Pioppicoltura e arboricoltura da legno in Italia

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Pioppicoltura e arboricoltura da legno in Italia Opportunità e prospettive alla luce degli avanzamenti della ricerca e della nuova programmazione dello sviluppo rurale 24 ottobre Sessione generale ABSTRACT delle RELAZIONI Misure per l'arboricoltura da legno nei Piani di Sviluppo Rurale: stato di attuazione, problematiche, prospettive (R. Romano, L. Cesaro - CREA) La politica di sviluppo rurale 2014-2020, con maggiore enfasi rispetto alle precedenti programmazioni, riconosce alle risorse forestali e al settore produttivo a esse collegato un ruolo cardine nel perseguimento non solo delle sei Priorità strategiche definite dal Reg. Ue n. 1305/2013, ma anche per gli obiettivi Europa 2020 e gli impegni internazionali in materia di cambiamento climatico e tutela della biodiversità e del paesaggio. Gli obiettivi da perseguire, attraverso la gestione attiva del patrimonio forestale e l utilizzo a cascata dei prodotti legnosi, sono concetti che la nuova Strategia forestale europea (COM(2013) 659 final del 20/09/2013) ribadisce con forza e che possono trovare efficace attuazione sul territorio europeo grazie al supporto offerto dalle misure forestali della programmazione FEASR 2014-2020. In particolare, nell ambito della misura 8 (art 21, Reg. UE n. 1305), che prevede Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste, con l azione 8.1 Forestazione e imboschimento vengono riprese le tipologie di intervento che nei precedenti cicli di programmazione hanno rappresentato il principale strumento per lo sviluppo, e in alcuni casi per la sopravvivenza, dell arboricoltura da legno in Italia. Obiettivo del presente studio è quello di analizzare l impatto finanziario e fisico che gli interventi di imboschimento e forestazione cofinanziati dall UE nelle politiche di sviluppo rurale 2014/2020 potranno avere sul territorio nazionale e sul settore forestale nei prossimi anni, in relazione a ciò che i PSR hanno previsto e ciò che gli interventi già realizzati nei precedenti periodi di programmazione (1994-2001 con Reg. n. 2080/92, 2001-2006 con il Reg. CE n. 1257/99, 2007-2013 con il Reg. UE n. 1698/2005). Per il nuovo periodo di programmazione 2014-2020, analizzando le risorse finanziarie previste e gli indicatori comunitari individuati per la quantificazione degli obiettivi nei PSR (realizzazione, risultato e impatto), emergono forti divergenze tra una regione e l altra, ma anche potenzialità per lo sviluppo del settore. Dall analisi delle previsioni di impegno (finanziario e fisico) si evidenzia un cambio di tendenza da parte delle Regioni nella strategia di intervento rispetto ai precedenti periodi di programmazione. 1

Pioppicoltura e arboricoltura da legno: il punto di vista di una Regione (L. Camoriano, F. Licini - Regione Piemonte) La moderna pioppicoltura, basata sui cloni ad alta produttività e su razionali tecniche di coltivazione, ha preso le mosse in Piemonte a partire dagli anni Trenta del secolo scorso, grazie soprattutto all attività dell Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura, alcuni anni fa confluito nel CRA, oggi CREA. L arboricoltura da legno con specie a ciclo medio-lungo (ciliegio, noce, frassino, ecc.) ha invece una storia molto più recente, legata essenzialmente all attuazione del Reg. CEE 2080/92, con cospicui aiuti (in particolare i premi ventennali per le perdite di reddito) che negli anni dal 1995 al 2001 hanno permesso la realizzazione di quasi 6.000 ettari in Piemonte e di superfici analoghe nel resto d Italia. Numeri che per vari motivi, illustrati nella relazione, si sono progressivamente abbassati con i successivi Programmi di Sviluppo Rurale (PSR), 2000-06 e 2007-13. Al di là dello sviluppo quantitativo, a partire dalla metà degli anni Novanta le amministrazioni regionali si sono poste l obiettivo di migliorare qualitativamente le produzioni legnose, tramite attività di ricerca e sperimentazione, divulgazione e informazione, rivolte soprattutto alla nuova arboricoltura a ciclo medio-lungo, dove il bisogno di innovazione risultava maggiore e le conoscenze tecniche decisamente minori. La relazione presentata per il convegno termina con l illustrazione e un primo bilancio della sottomisura 8.1 del PSR 2014-20, che nel 2016 ha avuto il suo avvio in Italia. Gestione delle risorse genetiche forestali per una moderna arboricoltura