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SOMMARIO NEL SEGNO DEL SANGUE Mensile della Unione Sanguis Christi dei Missionari del Preziosissimo Sangue Anno LIX - N 1 Gennaio 2010 Direttore Responsabile Michele Colagiovanni, cpps EDITORIALE Un Dio con il trucco facile di Michele Colagiovanni 3 SPIRITUALITÀ 6 gennaio 1786 Nasce a Roma San Gaspare del Bufalo di Franco Panati 6 Accoglienza di Giulia M. 13 Anno sacerdotale Liturgia di San Giacomo, in greco di Tullio Veglianti 19 Stampa e fotocomposizione Stab. Tipolit. Ugo Quintily S.p.A. Viale Enrico Ortolani, 149/151 00125 Zona Industriale di Acilia - Roma Tel. 06/52169299 (multilinea con r.a.) Redazione e Amministrazione 00181 Roma - Via Narni, 29 Tel. e Fax: 06/78.87.037 e-mail: piaunione@gmail.com http://www.csscro.it www.sangasparedelbufalo.it Abbonamento annuo ordinario: 9,50 sostenitore: 15,00 estero: $ 22,00 C.C.P. n. 391003 ATTUALITÀ Il secolo breve di Mauro Silvestri 9 Malati di network di Stefania Iovine 25 Cantando di Angela e Claudio Amici 28 INCONTRO DI PREGHIERA L amore complementare dell uomo nel disegno salvifico del Padre di Maria Damiano 15 CATECHESI GRUPPI DI PREGHIERA - GRUPPI DI FAMIGLIE Gesù il Nazareno, il re dei giudei di Luigi Lafavia, cpps 22 UMORISMO Il lato comico di Comik 30 UNIONE SANGUIS CHRISTI Direttore Tullio Veglianti, cpps Autorizzazione Trib. Roma n. 229/84 in data 8-6-1984. Iscriz. Registro Naz. della Stampa (Legge 8-8-1981, n. 416, Art. 11) al n. 2704, vol. 28, foglio 25, in data 27-11-1989 Finito di stampare nel mese di Dicembre 2009 Questa rivista è iscritta all Associazione Stampa Periodica Italiana In copertina: Non restare nella quarta di copertina, vieni allo scoperto. Questi sono ancora in cammino, ma tu al presepe sei arrivato da anni! Redattori Claudio Amici Anna Calabrese Maria Damiano Gabriella Dumo Aldo Gnignera Stefania Iovine Giovanni Lucii Anna Maria Mascitelli Vincenzo Mauro Noemi Proietti Angela Rencricca Emanuela Sabellico Mauro Silvestri Carla Taddei Grafica: Elena Castiglione Foto: Archivio USC

Nel Segno del Sangue 3 Editoriale Un Dio con il trucco facile di Michele Colagiovanni Il colonnello Mu ammar Abu Minyar al-qadhdhafi [per il volgo, niente altri che Gheddafi] è arrivato dalla Libia, di cui è padrone assoluto, per affrontare, con i rappresentanti di altre nazioni, il problema della fame nel mondo, che miete milioni di vittime. Ogni sedici secondi, secondo alcune statistiche, un bambino muore di denutrizione. Ebbene, che fa il Colonnello, a latere della grande e drammatica assise della FAO? Organizza una serie di feste, alle quali invita «ragazze piacevoli, tra i 18 ed i 35 anni, alte almeno un metro e settanta, ben vestite, ma non in modo provocante». Motivo? «Avere con loro alcuni scambi di opinione e distribuire omaggi libici». Invece di chiedere risarcimento di danni per lo sciagurato periodo coloniale italiano in Libia, il Colonnello sente finalmente il bisogno di dare qualcosa all Italia, in riparazione dei coloni innocenti che ha espulso dal suo paese, che era divenuto anche il loro, senza alcun risarcimento delle proprietà confiscate? Macché! Tutto si riduce all elargizione di una banconota europea, come in genere si fa con le escort dopo l uso. Non è stata dichiarata l entità. Tutto ciò è abbastanza offensivo per ragazze delle quali non è lecito supporre che abbiano un prezzo. Ma a redimere il denaro, che puzza di mercimonio, vi saranno doni di natura culturale. Sarà vero? Un detto scolastico ammonisce: Nemo dat quod non habet!. Comunque le cronache dicono che le agenzie specializzate in simili servizi, subito dopo l annuncio che erano richieste cinquecento ragazze, si sono sguinzagliate, metro alla mano: il mercato funziona così. A domanda, corrisponde l offerta! Il doppio metro per valutare la merce è quello dei muratori, rigido a segmenti pieghevoli, perché il Colonnello ha stabilito solo l altezza, ma non la circonferenza, nei tre classici punti del profilo femminile. In tal caso sarebbe occorso il metro dei sarti. Quando gli agenti hanno ripiegato l attrezzo, erano

