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Trasmissione via pec Trasmissione via pec Spett.le Presidente Corte di Appello dirigente.ca.ancona@giustiziacert.it penale.ca.ancona@giustiziacert.it prot.ca.ancona@giustiziacert.it Spett.le Presidente Tribunale Ancona presidenza.tribunale.ancona@giustizia.it Spett.le Tribunale Ancona prot.tribunale.ancona@giustiziacert.it Spett.le Tribunale Sorveglianza Ancona tribsorv.ancona@giustiziacert.it Per conoscenza Spett.le Tribunale per i Minorenni delle Marche di Ancona segreteria.tribmin.ancona@giustiziacert.it Spett.le Ordine Avvocati Ancona segreteria@pec-ordineavvocatiancona.it Oggetto: Astensione collettiva dall attività giudiziaria degli avvocati ex Legge 146/1990 come modificata dalla Legge 83/200 per le giornate del 25, 26 e 27 giugno 2018 Delibera della Giunta dell Unione delle Camere Penali Italiane del 11 giugno 2018 La Camera Penale di Ancona in relazione alle motivazioni contenute nella delibera di astensione dall attività giudiziaria penale proclamata dalla Giunta dell UCPI del 11 giugno 2018 In ossequio, alla predetta delibera dell organo rappresentativo nazionale e nel rispetto delle norme di legge nonché di quelle, recentemente modificate, di cui al Codice di Autoregolamentazione delle astensioni dall attività giudiziaria degli avvocati adottato da OUA, UCPI, AIGA, UNCC che ai sensi della legge 146/1990 come modificato dalla Legge 83/2000 e relative procedure è stato valutato idoneo e dunque operante dalla Commissione di Garanzia dell Attuazione della legge sullo Sciopero nei Servizi Pubblici essenziali mediante la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 3 del 4 gennaio 2008 ai sensi della L. 146/1990 come modificata dalla Legge 83/2000

comunica ai sensi dell art. 2 del detto Codice che a) che l astensione dalle attività giudiziarie ha la durata di giorni 3 e si terrà nelle giornate del 25, 26 e 27 giugno 2018; b) la specifica motivazione della astensione è contenuta nella delibera dell Unione delle Camere Penali italiane che si allega; c) è stata e sarà assicurata la comunicazione al pubblico della astensione con modalità tali da determinare il minimo disagio per i cittadini, fra l altro dando tempestiva comunicazione dell iniziativa mediante pubblicazione sul sito Internet dell Unione delle Camere Penali Italiane www.camerepenali.it, mediante comunicazione agli organi di stampa nonché altri mezzi di comunicazione anche all interno degli uffici giudiziari; d) per completezza di seguito si trascrive il link che consente di accedere alla pagina ufficiale del sito internet dell unione dove si trova pubblicata la delibera che si allega alla presente: http://www.camerepenali.it/public/file/delibere/delibera_63-2018_delibera_astensione_25-27_giugno_2018.pdf e) la predetta astensione viene comunicata nei termini prescritti alle Autorità indicate nell art. 2 del Codice di Autoregolamentazione sopra indicato; f) tra la proclamazione e l effettuazione dell astensione non intercorre un periodo di tempo superiore a 60 giorni; g) l astensione in questione non rientra tra i casi di cui all art. 2, comma 7, L. 146/1990 come modificata dalla Legge 83/2000; h) sono rispettate le condizioni di cui all art. 2, comma 4, del codice di Autoregolamentazione predetto. Ancona lì, 13 giungo 2018 Il segretario della Camera Penale Avv. Francesca Petruzzo 2

GIUNTA DELL UNIONE DELLE CAMERE PENALI ITALIANE Delibera dell 11 giugno 2018 La Giunta dell Unione delle Camere Penali Italiane PREMESSO - che la notizia dello sgombero della sede del Tribunale e della Procura della Repubblica di Bari determinato dal rischio di crollo degli edifici giudiziari di via Nazariantz, la cui inadeguatezza e fatiscenza era stata già da molti anni denunciata, documentata e notificata ai competenti uffici ministeriali, è apparsa sin da subito emblematica della condizione nella quale versa la Giustizia del Paese e della irresponsabile incuria dei Governi che non hanno mai inteso operare seri investimenti in un settore considerato solo strumentale allo sviluppo ed alla diffusione di politiche demagogiche e populiste lontane dalle reali esigenze