da legno (F. Ducci, L. Vietto - CREA) Conservare e gestire le risorse genetiche forestali è strategico per la sostenibilità in arboricoltura da legno. Sottovalutarlo ha determinato fallimenti. Un corretto impiego delle risorse genetiche è alla base dell adattamento, soprattutto in relazione ai rapidi mutamenti climatici. Più di prima è necessario considerare nella selezione non solo caratteri fenotipici, ma anche adattativi. La conservazione permette di tutelare e di disporre di informazione genetica in tempi rapidi, conciliando esigenze di breve e lungo termine e fornendo flessibilità delle strategie. Nuove tecniche di indagine eco fisiologica e genetica consentiranno in breve una efficace selezione assistita e per caratteri adattativi. Programmi e network internazionali (Treebreedex, Iufro, Euforgen) e nazionali (RGV FAO) dispongono oggi di database per le più importanti specie. Le risorse conservate dal CREA sono stimate intorno a 5200 accessioni (provenienze, famiglie e cloni) di specie forestali di cui 2600 Salicacee, esse richiedono un costante lavoro di manutenzione e di caratterizzazione genetica, fenotipica e adattativa non sempre consentito dalle scarse risorse dedicate. Miglioramento genetico e nuove costituzioni clonali per la pioppicoltura (L. Vietto, G. Nervo - CREA) Presso l Unità di ricerca per le Produzioni Legnose fuori Foresta (già Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura) sono condotti da tempo programmi di breeding utilizzando metodi convenzionali ed innovativi. A partire dagli anni 80 è stato avviato per il pioppo un nuovo programma basato sulla selezione semi-reciproca ricorrente delle due specie parentali P. deltoides e P. nigra, che abbina strategie di breve e lungo periodo. Oltre alla stima dell attitudine combinatoria generale dei parentali per la selezione di un gruppo ristretto di genotipi di P. deltoides e P. nigra da impiegare in incroci intra-specifici di ricombinazione genica, obiettivo di breve e medio periodo è l ottenimento di nuovi cloni P. canadensis da destinare alla coltivazione per impieghi industriali ed energetici. Nuove 2

costituzioni clonali dotate di elevata capacità di crescita e resistenza alle principali avversità biotiche sono state ottenute ed iscritte al Registro Nazionale dei Materiali di Base. In particolare sette nuovi cloni di P. canadensis ( Aleramo, Diva, Moleto, Moncalvo, Mombello, Senna, Tucano ), più produttivi di I-214, sono destinati ad una pioppicoltura più sostenibile sia sotto il profilo ambientale che economico; altre due cultivar Imola e Orion, sono state invece registrate per impieghi nel settore energetico. Arboricoltura da legno con latifoglie a legname pregiato: stato dell'arte e prospettive (G. Minotta - Università di Torino; F. Pelleri - CREA) A seguito dei contributi erogati dall Unione Europea si stima che a cavallo tra il secondo ed il terzo millennio in Italia siano stati realizzati più di 100.000 ha di impianti arboricoltura da legno. Per quanto riguarda le latifoglie a legname pregiato, circa 50.000 ha sono stati attuati nel periodo 1994-99, mentre le nuove superfici sono calate nel periodo dal 2000 ad oggi. Pertanto, emerge un progressivo calo di interesse da parte dei proprietari agricoli verso questo tipo di investimento, attribuibile anche ai noti insuccessi iniziali in termini di qualità delle produzioni ottenute. Queste considerazioni hanno stimolato, soprattutto negli ultimi 15 anni, una intensa attività di ricerca volta ad affrontare ed eliminare i punti deboli riscontrati su gli impianti in oggetto. Tale ricerca ha prodotto significative innovazioni sia per gli aspetti vivaistici, sia per le modalità di realizzazione degli impianti che per le modalità di coltivazione. Inoltre, sono molteplici le strategie potenzialmente applicabili per favorire il collocamento sul mercato del legname prodotto. Su queste basi si ritiene possibile un rilancio di questa attività che però deve essere adeguatamente supportato anche a livello politico-decisionale. Arboricoltura da legno a fini bioenergetici (M. Sabatti - Università della Tuscia; P. Paris - CNR; P. Corona - CREA) La richiesta di biomassa legnosa per energia (legna da ardere, cippato, pellet, bioetanolo, ecc.) è in forte crescita in Europa, soprattutto a fronte di misure ambientali (Dir. UE 20-20-20) per ridurre l uso di combustibili fossili. In Italia, il settore forestale contribuisce principalmente