Editoriale 4 Nel Segno del Sangue riusciti a racimolare duecento ragazze degne di stare al cospetto del satrapo libico. Forse il problema della circonferenza era implicito in un altro requisito: l abito non doveva superare la taglia quarantadue. Alle invitate è stato ordinato di sedere su divani disposti a semicerchio (o a mezzaluna), davanti al nuovo Assuero, a sua volta seduto in poltrona al centro del semicerchio lunatico, in modo da avere davanti a sé l intero panorama dell omaggio italico. Con l occhio egli va alla ricerca della nuova regina Ester. E infatti a un certo punto invita una delle presenti a stargli al fianco. Disgraziatamente, si tratta di una neolaureata sulle tesi di Oriana Fallaci. È abbastanza nobile da accusare il colpo senza battere ciglio. Lo scambio di opinioni è in realtà una esternazione a senso unico, che al-qadhdhafi fa piovere sul fascinoso ventaglio umano, del cui alito si bea e dai cui sguardi si sente ringalluzzire. E che cosa dice all eletto uditorio? «Convertitevi all Islam, l unica religione per tutti. Gesù fu mandato per gli Ebrei, Maometto per tutti. Gesù non morì sulla croce. Dio lo prese con sé in cielo. Quello che morì sulla croce era un sosia! Se vi convertite io vi posso aiutare a compiere un pellegrinaggio alla Mecca, necessario almeno una volta nella vita. Venitemi a trovare in Libia, per un ritiro spirituale di conversione». «In sala la soggezione era palpabile» dice una delle presenti all uscita. Erano state invitiate con la promessa di una cena di gala, ma sono state rimandate a digiuno, ma con «settantacinque euro netti a testa», una copia del Corano in lingua araba dettato dall arcangelo Gabriele e la traduzione italiana, oltre al famoso libro verde dettato dal Colonnello. A tal proposito Mu ammar Abu Minyar al-qadhdhafi ha detto: «L islam ha un solo libro, il cristianesimo quattro vangeli». La festa è così ben riuscita che vi è stata una replica nei locali dell ambasciata qualche giorno dopo e al momento in cui scrivo si parla di una terza. Si direbbe che Gheddafi voglia vedere tutte le ragazze italiane, purché non più basse di un metro e settantacinque centimetri, non più attempate di trentacinque anni e stiano dentro la taglia quarantadue. La folle iniziativa non ha suscitato sulla nostra stampa la reazione critica che in genere provoca ogni pronunciamento del papa. Per comprendere la gravità dell accaduto occorre ipotizzare un rovesciamento di luoghi e di personaggi. Supponiamo che l evento fosse in programma in Libia e che il nostro rappresentante faccio il nome di Oscar Luigi Scalfaro andato là per discutere dei modi per sconfiggere la fame nel mondo avesse preso analoga iniziativa con le ragazze libiche, invitandole senza limiti di età e di statura, vestite di burka, con semplice velo o anche in sobria minigonna. Sempre in via di ipotesi, immaginiamo che avesse detto loro: «Care ragazze, convertitevi al cristianesimo, l unica religione per tutti, che storicamente ha rivalutato la donna. Gesù, Parola di Dio, venne nel mondo per offrire agli uomini l incarnazione dell ideale umano. Egli, essendo immagine somigliante di Dio, è amore e lo è stato fino in fondo. Maometto, sebbene venga oltre seicento anni dopo di Cristo, non ha messo la spada nel fodero. Quando guidava gli eserciti, uccideva e ordinava stragi non ebbe un sosia Era proprio lui. Si prendeva le donne a piacimento, senza neppure il riguardo per l innocenza infantile Eccovi ora una copia dei quattro Vangeli, dei

Nel Segno del Sangue 5 Editoriale quali vi cito un solo versetto: La verità vi farà liberi. E vi regalo anche un mio volume: Non arrendetevi mai! Questo l ho scritto io. I Vangeli li ha ispirati lo Spirito Santo. Fine dell ipotesi e inizio delle sue ipotizzabili conseguenze. Che cosa starebbe accadendo nel mondo? Difficilmente Oscar Luigi Scalfaro sarebbe tornato vivo in Italia e oggi nel mondo, ovunque si trovasse un gruppo islamico, vi sarebbero più chiese bruciate di quante non siano di fatto ugualmente bruciate; più cristiani perseguitati, sgozzati, crocifissi di quanti non ve ne siano comunque Più Giornali infiammati di sdegno per la blasfemia, nei paesi islamici. I giornali cosiddetti occidentali (a cominciare da L Unità di Concita De Gregorio e la Repubblica, del fondatore Eugenio Scalfari) a fare l accompagnamento in falsobordone e a dare addosso all onorevole Oscar Luigi Scalfaro per l ingerenza in una nazione straniera e per la mancanza di delicatezza verso un altro popolo. È vero che la nostra religione (e tutti e quattro gli evangeli sono d accordo su ciò) esige che si amino i nemici, che si porga l altra guancia a chi ci percuote su una (destra o sinistra che sia), ma non dice che bisogna farlo in modo beota. A chi lo percosse di fatto sulla guancia Gesù propose il ragionamento sull atto compiuto: «Se ho detto male, spiegamelo [con il ragionamento, non con la dinamite], se ho detto bene, perché mi hai percosso?». Non è accaduto questo in occasione del discorso di Benedetto XVI a Ratisbona, dove appunto si sarebbe dovuto riflettere su un antico ragionamento riproposto dal papa e segnalare in che cosa la battuta dell imperatore Paleologo era sbagliata. Si potrà obiettare che nelle e- spressioni di Mu ammar Abu Minyar al-qadhdhafi vi è rispetto per Gesù, mentre in quelle dell ipotetico Oscar Luigi Scalfaro per Maometto vi sono contenute affermazioni offensive. Si può rispondere che la reazione reale al discorso di Ratisbona non fu verso una affermazione offensiva, ma verso un sereno e civile dibattito di molti secoli fa, tra l imperatore Manuele Paleologo e un saggio i- slamico. A esso si sarebbe dovuto obiettare, come pure alle affermazioni dell ipotetico Scalfaro, con un civile contraddittorio. Il ricorso alla violenza per far trionfare una tesi è contro il Vangelo e i cristiani vi hanno fatto ricorso tradendo il Vangelo. Non per questo, proprio ora che i cristiani chiedono unilateralmente perdono, altri possono sentirsi legittimati a commettere quegli stessi errori, esigendo il silenzio della Chiesa. Quanto poi all opinione secondo la quale Mu ammar Abu Minyar al-qadhdhafi, nel suo Discorso della Tenda, e neppure in quello dell Ambasciata, non abbia offeso Cristo, vi è molto da obiettare. La sua affermazione sul Sosia scardina la teologia cristiana e offende gravemente Cristo e Dio. Entrambi avrebbero agito con il trucco della sostituzione. Gesù avrebbe dimostrato che neppure lui è stato capace di condurre con coerenza la vita fino in fondo dopo aver affermato di volerci dare un esempio affinché, come ha fatto lui facciamo anche noi. Nel momento della difficoltà avrebbe invocato, o comunque accettato un sosia. Con questa logica, che permette di addossare agli altri la croce che non si vuole per sé, è un gioco da ragazzi arrivare ai kamikaze. Non occorre neppure rivolgersi a un Dio che ammetta tali trucchi levantini, per avere kamikaze. Basta allevarli. E infatti

