1 PREMESSA RIFERIMENTI NORMATIVI E METODOLOGICI GENERALI DEFINIZIONE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI RILEVANTI PER IL PAE..

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Transcript:

------- 1 PREMESSA... 4 2 RIFERIMENTI NORMATIVI E METODOLOGICI GENERALI... 4 3 DEFINIZIONE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI RILEVANTI PER IL PAE.. 5 4 POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI... 9 4.1 CONSUMO DI SUOLO... 15 4.1.1 Valutazione dell aspetto... 27 4.2 PRODUZIONE DI RUMORE... 29 4.2.1 Comune di Dovadola... 30 4.2.2 Comune di Modigliana... 31 4.2.3 Comune di Portico... 31 4.2.4 Comune di Rocca S.Casciano... 32 4.2.5 Comune di Tredozio... 34 4.3 PRODUZIONE DI VIBRAZIONI... 37 4.4 PRODUZIONE DI RIFIUTI E SCORIE... 39 4.5 CONSUMO DI MATERIALI LITOIDI... 41 4.5.1 Valutazione del parametro... 47 4.6 ALTERAZIONE DEI FLUSSI IDRICI... 48 4.7 CONSUMO DI ACQUA... 51 4.8 SCARICHI IDRICI, INQUINAMENTO ACQUE... 53 4.8.1 Valutazione del parametro... 55 4.9 CONSUMO DI ENERGIA -... 56 4.9.1 Valutazione del parametro... 57 4.10 EMISSIONI DI GAS E POLVERI IN ATMOSFERA... 59 4.11 BRILLAMENTO MINE... 63 4.11.1 Rumore... 64 4.11.2 Vibrazioni... 64 4.11.3 Produzione di polveri... 69 4.11.4 valutazione del parametro... 70 4.12 FRAMMENTAZIONE DI ECOMOSAICI NATURALI... 71 4.12.1 Ambiti/poli di fondovalle lungo le aste fluviali principali (Cà Stronchino, Veteggio, Molino Cavina);... 72 4.12.2 Ambiti/poli di crinale o in posizione cacuminale (Poggio, Bellavista, Monte del Sasso);... 74 1

------- 4.12.3 Ambiti/poli di versante (Spugne e Cà della Via)... 74 4.12.4 Valutazione del parametro... 75 4.13 INTRUSIONE PERCETTIVA... 77 4.13.1 Studio dell intervisibilità... 79 4.13.2 Comune di Dovadola... 80 4.13.3 Comune di Modigliana... 81 4.13.4 Comune di Portico e San Benedetto... 82 4.13.5 Comune di Rocca San Casciano... 83 4.13.6 Comune di Tredozio... 85 4.13.7 Valutazione dell aspetto... 87 4.14 INTRUSIONE URBANISTICA... 88 4.15 RICHIAMO INFRASTRUTTURE NON PROGRAMMATE... 88 4.16 ILLUMINAZIONE NOTTURNA... 88 4.17 INCIDENTI (ESPLOSIONI, INCENDI, RILASCI TOSSICI, )... 89 4.17.1 INCIDENTI DA UTILIZZO DI ESPLOSIVI... 89 4.17.2 INCIDENTI VIABILISTICI... 89 4.17.3 INCIDENTI RILEVANTI... 90 4.17.4 INCIDENTI AMBIENTALI... 91 4.17.5 Valutazione del parametro... 92 4.18 TRAFFICO... 93 4.18.1 Ambito 1 Molino Cavina Comune di Rocca San Casciano. 96 4.18.2 Ambito 2 Veteggio Comune di Rocca San Casciano... 97 4.18.3 Ambito 3 Poggio Comune di Rocca San Casciano... 98 4.18.4 Ambito 1 Ca della Via Comune di Portico e San Ben.... 98 4.18.5 Ambito 2 Spunghe - Comune di Portico e San Ben... 99 4.18.6 Polo 20 Ca Stronchino Comune di Modigliana... 99 4.18.7 Polo 3 Bellavista Dovadola... 99 4.18.8 Polo 35- Monte del Sasso... 101 4.18.9 Effetti cumulativi... 101 4.18.10 Valutazione dell aspetto... 105 4.19 RICHIAMO ORGANISMI INDESIDERABILI -... 106 5 INTERFERENZE POSITIVE... 106 5.1.1 MIGLIORE FUNZIONALITÀ STRUTTURE/INFRASTRUTTURE... 106 5.1.2 MIGLIORI POSSIBILITÀ DI ACCESSO... 106 5.1.3 CREAZIONE/VALORIZZAZIONE DI BENI MATERIALI... 106 5.1.4 CREAZIONE D'OPPORTUNITÀ DI GUADAGNO... 106 2

