Leggere lo spazio che narra



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Transcript:

DIREZIONE DIDATTICA 1 CIRCOLO SANTARCANGELO Via D. Felici 45-47822 SANTARCANGELO DI ROMAGNA http://www.circolo1santarcangelo.gov.it/ Leggere lo spazio che narra Progetto Ministeriale a cura di Italia Nostra Le pietre e i cittadini Classe 2 C Maria Pascucci Ins : Macrelli Vittoria Architetto: Massimo Bottini

Prima parte: Scoprire e rappresentare lo spazio

Lo spazio attorno a noi: la nostra aula

Rappresentiamo la nostra aula utilizzando una simbologia condivisa

La mappa che abbiamo costruito

Lo spazio non è una realtà statica, può cambiare con le nostre esigenze Scopriamo nuove possibilità

I nostri progetti

Non è facile scegliere quello più adatto alle nostre esigenze

Non è facile rinunciare al proprio a favore di un altro

Finalmente tutti d accordo, iniziano i lavori per la nuova sistemazione

Altri spostamenti

Osservazioni sullo spazio aula

Elementi fissi e elementi mobili

Dall osservazione degli elementi mobili comprendo che la nostra aula è destinata a contenere molti bambini, mobili per i libri, mensole per appoggiare i quaderni, lavagne da cui copiare, listelli dove appendere i cartelloni, contenitori che contengono cartoncini colorati La sua funzione quindi è: Permettere ai bambini di imparare a leggere e a scrivere Di accogliere i bambini in un ambiente piacevole e permettere nuove amicizie Di scoprire sempre nuove cose e comportamenti corretti e rispettosi

Alla scoperta di nuovi ambienti e nuovi arredi Uno dei nostri spazi preferiti: la palestra

Il riconoscimento della stampa

Seconda parte Attraverso un elemento significativo scelto inizia un viaggio a ritroso che si articola in tre momenti: ASCOLTO INTERAZIONE RESOCONTO

Alla scoperta di un ambiente nuovo ed insolito Lo scantinato della scuola Maria Pascucci nasconde preziosi tesori

L archivio con le pagelle di alcuni dei nostri genitori

Il nostro bidello Alessandro ha trovato la pagella del suo babbo ( a.s. 1927/1928)

Un ritrovamento prezioso: un vecchio banco

Non lo abbandoniamo, viene in classe con noi per raccontare storie emozionanti In quel banco tanti anni fa si è seduta anche la nostra maestra

Il banco è diventato un amico prezioso che ci parla di un tempo passato, di bambini che gli hanno tenuto compagnia. Profuma ancora di inchiostro, di quaderni con la copertina nera, di penne con pennini Finalmente mi avete ritrovato, sono di nuovo in classe!

Intervista al banco Come erano i bambini quando eri nelle aule? Come ti trattavano? Come erano i loro grembiuli? Come trascorrevano la loro mattinata i bambini e cosa studiavano? Come erano le maestre?..e tante e tante domande ancora La voce al banco è data dal bidello Carlo Mongiusti ( ha frequentato la scuola Maria Pascucci dal 1956 al1961) I bambini di una volta si assomigliavano a voi, alcuni erano attenti, rispettosi, collaboravano; altri erano un po discoli, non ascoltavano I loro grembiuli erano neri per i maschi e bianchi per le femmine; avevano un nastro al collo che cambiava in base alla classe. Alcuni bambini mi trattavano bene, altri mi graffiavano con il pennino I bambini scrivevano e leggevano tutta la mattinata, facevano anche dei bei disegni...

La scuola Maria Pascucci raccontata da chi l ha frequentata Emozioni e racconti continuano: anche il nonno della nostra amica Viola si è seduto in quel banco. Oggi è venuto a trovarlo Ivan, il nonno di Viola quando frequentava la classe seconda 1958

Intervista a nonno Ivan Le nostre domande: Quanti anni fa hai usato quel banco? Eri affezionato al tuo banco? Chi avevi vicino? E ti piaceva il tuo banco? Le maestre come erano? Cosa facevi durante la mattina? Come erano i vostri zaini? Nonno Ivan ora in cattedra racconta

