PROGETTAZIONE DI EDIFICI CON STRUTTURE PORTANTI IN LEGNO

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1 PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Trentino Sviluppo S.p.a. - Consorzio Habitech Mercoledì, 10 novembre 2010 ROVERETO PROGETTAZIONE DI EDIFICI CON STRUTTURE PORTANTI IN LEGNO Utilizzo del legno nella progettazione sismica Relatore: referente Commissione Strutture Ordine degli Ingegneri di Trento

2 NORMATIVA EUROPEA: EUROCODICI Sono state pubblicate le versioni EN (European Standards) di tutti gli Eurocodici che sostituiscono tutte le versioni precedenti delle norme europee (ENV e pren). Sarà compito degli stati membri provvedere al recepimento delle norme, alla redazione della traduzione (solo di alcuni sono al momento sono disponibili i testi in lingua italiana) e all approvazione degli Annessi Tecnici, in cui inserire i valori dei parametri nazionali che si devono adottare per l impiego degli Eurocodici. Annessi Tecnici agli Eurocodici Sono al momento disponibili 22 Annessi Tecnici riferiti agli Eurocodici di più comune uso, approvati nell Assemblea Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici in data 27 luglio 2007.

3 EN-1990 EN-1990-A2 EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN EN Criteri generali di progettazione strutturale Criteri generali di progettazione per i ponti Azioni generali densità, pesi propri, sovraccarichi per edifici Azioni sulle costruzioni carichi da neve Azione del vento Azioni termiche Azioni accidentali Carichi del traffico sui ponti Progetto di strutture in calcestruzzo regole generali e regole per gli edifici Progetto di strutture in calcestruzzo regole generali e regole per i ponti Progettazione delle strutture in acciaio regole generali e regole per gli edifici Progettazione delle strutture in acciaio progetto dei collegamenti Progettazione delle strutture in acciaio tenacità del materiale e proprietà nello spessore Progettazione delle strutture in acciaio regole generali e regole per i ponti Progettazione delle strutture composte acciaio-calcestruzzo edifici Progettazione delle strutture composte acciaio-calcestruzzo ponti Progettazione delle strutture in legno regole generali e regole per gli edifici Progettazione delle strutture in legno regole generali e regole per i ponti Progettazione delle strutture in muratura regole generali per strutture in muratura armata e non armata: regole generali e regole per gli edifici Progettazione geotecnica regole generali Progettazione delle strutture per la resistenza sismica edifici Progettazione delle strutture per la resistenza sismica ponti

4 NORMATIVA ITALIANA: NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI Decreto Ministeriale del 14 gennaio N.T.C Pubblicate sul supplemento ordinario n. 30 alla Gazzetta ufficiale n. 29 del 4 febbraio 2008, sostituiscono la versione delle Norme Tecniche del 2005 (che non entrano, quindi, a tutti gli effetti mai in vigore). Conformi alle Direttive Europee di recepimento degli Eurocodici a livello nazionale, che dovrà comunque avvenire entro la fine del Forniscono i criteri generali di sicurezza, precisano le azioni che devono essere utilizzate nel progetto, definiscono le caratteristiche dei materiali e dei prodotti e, più in generale, trattano gli aspetti attinenti alla sicurezza strutturale. Per quanto riguarda le indicazioni applicative, quando non siano specificatamente fornite nella norma, ci si può riferire a normative di comprovata validità ed altri documenti tecnici elencati nel Capitolo 12.

5 NORMATIVA ITALIANA: NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI Capitolo 12 - Riferimenti tecnici In mancanza di specifiche indicazioni, ad integrazione delle presenti norme e per quanto con esse non in contrasto, possono essere utilizzati i documenti di seguito indicati che costituiscono riferimenti di consolidata validità: - Istruzioni del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici; - Linee Guida del Servizio Tecnico Centrale del Cons. Sup. dei LL.PP.; - Istruzioni e documenti tecnici del C.N.R.; - Eurocodici Strutturali pubblicati dal CEN; - Norme UNI EN armonizzate i cui riferimenti siano pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell Unione Europea; - Norme per prove, materiali e prodotti pubblicate da UNI. Possono essere utilizzati anche altri codici internazionali, purché sia dimostrato che garantiscano livelli di sicurezza non inferiori a quelli delle presenti Norme Tecniche.

