IL TELERILEVAMENTO IPERSPETTRALE DA AEREO PER LO STUDIO DEI BENI ARCHEOLOGICI: APPLICAZIONE DEI DATI IPERSPETTRALI MIVIS. 1.



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IL TELERILEVAMENTO IPERSPETTRALE DA AEREO PER LO STUDIO DEI BENI ARCHEOLOGICI: APPLICAZIONE DEI DATI IPERSPETTRALI MIVIS 1. Introduzione Gli archeologi si avvalgono, da decenni, delle foto aeree per ricercare strutture sepolte attraverso lo studio dei risentimenti indotti in superficie dalle discontinuità fisiche presenti nella massa del primo sottosuolo. Negli ultimi anni un ulteriore strumento di indagine è stato offerto dallo sviluppo di nuove tecnologie, quali il Telerilevamento ed i Sistemi Informativi Territoriali. Tali tecnologie offrono attraverso lo studio sinottico del territorio uno strumento per lo studio dei rapporti esistenti tra comunità e territorio di appartenenza, elaborando ed integrando le informazioni di varia natura raccolte nel corso delle indagini condotte sul campo. I sensori, comunemente utilizzati dal telerilevamento satellitare e aereo, hanno permesso lo studio dei fenomeni naturali attraverso l utilizzo di poche bande spettrali (AVHRR, Landsat MSS 4, TM 7, SPOT 4, TMS, TIMS ecc.), mentre negli ultimi anni gli sviluppi tecnologici dell industria aerospaziale ha consentito la realizzazione di sensori che estendono i vantaggi della spettroscopia al telerilevamento. Gli spettrometri ad immagine o sensori iperspettrali sono strumenti del telerilevamento che associano alla rappresentazione spaziale di un sensore ad immagini la capacità analitica di un spettrometro. Essi possono essere caratterizzati da diverse centinaia di strette bande con una risoluzione spettrale dell ordine di 10 nm. Gli spettrometri ad immagine, quindi, producono un completo spettro per ogni pixel dell immagine, consentendo così l identificazione dei materiali, a differenza dei sensori a bassa risoluzione spettrale che consentono solo la loro differenziazione. L efficienza operativa è determinata, pertanto, sia dalla quantità di bande contigue che dalla loro ampiezza, per caratterizzare al meglio la firma spettrale dei materiali, infatti, oltre ad essere necessario un elevato numero di bande per campionare una maggiore porzione dello spettro elettromagnetico, è anche fondamentale una loro ridotta ampiezza spettrale per ottenere più accurate misure degli assorbimenti spettrali. L aumento della risoluzione spettrale e spaziale e, quindi, della capacità di osservazione offerta dal telerilevamento consente di definire in maniera quan- 2003 Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 1

titativa alcuni parametri di superficie degli ecosistema, facilitando, così, la parametrizzazione dei processi naturali utili alla realizzazione dei modelli evolutivi. 2. Laboratorio Aereo Ricerche Ambientali Nel 1991 il CNR, nell ambito del Progetto Strategico Clima, ambiente e territorio nel Mezzogiorno, per dotare la comunità scientifica nazionale ed internazionale di un attività di supporto avanzato alla ricerca ambientale ha istituito il Progetto LARA (Laboratorio Aereo per Ricerche Ambientali) per l acquisizione di dati telerilevati iperspettrali da piattaforma aerea (BIANCHI et al. 1994, BIANCHI et al. 1996). Dal 1994 il Progetto LARA col sensore iperspettrale MIVIS (Multispectral Infrared Visible Imaging Spectrometer - Daedalus AA5000) svolge una linea di ricerca nel campo dei Beni Culturali. Nella sede di Pomezia, inoltre, il Progetto LARA (Immagine 2) svolge la sua attività di ricerca, ed attua il processamento, valutazione della qualità, distribuzione ed analisi dei dati MIVIS. 