al mercato della legna da ardere, mentre l approvigionamento di legname per l industria e di biomassa per energia è basato su sistemi agroforestali e coltivazioni Short Rotation Forestry, a carattere intensivo, e piantagioni da legno, a carattere più estensivo. La recente congiuntura favorevole tra esigenze ambientali ed innovazione tecnico-produttiva e di ricerca non ha però generato l incremento atteso delle superfici dedicate all arboricoltura da legno per energia. Questo per ragioni di carattere economico, ma anche di competizione food vs. wood security e di antagonismo con energie alternative (ad es. fotovoltaico e biogas). Emerge dunque la necessità di potenziare l arboricoltura da legno per energia che rappresenta, comunque, un attività strategica per rispondere velocemente alle esigenze di un futuro mercato della bio-economia, attualmente ancora in fase embrionale. La filiera arboricoltura-legno-energia nel nostro Paese sarà trattata analizzando le superfici disponibili e potenziali, i modelli colturali tradizionali ed innovativi in relazione alle specie più adatte alla produzione di biomasse legnose per energia e dell impiego del prodotto legnoso in una prospettiva di economia circolare. Arboricoltura da legno di precisione (A. Barbati - Università della Tuscia; D. Coaloa, P. Corona, F. Chianucci, N. Puletti, G. Scrinzi - CREA) L arboricoltura da legno costituisce un ambito ottimale per la sperimentazione di tecniche di precision forestry, basate sull impiego di tecnologie avanzate per l acquisizione di dati forestali 3

georiferiti a supporto dell ottimizzazione delle attività di coltivazione degli impianti (es. fertilizzazione, irrigazione, controllo delle infestanti). In particolare, i sistemi aerei a pilotaggio remoto (SAPR) equipaggiati di sensori ottici, multispettrali o LIDAR, consentono di effettuare acquisizioni locali e mirate a bassi costi di gestione. Il contributo intende offrire una panoramica degli ambiti applicativi di queste tecnologie, con particolare focus sulle potenzialità di mappatura della variabilità sito-specifica della produttività delle piantagioni, dei cambiamenti della produttività tra cicli colturali o tra diversi genotipi (es. in impianti short rotation forestry) e del rilevamento di condizioni di stress di origine fisiologica o patologica. Andamento della redditività delle piantagioni di pioppo e politiche di settore: dalla retorica alla pratica (D. Pettenella, A. Pra - Università di Padova) Gli investimenti nella pioppicoltura padana, la punta di diamante della produzione legnosa ad uso industriale in Italia, vivono oramai da decenni una fase di declino. Ad incidere sul livello degli investimenti sono sia variabili interne al settore, quali prezzi del legname, cloni disponibili e canoni di concessione, sia esterne, quali il rendimento delle coltivazioni agrarie alternative, i vincoli ambientali, il livello di incentivazione e, più in generale, la mancanza di una politica di settore. Lo scopo di quest intervento è quello di presentare i primi risultati di un analisi ex-post sull andamento della reddittività delle piantagioni di pioppo tradizionali in pianura Padana, stimando come sono cambiati i margini d investimento a fronte dell evoluzione cha ha interessato le variabili-chiave dei costi e ricavi. Tali considerazioni saranno messe in relazione alle politiche di settore degli ultimi anni, con particolare riferimento alle misure di sostegno dei Piani di sviluppo rurale, dimostratesi significative e spesso determinanti nello stimolare l investimento in nuove piantagioni. Pioppicoltura e filiera nazionale del legno (C. Garrone - Federlegno; N. Azzi Assopannelli; F. Boccalari - API) Cambiare direzione e cogliere le potenzialità di rilancio e di reale valorizzazione della filiera pioppicola nazionale, ovvero la punta di diamante della produzione legnosa nazionale per uso industriale (a fronte di importazioni di materia prima legno ben superiori all 80-85 %), contrastando il lento ma inesorabile declino al quale il settore produttivo sembra destinato, soprattutto a causa della drastica diminuzione della superficie totale destinata a pioppicoltura specializzata (- 53% nel solo decennio 2000-2010). Valorizzare l investimento forestale a più alto tasso di rendimento in Europa - questo rappresenta infatti, la pioppicoltura specializzata nel nostro Paese attraverso azioni che garantiscano, da un lato, lo sviluppo della pioppicoltura, l applicazione della gestione attiva dei boschi e l aumento del prelievo boschivo secondo il Principio dell Uso a cascata del legno e, dall altro, con l implementazione di azioni specifiche come la stesura del regolamento sull End of waste, l elaborazione di nuove strategie sulla pioppicoltura, l eliminazione dei dazi sui nostri prodotti nazionali a base di pioppo, lo sviluppo e la diffusione del marchio «100% Poplar made in Italy». 4