------- 5.1.5 CREAZIONE OPPORTUNITÀ DI LAVORO... 107 5.1.6 CREAZIONE D'OPPORTUNITÀ DI SVAGO... 107 5.1.7 MIGLIORE GESTIONE RIFIUTI... 107 5.1.8 CONTROLLO RISCHI NATURALI E DISSESTI... 107 5.1.9 RISPARMIO ENERGETICO... 107 5.1.10 RISPARMIO RISORSE NATURALI (SUOLI, ACQUE, )... 107 5.1.11 CONTROLLO/RIDUZIONE INQUINAMENTO... 107 5.1.12 RESTAURO PAESAGGI O BENI CULTURALI... 107 5.1.13 CREAZIONE NEOECOSISTEMI E RESTAURI ECOLOGICI... 107 3

------- 1 PREMESSA Obiettivo del presente documento è quello di valutare gli effetti territoriali e ambientali del Piano, come generati dalle scelte effettuate, in riferimento ai fattori ambientali sui quali le attività pianificate risultano incidere e con riferimento agli aspetti critici evidenziati nel Quadro conoscitivo (Elaborato 3.1), identificando inoltre quegli aspetti gestionali del Piano che risultino necessari a mitigare gli inevitabili impatti indotti dalle attività estrattive sull'ambiente. Il presente, inoltre, è redatto conformemente a quanto disposto dall All. VI alla parte seconda del D.Lgs. 152/06. Data la localizzazione, la difformità degli ambiti, in giacitura, materiali e modalità estrattive o e, al contempo, la loro singola valenza in termini quantitativi, con specifico e particolare riferimento ai Poli individuati, o di intrusione complessiva le valutazioni vengono di seguito condotte prevalentemente per ciascun ambito. Nel documento di sintesi della valutazione (Elaborato 3.4) si riporta invece più convenientemente una valutazione di ordine più generale sull incidenza e sostenibilità del Piano nel suo complesso. 2 RIFERIMENTI NORMATIVI E METODOLOGICI GENERALI - L.R. 18 luglio 1991 n.17 Disciplina delle attività estrattive - D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 Norme in materia ambientale - L.R. 24 marzo 2000 n.20 Disciplina generale sulla tutela e l uso del territorio - Del. del Consiglio Regionale del 4 aprile 2001 n.173 Approvazione dell atto di indirizzo e coordinamento tecnico sui contenuti conoscitivi e valutativi dei piani e sulla conferenza di pianificazione - L.R. 21 maggio 1999 n.9 Disciplina della procedura di valutazione dell impatto ambientale 4

------- - Regione Emilia-Romagna Linee Guida per la valutazione di impatto ambientale dei progetti di: o A.3.A.) cave e torbiere con più di 500.000 m 3 /a di materiale estratto o di un area interessata superiore a 20 ha; o B.3.I.) cave e torbiere, qualora lo richieda l esito della procedura di screening. - Commissione delle Comunità Europee, COM(2000) 265 del 3 maggio 2000 Promuovere lo sviluppo sostenibile nell industria estrattiva non energetica dell UE. - Dir. 2001/42/CE del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente. 3 DEFINIZIONE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI RILEVANTI PER IL PAE Per definire nel dettaglio quali siano gli aspetti da considerare nelle valutazioni specifiche relative al settore estrattivo si fa riferimento, per la parte ambientale, alle Linee Guida per la valutazione di impatto ambientale dei progetti di cave e torbiere di cui alla L.R.9/99 elaborate dalla Regione Emilia-Romagna. In particolare gli aspetti ambientali coinvolti in relazione alle attività interessate sono lì schematizzati e riassunti nella matrice causa-effetti per gli impatti ambientali delle cave/torbiere che si riporta in Figura 1 successiva e di cui si elencano di seguito tutti i potenziali aspetti ambientali considerati che verranno successivamente analizzati nel dettaglio. INTERFERENZE NEGATIVE a. Consumo di suolo b. Produzione di rumore c. Produzione di vibrazioni d. Produzione di rifiuti e scorie 5