2.1 MULTISPECTRAL INFRARED VISIBLE IMAGING SPECTROMETER - MIVIS La peculiarità e l unicità del sistema MIVIS (Immagine 3) risiedono nelle caratteristiche di questo scanner iperspettrale modulare costituito da 4 spettrometri (Immagine 4) che misurano simultaneamente la radiazione elettromagnetica proveniente dalla superficie terrestre, attraverso la registrazione di 102 bande spettrali. La ripresa simultanea di un alto numero di canali con un alta risoluzione spettrale e spaziale ha richiesto l utilizzo di una tecnologia innovativa per le ottiche, i sensori, ed il processamento elettronico. La combinazione di un alta risoluzione nella regione spettrale dell infrarosso medio con una buona sensitività nella regione dell infrarosso termico hanno richiesto la soluzione di diversi problemi in fase di progettazione del sistema (BIANCHI et al. 1994, BIANCHI et al. 1996). 2.2 PIATTAFORMA AEREA Il telerilevamento si avvale di svariati tipi di piattaforme per riprendere (telerilevare) la superficie terrestre: palloni liberi e frenati, aerei e veicoli orbitali. La capacità funzionale di tali piattaforme viene determinata dalla quota alla quale possono giungere ed operare, dal grado di manovrabilità, dalla maggiore o minore difficoltà di gestione della piattaforma. Nel settore applicativo gli aerei e i veicoli spaziali possiedono una maggiore utilità pratica. La piattaforma aerea sulla quale è installato il sensore iperspettrale MIVIS è un Casa C 212/200 (Immagine 5) di proprietà della Compagnia Generale Ripreseaeree di Parma. Questo aeromobile, per le sue caratteristiche operati- 2003 Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 2

ve e per le sue capacità di carico, offre la possibilità di operare come un vero e proprio laboratorio volante. Il bimotore turboelica CASA C 212/200 può raggiungere la quota massima di volo 7500m, la velocità massima di 180 nodi e ha una velocità di stallo pari a 80 nodi. Durante le campagne di acquisizione dati iperspettrali MIVIS la piattaforma aerea CASA opera all interno nell intervallo di velocità compreso tra 180 e 110 nodi ed opera ad una quota di sorvolo compresa tra 1.200 m s.l.m. e 6.000 s.l.m. 3. Il Telerilevamento MIVIS per lo studio dei Beni Archeologici Nel luglio 1994, per sperimentare la potenzialità investigative dello scanner e per verificare l affidabilità del sistema di scansione iperspettrale MIVIS, venne realizzata la prima campagna di acquisizione dati (Fig. 1), molti siti sorvolati erano stati scelti per la loro valenza geologica (Etna, Isola di Vulcano, Stromboli e Lipari) mentre altri presentavano un interesse archeologico (Selinunte, Halaesa e Mozia) (BIANCHI et al. 1997). Da allora numerose campagne sono state eseguite su siti archeologici per sviluppare e mettere a punto le potenzialità dello scanner iperspettrale MIVIS. Tra queste applicazioni di carattere archeologico le più significative sono state condotte dall Università di Palermo sul sito di Halaesa, dal CNR IIA LARA in collaborazione con l ITABC sul sito di Selinunte (BIANCHI et al. 1997, CAVALLI et al. 1998) e dal CNR IIA LARA in collaborazione con l Università di Roma Sezione Topografia Antica sul sito di Mozia (BIANCHI et al. 2000). L Università di Palermo, Dipartimento di Ingegneria Idraulica ed Istituto di Archeologia ha analizzato i dati MIVIS per ricerche archeologiche sul sito di Halaesa per studiare i rapporti esistenti tra comunità e territorio di appartenenza attraverso la realizzazione di un GIS. Obbiettivo del GIS era di integrare e mettere in relazione prodotti cartografici, acquisizioni digitali (riprese MIVIS e foto aeree), rilevamenti diretti e documentazione epigrafica. L integrazione di tali dati nel GIS ha permesso di costruire la mappa tematica delle potenzialità di insediamento, di ricostruire lo sfruttamento delle risorse idriche in antichità e il riconoscimento delle strutture sepolte mediante l elaborazione dei dati MIVIS. La ricerca condotta sul Parco Archeologico di Selinunte e sull isola di Mozia (vedi Immagine 6), invece, si è basata sull ipotesi che l apparato sensoriale MIVIS è in grado di produrre, con opportuni processi elaborativi, informazioni che possono rappresentare elementi (indizi) superficiali della presenza di manufatti sepolti. Come è noto la presenza di manufatti antropici nel primo spessore di sottosuolo può essere rivelata sulla base di discontinuità spaziali delle caratteristiche meccaniche nel suolo stesso. In particolare la vegetazione erbacea 2003 Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 3