25 ottobre Sessione specialistica Strategie innovative di miglioramento genetico del pioppo (G. Carletti, G. Nervo - CREA) Presso l Unità di ricerca per le Produzioni Legnose fuori Foresta (già Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura) vengono condotte attività di miglioramento genetico del pioppo basate su metodi convenzionali ed innovativi. Applicazioni di carattere biotecnologico hanno già portato all ottenimento di cloni appartenenti a diverse specie (P. alba, P. nigra e P. x canadensis), modificati per la resistenza ad insetti ed erbicidi, oltre che per tolleranza a metalli pesanti ed habitus vegetativo della pianta. Mediante un approccio di genotyping by sequencing (GBS) sono state sviluppate di recente due mappe genetiche (una per la specie P.nigra e una per P. deltoides) che hanno consentito l identificazione di Quantitative Trait Loci (QTLs) coinvolti nella resistenza all afide lanigero del pioppo (Phloeomyzus passerinii). In particolare sono stati individuati un QTL maggiore localizzato sul cromosoma 5 e due QTL minori identificati rispettivamente sui cromosomi 16 e 19, in grado di spiegare il 65.8% della variabilità genetica osservata nella progenie della popolazione di riferimento di P. x canadensis. I marcatori molecolari associati al carattere di resistenza all afide saranno così utilizzati per incrementare l efficienza del breeding convenzionale mediante programmi di selezione assistita (MSA). Innovazioni biotecnologiche in arboricoltura da legno (A. Harfouche, R. Salvati, G. Scarascia Mugnozza - Università della Tuscia) Su scala globale la selvicoltura si trova ad affrontare sfide importanti per garantire un sicuro approvvigionamento di biomassa, come la necessità di allevare piantagioni forestali dall alta produttività adattate ai climi futuri, e l identificazione delle materie prime da utilizzare per la produzione su larga scala di bioenergia, biocarburanti e bio-prodotti. Sebbene la genomica in piante forestali sia recentemente entrata in una fase importante, grazie all avvento di tecnologie di Next-Generation Sequencing, la fenomica, cioè la fenotipizzazione su larga scala, è rimasta indietro. La genomica di nuova generazione non può da sola rivoluzionare il breeding delle piante forestali. La fenomica crea l opportunità di superare il collo di bottiglia della fenotipizzazione basata sulle misure a terra, e offre un set di tecnologie di fenotipizzazione ad alto volume di dati e risoluzione per accelerare i progressi nella comprensione della funzione dei geni e le risposte agli stress ambientali. Qui, vengono presentati alcuni dei principali strumenti di fenotipizzazione e genotipizzazione e vengono discusse le loro applicazioni finalizzate ad accelerare il miglioramento genetico delle piante forestali. Innovazioni vivaistiche per l arboricoltura da legno (A. Maltoni, A. Tani - Università di Firenze; G. Facciotto, F. Ducci - CREA) La coltivazione in vivaio determina il valore colturale del postime e rappresenta un punto molto importante per favorire la riuscita delle piantagioni da legno. Per la pioppicoltura tradizionale già da molto tempo esiste una tecnica di produzione vivaistica di provata efficacia e le innovazioni riguardano soprattutto il materiale da destinare ad impianti per la produzione di biomassa, l utilizzo di concimi a lenta cessione e l irrigazione a goccia per ridurre l impatto ambientale. Per l arboricoltura con latifoglie indigene a legname pregiato, invece, molti sono i cambiamenti necessari per ovviare ai frequenti insuccessi ottenuti in passato. Le sperimentazione per l innovazione prendono spunto dal Target Plant Concept, proposto a livello internazionale, che 5

