Gli effluenti liquidi/2 Definizioni/2

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1 Trattamenti delle acque reflue Materiali di supporto Dott.ssa Elisabetta Zavoli:

2 Gli effluenti liquidi/1 Definizioni/1 D.lgs. 152/2006 art. 74 ACQUE NATURALI SUPERFICIALI: le acque interne (correnti o stagnanti), ad eccezione di quelle sotterranee, le acque di transizione e le acque costiere; INQUINAMENTO IDRICO: l introduzione diretta o indiretta, a seguito di attività umana, di sostanze o di calore nell acqua, che possono nuocere alla salute umana o alla qualità degli ecosistemi acquatici; ACQUE REFLUE DOMESTICHE: acque reflue provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche; ACQUE REFLUE INDUSTRIALI: qualsiasi tipo di acque reflue provenienti da edifici od installazioni in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, differenti qualitativamente dalle acque reflue domestiche e da quelle meteoriche di dilavamento;

3 Gli effluenti liquidi/2 Definizioni/2 D.lgs. 152/2006 art. 74 ACQUE REFLUE URBANE: il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque reflue industriali, e/o di acque meteoriche di dilavamento, convogliate in reti fognarie e provenienti da agglomerato; AGGLOMERATO: l area in cui la popolazione o le attività produttive sono concentrate in misura tale da rendere ammissibile, sia tecnicamente che economicamente in rapporto anche ai benefici ambientali conseguibili, la raccolta e il convogliamento in fognatura delle acque reflue urbane verso un sistema di trattamento o verso un punto di recapito finale; Quali sono i parametri che caratterizzano il grado di inquinamento di un acqua reflua rispetto ad un acqua naturale?

4 Gli effluenti liquidi/3 Parametri di carico/1 (A) PARAMETRI DI CARICO AUTOCTONO A1) ph A2) temperatura A3) conducibilità elettrica A4) durezza totale A5) solfati A6) cloruri A7) azoto nitrico A8) ossigeno disciolto A9) sodio A10) ferro A11) manganese (B) PARAMETRI DI CARICO OTTICO B1) torbidità B2) materiali grossolani B3) materiali sedimentabili B4) materiali in sospensione totali B5) materiali in sospensione volatili (C) PARAMETRI DI CARICO ANTROPICO C1) BOD5 C2) COD C3) fosforo totale (come P) C4) azoto ammoniacale C5) azoto nitroso C6) sostanze estraibli in etere di petrolio (oli minerali, grassi animali e vegetali) C7) tensioattivi anionici C8) ortofosfati solubili (D) PARAMETRI DI CARICO BATTERICO D1) coliformi totali D2) coliformi fecali D3) streptococchi fecali D4) clostridi solfito-riduttori (E) PARAMETRI DI CARICO TOSSICO E1) arsenico E2) cadmio E3) cromo totale e cromo esavalente E4) mercurio E5) nichel E6) piombo E7) rame E8) zinco E9) cianuri E10) solfuri E11) solfiti E12) fenoli totali E13) pesticidi E14) fluoruri E15) cloro libero

5 Gli effluenti liquidi/4 Parametri di carico/2 PARAMETRI ACQUA NATURALE LIQUAME DOMESTICO REFLUI INDUSTRIALI ph 7,5-8,5 6,8-7, solidi sospesi totali (mg/l) BOD5 (mgo 2 /l) COD (mgo 2 /l) azoto ammoniacale (mgn/l) azoto nitroso (mgn/l) 0-0,3 0-0, azoto nitrico (mgn/l) 0, azoto totale (mgn/l) fosforo totale (mgp/l) cloruri (mgcl - /l) coliformi totali (ufc/ml) tensioattivi totali (mg/l) D.lgs. 152/2006 art. 74 ABITANTE EQUIVALENTE (AE): il carico organico biodegradabile, avente una richiesta di BOD 5 pari a 60gO 2 /giorno;

6 I sistemiditrattamento/1 Definizioni Quali sono i processi di trattamento di un acqua reflua ai fini di rimuovere i parametri di carico che ne alterano le caratteristiche naturali? D.lgs. 152/2006 art. 74 TRATTAMENTO APPROPRIATO: il trattamento delle acque reflue urbane mediante un processo o un sistema di smaltimento che, dopo lo scarico, garantisca la conformità dei corpi idrici recettori ai relativi obiettivi di qualità; RECAPITO FINALE: il corpo idrico superficiale o sotterraneo o il suolo dove viene scaricata l acqua reflua, anche sottoposta a preventivo trattamento di depurazione;