------- e. Consumo di materiali litoidi f. Alterazione scorrimenti superficiali g. Alterazione filtrazioni e flussi in falde h. Consumo di acqua i. Scarichi idrici, inquinamento acque j. Variazione consistente di portate idriche k. Consumo di energia l. Emissioni di gas e polveri in atmosfera m. Brillamento mine n. Frammentazione di ecomosaici naturali o. Intrusione percettiva p. Intrusione urbanistica q. Richiamo infrastrutture non programmate r. Illuminazione notturna s. Incidenti (esplosioni, incendi, rilasci tossici, ) t. Incidenti viabilistici u. Richiamo organismi indesiderabili INTERFERENZE POSITIVE v. Migliore funzionalità strutture/infrastrutture w. Migliori possibilità di accesso x. Creazione/valorizzazione di beni materiali y. Creazione d'opportunità di guadagno z. Creazione opportunità di lavoro aa. Creazione d'opportunità di svago bb. Riduzione produzione rifiuti cc. Controllo rischi naturali e dissesti dd. Risparmio energetico ee. Risparmio risorse naturali (suoli, acque, ) ff. Controllo/riduzione inquinamento gg. Restauro paesaggi o beni culturali 6

------- hh. Creazione neoecosistemi e restauri ecologici Per una migliore definizione degli aspetti a livello di PAE si è ritenuto opportuno apportare le seguenti modifiche agli aspetti sopra elencati: - Gli aspetti Alterazione scorrimenti superficiali di cui alla lettera f, Alterazione filtrazioni e flussi in falde di cui alla lettera g e l aspetto Variazione consistente di portate idriche di cui alla lettera j. della lista vengono qui unificati con la denominazione Alterazione flussi idrici e valutati congiuntamente; - l aspetto Incidenti viabilistici di cui alla lettera t. della lista viene qui modificato in Traffico e come tale valutato; - l aspetto Riduzione produzione rifiuti di cui alla lettera bb. viene qui rideterminato in Migliore gestione rifiuti. 7