6 NORMATIVA PROVINCIALE Delibera della Giunta Provinciale del 30 maggio 2008 Prima direttiva per l applicazione del decreto del ministro delle infrastrutture e dei trasporti 14 gennaio 2008 in materia di nuove norme tecniche per le costruzioni: Indicazioni per opere pubbliche strategiche e rilevanti; indicazioni per opere private strategiche e rilevanti; Indicazioni per opere pubbliche (non strategiche o rilevanti); Indicazioni per opere private (non strategiche o rilevanti). La presente direttiva sostituisce integralmente le precedenti direttive provinciali emesse in materia tra cui: Delibera della Giunta provinciale n del 16 giugno 2006; Delibera della Giunta provinciale n. 860 del 20 aprile 2007; Delibera della Giunta provinciale n. 27 dell 11 gennaio 2008, Direttiva per l applicazione dopo l 1/1/2008 delle Norme tecniche per le costruzioni ;

7 NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI Conversione del D.L. per l'emergenza in Abruzzo 28 aprile 2009, n. 39 Pubblicazione sul Supplemento Ordinario n. 99 alla Gazzetta Ufficiale n. 147 del 27 giugno 2009 della Legge 24 giugno 2009, n. 77 [Art. 1bis] All'articolo 20, comma 1, del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, e successive modificazioni, al primo periodo, le parole: "30 giugno 2010" sono sostituite dalle seguenti: "30 giugno 2009" e il secondo periodo è soppresso." La Legge è in vigore dal giorno successivo alla pubblicazione in G.U. Tutti i progetti depositati dopo il 30 giugno 2009 devono pertanto essere redatti secondo le indicazioni della nuova normativa.

8 NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI 9.1 COLLAUDO STATICO PRESCRIZIONI GENERALI Le opere non possono essere poste in esercizio prima dell effettuazione del collaudo statico. Il collaudo statico di tutte le opere di ingegneria civile regolamentate dalle presenti norme tecniche, deve comprendere i seguenti adempimenti: a) controllo di quanto prescritto per le opere eseguite sia con materiali regolamentati dal DPR n. 380, leggi n. 1086/71 e n. 64/74 sia con materiali diversi; b) LE STRUTTURE IN LEGNO DEVONO ESSERE CALCOLATE E ED ANCHE COLLAUDATE!!!

9 NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI IL PROGETTO DELLE STRUTTURE IN LEGNO 1. Selezione dei livelli di prestazione richiesti; 2. Definizione dei livelli di verifica strutturale; 3. Determinazione dei livelli di azione sismica corrispondenti a ciascun livello di verifica; 4. Definizione dei criteri di progetto; 5. Scelta del modello strutturale; 6. Selezione del tipo di analisi strutturale appropriato; 7. Definizione delle procedure di verifica. Utilizzo di modelli di analisi ad elementi finiti, implementazione di procedure di verifica (spesso complicate)

10 LIVELLI DI SICUREZZA E DI PRESTAZIONE RICHIESTI (N.T.C.) In generale è ragionevole supporre che la sicurezza e le prestazioni di un opera o di una parte di essa devono essere valutate in relazione agli stati limite che si possono verificare durante la vita nominale. Stato limite è la condizione, superata la quale, l opera non soddisfa più le esigenze per le quali è stata progettata. Secondo quanto contenuto nelle Norme Tecniche per le Costruzioni del 2008 si evince che devono essere soddisfati i seguenti requisiti:

11 AZIONI SULLE COSTRUZIONI Generalmente le azioni sulle costruzioni, siano essi carichi permanenti o carichi variabili, vengono riportati nella norma con il loro valore caratteristico e considerando, per le azioni variabili nel tempo (azione del vento e della neve) un periodo di ritorno di riferimento T R di 50 anni. Nel caso dell azione sismica, è lecito ipotizzare che le strutture, nel corso della loro vita di esercizio, possono essere soggette a terremoti di bassa, moderata od elevata intensità, subendo danni lievi, moderati od elevati o infine raggiungendo il collasso di una loro porzione o globale. Il livello di danno dipende quindi dall intensità del terremoto. Terremoti di intensità moderata hanno una probabilità di occorrenza più elevata, mentre terremoti di elevata intensità possono verificarsi al massimo una o due volte nella vita della struttura.