7 I sistemiditrattamento/2 Modello concettuale/1 Acque reflue domestiche Rete fognaria Acque reflue industriali Corpo idrico superficiale Depuratore di acque reflue urbane Impianti di trattamento CHI.FI.BI, interni, consortili Spandimento fanghi sul suolo Smaltimento fanghi in discarica o in imp. d incenerimento

8 I sistemiditrattamento/3 Modello concettuale/2 LINEA ACQUE Pretrattamenti grigliatura; dissabbiatura/ disoleatura; equalizzazione/ omogeneizzazione; preaerazione; neutralizzazione. Trattamenti primari sedimentazione primaria; chiariflocculazi one; flottazione. Trattamenti secondari ossidazione biologica; digestione anaerobica; sedimentazion e secondaria. Trattamenti terziari rimozione dell azoto; rimozione del fosforo; filtrazione; adsorbimento Disinfezione clorazione; ozonizzazione; trattamento con raggi UV. LINEA FANGHI Fango primario Fango secondario Concentrazione ispessimento a gravità; a flottazione; a centrifugazione. Stabilizzazone digestione aerobica; digestione anaerobica. Disidratazione pressa a nastro; filtropressa.

9 I sistemiditrattamento/4 Trattamenti interni I trattamenti interni sono procedure, utilizzate all interno di processi industriali o negli impianti consortili, per l abbattimento di particolari sostanze presenti nel refluo generato da quel determinato ciclo produttivo. Sono trattamenti preliminari grazie ai quali si ottiene un refluo che può essere inviato all impianto di trattamento reflui urbani. METALLI: ossidoriduzione, precipitazione, filtrazione; COMPOSTI ORGANICI O INORGANICI: ossidazione, adsorbimento su GAC (es. fenoli, cianuri, solfiti, ecc..); COMPOSTI VOLATILI: strippaggio ad aria o vapore (es. H 2 S, NH 3, solventi, acidi organici, ecc...);

10 I sistemiditrattamento/5 Sistemi solido-liquido Tipi di solidi Solidi grossolani Sabbie Argille Colloidi Particelle Dimensione delle particelle (mm) Φ < 100 Φ ~ 1 Φ ~ < Φ < 10-3 Φ < 10-7 Tipo di miscela solido-liquido sospensione eterogenea sospensione eterogenea sospensione eterogenea sospensione colloidale soluzione omogenea Tipo di separazione grigliatura sedimentazione per gravità sedimentazione per gravità coagulazione, flocculazione reazione chimica SOSPENSIONE: quando la concentrazione dei solidi è < g/l; FANGO: quando la concentrazione dei solidi è g/l;

11 I pretrattamenti/1 Grigliatura Lo scopo è separare i solidi grossolani dal refluo per impatto. La griglia può avere la forma di barre o maglie metalliche e può essere piana, verticale, inclinata o curva. In base alla luce del vaglio, la grigliatura può essere: grossolana (separa solidi con Φ > mm); fine (separa solidi con Φ > mm); microgrigliatura (separa solidi con Φ > 1-15 mm); La velocità del refluo non dovrebbe mai scendere sotto 0,5-0,7 m/s. Il materiale trattenuto dalla griglia deve essere periodicamente asportato e la pulizia può essere automatica o manuale. Il materiale grigliato è raccolto tal quale in tramogge e cassonetti o pressato e inviato a smaltimento.

12 I pretrattamenti/1 Grigliatura

13 I pretrattamenti/2 Dissabbiatura/Disoleatura Lo scopo è separare le sabbie per sedimentazione e gli olii per galleggiamento. Avviene la separazione delle sabbie in virtù della differenza di densità acqua-solido: ρ acqua 1000 kg/m 3 ρ sabbia 2500 kg/m 3 Le tipologie di dissabbiatori sono due: gravità (canale sagomato attraversato dal refluo, insufflazione laterale di aria a creare un moto spiroidale che separa dalle sabbie, olii, ecc...); centrifuga (vasca di forma tronco-conica, dove il liquame è immesso tangenzialmente originando un moto circolare); La velocità del refluo dovrebbe essere di circa 0,3 m/s. Con la disoleatura avviene la separazione, per galleggiamento, di oli e grassi in virtù della densità inferiore a quella dell acqua.