------- MATRICE CAUSA-EFFETTI PER GLI IMPATTI AMBIENTALI DELLE CAVE/TORBIERE TIPI DI OPERE E IMPIANTI: Cave o torbiere Frantoi Nuove strade (piattaforme e traffico) Gallerie Impianti a fune Bacini di laminazione Invasi artificiali ad usi multipli Piazzali e cortili Recinzioni aree di cava Muri di sostegno e opere di cons. versanti Movimenti di terra e scavi Traffico cantiere Guadi (di cantiere ) INTERFERENZE NEGATIVE: Consumo di suolo Produzione di rumore Produzione di vibrazioni Produzione di rifiuti e scorie Consumo di materiali litoidi Alterazione scorrimenti superficiali Alterazione filtrazioni e flussi in falde Consumo di acqua Scarichi idrici, inquinam. acque Variaz. consistente di portate idriche Consumo di energia Emissioni di gas e polveri in atmosfera Brillamento mine Frammentazione di ecomosaici nat. Intrusione percettiva Intrusione urbanistica Richiamo infrastrutture non programm. Illuminazione notturna Incidenti (esplos., incendi, rilasci tox, ) Incidenti viabilistici Richiamo organismi indesiderabili INTERFERENZE POSITIVE: Migliore funzion. strutture/infrastrutture Migliori possibilità di accesso Creazi./valorizzazione di beni materiali Creazione d'opporetunità di guadagno Creazione opportunità di lavoro Creazione d'opportunità di svago Riduzione produzione rifiuti Controllo rischi naturali e dissesti Risparmio energetico Risp. risorse naturali (suoli, acque, ) Controllo/riduzione inquinamento Restauro paesaggi o beni culturali Creaz. neoecosistemi e restauri ecol. SINERGIE (ANTROPICHE): RICETTORI AMBIENTALI: Qualità acque superficiali -- -- -- -- -- -- -- + + + + Qualità acque sotterranee -- -- -- -- -- + + + Stabilità di versanti e scarpate -- -- -- -- -- -- + + Stabilità di rive o alvei -- -- -- + + Stabilità pedologica dei suoli -- -- + + Qualità atmosfera -- -- -- -- -- + + Benessere vegetazione terrestre -- -- -- -- -- -- -- -- + + + Benessere fauna terrestre -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- + + + Beness. biocenosi acquatiche e palustri -- -- -- -- -- -- -- -- -- + + + Valore di paesaggi sensibili -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- + + + Valore beni culturali e/o storici -- -- -- -- -- -- + + + Sicurezza, salute uomo -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- + + + + + + + Riduzione rischi naturali (esondaz., ecc.) -- -- -- Disponibilità risorse idropotabili -- -- -- -- + Disponibilità agronomica suoli fertili -- -- -- -- -- + Disponibilità risorse litoidi -- + + Disponibilità energia -- + + + Disponibilità di risorse per lo svago -- -- -- -- -- -- -- + + + + + + + + + Disponibilità risorse produttive -- -- -- -- -- -- + + + + + + + Val. opere esistenti e beni materiali -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- + + + + + + + Figura 1 -- + X = LEGENDA DEI SIMBOLI CONTENUTI NELLA MATRICE CAUSA - EFFETTI Relazione tra opere ed interferenze ambientali negative Relazione tra opere e intereferenze ambientali positive Impatto ambientale negativo Impatto ambientale positivo Possibile sinergia di impatto (origine antropica) Impatto sintetico complessivo Tratta da BOZZA - LINEE GUIDA PER LA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENT A.3.A) CAVE E TORBIERE CON PIU' DI 500.000 MC/A DI MATER INTERESSATA SUPERIORE A 20 HA; B.3.I) CAVE E TORBIERE, QUALORA LO RICHIEDA L'ES SCREENING. Regione Emilia - Romagna 8

------- 4 POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI La valutazione dei possibili effetti significativi sull ambiente indotti dal Piano viene effettuata di seguito in relazione agli aspetti ambientali individuati come pertinenti e applicabili al precedente paragrafo 3. I criteri applicati per la determinazione dei possibili effetti significativi e le caratteristiche degli effetti e delle aree che possono essere interessate si basano su quanto contenuto entro l allegato I alla Parte prima del D.Lgs. 152/06. In merito ai criteri elencati al punto 1 dell allegato II alla direttiva citata viene utilizzato il parametro di influenza del Piano definita come: possibilità da parte del Piano di fornire un quadro di riferimento per attività subordinate e/o grado di libertà del Piano rispetto ad altri piani o programmi sovraordinati in relazione ad aspetti pertinenti. A tale parametro viene qui attribuita, per le finalità della valutazione, una scala di priorità, suddivisa in cinque classi, così definita: Molto alta: la regolamentazione dell aspetto è pienamente demandata al Piano Alta: la regolamentazione dell aspetto è demandata al Piano entro limiti prefissati dalla normativa e/o dalla pianificazione sovraordinata Media: al Piano è demandato il compito di fissare linee di indirizzo e direttive per i progetti e le attività subordinate Bassa: al Piano è demandata l applicazione di criteri e definizione di aspetti sulla base di condizioni prefissate dalla normativa e/o dalla pianificazione sovraordinata Molto bassa: il Piano non ha influenza sull aspetto o la sua azione è limitata alla formulazione di suggerimenti e/o sollecitazioni Il criterio di pertinenza è utilizzato a priori avendo selezionato solo gli aspetti individuati come tali al paragrafo 3. In merito invece alla rilevanza del Piano per l attuazione della normativa comunitaria nel settore dell ambiente si rileva che tale 9

