XIII Osservatorio sul Capitale Sociale degli Italiani. Gli italiani e l immigrazione. Rapporto Aprile 2007



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XIII Osservatorio sul Capitale Sociale degli Italiani Gli italiani e l immigrazione Rapporto Aprile 2007

NOTA METODOLOGICA L Osservatorio sul capitale sociale è diretto da Ilvo Diamanti e realizzato da Demos & Pi in collaborazione con Coop (Ass. Naz.le cooperative di consumatori). L indagine è curata da Ilvo Diamanti, Luigi Ceccarini e Fabio Bordignon con la collaborazione di Ludovico Gardani per la parte metodologica (LaPolis, Univ. di Urbino) e Filippo Nani (Medialab, Vicenza) per quella organizzativa. Natascia Porcellato ha partecipato all impostazione dell indagine e all analisi dei risultati. Il sondaggio è stato condotto dalla società Demetra di Venezia (sistema CATI, supervisione Claudio Zilio) nel periodo 19-27 aprile 2007. I dati sono stati successivamente trattati e rielaborati in forma del tutto anonima. Il campione intervistato (N=1329) è rappresentativo della popolazione italiana con oltre 15 anni per genere, età, titolo di studio e zona geopolitica di residenza. Indagine apparsa su La Repubblica, 6 maggio 2007. Documento completo su www.agcom.it 2

COSI VICINI, COSI LONTANI di Ilvo Diamanti È salita l'attenzione dell'opinione pubblica intorno alla questione degli immigrati. Accesa da tensioni sociali, oppure da episodi di violenza. Per ultimo, dalla tragica fine della giovane Vanessa, per mano di una immigrata romena, a sua volta giovanissima. Così, l'onda emotiva è montata, riproponendo divisioni antiche, fra gli stranieri e noi. I dati dell'indagine Demos-Coop, condotta una settimana fa, rivelano, peraltro, atteggiamenti contrastanti. L'immigrazione, d'altronde, è una materia difficile da trattare. Anche per Paesi che hanno confidenza ed esperienza con il fenomeno ben superiori a noi. In Italia, però, il fenomeno ha conosciuto una dinamica straordinaria. Oggi in Italia ci sono più di tre milioni di immigrati. Oltre il 5% della popolazione residente. Più della media europea. Un aumento di quasi 4 volte, rispetto alla metà degli anni Novanta. Questo aumento impetuoso ha generato preoccupazioni ma non lacerazioni. Certo, gli immigrati costituiscono motivo di inquietudine crescente. Oltre un terzo degli italiani li considera un pericolo per l'occupazione e per l'identità. Il 43% una minaccia per la sicurezza e l'ordine pubblico. Un dato molto elevato. D'altronde (come segnala il "Rapporto sull'immigrazione" curato dalla Caritas), sono stranieri oltre il 20% delle persone denunciate in Italia per reati (il 30% in molte regioni del Nord; il 40% in alcune città come Bologna, Verona, Firenze, Padova). L'allarme suscitato dagli immigrati è aumentato in misura notevole negli ultimi anni. Sotto il profilo della "sicurezza" si è tornati ai picchi, elevatissimi, del 1999. Parallelamente, è calata la disponibilità a considerare l'immigrazione una risorsa per la nostra occupazione, per la nostra apertura al mondo. Insomma: la distanza nei confronti degli stranieri si è allargata. Tuttavia, gli italiani continuano a guardare con largo favore la concessione dei diritti di cittadinanza politica e sociale agli immigrati "regolari", che paghino "regolarmente" le tasse. Tre su quattro concederebbero loro, oltre al diritto alle case popolari, anche il voto amministrativo. Circa due su tre anche il voto alle elezioni legislative. Fra i principali fattori di inquietudine, quindi, c'è la condizione di "irregolarità", che caratterizza molti immigrati. Entrati clandestinamente nel Paese. Spesso "assorbiti" da aziende "regolari". In molti casi, però, risucchiati nei circuiti 3