14 I pretrattamenti/2 Dissabbiatura/Disoleatura

15 I pretrattamenti/3 Equalizzazione/Omogeneizzazione/Preaerazione Lo scopo è alimentare l impianto di trattamento con un refluo dalla portata costante e dai carichi inquinanti omogenei. Equalizzazione èl operazionediregolazionedelleportate. Omogeneizzazione è l operazione di regolazione dei carichi inquinanti. Il liquame è raccolto in una vasca di accumulo di capacità adeguata ad assorbire variazioni di portate e dotata di sistemi di miscelazione. Lo scopo è controllare l emissione di cattivi odori e migliorare la trattabilità del refluo. Preaerazione è l operazione di immissione di aria compressa nel refluo. Generalmente questa fase dura min.

16 I pretrattamenti/3 Equalizzazione/Omogeneizzazione/Preaerazione

17 I pretrattamenti/4 Neutralizzazione Lo scopo è aggiustare il ph del refluo alla neutralità. Perchè occorre correggere il ph? favorire i processi biologici successivi, che avvengono tra ph 6,5-7,5; il refluo trattato non dovrà alterare il ph dell ambiente in cui viene scaricato; il refluo non deve essere corrosivo nei confronti dell impianto. I reattivi usati sono: per acque alcaline, si usa H 2 SO 4, CO 2 ; per acque acide, si usa calce (CaO, Ca(OH) 2, CaCO 3 ), latte di calce, NaOH. Attenzione alla formazione di idrossidi di metalli insolubili!

18 I trattamenti primari/1 Separazione solido-liquido Solidi Totali (organici + minerali) Solidi Sospesi Solidi Filtrabili Sedimentabili Non Sedimentabili Sabbie (tempo di deposito per gravità ~ 10 sec) Argille (tempo di deposito per gravità ~ 2 h) Colloidi (tempo di deposito per gravità ~ 2 anni) Solidi filtrabili (letti di sabbie) Sedimentazione per gravità (dissabbiatori e sedimentatori primari) Coagulazione, flocculazione, sedimentazione (chiariflocculatori) Filtrazione (letti a sabbie)

19 I trattamenti primari/2 Trattamenti chimico-fisici/1 Lo scopo è separare i solidi sospesi sedimentabili che non si sono fermati nei precedenti trattamenti. SEDIMENTAZIONE PRIMARIA Avviene in bacini in cui si crea una zona di calma che permette la sedimentazione di materia per gravità. I bacini si distinguono in base alla direzione di flusso del refluo tra ingresso e uscita: flusso verticale; flusso orizzontale longitudinale; flusso orizzontale radiale. Il tempo di permanenza del refluo, scelto per il dimensionamento del bacino, è generalmente di 2h. Questa fase porta all abbattimento di solidi sospesi compreso tra 50-60% e di BOD 5 tra 25-30%.

20 I trattamenti primari/2 Trattamenti chimico-fisici/1

21 I trattamenti primari/3 Trattamenti chimico-fisici/2 Lo scopo è abbattere i solidi sospesi non sedimentabili (fase colloidale) e alcune sostanze organiche disciolte. CHIARIFLOCCULAZIONE. Fase colloidale: particelle che si trovano in uno stato finemente disperso, intermedio tra la sospensione e la soluzione, in moto browniano. La fase è stabile se ha particelle cariche dello stesso segno che si respingono. Coagulazione: processo di destabilizzazione della fase colloidale tramite aggiunta di un agente coagulante che neutralizza le cariche elettriche superficiali facendo avvicinare i colloidi. Flocculazione: fase di formazione di grossi fiocchi che precipitano per gravità. Per reflui domestici generalmente si usa poliidrossisolfatodialluminio Al 2 (SO 4 ).nh 2 O;

22 I trattamenti primari/4 Jar test Il Jar test è la prova pratica sperimentale, che si effettua in laboratorio, per determinare il dimensionamento dei sedimentatori primari e il dosaggio degli agenti coagulanti. t 0 t 1 t 2 Fase miscelata. Refluo chiarificato Sedimentazione libera Sedimentazione ostacolata Sedimento Determino la velocità di spostamento (v c ) dell interfaccia tra liquido chiarificato e sedimento. t 0 Fase miscelata Agente coagulante t 1 t 2 Fase miscelata Determino il dosaggio di coagulante (C c ) per ottenere la chiarificazione del refluo.