------- criterio, ove applicabile, è già soddisfatto dall applicazione della normativa in materia. Gli indirizzi comunitari in materia di sostenibilità delle attività estrattive sono peraltro stati presi in considerazione nell elaborazione del Piano e nella sua valutazione complessiva come riferito al paragrafo 3. Per la corretta valutazione del Piano è stato introdotto anche il parametro grado di controllo inteso come: il livello di definizione dell aspetto e dei suoi effetti tramite le analisi e previsioni effettuate e la regolamentazione predisposta entro il Piano. Come nel caso precedente anche questo parametro è stato suddiviso secondo una scala di priorità su cinque classi definite come: Molto alto: il Piano definisce con precisione i limiti e/o i livelli di soglia dell aspetto e questi sono facilmente verificabili e certamente rispettati Alto: il Piano definisce con precisione i limiti e/o i livelli di soglia dell aspetto ma questi non sono facilmente verificabili o certamente rispettati Medio: il Piano indica gli obiettivi da raggiungere e/o le metodologie da utilizzare che andranno definite e specificate entro strumenti subordinati ma, contestualmente l aspetto è oggetto di specifica normativa di legge Basso: il Piano indica gli obiettivi da raggiungere e/o le metodologie da utilizzare che andranno definite e specificate entro strumenti subordinati in assenza di normative specifiche Molto basso: il Piano non prevede strumenti di controllo e/o regolamentazione dell aspetto. In relazione ai parametri fissati al punto 2 dell allegato II alla direttiva vengono utilizzati i seguenti parametri di valutazione degli effetti indotti dalla pianificazione: 10

------- probabilità, durata e frequenza dell effetto in condizioni normali di attività. Questi tre parametri, valutati su una scala a cinque classi, vengono utilizzati per definire la significatività dell aspetto espressa a sua volta in alta, media e bassa. In relazione ai valori di significatività, influenza e grado di controllo è possibile stabilire l efficacia del Piano in relazione all aspetto considerato ed evidenziare le eventuali necessità ulteriori da rimandare ad altri strumenti. La rilevanza più o meno alta del successivo parametro effetto cumulativo fornisce una indicazione di quanto l aspetto in esame sia da opportunamente valutare entro i progetti e, in particolare, da prendere in considerazione in fase di screening degli stessi. Il grado di reversibilità dell effetto espresso di seguito fornisce una valutazione sulla necessità di misure di mitigazione e/o compensazione. Tali misure, in alcuni casi, potranno essere opportunamente valutate in altri strumenti di pianificazione e/o programmazione anche sovraordinati qualora non rientrino nell ambito di competenza del Piano. La valutazione delle possibili condizioni incidentali si basa sui parametri: rischi per la salute, possibile estensione areale degli effetti, valore e vulnerabilità dell area potenzialmente interessata e possibilità di superamento di valori limite o di qualità ambientale. La somma dei valori di tali parametri fornisce un indice della eventuale necessità di misure di prevenzione e/o controllo adeguate. La valutazione di ciascun aspetto ambientale e della sostenibilità di seguito effettuata risulta pertanto guidata dai criteri individuati secondo lo schema descritto di seguito. 11

------- In primo luogo viene valutata la significatività dell aspetto, se cioè l aspetto, oltre che pertinente, abbia anche effettiva importanza relativamente allo specifico ambito e al livello di pianificazione. I parametri a tal fine utilizzati in combinazione sono, secondo il relativo ordine di valori loro attribuiti: valore criterio 5 4 3 2 1 Probabilità Durata Frequenza Le attività incidono sull aspetto solo in condizioni ambientali sensibili (non rilevate dal Piano) La durata dell effetto è legata ad una singola fase di Le attività incidono Le attività incidono Le attività incidono Le attività incidono sull aspetto con sull aspetto a sull aspetto solo sull aspetto solo in certezza meno di particolari per l impiego di caso di incidente o e/o non consueti mezzi o calamità naturale accorgimenti lavorazioni non tecnici idonee La durata L effetto perdura La durata La durata dell effetto supera per tutta la durata dell effetto è legata dell effetto è la durata del Piano del Piano a quella della inferiore alla singola cava attività della singola cava lavorazione. La frequenza è La frequenza è La frequenza è continua per tutta continua ma legata legata a singole la durata ai tempi di fasi di coltivazione lavorazione (stagionali giornalieri) e La frequenza è legata solo a particolari lavorazioni effettuate in modo periodico discontinuo e La frequenza è occasionale e non strutturata La significatività dell aspetto è stabilita, sulla base della somma dei valori sopra ricavabili, in: molto significativo: somma 12 l aspetto deve essere stato esaminato in dettaglio e valutato nei suoi effetti, il Piano deve contenere misure di mitigazione e/o compensazione degli effetti; significativo: somma compresa tra 6 e 12 il Piano deve contenere uno studio dell aspetto e averne tenuto conto nelle valutazioni complessive effettuate; poco significativo: somma 6 l aspetto potrà essere oggetto di sole linee di indirizzo entro il Piano senza la definizione di precise normative di controllo. 12