Spiritualità Nel Segno del Sangue 6 6 GENNAIO 1786 Nasce a Roma SAN GASPARE DEL BUFALO. Gli vengono dati i nomi dei tre Re Magi: Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. di Franco Panati Abbiamo iniziato l anno dedicato all Eucaristia con il ricordo di San Pier Giuliano Eymard fermamente convinti che l eucaristia è la vita dei popoli. Ed ora, a conclusione del medesimo vogliamo ricordare un altro grande Santo: San Gaspare del Bufalo il quale è stato il più grande apostolo della devozione al preziosissimo sangue di Gesù che, insieme al corpo, rappresenta, appunto, la reale presenza del Redentore all interno delle specie eucaristiche. San Gaspare del Bufalo nacque a Roma il 6 gennaio 1786. Egli fin dall infanzia si infervorava pensando alla salvezza delle anime, tentando, addirittura, di fuggire di casa per finire martire tra gli infedeli. Ispirandosi agli e- sempi di San Francesco Saverio, da studente trascorse la giovinezza presso il Collegio Romano, essendo per tut-

Nel Segno del Sangue 7 Spiritualità ti, esempio di purezza, di pietà e di zelo. Non appena ordinato sacerdote, si dedicò con fervore all apostolato in mezzo al clero e al popolo con particolare attenzione agli umili e agli ammalati. Durante l occupazione napoleonica di Roma, al commissario imperiale che pretendeva da lui un giuramento sacrilego, rispose con fierezza: Non posso, non debbo, non voglio! preferendo l esilio e il carcere. Fu durante quel periodo di sofferenza e di lotte che maturò in lui l idea di fondare una Congregazione di missionari e di suore sotto l augusto titolo del preziosissimo sangue. Tornato dall esilio, il 15 agosto 1815 fondò questa nuova congregazione nel vecchio convento di San Felice a Giano dell Umbria. Alla sua opera e alle missioni dedicò tutto l ardore del suo spirito, mai domo, fino alla morte. Percorse gran parte dell Italia evangelizzando i popoli; e Dio costellò di miracoli tutti i suoi passi. Fino a qualche tempo fa venivano chiamate quaresimali le predicazioni speciali che bravi predicatori tenevano nella varie chiese in Italia e all estero. Famosi, o meglio fruttuosi, sono stati i quaresimali tenuti dal nostro San Gaspare nelle varie chiese e basiliche di Roma, nonché di altre città italiane. Il suo zelo, la sua padronanza nel citare la Sacra Scrittura davano al suo parlare la forza di convinzione perché il suo dire era opera dello Spirito di Gesù che tutto lo investiva e trasformava. E questo Spirito, si capisce, dava tremendamente fastidio a Satana. (vocabolo di origine ebraica che significa appunto l Avversario ). È rimasta famosa la drammatica scena della donna ossessa di Soanne che, vedendo passare il nostro Santo, si mise a gridare : Ecco il ladro, ecco il ladro!. Chiara allusione al ministero di San Gaspare sagace rubator di anime al nemico infernale. Mentre predicava, infatti, colombe e luci misteriose si posavano sul suo capo. La sua mano moltiplicava cibo e danaro, guariva malati di ogni specie, calmava tempeste. Ma il massimo dello zelo lo spinse a recarsi, addirittura da solo, nei covi dei briganti, inaccessibili a chiunque, cercando di ricondurre quelle anime a Dio e alla società. Alla sua discepola Santa Maria De Mattias, spinta dallo zelo del santo, va attribuito il merito di avere fondato l Istituto delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo. La vita di questo grande Santo, abbreviata dalle fatiche e dalle penitenze, si concluse prematuramente a Roma il 28 dicembre 1837 a soli 52 anni di età. San Vincenzo Pallotti ne vide volare l anima in cielo sotto forma di stella mentre Gesù le andava incontro. Molti miracoli furono ottenuti per sua intercessione anche dopo la morte. Degni di nota tra i più clamorosi sono quelli approvati dalla S. Congregazione dei Riti per la sua beatificazione e canonizzazione. Fu così che dopo il rigoroso esame delle virtù praticate in modo eroico e dopo tanti prodigi, San Pio X lo innalzò il 18 dicembre 1904 con il titolo di Beato e Pio XII lo canonizzò il 12 giugno 1954. La Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue fondata appunto da San Gaspare, pur tra innumerevoli difficoltà, incontrò

Spiritualità 8 Nel Segno del Sangue subito larghi consensi, rivelandosi efficace strumento della Provvidenza per risanare la società da tutto il fermento provocato da rivoluzioni e lotte che hanno caratterizzato il XIX secolo. Pio VII trovò in essa un valido mezzo per estirpare il brigantaggio, sviluppatosi nello Stato Pontificio durante il periodo napoleonico. Prelati illustri, Vescovi, tra i quali Mons. Mastai Ferretti (diventato poi Pio IX) e Cardinali, attratti dal grande ideale di San Gaspare si unirono lui in qualità di ausiliari partecipando alle sue missioni. La Congregazione si diffuse rapidamente in Italia e nel mondo Il corpo di San Gaspare, prima sepolto nella chiesa di San Paolo in Albano Laziale, ora riposa nella chiesa di Santa Maria in Trivio, a Roma, nei pressi della Fontana di Trevi - in Piazza dei Crociferi - dove Papa Giovanni XXIII si recò a venerarlo il 4 gennaio 1963. Parte del suo corpo fu racchiuso, però, in una pregevole urna posta sotto il suo altare in Albano davanti alla quale, ancora oggi, pregano di continuo gli Allievi Missionari.