23 I trattamenti primari/3 Trattamenti chimico-fisici/2.

24 I trattamenti primari/5 Flottazione Lo scopo è separare i solidi sospesi mediante galleggiamento.. Il refluo viene saturato mediante insufflazione di aria compressa: man mano che le bollicine salgono aderiscono alle particelle in sospensione abbassandone la densità. Per migliorare il processo si possono aggiungere additivi chimici (organici o inorganici) che favoriscano l adesione delle bolle d aria alle particelle. In superficie il materiale galleggiante viene raccolto da un raschiatore, mentre in refluo esce da sfiori posti ad una certa profondità.

25 I trattamenti secondari/1 Ossidazione biologica/1 Lo scopo è la trasformazione, da parte di microrganismi, delle sostanze organiche inquinanti in sostanze più semplici. Batteri: naturalmente presenti nei reflui, possono essere aerobici, anaerobici, facoltativi. Ossidazione biologica: in questo processo di sintesi, la sostanza organica edibile è utilizzata dai batteri come fonte di energia (respirazione aerobica) e fonte di materia per la crescita cellulare. SO + O 2 + (N + P) microrganismi cellule + CO 2 + H 2 O + residui

26 I trattamenti secondari/2 Ossidazione biologica/2 Questi sistemi possono essere: a biomassa dispersa (fanghi attivi, lagune aerate); a biomassa adesa (filtri percolatori, biodischi). Fango attivo: materia mucillaginosa in cui vivono grandi quantità di batteri e protozoi. FANGO ATTIVO ACQUA SOLIDI SOSPESI TOTALI SOLIDI SOSPESI VOLATILI (75%) RESIDUO INERTE (25%) SOLIDI ORGANICI INERTI CELLULE BATTERICHE VIVE MORTE

27 I trattamenti secondari/3 Ossidazione biologica/3 IMPIANTO A FANGHI ATTIVI Lagune areate: sono sistemi a fanghi attivi, formati però da vasche molto estese e poco profonde (50 cm), senza sistemi di aerazione forzata. Sistema di trattamento discontinuo.

28 I trattamenti secondari/4 Ossidazione biologica/4 BIODISCHI LETTI PERCOLATORI ANAEROBICO AEROBICO REFLUO ARIA B I O F IL M BIO-BALL (4-8 cm)

29 I trattamenti secondari/5 Digestione anaerobica Lo scopo è la degradazione, da parte di batteri anaerobici, delle sostanze organiche fino ad ottenere biogas. Reattore: simile al letto percolatore ma le reazioni avvengono a più alte T (35 C, condizioni mesofile) e in assenza di O 2. Fango secondario: la quantità prodotta è circa 1/5 di quella prodotta dai processi aerobici ed è già stabilizzata.

30 I trattamenti terziari/1 Rimozione dell azoto/1 Lo scopo è l abbattimento dell azoto ammoniacale (NH 4+ ) che si forma per ammonificazione. CLORO RESIDUO TOTALE (LIBERO + COMBINATO) mg/l I II III IV A CLORO COMBINATO B CLORO LIBERO 1)Chimico-fisico: basato sull equilibrio NH 4+ + OH - NH 3 + H 2 O 2)Chimico: clorazione al break-point (vedi curva della domanda di cloro), mediante l uso di Cl 2 o HClO/NaClO: NH 3 + Cl 2 HCl + NH 2 Cl (clorammina) NH 2 Cl + Cl 2 HCl + NHCl 2 (diclorammina) NCl 3 +Cl 2 NCl 4+ +3H 2 O+Cl - HNO 3 +4HCl 0.1 BREAK POINT CLORO DOSATO mg/l Problema: formazione dei THM (cancerogeni per l uomo).

