di contribuenza di bonifica Si agr. = i esima particella agricola di superficie Si Si urbana = i esima particella urbana di superficie Si Si strada = i esima superficie strada ferrovia di superficie Si I ti = indice tecnico corrispondente alla i esima superficie Per il settore delle Strade Ferrovie, si assume una caratura tecnica complessiva ridotta della metà. Ciò in relazione al fatto che tale categoria di immobili contribuisce per altri versi ad apportare benefici al comprensorio di bonifica. pag. 64

69 5.4 INDICE ECONOMICO Beneficio di Bonifica Il beneficio della bonifica, pur effettuato con l attribuzione di numeri indice, deve essere correlato anche al vantaggio di natura economica che i singoli immobili hanno ricevuto e/o conservano grazie alla bonifica stessa. L indice economico ha quindi la funzione di fornire la diversa entità del valore fondiario o del reddito di ciascun immobile tutelato dall attività di bonifica. Il vantaggio di natura fondiaria potrebbe anche essere inteso come differenza tra il valore attuale dell immobile ed il valore cui lo stesso tenderebbe nel caso di cessazione dell attività di bonifica. Peraltro devesi sottolineare l onerosità e la complessità di una tale procedura basata sul confronto tra i diversi valori fondiari di un numero elevatissimo di immobili, per di più caratterizzati da una estrema varietà di condizioni sia intrinseche che relative al contesto territoriale ed urbanistico in cui sono collocati. Coerentemente con le indicazioni fornite dalle Linee Guida, si procede pertanto alla stima dei valori e conomici delle diverse categorie di immobili, attraverso il solo dato catastale: Reddito Dominicale per i terreni agrari e Rendita Catastale per gli immobili urbani IMMOBILI AGRICOLI Terreni La D.G.R. 79/2011 stabilisce l utilizzo dei valori del reddito dominicale dei terreni agricoli quale parametro di commisurazione del rapporto economico tra i diversi terreni. L adozione del valore fondiario, in rapporto lineare con il reddito dominicale, presenta il vantaggio di utilizzare dati non opinabili rispetto ai valori stimabili di mercato. Occorre però mettere in luce un problema sostanziale: il disallineamento purtroppo ancora molto diffuso tra la situazione catastale e lo stato reale. Nonostante l obbligatorietà della denuncia di variazione colturale a carico dei proprietari agricoltori in caso di modiche degli ordinamenti colturali praticati (vedi cosiddetto modello 26), e nonostante le consistenti variazioni intervenute d ufficio a seguito dei controlli effettuati nel corso del 2006 dall AGEA, è ancora presente una elevatissima percentuale di errate rispondenze colturali (qualità e classe colturale). Rispetto agli originari assetti colturali all epoca dell ultima operazione di Classamento avvenuta nel 1939, le condizioni territoriali si sono profondamente modificate. Si pensi al notevole sviluppo dell irrigazione, come ad esempio nella zona tabacchicola sui terreni leggeri del medio veronese). Anche nelle zone frutticole, pomacee soprattutto, in terreni medio pesanti, i valori catastali risultano scarsamente aggiornati rispetto al reale sviluppo degli impianti arboricoli. Per i fini voluti, è stata effettuata un attenta analisi sulla distribuzione delle qualità colturali presenti nel catasto pubblico (seminativo, seminativo arboreo, pioppeto, frutteto, vigneto, prato, orto, incolto produttivo, bosco ceduo, bosco misto, canneto, ecc.) e dei relativi valori di reddito dominicale medio per Foglio di Mappa (vedasi relativa rappresentazione nella figura a pagina successiva ). Dall esame di tale cartografia si può riscontrare la presenza di estesi ambiti a basso reddito corrispondenti in realtà ad aree di elevato valore commerciale (vedi es. zona vocata alla coltivazione del tabacco). Allo scopo di ovviare a tali incongruenze e inoltre per tener conto del solo effetto della bonifica idraulica, non considerando quindi gli effetti irrigui, si è reso necessario: pag. 65

70 Figura n. 12 Rappresentazione del Comprensorio di Bonifica in FOGLI DI MAPPA Reddito Dominicale medio ettariale Reddito Dominicale /ha Reddito Dominicale /ha pag. 66

71 procedere, anziché per valori di reddito catastale del SINGOLO fondo specifico, (spesso non rispondenti allo stato attuale), ad una classificazione dei terreni utilizzando criteri agronomici, distinguendo zone e categorie omogenee, ai quali attribuire i valori tariffari catastali pertinenti agli ordinamenti produttivi prevalenti in regime asciutto per zona omogenea. utilizzare le qualità colturali catastali in assenza di irrigazione In tale modo, adottando cioè una classificazione agronomica dei terreni omogenei, si sono potute utilizzare le indagini e le analisi pedologiche riportate nel piano generale di bonifica e di tutela del territorio. Si è fatto riferimento, in sostanza, alle capacità produttive naturali e potenziali che i terreni avevano al momento della bonifica idraulica e prima della successiva trasformazione irrigua. Le bonifica idraulica e l irrigazione peraltro hanno sì consentito lo sviluppo dell agricoltura intensiva attuale, ma il vantaggio economico dovuto alla trasformazione deve essere riferito alle qualità naturali originarie, senza che sia intervenuta ancora la pratica irrigua, la quale comporta, del resto, costi propri e tributi consortili specifici per il beneficio dell irrigazione. La classificazione agronomica basata sulle potenzialità produttive dei terreni in asciutto, già analizzata nel PGBTTR, distingue 4 classi di idoneità e potenzialità produttiva (capability classification), riguardanti i soli terreni adatti alla coltivazione. Detta classificazione dei terreni associa alla natura del suolo gli ordinamenti produttivi più probabili e attualmente diffusi per zona pedologica omogenea, ma tiene conto del fatto prioritario che i terreni migliori sono quelli che : risultano più facilmente lavorabili; consentono scelte colturali diverse, quindi più adattabili di fronte al variare del mercato. Tale criterio è molto diffuso nei paesi anglosassoni, che hanno influenzato la classificazione ufficiale dei suoli a livello internazionale. In altri termini, constatata l inopportunità, per la determinazione dell indice economico dei terreni, di poter utilizzare il reddito specifico per ciascun mappale, si è ritenuto di ricorrere a valori di reddito dominicale mediati su intere zone omogenee accorpate secondo il principio economico della versatilità ed adattabilità d uso dei terreni. Sono stati, pertanto, definiti opportuni ambiti omogenei secondo caratteristiche agronomiche attinenti la versatilità produttiva dei diversi tipi di terreno. Per la determinazione di tale fattore sono stati utilizzati i parametri relativi alla natura pedologica dei terreni (vedasi all. 8 CARTA PEDOLOGICA) e alla profondità della falda. In base a quanto sopra, sono state determinate 4 classi agronomiche, con diretto riferimento alla classificazione adottata in sede internazionale relativa alla Capability Classification (capacità d uso dei terreni, che prevede una classificazione basata sulle potenzialità produttive dei terreni in asciutto). Con detta classificazione, risulta il seguente riparto dei terreni del comprensorio: 1 a classe terreni alluvionali, senza scheletro, leggeri o di medio impasto, di facile lavorazione, su cui sono possibili diverse colture agrarie, con giacitura tale da avere uno strato agrario ottimale (franco di coltivazione o di bonifica), sopra la falda freatica (zone varie del medio veronese, con terreni leggeri o di medioimpasto). Rientrano in questa classe le aree con tabacco, quelle a frutteto misto, a seminativo oppure anche solo a colture erbacee. Terreni limo sabbiosi con falda > 80 cm. pag. 67

72 2 a classe terreni di medio impasto o anche medio pesanti e argillosi, con buon franco di bonifica e coltivazione a seminativo arborato, pomacee in particolare in varie fascie lungo la destra dell Adige, oppure a seminativo semplice in altre zone occidentali. Terreni limo sabbiosi con falda < 80 cm. 3 a classe terreni con particolari limitazioni di scelta colturale, come quelli ghiaiosi e ghiaioso sabbiosi di alta pianura della parte nord del comprensorio, di elevata drenabilità naturale e con idonei franchi di coltivazione. Terreni sabbiosi e sabbioso ghiaiosi a limo argillosi sabbiosi con falda > 80 cm.. 4 a classe terreni di bassa giacitura e scarsa cadente naturale con forti limitazioni del franco di coltivazione, frequentemente insufficienti per risalita della falda acquifera freatica sottostante, nelle stagioni piovose del basso veronese, servite dal collettore Fossa Maestra, e altre aree situate nelle paleovalli dei vari corsi d acqua che solcano la pianura. Si tratta di terreni argillosi con falda inferiore a 80 cm. circa e limo argillosi sabbiosi con falda subaffiorante pure inferiore 80 cm, oltre a terreni argillosi e torbosi con falda subaffiorante. Per ciascuna classe sono state successivamente rilevate le prevalenti qualità colturali effettivamente praticate e le relative classi catastali. Per gli ambiti territoriali corrispondenti alle UTO n. 2 e 3, la coltura assolutamente prevalente è rappresentata dal SEMINATIVO, mentre per l UTO n.1 (anfiteatro morenico del Garda), si sono riscontrate incidenze paritetiche di SEMINATIVI e VIGNETI. Tab. 22 : COLTURE PREVALENTI (DA CATASTO QUALITA COLTURALE) Cod Qualità Superficie sull intero comprensorio (ha) Superficie solo UTO n.1 (ha) Superficie solo UTO n.2 e n.3 (ha) 1 Seminativo Seminativo irriguo Vigneto Frutteto irriguo Seminativo irriguo arborato Seminativo arborato Frutteto Pioppeto Incolto produttivo Bosco ceduo Prato irriguo Prato Orto Uliveto Incolto sterile Orto irriguo Prato irriguo arborato Pascolo Modello Nelle UTO n.2 e 3 risulta preponderante il SEMINATIVO Nella UTO n. 1, il VIGNETO e il SEMINATIVO sono presenti in quota paritaria Ai fini della quantificazione numerica degli indici economici, si sono dapprima valutati, per ciascuna classe agronomica, le incidenze delle diverse classi catastali attinenti le colture di riferimento e quindi calcolati i corrispondenti valori tariffari medi. I valori medi di reddito dominicale per unità di superficie (tariffa catastale), per qualità e classe colturale sono risultati i seguenti: pag. 68

73 Tab. 23 : Tariffe medie catastali per seminativi e vigneti U.T.O. Qualità e classe Tariffa ( /ha) 1 Vigneto di 1a classe 125,47 1 Vigneto di 2a classe 106,34 1 Vigneto di 3a classe 91,45 1 Seminativo di 1a classe 77,28 1 Seminativo di 2a classe 70,16 1 Seminativo di 3a classe 55,03 2,3 Seminativo di 1a classe 112,84 2,3 Seminativo di 2a classe 89,07 2,3 Seminativo di 3a classe 62,98 Per ciascuna Unità Territoriale Omogenea (UTO) e per ciascuna Classe Agronomica, in relazione alla qualità colturali maggiormente rappresentative, si sono ottenuti i seguenti valori di reddito dominicale per unità di superficie: Tab. n.24 : Redditi Dominicali medi per ettaro relativi alle 4 classi della Capabililty Classification U.T.O. Classe Qualità colturali rappresentative Reddito Dominicale ( /ha) 1 classe 1 (Seminativo+Vigneto) di 1a classe 101,38 1 classe 2 1/4 (Seminativo+Vigneto) di 1a classe + 3/4 (Seminati 91,54 vo+vigneto) di 2a classe 1 classe 3 3/4 Seminativo di 2a classe + 1/4 Seminativo di 3a classe 84,50 1 classe 4 Seminativo di 3a classe 73,24 2,3 classe 1 Seminativo di 1a classe 112,84 2,3 classe 2 1/4 Seminativo di 1a classe + 3/4 Seminativo di 2a classe 95,01 2,3 classe 3 3/4 Seminativo di 2a classe + 1/4 Seminativo di 3a classe 82,54 2,3 classe 4 Seminativo di 3a classe 62,98 Fissato pari all unità il valore relativo alle classi 4, si ottengono i seguenti indici economici distinti per singola classe agronomica: Tab. 25 : Indici Economici per beneficio di bonifica N. U.T.O. RD /ha Indice 1 2,3 classe 4 62, classe 4 73, ,3 classe 3 82, classe 3 84, classe 2 91, ,3 classe 2 95, classe 1 101, ,3 classe 1 112, La distribuzione territoriale delle superfici corrispondenti alle classi economiche come sopra individuate è riportata alla scala 1: all. 13 CARTA DELL INDICE ECONOMICO DEI SUOLI AGRICOLI. pag. 69

74 5.4.2 IMMOBILI URBANI Per il settore urbano l indice economico è funzione del valore catastale del bene immobile. Pertanto, in linea con quanto indicato dalle direttive regionali, il parametro di riferimento da utilizzare è la rendita catastale rivalutata, il cui valore è generalmente rispondente alla reale destinazione d uso degli immobili. L indice economico viene correlato alla rendita unitaria, calcolata rapportando la Rendita dell immobile alla propria superficie contribuente. La superficie contribuente della singola unità immobiliare è costituita dalla quota parte di competenza di superficie del lotto di terreno su cui insiste lo stesso fabbricato. Tale superficie è ricavabile dai dati catastali del censuario Terreni. Ogni unità immobiliare farà riferimento al proprio lotto di pertinenza. Nel caso di più unità immobiliari presenti sul medesimo mappale di pertinenza, il riparto verrà effettuato proporzionalmente alla rendita. La rivalutazione delle Rendite catastali viene effettuata moltiplicando la rendita per gli opportuni coefficienti di legge, così distinti per categoria catastale: categoria D : coefficiente = 50 categoria A/10 : coefficiente = 50 categoria C/01 : coefficiente = 34 tutte le altre categorie : coefficiente = 105 Per il calcolo dell indice risulta più semplice l utilizzo diretto della rendita catastale, applicando alle sole categorie D, A/10 e C/01 dei parametri riduttivi in base al coefficiente di rivalutazione previsto dalla norma, come indicato nella tabella seguente: CATEGORIA Coefficiente rivalutazione RIDUZIONE A, B, C 105 1,00 D 50 0,48 A/ ,48 C/ ,32 Per gli immobili privi di dati relativi alla rendita, nel caso di nuove costruzioni e di ritardi di classamento da parte dell Agenzia del Territorio, verrà assegnato il valore della rendita media riferiti a immobili della stessa area. Determinazione dell indice economico per gli immobili urbani: Per ogni unità immobiliare urbana, situata nelle aree beneficiarie del servizio di Bonifica, è stata dapprima determinata la rendita ricalcolata unitaria (espressa in Euro per metro quadrato di superficie). Si è quindi proceduto alla determinazione della rendita media unitaria dell intera serie, risultata pari a 1,05 /mq. Tale rendita unitaria è stata utilizzata quale valore soglia per scomporre in 2 sole classi il complessivo indice economico per gli immobili urbani. Ciò consente di ridurre l elevata differenziazione potenziale tra i valori catastali, e addivenire a valori indice coerenti con il principio estimativo basato sul criterio dell ordinarietà. 1 a Classe economica Rendita unitaria minore di 1,05 /mq 2 a Classe economica Rendita unitaria pari o maggiore di 1,05 /mq pag. 70

75 I valori indice da assegnare alle 2 classi sono stati ottenuti rapportando il valore soglia sopra determinato alla rendita unitaria media degli immobili urbani appartenenti alla ricadenti nella prima classe. Rendita unitaria rappresentativa degli immobili ricadenti in 1a classe: 0,58 /mq Rendita unitaria rappresentativa degli immobili ricadenti in 2a classe: 1,05 /mq Tab. 26 : Indici Economici per Immobili Urbani CLASSE Rendita unitaria Indice Economico 1 0, , STRADE, FERROVIE Per le strade e le ferrovie, le cui particelle sono prive di rendita catastale, l indice economico viene differenziato in base al tipo ed importanza dell arteria viaria, secondo lo seguente schema: Tab. 27 : Indici Economici per suoli occupati da strade e ferrovie N. Tipologia Titolare Indice Economico 1 Autostrade, Superstrade, Ferrovie 2 Strade Extraurbane Società Spa, ANAS Provincia, Regione Strade Urbane Comune 0.50 I valori indice utilizzati sono mediamente rappresentativi della diversa incidenza dei costi di costruzione per unità di superficie. 5.5 INDICI DI BENEFICIO PER LA BONIFICA IDRAULICA IMMOBILI AGRICOLI Per il settore dei terreni agricoli, valutate le varie situazioni presenti nel comprensorio e le combinazioni risultanti dal prodotto tra i rispettivi indici tecnici e quelli economici, si sono ottenuti i seguenti risultati: Tab. 28 Valori indici finali di beneficio per i terreni agricoli n. Indice Soggiacenza (a) Indice Comportamento (b) Indice Efficacia (c) Indice TECNICO (d = axbxc) Indice ECONOMICO (e) Indice FINALE (f = d x e) pag. 71

76 pag. 72

77 L indice finale di beneficio risulta variare in un campo composto da n. 142 distinte sottoclassi risultanti dalle diverse combinazioni degli indici elementari. Si ritiene opportuno procedere ad un accorpamento, in modo da poter dar luogo ad una zonizzazione rappresentabile cartografica di facile lettura ed interpretazione. Si sono inizialmente individuati i raggruppamenti, laddove l indice presentasse scarti significativi (cd Natural Breaks). Successivamente, all interno di ciascun raggruppamento, si è proceduto calcolando la media ponderata dei valori indice rispetto alle superfici di competenza. Sono state in tal modo individuate n.10 classi di beneficio come sottoindicato, assunto come valore unitario quello della classe con indice di beneficio minore. pag. 73

78 Tab. 29 : Indici di Beneficio di Bonifica Valori raggruppati in classi Classi Sottoclassi Indice di Beneficio 1 dal n. 1 al n dal n. 18 al n dal n. 31 al n dal n. 46 al n dal n. 60 al n dal n. 76 al n dal n. 88 al n dal n. 105 al n dal n. 120 al n dal n. 128 al n La distribuzione territoriale delle superfici corrispondenti alle classi come sopra individuate è riportata nella corografia in scala 1: di cui all allegato 14 CARTA DELL INDICE DI BENEFICIO DI BONIFICA DEI SUOLI AGRICOLI. Detta cartografia evidenzia la zonizzazione delle 7 classi fondamentali corrispondenti ai terreni coltivati (vedi colore verde nella tabella successiva) e delle 3 classi attinenti superfici a diversa destinazione (aree estrattive, basi militari, ecc.), distinte dai suoli urbanizzati trattati nel successivo paragrafo. La tabella seguente mostra in dettaglio le caratteristiche delle 10 classi di contribuenza come sopra ottenute: Tab. 30 : Indici di Beneficio di Bonifica Suoli agricoli coltivati e suoli per altri usi Zone e classi di contribuenza Superficie Ha (4,65%) (10,89%) (18,78%) (25,75%) (22,34%) (14,91%) (0,78%) (0,38%) (0,58%) Tipologia uso suolo prevalente Indici di Beneficio Solo Terreni agricoli coltivati presenti nelle UTO n.2 e n. 3. 1,00 Solo Terreni agricoli coltivati presenti in tutte le UTO 1.56 Terreni agricoli coltivati presenti in tutte le UTO. Aree Verdi in ambito urbano Terreni agricoli coltivati presenti in tutte le UTO. Aree Verdi in ambito urbano Terreni agricoli coltivati presenti in tutte le UTO,. Aree Verdi in ambito urbano Terreni agricoli coltivati presenti in tutte le UTO. Aree Verdi in ambito urbano Terreni agricoli coltivati presenti solo nella UTO n.1. Terreni a destinazione diversa come nelle successive classi Nessun terreno coltivato. Presenza di Edificato in ambito agricolo, Aree interessate da Infrastrutture, Aree Verdi in ambito urbano e Aree militari Nessun terreno coltivato. Presenza di Edificato in ambito agricolo, Aree interessate da Infrastrutture, Aree Verdi in ambito urbano e Aree militari pag. 74

79 (0,95%) ha (100%) Nessun terreno coltivato. Presenza di Edificato in ambito agricolo, Aree interessate da Infrastrutture, Aree Verdi in ambito urbano e Aree militari Per quanto sopra l importo di contribuenza C i esimo da imputare alla i esima particella terremo di superficie S i scolante (cioè la superficie da moltiplicare per l indice di beneficio) risulta espresso da: Ci = C Bon Agr x Si agr. x I bi agr. Σ i (Si x I bi agr. ) dove: C Bon Agr = Costo totale annuo sostenuto dal consorzio per la Bonifica Idraulica di competenza del settore agricolo (terreni coltivati e altri terreni assimilabili) Si agr. = Superficie della i esima particella terreno (pari alla sup catastale) Σ i = Sommatoria estesa a tutte le superfici ricadenti nel perimetro di contribuenza. I bi agr. = Indice di bonifica corrispondente alla i esima superficie agricola, dato dal prodotto tra il corrispondente indice tecnico i ti e l indice economico i ei IMMOBILI URBANI Per il settore urbano la rappresentazione cartografica dell indice tecnico risulta notevolmente frammentata dato l elevato dettaglio della base tematica utilizzata (vedi Carta della Copertura del Suolo della Regione Veneto edizione 2009). Così come l indice economico, variabile, seppure con una forbice ridotta a sole 2 classi, in maniera continua da un lotto edificato all altro. L indice finale di beneficio per i diversi suoli urbani, scaturisce dal prodotto dei due indici elementari, i cui valori, distinti per singola UTO, vengono esposti nel successivo prospetto : Tab. 31 : Indici di Beneficio di Bonifica Suoli Urbani Indice Economico U.T.O. n.1 U.T.O. n.2 U.T.O. n.3 Indice Tecnico pag. 75