ha come scopo l ottenimento di piantine con peculiari caratteristiche che le rendano adatte al contesto ambientale e idonee agli scopi per cui la piantagione viene effettuata. Particolare attenzione viene data allo studio degli effetti di contenitori di nuova concezione. Gli A.A. riferiscono sullo stato della ricerca presentando i risultati relativi a prove di campo. Innovazioni colturali per una pioppicoltura sostenibile (G. Facciotto, A. Giorcelli - CREA) La pioppicoltura nel nostro Paese in questo periodo sta subendo un processo di differenziazione verso diversi modelli colturali, ognuno specifico per una determinata produzione industriale (pannelli, carta, energia, imballaggio) o servizi ambientali (certificazione forestale, fitodepurazione, filari, EFA, impianti misti). I pioppeti tradizionali per la produzione di tronchi di elevata qualità hanno ridotto la loro densità a circa 240 piante o meno per ettaro; densità di 1.000 1.300 piante per ettaro sono utilizzate per produrre carta, pannello OSB ed energia, mentre le coltivazioni a densità più elevata stanno perdendo interesse. Le nuove varietà di pioppo, caratterizzate da una buona crescita, con tolleranza ai principali parassiti hanno determinato un incremento delle produzioni riducendo i costi economici ed energetici rispetto a quelli del clone tradizionale 'I-214' che tuttavia rimane il clone preferito dall industria compensatiera. L innovazione ha riguardato principalmente l introduzione di fotocellule e GPS che permette di ottimizzare le operazioni di impianto e dei trattamenti antiparassitari. Innovazioni colturali per le piantagioni con latifoglie a legname pregiato (F. Pelleri - CREA; P. Mori - AALSEA; M. Pividori - Università di Padova) Le piantagioni policicliche rappresentano una delle più significative innovazioni dell'arboricoltura da legno a legname di pregio in Italia sia sotto il profilo economico che ambientale. Sono passati quasi 20 anni dalle prime piantagioni sperimentali dove per la prima volta sono state inserite in una stessa superficie piante principali aventi differenti cicli colturali. I risultati della sperimentazione hanno evidenziato la possibilità di ottenere da un'unica piantagione discrete produzioni dalle Short Rotation Coppices da 10 a 55 t ha -1 di sostanza secca con turni di 5-7 anni, 90-148 piante di pioppo da sfoglia di D 130 40 cm con turni di 8-12 anni, 70-100 piante di latifoglie di pregio di D 130 40 cm con turni di 20-30 anni. Dalle piantagioni policicliche ed in particolare da quelle potenzialmente permanenti (piantagioni 3P) si ottengono produzioni paragonabili alle piantagioni tradizionali con forte riduzione degli input energetici. In aggiunta queste presentano una maggiore elasticità gestionale, una migliore differenziazione del rischio commerciale e sono in grado di fornire vari servizi ecosistemici importanti per la collettività. Potenzialità della arboricoltura da legno in Italia con latifoglie esotiche a rapido accrescimento (G. Mughini, M. Gras - CREA) La Robinia pseudoacacia L. e l eucalitto sono latifoglie esotiche a rapida crescita da tempo diffuse in Italia. La loro presenza nel nostro paese è infatti molto antica, le prime introduzioni di robinia risalgono ai primi del XVII secolo mentre per l eucalitto tra fine del XVIII e l inizio del XIX. La loro coltivazione permette di produrre in tempi brevi elevate quantità di legname per uso energetico (cippato, legna da ardere e carbone vegetale) a cui potrebbe essere affiancata anche quella da opera (tranciati, parquet, travame anche lamellare, tavolame, mobili ecc.). Per ottenere tale obiettivo è però necessario rivedere i metodi di coltivazione di queste due piante impiegati fino ad oggi, adottando pratiche tipiche dell arboricoltura da legno. In particolare è fondamentale l uso 6

di cloni selezionati, e pratiche agronomiche in grado di esaltare le loro potenzialità produttive mantenendo nel contempo la fertilità dei suoli. Questo secondo aspetto è particolarmente importante per l eucalitto che viene coltivato in area a clima mediterraneo in situazioni a rischio desertificazione. Tali argomenti, che riguardano anche la ricerca svolta dal PLF di Roma, verranno approfonditi nella relazione. Aspetti ambientali dell arboricoltura da legno e certificazione forestale (P. Chiarabaglio, D. Coaloa CREA; A. Brunori PEFC Italia) In Italia l'arboricoltura da legno costituisce un'attività agraria finalizzata alla produzione di legno che si attua su terreni agrari in rotazione con i seminativi. Lo studio mette a confronto gli effetti delle operazioni colturali necessarie per gestire impianti di arboricoltura da legno a ciclo breve e a ciclo medio-lungo con gli effetti causati dalla