illegali. Le statistiche prodotte dal Ministero dell'interno, peraltro, sottolineano come i reati commessi da stranieri riguardino, in massima parte, immigrati irregolari e illegali. Tuttavia, al pari della preoccupazione, cresce la consuetudine. In tutti i momenti della nostra vita quotidiana, le occasioni di contatto e di coesistenza con gli immigrati, negli ultimi anni, sono aumentate sensibilmente. Talora raddoppiate (come nel lavoro domestico e di assistenza agli anziani). Non potrebbe e non saprebbe fare a meno degli immigrati, la nostra società. Opulenta. Un po' impigrita dal benessere. Invecchiata. Pochi figli (e figlie), perlopiù indisponibili ad affrontare lavori faticosi e umili. (Spalleggiati, in questo, dai loro genitori). Gli immigrati: così lontani e così vicini. Senza di loro, come potrebbero funzionare le nostre aziende? Chi svolgerebbe i lavori di servizio e di manutenzione più umili? Chi darebbe assistenza ai nostri anziani? La paura, però, è amplificata da fattori ideologici e psicologici. Perché colpisce soprattutto chi ha meno contatti con lo straniero. Chi non lo vede. Chi non lo incontra. L'indagine, a questo proposito, offre indicazioni chiare. La preoccupazione, infatti, raggiunge il massimo livello fra coloro che non hanno relazioni con gli immigrati. Al contrario, risulta minima fra coloro che li incontrano con maggiore frequenza. La xenofobia, la paura dello straniero, ha un profilo anagrafico e sociale abbastanza preciso. È, infatti, più elevata fra le persone anziane, con minore istruzione, che vivono da sole, nei comuni più piccoli o, all'opposto, nelle metropoli (probabilmente in periferia). Inoltre, fra gli elettori di destra. Dunque, siamo diventati un Paese ad alto tasso di immigrazione. E siamo destinati a diventarlo ancora di più, nel futuro (visto che la popolazione straniera cresce di oltre il 10% l'anno: fra dieci anni sarà raddoppiata). Ma i sentimenti e gli argomenti che prevalgono, a questo proposito, sembrano guidati soprattutto dal pregiudizio. Oppure da calcoli politici. Si usa la "paura dello straniero" come una bandiera. Oppure, al contrario, si fa del "giustificazionismo a prescindere". Come se il problema della sicurezza non fosse "anche" collegato all'immigrazione (perlopiù clandestina). Il fatto è che la legislazione in Italia, negli ultimi anni, si è preoccupata soprattutto di fermare gli immigrati ai confini; di regolarne i flussi mediante quote annue (molto) ridotte. Li ha considerati come "lavoratori a tempo", da "importare" in quote ridotte. Irrealistiche, rispetto all'effettiva domanda delle nostre imprese. Così gli immigrati sono giunti in massa. Scoraggiati e talora fermati, tragicamente, solo dal mare. Poi, quando sono arrivati qui, non abbiamo saputo che fare. O meglio: nella gran parte dei casi sono divenuti dei "clandestini regolari". "Regolarmente" occupati. In attesa di "regolarizzazione" e di sanatoria. Di certo, non siamo riusciti a promuovere politiche efficaci per "integrarli", proponendo loro le nostre 4

regole, i nostri valori, i nostri modelli di vita. In primo luogo, perché la nostra legislazione non lo prevede. Infatti, non serve "integrare" chi è considerato uno "straniero di passaggio", un lavoratore a tempo determinato. Peraltro: come pretendere che si inserisca nella comunità se, finito il contratto di lavoro, dovrà andarsene? In secondo luogo, perché non abbiamo un modello normativo, istituzionale e di valori effettivamente condiviso e convissuto. "Forte". Noi stessi siamo i primi ad avere sfiducia nel nostro sistema, a non rispettare le regole e le autorità. Come pretendere che lo facciano gli altri? Così, il costo e il peso dell'integrazione è ricaduto, pesantemente, sul volontariato, sulle amministrazioni e sulle comunità locali. Che hanno risposto in modo, spesso, efficace. Con alcuni paradossi (apparenti). Fra tutti: che il maggior grado di integrazione è stato espresso proprio nelle province del Nord e del Nordest. Dove gli stranieri suscitano preoccupazione. Dove è più forte la Lega. Che, a parole, ha alimentato il distacco e la protesta (per motivi elettorali). Ma, nei fatti, dove governa, ha favorito l'inserimento degli immigrati (numerosi, visto che si tratta di aree ad alto sviluppo industriale). Appoggiando le imprese, le associazioni sindacali e imprenditoriali, l'associazionismo cattolico e laico. Tuttavia, confidare, ancora e sempre, nella mitica "arte di arrangiarsi" degli italiani di fronte a un fenomeno così imponente, così importante. E "usare" gli stranieri per dare un volto alle nostre paure. O come una bandiera per combattere le piccole lotte politiche della nostra piccola politica. Per qualche voto in più. Non è solo misero, ma irresponsabile. 5