80 Figura n. 13 INDICE DI BENEFICIO DI BONIFICA suoli agricoli coltivati Indici pag. 76

81 Per ogni singolo immobile, analogamente a quanto esposto per il settore agricolo, il contributo Ci da imputare alla i esimo immobile urbano di superficie contribuente Si risulta espresso da: dove: Ci = C Bon Urb x Si urb x I bi urb Σ i (Si urb x I bi urb ) C Bon Urb. = Costo totale annuo sostenuto dal consorzio per la Bonifica Idraulica di competenza del settore urbano. Σ i = Si urb = Sommatoria estesa a tutte le superfici urbane ricadenti nel perimetro di contribuenza. Superficie contribuente dell i esimo immobile urbano I bi urb = Indice Beneficio di bonifica assegnato alla i esima superficie urbana STRADE, FERROVIE Per le strade e le ferrovie, la composizione dell indice tecnico con l indice economico produce i seguenti valori indice finali di Beneficio: Tab. 32 : Indici di Beneficio di Bonifica Strade e ferrovie N. Tipologia Indici Tecnici 1 Autostrade, Superstrade, Ferrovie Strade Extraurbane 3 Strade Urbane Indice Economico U.T.O. Indice Beneficio , , , MODALITA APPLICATIVE INDIVIDUAZIONE IMMOBILI BENEFICIARI DELL ATTIVITÀ DI BONIFICA IDRAULICA Gli immobili che traggono beneficio dalle opere di bonifica sono tutti i beni immobili censiti e non censiti, presenti all interno del perimetro di contribuenza consorziale, di cui si è gia riferito nel precedente paragrafo 3.5. Assieme alle aree scolanti incluse in detto perimetro beneficiano del servizio di bonifica idraulica anche alcune aree per complessivi 350 ha, ricadenti nel comprensorio del Consorzio di Bonifica Fossa di Pozzolo già oggetto di specifica convenzione. pag. 77

82 Gli immobili beneficiari dell attività di bonifica idraulica assoggettabili a contribuzione sono i seguenti: 1. Superfici agricole (terreni coltivati ed altri terreni ad uso similare) 2. Fabbricati dei gruppi : A (abitazioni), B (abitazioni collettive e/o edifici ad uso pubblico), C (locali ad uso commerciale), D (immobili per attività produttive a destinazione speciale), E (immobili a destinazione particolare) 3. Strade, ferrovie DETERMINAZIONE DELLA SUPERFICIE CONTRIBUENTE DI UN IMMOBILE La superficie da assumere a riferimento per la determinazione del contributo di bonifica corrisponde alla superficie del suolo, su cui insiste l immobile. Immobili agricoli Per gli immobili iscritti al Catasto Terreni (immobili denominati agricoli ) la superficie contribuente coincide con quella catastale. Le superfici di tale categoria di immobili sono quindi direttamente desumibili dal catasto pubblico per ciascuna particella. Immobili urbani Per gli immobili iscritti al Catasto Urbano, la superficie contribuente di competenza di ciascuna unità immobiliare è costituita dalla quota parte di superficie del lotto di terreno su cui insiste il fabbricato. Quando su uno stesso lotto insistono più immobili urbani, l assegnazione della quota di superficie contribuente avviene proporzionalmente alle rispettive Rendite Catastali (simile al criterio delle quote millesimali condominiali ). E noto che il Nuovo Catasto Edilizio Urbano fornisce la consistenza delle unità immobiliari in modo diversificato in relazione al gruppo di appartenenza. per il gruppo A, il Catasto fornisce il numero dei vani; per il gruppo B, il Catasto fornisce il volume in m 3 ; per il gruppo C, il Catasto fornisce la superficie costruita in m 2 ; per i gruppi D ed E, il Catasto fornisce solo la rendita catastale e in qualche caso anche la superficie e la volumetria degli immobili. Tali parametri però non permettono di ricavare l effettiva superficie scolante contribuente, la quale, come spiegato, deve fare riferimento diretto al lotto edificato. La superficie che ci interessa può essere ottenuta attraverso le particelle catastali iscritte al Catasto Terreni corrispondenti alle unità immobiliare urbane. Tale corrispondenza, per quanto attiene il Catasto pubblico della Provincia di Verona, viene garantita dalla corrispondenza tra gli identificativi catastali dei terreni e dei fabbricati sui quali insistono. pag. 78

83 Fig. 14 Superficie scolante dell Unità immobiliare urbana Corrispondenza tra le Unità immobiliari urbane (U.i.u. i esima ) e la quota parte di superficie scolante del lotto urbanizzato U.i.u i S Si U.i.u. i = Unità immobiliare urbana i esima S si = Superficie scolante di competenza dell unità immobiliare i esima FABBRICATI RICADENTI IN AREE SERVITE DA PUBBLICA FOGNATURA L art. 37 comma 2, prevede l esenzione dal contributo di bonifica per gli immobili urbani serviti da pubblica fognatura per la sola componente dello scolo, il quale, viceversa, deve essere posto carico dei soggetti gestori della rete fognaria stessa. In tale contesto vanno considerate reti di pubblica fognature le sole strutture atte a smaltire le acque di tipo misto (acque meteoriche mescolate alle reflue), provenienti dagli immobili urbani serviti. C gestore = Σ i C scolo urbano i dove : C gestore = contributo a carico del soggetto Gestore C scolo urbano i = contributo afferente allo scolo dell i esimo immobile urbano Σ i = sommatoria estesa a tutti gli immobili urbani serviti da pubblica fognatura La determinazione del contributo relativo alla quota di scolo per il singolo immobile urbano (C scolo urbano i), avviene a valle dell intera procedura di calcolo del contributo di bonifica a carico del singolo immobile (vedi formula a pagina 43), applicando ad esso il coefficiente già presentato in Tab. 4, relativamente alla incidenza delle spese di Scolo sul totale delle spese per la Bonifica idraulica, secondo la formula si seguito riportata: pag. 79

84 C scolo urbano i = C Bon i x U tr 5 anni U tr 5 anni + U tr 50 anni dove: C scolo urbano i = contributo di Bonifica per la sola componente di scolo dell i esimo immobile urbano C Bon i = contributo di Bonifica a dell i esimo immobile urbano U tr 5 anni = coeff. udometrico calcolato per tempi di ritorno di 5 anni U tr 50 anni = coeff. udometrico calcolato per tempi di ritorno di 50 anni Come già riportato nel paragrafo 5.1, i coeff. udometrici vengono applicati distintamente per le diverse Unità Territoriali Omogenee. Per ciascuna U.T.O., pertanto valgono i seguenti parametri: Tab. 33 : Componenti di SCOLO e Componenti di DIFESA distinti per ciascuna UTO di bonifica U.T.O. Componente di scolo Valore del parametro Componente di difesa idraulica Valore del parametro 1 0,309 0, ,283 0, ,283 0, FABBRICATI RURALI Sono considerati Rurali i Fabbricati, pur iscritti al catasto urbano, che rispondono ai requisiti oggettivi di ruralità, previsti dall art.9 del DLgs 557/93, convertito nella legge 133/94 e successive modifiche. Al pari del trattamento di favore a loro riservato per quanto riguarda l esenzione dall imposta sull ICI, è opinione condivisa che agli stessi debba essere riconosciuta la qualità di immobili funzionali all attività agricola e quindi esclusi dalla contribuenza urbana consortile. I fabbricati rurali come sopra definiti, ai fini dell applicazione del Piano di Classifica, vanno pertanto annoverati solo nell ambito del catasto terreni (vedi qualità catastale 279 = fabb rurali ), come se non fossero mai stati oggetto di accatastamento all Urbano. In termini di indici di beneficio, significa semplicemente che ai suoli in oggetto dovrà essere applicato lo stesso indice economico dei terreni agricoli circostanti. Mentre l indice tecnico terrà conto del diverso grado di impermeabilizzazione del terreno su cui insiste l edificio (vedi il tipo di suolo Urbano Isolato nell ambito dell indice di comportamento idraulico dei suoli). pag. 80

85 6 L IRRIGAZIONE 6.1 PREMESSA RECENTI SVILUPPI DELLE STRUTTURE IRRIGUE CARATTERISTICHE DEL SERVIZIO IRRIGUO 6.2 DISPONIBILITÀ IDRICHE CONSORTILI 6.3 AREE IRRIGUE OMOGENEE 6.4 BENEFICIO IRRIGUO 6.5 IRRIGAZIONE STRUTTURATA INDICE DI DOTAZIONE IRRIGUA INDICE ECONOMICO SUPERFICI ATTREZZATE INDICE DI BENEFICIO IRRIGUO SUPERFICI ATTREZZATE INDICE DI POSSIBILITÀ DI SCARICO INDICE DI PARZIALIZZAZIONE DELLA DOTAZIONE IRRIGUA 6.6 IRRIGAZIONE NON STRUTTURATA INDICE DI FABBISOGNO IRRIGUO INDICE DI EFFICIENZA DEL SEVIZIO IRRIGUO INDICE ECONOMICO SUPERFICI NON ATTREZZATE INDICE DI BENEFICIO IRRIGUO SUPERFICI NON ATTREZZATE COLTURE IDROESIGENTI 6.7 SITUAZIONI PARTICOLARI DEL SERVIZIO IRRIGUO CONSORTILE IRRIGAZIONE SUPPLETIVA PROCEDURA DI AFFRANCAMENTO DALL OBBLIGO DEL TRIBUTO IRRIGUO UTENZE IRRIGUE NON AGRICOLE BACINI A GESTIONE IRRIGUA AUTONOMA pag. 81

86 6 L IRRIGAZIONE 6.1 ASPETTI GENERALI Le vicende storiche che hanno interessato i diversi territori che attualmente compongono il Consorzio di Bonifica Veronese, hanno prodotto realtà e situazioni molto differenziate. In particolare l irrigazione è stata attuata con modalità e intensità differenti in relazione diretta con l importanza che tale attività rappresentava in termini di produzione agricola. Nei territori dell alta e media pianura, caratterizzati da suoli con preponderante presenza di scheletro e materiale grossolano, l apporto irriguo ha sempre fatto la differenza tra un reddito soddisfacente e la perdita totale del raccolto. In questi contesti si sono realizzate, tra le prime in Italia, opere irrigue di grandissima importanza e per di più quasi totalmente sostenute da risorse economiche provenienti dagli stessi proprietari dei terreni interessati RECENTI SVILUPPI DELLE STRUTTURE IRRIGUE CONSORTILI L esercizio irriguo è attuato con modalità differenti: nell alta pianura e nella zona dell Agro Veronese, dove è assente un reticolo idrografico naturale, esiste una fitta rete di canali artificiali e tubazioni, a gravità e in pressione, che servono circa ettari con dotazioni variabili in funzione della tecnica adacquatoria, della tessitura del suolo e della coltura praticata. Tra la seconda metà degli anni ottanta e la prima metà degli anni novanta, sono state realizzate, con finanziamenti pubblici, nuove opere di fondamentale importanza per l irrigazione nell area dell ex Consorzio Valli Grandi, (nuova opera di presa dall Adige a Sorio di San Giovanni Lupatoto, nuove canalizzazioni irrigue, sistemazione e adeguamenti di quelle miste, nuove derivazioni dall Adige a Carpi e a Spinimbecco di Villabartolomea, ecc.). L ammodernamento delle nuove reti alimentate dall Adige ha assicurato, da un lato, il completo utilizzo dei corpi d acqua (8.00 mc/sec.) di antica irrigazione e, dall altro consentito, l utilizzo delle nuove disponibilità (4.00 mc/sec.). Con tali interventi sono stati altresì eliminate le situazioni di precarietà in cui versavano i vecchi attingimenti irrigui sia consortili che privati che non davano affidabilità, in termini sia quantitativi che qualitativi, e consentita anche, in modo considerevole, l estensione della pratica irrigua in aree prima asciutte della media e bassa pianura. Nel 2003, anno tra i più caldi e siccitosi del secolo scorso, ha preso avvio una serie di interventi di conversione irrigua che ha riguardato dapprima gli impianti a scorrimento con sollevamento meccanico nella zona dell ex Adige Garda, per estendersi successivamente alle altre zone dell alta pianura e dell Agro Veronese vocate all irrigazione localizzata. Sono stati realizzati gli impianti Sandrà_1 e Sandrà_2 di ettari complessivi, messi in funzione tra il 2003 ed il 2007, Campara di circa 450 ettari realizzato nel biennio 2005/06, Lazise di circa 800 ettari realizzato nel biennio 2008/09. A questi vanno aggiunti alcuni interventi minori di conversione ed ampliamento sugli impianti di Costermano, Affi, Casazze, Custoza, Caovilla, Fumane, grazie ai quali la superficie irrigata in pressione nella zona dell ex Adige Garda è passata da a ettari. Recentemente sono stati elaborati alcuni importanti progetti di conversione irrigua nelle zone di Peschiera, Chievo e S.Vito al Mantico, Alpo, Villafranca, Cà degli Oppi, Villa d Adige, per complessivi ettari circa. Alcuni di questi progetti, inseriti nel Piano Irriguo Nazionale, sono già stati approvati in linea tecnica dal Magistrato alle Acque di Venezia. La razionalizzazione delle strutture irrigue nei territori in destra Adige serviti dalle derivazioni di Sciorne e Bussolengo renderà disponibile, in futuro, una portata di circa 6,5 m³/s. Con l autorizzazione della Regione Veneto pag. 82

87 e dell Autorità di Bacino del Fiume Adige, questa portata potrà essere riutilizzata all interno del comprensorio consortile per alimentare i corsi d acqua di risorgiva: i fiumi Tione dei Monti, Tione delle Valli, Tartaro e Menago, i fossi Calfura Leona, Tartarello di Isolalta, Baldona, Raziol, Salarina, Fossa Nuova, Vannina, Brà Falconer, Crear e Aosetto. La portata aggiuntiva, opportunamente ripartita, potrà fornire una dotazione irrigua media di 0,24 l/s per ettaro ai terreni agricoli ancora oggi sprovvisti di tale risorsa, per complessivi ettari di cui nell ex Alto Tartaro e nell ex Valli Grandi CARATTERISTICHE DEL SERVIZIO IRRIGUO Il servizio di irrigazione consortile riguarda l attività di derivazione dell acqua da fonti diverse (interne e/o esterne al comprensorio), e di adduzione della stessa nella rete irrigua, costituita da canali a cielo aperto o condotte in pressione, oppure immessa in canali di scolo ad uso promiscuo, adattati e utilizzati per tale servizio attraverso la regolazione di appositi manufatti idraulici (sostegni, chiaviche, sifoni ecc.). Può comprendere anche la distribuzione alle diverse aziende e/o proprietà beneficiarie riunite in bacini irrigui, in alcuni casi a gestione autonoma. Il comma 3 dell art. 36 della legge regionale distingue le superfici oggetto d irrigazione in superfici attrezzate ed in superfici non attrezzate e irrigabili tramite la rete irrigua. Superfici attrezzate (irrigazione strutturata): superfici che beneficiano di una rete irrigua progettata e realizzata appositamente per agevolare l adduzione e la consegna alle aziende della risosrsa idrica. In genere tale servizio irriguo prevede dotazioni garantite con turni stabiliti. L irrigazione in tali superfici può avvenire con sistemi a scorrimento, sommersione oppure con sistemi pluvirrigui. Superfici non attrezzate (irrigazione non strutturata): superfici che utilizzano la rete irrigua principale e/o quella mista consorziale per la provvista dell acqua per l irrigazione, e che provvedono in proprio al prelievo e distribuzione della risorsa idrica mediante sistemi ad aspersione. In diversi casi la rete consorziale può alimentare fossi privati e interaziendali, direttamente o mediante rigurgito con appositi manufatti. La consegna dell acqua irrigua non viene pertanto prefissata ma l utente preleva la risorsa che gli serve quando vuole. Il Consorzio deve solo garantire il necessario impinguamento idrico delle reti. Si tratta in genere del servizio irriguo denominato di Soccorso. La risorsa idrica, inoltre, può essere inizialmente prelevata o per gravità o per sollevamento meccanico. Nella media e bassa pianura i numerosi canali naturali originatisi dalle risorgive e dai fontanili, vengono u tilizzati anche come vettori irrigui. Negli stessi corsi d acqua, infatti, la risorsa idrica può esservi immessa direttamente, oppure raccogliendo le colaticce dei terreni superiori. Negli ultimi decenni i Consorzi di Bonifica recentemente confluiti nel nuovo Consorzio di Bonifica Veronese, hanno attuato un vasto programma di interventi assicurando a tutto il territorio il necessario grado di sicurezza idraulica mediante la gestione di una estesa canalizzazione dello sviluppo complessivo di oltre 2000 km, a servizio dell intero comprensorio, per la salvaguardia e la tutela dei notevoli interessi pubblici e privati ivi presenti. Tale rete di canali, svolge funzioni miste; i collettori, cioè possono essere utilizzati sia per lo scolo che per l irrigazione. Ciò significa che essa si presta anche ad essere messa in crisi durante l estate in concomitanza di temporali che, tra l altro, si manifestano quasi sempre in modo improvviso e localizzato. Questo comporta un forte impegno da parte degli addetti consorziali nella gestione di dette canalizzazioni, i quali, con attenzione e prudenza, operano per il raggiungimento di un empirica ottimizzazione tra i benefici della pratica irrigua e il mantenimento di un sufficiente livello di sicurezza idraulica. La maggior parte dei corsi d acqua, avendo prioritariamente funzioni scolanti, sono in terra e quindi necessitano di espurghi e diserbi meccanici accurati, almeno una volta all anno. pag. 83

88 Attualmente, nel comprensorio, i terreni interessati dal servizio irriguo sono circa ha, pari al 74% del totale delle superfici agricole. Le aree che, al momento, non risultano servite devono questa loro condizione o per la mancanza della risorsa idrica, la cui disponibilità non copre gli interi fabbisogni per l irrigazione del comprensorio, o per la mancanza di infrastrutture di distribuzione della stessa, non ancora realizzate per carenza di finanziamenti pubblici e privati. 6.2 DISPONIBILITÀ IDRICHE CONSORTILI Le fonti di alimentazione e le relative disponibilità idriche concesse al Consorzio di bonifica per l irrigazione dei terreni sono le seguenti (suddivise secondo le originarie competenze degli ex Consorzi elementari): Tab. 34 : Concessioni irrigue e portate derivate Adige Garda Portata Località Fonte Concessa (l/sec) Garda lago di Garda 60 Bardolino lago di Garda 110 Canale Principale Canale Biffis Valle Canale Biffis 200 Barbussola Canale Biffis 400 Campara Canale Biffis 800 Sinistra Adige Canale Biffis 4200 Fumane Canale Biffis 30 Caovilla Canale Biffis 90 Totale Agro Veronese Tartaro Tione Portata Località Fonte Concessa (l/sec) Sciorne Fiume Adige Presa Colleoni Canale Camuzzoni Totale Valli Grandi e Medio Veronese derivazioni a gravità Località di derivazione Fonte Portate concessa (l/sec) Sorio di S. G. Lupatoto Fiume Adige Paina di Angari Fiu,e Adige 50 Pezzatonega di Oppeano Scolo Brugnola 150 Bragadina di Legnago Fiume Bussè 1600 Oppeano Fiume Bussè 1325 Botte di Roverchiara Fiume Bussè 150 Boccare di Casaleone Scolo Canossa 1,025 pag. 84

89 Ponte Rosso di Cerea Scolo Focchiara 50 Ravagnana di Casaleone Fiume Menago 20 Cà Badani di Cerea Fiume Menago 193 Valchiusa di Cerea Fiume Menago 10 Le Porte di Cerea Fiume Menago 576 Le Porte di Cerea Fiume Menago 435 Angiari Scolo Nichesola 200 Casalbergo Isola della Scala Fossa Peccana Peccanella 870 Isola Rizza Scolo Piganzo 250 Borghesana di Casaleone Fiume Tartaro 580 Carpania di Casaleone Fiume Tregnon 175 Maccacari di Gazzo Veronese Scolo Zimel 125 Totale Valli Grandi e Medio Veronese derivazioni con sollevamento elettromeccanico (a servizio dell ambito in Sx Bussè) Località di derivazione Fonte Portate concessa (l/sec) Vigo di Legnago Fiume Adige 90 Volta Bonfante Villa Bartolomea Fiume Adige 257 Leziero Villa Bartolomea Fiume Adige 85 Spininbecco Villa Bartolomea Fiume Adige 151 Carpi Villa Bartolomea Fiume Adige 150 Rosta Castagnaro Fiume Adige 468 Villa d Adige Badia Polesine Fiume Adige 200 Totale AREE IRRIGUE OMOGENEE Il servizio di irrigazione, diversamente da quello idraulico che consente di suddividere l intero comprensorio consortile in sole 3 grandi Unità Territoriali, porta a distinguere, ai fini del riparto delle spese, molte e diversificate unita territoriali tecnico gestionali, omogenee per tipo di attività irrigua (ovvero U.T.O. irrigue). L individuazione dei bacini irrigui ed aree omogenee è definita in relazione alle diverse fonti e punti di alimentazione, alla dislocazione delle superfici servite, alle caratteristiche strutturali dei servizi svolti. Possiamo definire le seguenti Unità Territoriali Omogenee suddivise per tipologia: 1. IRRIGAZIONE STRUTTURATA A) Irrigazione con metodo a scorrimento, con derivazione e distribuzione a gravità: pag. 85