12 AZIONI SULLE COSTRUZIONI VITA NOMINALE La vita nominale di un opera strutturale V N è intesa come il numero di anni nel quale la struttura, purché soggetta alla manutenzione ordinaria, deve potere essere usata per lo scopo al quale è destinata. Ulteriormente, in presenza di azioni sismiche, con riferimento alle conseguenze di una interruzione di operatività o di un eventuale collasso, le costruzioni sono suddivise in classi d uso.

13 AZIONI SULLE COSTRUZIONI PERIODO DI RIFERIMENTO Le azioni sismiche sulle costruzioni vengono valutate in relazione ad un periodo di riferimento V R che si ricava, per ciascun tipo di costruzione, moltiplicandone la vita nominale V N per il coefficiente d uso C U : V R = V N C U Il valore del coefficiente d uso C U è definito, al variare della classe d uso, come mostrato in Tab. 2.4.II delle predette norme.

14 AZIONE SISMICA DEFINIZIONE DELL AZIONE DI PROGETTO Le azioni sismiche di progetto, in base alle quali valutare il rispetto dei diversi stati limite da considerare, si definiscono a partire dalla pericolosità sismica di base del sito di costruzione. Essa costituisce l elemento di conoscenza primario per la determinazione delle azioni sismiche. La pericolosità sismica è definita in termini di accelerazione orizzontale massima attesa a g in condizioni di campo libero su sito di riferimento rigido con superficie topografica orizzontale (di categoria A), nonché di ordinate dello spettro di risposta elastico in accelerazione ad essa corrispondente S e (T), con riferimento a prefissate probabilità di eccedenza P VR, nel periodo di riferimento V R. N.B.: In alternativa è ammesso l uso di accelerogrammi, purché correttamente commisurati alla pericolosità sismica del sito.

15 AZIONE SISMICA DEFINIZIONE DELL AZIONE DI PROGETTO Lo spettro di risposta rappresenta la curva interpolante i valori di risposta massimi (in termini di accelerazione, velocità o spostamento) di un sistema ad 1 grado di libertà in funzione del periodo fondamentale del sistema stesso. Lo spettro in termini di accelerazione è la curva che inviluppa i massimi di risposta, sempre in termini di accelerazioni, in funzione del periodo fondamentale del nostro sistema.

16 AZIONE SISMICA DEFINIZIONE DELL AZIONE DI PROGETTO Le forme spettrali sono definite, per ciascuna delle probabilità di superamento nel periodo di riferimento P VR, a partire dai valori dei seguenti parametri su sito di riferimento rigido orizzontale: a g F o T C * accelerazione orizzontale massima al sito; valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale; periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione orizzontale. Nei confronti delle azioni sismiche gli stati limite, sia di esercizio che ultimi, sono individuati riferendosi alle prestazioni della costruzione nel suo complesso, includendo gli elementi strutturali, quelli non strutturali e gli impianti.

17 AZIONE SISMICA SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO IN ACCELERAZIONE

18 AZIONE SISMICA STATI LIMITE E RELATIVE PROBABILITÀ DI SUPERAMENTO

19 AZIONE SISMICA [Rif. Bibl. Gioncu V., Mazzolani F.M., 2002.Ductilityodseismicresistantsteelstructures. Spon Press, New York]

20 AZIONE SISMICA STATI LIMITE E RELATIVE PROBABILITÀ DI SUPERAMENTO Le probabilità di superamento nel periodo di riferimento P VR, cui riferirsi per individuare l azione sismica agente in ciascuno degli stati limite considerati, sono riportate nella Tab. 3.2.I. L azione sismica si può definire in funzione del suo periodo di ritorno, definito come: VR TR = ln(1 P ) VR

21 AZIONE SISMICA STATI LIMITE E RELATIVE PROBABILITÀ DI SUPERAMENTO Costruzione tipo 2: opere ordinarie: V N 50 anni Classe d'uso Coefficiente C u Periodo di riferimento V R I II III IV Stato limite di esercizio SLO Probabilità di superamento P VR 81 % Tempo di ritorno Stato limite di esercizio SLD Probabilità di superamento P VR 63 % Tempo di ritorno Stato limite ultimo SLV Probabilità di superamento P VR 10 % Tempo di ritorno Stato limite ultimo SLC Probabilità di superamento P VR 5 % Tempo di ritorno