tende ad evidenziare le eventuali disomogeneità del substrato sia di tipo fisico (umidità) che di tipo termico (escursione diurna della temperatura del suolo, ecc.) attraverso il suo diverso accrescimento. Inizialmente per sviluppare e mettere a punto la metodologia di indagine era necessario identificare un sito ampliamente investigato, dove potessero essere confrontati i risultati ottenuti con le conoscenze archeologiche sull area, per verificare direttamente la bontà del metodo. A tale scopo è stato scelto il sito archeologico di Selinunte da decenni oggetto di studio. Gli incoraggianti risultati ottenuti nello studio di tale sito hanno sollecitato ad applicare la stessa metodologia sull isola di Mozia. 3.1 PARCO ARCHEOLOGICO DI SELINUNTE Nell ambito della ricerca Attività di telerilevamento sull Area archeologica di Selinunte, finanziata dal Progetto Strategico del CNR Tecnologie Moderne per la Conservazione dei Beni Culturali, il Progetto LARA, utilizzando lo scanner iperspettrale MIVIS, ha effettuato due campagne di telerilevamento in anni diversi sulla costa sud-orientale della Sicilia (Immagini 7 11). L area monitorata è compresa tra il Canale di Sicilia a Sud, il paese di Castelvetrano a Nord la frazione di Tre fontane a Ovest e quella di Porto Palo ad Est. Selinunte è uno dei più importanti siti greci della Sicilia. Esso è collocato lungo la costa sud-occidentale vicino a Trapani, estendendosi, su un area di 2,5 kmq, su tre colline allungate in direzione N-S con l asse maggiore perpendicolare alla linea di costa. Partendo da est queste tre colline sono denominate: Collina Orientale, insieme collinare Acropoli-Manuzza e Gaggera (Immagine 7). Il primo nucleo urbano (polis) di Selinunte fu fondato alla metà del VII sec. a.c. da coloni provenienti da Megara Hiblaea, che si insediarono sulla parte sommitale dell Acropoli e sulla collina di Manuzza. Nel corso dei due secoli successivi la polis si estese verso oriente ed occidente lungo le due valli fluviali del Cottone e Modione che delimitano la collina dell Acropoli, dando luogo così a due porti naturali alla confluenza con il mare. Il centro urbano di Selinunte era circondato da un imponente cinta muraria (MERTENS 1989). L Acropoli presenta un impianto viario costituito da una strada principale che corre lungo l asse maggiore della collina (plateia) e da una serie di strade secondarie (stenophoi) parallele tra loro e perpendicolari alla plateia. Sul lato sud orientale dell Acropoli persiste un area sacra con quattro templi ed altri edifici minori. A nord dell Acropoli, separata da una sella naturale, vi è la collina di Manuzza che sembra presentare, sulla base di saggi di scavo, un reticolo viario regolare (DI VITA 1996) ruotato di 23 verso ovest rispetto a quello del- 2003 Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 4

l Acropoli. Inoltre, al punto di confluenza dei due sistemi stradali menzionati dovrebbe trovarsi un area di destinazione pubblica (agorà). Ad est dell Acropoli, sulla Collina Orientale, si trovano tre grandi templi denominati E, F e G, mentre ad ovest dell Acropoli, sulla collina della Gaggera, è presente un altra importante area sacra, la Malophoros. Alla fine del V sec. a.c. Selinunte fu conquistata dai Cartaginesi che occuparono per circa un secolo e mezzo l area sommitale dell Acropoli. Nel 250 a.c., con la conquista romana della Sicilia occidentale, la città fu abbandonata e i suoi abitanti furono trasferiti a Lilibeo. Infine, probabilmente durante