90 n. Nome Bacino Irriguo (UTO) 1 SINISTRA ADIGE 2 DESTRA ADIGE 3 GUASTALLA 4 CUSTOZA 5 SALIONZE 6 SECONDARIO COLA' 7 SINISTRA MINCIO 8 DESTRA MINCIO 9 ACQUE INVESTITE 10 CONAGRO 11 SAGRAMOSA 12 CONTARINA 13 BONGIOVANNA ZORZI B) Irrigazione con metodo a scorrimento, con derivazione soggetta a sollevamento meccanico e distribuzione a gravità: n. Nome Bacino Irriguo (UTO) 14 MONTINDON 15 PALAZZOLO sollevamento 16 CA DEGLI OPPI C) Irrigazione con condotte in pressione (pluvirrigazione) n. Nome Bacino Irriguo (UTO) 17 AFFI PIOGGIA 18 ALTO RIVOLI PIOGGIA 19 COSTERMANO PIOGGIA 20 BARDOLINO PIOGGIA 21 GARDA PIOGGIA 22 CASAZZE PIOGGIA 23 CAVAION PIOGGIA 24 CUSTOZA PIOGGIA 25 FRATI BERTOLINI PIOGGIA 26 MONTE VENTO PIOGGIA 27 PALAZZOLO PIOGGIA 28 PASTRENGO PIOGGIA 29 SPOLVERINA PIOGGIA 30 LAZISE PIOGGIA 31 CAMPARA UNO PIOGGIA 32 CAOVILLA PIOGGIA 33 FUMANE PIOGGIA 34 SANDRA' UNO PIOGGIA 35 SANDRA' DUE PIOGGIA pag. 86

91 2. IRRIGAZIONE NON STRUTTURATA A) Irrigazione di SOCCORSO in ambiti serviti da impianti di sollevamento n. Nome Bacino Irriguo (UTO) 36 VIGO DUGALONE 37 CAGLIARA SPROCCARA 38 CAMPAGNA FONTANA 39 VILLA D ADIGE 40 MALOPERA 41 LORIA 42 STRAZZARI 43 PRANOVI B) Irrigazione di SOCCORSO in ambiti serviti totalmente a gravità n. Nome Bacino Irriguo (UTO) 44 ROSTINA 45 SCALVIN PASSIVA SCARDEVARA 46 MURI 47 RAVAGNANA 48 PECCANELLA 49 SOCCORSO ALTO TARTARO 50 SOCCORSO VALLI GRANDI Tali ambiti sono rappresentati cartograficamente nell allegato n.5 UNITA TERRITOTIALI OMOGENEE Beneficio Irriguo cor. 1: Nel comprensorio sono anche presenti aree che, pur disponendo di approvvigionamenti idrici messi a disposizione dal consorzio, non vengono irrigate sul campo in quanto beneficiano dell umidità dei terreni per effetto del rimpinguamento della prima falda, e/o per rincollo dell acqua in scoline private. Le stesse sono comunque ricompresse negli ambiti serviti da irrigazione di soccorso. Gli approvvigionamenti idrici necessari per l irrigazione sono assicurati dal Fiume Adige che domina il comprensorio consortile nella parte nord est e dai corsi d acqua naturali (1) minori alimentati dalla falda freatica affiorante nell alta e nella media pianura veronese. In misura minore viene utilizzata anche acqua prelevata dal Lago di Garda. L acqua viene derivata dall Adige direttamente mediante opere di presa di competenza consortile (Gaium, Sorio), oppure mediante prelievo da collettori industriali (Canale Biffis, Canale Camuzzoni), a gravità o con impianti di sollevamento. 1 L abbassamento della falda freatica e la carente cura dei fontanili, sono causa dei diminuiti o addirittura scomparsi corpi d acqua naturali. 2 La derivazione dall Adige a Sorio (fino a 12 mc/sec. nel periodo primavera-estate) è paragonabile, con riferimento al territorio dominato dalla stessa derivazione, a una precipitazione di 200 mm., con un volume netto invasato nelle reti di circa 70 milioni di metri cubi. Tenuto conto che la rete consortile mista a servizio della superficie dominata è stata valutata in 660 Km. e il volume d acqua invasabile, globalmente, in tale rete è di circa 2,8 milioni di metri cubi, il citato volume d acqua di 70 milioni di metri cubi consente un ricambio d acqua in tali collettori superiore, mediamente, di circa 25 volte rispetto a quello che si verificherebbe in assenza della derivazione dall Adige. pag. 87

92 Figura n. 15 UNITA TERRITORIALI OMOGENEE (U.T.O.) Beneficio Irriguo pag. 88

93 6.4 BENEFICIO IRRIGUO Nei diversi ambiti irrigui il grado di beneficio conseguibile dipende da fattori diversi, quali: il tipo di infrastruttura irrigua, la profondità della falda, il tipo di terreno, l ordinamento produttivo e, in modo non trascurabile, le differenti possibilità e disponibilità di impiego della risorsa idrica. La vivificazione (1) dei corsi d acqua nella media e bassa pianura, dove in corsi d acqua nel periodo estivo presentano deflussi naturali pressoché irrisori, costituisce un ulteriore vantaggio di grande rilevanza sotto l aspetto, oltrechè ambientale, anche igienico, in particolare là dove il territorio è maggiormente inurbato con scarichi fognari negli adiacenti canali ricettori. Un altro aspetto particolarmente positivo e costituito dal rimpinguamento della falda durante il periodo irriguo. In sintesi i benefici rilevabili dal servizio irriguo sono i seguenti: benefici per un uso diretto delle acque che, in relazione alle caratteristiche dell infrastruttura irrigua, del servizio consortile e alle disponibilità dell acqua, conferiscono alle aree interessate vantaggi differenti, a livello aziendale. benefici estesi su tutto il territorio consorziale di carattere generale, anche se di problematica quantificazione, conseguenza della vivificazione della rete idrografica consorziale; benefici di carattere particolare, più o meno presenti nelle diverse zone, per effetto dell impiguamento della falda freatica 2 a seguito dell immissione di acqua nella rete primaria e secondaria di bonifica nei periodi irrigui. I costi consortili derivanti dall attività irrigua, quantificati per ciascuna UTO, devono essere ripartiti in relazione al beneficio conseguito dai singoli proprietari a seguito di detta attività. Il servizio irriguo non interessa l intero comprensorio consortile, bensì solo i terreni serviti dalle reti irrigue consortili e ricadenti nelle diverse UTO. Il beneficio di natura irrigua deve essere distinto in: a) beneficio di disponibilità irrigua per superfici attrezzate; b) beneficio di disponibilità irrigua per superfici non attrezzate (irrigazione di soccorso) La quantificazione del beneficio, elemento alla base della determinazione degli indici per il riparto degli oneri, in linea teorica, può essere effettuata in vari modi: in base all incremento del valore fondiario, oppure in base all incremento del reddito in conseguenza dell azione dell ente Consortile. La DGR n. 79/2011, prevede l utilizzo di parametri che tengano conto delle dotazioni d acqua irrigue e/o dei volumi d acqua stagionali impiegati. Ciò in relazione al fatto che gli incrementi produttivi ed economici dovuti all irrigazione sono proporzionali ai fabbisogni d acqua irrigua. In sostanza, l incremento di beneficio fondiario dovuto all irrigazione, dipende dai seguenti fattori originari, da tradurre in indice di beneficio irriguo: 2 Vi sono aziende agricole che sull intera loro superficie o su parte di essa hanno saputo, con razionalità, sfruttare la possibilità di impinguamento della falda per cui sollevando con pompe o rincollando l acqua alla quota necessaria praticano una vera a propria subirrigazione. pag. 89

94 dotazioni d acqua unitarie fornite (lt/sec/ha) fabbisogni idrici stagionali (in mm/stagione o in m 3 /Ha stagionali), che dipendono dalla natura, giacitura e fertilità del suolo tipo ed entità del servizio consortile di derivazione, adduzione e consegna dell acqua alle aziende. Quanto più il servizio è esteso ed efficiente, minore è l onere residuo a carico delle aziende. Il primo indice considerato dotazione irrigua unitaria è specifico per gli ambiti serviti con irrigazione strutturata, sia mediante canalette a pelo libero, sia con reti in pressione. Il secondo denominato indice di fabbisogno irriguo rappresenta la quantità di acqua irrigua necessaria a soddisfare il deficit idrico evidenziato dalle colture. Viene utilizzato laddove la dotazione non è nota a priori, ed è pertanto caratteristico dei territori con irrigazione NON strutturata. Il terzo è detto indice di servizio irriguo, e rappresenta l efficienza del servizio irriguo consortile inteso sia come disponibilità di utilizzo di corpi idrici necessari, sia come necessità gestionali, di derivazione, adduzione e consegna dell acqua, In verità le linee guida prodotte dalla Regione, per rispondere al principio enunciato nell art. 36 della LR 12/2009, secondo il quale il beneficio irriguo deve tenere conto anche delle colture praticabili, introducono un ulteriore indice: l indice economico di natura irrigua; anche in questo caso da correlare al reddito dominicale. La determinazione delle classi di contribuenza e quindi degli indici finali di beneficio irriguo, risulterà dalla combinazione degli indici sopra esposti. L analisi dei vari indici viene svolta distinguendo gli ambiti a diversa tipologia irrigua : Irrigazione strutturata e Irrigazione non strutturata. 6.5 IRRIGAZIONE STRUTTURATA Ciò che caratterizza maggiormente tale tipologia di irrigazione riguarda l assegnazione a ciascun terreno beneficiario di una determinata specifica dotazione irrigua. La dotazione può essere espressa in portata per superficie unitaria (l/sec/ha) oppure in una portata complessiva assegnata alla particella catastale (l/sec) INDICE DI DOTAZIONE IRRIGUA Le dotazioni irrigue possono variare in relazione alle caratteristiche pedologiche dei terreni. Si tratta in ogni caso di valori analizzati ed assegnati già durante la fase progettuale per il dimensionamento degli impianti e delle reti distributive (dotazioni di progetto). Si possono distinguere le seguenti situazioni: Bacini irrigui afferenti l ex Consorzio Adige garda che utilizzano il sistema a scorrimento: presentano generalmente dotazioni differenziate in classi, espresse in l/sec/ha. Bacini irrigui afferenti l ex Consorzio Adige garda serviti da sistemi pluvirrigui: presentano dotazioni differenti tra loro, ma omogenee all interno di ciascun ambito. Le dotazioni sono espresse in l/sec/ha. Bacino irriguo servito con sistema di canalette corrispondente all ex Consorzio CONAGRO: presenta dotazioni espresse in l/sec assegnate in via definitiva a ciascuna particella catastale terreni. I bacini irrigui ricadenti nell ex Consorzio Valli Grandi e Medio Veronese che utilizzano il sistema a scorrimento presentano le seguenti caratteristiche : pag. 90

95 Bacino Cà degli Oppi : presenta dotazioni suddivise in 5 classi, espresse in l/sec/ha. La classe a dotazione inferiore corrisponde ad una zona (Pezzagrande) all interno della quale la rete distributiva si presenta soggiacente il piano campagna, e dove il prelievo a carico delle aziende beneficiarie avviene mediante motopompe. Bacini Contarina, Sagramosa e Bongiovanna Zorzi : l irrigazione avviene mediante canalette con sistema a scorrimento. La dotazione unitaria pur diversificata tra i bacini, rimane comunque invariata all interno di ciascuno. In tutti gli ambiti o bacini irrigui caratterizzati da dotazione unitaria costante, l indice di Dotazione Irrigua può essere considerato sempre pari all unità (è questo il caso di tutti i bacini pluvirrigui e di alcuni bacini a scorrimento come sopra descritto). Tab. 34 : Indici di dotazione irrigua per singolo bacino irriguo Tipo di Irrigazione n. Bacini Irrigui Numero Classi di Dotazione Dotazioni irrigue (l/sec/ha) 1 SINISTRA ADIGE n. 5 classi da 0.50 a DESTRA ADIGE n. 5 classi da 0.50 a GUASTALLA n. 5 classi da 0.50 a CUSTOZA n. 3 classi da 0.75 a SALIONZE n. 5 classi da 0.50 a 1.50 IRRIGAZIONE A 6 SECONDARIO COLA' n. 5 classi da 0.50 a 1.50 SCORRIMENTO 7 DESTRA MINCIO n. 2 classi 0.50 e SINISTRA MINCIO n. 3 classi da 0.50 a ACQUE INVESTITE classe unica SAGRAMOSA 11 CONTARINA 12 BONGIOVANNA ZORZI 13 MONTINDON sollev. n. 4 classi da 0.75 a PALAZZOLO sollev. n. 2 classi 0.50 e CAMPARA sollev. n. 2 classi 0.50 e CA DEGLI OPPI sollev. n.5 classi 17 AFFI PIOGGIA classe unica ALTO RIVOLI PIOGGIA classe unica COSTERMANO PIOGGIA classe unica BARDOLINO PIOGGIA classe unica GARDA PIOGGIA classe unica 0.19 IRRIGAZIONE 22 CASAZZE PIOGGIA classe unica 0.32 PLUVIRRIGUA 23 CAVAION PIOGGIA classe unica CUSTOZA PIOGGIA classe unica FRATI BERTOLINI PIOGGIA classe unica MONTE VENTO PIOGGIA classe unica PALAZZOLO PIOGGIA classe unica PASTRENGO PIOGGIA classe unica SPOLVERINA PIOGGIA classe unica LAZISE PIOGGIA classe unica 0.35 pag. 91

96 31 CAMPARA UNO PIOGGIA classe unica CAOVILLA PIOGGIA classe unica FUMANE PIOGGIA classe unica SANDRA' DUE PIOGGIA classe unica SANDRA' UNO PIOGGIA classe unica 0.35 Dotazione idrica virtuale Nei bacini irrigui con dotazioni distinte in classi (dotazioni variabili da 0,5 a 1,5 l/sec/ha), occorre osservare che i relativi valori indice non possono essere posti in diretta correlazione con le portate unitarie di progetto, in quanto il reale beneficio in termini produttivi varia in misura non proporzionale. Nel corso di un intervento irriguo eseguito con il metodo dello scorrimento, infatti, si verifica una condizione di sovra saturazione del terreno, tanto più accentuata quanto maggiori sono i volumi di acqua immessi nell unità di tempo. Si può quindi parlare di un efficienza dell apporto idrico rispetto alla effettiva quantità idrica utilizzata dalle coltivazioni. In sostanza la resa produttiva aumenta in maniera non proporzionale rispetto alla dotazione teorica. Allo scopo di gravare l utenza per l effettiva quantità idrica utile, i valori delle dotazioni iniziali sono stati mediati utilizzando valori di efficienza differenziati secondo una scala che pone il livello di efficienza massima (100%) in corrispondenza della dotazione minima. Il prodotto tra le dotazioni idriche erogate dal Consorzio ed i rispettivi indici di efficienza, fornisce un indicatore definibile come dotazione idrica virtuale. Il valore indice è stato definito con riferimento alla dotazione virtuale media (0.74 l/sec/ha). Tab. 35 : Indici di dotazione ragguagliati in base all efficienza dell apporto irriguo Dotazione teorica (l/sec/ha) Efficienza dell apporto idrico Dotazione virtuale (l/sec/ha) Indice di Dotazione Irrigua Specificità del sistema irriguo CONAGRO Per quanto riguarda l ambito irriguo coincidente con l area di antica irrigazione dell agro veronese, si deve fare osservare una particolarità veramente unica nel panorama complessivo dei consorzi irrigui almeno a livello regionale. Tutte le opere e le strutture costituenti il complesso sistema irriguo del CONAGRO, a partire dalle opere di presa, agli impianti di regolazione, per arrivare alle reti irrigue sia esse adduttrici che distributrici, sono state realizzate a partire dalla fine dell 800 e fino ai primi decenni del 900, utilizzando esclusivamente risorse finanziarie proprie! Tutti i proprietari terrieri coinvolti hanno partecipato alle spese di costruzione in misura corrispondente alla quantità di risorsa irrigua spettanti a ciascun appezzamento. I diritti in tal modo acquisiti e consolidati sono stati trascritti nei documenti attestanti la proprietà a mezzo di appositi atti notarili. Sia le servitù di acquedotto a carico delle particelle catastali interessate dalle condotte irrigue, che le dotazioni assegnate vengono obbligatoriamente trasferite negli atti notarili attestanti i passaggi di proprietà. pag. 92

97 La dotazione o diritto irriguo consiste di fatto in una caratura rappresentativa della quota di proprietà (si tratta di una sorta di quota millesimale come avviene per i condomini). I diritti seguono i terreni e non possono essere ceduti o alienati. La dotazione spettante ad ogni particella è espressa in l/sec (già comprensiva della effettiva superficie catastale). In una tale situazione è del tutto evidente come il riparto delle spese di gestione del sistema irriguo non possa che essere direttamente correlato a tale diritto irriguo. Benefici indiretti dovuti al rimpinguamento di falda La pratica dell irrigazione a scorrimento permette alla risorsa idrica di ricaricare in modo consistente il sistema freatico circostante e quindi di alimentare la rete dei colatori consortili utilizzati più a valle per irrigazioni di soccorso (i cosiddetti secondi e terzi usi). Peraltro, i maggiori vantaggi a favore dei terreni serviti dalle colaticce vengono spesso vanificati dall aggravio di oneri che i terreni dominanti determinano a causa del repentino rilascio delle acque invasate in occasione di precipitazioni intense INDICE ECONOMICO Superfici attrezzate La D.G.R.V. 79/2011 introduce l indice economico anche per il Beneficio Irriguo, e ne prevede la correlazione con il Reddito Dominicale. Le unità territoriali omogenee afferenti i bacini irrigui interessati da una irrigazione di tipo strutturato, come abbiamo già visto sono molto numerose (n. 48) e per loro natura presentano estensioni limitate, rispetto alle UTO non strutturate. Di conseguenza i valori fondiari dei terreni all interno degli stessi bacini non possono presentare grandi variazioni. Ciò evidentemente anche in relazione all elevato valore aggiunto prodotto dallo specifico servizio irriguo a seguito degli elevati investimenti infrastrutturali. In sostanza si può affermare che l indice economico all interno di ciascuna UTO (bacino irriguo) risulta ininfluente ai fini della determinazione dell indice finale di beneficio irriguo. In tali situazioni pertanto l indice economico viene posto pari all unità INDICE DI BENEFICIO IRRIGUO Superfici attrezzate Gli indici di beneficio irriguo complessivo si ottengono moltiplicando tra loro l indice di dotazione irrigua e l indice economico. Come abbiamo visto l indice economico in tale situazione può essere posto pari all unità (ambiti territoriali di non elevata estensione e/o dotazione irrigua già commisurata al vantaggio economico). Ne segue che l indice finale di beneficio coincide di fatto con l indice di dotazione irrigua. La contribuenza (Ci irr ) a carico di ciascuna particella catastale risulta pertanto dalla seguente espressione: Ci irr = C IRR strutt x Si terr x I b irr Σ i Si terr x I b irr pag. 93