Nel Segno del Sangue 9 Attualità Il secolo breve di Mauro Silvestri Lo storico inglese Eric Hobsbawm lo ha definito il secolo breve, in contrapposizione al lungo XIX secolo. Sì, perché il 900 può essere racchiuso fra il 1914 quando iniziò la prima guerra mondiale e il 1991, quando si dissolse l Unione Sovietica. Poco meno di 80 anni inanellati da una serie di eventi drammatici che hanno rovinosamente posto fine all utopia illuminista di un mondo governato unicamente dalla ragione. In effetti il lungo XIX secolo si era aperto con la convocazione degli Stati Generali nella Parigi del 1789 e con i dieci anni di Rivoluzione francese, per poi snodarsi sulla tempesta napoleonica, sui nazionalismi e le guerre europee, in un crescendo di tensioni e di contrapposizioni che esplosero nel 1914 con l inizio del primo conflitto mondiale, il più virulento mai combattuto fino ad allora sulla faccia della terra. Secolo forse breve ma con una concentrazione e una dimensione di eventi sanguinosi mai vista. La seconda guerra mondiale fu una ripresa della grande guerra dopo una tregua di alcuni anni che non fu mai pace vera. L illuminismo partorì i due suoi tristi epigoni: il nazismo pagano e il comunismo materialista, fratelli dapprima alleati e poi nemici, entrambi accumunati dall odio antisemita e anticristiano. L evento bellico si concluse nel 1945 fra i bagliori della Cancelleria di Berlino e il tragico epilogo del bunker di Hitler e con l ombra sinistra dei funghi atomici di Hiroshima e Nagasaki. La guerra combattuta nei campi di battaglia lasciò il posto a un altra guerra fra i due ex alleati, l occidente capitalista e l oriente comunista: la guerra fredda durò per tutto il resto del secolo breve. Sono nato nel 1952, quando la guerra combattuta dagli eserciti era finita da alcuni anni e la guerra fredda si andava radicando come costante strutturale del mondo. I miei ricordi di bambino sono precoci e forse si confondono con quello che ho appreso successivamente: non so se l eco dei fatti dell Ungheria del 1956 costituiscono in me una traccia diretta di quello che accadde; di certo mi ricordo della morte del papa Pio XII, mi ricordo del papa buono Giovanni XXIII e del Concilio con il famoso discorso alla luna, mi ricordo di Kennedy e di Krusciov. Sono cresciuto in un mondo diviso in due parti che si fronteggiavano minacciose e andavano costruendo una sorta di bilanciamento basato sul rafforzamento

Attualità militare reciproco: l equilibrio del terrore. La divisione del mondo in due si riproponeva anche in Italia che, pur posizionata nell occidente, vedeva nell agone politico il più forte partito comunista del mondo libero. In Germania e soprattutto a Berlino la divisione era reale, fisica: nel 1961 venne eretto il famigerato muro nel tentativo di arginare la fuga dei tedeschi dell est verso le zone controllate dalle potenze occidentali. Il muro divenne il simbolo della divisione armata del mondo, una ferita nel cuore dell Europa che non cessava di versare il sangue di tante persone che hanno sacrificato la vita nel tentativo di valicarlo. Per me, come per tanti della mia generazione, quel muro era una monade immobile, destinata a durare per un tempo illimitato: all orizzonte non era possibile intravedere nulla se non quel muro che si ergeva senza crepe, incrollabile, quel muro alla cui ombra nascevano le storie di spionaggio di Le Carrè, antidoto di cui si nutriva la nostra fantasia giovanile per contrastare quel simbolo di male assoluto. Anche la speranza che si accese nel cuore di tanti con le riforme di Dubcek nella Cecoslovacchia del 1968 fu schiacciata dai cingoli dei carri armati che brutalmente ricoprirono di grigio piombo 10 Nel Segno del Sangue i colori della primavera di Praga. E poi i tragici anni del terrorismo, quel cupo senso di morte che avviluppò l Italia per anni e le cui ultime propaggini si sentono ancora. C ero anche io in quella serata del 16 ottobre 1978 a Piazza san Pietro, c ero io con colei che quattro anni dopo sempre il 16 ottobre divenne mia moglie. Era il secondo conclave che si teneva in quell anno terribile. Sì, fu proprio un anno denso di eventi tragici: le Brigate Rosse avevano rapito Aldo Moro e ucciso gli uomini della scorta; poi i lunghissimi giorni del sequestro con lo stillicidio di quelle lettere angosciose dalla prigionia, il ritrovamento del suo corpo nella Renault rossa in via Caetani, il rito funebre celebrato da Paolo VI senza la presenza della salma, la morte di papa Montini, il brevissimo pontificato di papa Luciani, con la sua morte improvvisa e misteriosa. Non si sapeva che cosa ancora aspettarsi. La piazza era gremita di gente in attesa della fumata che arrivò poco dopo le sei. Un istante di incertezza e poi il vociare della folla alla fumata bianca che usciva dal comignolo della Sistina. Ci volle un po di tempo per saperne di più fin quando si aprì la finestra della loggia centrale e venne annunciato il nuovo Pontefice dal nome strano. Bastarono poche parole: il popolo di Roma, sempre diviso fra devozione e disincanto nei confronti del suo Vescovo, fu conquistato in un istante dal Papa venuto di lontano che chiedeva di essere corretto nel suo italiano un po incerto. Si trattava del primo Papa straniero dopo più di 400 anni: un polacco, il primo Papa polacco. Si capì da subito che qual-