------- Definita la significatività dell aspetto viene valutato il grado di influenza che il Piano, per le finalità e i contenuti attribuitigli, esercita in merito ad esso secondo lo schema seguente: valore criterio 5 4 3 2 1 Influenza La definizione dell aspetto è totalmente demandata al Piano Il Piano definisce l aspetto sulla base di orientamenti e indirizzi forniti dalla normativa e/o dalla pianificazione sovraordinata Il Piano gestisce criteri e norme dettagliatamente definite a livello sovraordinato Il piano attua specifiche previsioni sovraordinate L aspetto esula dai compiti del Piano A seconda del grado di influenza verificato il piano dovrà contenere sufficienti e adeguati elementi di normativa e regolamentazione dell aspetto che andranno dalla previsione di specifiche norme tecniche alla formulazione di solo indirizzi per altri livelli di azione. Il tipo e la qualità di tali provvedimenti contenuti nel Piano ne definiscono il successivo parametro grado di controllo che pertanto dovrà risultare congruo alla significatività dell aspetto e al grado di influenza che il Piano può effettivamente esercitare. Tale grado di controllo è pertanto anch esso descritto su cinque livelli definiti come: valore criterio 5 4 3 2 1 Grado di controllo L aspetto è definito completamente entro il Piano e/o oggetto di specifica norma tecnica dettagliata L aspetto è oggetto di norma tecnica che rimanda ad un successivo livello di approfondimento L aspetto è oggetto di indirizzi e direttive per le azioni subordinate L aspetto segnalato rimandato opportuni provvedimenti entro pianificazione sovraordinata è e ad la L aspetto è demandato al rispetto della normativa vigente in materia Definire gli effetti cumulativi dell aspetto consente da una parte di valutare se il Piano contenga una valutazione di questi e preveda misure di prevenzione o mitigazione, dall altra e in mancanza di queste misure entro il Piano consente di definire gli aspetti rilevanti ai fini di una loro analisi in sede di successivo screening dei progetti. È spesso solo in quella fase, infatti, che potranno essere presenti sufficienti 13

------- elementi di valutazione sul reale andamento delle attività, non pienamente definibile invece a livello di Piano. valore criterio 5 4 3 2 1 Effetto cumulativo Gli effetti cumulati di due o più ambiti estrattivi comunque disposti sono superiori a quelli della somma dei singoli effetti Gli effetti cumulati di due o più ambiti estrattivi comunque disposti sono pari alla somma degli effetti dei singoli ambiti Gli effetti cumulati di due o più ambiti estrattivi comunque disposti sono superiori a quelli dei singoli ambiti ma inferiori alla loro somma Gli effetti sono cumulabili solo per ambiti limitrofi Gli effetti non sono cumulabili La misura della reversibilità degli effetti consente di valutare se il Piano abbia tenuto nella dovuta considerazione l aspetto in ragione dei suoi effetti permanenti, da un lato, e, dall altro, di valutare le eventuali misure di mitigazione e/o compensazione previste o comunque opportune. valore criterio 5 4 3 2 1 Reversibilità L effetto totalmente irreversibile è L effetto è L effetto è in L effetto è reversibile solo gran parte totalmente in parte su reversibile ed reversibile su tempi maggiori entro la durata tempi maggiori della durata del Piano della durata del Piano del Piano L effetto è totalmente reversibile entro la durata del Piano Ultima serie di parametri necessaria per valutare l efficacia del Piano e la sua compatibilità è quella che consente di definire i rischi connessi con l attività sia in condizioni di normale esercizio che in presenza di eventuali eventi incidentali. valore criterio 5 4 3 2 1 Rischi per la salute L aspetto comporta rischi di danni irreversibili per la salute se non gestito L aspetto comporta rischi di danni reversibili per la salute se non gestito L aspetto comporta rischi per la salute solo in caso di incidente L aspetto comporta limitati e indiretti rischi per la salute All aspetto non sono connessi rischi per la salute 14