della collettività e degli operatori; - che le proposte del Ministro Bonafede di collocare gli uffici giudiziari oggetto dello sgombero, al di fuori di una più lungimirante e complessiva soluzione del problema, all interno di spazi che appaiono da subito con tutta evidenza inadeguati sia sotto il profilo dimensionale (sede INAIL di via Brigata Regina) che logistico (ex sede distaccata uffici giudiziari di Modugno per le udienze dibattimentali e di Bitonto per le udienze Gip e Gup), sono evidentemente produttivi di una insopportabile moltiplicazione delle (attuali sei) sedi giudiziarie baresi e di una conseguente polverizzazione e delocalizzazione delle relative attività (soluzione efficacemente definita spezzatino ), e risultano certamente incompatibili con il rispetto dei minimi standard di efficienza e, soprattutto, della dignità della funzione difensiva; - che sin dall inizio sia l avvocatura che la magistratura e le rispettive rappresentanze locali e nazionali hanno evidenziato la necessità di poter individuare soluzioni diverse sulla base della situazione di emergenza con la nomina di un commissario in grado di poter acquisire l uso di immobili di dimensioni pari a quello di via Nazariantz, peraltro disponibili nella città, disponendone la provvisoria modifica della destinazione urbanistica, opponendosi invece nettamente alle soluzioni fatte proprie dal Ministro che appaiono appiattite sulle posizioni della burocrazia ministeriale, come evidenziato nel recente comunicato della Camera Penale di Bari riportato con risalto sulla stampa; - che occorre pertanto opporsi fermamente ad ogni iniziativa volta a operare una assurda ed ingiustificata parificazione fra la attuale situazione di crisi, determinatasi a seguito dei gravissimi ritardi e delle inadempienze del Ministero della Giustizia, e le situazioni venutesi a creare a seguito di eventi sismici devastanti, ponendo in essere rimedi quali la sospensione dei termini e della prescrizione che non possono trovare giustificazione alcuna nel caso di evidenti responsabilità politiche delle amministrazioni; - che tali presunti rimedi, assieme a quello della sollecita rimozione delle tende apprestate dalla Protezione Civile per consentire le attività di gestione dei rinvii dei processi, appaiono volti solo a fini mediatici di tutela dell immagine e fanno sorgere nell avvocatura locale e nazionale la convinzione che tali operazioni servano soltanto a fingere la fine dell emergenza ed a spegnere conseguentemente i riflettori su di una crisi di gravità inusitata, incompatibile con un paese che vuol dirsi civile e che vorrebbe vedere avviati effettivi e positivi cambiamenti nella

programmazione e nella gestione degli uffici giudiziari e nella modernizzazione delle politiche di settore; - che tale operazione normalizzatrice significa inevitabilmente il rinvio di ogni soluzione reale dei problemi giudiziari del territorio, e la stagnazione della vita civile, professionale ed economica gravitante intorno alla corretta quotidiana gestione della attività giudiziaria, con una definitiva emarginazione della crisi nei consueti spazi di obsolescenza alla quale sono destinate le emergenze, specialmente in alcune zone geografiche del nostro Paese; - che simili iniziative, volte solo a dare apparenza di efficienza interventista, si risolverebbero pertanto in un ulteriore danno per la collettività barese, venendo ad incidere in maniera irrazionale ed irragionevole, da un lato sulla durata dei processi, dall altro sulla economia del territorio, risolvendosi la stasi delle attività giudiziarie in una vera e propria denegata giustizia per via della mancata risposta alle domande di giustizia di imputati, persone offese e parti civili, ed in un ulteriore danno gravissimo per la vita professionale dell avvocatura barese e soprattutto di quella parte di classe forense più giovane e più debole; - che la gravità della situazione venutasi a determinare negli uffici giudiziari di Bari a seguito della ordinanza di sgombero dei locali del Tribunale e della Procura di via Nazariantz impone una ferma presa di posizione dell avvocatura penale italiana a tutela