Nel Segno del Sangue cosa stava cambiando. Questo Papa rimetteva decisamente Cristo al centro dell annuncio che andava a portare a tutto il mondo. Sì perché il Papa viaggiava, si muoveva come non aveva mai fatto nessun Papa prima di lui. E, da polacco, andava in Polonia: lui poteva recarsi oltre la cortina di ferro, nel cuore del socialismo reale, e ci andava. E in Polonia nasceva Solidarnosc, il sindacato cristiano di Lech Walesa, un unicum nel mondo del socialismo reale. Poi l angoscia dell attentato del 13 maggio 1981, il colpo di stato militare in Polonia con Jaruzelski, e finalmente l avvento di Gorbacëv a Mosca, con la sua politica della perestrojka e della glasnost che portava un nuovo soffio di speranza. Quella sera del 9 novembre del 1989 alla TV guardammo stupefatti quel muro grigio che pensavamo incrollabile, colorato come per incanto dai mille colori dei writers berlinesi, sbriciolarsi 11 Attualità sotto i colpi di piccone e di martello dei giovani che ballavano su quanto rimaneva di quei mattoni e di quel cemento. Fu un accelerazione improvvisa: non a caso recentemente per le celebrazioni del ventennale, i tedeschi hanno realizzato una serie di elementi che poi hanno fatto cadere l uno contro l altro con un effetto domino. Così infatti avvenne il disfacimento del blocco comunista. A due anni di distanza dalla caduta del muro ne venne sancita la definitiva dissoluzione. Il 25 dicembre del 1991 i telegiornali trasmettevano da Mosca: sullo sfondo delle cupole del Cremlino la bandiera dell Unione Sovietica veniva ammainata per essere sostituita dal tricolore della Federazione Russa. Sono passati 20 anni dai quei giorni e si sta celebrando l anniversario di quell evento. Al vertice della Germania c è una donna, Angela Merkel, nata e cresciuta nella Germania orientale, segno vivente dell avvenuta riunificazione e riconciliazione. Il protagonista principale di quel periodo, il grande Papa Giovanni Paolo II è morto, Gorbacëv e Walesa sono incanutiti e appesantiti dall età, Helmuth Kohl è costretto su una sedia a rotelle. Tutti siamo invecchiati e ci avviciniamo all età che avevano allora i nostri padri. Eppure ancora oggi tante volte mi soffermo a ripensare a quegli eventi, a come di colpo la storia abbia cambiato direzione, a come si sia letteralmente sgretolato non solo un muro e un regime politico, ma un intero sistema filosofico-culturale, spesso con connotazioni religiose se non addirittura messianiche, un sistema che finanche nelle sue espressioni artistiche angolose e aspre, nella sua architettura fatta di pietre grigie massicce e di cemento voleva trasmettere quella convinzione di solidità in grado di resistere a tutte le intemperie, quella pretesa di eternità senza Dio. Fu sicuramente il Papa

Attualità 12 Nel Segno del Sangue Giovanni Paolo II a mettere in moto e ad alimentare il meccanismo che portò alla scomparsa del sistema socialista. Ma il vero miracolo di Papa Wojtila non fu tanto la caduta del muro e soprattutto del sistema politico ed economico del socialismo reale, quanto il fatto che un simile cambiamento avvenne senza spargimento di sangue. In questi giorni gli speciali televisivi hanno trasmesso un gran numero di interviste, anche di coloro che all epoca erano i persecutori e che oggi vivono una vita del tutto normale, praticamente senza conseguenze negative dal loro passato. Così i capi politici e militari: a parte l uccisione dei coniugi Cheauchscu, crudeli satrapi orientali dei nostri anni, nessuno dei vecchi leader politici subì processi sommari o vendette. Fu una rivoluzione pacifica, determinata a raggiungere gli obbiettivi poi conseguiti, ma non governata dall odio. Un ruolo particolare lo ebbe la Polonia, nazione cattolicissima: durante le occupazioni dei cantieri di Danzica da parte degli operai di Solidarnosh si celebrava la Messa; tantissimi erano frequentatori assidui della confessione e della direzione spirituale. Non possiamo saperlo, ma chissà quanto hanno inciso sulla specificità di quella rivoluzione le diritture impartite nei confessionali, gli inviti al perdono delle offese e alla preghiera per i nemici. Il tutto sotto la guida forte e appassionata del grande Papa, il vero artefice di quella rivoluzione. Per chi ama indagare sui segni che ci comunicano gli accadimenti della storia: l atto finale dell Unione Sovietica si consumò fra due date significative: l'8 dicembre 1991 - l Immacolata Concezione - i presidenti di Russia, Bielorussia e Ucraina firmavano l'accordo per la nascita della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) destinata a succedere all'unione Sovietica dopo le secessioni dei mesi precedenti e il 25 dicembre dello stesso anno - Natale - quando il drappo rosso con falce e martello venne ammainato. A pensarci bene la caduta dei regimi comunisti non è l'unico caso di rivoluzione pacifica di questi anni: basti pensare al ritorno della democrazia nelle Filippine, con l'elezione di Cory Aquino dopo il regime di Marcos nel 1986. Prima di accingersi a sfidare alle elezioni il dittatore, la Aquino, che poi vinse, passò la notte in preghiera per il suo avversario. Ma ci sono anche altri esempi: dall'indipendenza dell'india alla lotta di Martin Luther King per i diritti dei neri nell'america degli anni '60, alla fine dell'apartheid in Sudafrica, ai passaggi alla democrazia di Spagna e Portogallo. Se pensiamo a quale scia di sangue e a quale eredità di odio hanno portato tanti interventi governati dalla forza delle armi e dalla vendetta mascherata da giustizia, non possiamo che riflettere ancora una volta sulle parole di Gesù: «Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi» (Lc 6, 27-31. 35). La storia ci insegna che non è pia devozione o buonismo vuoto, ma un programma concreto che per primo il Signore ha applicato: la pace che egli ci dona con le sue mani trafitte dai chiodi del venerdì santo non è una pace facile e indolore, ma è pace vera.