Ho usato questo banco più di 50 anni fa Non ero molto affezionato a questo banco perché venendo dall asilo, non mi piaceva stare fermo, preferivo muovermi. A volte per passare il tempo scrivevamo sui banchi e a volte li graffiavamo con i pennini, poi si sporcavano di inchiostro. Il mio compagno era Loris Razzani, giocavamo spesso insieme. Le maestre erano buone, il mio maestro si chiamava Flavio Nicolini, sorrideva sempre. Se facevamo i birichini ci metteva dietro alla lavagna. Studiavo come voi, non c erano inglese e informatica. Dovevo però scrivere con la mano destra e, io che ero mancino, facevo molta fatica e sporcavo i fogli con l inchiostro. Per asciugare dovevo usare la carta assorbente. Non avevo lo zaino, usavamo una cartella di cartone.

Un altro ricordo importante di Ivan Fabbri : Il murales storico dell aula accanto

Intervista Tu cosa hai dipinto? Che cosa volevate rappresentare con questo disegno? Che colori avete usato per dipingere? Come avete fatto ad arrivare lassù in alto? Quanto tempo avete impiegato? Vi siete divertiti? Quanto tempo avete impiegato? Perché ci sono dei personaggi così strani? Io ho dipinto le mucche qui di lato, vicino alla finestra Volevamo rappresentare Santarcangelo durante la fiera San Martino Abbiamo usato i normali colori a tempera con i pennelli, siamo arrivati fino al soffitto con delle impalcature dei muratori Abbiamo iniziato in seconda e l abbiamo completato in durante gli anni successivi E stato molto divertente, disegnavamo quando avevamo finito di scrivere, i colori erano sempre a diposizione. L abbiamo fatto così grande perché voloevamo rappresentare non solo Santarcangelo, ma anche il mare, le colline e il fiume. I personaggi erano strani perché a noi piaceva usare la fantasia e poi noi avevamo 8 anni e per noi era piacevole disegnare così.

Febbraio 2015 Tra presente e passato: oggi come ieri La nostra classe

Nello stesso cortile La classe del nonno Ivan Fabbri Il giardino negli anni è molto cambiato, le finestre della scuola hanno mantenuto il loro aspetto.

Terza parte Inaspettate visite raccontano un tempo lontano

Una strana sorpresa: sul nostro banco del tempo due pipe Ipotesi - Maestra ci sono due pipe sul banco! Perché? - Non so proviamo a pensare, voi cosa suggerite Viola: erano di qualcuno di tanti anni fa Andrea: stiamo studiando le cose vecchie e quelle sono vecchie Eugenio: sono venute prima delle sigarette a noi servono per guardarle e capire come sono fatte Gianluca: le usavano i nonni tanto tempo fa per fumare Alex: sono state le prime pipe inventate Mattia: sono oggetti antichi ritrovati nello scantinato della scuola, le ha trovate Augusto il bidello Camilla: le pipe sono antiche e noi in storia studiamo le cose antiche Tommaso N.: sono lì perché così sul banco abbiamo formato un insieme di cose antiche Mirko: le pipe si fumavano con il vapore, le sigarette con il fumo Marco: in storia forse parleremo delle pipe Tommaso S. : le pipe sono oggetti di tanto tempo fa che si usavano per fumare

19 Marzo 2015 Il signor Fumone bussa alla nostra porta I nostri sguardi stupiti

IL MISTERO SVELATO Un signore, il signor Fumone chiede di entrare. - Buongiorno maestra, buongiorno bambini. Avete per caso visto la mia pipa?. -Ci sono due pipe sul nostro banco - Eccola qua, temevo proprio di averla perduta. Sapete è la mia preferita! Come al solito l ho dimenticata sopra questo vecchio banco. A proposito, ma come mai il banco si trova qui ora? -L abbiamo trovato un giorno nell archivio della scuola e abbiamo pensato che sarebbe stato bello per lui tornare tra noi bambini - Ho capito. Comunque dovete sapere che prima il banco stava nel mio ufficio proprio sotto una enorme finestra e non era affatto grigio ma di un color giallo splendente. Sopra appoggiavo le casse di legno piene di pipe. Ma forse voi non sapete chi sono io, lo sapete? - Noo - Mi presento, sono il signor Fumone proprietario della fabbrica di pipe di Santarcangelo di Romagna. -Sapevate che questo palazzo che oggi è la vostra scuola, molti anni fa era la mia grandissima fabbrica di pipe. Il mio orgoglio! Qui si facevamo le pipe più belle del mondo, le più desiderate dai conti, dai principi e persino dai re con la corona in testa ed io nel mio ufficio le controllavo una ad una attentamente,. Fabbricavamo pipe di ogni forma e colore che dopo essere state da me esaminate venivano riposte nelle grandi casse di legno di cui vi ho parlato prima. A quel punto i miei aiutanti portavano le pesanti casse di sotto fin davanti al portone e poi le caricavano sui carri trainati dai cavalli. Da quel momento le pipe iniziavano il loro viaggio.