31 I trattamenti terziari/2 Rimozione dell azoto/2 3)Biologico: ad opera di tipi di batteri aerobici: diversi Nitrosazione (Nitrosomonas) NH 4+ + ½O 2 NO H + + H 2 O Nitrificazione (Nitrobacter) NO 2- + ½O 2 NO - 3 e anaerobici: Denitrificazione (batteri eterotrofi) NO 3- NO 2- N 2

32 I trattamenti terziari/3 Rimozione del fosforo Lo scopo è l abbattimento del fosforo presente in forma di ortofosfati solubili (PO 4 3- ), polifosfati e fosfati organici. Sodio trifosfato ATP (fosfato organico) 1) Chimico: tramite dosaggio di sali Fe2+ o 3+, sali di Al 3+, sali di Ca 2+, si ha la precipitazione di polifosfati insolubili. Il dosaggio viene determinato sperimentalmente con il Jar test. Reattivi: allume (Al 2 (SO 4 ) 3.14H 2 O), ferro (FeCl 3, FeSO 4 ), calce. 2) Biologico: mediante l utilizzo di ceppi batterici fosfo-accumulanti, come ad es. Acinetobacter, in grado di accumulare polifosfati all interno della cellula.

33 I trattamenti terziari/4 Filtrazione Lo scopo è l abbattimento delle particelle sospese, sfuggite ai processi di sedimentazione precedenti, mediante l attraversamento di un mezzo permeabile che trattiene il solido. 1) Su STRATO: il refluo attraversa il letto filtrante mentre le particelle sono trattenute all interno del mezzo. 2) Su SUPERFICIE: il refluo attraversa il letto filtrante mentre le particelle si depositano sulla superficie formando un pannello di materiale che trattiene le successive particelle. Dopo un certo periodo di tempo i filtri necessitano di un controlavaggio con fluido pulito o la rimozione meccanica del pennello, al fine di ripristinarne la capacità filtrante. Filtri a sabbia a pressione

34 I trattamenti terziari/5 Adsorbimento Lo scopo è l abbattimento di sostanze organiche residue, tensioattivi, metalli pesanti, composti del cloro (clorammine, THM). CARBONE ATTIVO: è un solido poroso con una struttura grafitica, all interno della quale vi sono una miriade di canalini, fori e tasche dove le sostanze adsorbite formano legami fisici con la superficie del carbone. Le sue caratteristiche sono: elevata superficie specifica ( m 2 /g); piccole dimensioni del granulo (qualche mm); controlavaggio con vapore a 120 C; rigenerazione in atmosfera inerte a 800 C. PAC (polverized activated carbon): carbone attivo in polvere che viene dosato nella vasca di aerazione di un trattamento secondario oppure nella vasca di chiariflocculazione. Funzione adsorbente e funzione coadiuvante dei fiocchi. GAC (granular activated carbon): carbone attivo granulare viene usato come riempimento in letti di filtrazione, orizzontali o verticali. E uno stadio terziario di trattamento.

35 I trattamenti terziari/5 Adsorbimento Batterie di filtri orizzontali Batterie di filtri verticali

36 Disinfezione/1 Ozonizzazione Lo scopo è l eliminazione di organismi patogeni (es. salmonelle, coliformi,...). Ozonizzazione: l ozono (O 3 ) distrugge i microrganismi agendo come ossidante protoplasmatico. Reagisce con l acqua a dare radicali liberi, forti ossidanti: Ad es. 1,5 mg/l di O 3, in 5 min, riducono i batteri in sospensione da ufc/ml a 0 ufc/ml. Svantaggi: è molto instabile, non può essere stoccato né trasportato per cui deve essere prodotto direttamente in loco con un ozonizzatore; è corrosivo e tossico per cui va iniettato all interno della colonna d acqua e ben miscelato.

37 Disinfezione/2 Irraggiamento UV Raggi UV: radiazione elettromagnetica di lunghezza d onda compresa tra 10 e 390 nm. Sono potenti germicidi perchè rompono i legami insaturi, in particolare attaccano le molecole del nucleo cellulare (DNA, RNA,...). Svantaggi: la loro efficacia è legata alla limpidezza dell acqua (SST < 30 mg/l).

38 Disinfezione/3 Clorazione Cloro: agente ossidante sotto forma di acido ipocloroso e ione ipoclorito: Meccanismo di azione: si pensa che il cloro penetri all interno della cellula e data la sua reattività con i composti azotati, denatura soprattutto gli enzimi. L acido ipocloroso si diffonde nella cellula più rapidamente dell ipoclorito.