22 AZIONE SISMICA SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO IN ACCELERAZIONE Horizontal Spectrum Horizontal Elastic Response Spectrum Sa T (sec)

23 AZIONE SISMICA SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO IN ACCELERAZIONE

24 AZIONE SISMICA SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO IN ACCELERAZIONE Ai fini dell identificazione della categoria di sottosuolo, la classificazione si effettua in base ai valori della velocità equivalente V s,30 di propagazione delle onde di taglio entro i primi 30 m di profondità. N.B: La misura diretta della velocità di propagazione delle onde di taglio è fortemente raccomandata. Nei casi in cui tale determinazione non sia disponibile, la classificazione può essere effettuata in base ai valori: del numero equivalente di colpi della prova penetrometrica dinamica (Standard Penetration Test) N SPT,30 nei terreni prevalentemente a grana grossa; della resistenza non drenata equivalente C u,30 nei terreni prevalentemente a grana fina.

25 AZIONE SISMICA SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO IN ACCELERAZIONE

26 AZIONE SISMICA SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO IN ACCELERAZIONE

27 AZIONE SISMICA SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO IN ACCELERAZIONE

28 AZIONE SISMICA SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO IN ACCELERAZIONE

29 AZIONE SISMICA SPETTRO DI RISPOSTA DI PROGETTO Stati limite di esercizio Lo spettro di progetto S d (T) da utilizzare, sia per le componenti orizzontali che per la componente verticale, è lo spettro elastico corrispondente, riferito alla probabilità di superamento nel periodo di riferimento P VR considerata. Stati limite ultimi Qualora le verifiche agli stati limite ultimi non vengano effettuate tramite l uso di opportuni accelerogrammi ed analisi dinamiche al passo, ai fini del progetto o della verifica delle strutture le capacità dissipative delle strutture possono essere messe in conto attraverso una riduzione delle forze elastiche che tiene conto in modo semplificato della capacità dissipativa anelastica della struttura, della sua sovraresistenza, dell incremento del suo periodo proprio a seguito delle plasticizzazioni.

30 AZIONE SISMICA SPETTRO DI RISPOSTA DI PROGETTO Stati limite ultimi (cntd) In tal caso, lo spettro di progetto S d (T) da utilizzare, sia per le componenti orizzontali sia per la componente verticale, è lo spettro elastico corrispondente riferito alla probabilità di superamento nel periodo di riferimento P VR considerata, con le ordinate ridotte sostituendo nelle formule η con 1/q, dove q è il fattore di struttura definito nel capitolo 7, a seconda del materiale utilizzato e delle tipologie strutturali. Se / ag 2,0 1,6 1,2 0,8 Spettri SLU - qh=4,5 - qv=1,5 D B-C-E A Verticale 0,4 0, T (s)

31 ANALISI SISMICA

32 ANALISI SISMICA Fattore di struttura q = q 0 x k R

33 = µ d x F y /F d = µ d x α y /α d Spostamento Business Innovation Centre ANALISI SISMICA Fattore di struttura q 0 =F u /F d : rapporto tra la forza F u che la struttura dovrebbe sopportare se mantenesse un comportamento perfettamente elastico sotto l azione sismica di progetto e la forza F d che la struttura è in grado di sopportare prima della formazione di qualsiasi meccanismo plastico. Definiamo: - Coefficiente di iperstaticità F y /F d = α y /α d α y fattore di amplificazione del carico che porta a incipiente collasso la struttura; fattore di amplificazione del carico che porta a snervamento la struttura. α d - Coefficiente di duttilità µ d = max / y max spostamento massimo della struttura a collasso; y spostamento della struttura ad incipiente collasso con comportamento elastico. F u Forza F Risposta elastica Risposta non lineare F y q 0 = F u /F d = max / d = max / y x y / d F d d y max