98 dove : C IRR_strutt. = Costo totale annuo sostenuto dal consorzio per l irrigazione nella U.T.O. in oggetto Σ i = sommatoria estesa a tutte le superfici irrigate ricadenti nella U.T.O. in oggetto (caratura) Si terr. = i esima particella agricola di superficie Si I b irr = indice beneficio irriguo corrispondente alla i esima particella Nel solo caso della U.T.O. n, 10 (Bacino CONAGRO), per i motivi descritti nel paragrafo 6.5.1, la contribuenza (Ci irr ) a carico di ciascuna particella è la seguente: Ci irr = C IRR strutt x I b irr Σ i I b irr dove : C IRR_strutt. = Costo totale annuo sostenuto dal consorzio per l irrigazione nella U.T.O. in oggetto (bacino irriguo CONA GRO) Σ i = Sommatoria estesa a tutti i terreni irrigati e costituenti il bacino irriguo CONAGRO I b irr = Indice beneficio irriguo pari alla dotazione irrigua (diritto irriguo legale) della i esimo terreno INDICE DI POSSIBILITÀ DI SCARICO Nell ambito dei distretti irrigui in cui viene praticata l irrigazione a scorrimento con modalità di consegna attraverso bocchette, non sempre risulta tecnicamente possibile mandare in scarico le portate eccedenti non utilizzate durante i turni irrigui. Ciò impone agli utenti l obbligo di derivare sempre la portata di competenza anche nei casi in cui potrebbe risultare non necessario, per esempio in ragione delle diverse esigenze dei cicli colturali oppure in concomitanza di eventi pluviometrici particolarmente intensi. Al fine di differenziare le situazioni in cui lo scarico risulta tecnicamente possibile per la presenza di opportuni canali raccoglitori, rispetto alla generalità dei casi in cui ciò non è possibile, viene prevista una maggiorazione delle aliquote contributive a carico dei primi. Tale maggiore onere viene determinato e approvato in sede di stesura del già più volte richiamato Piano di Riparto annuale INDICE DI PARZIALIZZAZIONE DELLA DOTAZIONE Nel caso di bacini dotati di impianti di sollevamento si possono separare i costi energetici, variabili, dai costi fissi indipendenti dall effettivo utilizzo del servizio e di tenere conto di questa suddivisione per favorire il contenimento dei costi di energia elettrica. Si tratta di applicare una riduzione di beneficio irriguo nei casi di richiesta di sospensione irrigua o parzializzazione della dotazione irrigua standard. La richiesta di sospensione della fornitura può riguardare una o più stagioni irrigue. Tale riduzione deve essere commisurata al rapporto percentuale tra le spese energetiche variabili rispetto alle spese fisse. Anche in questo caso, come nel precedente, la riduzione dell onere irriguo viene stabilito in sede di approvazione del Piano di Riparto annuale delle spese. pag. 94

99 6.6 IRRIGAZIONE NON STRUTTURATA INDICE FABBISOGNO IRRIGUO Il fabbisogno irriguo colturale, o deficit idrico, dipende dai seguenti fattori: natura e dalle caratteristiche dei terreni; regime della falda idrica sotterranea; caratteristiche climatiche (piovosità e temperatura) Per quanto attiene la natura del terreno, si è, innanzitutto, provveduto alla individuazione e delimitazione, nel comprensorio, di aree a differenti caratteristiche pedologiche, come già definite al paragrafo Tali aree sono state raggruppate nelle seguenti nove classi: (vedasi CARTA PEDOLOGICA all. 8,) - terreni ghiaiosi - terreni sabbiosi ghiaiosi - terreni sabbiosi - terreni franco sabbioso limosi - terreni franchi - terreni franco argillosi - terreni argillosi - terreni organici. L influenza del regime di falda è stata valutata con riferimento alle aree già definite nell ambito dell indice di soggiacenza, potendo senz altro considerare, date le caratteristiche del territorio in esame, il franco di bonifica correlabile linearmente al franco di coltivazione. Nella valutazione del fabbisogno idrico colturale, si può considerare ininfluente il livello di falda quando supera i 150 cm dal piano campagna. Pertanto possiamo considerare 2 diverse condizioni di falda: superficiale, una falda estiva con una profondità media inferiore a mt dal piano di campagna; profonda, una falda estiva con profondità rilevante dal piano di campagna, di norma superiore a mt Dalla sovrapposizione delle aree pedologicamente omogenee con quelle a differente profondità di falda si sono individuate, e quindi delimitate, le aree cosiddette fisicamente omogenee, definite quali ambiti fisici omogenei. La determinazione del fabbisogno (o deficit) idrico stagionale medio, valutato in mm d altezza d acqua irrigua netta, (traducibili in mc/ha, moltiplicando i mm di deficit idrico stagionale per 10), di ogni ambito fisico omogeneo, è stato effettuato rilevando, innanzitutto, i parametri climatici caratteristici di ciascun ambito. L indagine svolta ha evidenziato valori pressoché uniformi dei parametri climatici nei diversi ambiti. In particolare per quanto attiene la piovosità media, è stata osservata una differenziazione consistente al passaggio dalla media all alta pianura (più consistente nella zona collinare). Dato che l irrigazione di soccorso, la sola situazione per quale occorre procedere al calcolo del fabbisogno idrico, si presenta esclusivamente nell area della bassa e media pianura, possiamo senz altro trattare uniformemente anche il parametro della piovosità. Come stazione meteorologica di riferimento è stata assunta la stazione di Salizzole. I dati sono stati elaborati al fine di ottenere i valori di precipitazione media mensile relativi ai periodi primavera estate. pag. 95

100 Tab. 36 : Ambiti fisici omogenei Tipo di terreno Livello della falda A.F.O. Ghiaiosi e Sabbioso ghiaiosi Profondo 1 Sabbiosi Profondo 2 Franchi Profondo 3 Franco sabbioso limosi Profondo 4 Argillosi e Franco argillosi Profondo 5 Sabbiosi Superficiale 6 Franchi Superficiale 7 Franco sabbioso limosi Superficiale 8 Argillosi e Franco argillosi Superficiale 9 Organici Superficiale 10 Il passo successivo ha riguardato il calcolo dei deficit idrici per ciascun ambito fisico omogeneo. Ciò è stato effettuato svolgendo una serie di bilanci idrologici, con riferimento alla coltura del mais, che ha una vasta diffusione, in particolar modo nell ambito in cui viene praticata l irrigazione di soccorso. Si fa rilevare che nel caso di falda profonda (>150 cm) i relativi apporti idrici sono stati considerati del tutto trascurabili per tale coltivazione. I risultati ottenuti sono riportati nella tabella seguente. Tab. 37 Deficit idrici della coltura del mais Tipo di terreno Livello della falda A.F.O. Deficit idrico del mais (mc/ha) Ghiaiosi e Sabbioso ghiaiosi Profondo Sabbiosi Profondo Franchi Profondo Franco sabbioso limosi Profondo Argillosi e Franco argillosi Profondo Sabbiosi Superficiale Franchi Superficiale Franco sabbioso limosi Superficiale Argillosi e Franco argillosi Superficiale Organici Superficiale I deficit idrici così determinati dovranno trovare compensazione attraverso la fornitura d acqua irrigua. L effettiva quantità d acqua da dare ai terreni è peraltro superiore ai deficit idrici sopra calcolati. Essa dipende in maniera congiunta dalla permeabilità dei suoli, nonché dal metodo irriguo aziendale. Viene così a determinarsi una diversa efficienza dell irrigazione, che risente delle perdite nei canali aziendali, dello scorrimento superficiale sul terreno irrigato e della percolazione in profondità. pag. 96

101 Nelle zone ghiaiose e sabbiose, nella parte nord ovest del comprensorio di media pianura, si ha una bassa efficienza (0,45 mediamente), mentre in altre parti del comprensorio, con terreni di medio impasto e/o pesanti, dotati di elevata capacità di ritenuta idrica si hanno valori di efficienza superiori (0,60 0,65 mediamente) 1. Per tener conto degli effettivi quantitativi d acqua da distribuire ai diversi terreni, tralasciando il fattore dipendente dalle caratteristiche delle reti di adduzione e i sistemi irrigui adottati 2 in quanto nel territorio in cui si pratica l irrigazione di soccorso non si riscontrano differenziazioni significative, si sono utilizzati tali coefficienti correttivi. Tab. 38 : Fabbisogni irrigui (mc/ha) Tipo di terreno Livello della falda A.F.O. Deficit idrico del mais (mc/ha) Efficienza Fabbisogno irriguo (mc/ha) Ghiaiosi e Sabbioso ghiaiosi Profondo % 4620 Sabbiosi Profondo % 4330 Franchi Profondo % 3020 Franco sabbioso limosi Profondo % 2920 Argillosi e Franco argillosi Profondo % 2650 Sabbiosi Superficiale % 3380 Franchi Superficiale % 2300 Franco sabbioso limosi Superficiale % 2200 Argillosi e Franco argillosi Superficiale % 1650 Organici Superficiale % 1520 Per ciascun A.F.O., quindi, gli indici di fabbisogno irriguo, rapportati tra loro, con riferimento all indice minore, e ordinati secondo valori decrescenti, hanno i valori riportati nella tabella seguente: Tab. 39 : Indici di fabbisogno irriguo A.F.O. Fabbisogno irriguo (mc/ha) Indice Fabbisogno irriguo Gli indici di fabbisogno irriguo e i relativi valori sono riportati nella CARTA DEGLI INDICI DI FABBISOGNO IRRIGUO Superfici non attrezzate all Valori da Bonifica ed irrigazione di Costantino Costantinidis - Edagricole Queste valutazioni consentono di collegare le dotazioni idriche nette o fisiologice alle effettive portate unitarie derivate dal Consorzio. Le dotazioni effettive d acqua variano al variare del metodo irriguo indipendentemente dal beneficio. La dotazione d acqua resta, tuttavia, una componente fondamentale per la determinazione del beneficio, nell ambito di uno stesso sistema irriguo; risulta infatti strettamente legata al fabbisogno idrico unitario (deficit idrico medio) nelle varie zone, da cui in gran parte discende il servizio consortile di adduzione e distribuzione dell acqua. Tale fatto è rappresentativo degli oneri sostenuti dal Consorzio per l adduzione idrica e di esso se ne tiene conto nella valutazione dell indice di efficienza del servizio di irrigazione.. pag. 97

102 6.6.2 INDICE DI EFFICIENZA DEL SERVIZIO IRRIGUO L indice di efficienza del servizio è il secondo parametro utilizzato per la ricerca dell indice di beneficio irriguo complessivo, per quanto attiene le superfici NON attrezzate. Tale indice, come già detto, è rappresentativo dei diversi gradi di possibilità di utilizzo dei corpi idrici necessari per l irrigazione, che risultano dipendenti sia dall attività consortile, per l adduzione e la distribuzione dell acqua, sia dall ubicazione dei terreni beneficiari rispetto ai corsi d acqua consortili. L effettiva quantità d acqua da erogare è superiore a quella dei deficit idrici espressi dalle colture. Essa dipende in maniera congiunta dalla permeabilità dei suoli, nonché dal metodo irriguo aziendale. Viene così a determinarsi una diversa efficienza dell irrigazione, che risente delle perdite nei canali aziendali, dello scorrimento superficiale sul terreno irrigato e della percolazione in profondità. Si deve sottolineare che occorre provvedere, durante il periodo irriguo, alla esecuzione di più frequenti interventi di manutenzione della rete idraulica consortile, al fine di consentire il regolare deflusso delle acque in esubero, che vengono scaricate dalle aree irrigue di monte in concomitanza di improvvise e intense precipitazioni atmosferiche. Premesso quanto sopra, ai fini dell indice di efficienza del servizio irriguo, si sono individuate e definite nel comprensorio in esame, le seguenti differenti situazioni1: A) terreni con approvvigionamenti idrici regolari e/o consolidati. Riguarda le aree di antica irrigazione e similari; B) terreni beneficiari delle risorse idriche occorrenti ma con utilizzi a volte condizionati da prelievi contingenti più intensi, effettuati a monte. Sono in genere le aree beneficiarie di recenti nuove disponibilità idriche e ubicate in condizioni particolarmente favorevoli rispetto alle reti di adduzione e distribuzione; C) terreni dotati di approvvigionamenti idrici precari. Sono aree servite da prelievi dall Adige con elettropompe collocate su piattaforme galleggianti; spesso soggette a carenze idriche per l incerto regime idrometrico del fiume, legato alle necessità di produzione di energia idroelettrica delle centrali dislocate nell alto bacino dell Adige. Una particolare forma di servizio irriguo, presente in alcuni ambiti del comprensorio, come già riferito, deriva dal beneficio conseguente il rimpinguamento della falda durante il periodo estivo. La differente classificazione dei terreni come sopra riportata, ai fini dell efficienza del servizio irriguo, tiene conto di diversi fattori, traducibili in costi, e quindi in indici, quali lo sviluppo e l entità delle reti da mantenere e gestire, e l attività del consorzio per l esercizio degli impianti, in relazione alla possibilità statistica della carenza idrica. Tenuto conto di quanto sopra, gli indici di efficienza del servizio irriguo2, per le diverse situazioni, sono risultati i seguenti: Tab. 40 : Indici di efficienza del servizio irriguo Classe Indice A 1.00 B 0.90 C 0.75 Tali valori sono rappresentati cartograficamente nell allegato 19 indici DI EFFICACIA DEL SERVIZIO IRRI GUO a scala 1: In realtà può essere anche riscontrata la situazione di terreni che possono essere irrigati con prelievi certi ma beneficiari di acque sotterranee opportunamente rincollate per la subirrigazione. In tal caso, l indice di efficienza irrigua viene valutata con riferimento alle suddette distinte situazioni. 2 Valori relativi alla situazione attuale. Nel caso venissero in futuro apportate modifiche strutturali alle opere, con conseguenti variazioni delle situazioni del servizio irriguo, saranno aggiornati i relativi valori. pag. 98

103 6.6.3 INDICE ECONOMICO Superfici non attrezzate La D.G.R.V. 79/2011 introduce l indice economico anche per il Beneficio Irriguo, e ne prevede la correlazione con il Reddito Dominicale. Le unità territoriali omogenee all interno delle quali viene attuata una irrigazione non strutturata riguardano territori molto ampi e quindi con caratteristiche tali da non consentire in linea di principio l equiparazione dei valori fondiari dei terreni interessati. L indice economico in questo caso deve pertanto trovare esplicita espressione. Circa il legame tra l indice economico ed il reddito dominale, valgono le medesime considerazioni già espresse nel paragrafo per quanto riguardava il Beneficio di Bonifica, circa il disallineamento purtroppo ancora molto diffuso tra la situazione catastale e lo stato reale. Si preferisce pertanto esprimere una valutazione economica dei terreni in rapporto causale diretto con le caratteristiche agronomiche dei vari tipi di terreni, utilizzando gli ambiti fisici omogenei già precedentemente delineati. I valori indice caratteristici delle diverse classi di terreno vengono ricavati utilizzando le tariffe catastali (reddito dominicale per unità di superficie) proprie delle colture a carattere irriguo. Si sono dapprima valutati, per ciascuna classe agronomica, le incidenze delle diverse classi catastali attinenti le colture di riferimento e quindi calcolati i corrispondenti valori tariffari medi. Si tenga colto che tale analisi ha riguardato la sola parte di comprensorio nell ambito della quale viene svolta l irrigazione di soccorso (ex ambito Valli Grandi ed ex ambito Tartaro Tione). I valori medi tariffari, per qualità e classe colturale sono risultati i seguenti: Tab 41 Qualità e classe Tariffa ( /ha) Seminativo Irriguo di 1a classe 118,15 Seminativo Irriguo di 2a classe 95,82 Seminativo Irriguo di 3a classe 72,49 Per ciascuna Classe Agronomica, in relazione alla qualità colturali maggiormente rappresentative, si sono ottenuti i seguenti valori di reddito dominicale per unità di superficie: Tab. 42 : Redditi Dominicali medi ettariali Classe Qualità colturali rappresentative Reddito Dominicale ( /ha) classe 1 Seminativo irriguo di 1a classe 118,15 classe 2 classe 3 1/4 Seminativo irriguo di 1a classe + 3/4 Seminativo irriguo di 2a classe 3/4 Seminativo irriguo di 2a classe + 1/4 Seminativo irriguo di 3a classe 101,40 89,99 classe 4 Seminativo irriguo di 3a classe 72,49 Fissato pari all unità il valore minimo relativo alle classi 4, si ottengono i seguenti indici economici per classe agronomica: pag. 99

104 Tab. 43 : Indice Economico Irriguo Classe Reddito Dominicale Indice /ha 1 72, , , , La distribuzione territoriale delle superfici corrispondenti alle classi economiche come sopra individuate è riportata alla scala 1: all. 20 INDICE ECONOMICO IRRIGUO Superfici non attrezzate INDICE DI BENEFICIO IRRIGUO Superfici non attrezzate Beneficio irriguo deriva dal prodotto tra gli indici tecnici irrigui (dotazione, fabbisogno, efficenza del servizio) e gli indici economici sopra descritti. Gli indici di beneficio irriguo complessivo sono stati determinati moltiplicando tra loro i seguenti indici: indice di fabbisogno irriguo, indice di efficienza del servizio e indice economico. I valori ottenuti si applicano in tutte le U.T.O. in cui non sia nota a priori la dotazione irrigua, cioè in cui viene praticata una irrigazione di soccorso. La tabella che segue mostra i valori così ottenuti in ordine crescente: Tab. 44 : Indici di Beneficio Irriguo Indice di fabbisogno irriguo (a) Indice di efficienza del servizio irriguo Indice economico (c) (b) Indice di beneficio irriguo (a x b x c ) pag. 100

105 Si è ritenuto opportuno accorpare fra loro alcuni valori secondo i criteri dell analisi statistica (naturalbreak), individuando così sei gruppi distinti e assumendo per ciascun gruppo, un valore finale di riferimento derivato dalla media ponderata degli indici rispetto alle superfici di competenza. Assumendo poi come riferimento unitario l indice pesato della classe minore, si sono ottenuti i valori riportati nella tabella seguente. Tab. 45 : Indici di Beneficio Irriguo raggruppati Indice di fabbisogno irriguo (a) Indice di efficienza del servizio irriguo (b) Indice economico (c) Indice di beneficio irriguo (a x b x c ) Superfici (ha) Classi di beneficio Indice di beneficio irriguo pesato per classe Indice Finale di beneficio irriguo pag. 101

106 Figura n. 16 INDICE DI BENEFICIO IRRIGUO superfici NON attrezzate Indici pag. 102

107 Le aree a diverso beneficio irriguo come sopra determinato sono evidenziate nell allegato 21 INDICE DI BENEFICIO IRRIGUO Superfici non attrezzate. Determinati così gli indici finali di beneficio, la contribuenza a carico di ciascun particella catastale terreni risulta dalla seguente espressione: essendo: Ci Irr. = C IRR_Socc. x Si terr x I b irr Σ i Si terr x I b irr C IRR_socc. = Costo totale annuo sostenuto dal consorzio per l irrigazione nella U.T.O. in oggetto Σ i = Sommatoria estesa a tutte le superfici irrigate ricadenti nella U.T.O. in oggetto (caratura) Si terr. = Superficie della i esima particella agricola I b irr = Indice beneficio irriguo corrispondente alla i esima particella Si potrà avere un aumento delle carature con l espandersi delle superfici irrigate a soccorso COLTURE IDROESIGENTI Per quanto attiene in particolare l indice di Fabbisogno irriguo, abbiamo assunto a riferimento la coltura del mais, quale coltivazione uniformemente diffusa sull intero territorio nell ambito del quale viene praticata l irrigazione di soccorso. Nel territorio in esame esistono peraltro pratiche colturali, che per loro caratteristica determinano consistenti aggravi gestionali specifici in termini di organizzazione del servizio irriguo e di costi correlati. Ciò in particolare vale per colture idroesigenti a più alto indice di fabbisogno irriguo, quali: - Terreni investiti a risaie - Terreni coltivati a tabacco - Terreni destinati a colture ortive a pieno campo Tali colture determinano un impegno delle strutture consortili molto superiori rispetto alle ordinarie colture praticate su terreni di medesime caratteristiche. La necessità di garantire il più possibile la disponibilità idrica anche in periodi siccitosi e di utilizzo concorrente, la necessità di attivare specifici interventi di regolazione e di sorveglianza dei manufatti partitori e dei sostegni, oltre all esigenza di attivare quasi a domanda gli impianti di attingimento, determinano tutta una serie di costi ulteriori, che più equamente sarebbe corretto attribuire agli stessi terreni beneficiari. Possiamo senz altro considerare tali costi correlabili direttamente alla differenza di fabbisogno irriguo di dette colture rispetto a quella del mais. Per le stesse colture ortive, si è riscontrata la necessità di garantire un servizio irriguo più oneroso, sia in termini di dotazione irrigua unitaria, sia per quanto attiene l elevata frequenza di adacquatura. Data inoltre la diretta corrispondenza tra il fabbisogno irriguo e l indice di beneficio finale, possiamo determinare gli indici finali di beneficio da assegnare alle colture idroesigenti, mediante un semplice coefficiente moltiplicativo da applicare all indice di beneficio già in precedenza calcolato. pag. 103

108 Determinazione del Beneficio Irriguo per le colture idroesigenti Per tali categorie colturali, sono stati analizzati gli scostamenti del fabbisogno irriguo rispetto alla coltura del mais, a parità di condizioni pedo climatiche. I riscontri tecnici effettuati e i dati ricavati dagli studi agronomici di settore, hanno prodotto i risultati esposti nelle successive tabelle. Rapporto tra Deficit irriguo del Tabacco e Ortive rispetto al Mais: Tab. 46 : Falda TABACCO RISAIA ORTIVE a pieno campo Superficiale Valore medio = 1,90 Valore medio = 1,50 Profonda Valore medio = 1,50 Valore = 2,00 Valore medio = 1,50 Per quanto riguarda l ordinamento colturale a risaia, è stato valutato l apporto annuale di acqua necessaria per l intero ciclo produttivo (adacquature e integrazioni per evapotraspirazione). L Indice di beneficio irriguo effettivo si ottiene, pertanto, moltiplicando l indice di beneficio originario, per il coefficiente moltiplicativo indicato in tabella. Tabella Nuovi Indici di Beneficio Irriguo (irrigazione di Soccorso) per colture idroesigenti: Tab. 47 : Classe Beneficio Irriguo Indice Beneficio irriguo originario (vedi mais) Nuovo Indice Beneficio irriguo TABACCO Falda superficiale Falda profonda Nuovo Indice Beneficio irriguo RISAIA Nuovo Indice Beneficio irriguo ORTIVE 1 1,00 1,90 1,50 2,00 1,50 2 1,85 3,51 2,77 3,70 2, ,27 3,37 4,50 3, ,26 4,15 5,54 4,15 5 3,36 6,38 5,04 6,72 5, ,55 6,75 9,00 6,75 Modalità applicative Le aree in cui vengono praticate le colture in oggetto vanno rilevate al termine di ogni stagione irrigua ed opportunamente cartografate. Le relative superfici, pertanto, potranno essere poste a contribuenza solo con l esercizio finanziario dell anno successivo. Foto n. 6, 7 : Esempi di terreni coltivati a risaia e tabacco pag. 104