Nel Segno del Sangue 13 Spiritualità Accoglienza di Giulia M. Il Regno di Dio infatti non è cibo o bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito santo. Chi si fa servitore di Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini (Rm 14, 17-18). Dal vocabolario della lingua italiana: Giustizia: riconoscere e dare a ciascuno ciò che gli è dovuto. Gioia: stato d animo di intensa allegria e contentezza. Pace: tranquillità di rapporti. In questi ultimi tempi si parla e si discute su come organizzare una vita civile per milioni di persone che non hanno quello che abbiamo noi. Ciascuno ha da dire la propria e si sentono affermazioni contrastanti sullo stesso argomento e tante persone pontificano mentre farebbero meglio a tacere. Comunque sia, questo è un problema già sentito nei tempi antichi, anzi è sempre stato al centro delle preoccupazioni dell umanità. Si era trovata una risposta: la guerra. Meno altri ci sono, meno problemi. Quanti milioni e milioni di persone sono state uccise per non lasciare loro lo spazio per vivere! Perché ci fossero meno altri! Ma ora possiamo dire che la risposta vera c è: Cristo. Cristo uomo e Dio, che ci dà la vera risposta umana e divina. San Paolo ce lo dice chiaramente: la risposta giusta non è questione di cibo o bevanda, o vestito, o modo di pensare o altro: la risposta è: Giustizia, Pace, Gioia nello Spirito. Ma san Paolo sottolinea anche che bisogna farsi

Spiritualità 14 Nel Segno del Sangue servitori di queste tre realtà. Ci presenta una verità molto profonda e diversa dal modo normale di pensare: non siamo noi che facciamo la giustizia, ma noi dobbiamo essere servitori della giustizia; non siamo noi che facciamo la gioia, ma noi dobbiamo essere servitori della gioia; non siamo noi che facciamo la pace, ma noi dobbiamo essere servitori della pace. Giustizia, Gioia e Pace sono prima di noi, ed esistono anche senza di noi perché sono la vita di Dio. È a questo livello che noi possiamo agire per cambiare la realtà. Perché altrimenti faremo sempre precedere altre considerazioni che impediscono la realizzazione del regno di Dio, che è regno dell umanità nuova. Gesù ha versato il suo sangue perché è stato servitore di Dio, che è Giustizia, Pace e Gioia, per tutta l umanità. Il regno di Dio quindi è più del cibo e di qualunque bevanda. Il regno va alla radice dell essere umano perché lì, alla radice, tutti gli esseri umani sono uguali nella dignità: e lì si scopre la vocazione dell umanità: essere serva della Giustizia, della Pace, della Gioia. E siccome nasciamo tutti esseri umani, essere al servizio della Giustizia, della Pace, della Gioia è la vocazione di tutti. Perciò possiamo dire che non sono io che accolgo lo straniero, il bisognoso, l esule; ma è la Giustizia, la Pace, la Gioia di cui io sono servitore che mi chiama all accoglienza, che mi chiama all aiuto di chi più necessita di sostegno. E ancora: se riconosco che le mie radici sono cristiane, ancora di più sono chiamato al servizio della Giustizia, della Pace, della Gioia, proprio come ha fatto Cristo. Il quale, pur essendo Dio, si è fatto servitore delle necessità spirituali dell umanità tanto da dare la propria vita e pacificare il cielo e la terra (Col 1, 19-20). Gesù dice: Dai frutti riconoscerete l albero. Non da ciò che mangia o da ciò che beve un uomo sarà riconosciuto in questa vita e nell altra, ma da come si sarà messo a servizio della Giustizia, della Pace, della Gioia. E allora mi accorgerò che non è l altro che è mio fratello, ma che io sono suo fratello, perché la persona importante è lui, non io. Sono io che sono al suo servizio, e non lui al mio. Proprio come ha fatto Gesù: lui, il Maestro, si è messo al mio servizio fino a dare la sua vita e tutto ciò che aveva; addirittura mi ha dato la possibilità di chiamare Dio: Papà. Riconoscere e dare a ciascuno ciò che gli è dovuto, creare uno stato d animo in tutti di intensa allegria e contentezza; instaurare tranquillità di rapporti: ecco il regno di Dio. In conclusione: all altro è dovuta la Giustizia, cioè deve avere ciò che gli spetta in quanto figlio dell umanità; all altro è dovuta la Gioia: cioè la possibilità di vivere nell allegria e nella contentezza; all altro è dovuta la Pace: cioè la possibilità di intessere rapporti tranquilli, sereni, senza la preoccupazione di cosa escogitare per farsi apprezzare. Ma, l altro chi è? Se mi metto dall altra parte, sono io l altro. E come vorrei che le cose cambiassero!