34 ANALISI SISMICA Confronto con la precedente normativa sismica NORMATIVA SISMICA D.M. 16 gennaio 1996 Verifica convenzionale e prescrittiva: Assunzione della normativa è che una struttura in grado di sopportare in regime elastico le forze corrispondenti all accelerazione di progetto (definita per un tempo di ritorno di anni, pari alla vita utile della struttura) dovrebbe essere in grado di resistere, senza crollare, ai terremoti più severi con tempi di ritorno di alcuni secoli; Massima accelerazione al suolo CR = 0,1 g. Norme Tecniche per le Costruzioni D.M. 14 gennaio 2008 Verifica prestazionale esplicita: La struttura deve essere progettata per resistere ad un sisma con periodo di ritorno pari a circa 475 anni per gli S.L.V. e per non danneggiarsi per sisma con periodo di ritorno di 95 anni per gli S.L.D.; Massima accelerazione al suolo pari a circa 0,35 g.

35 ANALISI SISMICA Confronto con la precedente normativa sismica NORMATIVA SISMICA D.M. 16 gennaio 1996 Calcolo della forza sismica: S 2 F h,dm96 =γ E R I ε β W 100 t Valutazione dei pesi sismici (masse oscillanti): con: S grado di sismicità (S = 6 12); Wt = Gi + sqi R coefficiente di risposta dipendente dal periodo di vibrazione T 0; I coefficiente di protezione sismica; ε coefficiente di fondazione (normalmente pari a 1); β coefficiente di struttura (normalmente pari a 1); s coefficiente dipendente dalla destinazione d uso (s = );

36 ANALISI SISMICA Confronto con la precedente normativa sismica NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI - D.M. 14 gennaio 2008 Calcolo della forza sismica: F h, NTC = λ α S q 2,5 W t Valutazione dei pesi sismici (masse oscillanti): Wt = Gk + ψ EQk con: λ coefficiente dipendente dalla struttura (pari a ); α a g /g rapporto tra accelerazione di progetto e accelerazione di gravità (dipendente dal sito di ubicazione della struttura); S fattore dipendente dal profilo stratigrafico del terreno; q fattore di struttura; coefficiente di combinazione dipendente dalla destinazione d uso ψ E

37 ANALISI SISMICA Confronto con la precedente normativa sismica Confrontando le due formule analizzate ed eliminando i coefficiente di valore uguale o significato simile si ottiene: q DM 96 = α 2.5 S 2 γ E 100 Coefficiente di comportamento implicito!!! DM 16/01/96 NTC 14/01/08 categoria S C γ e C Zona α = a g /g α2.5 q implicito III II I Risulta evidente che l'uso del DM 16/01/96 implica sempre l uso di un fattore di struttura prossimo a 6, senza fornire chiari dettagli costruttivi e verifiche appropriate per gli elementi strutturali. E questa la differenza tra verifica convenzionale e prestazionale esplicita!

38 ANALISI SISMICA Regolarità di un edificio condiziona la capacità dell ingegnere di prevedere il comportamento strutturale, la qualità di tale comportamento ed il costo necessario per renderlo accettabile. semplicità strutturale: esistenza di percorsi chiari e diretti per la trasmissione delle azioni dal punto in cui esse sono applicate fino alle fondazioni. uniformità: si intende contemporaneamente distribuzione uniforme dei carichi (verticali o sismici) e una uniforme distribuzione degli elementi resistenti. In particolare, durante la progettazione sismica occorre curare: l uniformità delle masse, perché l azione sismica è proporzionale alla distribuzione delle masse presenti; l uniformità delle rigidezze, perché in fase elastica l azione sismica si distribuisce tra gli elementi in proporzione alle loro rigidezze (S.L.D.); l uniformità delle resistenze e delle duttilità, perché queste condizionano il comportamento quando si supera la fase elastica (S.L.U.).