109 6.7 SITUAZIONI PARTICOLARI DEL SERVIZIO IRRIGUO CONSORTILE Irrigazione Suppletiva Il Consorzio, nei limiti della disponibilità annuale, può fornire un servizio di erogazione suppletiva di acqua irrigua alle aziende agricole che lo richiedono. Ciò riguarda esclusivamente le superficie irrigue attrezzate e può avvenire secondo due modalità: - ampliando i turni e gli orari prefissati - distribuendo l acqua a domanda (solo nel caso di piccoli appezzamenti e per portate molto limitate) Si tratta in ogni caso di un servizio che richiede impegni aggiuntivi in termini di manutenzione degli impianti e di sorveglianza, oltre agli eventuali costi energetici. A differenza del servizio turnato, quello a domanda, trattandosi di portate molto piccole, prevede la possibilità di attingere la portata autorizzata nell arco della intera giornata. Nell ambito di ciascun bacino irriguo, ovvero di ciascuna U.T.O. (sia essa servita da impianti in pressione che a scorrimento), il maggior contributo a carico dei terreni beneficiari di irrigazione suppletiva, trova riferimento nella corrispondente aliquota determinata dividendo il totale dei costi imputabili al servizio suppletivo con la complessiva dotazione disponibile. La determinazione delle aliquote avviene nell ambito della stesura del Piano di Riparto annuale. Occorre fare osservare che nel caso del servizio a domanda, diversamente dall irrigazione turnata, l acqua viene resa disponibile all utenza per tutto l arco delle 24 ore; occorre, pertanto, introdurre un opportuno coefficiente moltiplicativo rispetto alla dotazione teorica assegnata per tenere conto dell effettiva quantità prelevabile. Tale parametro può essere valutato con riferimento alla lunghezza delle turnazione irrigue adottate. Si ottiene così un indice distinto per le due situazioni: - impianti a scorrimento : Indice = 7 - impianti a pioggia (pluvirrigazione) : Indice = 9 Viene infine stabilito che per motivi tecnici e di economicità del servizio, l erogazione minima di acqua a domanda fornita da Consorzio sia corrispondente alle necessità di un appezzamento di 1000 mq, a prescindere dalla reale estensione del terreno servito Procedura di affrancamento dall obbligo della corresponsione del tributo irriguo All interno dei bacini ad irrigazione strutturata, nelle situazioni in cui i suoli vengano a perdere definitivamente la caratteristica di terreno agricolo, come nel caso di trasformazione in terreno edificato, è necessario valutare l aggravio economico a carico dei restanti utenti irrigui. Infatti solo le spese di tipo variabile (spese energetiche ecc.) possono effettivamente costituire un risparmio per il Consorzio, mentre la struttura e gli impianti irrigui devono essere mantenuti in efficienza in egual modo. pag. 105

110 L onere del riscatto per l affrancamento dagli obblighi contributivi per la manutenzione delle reti (gli oneri patrimoniali risultano all attualità generalmente compensati), può essere calcolato attualizzando le annualità future, al netto della quota variabile, utilizzando un tasso di sconto fissato al 5%. L onere per l affrancamento vale pertanto: Valore del Riscatto = Contributo annuo depurato dei costi variabili x 20 dove il contributo annuo è calcolato alla data di richiesta dell esonero. Per ciascun bacino irriguo, la quota variabile dell aliquota irrigua viene definita in sede di predisposizione del Piano di Riparto annuale delle spese Utenze irrigue non agricole Vi sono casi di utenze non agricole che beneficiano di impianti irrigui consortili per l irrigazione degli orti, dei giardini, di parchi, ecc. Si tratta generalmente di portate molto ridotte e possono interessare i bacini ad irrigazione strutturata sia le reti idrauliche ad uso promiscuo (per scolo e irrigazione di soccorso). Date le ridotte portate, controllate mediante flange tarate, solitamente tali utenze non vengono regolate con turnazione, ma lasciate alla libera disponibilità (utilizzo a domanda). In termini di contribuenza, l irrigazione di orti e giardini può essere ricondotta alle utilizzazioni irrigue normali. Nel caso di derivazioni da reti idrauliche ad uso promiscuo, si applica lo stesso indice di beneficio dei terreni agricoli. Mentre se gli attingimenti riguardano le reti strutturate, viene applicato il medesimo indice di benefico irriguo già determinato per le utenze agricole a domanda Bacini a gestione irrigua autonoma Nell ambito del comprensorio, in particolare nell area dell Alto Tartaro, sono presenti aree costituenti bacini a gestione autonoma. Si tratta di Consorzi costituiti volontariamente dai proprietari agricoli interessati, per finalità irrigue e assegnatari di regolari concessioni di derivazione irrigua. In tale contesto, di norma gli immobili coinvolti non traggono alcun beneficio di tipo irriguo dall attività svolta dal Consorzio di Bonifica, e quindi non possono essere oggetto di applicazione dei relativi indici. Si fa comunque presente che il Consorzio di Bonifica Veronese, in accordo con i proprietari, è intenzionato ad intervenire anche in tali ambiti, subentrando direttamente nella gestione tecnica delle reti irrigue. Ciò verrà agevolato anche dal diritto di prelazione sulle concessioni irrigue che il Consorzio intende far valere in sede di rinnovo delle autorizzazioni rilasciate dal Genio Civile. pag. 106

111 7 GLI SCARICHI NEI CANALI CONSORTILI 7.1 RIFERIMENTI NORMATIVI 7.2 DETERMINAZIONE DEL CANONE ANNUO PER GLI SCARICHI pag. 107

112 7 GLI SCARICHI NEI CANALI CONSORTILI 7.1 RIFERIMENTI NORMATIVI Il D.Lgs. n. 152/2006, art. 166, comma 3, ha stabilito che : Chiunque, non associato ai consorzi di bonifica ed irrigazione, utilizza canali consortili o acque irrigue come recapito di scarichi anche se depurati e compatibili con l uso irriguo provenienti da insediamenti di qualsiasi natura, deve contribuire alle spese sostenute dal Consorzio tenendo conto della portata di acqua scaricata. La Legge Regionale. n. 12/2009, art. 37 commi 1, 4, 5,6, 7, 8, ha recepito la sopra citata norma, specificando che i Consorzi devono provvedere al censimento degli scarichi e a determinarne il relativo contributo. Tale aspetto era stato già considerato dal Regio Decreto 8 maggio 1904 n. 368 (articolo 134, comma 1, lettera g; articolo 135, comma 1; articolo 136, comma 1, lettera c; articolo 137 comma 1), che prevede, qualora l immissione di acque di rifiuto nella rete di bonifica comporti degli oneri supplementari a carico del Consorzio, la concessione allo scarico e quindi l imposizione di un prezzo d uso o canone. Si deve precisare che il tipo di scarico in questione è completamente distinto e sostanzialmente diverso dagli scarichi di acque meteoriche (grondaie, scoline stradali, fognature bianche), in quanto riguarda le immissioni nella rete consortile provenienti da prelievi effettuati dalla rete acquedottistica, dalla falda profonda o da corsi d acqua di ordine superiore o diverso rispetto a quello dei canali consortili. Tale distinzione è importante in quanto lo smaltimento delle acque meteoriche viene svolto dalle rete i draulica consortile con costi già compresi nel contributo di bonifica. Per gli scarichi in esame, il vantaggio derivato dal titolare dello scarico stesso, consiste nella possibilità poter veicolare la portata fino al recapito finale. Si tratta di un servizio che deriva dallo svolgimento da parte del Consorzio di una attività supplementare a quella fondamentale costituita dalla tutela contro il rischio idraulico. Tale vantaggio non ha attinenza con gli immobili ricadenti nel comprensorio, in quanto la titolarità dello scarico e la proprietà dell immobile dal quale lo scarico proviene non coincidono necessariamente; inoltre manca qualsiasi relazione fra la gestione dello scarico e l incremento di valore ricavato dall immobile stesso a seguito dell esecuzione, esercizio e manutenzione delle opere pubbliche di bonifica 1. Ciò comporta l applicazione di un canone d uso, da determinarsi in base alle caratteristiche dello scarico, ai quantitativi sversanti e alle caratteristiche del corpo recettore. 7.2 DETERMINAZIONE DEL CANONE ANNUO PER GLI SCARICHI In accordo con delibera di Giunta Regionale n. 79/2011 (criteri per la redazione dei Piani di Classifica di cui alla legge regionale 12/2009), il calcolo del contributo per gli scarichi (canone annuo) va effettuato distintamente per ciascuna Unità Territoriale Omogenea. Per ciascuna U.T.O. pertanto dovranno essere valutate le seguenti quantità: - Volume annuo degli scarichi civili residenziali - Volume annuo degli scarichi provenienti da insediamenti produttivi 1 Per tali motivi, quindi, la legge Galli ha opportunamente provveduto a classificare i soggetti che ricevono tale beneficio non associati al Consorzio, in quanto la loro individuazione non discende dal titolo di proprietà sopra un immobile che, a seguito dell attività svolta dalla bonifica, riceve un vantaggio a carattere fondiario. Infatti il vantaggio ottenuto a seguito dell immissione dello scarico nei collettori di bonifica va a favore di una attività (di tipo produttivo, di residenza o altro) e non di un immobile. Può anche accadere il fatto che un soggetto titolare di uno scarico sia contemporaneamente proprietario di un immobile soggetto a bonifica. Può anche avvenire che l immobile coincida fisicamente con quello ove avviene l attività legata allo scarico. Tuttavia in tali casi al soggetto competerà sia il pagamento del servizio relativo allo scarico delle acque reflue depurate (per l attività), sia il tributo di bonifica relativo allo smaltimento delle acque meteoriche (per l immobile), non trattandosi evidentemente di una ripetizione, ma di una duplice funzione. La veste di consorziato, naturalmente, viene a definirsi solo ai fini del rapporto che in forza di quest ultimo titolo si istituisce fra il soggetto ed il Consorzio. pag. 108

113 - Volume annuo di origine meteorica - Eventuali volumi annui provenienti da risorgive Determinazione del Volume annuo degli scarichi civili residenziali (V RESID ) Il volume può essere stimato in base agli effettivi abitanti residenti nella UTO in esame ed al quantitativo procapite di acqua consumata pari a 75 mc/anno. Inoltre per tenere conto delle perdite di rete prima della immissione nei collettori consortili, si applica un coefficiente riduttivo pari a 0,80. Al fine di tenere nella giusta considerazione anche l aspetto qualitativo delle acque scaricate, viene applicato un coefficiente moltiplicativo, con quale maggiorare fittizziamente i volumi scaricati ai fini del calcolo dei relativi contributi a carico. Tale parametro può essere assunto pari a 2. Determinazione del Volume annuo degli scarichi provenienti da insediamenti produttivi (V PRODUT ) Il volume può essere stimato in base al numero di addetti attivi nella UTO in esame ed al quantitativo per addetto di acqua consumata pari a 250 mc/anno. Inoltre per tenere conto delle perdite di rete prima della immissione nei collettori consortili, si applica, anche in questo caso, un coefficiente riduttivo pari a 0,80. Al fine di tenere nella giusta considerazione anche l aspetto qualitativo delle acque scaricate, anche in questo caso, viene applicato un coefficiente moltiplicativo pari a 2. Determinazione del Volume annuo di origine meteorica (V METEO ) Il volume complessivo delle pluviali che defluiscono annualmente nella rete consortile, si considera dapprima il quantitativo medio annuo rappresentativo della UTO in esame, espresso in mc/ettaro. Tale valore va poi ridotto per tenere conto della evaporazione naturale e della evapo traspirazione delle coltivazioni. Possiamo plausibilmente assumere un coefficiente di deflusso pari a 0,60 per i territori agricoli e pari a 0,80 per i territori urbani (si fa osservare che i deflussi vanno misurati sull intera base annuale). Determinazione del Volume annuo da risorgive (V RISORGIVE ) Nelle UTO n.2 e n.3, relative alla media e bassa pianura veronese, si possono riscontrare portate idriche originatesi dai fontanili presenti in misura consistente lungo l intera fascia delle risorgive. Le osservazioni e le misurazioni effettuate in passato attribuiscono a tale fonte portate continuative variabili dai 2 ai 4 mc/sec. Determinazione del Volume annuo totale veicolato (V RETE ) V RETE = V RESID + V PRODUT + V METEO + V RISORGIVE Una volta noto il Volume complessivo annuo (V RETE ) veicolato da tutte le reti idrauliche comprese nella UTO, e quantificato l ammontare delle spese di bonifica idraulica (C BON ) afferenti la medesima UTO, si può ricavare il costo unitario per metro cubo veicolato (Cu): C u = C BON V RETE Si precisa che le spese di bonifica riguardano tutte le spese dirette ed indirette sostenute dal Consorzio nella UTO idraulica in esame. pag. 109

114 Il canone annuo a carico del singolo scarico si calcola nel seguente modo: C scarico i = C u x V scarico i dove : C u = Canone annuo unitario ( /mc) V scarico i = Volume annuo sversato dallo scarico i esimo La determinazione quantitativa dei canoni unitari dei contributi per gli scarichi, deve trovare evidenza nel Piano di Riparto annuale delle spese. Sia le Spese complessive che i parametri da utilizzare nel calcolo (n. residenti, n. addetti, superficie urbane, ecc.) possono, infatti, variare di anno in anno. Il totale dei canoni come sopra determinati costituisce, sia per gli scarichi diretti, ai quali si applica anche il canone di concessione di cui alla D.G.R. n. 1997/2004, che per gli scarichi indiretti, la contribuenza totale addebitata agli scarichi, quale contributo a fronte dei costi sostenuti dal consorzio per il relativo smaltimento attraverso la propria rete. Tale somma va detratta da quella complessiva (diretta ed indiretta) relativa alle attività di esercizio, manutenzione e sorveglianza delle opere di bonifica per l Unità Territoriale Omogenea in esame. Esempio esplicativo: Si abbia un area di superficie S = ha di cui ha 1200 = S 1 a destinazione urbana e/o industriale ed Ha = S 2 agricoli. Le spese annuali per la bonifica idraulica nell area considerata sia pari a C = 1 milione di (spese dirette ed indirette). Gli abitanti residenti siano e gli addetti , mentre la pioggia media annua sia mc/ha. Si calcoli il contributo annuo per lo scarico di un depuratore pari a ab eq Si calcola innanzitutto, il volume V RETE : V RETE = V RESID + V PRODUT + V METEO + V RISORGIVE dove: V RESID : V PRODUT : V METEO : ab x 75 mc/ab x 0.80 x 2 = mc add x 250 mc/add x 0.80 x 2 = l mc x x x x 0.8 = mc V RISORGIVE : si assume pari a 0 Da cui V RETE = mc C u = / = 0,011 /mc Il contributo a carico del depuratore di 5000 ab eq risulta dalla seguente procedura: un depuratore di ab eq produce uno scarico medio annuo potenziale pari a : x 75 mc/ab = mc, da cui risulta un contributo annuo pari a : C scarico = mc x 0,011 /mc = pag. 110

115 8 SISTEMI DI MITIGAZIONE IDRAULICA pag. 111

116 8 SISTEMI DI MITIGAZIONE IDRAULICA La lettera a) del comma 2 dell art. 36 della legge regionale prevede che la presenza di sistemi di mitigazione idraulica comporta una riduzione dell indice proporzionale agli effetti derivanti da dette opere. In effetti da alcuni anni, grazie anche ad una maggiore sensibilità nei riguardi del rischio di allagamento, si stanno realizzando sempre più intensamente opere idrauliche finalizzate alla raccolta delle acque di pioggia tali da assicurare la invarianza idraulica sulla rete preposta all allontanamento delle acque meteoriche e al suo recapito sulla rete di bonifica. Si tratta di invasi in grado di immagazzinare l acqua piovana proveniente da insediamenti urbani, in concomitanza con gli eventi di piena e di rilasciarla lentamente in modo da non gravare negativamente sui regimi idrometrici sulla rete consortile. Il Consorzio di Bonifica nell approvare tali opere impone la condizione di prevedere deflussi di progetto del tutto simili a quelli naturali (invarianza idraulica) in assenza di intervento urbanistico. Dal punto di vista idraulico. tutte le aree urbane sottese dalle opere di mitigazione delle piene, possono senz altro essere considerate alla stregua di suoli agricoli, anche per quanto attiene il contributo consortile. Nell attuare il Piano di Classifica, si procederà, pertanto, alla rilevazione degli invasi di laminazione e alla delimitazione dei suoli urbani interessati. Agli stessi immobili urbani, si provvederà, pertanto, ad applicate le medesime aliquote contributive dei suoli agricoli. Foto 5, 6 : Alcuni esempi di invasi di laminazione pag. 112

117 9 L INFORMATIZZAZIONE DEL PIANO DI CLASSIFICA 9.1 ASPETTI GENERALI 9.2 METODOLOGIA ADOTTATA 9.3 APPLICAZIONE DEL PIANO DI CLASSIFICA pag. 113

118 9 L INFORMATIZZAZIONE DEL PIANO DI CLASSIFICA 9.1 ASPETTI GENERALI L elaborazione dei dati utilizzati per la redazione dei Piani di Classifica è stata compiuta con l ausilio di strumentazioni e procedure informatiche opportunamente predisposte. L informatizzazione è stata introdotta in tutte le fasi elaborative, sia per l analisi dei parametri indicatori, sia per la realizzazione dei tematismi di sintesi. In sostanza è stato realizzato un vero e proprio Sistema Informativo Territoriale in ambito consortile appositamente rivolto al Piano di Classifica. Ciò ha permesso l elaborazione di grandi quantità di dati in tempi ridottissimi, rendendo, inoltre, possibile la conservazione di tutte le informazioni sia intermedie che conclusive per ciascuna unità territoriale elementare definita. Per ciascuna porzione di territorio è possibile, pertanto, conoscere tutta la storia che ha condotto alla assegnazione dei valori indice determinati. L utilizzo in forma avanzata dell informatica in questo contesto garantisce, peraltro, la massima trasparenza nei criteri di determinazione dei diversi indici. Una volta fissati i parametri di base (natura dei terreni, altimetria, ecc.), tutte le successive elaborazioni sono state operate in modo automatico, grazie all utilizzo di sistemi ed applicativi software di tipo G.I.S. (Geographic Information System). 1 Ciò ha, ovviamente, richiesto un consistente impegno iniziale per l acquisizione di tutte le banche dati e per la formazione della cartografia di base, in formato vettoriale e raster. Per garantire il massimo dettaglio possibile e per consentirne un utilizzo anche in altri contesti, le informazioni geografiche sono state informatizzate con riferimento alla Carta Tecnica Regionale Digitale a scala 1: Un dettaglio ancora maggiore è stato raggiunto con l utilizzo delle mappe catastali in formato digitale. In particolare sono stati acquisiti e mosaicate oltre 2000 fogli catastali, completi di tutti i livelli informativi previsti (particelle terreno, fabbricati, servitù strade e canali, e gli altri elementi di vestizione). Il Consorzio si è, inoltre, dotato del fondamentale strumento di conoscenza del territorio rappresentato dalle Ortofotocarte a colori con dettaglio a terra di mezzo metro, derivate da riprese aeree effettuate nell estate Tra le principali fonti informative utilizzate citiamo: Carta della Copertura del Suolo del Veneto Edizione 2009, in formato digitale, ad elevata accuratezza geometrica e tematica, composto da oltre 170 classi in linea con il programma CORINE Land Cover. L area minima rappresentata misura 2500 mq. Le informazioni rappresentate si riferiscono all anno di rilevamento 2007; Modello digitale del terreno della Regione Veneto, con celle di 5 metri di lato, in formato ASCII, con taglio cartografico relativo alle sezioni di CTR. Il DEM è stato realizzato dal CNR di Pisa. I dati di partenza sono stati i punti quotati desunti dalla CTRN; Tracciati delle Reti fognarie trasmessi in formato digitale dagli Enti Gestori del Servizi Idrici Integrati (dati con completi per stessa ammissione della fonte). Sono stati georeferenziati nel sistema di coordinate Gauss Boaga i seguenti temi di base: 1 In particolare sono stati utilizzati i software di tipo GIS della ESRI : Arc-GIS 10, Arc-Cad, Arc-View 3.3,3D-Analyst. Inoltre è stato utilizzato Autocad 2010, della Autodesk. pag. 114