il periodo bizantino, un terremoto causo il crollo di tutti gli edifici e dei templi dell antica Selinunte. Negli ultimi venti anni l attenzione degli archeologi si è incentrata sullo studio sistematico dell urbanistica dell antica Selinunte con ricerche accuratamente condotte sul campo, da parte di missioni italiane ed internazionali, che hanno permesso di ottenere risultati significativi. Sulla base delle scoperte effettuate con studi topografici ed opportuni saggi di scavo, oggi è possibile ricostruire nel suo complesso la pianta urbana della antica città greca. A tal fine il telerilevamento ha senz altro costituito uno strumento molto utile alla conoscenza, fin da quando G. Schmiedt nel 1957 ha affrontato per primo lo studio delle foto aeree della zona (scala 1:30.000 e 1:10.000) ed ha identificato sulla collina di Manuzza strutture lineari con andamento NNO-SSE, riconducibili alla rete viaria urbana (Fig. 2). Successive investigazioni sull area hanno in gran parte confermato la presenza di tale impianto ed hanno portato alla luce alcuni assi stradali ed i relativi incroci (RALLO 1976-1977; RALLO 1984) (Immagini 12-24). L area sulla quale si è focalizzata l analisi dei dati MIVIS, acquisiti il 23 maggio 1996 (risoluzione a terra 3 m/pixels), si sviluppa su una superficie di 3 kmq ed è racchiusa tra il santuario della Malophoros ad Ovest e la Collina Orientale ad Est (Immagine 25). Questa zona delimitata all area intorno alla collina di Manuzza, ricca di emergenze archeologiche, è stata oggetto di numerose indagini che rappresentano un valido strumento di verifica dei risultati dell analisi dei dati telerilevati. I dati iperspettrali nel visibile e nell infrarosso documentano le variazioni del dominio spettrale e permettono di esprimere le differenze chimicofisiche dei vari elementi superficiali, quindi la ricerca di strutture sepolte attraverso lo studio dei risentimenti indotti in superficie dalle discontinuità fisiche presenti nella massa del primo sottosuolo. La tecnica di analisi dei dati MIVIS che ha apportato maggiori risultati è la classificazione iperspettrale basata sulle informazioni estratte dalle caratteristiche spettrali di alcune unità superficiali peculiari. Le immagini risultanti dalla elaborazione hanno permesso di riconoscere strutture per lo più lineari, che sono state oggetto di interpretazione archeologica. 2003 Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 5

3.1.1 Spectral Angle Mapper Per utilizzare pienamente il contenuto informativo spettrale delle immagini MIVIS e per evidenziare con maggior dettaglio la presenza di strutture archeologiche sepolte sulla base delle diverse caratteristiche spettrali dei terreni, è stata applicata ai dati MIVIS una tecnica di classificazione denominata Spectral Angle Mapper. Il classificatore SAM rispetto ad altri metodi di classificazione multispettrale, fornisce un criterio di similarità tra due spettri indipendentemente dai valori di luminosità dei singoli pixels. Il risultato finale della procedura è costituito da un numero di immagini (definite Rules Images) pari al numero delle classi spettrali selezionate. In questo tipo di immagini i toni scuri individuano pixel caratterizzati da uno spettro simile a quello della ROI di riferimento, mentre i toni chiari identificano pixel con spettro dissimile. L informazione contenuta nelle singole Rules viene raggruppata in un unica immagine tematica, che permette di descrivere con colori diversi le diverse classi di unità superficiali prescelte (Immagine 26). La carta tematica riassuntiva, ricavata dalla classificazione SAM (Immagine 27), sebbene abbia permesso di definire l estensione areale dei materiali superficiali non sembra fornire informazioni utili all interpretazione archeologica. Al contrario le diverse immagini Rule hanno permesso di individuare lineazioni interpretabili come assi stradali