Nel Segno del Sangue Incontro di preghiera 15 INCONTRO DI PREGHIERA gennaio 2010 L amore complementare dell uomo nel disegno salvifico del Padre di Maria Damiano Canto Esposizione eucaristica

Incontro di preghiera 16 Nel Segno del Sangue Celebrante: Ogni verità cristiana è coniugata, sempre e comunque, alla carità, ossia all amore che si manifesta come apparizione della Parola e si attualizza nella comunicazione e nell incontro con l altro. LEGGIAMO IN COLOSSESI (1, 24) Sì, io che al presente gioisco nelle mie sofferenze per voi e completo ciò che manca nella mia carne delle tribolazioni di Cristo in vantaggio del Corpo di lui, che è la Chiesa, della quale sono diventato ministro, conforme alla missione affidatami da Dio, in mezzo a voi, di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto fin dai secoli eterni e dalle generazioni passate, e che ora è stato svelato ai suoi santi, ai quali Iddio volle far conoscere quale sia la ricchezza di questo mistero in mezzo ai pagani, cioè Cristo in voi, la speranza della gloria. Dalla rivelazione di questo mistero prima nascosto ed ora noto anche ai più semplici ( santi ), riceve maggior luce e splendore la gloria di Dio: infatti per esso si dispiega il mirabile disegno dell amore salvifico del Padre. Il mistero è così grande e così inesauribili le sue ricchezze e i suoi benefici che l Apostolo è lieto di soffrire persecuzioni, anzi è convinto che le sofferenze della sua carne e del suo spirito contribuiscono al bene comune, completano cioè quanto manca in noi delle tribolazioni di Cristo in vantaggio del Corpo di lui, che è la Chiesa. Che manchi qualcosa alla Passione di Cristo sarebbe assurdo pensarlo, ma Paolo vuole semplicemente affermare che il Cristo storico, pur con tutte le sue fatiche apostoliche e la sua stessa morte, non ha esaurito tutte le sofferenze necessarie a realizzare totalmente il regno di Dio, perché a questa funzione complementare di sofferenza sono chiamati gli apostoli di tutti i tempi. A questo dobbiamo sentirci tutti chiamati e le nostre sofferenze, che di per sé non avrebbero valore alcuno, lo acquistano tutto intero in quanto innestate nella sofferenza del Cristo e congiunte con la virtù redentrice della Croce. Con lui corredentori contribuiamo al bene della Chiesa. Lui noi annunziamo, ammonendo ciascun uomo e ognuno ammaestrando con ogni sapienza, allo scopo di presentare ogni uomo perfetto in Cristo. Proprio per questo mi affatico, lottando con tutta l energia di colui che opera in me possentemente (Col 1, 28-29). Proprio perché apprezza l inesauribile ricchezza del mistero, Paolo cerca con ogni sapienza di ammonire e ammaestrare tutti gli uomini senza distinzione di sorta per renderli perfetti in Cristo (cfr Cor 2, 6; Col. 3, 14), capaci cioè di realizzare in lui e con lui la più alta perfezione naturale e soprannaturale. Solo in Cristo l uomo realizza pienamente se stesso. RIFLESSIONE Alla luce della Scrittura ci chiediamo quanto l uomo d oggi, l uomo del terzo millennio sia in grado di comprendere e di fare proprio il messaggio dell Apostolo. Quanto noi stessi, che ci diciamo cristiani, riusciamo ad essere testimoni di pace e di amore nel mondo.

Nel Segno del Sangue 17 Incontro di preghiera L uomo moderno spesso si sente insidiato dal sospetto del non-senso dell esistenza, dalla paura di vivere oltre che di morire! Qualcuno ha detto che la vera bestemmia del mondo moderno è il sospetto su Gesù Cristo, il sospetto che non sia la felicità vera e duratura. Qual è la nostra risposta, la risposta di ognuno di noi? Cristo è venuto, noi lo affermiamo; ma guardiamoci dal ridurlo semplicemente a un dogma, perché il sospetto moderno è più forte del dogma. Dobbiamo a tutti i costi mostrarlo con la nostra vita, nella nostra carne, nei nostri comportamenti, altrimenti guai a noi! Siamo uomini e donne responsabili. Quanto di più altamente umano si è affievolito nella coscienza moderna e postmoderna e nei nostri rapporti interpersonali riprenda vigore nuovo e nell incontro con l altro sia capace di seminagione nuova, perché la speranza riprenda a germogliare più verde che mai. Don Giussani al Sinodo del 1987 così si espresse: Ciò che manca non è tanto la ripetizione verbale dell annuncio quanto l esperienza di un incontro. L uomo di oggi attende forse inconsapevolmente l esperienza dell incontro con persone per le quali il fatto di Cristo è realtà così presente che la loro vita ne è cambiata. Potremmo, ad esempio, e dunque dobbiamo fare eco a quell avvenimento in cui Gesù alzando gli occhi disse: Zaccheo scendi subito, vengo a casa tua. È la grazia dell incontro che a partire dal cuore chiama, e chiama ancora, e poi ancora per un sempre ulteriore incontro... Venite e vedrete! Andarono dunque, e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Rimaniamo il più possibile in questa dimora! Rendiamo sua dimora il nostro cuore! Canto