119 Piano di classifica per la Bonifica - Carta Pedologica - Carta altimetrica punti quotati e curve di livello (derivata dal modello digitale del terreno) - Unità Territoriali Omogenee (UTO) - Perimetro di contribuenza - Carta della Soggiacenza - Aree a diversa Efficacia dell attività di bonifica - Zonizzazione Urbanistica (derivata dalla carta della copertura dei suoli) - Aree urbane servite da pubblica fognatura di tipo misto - Grafi stradali (stradari) - Bacini e sottobacini idrografici - Rete consorziale dei canali di scolo - Quadro Unione fogli catastali (derivato dalle mappe catastali digitali) - Particelle catastali poligonali (derivato dalle mappe catastali digitali) - Scarichi reflui nella rete consortile (elementi puntuali) Piano di classifica per l Irrigazione - Rete irrigua principale e rete minore - Rete pluvirrigua - Bacini Irrigui Omogenei - Dotazione irrigua (per superfici attrezzate) - Efficienza del servizio irriguo (per superfici non attrezzate) Attraverso opportune operazione di sovrapposizione ed intersezione dei temi di base (overlay topologici, vedasi figura della pagina seguente), sono state, successivamente, ottenute le seguenti coperture tematiche territoriali: Piano di classifica per la Bonifica - Indice di Comportamento idraulico dei suoli - Indice Tecnico per i settori agricolo ed urbano - Indice Economico settore agricolo - Indice finale di Beneficio settore agricolo Piano di classifica per l Irrigazione - Fabbisogno idrico - Indice Economico (per superfici non attrezzate) - Indice finale di Beneficio Irriguo pag. 115

120 Per quanto riguarda l indice di beneficio finale per il settore urbano (parametro non rappresentabile cartograficamente), si rimanda al paragrafo Fig. 17 : Operazioni topologiche in ambiente GIS 9.2 METODOLOGIA ADOTTATA La metodologia adottata per la stesura dei Piani di Classifica si può considerare di tipo analitico. Non è stata, cioè, introdotta alcuna semplificazione che non fosse motivata da considerazioni oggettive in merito all ordine di grandezza delle approssimazioni conseguenti. Non sono state introdotte unità territoriali minimali nell ambito delle quali spalmare gli indici ottenuti (es. Fogli catastali). I perimetri delle aree omogenee relative ai diversi parametri tecnici ed economici utilizzati sono stati mantenuti inalterati in tutti i passaggi elaborativi fino alla definizione degli indici finali di beneficio. Ciò è stato possibile grazie all ausilio degli strumenti informatici prima descritti. Gli indici finali di beneficio sono stati raggruppati in un numero limitato di classi omogenee. In tal modo vengono eliminate o comunque mediate le eventuali distorsioni dei valori calcolati, dovuti a fattori di natura meramente algebrica, generalmente non corrispondenti ad oggettive situazioni di fatto. pag. 116

121 La scomposizione in classi omogenee è stata operata in corrispondenza di significative differenze di valore, salti naturali degli indici associati alle classi elementari adiacenti. Inoltre i valori indice di riferimento per le classi così ottenute sono state calcolate attraverso medie ponderate sulle superfici di competenza di ciascuna classe elementare. Al termine, sia per il Piano di Classifica per il riparto degli oneri di Bonifica, sia di quelli Irrigui, sono state effettuate opportune simulazioni di applicazione degli indici finali di beneficio. Fissati, attraverso stime provvisorie, i costi da ripartire, sono state calcolate le aliquote di contribuenza, in modo da verificare l impatto sullo scenario complessivo, valutando, in particolare, la distribuzione territoriale del complessivo carico contributivo per la bonifica e l irrigazione. Ciò ha permesso di valutare ed individuare le aree per le quali si prevedono consistenti divari di costo rispetto all attuale situazione. Anche il confronto tra i Piani di Classifica attuali e quelli in elaborazione è stato effettuato attraverso l utilizzo di procedure informatizzate. Si fa osservare che le aliquote definitive si potranno esattamente determinare solo in sede applicativa del Piano, una volta predisposto il relativo PIANO DI RIPARTO. 9.3 APPLICAZIONE DEL PIANO DI CLASSIFICA L applicazione dei Piani di Classifica per la Bonifica e per l Irrigazione consiste essenzialmente nell assegnazione a ciascun immobile censito nel catasto consortile, sia esso un fondo agricolo che una unità immobiliare urbana, degli indici finali di beneficio. Una volta noti gli indici di beneficio per ciascuna unità contribuente, si possono determinare le carature, ovvero le superfici equivalenti oggetto di tributo (caratura = sup_contribuente x indice_beneficio). Quindi, fissati i costi da ripartire per ciascuna UTO, in sede di piano di riparto, si possono determinare le aliquote per singolo tipo di tributo e per singola unità territoriale. L ammontare del tributo, sia per terreni agricoli che per gli urbani, è direttamente correlato alla superficie dell immobile stesso (ciò deriva anche dalla avvenuta meticolosa applicazione del disposto di cui all art. 4, comma 9, della L.R. n 25/1996). In particolare per le unità immobiliari urbane, la superficie da considerare corrisponde alla quota parte di competenza dell area del lotto di terreno su cui insiste il fabbricato (in caso di più immobili la superficie viene assegnata in proporzione alla rendita catastale). Per la determinazione dell area del lotto risulta indispensabile identificare catastalmente il mappale terreno del lotto stesso (comune+foglio+particella). Un notevole sforzo organizzativo è stato compiuto proprio per consentire di correlare i fabbricati ai terreni. In particolare sono stati acquisiti, controllati, aggiornati ed infine integrati nel catasto consortile, tutti i dati ufficiali del Catasto pubblico relativamente ai partitari ed ai censuari dei settori agricolo ed urbano. L attribuzione degli indici di beneficio agli immobili agricoli, avviene mediante operazioni topologiche automatiche nell ambiente SIT. E necessario, in ogni caso, un successivo intenso intervento manuale per la sistemazione di talune situazione non ordinarie. Per quanto riguarda l assegnazione degli indici di beneficio per la bonifica alle singole unità immobiliari urbane, si utilizzerà il collegamento già realizzato tra le particelle terreno ed i fabbricati (tale connessione avviene attraverso l attribuzione del numero di mappale terreno per ciascuna unità immobiliare urbana censita). Nei casi in cui non è possibile determinare con esattezza il mappale terreno su cui insiste l immobile urbano, si utilizzeranno altre chiavi di correlazione, come l indirizzo. Attraverso la Via è, infatti, possibile localizzare pag. 117

122 l immobile (utilizzando i grafi stradali già informatizzati) e quindi determinare il valore più prossimo dell indice interessato. Una particolare attività riguarda l individuazione degli immobili urbani serviti da pubblica fognatura, di cui ai commi 2, 3 art.37 della LR 12/2009, come di seguito descritto. Determinazione degli importi che i Soggetti titolari degli scarichi dovranno corrispondere ai Consorzi di Bonifica in virtù dell applicazione dell art. 37 della LR 12/2009. L obiettivo consiste nella individuazione degli immobili urbani serviti dalla rete fognaria pubblica (vedi LR 12/2009 art. 37 comma 2: Gli immobili urbani serviti da pubblica fognatura non sono assoggettati al contributo di bonifica per lo scolo delle relative acque). Il primo passo riguarda la corretta delimitazione degli ambiti territoriali coperti dal servizio fognario. Si procede alle delimitazione delle aree sulla base del tracciato delle reti fognarie (si fa osservare che il lavoro di Individuazione degli Agglomerati urbani effettuata dall ARPAV nell ambito di applicazione del Piano di Tutela delle Acque, non risulta immediatamente utilizzabile per gli scopi di cui sopra in quanto ricomprende anche aree che allo stato attuale non risultano ancora servite da fognatura). In base al tipo di rete, si possono eventualmente differenziare i bacini serviti da rete miste, nere e bianche. I contorni delle aree servite da fognatura sono stati digitalizzati ed elaborati in forma di poligoni georeferenziati. Tali poligoni sono poi stati incrociati con le mappe catastali informatizzate già in possesso. Attraverso operazioni intersect in ambiente GIS, si individuano tutte le particelle catastali incluse in detti poligoni. Successivamente, in base agli identificativi catastali COMUNE+FOGLIO+MAPPALE dei terreni filtrati, si procederà alla estrazione dal catasto consortile di tutte le unità immobiliari urbane ivi correlate. La somma degli importi dei tributi afferenti il beneficio di scolo, in capo alle unità immobiliari urbane servite da reti fognarie di tipo misto, consente di quantificare gli importi che dovranno poi essere corrisposti dagli Enti Gestori dei SII. Si fa ad ogni modo osservare che: la corrispondenza tra le mappe catastali e la banca dati consortile non può essere mai completa; occorre valutare che almeno il 10% 20% degli immobili urbani presenti nel catasto consortile non trovano corrispondenza nelle mappe catastali (ciò per il fisiologico disallineamento tra il catasto terreni ed il censuario dei fabbricati). per aumentare la precisione dell elaborazione, oltre alla corrispondenza geografica, si utilizzano le informazioni relative all INDIRIZZO delle unità immobiliari urbane. In sostanza si possono selezionare gli immobili urbani anche in base alla loro insistenza su VIE totalmente incluse nei poligoni degli ambiti serviti da fognatura (anche per questa elaborazione si utilizza il grafo stradale in formato vettoriale). un ulteriore elemento che permette di accrescere la completezza dell elaborazione, riguarda l archivio delle UTENZE utilizzato dagli Enti Gestori. Esso contiene dati relativi all indirizzo e nominativo dell utenza, che non sempre coincide con il proprietario. pag. 118

123 10 LE SPESE E LORO RIPARTIZIONE 10.1 INDIVIDUAZIONE E ATTRIBUZIONE DELLE SPESE pag. 119

124 10 LE SPESE E LORO RIPARTIZIONE 10.1 INDIVIDUAZIONE E ATTRIBUZIONE DELLE SPESE Le spese per la gestione ordinaria dell attività consortile devono essere opportunamente ripartite tra i centri di costo previsti in bilancio utilizzando le note di riscontro dell attività svolta. Ogni centro di costo deve avere correlazione univoca con le Unità Territoriali Omogenee (U.T.O.) come definite nei paragrafi precedenti. La spesa complessiva deve essere, innanzitutto, ripartita tra le seguenti due categorie principali: A. Spese imputabili direttamente alle singole UTO (siano esse afferenti la bonifica o irrigazione) B. Spese non direttamente imputabili alle UTO, in quanto spese afferenti ambiti più elevati rispetto alle singole UTO, oppure spese relative in modo congiunto ad attività di bonifica e irrigazione. Tra le prime solitamente si considerano quelle relative alla gestione delle opere (personale, mezzi d opera, forniture, ecc.), ai costi energetici per il funzionamento degli impianti, alla sorveglianza e all esercizio della rete idrica e dei relativi manufatti. Le spese di indiretta imputazione e/o generali sono quelle necessarie per il funzionamento e la gestione di tutti i servizi di interesse generale (spese istituzionali, di funzionamento degli organi del consorzio, assicurative e legali, consulenze, studi, personale adibito a compiti generali, oneri per mutui di interesse non specifico, gestione della sede, ecc.). Nel caso di spese non direttamente imputabili, occorre procedere alla loro corretta ripartizione tra i settori beneficiari bonifica ed irrigazione. Nel caso del Consorzio di Bonifica Veronese parte delle suddette spese sono quelle inerenti la gestione i draulica di corsi d acqua con funzione mista: scolo e irrigazione. Per procedere alla loro scomposizione occorre utilizzare opportuni criteri di funzionalità. Per ogni collettore a funzionalità mista si valuta la percentuale dell onere gestionale aggiuntivo occorrente per garantirne l uso irriguo, rispetto alla funzione fondamentale dello scolo. I collettori di scolo con funzione mista, vengono distinti in almeno 2 classi: KM mista 50% : collettori per i quali lo svolgimento della funzione mista, richiede interventi più intensi dell ordine del 50% 1 KM mista 25% : collettori per i quali lo svolgimento della funzione mista, richiede interventi più intensi dell ordine del 25% Rapportando tali interventi in Km (fittizi) di canali, si ottiene per l utilizzo dei canali misti ai fini irrigui, il seguente valore di maggiore incidenza gestionale: KM irrig = R mista 50% x R mista 25% x Tali valori sono determinati in base alle dimensioni del canale, il tempo di funzionamento, la portata idrica e gli oneri di manutenzione. pag. 120

125 Il rapporto di ripartizione delle spese afferenti la rete mista si determina nel seguente modo: K %bon = KM bon KM bon + KM irrig K %irrig = KM irrig KM bon + KM irrig essendo KM bon = Km della rete di tipo misto In merito a tale componente gestionale devesi far rilevare che nel comprensorio in esame, il servizio irriguo è così caratterizzato: viene espletato solo stagionalmente (semestre primavera estate); utilizza, su larga parte del comprensorio, la rete di bonifica in forma promiscua. Tale rete è preesistente a tale attività e risulta comunque necessaria, per lo scolo delle acque nell arco dell intero anno; la rete di bonifica è primariamente finalizzata alla sicurezza idraulica del territorio. Di norma le altre tipologie di spese indirette vengono ripartite tra i settori beneficiari, bonifica ed irrigazione, o tra le diverse UTO dello stesso settore, in relazione alla incidenza delle spese dirette rispetto a quelle complessive. In taluni caso tale criterio può essere sostituito con altri metodi meglio congruenti con tipo di spesa. Ad esempio i costi energetici per l irrigazione in comune a più UTO (es. centrale di sollevamento unica), possono essere suddivisi in base all effettivo volume idrico distribuito. Ad ogni modo sia i criteri che gli importi troveranno maggiore definizione, come più volte ricordato, in sede di stesura del Piano di Riparto annuale delle Spese. pag. 121

126 11 NORME PARTICOLARI 11.1 ALTRE VOCI DI CONTRIBUENZA 11.2 VARIAZIONI E ALTRE NORME 11.3 UTENZE PARTICOLARI pag. 122

127 11 NORME PARTICOLARI 11.1 ALTRE VOCI DI CONTRIBUENZA Fatte salve le vigenti norme di legge, l Assemblea consortile potrà adottare altre voci di contribuenza, quali quelle conseguenti le concessioni precarie, l utilizzo di canali soggetti a servitù attiva a favore del Consorzio stesso, ecc. Il Consorzio, inoltre, in caso di inadempienza, o su richiesta, di singoli proprietari, potrà intervenire a svolgere interventi manutentori di competenza dei privati stessi, con rimborso delle spese, ai sensi dell art. 41 del R.D. 215/1933 e dell art. 34 della LR 12/2009. Pertanto le spese sostenute dal Consorzio a beneficio di singoli consorziati, saranno direttamente imputate agli stessi e quindi escluse da quelle da considerare per la ripartizione degli oneri di bonifica e/o di irrigazione. Analogamente, il Consorzio potrà effettuare opere di interesse comune con gli Enti locali, previa specifica convenzione o accordo di programma (art. 34 comma 6 LR 12/2009) VARIAZIONI E ALTRE NORME Confermati i criteri di riparto del presente Piano di Classifica, peraltro resi noti attraverso la pubblicazione e resi esecutivi con il Decreto di approvazione regionale, si potranno effettuare eventuali aggiornamenti nelle misure dei diversi indici o nella delimitazione delle classi a seguito: di effettive e sensibili modifiche degli elementi tecnici e di stima utilizzati, che ne giustificano le variazioni; Con deliberazione dell Assemblea consortile inoltre: potranno essere adottate, se necessario, particolari norme applicative in relazione agli accertamenti occorrenti e ai tempi necessari per l implementazione dei dati nel S.I.T. nel catasto consortile; singoli immobili, che presentassero caratteristiche idrauliche e/o agro pedologiche, sensibilmente difformi da quelle della classe di beneficio in cui sono inquadrate, potranno essere riclassificate assegnando loro la classe di beneficio idonea. Nel caso di immobili urbani situati al di fuori delle Aree Urbane rilevate (nuove costruzioni, nuove lottizzazioni, ecc.), verranno applicate in via preliminare, e fino all approvazione delle modiche intervenute nel Piano di Classifica, le classi di contribuenza urbana minima previste. pag. 123

128 11.3 UTENZE PARTICOLARI Convenzione con Consorzio di Bonifica Fossa di Pozzolo Con protocollo di intesa in data 02/10/1997, sottoscritto dall allora Consorzio Valli Grandi e Medio Veronese con il Consorzio di Bonifica Fossa di Pozzolo (Regione Lombardia), tenuto conto che un territorio di circa 350 ettari, ricadente nel Consorzio Fossa di Pozzolo, recapita le proprie acque di scolo nelle reti idrauliche gestite dal Consorzio Veronese, è stato definito un rimborso annuale valutato applicando a detta superficie la stessa aliquota media già assegnata ai terreni limitrofi. Gestione di strade interpoderali Il Consorzio di Bonifica assicura, con proprio personale e mezzi, la manutenzione ordinaria e straordinaria di strade interpoderali e vicinali esistenti in alcune aree situate nel territorio delle Valli Grandi Veronesi. Ciò deriva da vecchi accordi e consuetudini oramai consolidate fin dall epoca della attuazione della grande bonifica integrale. Tutte le spese sostenute dal Consorzio imputabili a tale attività devono essere recuperate attraverso l applicazione di una apposita quota contributiva ettariale, agevolmente quantificabile suddividendo la spesa totale per l intera superficie beneficiaria. pag. 124

129 12 ALLEGATI 12.1 ALLEGATI CARTOGRAFICI 12.2 LEGISLAZIONE E GIURISPRUDENZA 12.3 BIBLIOGRAFIA pag. 125

ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 27 DEL DECRETO-LEGGE N. 248/2007, CONVERTITO CON MODIFICAZIONI NELLA LEGGE N. 31/2008

ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 27 DEL DECRETO-LEGGE N. 248/2007, CONVERTITO CON MODIFICAZIONI NELLA LEGGE N. 31/2008 ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 27 DEL DECRETO-LEGGE N. 248/2007, CONVERTITO CON MODIFICAZIONI NELLA LEGGE N. 31/2008 CRITERI PER IL RIORDINO DEI CONSORZI DI BONIFICA 18 settembre 2008 2. Articolo 27 del decreto-legge

Dettagli

I CONSORZI DI BONIFICA

I CONSORZI DI BONIFICA 1 I CONSORZI DI BONIFICA SOMMARIO: 1. Normativa di riferimento. 2. Profili generali della disciplina in materia di Consorzi di Bonifica. 2.1. Piano di Bonifica. 2.2. Piano di Classifica. 2.3. Piano di

Dettagli

DETERMINAZIONE NR. 10 21/05/2012. del Responsabile del Servizio Finanziario

DETERMINAZIONE NR. 10 21/05/2012. del Responsabile del Servizio Finanziario Nr. Generale 119 DETERMINAZIONE NR. 10 del Responsabile del Servizio Finanziario OGGETTO: LIQUIDAZIONE CONTRIBUTO AL CONSORZIO DI BONIFICA EST TICINO VILLORESI Proposta nr. 192 Oggetto: LIQUIDAZIONE CONTRIBUTO

Dettagli

CONSORZIO DI BONIFICA DEL BASSO SULCIS (R.D N )

CONSORZIO DI BONIFICA DEL BASSO SULCIS (R.D N ) CONSORZIO DI BONIFICA DEL BASSO SULCIS (R.D. 20-11-1939 N. 12296) Via Catania, 5 Tel. 0781 62391 Fax 0781 62910 Cas. Post. 10 09013 CARBONIA (CA) Cod. Fisc. E Part. IVA: 00243110921 PIANO DI CLASSIFICA

Dettagli

COMUNE DI TREGNAGO PROVINCIA DI VERONA. Piazza A.Massalongo n Tel. 045/ Fax 045/

COMUNE DI TREGNAGO PROVINCIA DI VERONA. Piazza A.Massalongo n Tel. 045/ Fax 045/ COMUNE DI TREGNAGO PROVINCIA DI VERONA Piazza A.Massalongo n. 1 37039 Tel. 045/7808127 7808035 Fax 045/6500040 REGOLAMENTO PER LA DETERMINAZIONE DELLA INDENNITA RISARCITORIA A SEGUITO DI OPERE OGGETTO

Dettagli

VISTI gli articoli 76 e 87, quinto comma, della Costituzione; VISTO l articolo 1 della legge 6 giugno 2016, n. 106, recante delega al Governo per la

VISTI gli articoli 76 e 87, quinto comma, della Costituzione; VISTO l articolo 1 della legge 6 giugno 2016, n. 106, recante delega al Governo per la VISTI gli articoli 76 e 87, quinto comma, della Costituzione; VISTO l articolo 1 della legge 6 giugno 2016, n. 106, recante delega al Governo per la riforma del terzo settore, dell impresa sociale e per

Dettagli

- che gli indici di contribuenza come sopra individuati sono stati ottenuti tenendo conto di quanto di seguito:

- che gli indici di contribuenza come sopra individuati sono stati ottenuti tenendo conto di quanto di seguito: DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSORZIO N. 67 DEL 11.09.2015 Struttura proponente: Area risorse Settore Catasto. OGGETTO: Piano di riparto della contribuenza e ruolo per l'anno 2015 ex comprensorio Padule

Dettagli

COMUNE DI PORTOSCUSO Provincia di Carbonia Iglesias

COMUNE DI PORTOSCUSO Provincia di Carbonia Iglesias Proposta di Deliberazione al Consiglio Area FINANZIARIA N. 17 del 02-05-2016 COMUNE DI PORTOSCUSO Provincia di Carbonia Iglesias Proposta di Deliberazione al Consiglio Area FINANZIARIA N. 17 del 02-05-2016

Dettagli

REGOLAMENTO. Art. 1 Finalità e oggetto

REGOLAMENTO. Art. 1 Finalità e oggetto REGOLAMENTO per lo svolgimento delle funzioni di bonifica nel comprensorio n. 32 Val di Chiana senese redatto ai sensi dell'articolo 53, comma 7 della legge regionale 5 maggio 1994, n. 34 (Norme in materia

Dettagli

Comune di Carmignano

Comune di Carmignano Comune di Carmignano (Provincia di Prato) Deliberazione del Consiglio Comunale n. 22 del 21/05/2014 Regolamento per l applicazione del tributo per i servizi indivisibili (TASI) Indice Art. 1 - Oggetto

Dettagli

======================= L anno il giorno del mese di presso TRA. in ciò rappresentata dal Presidente. -, nato a il / / e domiciliato presso

======================= L anno il giorno del mese di presso TRA. in ciò rappresentata dal Presidente. -, nato a il / / e domiciliato presso CONVENZIONE FRA CONSORZIO DI BONIFICA N. 3 MEDIO VALDARNO E L UNIONE DEI COMUNI PER LA GESTIONE DEI RAPPORTI INERENTI L ATTIVITA DI BONIFICA DELL ANNO 2014. ======================= L anno il giorno del

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 182 della seduta di GIUNTA CAMERALE N 13 del 17 dicembre 2013

DELIBERAZIONE N. 182 della seduta di GIUNTA CAMERALE N 13 del 17 dicembre 2013 DELIBERAZIONE N. 182 della seduta di GIUNTA CAMERALE N 13 del 17 dicembre 2013 Oggetto: Approvazione del budget direzionale ai sensi dell'art. 8 del DPR 254/2005 UDITA la relazione del Presidente; LA GIUNTA

Dettagli

CITTA METROPOLITANA DI NAPOLI

CITTA METROPOLITANA DI NAPOLI CITTA METROPOLITANA DI NAPOLI DELIBERAZIONE DEL SINDACO METROPOLITANO OGGETTO: DETERMINAZIONE DELLA SUDDIVISIONE DEI PROVENTI DELLE SANZIONI AMMINISTRATIVE PECUNIARIE PER VIOLAZIONI PREVISTE DAL CODICE

Dettagli

Deliberazione n. 5/pareri/2005

Deliberazione n. 5/pareri/2005 Deliberazione n. 5/pareri/2005 REPUBBLICA ITALIANA LA CORTE DEI CONTI IN SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER LA LOMBARDIA composta dai magistrati: dott. Enrico Gustapane dott. Mario Donno dott. Donato Maria

Dettagli

COMUNE DI ASSAGO Provincia di Milano

COMUNE DI ASSAGO Provincia di Milano COMUNE DI ASSAGO Provincia di Milano PROPOSTA di deliberazione del CONSIGLIO COMUNALE N 27 del 26/06/2015 OGGETTO: DETERMINAZIONE ALIQUOTE E DETRAZIONI TASI (TRIBUTO SERVIZI INDIVISIBILI) ANNO 2015. IL

Dettagli

X LEGISLATURA 35" Seduta Giovedì 4 maggio 2017

X LEGISLATURA 35 Seduta Giovedì 4 maggio 2017 X LEGISLATURA 35" Seduta Giovedì 4 maggio 2017 Deliberazione n. 204 (Estratto del processo verbale) OGGETTO: Modifiche alla legge regionale 23 luglio 2003, n. 11 (Disposizioni per la bonifica e la tutela

Dettagli

Vice Direzione Generale Tecnici - Ambiente - Edil.Res.Pubbl. -Sport /126 Settore Ambiente e Territorio

Vice Direzione Generale Tecnici - Ambiente - Edil.Res.Pubbl. -Sport /126 Settore Ambiente e Territorio Vice Direzione Generale Tecnici - Ambiente - Edil.Res.Pubbl. -Sport 2011 43699/126 Settore Ambiente e Territorio CITTÀ DI TORINO DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE N. Cronologico 291 approvata il 20 ottobre 2011

Dettagli

MUNICIPIO DELLA CITTA DEL VASTO Provincia di Chieti R E G O L A M E N T O I M P O S T A M U N I C I P A L E P R O P R I A

MUNICIPIO DELLA CITTA DEL VASTO Provincia di Chieti R E G O L A M E N T O I M P O S T A M U N I C I P A L E P R O P R I A MUNICIPIO DELLA CITTA DEL VASTO Provincia di Chieti R E G O L A M E N T O I M P O S T A M U N I C I P A L E P R O P R I A Approvato con Delibera del C.C. n. 21 del 7 maggio 2012 ART. 1 OGGETTO DEL REGOLAMENTO

Dettagli

COMUNE DI CASTELNOVO NÉ MONTI (R.E.) BILANCIO DI PREVISIONE NOTA INTEGRATIVA ED ALLEGATI

COMUNE DI CASTELNOVO NÉ MONTI (R.E.) BILANCIO DI PREVISIONE NOTA INTEGRATIVA ED ALLEGATI COMUNE DI CASTELVO NÉ MONTI (R.E.) BILANCIO DI PREVISIONE 2016 2018 TA INTEGRATIVA ED ALLEGATI Per gli enti che adottano la contabilità finanziaria potenziata, ai sensi del D. Lgs. n. 118/2011, la nota

Dettagli

PREAMBOLO. Il Consiglio regionale

PREAMBOLO. Il Consiglio regionale Proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale Istituzione del Comune di Abetone Cutigliano, per fusione dei Comuni di Abetone e di Cutigliano. Visti gli articoli 117 e 133, della Costituzione;

Dettagli

COMUNE DI CHAMPDEPRAZ SCHEMA DI REGOLAMENTO REGOLAMENTO PER L'APPLICAZIONE DEL TRIBUTO COMUNALE SUI SERVIZI

COMUNE DI CHAMPDEPRAZ SCHEMA DI REGOLAMENTO REGOLAMENTO PER L'APPLICAZIONE DEL TRIBUTO COMUNALE SUI SERVIZI COMUNE DI CHAMPDEPRAZ SCHEMA DI REGOLAMENTO REGOLAMENTO PER L'APPLICAZIONE DEL TRIBUTO COMUNALE SUI SERVIZI Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 4 in data 29/03/2013 INDICE ART. 1 OGGETTO

Dettagli

PROGETTO DI ADEGUAMENTO D.Lgs. n , n. 209, art. 15

PROGETTO DI ADEGUAMENTO D.Lgs. n , n. 209, art. 15 Indirizzi regionali per l applicazione del decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209 Attuazione della direttiva 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso. PROGETTO DI ADEGUAMENTO D.Lgs. n. 24.06.2003,

Dettagli

BACINI IMBRIFERI MONTANI (BIM) E SOVRACANONE. Legge 27/12/1953, n. 959

BACINI IMBRIFERI MONTANI (BIM) E SOVRACANONE. Legge 27/12/1953, n. 959 BACINI IMBRIFERI MONTANI (BIM) E SOVRACANONE Legge 27/12/1953, n. 959 Norme modificative del testo unico delle leggi sulle acque e sugli impianti elettrici, approvato con regio decreto 11/12/1933, n. 1775,

Dettagli

Direzione Regionale: INFRASTRUTTURE E POLITICHE ABITATIVE Area: AFFARI GENERALI

Direzione Regionale: INFRASTRUTTURE E POLITICHE ABITATIVE Area: AFFARI GENERALI REGIONE LAZIO DELIBERAZIONE N. 146 DEL 04/04/2017 GIUNTA REGIONALE PROPOSTA N. 3891 DEL 03/03/2017 STRUTTURA PROPONENTE Direzione Regionale: INFRASTRUTTURE E POLITICHE ABITATIVE Area: AFFARI GENERALI Prot.

Dettagli

OGGETTO: parere in merito agli oneri di manutenzione delle strade vicinali.

OGGETTO: parere in merito agli oneri di manutenzione delle strade vicinali. GABINETTO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA SERVIZIO AFFARI ISTITUZIONALI E DELLE AUTONOMIE LOCALI TIPO ANNO NUMERO REG. / / DEL 23 APRILE 2010 Al Direttore Generale della Comunità Montana.. OGGETTO: parere

Dettagli

RISOLUZIONE N. 52/E. Soluzione prospettata dal contribuente

RISOLUZIONE N. 52/E. Soluzione prospettata dal contribuente RISOLUZIONE N. 52/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma, 15 marzo 2007 Oggetto: Esercizio dell opzione per il consolidato fiscale nazionale da parte di società consortile di capitali. Articoli

Dettagli

RISOLUZIONE N. 68/E. Con l interpello in esame, concernente l interpretazione dell articolo 32 del DPR n. 601 del 1973, è stato esposto il seguente:

RISOLUZIONE N. 68/E. Con l interpello in esame, concernente l interpretazione dell articolo 32 del DPR n. 601 del 1973, è stato esposto il seguente: RISOLUZIONE N. 68/E Roma, 3 luglio 2014 Direzione Centrale Normativa OGGETTO: Istanza di Interpello - Cessioni a titolo gratuito al Comune, di aree ed opere di urbanizzazione Applicabilità dell articolo

Dettagli

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI DECRETO 24 ottobre 2014. Procedure e schemi-tipo per la redazione e la pubblicazione del programma triennale, dei suoi aggiornamenti annuali e dell elenco

Dettagli

COMUNE di PARONA (Prov. di Pavia)

COMUNE di PARONA (Prov. di Pavia) COPIA COMUNE di PARONA (Prov. di Pavia) DETERMINAZIONE DEL SERVIZIO POLIZIA LOCALE N.25 Data 18-05-2016 OGGETTO: PROVENTI DELLE SANZIONI AMMINISTRATIVE PECUNIARIE PER VIOLAZIONI AL CODICE DELLA STRADA

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL TRIBUTO SUI SERVIZI INDIVISIBILI (TASI)

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL TRIBUTO SUI SERVIZI INDIVISIBILI (TASI) COMUNE DI OLMEDO (PROVINCIA DI SASSARI) REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL TRIBUTO SUI SERVIZI INDIVISIBILI (TASI) Approvato con Deliberazione Consiliare n. 20 del 09 settembre 2014 e pubblicato all Albo

Dettagli

GESTIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI - SCHEDE ILLUSTRATIVE -

GESTIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI - SCHEDE ILLUSTRATIVE - Settore Commissioni Legislative Unità Organizzativa Ambiente GESTIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI - SCHEDE ILLUSTRATIVE - 1) I CONSORZI FRA ENTI LOCALI 2) LE AZIENDE SPECIALI 3) LE AZIENDE CONSORZIALI

Dettagli

PROGETTO DI LEGGE N. 77

PROGETTO DI LEGGE N. 77 REGIONE LOMBARDIA X Legislatura CONSIGLIO REGIONALE Atti 2004/2013 VI COMMISSIONE CONSILIARE AMBIENTE E PROTEZIONE CIVILE PROGETTO DI LEGGE N. 77 Disposizioni in materia ambientale. Modifiche alle ll.rr.

Dettagli

PARTE SECONDA. le procedure di gestione del Programma;

PARTE SECONDA. le procedure di gestione del Programma; Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 104 del 21 07 2015 31267 PARTE SECONDA Deliberazioni del Consiglio e della Giunta DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 12 giugno 2015, n. 1393 Restituzione

Dettagli

CONSORZIO DI BONIFICA 3 MEDIO VALDARNO Via G. Verdi n. 16, Firenze (FI) C.F

CONSORZIO DI BONIFICA 3 MEDIO VALDARNO Via G. Verdi n. 16, Firenze (FI) C.F Via G. Verdi n. 16, 50122 Firenze (FI) C.F. 06432250485 - www.cbmv.it DECRETO DEL PRESIDENTE N. 74 DEL 28/12/2016 Oggetto: Riparto della contribuzione consortile per l anno 2016. IL PRESIDENTE VISTA la

Dettagli

Provincia Autonoma di Trento

Provincia Autonoma di Trento 139 82739 Deliberazioni - Parte 1 - Anno 2012 Provincia Autonoma di Trento DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE del 26 ottobre 2012, n. 2324 Approvazione dei criteri e modalità per dare attuazione alle

Dettagli

COMUNE DI VALDISOTTO

COMUNE DI VALDISOTTO VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO CON I POTERI DEL CONSIGLIO COMUNALE ORIGINALE N 6 del 18/01/2017 OGGETTO: IMPOSTA UNICA COMUNALE I.U.C.: APPROVAZIONE ALIQUOTE COMPONENTE IMU PER L ANNO 2017 L'anno

Dettagli

TENUTO CONTO che l applicazione a regime dell imposta municipale propria è fissata all anno 2015;

TENUTO CONTO che l applicazione a regime dell imposta municipale propria è fissata all anno 2015; VISTI agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 14 marzo 2011 n.23, e art. 13 del D.L. 6 dicembre 2011 n. 201, convertito con modificazioni con la legge 22 dicembre 2011 n. 214, con i quali viene istituita

Dettagli

Documento scaricato da

Documento scaricato da Regione Sardegna Legge Regionale n. 22 del 16 dicembre 2005 Norme per l approvazione del Piano regionale di protezione, decontaminazione, smaltimento e bonifica dell ambiente ai fini della difesa dai pericoli

Dettagli

Roma, 11 novembre 2005

Roma, 11 novembre 2005 RISOLUZIONE N. 158/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma, 11 novembre 2005 Oggetto: Istanza di Interpello - Art. 11, legge 27 luglio 2000, n. 212 - Espropriazione immobiliare Obblighi tributari

Dettagli

Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio DIVISIONE GESTIONE INTEGRATA DELLE RISORSE IDRICHE

Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio DIVISIONE GESTIONE INTEGRATA DELLE RISORSE IDRICHE Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio DIVISIONE GESTIONE INTEGRATA DELLE RISORSE IDRICHE Struttura istituzionale e organizzativa per la gestione delle acque in Italia Workshop Gli obblighi

Dettagli

-gli artt. 1, 36, 38 e 41 della legge , n. 457, prevedono il finanziamento di programmi di edilizia agevolata;

-gli artt. 1, 36, 38 e 41 della legge , n. 457, prevedono il finanziamento di programmi di edilizia agevolata; REGIONE PIEMONTE BU42 20/10/2016 Codice A1507A D.D. 29 giugno 2016, n. 412 Contributi semestrali a favore degli Istituti Mutuanti a copertura dei mutui agevolati disposti ai sensi delle legge 457/78, 25/80,

Dettagli

INDICE. Regolamento sanzioni paesaggistiche

INDICE. Regolamento sanzioni paesaggistiche INDICE Art 1. Quadro normativo di riferimento... 3 Art 2. Ambito di applicazione... 4 Art 3. Casi di esclusione... 4 Art 4. Interventi di ristrutturazione edilizia ed opere comportanti ampliamenti non

Dettagli

1. Nota istituzionale

1. Nota istituzionale Allegato parte integrante ALLEGATO A) 1. Nota istituzionale La normativa attualmente in vigore in materia di utilizzazione delle acque pubbliche ha origine dal regio decreto legge del 1919 (n. 2161), entrato

Dettagli

Regione Autonoma della Sardegna

Regione Autonoma della Sardegna Deliberazione del 14.3.2002 (8/19) OGGETTO: Adozione incremento delle tariffe dei servizi di fognatura e di depurazione delle acque reflue. Deliberazioni CIPE n. 23 del 8 marzo 2001, n. 52 del 4 Aprile

Dettagli

Parere n. 72/ Applicabilità del contributo di costruzione previsto all art. 16 D.P.R. 380/01 a caso specifico

Parere n. 72/ Applicabilità del contributo di costruzione previsto all art. 16 D.P.R. 380/01 a caso specifico Parere n. 72/2010 - Applicabilità del contributo di costruzione previsto all art. 16 D.P.R. 380/01 a caso specifico E chiesto parere in merito all applicabilità del contributo di costruzione previsto all

Dettagli

Sezione I Identificazione della misura

Sezione I Identificazione della misura Sezione I Identificazione della misura 1. Misura 1.4 - Gestione delle risorse idriche in agricoltura (Articolo 33 trattino 8 Reg. (CE) 1257/99) 2. Asse prioritario di riferimento Risorse Naturali 3. Fondo

Dettagli

COMUNE DI VODO DI CADORE

COMUNE DI VODO DI CADORE COMUNE DI VODO DI CADORE REGOLAMENTO DI APPLICAZIONE DELL ART. 92 DEL D.LGS. 163/2006, RIGUARDANTE LE PRESTAZIONI INTERNE IN MATERIA DI OO.PP. ED URBANISTICA Approvato con Deliberazione della Giunta comunale

Dettagli

approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 42 del entrato in vigore il

approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 42 del entrato in vigore il REGOLAMENTO per i criteri di utilizzazione delle somme relative a oneri di urbanizzazione secondaria da destinare a: - «Chiese ed altri edifici per servizi religiosi»; - «Centri civici e sociali, attrezzature

Dettagli

COMUNE DI CASTEL COLONNA REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELL IMPOSTA MUNICIPALE PROPRIA

COMUNE DI CASTEL COLONNA REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELL IMPOSTA MUNICIPALE PROPRIA COMUNE DI CASTEL COLONNA REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELL IMPOSTA MUNICIPALE PROPRIA (Approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 13 del 07-06-2012) INDICE Art. 1 -Oggetto Art. 2 Abitazione posseduta

Dettagli

COMUNE di VERUCCHIO PROVINCIA DI RIMINI. Proposta di consiglio n. 5 del 27/02/2016

COMUNE di VERUCCHIO PROVINCIA DI RIMINI. Proposta di consiglio n. 5 del 27/02/2016 Proposta di consiglio n. 5 del 27/02/2016 Oggetto: DETERMINAZIONE CONTRIBUTO STRAORDINARIO AI SENSI DELL'ART.16 4 COMMA LETT.D-TER DEL DPR N.380/2001 SMI - CRITERI E MODALITA' DI CALCOLO PREMESSO che:

Dettagli

Intesa Interregionale Ex art. 73 D.P.R. 24 luglio 1977 n 616

Intesa Interregionale Ex art. 73 D.P.R. 24 luglio 1977 n 616 giunta regionale 9^ legislatura ALLEGATOA alla Dgr n. 2083 del 19 novembre 2013 pag. 1/14 SCHEMA Intesa Interregionale Ex art. 73 D.P.R. 24 luglio 1977 n 616 PER L ESERCIZIO DELLE FUNZIONI DI TUTELA E

Dettagli

Capo I Disposizioni generali Art. 1 Oggetto

Capo I Disposizioni generali Art. 1 Oggetto Regolamento recante istruzioni tecniche per la redazione degli strumenti della pianificazione provinciale e comunale in materia di cave e torbiere, di recupero di cave dimesse o in abbandono e di riutilizzo

Dettagli

CONVENZIONE INDICE. Convenzione Unione Comuni del Cusio Catasto 1

CONVENZIONE INDICE. Convenzione Unione Comuni del Cusio Catasto 1 CONVENZIONE PER IL TRASFERIMENTO ALL UNIONE COMUNI DEL CUSIO DELLA FUNZIONE CATASTO, AD ECCEZIONE DELLE FUNZIONI MANTENUTE ALLO STATO DALLA NORMATIVA VIGENTE INDICE Convenzione Unione Comuni del Cusio

Dettagli

C O M U N E D I SANNICANDRO DI BARI

C O M U N E D I SANNICANDRO DI BARI C O M U N E D I SANNICANDRO DI BARI Provincia di Bari REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELL IMPOSTA UNICA COMUNALE I.U.C. (Approvato con Deliberazione Consiliare n.. del..) 1 CAPITOLO 1 Disciplina generale

Dettagli

COMUNE DI SALA BOLOGNESE Provincia di Bologna. Regolamento Per La Disciplina Del Tributo Per I Servizi Indivisibili (TASI)

COMUNE DI SALA BOLOGNESE Provincia di Bologna. Regolamento Per La Disciplina Del Tributo Per I Servizi Indivisibili (TASI) COMUNE DI SALA BOLOGNESE Provincia di Bologna Regolamento Per La Disciplina Del Tributo Per I Servizi Indivisibili (TASI) Anno 2014 Indice Art. 1 - Oggetto 3 Art. 2 - Soggetto attivo 3 Art. 3 Presupposto

Dettagli

OGGETTO: Trattamento ai fini Iva delle vendite operate da un ente pubblico

OGGETTO: Trattamento ai fini Iva delle vendite operate da un ente pubblico RISOLUZIONE 352/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma, 05 dicembre 2007 OGGETTO: Trattamento ai fini Iva delle vendite operate da un ente pubblico Con l istanza di interpello di cui all oggetto,

Dettagli

Regolamento per la disciplina del tributo per i servizi indivisibili (TASI) Approvato con delibera di Consiglio Comunale n.