GLI ITALIANI E L IMMIGRAZIONE di Fabio Bordignon e Luigi Ceccarini Cresce il numero degli stranieri e crescono, di conseguenza, le occasioni di contatto tra italiani e migranti. Cresce il sentimento di paura ma è diffusa la consapevolezza che la loro presenza sia necessaria. Sempre più cittadini pensano che gli immigrati debbano integrarsi, adeguandosi però alla cultura e alle tradizioni italiane. Al tempo stesso, è largamente condivisa l'idea che possano godere dei diritti di cittadinanza, come quello di voto. Sono questi i principali risultati della 13^ indagine dell'osservatorio sul Capitale sociale, curata da Demos-Coop, che in questa edizione affronta il complesso fenomeno dell'immigrazione. Gli stranieri sono ormai parte della quotidianità di molti italiani: più di uno su tre afferma di avere amici tra gli immigrati, oppure di avere contatti in ambito lavorativo (36%). Una percentuale appena inferiore ha degli immigrati come vicini di casa (27%), come compagni di scuola dei propri figli (33%). Sempre più spesso sono a servizio presso le nostre abitazioni o assistono, come badanti, un nostro famigliare. Alla crescita della presenza straniera si associano, tuttavia, timori e preoccupazioni. Negli ultimi anni è cresciuto nuovamente il numero di quanti vedono l'immigrazione come un problema per l'ordine pubblico (43%), che torna quasi sui livelli registrati nel 1999. L'allarme sociale, rispetto al passato, investe però anche altre dimensioni: si è allargata, in particolare, la componente che percepisce gli immigrati come un pericolo per l'identità nazionale, la cultura, la religione (35%), oppure come un pericolo per l'occupazione (34%). Si tratta di percezioni fortemente legate all'età - con i giovani a mostrare maggiore apertura - e all'orientamento politico. Gli elettori del centrodestra appaiono più preoccupati per l'integrità culturale e per la sicurezza. Quelli di centrosinistra, per converso, riconoscono agli immigrati il ruolo di risorsa per lo sviluppo economico e di stimolo all'apertura culturale. L'indagine Demos-Coop registra, inoltre, un sentimento di diffidenza più elevato tra i soggetti che non hanno contatti con gli immigrati, o tra quelli che li frequentano solo in modo saltuario: risultati che segnalano, quindi, un diffuso pre-giudizio. Rispetto ai diversi gruppi nazionali, il maggiore grado di diffidenza si indirizza verso le persone provenienti dai paesi arabi (34%), seguite dagli immigrati di origine balcanica e dai 6

cinesi (43%). Verso questi ultimi, peraltro, il sentimento di fiducia è calato sensibilmente. Per effetto dei trend appena illustrati, gli italiani, rispetto a qualche anno fa, condividono maggiormente una idea di integrazione che prevede l'adeguamento alla nostra cultura (dal 37 al 58%), mentre solleva maggiori perplessità il modello basato sul mantenimento delle tradizioni di origine (dal 48 al 25%). Non è venuta meno, però, la disponibilità alla concessione dei diritti. Ben tre persone su quattro - e quasi la totalità degli elettori di centro-sinistra - pensano che gli immigrati debbano avere accesso alle case popolari. Estendere il diritto di voto agli immigrati (regolari) è, da anni, ritenuto giusto dalla maggioranza degli italiani: il 75% è d'accordo nel caso delle elezioni amministrative; il 65% anche per quelle politiche. 7