Incontro di preghiera Nel Segno del Sangue PREGHIERA LITANICA Celebrante: Rivolgiamo tutti insieme la nostra preghiera al Signore e diciamo: 18 ASCOLTACI, SIGNORE! 1 Perché attraverso lo studio e la preghiera consapevolizziamo ogni giorno di più il valore grande della sofferenza alla luce della testimonianza del Cristo, per eccellenza UOMO DEI DOLORI, preghiamo: Ascoltaci, Signore! 2 Perché testimoniando Cristo che si fece obbediente al Padre fino alla morte di croce impariamo ad esercitare, giorno dopo giorno, le virtù della pazienza, della fede, della carità, preghiamo: Ascoltaci, Signore! 3 Perché nel volto degli immigrati, dei poveri, degli emarginati, e comunque dei diversi da noi impariamo a scoprire in modo sempre più naturale e spontaneo il volto del nostro fratello e quindi di Gesù, preghiamo: Ascoltaci, Signore! Ci uniamo ora a tutta la Chiesa per offrire al Padre il dono preziosissimo del sangue di Cristo, nostra gloria, salvezza e risurrezione. Eterno Padre, noi ti offriamo con Maria, Madre del Redentore del genere umano, il sangue che Gesù sparse con amore nella passione e ogni giorno offre in sacrificio nella celebrazione dell Eucaristia. In unione alla vittima immolata per la salvezza del mondo, ti offriamo le azioni della giornata in espiazione dei nostri peccati, per la conversione dei peccatori, per le anime sante del purgatorio e per i bisogni della santa Chiesa. E in modo particolare: Generale: Perché i giovani sappiano utilizzare i moderni mezzi di comunicazione sociale per la loro crescita personale e per meglio prepararsi a servire la società. Missionaria: Perché ogni credente in Cristo prenda coscienza che l unità fra tutti i cristiani costituisce una condizione per rendere più efficace l annuncio del Vangelo. Celebrante: O Padre, aiutaci a comprendere l alta dignità che ci hai conferito chiamandoci ad essere complementari con te nell opera della redenzione. Non finiremo mai di ringraziarti, certi che mai viene meno la tua azione creatrice e rinnovatrice. Noi la imploriamo con forza e gridiamo al mondo che tu davvero ci ami. Amen. Benedizione eucaristica Canto finale

Nel Segno del Sangue 19 Spiritualità Anno sacerdotale Liturgia di San Giacomo, in greco di Tullio Veglianti (Continuiamo gli articoli sulle Liturgie antiche, una tematica già iniziata nel n. 6 di questa rivista, p. 183. Aiuteranno a vivere più profondamente l Anno sacerdotale proposto da Benedetto XVI alla riflessione di tutta la Chiesa). Nella Chiesa orientale il termine Liturgia indica il sacrificio eucaristico, che, nel rito latino, si chiama Messa. Quando si parla della Liturgia di san Giacomo o di altri, si intendono le cerimonie e soprattutto il formulario con cui alcune comunità cristiane d oriente e dei paesi slavi offrono questo sacrificio. La liturgia orientale che passa comunemente come la più antica, è quella attribuita e detta di san Giacomo, l apostolo cugino di Cristo e primo vescovo di Gerusalemme. Tuttavia è ormai certo che questa liturgia non può essere l opera di san Giacomo. Il fatto che provenga da Gerusalemme è confermato dalle più antiche citazioni ivi presenti pervenute a noi, quelle di san Cirillo di Gerusalemme (IV secolo) o del suo successore. L attuale Liturgia non tardò a essere tradotta in siriaco all inizio del V secolo, traduzione di cui conosciamo solo l esistenza; e anche in etiopico, copto, armeno e georgiano. Ebbe una larga diffusione: in Palestina, in Arabia, in Siria, in Armenia, in Georgia, nei paesi slavi, in Grecia e in Etiopia.

Spiritualità 20 Nel Segno del Sangue Nel prossimo mese riporteremo un altra Liturgia di San Giacomo. Essa è in lingua georgiana, risalente al sec. VII o VIII, e proviene dall attuale, in lingua greca, sec. IV-V. Se ne potranno così vedere le differenze, determinate da circa 3 secoli di storia e pietà liturgica. PREGHIERA DELL OFFERTA Rubrica: E quando vengono posti i sacri vasi sull altare, il sacerdote recita la preghiera dell offerta: Dio, Dio nostro, che il pane celeste (cfr Gv 6, 50), il cibo di tutto il mondo, il Signore nostro Gesù Cristo, hai mandato come salvatore (cfr Gv 3, 17; At 7, 35) e redentore e benefico, benedicente santificante noi, tu stesso benedici questa offerta e ricevila nel tuo sopracceleste altare, ricordati come buono e amorevole di coloro che hanno offerto e di coloro per i quali è stato offerto, e concedi loro tutte le cose chieste per la salvezza e custodiscici non colpevoli nella sacra azione dei tuoi divini misteri, poiché è santificato e glorificato il tuo del tutto onorato e magnifico nome di Padre e Figlio e Spirito Santo, ora e sempre e nei secoli dei secoli, amen. Rubrica: E dice: Pace a tutti. Rubrica: I diaconi presenti: E con il tuo spirito. Da sottolineare il concetto della salvezza universale operata da Cristo, di cui i sacri vasi sono i depositari materiali. Per cui l importanza che la Chiesa dà a questi vasi e con quanta cura li custodisce. Da notare anche come il sacerdote doni in questo momento la pace a tutti i fedeli. COMUNIONE LO SPEZZARE E IL MESCOLARE Rubrica: Dopo il sacerdote spezza il pane e con la mano destra tiene mezza parte e con la sinistra l altra metà e immerge nel calice ciò che è nella destra, dicendo: Unione del tutto santo corpo e prezioso sangue del Signore e Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo. Rubrica: E segna con la croce la parte che è nella mano sinistra e cambierà tenendo le due parti. Segna con la croce l altra parte. Quindi, dopo aver unito entrambe le parti e aver immerso nel calice le loro due restanti sommità, segnando con la croce i pani restanti, dice, in ogni immersione, la parola dell unione, e subito incomincia a dividere e prima di tutto dà a ciascun calice una singola parte, dicendo: È unito e santificato e perfezionato nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Rubrica: E quando segna il pane con la croce, dice: Ecco l Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo (cfr Gv 1, 29), immolato per la salvezza del mondo. Rubrica: E quando prima di tutto dà una parte singola, dice: Parte santa di Cristo piena della grazia divina e della verità del Padre e del