della giurisdizione e della intera collettività coinvolta oltre che della dignità della funzione difensiva; - che tale drammatica situazione risulta infatti paradigmatica di un atteggiamento di totale disinteresse per la effettiva qualità della giurisdizione, che si è risolto, nel tempo, nella mancanza di programmazione nel campo dell ammodernamento e dello sviluppo dell edilizia giudiziaria, che rappresenta in ogni paese lo specchio della cura e del rispetto che i governi assegnano alla funzione giurisdizionale ed in particolare al ruolo fondamentale ed insostituibile che in essa svolge l avvocatura penale; - che tale mancato rispetto è risultato con evidenza laddove il Ministro Bonafede si è vantato di avere, all emergere della crisi, fatto un unica (pur doverosa) telefonata al rappresentante della magistratura associata, omettendo invece ogni contatto (anch esso altrettanto doveroso) con la rappresentanza dell Avvocatura penale, la quale pure ha chiesto formalmente con una lettera pubblica, rimasta senza risposta, un incontro urgente con il Ministro della Giustizia al fine di poter rappresentare la posizione dei penalisti italiani, le esigenze dell avvocatura e le proposte di soluzione della crisi; - che il disinteresse per una nuova politica rispettosa dei ruoli e delle effettive esigenze del mondo della Giustizia appare purtroppo confermato dal fatto che l attuale Governo ha ritenuto nel suo contratto di poter e di dover investire le risorse pubbliche nell ambito di una visione esclusivamente securitaria ed autoritaria della pena, in aperto conflitto con i parametri costituzionali - solo nella edificazione di nuove carceri, con ciò affermando una distorta interpretazione del principio di certezza della pena, e del tutto trascurando di perseguire e di implementare nel nostro sistema giudiziario la certezza del processo e della giustizia come valori preminenti di un moderno Stato di diritto costituzionale; RITENUTO - che devono ritenersi qui richiamati i contenuti della Delibera del Consiglio dell Ordine e della Camera Penale di Bari, in data 24 maggio 2018, nonché il contenuto della successiva delibera dell Unione delle Camere Penali Italiane in data 28 maggio 2018, con la quale si sono già 2

apprezzate e condivise tutte le argomentazioni prospettate dai penalisti baresi, ribadite nell odierna assemblea a cui ha partecipato l UCPI, sia in ordine alla gravissima responsabilità del Ministero della Giustizia nella causazione della situazione emergenziale in atto ed alla insostenibilità della attuale condizione, nonché in ordine alla radicale inidoneità delle soluzioni prospettate; DELIBERA nel rispetto del codice di autoregolamentazione, l astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale nei giorni 25, 26 e 27 giugno 2018, fissando in Bari per il giorno 26 giugno 2018 una manifestazione nazionale al fine di segnalare la gravità della situazione nella quale versano gli uffici giudiziari baresi, di denunciarne le responsabilità politiche ed amministrative, e di contrastare le iniziative del Governo contrarie agli interessi della giustizia e dell avvocatura, invitando le Camere Penali territoriali ad organizzare in tali giorni manifestazioni ed eventi dedicati ai temi della riforma della giustizia penale, attivando altresì a livello nazionale tutti gli strumenti comunicativi disponibili volti alla sensibilizzazione dell opinione pubblica, dei media e delle forze politiche sul merito della riforma prevista dal contratto di governo, e sulla mancata programmazione di una seria politica di intervento edilizio di modernizzazione e di potenziamento degli uffici giudiziari, ponendo in essere quanto necessario alla instaurazione della interlocuzione con il Governo e con il Ministro della Giustizia volta al ripensamento delle attuali ipotesi di riforma; DISPONE la trasmissione della presente delibera al Presidente della Repubblica, ai Presidenti della Camera e del Senato, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Giustizia, ai Capi degli Uffici giudiziari. Roma-Bari, 11 giugno 2018 Il Segretario Avv. Francesco Petrelli Il Presidente Avv. Beniamino Migliucci 3