dell antico impianto urbano (Immagini 28-41). Ogni lineamento tonale, una volta identificato, è stato successivamente confrontato con i tracciati viari ipotizzati dagli studiosi e di cui, in parte, si è constatata l esistenza nel corso di campagne di scavo (Immagine 42). Tra le lineazioni individuate sono evidenti inoltre alcune anomalie che, attraverso un analisi multitemporale di foto aree, sono state ricollegate a vecchie divisioni dei campi e/o a un diverso uso del suolo. In particolare alcune immagini sono state utili per evidenziare la struttura viaria della collina di Manuzza, dove sono stati riconosciuti 11 assi stradali con direzione NNO-SSE. Tra essi assumono particolare rilievo la Plateia 0 e lo Stenophos I Ovest (RALLO 1984), di cui è possibile seguire il percorso fino al limite meridionale della collina. Altrettanto ben visibili sono i due assi, con andamento OSO-ENE, che incrociano perpendicolarmente tali strade, delimitando due blocchi di isolati (Immagine 42). Nei pressi di Casa Paola, lungo il versante orientale della collina, sono chiaramente visibile, su quasi tutte le RI del volo delle 07:15 una traccia irregolare con andamento all incirca NO-SE. La stessa anomalia era stata recentemente individuata sulle foto aeree della zona ed interpretata come probabile struttura muraria (ZOPPI 1996), tracce analoghe sono visibili anche ad ovest di Casa Paola (Immagine 43). 2003 Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 6

Sul pianoro ad est della Casa Paola sono ben riconoscibili (volo delle 07:15) tre lineazioni parallele il cui orientamento, circa NNO-SSE, corrisponde a quello dell impianto urbano di Manuzza. Perpendicolari a queste sono state individuate due lineamenti, molto brevi, (volo delle 07:15). Questo risultato appare interessante perché potrebbe testimoniare la estensione dell impianto urbano oltre i limiti naturali del pianoro di Manuzza (Immagine 43). In sintesi, l analisi sinottica delle Rules ottenute elaborando i dati MIVIS del 23 maggio 1996 delle 12:30 e delle 07:15 evidenzia come i maggiori contenuti informativi di carattere archeologico siano presenti principalmente nelle unità superficiali costituite dai reperti archeologici. Inoltre, nei dati registrati alle 12:30, il reticolo viario è stato ricostruito utilizzando anche le Rules relative alle sabbie, alle calcareniti e alla vegetazione, mentre l apporto delle terre rosse e dei corpi idrici è risultato trascurabile (Immagine 41). Nei dati delle 07:15, invece, oltre alle sabbie, alle calcareniti e alla vegetazione, anche i corpi idrici rivestono un ruolo determinante nella ricostruzione dell impianto urbano di Selinunte (Immagine 43). Inoltre le immagini delle RI delle 12:30 e delle 07:15 mettono in evidenza un tracciato che può costituire un segmento della larga Plateia 11, il risultato merita attenzione perché se confermato, con saggi di scavo, il prolungamento di tale percorso fino alla Collina Orientale rappresenterebbe un asse privilegiato nella struttura viaria della polis, mettendo in comunicazione l area sacra orientale con l Agorà (DI VITA 1996) (Immagine 44). Infine sui dati MIVIS delle 12:30 sono state individuate alcune discontinuità tonali, all interno di un uliveto posto nella parte nord della Collina Orientale, che potrebbero confermare la presenza di un insediamento rustico di epoca romana, già ipotizzata a seguito di campagne archeologiche e geofisiche (AA.VV. 1992; PIRO, VERSINO 1992; BAGGIO et al. 1998; COLOSI et al. 1995; PIRO, VERSINO 1996) (Immagine 42). Le classi reperti archeologici e calcarenite sono importanti ai fini dell individuazione della struttura viaria, in quanto includono nel loro insieme templi, mura, strade antiche, abitazioni e materiale di scavo, tutti costituiti da materiale calcarenitico a diverso stadio di alterazione superficiale. Le classi spettrali della vegetazione e dei corpi d acqua sono significative, invece, perché costituiscono indicatori di diversi stati di saturazione del terreno, parametro fisico che viene comunemente utilizzato nelle indagini archeologiche basate sull interpretazione aerofotogrammetrica del territorio. 