Il tempo trascorre, quello che oggi è ieri era Quando la nostra scuola era una fabbrica di pipe Il signor Fumone ha con sé la prova di ciò che dice

Maestra sul banco oggi c è una spada! Le nostre ipotesi Verrà qualcuno L avrà trovata il bidello Augusto nell archivio

Arriva un nuovo personaggio: Capitan Impavido viene a riprendere la sua spada

Un gioco fra finzione e realtà a cui i bambini partecipano volentieri Buongiorno bambini, buongiorno maestra! Credo sappiate cosa sto cercando vero? Cerchi forse quella spada sul banco?

Il racconto di Capitan Impavido Eccola là, aspettate un attimo, la voglio controllare bene, voglio essere sicuro che sia proprio la mia Non è la prima volta che ce le scambiamo, siamo ben 100 soldati! E questo banco? Perché mai si trova qui? E perché mai non è del suo solito colore e cioè verde? Allora sarà bene che lo riportiate di sotto accanto al portone dove si trovava di solito. E dove noi valorosi soldati appoggiavamo le nostre spade.... Allora non lo sapete, la vostra scuola prima di diventare scuola era fabbrica di pipe, ma prima ancora era una caserma militare! Qui c era il valoroso settimo reggimento di cui io facevo parte. Ogni mattina ci armavamo di spada e moschetto, salivamo a cavallo e facevamo il giro del territorio. Nulla ci sfuggiva. Eravamo il terrore dei briganti che si nascondevano nel bosco e vicino al fiume Marecchia. E tardi, devo andare, tra pochi minuti la tromba suonerà l adunata. Vi lascio però due immagini, questi sono i militari a riposo in una caserma e questa è la mia caserma.

Da un dipinto del 1859 quando edifici molto grandi venivano usati come caserme

Il tempo ha modificato luoghi, elementi e funzioni 1860 Foto S. Galavotti La nostra scuola prima di essere una fabbrica di pipe è stata usata come caserma

Maestra perché la nostra scuola una volta aveva quel campanile? Io penso che lo scopriremo presto:

La bidella Fernanda ribussa alla porta Maestra, qualcuno chiede di entrare! Il nostro personaggio misterioso oggi veste i panni di frate Francesco alla ricerca della corda del suo saio. Lui ci spiega che la corda si chiama cingolo, che i tre nodi hanno un significato preciso, che anche lui aveva un banco come il nostro, solo era di colore MARRONE

Le nostre domande non riguardano più lui, i bambini sanno che il personaggio che più volte ci è venuto a trovare è fuori dal tempo Il convento era così grande come ora è la nostra scuola? C era il giardino? Al posto delle aule cosa c erano? Perché non c è più il convento? C era la piazza davanti? Al posto del giardino dove voi fate ricreazione, c era il chiostro, il giardino al centro del convento, dove i frati pregavamo e passeggiavano. Era circondato da molte colonne, che oggi, se volete, potrete trovare all ingresso della grotta Principale di Santarcangelo

1330 la nostra scuola prima ancora di essere una fabbrica di pipe, prima di una caserma, era una chiesa. Precisamente un CONVENTO FRANCESCANO Da un dipinto eseguito a metà Ottocento

Il riconoscimento ufficiale

Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto, in particolare tutti i genitori e nonni che con fotografie, testimonianze hanno arricchito il nostro percorso, l architetto Chieregato che si è prestato ad interpretare il personaggio del tempo, Cristina Gambini che ha dato visibilità al Signor Fumone, Capitan Impavido e Frate Francesco, un grazie particolare a Italia Nostra Vittoria Macrelli