------- Estensione degli effetti Valore vulnerabilità dell ambiente Superamento livelli di qualità e/o di valori limite Gli effetti superano Gli effetti sono Gli effetti Gli effetti sono Gli effetti sono l ambito di dell ordine pari coinvolgono un contenuti entro localizzati e pertinenza del all ambito di intorno dell ambito l ambito di puntuali Piano pertinenza del di estrazione estrazione Piano e L ambiente è di L ambiente è L ambiente è poco L ambiente è L ambiente è pregio e sensibile sensibile ma non sensibile all effetto degradato ma può degradato e non presenta e non ha risentire sensibile per caratteristiche di caratteristiche di ulteriormente l aspetto particolare pregio o pregio o rarità rarità (e viceversa) L aspetto comporta L aspetto comporta L aspetto comporta L aspetto comporta Non sono previsti o rischi di rischi di rischi di rischi di comunque superamento di superamento di superamento di superamento di superabili eventuali valori limite o livelli valori limite o livelli valori limite o livelli valori limite o livelli valori limite o livelli di qualità in di qualità a meno di qualità solo in di qualità indicativi di qualità condizioni normali di particolari e/o caso di incidente e non tassativi non consueti accorgimenti tecnici Anche in questo caso l esito della valutazione come sopra definita, relativamente a ciascun aspetto pertinente, consente di valutare l efficacia delle analisi e delle misure contenute nel Piano e, al contempo, di identificare le eventuali necessità di approfondimento dell aspetto in sede di screening dei progetti. Queste ultime valutazioni, più delle precedenti, consentono di definire le eventuali misure di monitoraggio ambientale necessarie e/o opportune. 4.1 CONSUMO DI SUOLO Il consumo di suolo originato dal Piano è legato alla superficie sottratta ad altri usi dalla coltivazione delle cave. Lo scopo dell analisi qui condotta è in particolare quello di valutare l incidenza che l attività estrattiva sugli ambiti previsti dal presente Piano avrà in riferimento al sistema forestale e boschivo e agli ambiti agricoli così come definiti nel PTCP. Il PTCP (art. A-16, comma 2) perimetra degli ambiti del territorio rurale individuando elementi e sistemi da tutelare. Si sono quindi definite zone omogenee di rango provinciale per caratteristiche strutturali e fisico- morfologiche: 15

------- aree di valore naturale e ambientale(art. A-17) ambiti agricoli di valore paesaggistico (art. A-18) ambiti ad alta vocazione produttiva agricola (art. A-19) ambiti agricoli periurbani (art. A-20) Le tavole G3 del PAE riportano tali ambiti per ciascun ambito/polo. Il PTCP rilegge quindi il territorio rurale non solo attraverso i caratteri funzionali e strutturali ma anche attraverso la definizione di obbiettivi di tutela che sovrappongano a questi aspetti funzionali, economici e sociali del settore. La definizione degli ambiti non definisce una particolare caratteristica pedologica o una capacità di uso del suolo o di vocazione ma definisce un aspetto vocazionale più legato alla infrastrutturazione del territorio, alla reale presenza di aziende e alla loro vocazionalità, alle valenze paesaggistiche. L aspetto del consumo di suolo relativamente a determinati ambiti/poli rappresenta, da questo punto di vista, più l espressione di una qualità diversa di vocazionalità agricola che la perdita di qualità agronomica degli stessi. In questi lettura lo scortico agrario rappresenta un aspetto completamente reversibile; l utilizzazione degli ambiti/poli consente, nella loro fase di ripristino, la possibilità di attuare parte degli obbiettivi previsti dal PTCP in specifici ambiti agricoli. Altro aspetto che, pur se in certa misura impropriamente, viene valutato relativamente all aspetto del consumo di suolo è quello dell asportazione di terreno agricolo dovuta alle operazioni di scavo per la scopertura dell area di cava. Se infatti questo aspetto potrebbe essere meglio ascritto alla voce produzione di rifiuti e scorie più oltre definita, si è ritenuto di vedere nel terreno di scotico fertile una risorsa potenziale il cui consumo debba essere valutato e il cui auspicabile recupero debba essere considerato. Le caratteristiche degli ambiti previsti portano a ritenere infatti che difficilmente potranno essere previste possibilità di immediato reimpiego del terreno fertile per ripristini ambientali anticipati da realizzarsi entro 16