3.2 MOZIA I risultati incoraggianti ottenuti nello studio del Parco archeologico di Selinunte hanno sollecitato il gruppo di lavoro ad applicare la stessa metodologia, avvalendosi sempre delle competenze archeologiche, sull insediamento fenicio di Mozia, che occupa la piccola isola (45 ettari) di S. Pantaleo nello 2003 Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 7

Stagnone di Marsala in provincia di Trapani (Immagini 45-46). Qui una quasi secolare attività di scavo ha riportato alla luce i resti di un abitato, strutturato già alla fine dell VIII sec. a.c., anche se gli indizi delle prime frequentazioni fenicie datano già al XII sec. a.c., ed è attestata un occupazione preistorica. I dati MIVIS utilizzati per questo studio sono stati ripresi il 20 luglio 1994 alle ore 10:15 (ora locale) da un altezza di 2.000 m s.l.m. con una risoluzione al suolo di 4m. Il confronto tra le annotazioni derivate dallo studio delle foto aeree e dalle immagini telerilevate mette in evidenza alcune diversità: la maggior parte delle tracce individuate nei fotogrammi datati tra il 1943 ed il 1968, non è presente nel dato MIVIS, che rileva invece, numerose discontinuità lineari nella zona sud occidentale dell isola. Sulla base dei dati acquisiti con l analisi dei dati iperspettrali, oggetto in futuro di verifica a terra, sembra che l estensione della programmazione urbanistica sia maggiore rispetto a quanto ritenuto. Ciò è, del resto, confermato dalle indagini di scavo, nei dintorni della Casa delle Anfore e nella zona B, che hanno riportato alla luce diverse unità abitative disposte lungo assi viari con orientamento NE-SW, conforme a quello individuato nelle riprese aeree (FAMÀ 1995) (Immagine 46). L analisi dei dati iperspettrali MIVIS è risultata un innovativo strumento di supporto all investigazione archeologica, sia per quanto riguarda il Parco Archeologico di Selinunte che l isola di Mozia, consentendo l identificazione di elementi pertinenti all assetto urbanistico in aree dove la classica fotointerpretazione di foto storiche non ne aveva rilevati. I risultati ottenuti rappresentano una buona base di pianificazione di eventuali campagne di scavo. ROSA MARIA CAVALLI*, STEFANO PIGNATTI ** Bibliografia AA.VV., 1992, Monograph on the geophysical exploration of the Selinunte Archaeological Park, «BGTA», XXXIV, pp. 134-135. P. B AGGIO, C.A. BIROCCO, F. COLOSI, S. PIRO, L. VERSINO, C. ZAMBONI, 1998, Telerilevamento, ricognizioni archeologiche e prospezioni geofisiche sulla Collina Orientale di Selinunte, in I Congress International on Science and technology for the safeguard of cultural heritage in the Mediterranean basin, Novembre 27- Dicembre 2 1995, Catania-Siracusa (Italia), vol. I. R. BIANCHI, C.M. MARINO, S. PIGNATTI, 1994, Airborne Hyperspectral remote sensing in Italy, in Europto, Rome 27-29 September 1994, SPIE V. 2318, pp. 29-37. R. BIANCHI, R.M. CAVALLI, L. FIUMI, C.M. MARINO, S. PIGNATTI, 1996, Airborne imaging spectrometry: a new approach to environmental problems, in Proceeding of the XVIII ISPRS Congress, Vienna 9-19 July 1996, vol. I, pp. 128-132. 2003 Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 8