GLI ATTEGGIAMENTI VERSO GLI STRANIERI Ora le illustrerò alcune opinioni su temi molto attuali. Mi può dire quanto si sente d accordo con esse? (percentuale di coloro che dichiarano di essere moltissimo o molto d accordo) Aprile 2007 Luglio 2005* Aprile 2004* Gennaio 2002* Ottobre 1999* Gli immigrati sono un pericolo per la nostra cultura, la nostra identità e la nostra religione Gli immigrati costituiscono una minaccia per l occupazione Gli immigrati sono una minaccia per l ordine pubblico e la sicurezza delle persone Gli immigrati sono una risorsa per la nostra economia La presenza degli immigrati favorisce la nostra apertura 34.6 26.6 30.2 23.9 27.3 34.3 35.1 31.5 29.2 32.2 43.2 39.2 37.2 39.7 46.1 41.5 46.9 45.6 --- --- 46.4 51.4 46.7 --- --- * Fonte: rapporto Demos-Fondazione Nord Est su Immigrazione e Cittadinanza in Europa 8

L AREA DI RESIDENZA E L AREA POLITICA Ora le illustrerò alcune opinioni su temi molto attuali. Mi può dire quanto si sente d accordo con esse? (dati in percentuale, in base all orientamento politico, di coloro che dichiarano di essere moltissimo o molto d accordo) per orientamento politico per area di residenza Centro Sinistra Centro Destra Nord Ovest Nord Est Centro Sud e isole Totale Gli immigrati sono un pericolo per la nostra cultura, la nostra identità e la nostra religione Gli immigrati costituiscono una minaccia per l occupazione Gli immigrati sono una minaccia per l ordine pubblico e la sicurezza delle persone Gli immigrati sono una risorsa per la nostra economia La presenza degli immigrati favorisce la nostra apertura 24.4 43.0 34.6 42.6 25.5 35.8 34.6 30.2 35.7 33.1 28.7 28.9 38.9 34.3 28.7 52.6 44.5 48.6 43.7 40.4 43.2 56.5 33.5 42.2 52.9 42.4 37.2 41.5 60.2 35.6 48.9 42.9 46.6 45.9 46.4 9

LA GEOGRAFIA DELLA FIDUCIA Lei ha molta, abbastanza, poca o per niente fiducia nei confronti delle persone che provengono (dati in percentuale di coloro che ripongono molta o abbastanza fiducia) Aprile 2007 Aprile 2004* Gennaio 2002* Da altri paesi dell Europa dell Est (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia) 56.4 55.2 52.4 Da altri paesi in via di sviluppo 55.4 58.7 62.3 Dai paesi dell ex Unione Sovietica 55.2 51.8 53.1 Dalla Cina 43.4 52.6 60.5** Dai paesi dei Balcani (ex-yugoslavia, Albania, Romania, Bulgaria) 42.7 37.9 40.9 Dai paesi arabi 34.3 31.6 32.7 * Fonte: rapporto Demos-Fondazione Nord Est su Immigrazione e Cittadinanza in Europa ** Fonte: indagine Demos-Eurisko, ottobre 2003 (popolazione di riferimento: oltre 18 anni) 10

I CONTATTI CON GLI IMMIGRATI Ci può dire se (percentuale di risposte affermative riferite alla popolazione maggiorenne) Ha degli amici immigrati stranieri 36.0 35.1 Nell ambito di lavoro, entra in contatto con immigrati stranieri (colleghi, subordinati, etc ) 33.2 35.7 I suoi figli (se ne ha) hanno dei compagni di scuola immigrati stranieri 19.2 32.8 Ha dei vicini di casa immigrati stranieri 23.0 27.4 Ha degli immigrati stranieri che prestano assistenza a qualche suo parente stretto 9.2 15.5 Ha al suo servizio, in casa, dei lavoratori immigrati stranieri 4.7 7.5 Aprile 2007 Ottobre 2003 * * Fonte: indagine Demos-Eurisko per La Repubblica 11