39 ANALISI SISMICA

40 ANALISI SISMICA

41 ANALISI SISMICA L analisi lineare dinamica risulta più accurata rispetto al metodo precedente ed è considerata il metodo normale di progettazione. Esso considera infatti la struttura nella sua globale risposta dinamica, computando quindi anche gli effetti che frequenze più alte potrebbero avere nella determinazione dell azione sismica. Si veda ad esempio il caso rappresentato nella seguente figura:

42 ANALISI SISMICA Analisi con spettro di risposta di una struttura flessibile, caratterizzata da un modo fondamentale elevato. La massa partecipante del primo modo risulta essere pari al 70% contro il 13% del secondo modo ed il 6% del terzo. Come accade nella maggior parte dei casi, lo spettro di risposta utilizzato presenta per periodi superiori ad un secondo (T 1 =1.5sec) bassi valori dell ordinata spettrale; in particolare S a1 =0.026s, mentre le ordinate degli altri modi risultano pari a S a2 =0.32 e S a3 =0.36. E immediato verificare che il contributo elastico del modo fondamentale F h,1 =0.026x0.7=0.018 risulta inferiore a quello del secondo e del terzo modo, rispettivamente F h,2 =0.32x0.13=0.04 e F h,3 =0.36 x 0.06=0.022; approssimare il comportamento della struttura con quello del primo modo provoca errori sia nel valore che nella distribuzione delle forze statiche equivalenti e, ovviamente, nei risultati dell analisi. N.B: Tale metodo prevede obbligatoriamente l implementazione di un modello numerico tridimensionale capace di rappresentare correttamente la distribuzione di massa, rigidezza e resistenza dell edificio.

43 NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI VERIFICHE DI SICUREZZA I valori di resistenza degli elementi di legno fanno riferimento a carichi di tipo istantaneo, nelle condizioni di servizio assunte per la struttura RESISTENZE DI CALCOLO La durata del carico e l umidità del legno influiscono sulle proprietà resistenti del legno. I valori di calcolo per le proprietà del materiale a partire dai valori caratteristici si assegnano quindi con riferimento combinato alle classi di servizio e alle classi di durata del carico. Il valore di calcolo Xd di una proprietà del materiale (o della resistenza di un collegamento) viene calcolato mediante la relazione:

44 NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI X k è il valore caratteristico della proprietà del materiale, come specificato al Il valore caratteristico X k può anche essere determinato mediante prove sperimentali sulla base di prove svolte in condizioni definite dalle norme europee applicabili; γ M è il coefficiente parziale di sicurezza relativo al materiale, i cui valori sono riportati nella Tab. 4.4.III; K mod è un coefficiente correttivo che tiene conto dell effetto, sui parametri di resistenza, sia della durata del carico sia dell umidità della struttura. I valori di kmod sono forniti nella Tab. 4.4.IV. N.B: Se una combinazione di carico comprende azioni appartenenti a differenti classi di durata del carico si dovrà scegliere un valore di k mod che corrisponde all azione di minor durata.

45 NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI Ai fini del calcolo in genere si può assumere quanto segue: - il peso proprio e i carichi non rimovibili durante il normale esercizio della struttura, appartengono alla classe di durata permanente; - i carichi permanenti suscettibili di cambiamenti durante il normale esercizio della struttura e i carichi variabili relativi a magazzini e depositi, appartengono alla classe di lunga durata; - i carichi variabili degli edifici, ad eccezione di quelli relativi a magazzini e depositi, appartengono alla classe di media durata; - sovraccarico da neve riferito al suolo q sk, calcolato in uno specifico sito una certa altitudine, è da da considerare in relazione alle caratteristiche sito; - l azione del vento e le azioni eccezionali (sisma) in genere, appartengono alla classe di durata istantanea.

46 NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI γ M è il coefficiente parziale di sicurezza relativo al materiale:

47 NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI REGOLE DI DETTAGLIO I collegamenti devono essere altamente duttili Applicazione vite senza rondella (SR) Applicazione vite con rondella (CR)

48 NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI REGOLE DI DETTAGLIO I collegamenti devono essere altamente duttili N.B: La formulazione presente in normativa non tiene conto di alcune modalità di rottura fragile

49 NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI REGOLE DI DETTAGLIO La duttilità deve essere dimostrata attraverso prove sperimentali Prova pseudo-dinamica condotta presso l Università degli Studi di Trento

50 DOMANDA: E POSSIBILE UTILIZZARE ANCORA IL METODO DELLE TENSIONI AMMISSIBILI? DOMANDA: BISOGNA VERIFICARE IN SISMICA ANCHE LE OPERE PROVVISORIE O IN FASE COSTRUTTIVA?

51 GRAZIE DELL ATTENZIONE ALTRE DOMANDE?

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