coltivazione delle produzioni agrarie alternative. Viene valutato l'impatto dei fitofarmaci utilizzati, l'effetto della coltivazione su alcuni bioindicatori (indice di Qualità biologica dei suoli e alcuni indici basati sulle comunità dei Coleotteri Carabidi) e il bilancio dei gas serra sequestrati nelle produzioni legnose di sostanza secca al netto delle emissioni derivanti dalle operazioni colturali effettuate durante il ciclo colturale. Vengono illustrati gli schemi di certificazione per l'arboricoltura da legno adottati in Italia e i vantaggi economici e ambientali che derivano dall'applicazione di questi sistemi di coltivazione sostenibile anche attraverso la descrizione di casi studio. Aspetti fitosanitari dell arboricoltura da legno (N. Anselmi - Università della Tuscia; A. Giorcelli, G. Allegro - CREA) In Italia l arboricoltura da legno è principalmente finalizzata alla produzione di legno da industria. Ciò comporta specifiche caratteristiche colturali degli impianti, quali ad esempio la densità o la scelta dei genotipi, che possono influenzare l evoluzione del patosistema e dell entomofauna in maniera sovente negativa, fino a determinare importanti danni di tipo quantitativo e, con particolare riferimento alla pioppicoltura, di tipo qualitativo. Ne sono un esempio le malattie fogliari (provocate da Marssonina brunnea e Melampsora spp. per il pioppo, Phloeosporella padi per il ciliegio) o gli insetti defogliatori (Hyphantria cunea per il pioppo o Tomostethus nigritus per il frassino), le malattie corticali (Discosporium populeum per il pioppo e Brenneria nigrifluens per il noce) o gli insetti xilofagi (Cryptorhynchus lapathi e Saperda carcharias per il pioppo e Cossus cossus per noce e ciliegio) e le malattie dell apparato radicale (Rosellinia necatrix per il pioppo e Phytophthora spp. per noce e ciliegio). Innovazioni nei sistemi di raccolta in arboricoltura da legno (R. Spinelli - CNR; S. Verani - V. Civitarese, CREA) I livelli di meccanizzazione impiegabili nel settore dell arboricoltura da legno e, più in generale, nel settore forestale, dipendono essenzialmente dall ampiezza e frammentarietà delle superfici interessate, dai quantitativi di biomassa ritraibili, dalle dimensioni delle piante, dalla destinazione d uso del prodotto (legname di pregio, legna da ardere, cippato), dalle tipologie di impianto (lineari o a pieno campo) e dal tipo di intervento richiesto (diradamento puro, diradamento misto geometrico selettivo, fine ciclo). Livelli di specializzazione crescenti contribuiscono a semplificare e velocizzare le fasi del processo operativo, con benefici riconducibili alla produttività ed economicità del cantiere di utilizzazione. In alcuni casi, tuttavia, il valore dell assortimento 7

richiede un attenta valutazione dei fattori decisionali. In questo studio vengono descritti i principali cantieri e tecnologie impiegabili nella raccolta e gestione degli arboreti, prendendo in considerazione tre differenti livelli di specializzazione (bassa, media, alta) e alcune soluzioni prototipali di interesse per il settore. Ricerca e innovazione per la valorizzazione del materiale ritraibile da impianti di arboricoltura da legno (S. Berti - CNR; G. Castro - CREA; R. Zanuttini - Università di Torino) Viene fornita una panoramica sulle possibilità che le attuali tecnologie offrono sia per modificare alcuni aspetti del legno con l intento soprattutto di aumentarne l idoneità all impiego in situazioni altrimenti non proponibili -, sia per ottenere semilavorati adatti all impiego industriale a partire da materiali, anche di dimensioni contenute, ritraibili in occasione di diradamenti e dall utilizzazione finale di impianti di arboricoltura da legno. Vengono poi illustrati con maggiore dettaglio i risultati ottenuti da due progetti di ricerca, di cui uno volto all ottenimento di pannelli di legno massiccio monostrato a partire da materiale di piccole dimensioni e modesta qualità (finanziato da CCIAA di Bergamo ed ERSAF) e l altro (finanziato dalla Regione Piemonte, misura 124.2 del PSR 2007-2013) nell ambito del quale sono state effettuate prove di trattamento termico ad alta temperatura sotto vuoto su semilavorati di pioppo, valutando anche le caratteristiche fisiche, chimiche e meccaniche del materiale ottenuto. Sono infine portati alcuni esempi di realizzazioni in grado di valorizzare il materiale ritraibile da impianti di arboricoltura da legno. 8