39 I trattamenti nella linea fanghi/1 Concentrazione Lo scopo è ridurre il volume, stabilizzare il materiale organico, distruggere i patogeni. I fanghi di supero, che vengono inviati al trattamento che precede lo smaltimento, possono essere primari, chimici, o biologici. Lo scopo dell ispessimento è ridurre il volume del fango. 1) per GRAVITA : in vasche con fondo a pareti molto inclinate dove viene versato il fango. Sul fondo ci sono apparecchi per il rimescolamento del fango in modo da agevolarne la compattazione. 2) per FLOTTAZIONE: in vasche dove l ispessimento avviene insufflando aria dal fondo che favorisce la compattazione del fango (rompe le strutture ad arco che si formano). 3) per CENTRIFUGAZIONE.

40 I trattamenti nella linea fanghi/1 Concentrazione Ispessitore a gravità continuo Ispessitore a gravità discontinuo

41 I trattamenti nella linea fanghi/2 Stabilizzazione Lo scopo è l eliminazione del materiale organico putrescibile. 1) DIGESTIONE ANAEROBICA: la fermentazione avviene in reattori simili ai digestori anaerobici per i reflui, da cui si ottiene biogas: composti solforati H 2 S, mercaptani; composti azotati NH 3 ; carboidrati CH 4, CO 2 ; La temperatura deve essere alta: attorno C se si lavora con batteri mesofili, attorno C per batteri termofili. Occorre rimescolare fango vecchio con nuovo, in modo da creare condizioni omogenee di temperatura e contatto con i batteri. Un fango si dice digerito quando i solidi volatili sono stati ridotti del 50%. 2) DIGESTIONE AEROBICA: la decomposizione avviene in vasche aperte e ossigenate tramite insufflazione di aria. Un fango si dice digerito quando i solidi volatili sono stati ridotti del 40%.

42 I trattamenti nella linea fanghi/2 Stabilizzazione Digestore aerobico Digestore anaerobico

43 I trattamenti nella linea fanghi/3 Disidratazione Lo scopo è l eliminazione dell acqua. 1) FILTROPRESSE: sono costituite da una serie di piastre e telai disposti alternativamente, che scorrono su guide di supporto. A pressa chiusa, viene pompato fango, la parte liquida esce mentre un pannello di solido rimane sulla tela (25-45% di solido secco). 2) NASTROPRESSE: sono costituite da una banda continua di tessuto filtrante che passa attraverso dei rulli girevoli. Il fango versato in modo continuo sulla banda, passa tra i rulli e viene compresso. Una raschiatrice stacca il fango disidratato dalla banda (20-22% di solido secco).

44 Trattamento di potabilizzazione acque superficiali/1 Modello concettuale Corpo idrico superficiale Impianto di potabilizzazione Acquedotto PARAMETRI ph solfati (mgso 2-4 /l) conducibilità (μs/cm a 20 C) ossidabilità (mgo 2 /l) azoto ammoniacale (mgn/l) azoto nitroso (mgn/l) azoto nitrico (mgn/l) torbidità (NTU) cloruri (mgcl - /l) coliformi totali (ufc/ml) durezza ( F) alcalinità ( F) temperatura ( C) ACQUA NATURALE 7,5-8, ,3 0, ACQUA POTABILE 7, < 0,1 < 0, < 0,

45 Trattamento di potabilizzazione acque superficiali/2 Nuovo Impianto di Potabilizzazione (Ravenna)/1 Canaletta PARATOIE OPERA DI PRESA E GRIGLIATURA Smaltimento grigliato Aria AERAZIONE VASCHE DI SEDIMENTAZIONE OMOGENIZZAZIONE SISTEMA DI POMPE DI RILANCIO Dosaggio anidride carbonica

46 Trattamento di potabilizzazione acque superficiali/3 Nuovo Impianto di Potabilizzazione (Ravenna)/2 Linea fanghi CHIARIFLOCCULAZIONE Dosaggio flocculante + carbone CLORAZIONE A BREAK- POINT Dosaggio ipoclorito di sodio FILTRI A SILICE Rigenerazione carboni FILTRI A CARBONI ATTIVI STOCCAGGIO SOLLEVAMENTO FINALE Dosaggio Idrossido di sodio + biossido di cloro DISTRIBUZIONE IN RETE

47 Ciclo idrico integrato Modello concettuale Acquedotto Acque reflue domestiche Rete fognaria Acque reflue industriali Impianto di potabilizzazione Corpo idrico superficiale Depuratore di acque reflue urbane Impianti di trattamento CHI.FI.BI, interni, consortili Fanghi Spandimento fanghi sul suolo Smaltimento fanghi in discarica o in imp. d incenerimento

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