Regolamento per la disciplina del tributo per i servizi indivisibili (TASI) Approvato con delibera di Consiglio Comunale n. Regolamento per la disciplina del tributo per i servizi indivisibili (TASI) Approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 42 del 31/07/2014 Indice Art. 1 Oggetto Art. 2 - Soggetto attivo Art. 3 Presupposto

Dettagli

PROVINCIA SUD SARDEGNA

PROVINCIA SUD SARDEGNA Regolamento per il rilascio delle autorizzazioni allo scarico delle acque reflue fuori dalla pubblica fognatura, approvato con delibera del Consiglio provinciale del 23 novembre 2016, n. 20 PREMESSA La

Dettagli

IL DIRETTORE DELL AGENZIA. In base alle attribuzioni conferitegli dalle norme riportate nel seguito del presente provvedimento: Dispone

IL DIRETTORE DELL AGENZIA. In base alle attribuzioni conferitegli dalle norme riportate nel seguito del presente provvedimento: Dispone PROT. N. 2006/135798 Modalità e termini degli adempimenti e dei versamenti di cui all articolo 35, comma 10 quinquies, del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge

Dettagli

COMUNE DI FERRERA DI VARESE Provincia di Varese

COMUNE DI FERRERA DI VARESE Provincia di Varese COMUNE DI FERRERA DI VARESE Provincia di Varese REGOLAMENTO IMPOSTA MUNICIPALE PROPRIA - IMU (ex ICI) Approvato con deliberazione consiliare n.6 del 30 Maggio 2012 immediatamente esecutiva Regolamento

Dettagli

Proposta di legge regionale

Proposta di legge regionale Proposta di legge regionale Disposizioni in materia di difesa dal rischio idraulico. Modifiche alla legge regionale 21 maggio 2012, n. 21 (Disposizioni urgenti in materia di difesa dal rischio idraulico

Dettagli

Disposizioni per il riordino delle funzioni amministrative provinciali.

Disposizioni per il riordino delle funzioni amministrative provinciali. Normativa comparata REGIONE VENETO Pubblicata nel B.U. Veneto 29 ottobre 2015, n. 103. Art. 1 Oggetto. 1. La presente legge regionale, ai sensi degli articoli 117, commi 3 e 4, e 118 della Costituzione,

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL TRIBUTO SUI SERVIZI INDIVISIBILI (TASI)

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL TRIBUTO SUI SERVIZI INDIVISIBILI (TASI) Comune di Nereto Provincia di Teramo IMPOSTA UNICA COMUNALE - IUC REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL TRIBUTO SUI SERVIZI INDIVISIBILI (TASI) (art. 1, comma 682, legge 27 dicembre 2013, n. 147) (approvato

Dettagli

MINISTERO DELL ECONOMIA E DELLE FINANZE DECRETO

MINISTERO DELL ECONOMIA E DELLE FINANZE DECRETO MINISTERO DELL ECONOMIA E DELLE FINANZE DECRETO 26 luglio 2012 Individuazione delle modalita di inserimento negli atti catastali della sussistenza del requisito della ruralita. (12 08730) (GU n. 185 del

Dettagli

I corpi idrici termali (testo adottato) (In corsivo le aggiunte, barrate le frasi eliminate)

I corpi idrici termali (testo adottato) (In corsivo le aggiunte, barrate le frasi eliminate) 10.1.6 I corpi idrici termali (testo vigente) 10.1.6 I corpi idrici termali (testo adottato) (In corsivo le aggiunte, barrate le frasi eliminate) 10.1.6 I corpi idrici termali (testo con modifiche proposte

Dettagli

PARTE PRIMA. LEGGE REGIONALE 21 giugno 2011, n. 12. Norme straordinarie per i Consorzi di bonifica.

PARTE PRIMA. LEGGE REGIONALE 21 giugno 2011, n. 12. Norme straordinarie per i Consorzi di bonifica. 18882 Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 100 del 24-06-2011 PARTE PRIMA Leggi e regolamenti regionali LEGGE REGIONALE 21 giugno 2011, n. 12 Norme straordinarie per i Consorzi di bonifica. IL

Dettagli

REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DETERMINAZIONE DELL INDENNITA RISARCITORIA PER OPERE OGGETTO DI CONDONO EDILIZIO

REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DETERMINAZIONE DELL INDENNITA RISARCITORIA PER OPERE OGGETTO DI CONDONO EDILIZIO REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DETERMINAZIONE DELL INDENNITA RISARCITORIA PER OPERE OGGETTO DI CONDONO EDILIZIO Approvato: delibera Consiglio Comunale n. 67 del 29/11/2004 esecutiva il 13/12/2004 IL SEGRETARIO

Dettagli

PROVVEDIMENTO N DEL 9 MARZO 2007 L ISTITUTO PER LA VIGILANZA SULLE ASSICURAZIONI PRIVATE E DI INTERESSE COLLETTIVO

PROVVEDIMENTO N DEL 9 MARZO 2007 L ISTITUTO PER LA VIGILANZA SULLE ASSICURAZIONI PRIVATE E DI INTERESSE COLLETTIVO PROVVEDIMENTO N. 2509 DEL 9 MARZO 2007 CRITERI DI DETERMINAZIONE DELLE INDENNITA SPETTANTI, AI SENSI DEGLI ARTICOLI 246, COMMA 3 E 280, COMMA 3 DEL DECRETO LEGISLATIVO 7 SETTEMBRE 2005, N. 209, AI COMMISSARI

Dettagli

MODIFICA DEL REGOLAMENTO PER L APPLICAZIONE DELL ADDIZIONALE COMUNALE ALL IRPEF APPROVATO CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N.

MODIFICA DEL REGOLAMENTO PER L APPLICAZIONE DELL ADDIZIONALE COMUNALE ALL IRPEF APPROVATO CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. MODIFICA DEL REGOLAMENTO PER L APPLICAZIONE DELL ADDIZIONALE COMUNALE ALL IRPEF APPROVATO CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. DEL INDICE Art. 1 - Oggetto e scopo del regolamento Art. 2 - Potestà regolamentare

Dettagli

NUCLEI DI VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI RIPARTIZIONE RISORSE QUOTE ANNI 2007 E 2008

NUCLEI DI VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI RIPARTIZIONE RISORSE QUOTE ANNI 2007 E 2008 NUCLEI DI VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI RIPARTIZIONE RISORSE QUOTE ANNI 2007 E 2008 (ART. 1, COMMA 7, LEGGE N. 144/1999 E ART. 145, COMMA 10, LEGGE N. 388/2000) I L C I P E VISTA la

Dettagli

Legge 6 agosto 1967, n. 765 (c.d. legge Ponte) (in

Legge 6 agosto 1967, n. 765 (c.d. legge Ponte) (in Legge 6 agosto 1967, n. 765 (c.d. legge Ponte) (in G.U. 31 agosto 1967, n. 218) Modifiche ed interventi alla legge urbanistica 17 agosto 1942, n. 1150 (Vedi, ora, legge 28 gennaio 1977, n. 10) Legge 28

Dettagli

C O M U N E D I C A R D I T O

C O M U N E D I C A R D I T O C O M U N E D I C A R D I T O P R O V I N C I A D I N A P O L I Servizio Tributi Piazza G. Garibaldi n. 1-80024 Cardito (NA) Fax 081-835.40.69 tributi.cardito@asmepec.it http://cardito.asmenet.it Piano

Dettagli

RISOLUZIONE N. 104/E

RISOLUZIONE N. 104/E RISOLUZIONE N. 104/E Direzione Centrale Normativa Roma, 11 ottobre 2010 OGGETTO: Interpello ai sensi dell articolo 11 della legge n. 212 del 2000 IVA Rimborso da parte del gestore del servizio idrico delle

Dettagli

REGOLAMENTO PER L APPLICAZIONE DEL TRIBUTO COMUNALE SUI SERVIZI

REGOLAMENTO PER L APPLICAZIONE DEL TRIBUTO COMUNALE SUI SERVIZI COMUNE DI QUART VALLE D AOSTA COMMUNE DE QUART VALLÉE D AOSTE REGOLAMENTO PER L APPLICAZIONE DEL TRIBUTO COMUNALE SUI SERVIZI Approvato con deliberazione del Consiglio comunale n. 38 del 23 ottobre 2013

Dettagli

Disegno di legge delega recante:

Disegno di legge delega recante: Commissione per l elaborazione dei principi e criteri direttivi di uno schema di disegno di legge delega al governo per la novellazione del capo II del titolo I del libro III del Codice civile nonché di

Dettagli

Disposizioni finanziarie per la redazione del bilancio pluriennale della Regione Abruzzo (Legge di Stabilità Regionale 2015)

Disposizioni finanziarie per la redazione del bilancio pluriennale della Regione Abruzzo (Legge di Stabilità Regionale 2015) Legge Regionale 20 gennaio 2015, n. 2 Disposizioni finanziarie per la redazione del bilancio pluriennale 2015 2017 della Regione Abruzzo (Legge di Stabilità Regionale 2015) (Pubblicata sul Bollettino Ufficiale

Dettagli

Deliberazione n. 5/2016/PAR. Corte dei conti. Visto il decreto del Presidente della Repubblica 16 gennaio 1978 n. 21 e

Deliberazione n. 5/2016/PAR. Corte dei conti. Visto il decreto del Presidente della Repubblica 16 gennaio 1978 n. 21 e Deliberazione n. 5/2016/PAR Repubblica italiana Corte dei conti La Sezione del controllo per la Regione Sardegna composta dai magistrati: Dott. Francesco Petronio Dott. ssa Maria Paola Marcia Dott. ssa

Dettagli

COMUNE DI BORGOFRANCO SUL PO PROVINCIA DI MANTOVA

COMUNE DI BORGOFRANCO SUL PO PROVINCIA DI MANTOVA COMUNE DI BORGOFRANCO SUL PO PROVINCIA DI MANTOVA PROT N DELIBERAZIONE N 10 CODICE ENTE N. 10824 DEL 27.08.2013 ORIGINALE VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL SINDACO OGGETTO: DESTINAZIONE PROVENTI DELLE SANZIONI

Dettagli

COMUNE DI VENEZIA. Estratto dal registro delle deliberazioni del COMMISSARIO nella competenza del Consiglio comunale N. 57 DEL 18 LUGLIO 2014

COMUNE DI VENEZIA. Estratto dal registro delle deliberazioni del COMMISSARIO nella competenza del Consiglio comunale N. 57 DEL 18 LUGLIO 2014 COMUNE DI VENEZIA Estratto dal registro delle deliberazioni del COMMISSARIO nella competenza del Consiglio comunale N. 57 DEL 18 LUGLIO 2014 E presente il COMMISSARIO: VITTORIO ZAPPALORTO Partecipa il

Dettagli

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO AGENZIA RIS. IDRICHE ED ENERGIA Prot. n. DETERMINAZIONE DEL DIRIGENTE N. 28 DI DATA 27 Novembre 2013 O G G E T T O: Art. 1 bis 1, comma 15quater, L.P. 6 marzo 1998, n. 4: individuazione

Dettagli

REG. (UE) 1305/2013 PROGRAMMA NAZIONALE DI SVILUPPO RURALE MISURA

REG. (UE) 1305/2013 PROGRAMMA NAZIONALE DI SVILUPPO RURALE MISURA REG. (UE) 1305/2013 PROGRAMMA NAZIONALE DI SVILUPPO RURALE 2014-2020 MISURA 4 - Investimenti in immobilizzazioni materiali SOTTOMISURA 4.3 - Investimenti in infrastrutture per lo sviluppo l ammodernamento

Dettagli

Tribunale di Verona Sezione Lavoro Sentenza n (Composizione monocratica Giudice Gesumunno) REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Tribunale di Verona Sezione Lavoro Sentenza n (Composizione monocratica Giudice Gesumunno) REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Tribunale di Verona Sezione Lavoro Sentenza n. 22-09-2010 (Composizione monocratica Giudice Gesumunno) REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO TRIBUNALE C.P. DI VERONA SEZIONE LAVORO Nella causa

Dettagli

Ufficio: ECONOMICO FINANZIARIO PROPOSTA DI DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE DEL N.17 IL SINDACO

Ufficio: ECONOMICO FINANZIARIO PROPOSTA DI DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE DEL N.17 IL SINDACO Ufficio: ECONOMICO FINANZIARIO PROPOSTA DI DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE DEL 22-04-16 N.17 Oggetto: IMPOSTA UNICA COMUNALE- COMPONENTE TASI - APPROVAZIONE ALIQUOTE TASI ANNO 2016. IL SINDACO VISTO l art.

Dettagli

COMUNE DI GARDA PROVINCIA DI VERONA REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DISCIPLINA DELL IMPOSTA COMUNALE SUGLI IMMOBILI (I.C.I.)

COMUNE DI GARDA PROVINCIA DI VERONA REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DISCIPLINA DELL IMPOSTA COMUNALE SUGLI IMMOBILI (I.C.I.) COMUNE DI GARDA PROVINCIA DI VERONA REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DISCIPLINA DELL IMPOSTA COMUNALE SUGLI IMMOBILI (I.C.I.) - Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 60 del 28/12/1998 - Modificato

Dettagli

COMUNE DI SANNICANDRO DI BARI CITTA METROPOLITANA DI BARI

COMUNE DI SANNICANDRO DI BARI CITTA METROPOLITANA DI BARI COMUNE DI SANNICANDRO DI BARI CITTA METROPOLITANA DI BARI Medaglia d Argento al Merito Civile Cod. Fisc. 00827390725 ----------- ORIGINALE DELIBERAZIONE COMMISSARIO PREFETTIZIO N. 4 Del 30-07-2015 OGGETTO:

Dettagli

COMUNE DI PALAZZO PIGNANO REGOLAMENTO DISCIPLINANTE LA RIPARTIZIONE DEL FONDO PER LA PROGETTAZIONE E L'INNOVAZIONE

COMUNE DI PALAZZO PIGNANO REGOLAMENTO DISCIPLINANTE LA RIPARTIZIONE DEL FONDO PER LA PROGETTAZIONE E L'INNOVAZIONE COMUNE DI PALAZZO PIGNANO Provincia di CREMONA REGOLAMENTO DISCIPLINANTE LA RIPARTIZIONE DEL FONDO PER LA PROGETTAZIONE E L'INNOVAZIONE ART. 93 DEL D.LGS. 12 APRILE 2006, N. 163 Allegato A alla deliberazione

Dettagli

VISTA la legge 23 agosto 1988, n. 400, concernente Disciplina dell attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri ;

VISTA la legge 23 agosto 1988, n. 400, concernente Disciplina dell attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri ; VISTA la legge 23 agosto 1988, n. 400, concernente Disciplina dell attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri ; VISTO il R.D. 23 maggio 1924, n. 827, concernente il regolamento

Dettagli

LA GIUNTA REGIONALE. VISTO il Reg. (CE) n. 1290/2005 del Consiglio del 21 giugno 2005 relativo al finanziamento della politica agricola comune;

LA GIUNTA REGIONALE. VISTO il Reg. (CE) n. 1290/2005 del Consiglio del 21 giugno 2005 relativo al finanziamento della politica agricola comune; DGR N.584 DEL 5 DICEMBRE 2012 OGGETTO: Reg.(CE) n. 1698/05. Programma di Sviluppo Rurale (PSR) del Lazio per il periodo 2007-2013. Modifiche e integrazioni alla DGR n. 724/2008 recante disposizioni regionali

Dettagli

Visto il regolamento per la conservazione del nuovo catasto terreni, approvato con regio decreto 8 dicembre 1938, n. 2153;

Visto il regolamento per la conservazione del nuovo catasto terreni, approvato con regio decreto 8 dicembre 1938, n. 2153; /* */ /* */ /* */ Creato: 14 Settembre 2011 Modificato: 22 Settembre 2011 Decreto Oggetto Modalita' applicative e documentazione necessaria per la presentazione della certificazione per il riconoscimento

Dettagli

COMUNE DI PECETTO DI VALENZA PROVINCIA DI ALESSANDRIA

COMUNE DI PECETTO DI VALENZA PROVINCIA DI ALESSANDRIA COMUNE DI PECETTO DI VALENZA PROVINCIA DI ALESSANDRIA REGOLAMENTO AI SENSI DELL ARTICOLO 52 D. LGS. 446/1997 E S.M.I., PER LA VARIAZIONE DELL ALIQUOTA DI COMPARTECIPAZIONE DELL ADDIZIONALE COMUNALE ALL

Dettagli

Disposizioni per la gestione della Tenuta di San Rossore e per il funzionamento del Comitato di Presidenza.

Disposizioni per la gestione della Tenuta di San Rossore e per il funzionamento del Comitato di Presidenza. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- LEGGE REGIONALE 17 marzo 2000, n. 24 Disposizioni per la gestione della Tenuta

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE APPROVATA DAL SENATO DELLA REPUBBLICA. il 31 maggio 2017 (v. stampato Senato n. 968)

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE APPROVATA DAL SENATO DELLA REPUBBLICA. il 31 maggio 2017 (v. stampato Senato n. 968) Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI DOCUMENTI CAMERA DEI DEPUTATI N. 4522 PROPOSTA DI LEGGE APPROVATA DAL SENATO DELLA REPUBBLICA il 31 maggio 2017 (v.

Dettagli

Iva: cessione terreni. Fondamentale il concetto di edificabilità

Iva: cessione terreni. Fondamentale il concetto di edificabilità Fiscal News La circolare di aggiornamento professionale N. 64 28.02.2014 Iva: cessione terreni Fondamentale il concetto di edificabilità Categoria: Iva Sottocategoria: Presupposti d imposta La cessione

Dettagli

Provincia di Pesaro e Urbino REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE

Provincia di Pesaro e Urbino REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE Provincia di Pesaro e Urbino REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE Approvato con deliberazione consiliare n. 115 del 21.12.2009 Art. 1 Tipologia dei beni immobili concedibili in uso a

Dettagli

Comune di Pino Torinese (Provincia di Torino)

Comune di Pino Torinese (Provincia di Torino) Comune di Pino Torinese (Provincia di Torino) REGOLAMENTO PER L APPLICAZIONE DELL IMPOSTA MUNICIPALE PROPRIA (ai sensi dell art. 13 del D.L. 201/2011 come convertito in L. 214/2011 e dell art. 52 D.Lgs.

Dettagli

On.le Commissione Tributaria Provinciale di Caserta. Ricorso contro ingiunzione di pagamento con annessa istanza di

On.le Commissione Tributaria Provinciale di Caserta. Ricorso contro ingiunzione di pagamento con annessa istanza di On.le Commissione Tributaria Provinciale di Caserta Ricorso contro ingiunzione di pagamento con annessa istanza di sospensione ed istanza di pubblica udienza Il Sig. (C.F...) nato il.. a.. (..) e res.te

Dettagli

Norme modificatrici del T.U. delle leggi sulle acque e sugli impianti elettrici.

Norme modificatrici del T.U. delle leggi sulle acque e sugli impianti elettrici. L. 27-12-1953 n. 959 Norme modificatrici del T.U. delle leggi sulle acque e sugli impianti elettrici. Pubblicata nella Gazz. Uff. 31 dicembre 1953, n. 299. Epigrafe 1. 2. 3. 4. L. 27 dicembre 1953, n.

Dettagli

Decreto soggetto a controllo di regolarità amministrativa e contabile ai sensi della D.G.R. n. 553/2016

Decreto soggetto a controllo di regolarità amministrativa e contabile ai sensi della D.G.R. n. 553/2016 REGIONE TOSCANA DIREZIONE CULTURA E RICERCA SETTORE SPETTACOLO Responsabile di settore: FABBRI ILARIA Decreto soggetto a controllo di regolarità amministrativa e contabile ai sensi della D.G.R. n. 553/2016

Dettagli

COMUNE DI BRICHERASIO

COMUNE DI BRICHERASIO Copia COMUNE DI BRICHERASIO PROVINCIA DI TO C.A.P. 10060 - TEL. (0121) 59.105 - FAX (0121) 59.80.42 Reg. generale n. 86 DATA 22/03/2016 DETERMINAZIONE N 14 DEL 10/03/2016 IMPEGNO DI SPESA SI ( X ) NO (

Dettagli

DIREZIONE REGIONALE AFFARI GIURIDICI E LEGISLATIVI AREA CONSULENZA E ASSISTENZA GIURIDICA

DIREZIONE REGIONALE AFFARI GIURIDICI E LEGISLATIVI AREA CONSULENZA E ASSISTENZA GIURIDICA DIREZIONE REGIONALE AFFARI GIURIDICI E LEGISLATIVI AREA CONSULENZA E ASSISTENZA GIURIDICA CIRCOLARE sul rapporto tra la legge regionale 5 luglio 1994, n. 30 (Disciplina delle sanzioni amministrative di

Dettagli