LE AMICIZIE CON GLI STRANIERI Ci può dire se (percentuale di risposte affermative, riferite alla popolazione maggiorenne) ha degli amici immigrati stranieri 44.4 41.5 43.9 44.0 Totale 36.0 24.1 23.6 18-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55-64 anni 65 anni e più 12

I CONTATTI E LE OPINIONI Ora le illustrerò alcune opinioni su temi molto attuali. Mi può dire quanto si sente d accordo con esse? (percentuale di coloro che dichiarano di essere moltissimo o molto d accordo, in base alle relazioni che intrattengono con gli immigrati) Frequenza dei contatti con gli immigrati *: Nessuna Saltuaria Assidua Totale Gli immigrati sono un pericolo per la nostra cultura, la nostra identità e la nostra religione 43.5 33.4 25.1 34.6 Gli immigrati costituiscono una minaccia per l occupazione 40.6 34.5 24.4 34.3 Gli immigrati sono una minaccia per l ordine pubblico e la sicurezza delle persone 44.7 46.6 30.3 43.1 Gli immigrati sono una risorsa per la nostra economia 35.9 39.7 55.2 41.5 La presenza degli immigrati favorisce la nostra apertura 34.7 47.7 60.2 46.5 * la tipologia è stata costruita contando il numero di relazioni (amicali, al lavoro, a scuola, come vicini, come badanti, come collaboratori domestici) che ogni rispondente ha con gli immigrati: Nessuna =0; Saltuaria=1 o 2; Assidua = da 3 a 6. 13

I DIRITTI DEI NUOVI ARRIVATI Secondo lei, gli immigrati, se sono regolari e pagano le tasse, è giusto che (percentuale di coloro che hanno risposto affermativamente) votino alle elezioni amministrative del comune dove abitano 68.8 75.1 85.7 votino anche alle elezioni politiche 58.4 64.5 70.3 abbiano il diritto di accedere alle case popolari 68.0 74.9 86.3 Votino alle elezioni amministrative del comune dove abitano centrosinistra centrodestra totale Aprile 2007 Luglio 2005* Aprile 2004* 75.1 73.9 70.3 Votino anche alle elezioni politiche 64.5 65.3 53.0 Abbiano il diritto di accedere alle case popolari 74.9 ---- ---- * Fonte: rapporto Demos-Fondazione Nord Est su Immigrazione e Cittadinanza in Europa 14

IL MODELLO DI INTEGRAZIONE Fermo restando che chiunque risiede in Italia deve rispettare le leggi italiane, secondo lei è meglio che gli immigrati (valori percentuali) Vivano fra di loro, mantenendo la cultura e le tradizioni di origine Siano inseriti nella comunità in cui risiedono, adeguandosi alla nostra cultura e alle nostre tradizioni Siano inseriti nella comunità in cui risiedono, mantenendo la loro cultura e le loro tradizioni L integrazione non è possibile, ognuno deve stare a casa sua Aprile 2007 Ottobre 2003* Marzo 2001** 3.6 4.8 3.8 58.1 45.3 37.1 25.4 38.4 48.4 11.4 9.0 6.3 Non sa / Non risponde 1.5 2.5 4.5 Totale 100.0 100.0 100.0 *Fonte: indagine Demos-Eurisko per la Repubblica (popolazione 18 anni e oltre) ** Fonte: indagine Limes-LaPolis 15

LE DIVERGENZE PER CLASSI D ETA Fermo restando che chiunque risiede in Italia deve rispettare le leggi italiane, secondo lei è meglio che gli immigrati (valori percentuali in base alla classe d età) Siano inseriti nella comunità in cui risiedono, adeguandosi alla nostra cultura e alle nostre tradizioni 52.2 55.0 51.8 57.5 62.5 67.0 Media 58.1 36.1 28.6 31.7 27.1 Siano inseriti nella comunità in cui risiedono, mantenendo la loro cultura e le loro tradizioni 19.6 Media 25.4 13.7 15-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55-64 anni 65 anni e più 16