R. BIANCHI, M.P. BOGLIOLO, F. BUONGIORNO, R.M. CAVALLI, C.M. MARINO, S. PIGNATTI, S. SALVI, 1997, MIVIS per la Sicilia, «Rivista Internazionale di Telerilevamento Sistema Terra», dicembre 1997, anno 6, numero 1/3, pp. 24-27. R. BIANCHI, R.M. CAVALLI, F. COLOSI, C.M. MARINO, S. PIGNATTI, M. POSCOLIERI, 1997, Airborne hyperspectral MIVIS data over Selinunte ancient town area (Sicily, Italy) as a support to classical archaelogical investigation, in Proccedings of the Third International Airborne Remote Sensing Conference and Exhibition Development, Integration, Application & Operations, Copenhagen, Denmark 7-10 July 1997, vol. II, pp. 761-768. R. BIANCHI, R.M. CAVALLI, C. CORSI, C.M. MARINO, S. PIGNATTI, 2000, Ricerche topografiche in Sicilia: integrazione tra metodi tradizionali e dati iperspettrali da piattaforma aerea, in Proceedings of the XVth International Congress of Classical Archaeology, Amsterdam 1998, pp. 15-16. R.M. CAVALLI, F. COLOSI, S. PIGNATTI, M. POSCOLIERI, 1998, Il Telerilevamento aereo per lo studio dei beni archeologici. Applicazione dei dati iperspettrali sul Parco Archeologico di Selinunte, Bulzoni, Roma, pp. 339-361. F. COLOSI, L. POMPEO, M. SANGIORGIO, C. ZAMBONI, 1995, Elaborazione ed interpretazione di immagini telerilevate per lo studio sistematico delle testimonianze antropiche nel territorio. I casi di Palmyra e Selinunte, «Archeologia e Calcolatori», 6, pp. 35-60. A. DI VITA, 1996, L urbanistica della Sicilia greca, in AA.VV., I greci in Occidente, Bompiani, Venezia, pp. 263-308. M.L. FAMÀ, 1995, Appunti per lo studio dell urbanistica di Mozia, in Actes du III Congres International des Etudes Phéniciennes et Puniques (Tunisi 1991), Tunisi, I, pp. 442-434. D. MERTENS, 1989, Die Mauern von Selinunt, Vorbericht der Arbeiten des Deutschen Archäologischen Instituts Rom 1971-75 und 1985-87, RM, 96, pp. 87 154. S. PIRO, L. VERSINO, 1992, Primi risultati delle indagini geofisiche effettuate nell area archeologica di Selinunte (Collina Orientale). Metodo magnetico, elettromagnetico induttivo ed impulsivo georadar, in Selinunte 1 (Intesa di programma CNR-MISM), Bulzoni, Roma, pp. 9-32. S. PIRO, L. VERSINO, 1996, Metodi geofisici integrati nell area archeologica di Selinunte, in Selinunte 3 (Intesa di programma CNR-MISM), Bulzoni, Roma, pp. 95 116. A. RALLO, 1976-77, Scavi e ricerche nella città antica di Selinunte. Relazione preliminare, «Kokalos», 22-23, pp. 720-723. A. RALLO, 1984, Nuovi aspetti dell urbanistica seluntina, «ASAtene», 46, pp. 81-96. C. ZOPPI, 1996, Note selinuntine. 1. La necropoli di contrada Galera-Bagliazzo ed il limite nord dell abitato di Manuzza, in Selinunte 3 (Intesa di programma CNR- MISM), Bulzoni, Roma, pp. 137-152. Abstract The development of new technologies, such as Remote Sensing and GIS, allowed archaeologists to more easily gain insight into the relationships between the ancient communities and landscape, by utilizing the information derived from field work surveys. In particular, the analysis of airborne and satellite data allow archaeologists to recognize peculiar features of ancient settlements by investigating both spectral and spatial information. 2003 Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 9

Furthermore, with the advent of the imaging spectrometry, such as those recorded from the Multispectral Infrared and Visible Imaging Spectrometer (MIVIS) instruments, has markedly increased and improved the information on subtle spectral features, relevant to environment and landscape studies from surface terrain units related to ancient human witnesses. To support the archaeological field investigation, since 1994, airborne survey utilizing the MIVIS hyperspectral scanner has been carried out to detect buried archaeological structures on different archaeological sites in south Italy. These remotely sensed data have been analyzed in an attempt of identifying both unknown and hypothesized street axes of the urban system of the ancient Selinunte and Mozia, and to investigate the Halaesa ancient settlement. * CNR Istituto Sperimentale Talassografico, Messina, Italy. CNR Istituto Inquinamento Atmosferico-LARA, Pomezia (Roma), Italy. ** CNR Istituto Inquinamento Atmosferico-LARA, Pomezia (Roma), Italy. * La dicitura immagini si riferisce a quelle del sito. 2003 Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 10