------- un arco di tempo sufficiente ad evitare lo scadimento delle sue caratteristiche agronomiche. Per tale motivo un riutilizzo, previsto da progetto, del terreno di scotico agrario in ambiti esterni, meglio se finalizzati a compensazione o comunque a recupero ambientale, pare maggiormente indicato rispetto ad un suo accumulo sterile in ambito di cava per un successivo ipotetico riutilizzo. Per ogni ambito estrattivo viene condotta una stima della quantità di tale materiale sulla base delle seguenti osservazioni in campo. I dati di seguito riportati derivano dalla Carta di uso del suolo (su metodologia CORINE LAND COVER aggiornamento anno 2003) della Regione Emilia Romagna. Ambito 1 Molino Cavina Comune di Rocca San Casciano Tipo di superficie aree m² Aree seminaturali (alveo con vegetazione) 58,378 Radure Superfici naturali e seminaturali Boschi 36,782 Superfici antropizzate Viabilità e superfici di pertinenza Superfici agricole Vigneto 39,091 Seminativo 94,621 Totale superficie dell ambito 228,872 All interno dell ambito sono presenti aree di estrazione precedente al PAE e come tali non interessante ai lavori di escavazione e ripristino. Le superfici totali delle UMI pianificate (comprese le eventuali superfici demaniali oggetto di escavazione, previa concessione da parte 17

------- della Regione Emilia Romagna) ammontano a mq 120.670 suddivise come di seguito riportato. UMI Sup. Totale Sup. Spessore di Spessore Quantità di (m 2 ) scortico cappellaccio di terreno suolo asportato (m 2 ) 1 stimato (m) agrario (m) (m 3 ) 1 29.460 23.568 1.30_1.50 0.75 17.676 2 33.585 26.868 3.00_3.3 0.75 20.151 3 8.425 6.740 3.00_3.3 0.75 5.055 4 8.550 6.840 3.00_3.3 0.75 5.130 5 8.900 7.120 1.4_1.6 0.75 5.340 6 14.800 11.840 1.4_1.6 0.75 8.880 7 16.950 13.560 1.4_1.6 0.75 10.170 totale 120.670 96.536 72.402 In base a quanto previsto dal presente PAE la coltivazione di questo ambito avrà una durata non superiore a 5 anni. Vista la morfologia e le dimensioni dell ambito è ipotizzabile che la coltivazione possa procedere prevedendo la progressiva scopertura dei settori di coltivazione all interno di ogni singola UMI, e, una volta lavorati, il loro parziale e progressivo ripristino utilizzando il terreno proveniente dallo scotico del settore adiacente. Il materiale di scarto stimato sull interno ambito è di circa 130.000 mc di cui una parte di terreno vegetale attivo e una parte di coperture alluvionali (limi e argille). Stimando che circa il 50% sia strato utile alle piante (cotico agrario per circa 72.000mc) e il rimanente 50% sia materiale utilizzabile per tombamento la disponibilità di materiale appare inferiore alle necessità di ripristino finale. 1 Circa 80% della superficie 18

------- In questo ambito pertanto l aspetto del consumo di suolo legato al terreno di scotico agrario risulta dominato da una carenza di risorsa più che non da una possibile perdita della stessa. Il progetto dovrà quindi farsi carico di predisporre le condizioni per realizzare il massimo recupero in loco della risorsa disponibile e prevedere le opportune integrazioni dall esterno. Ambito 2 Veteggio Comune di Rocca San Casciano Tipo di superficie aree m² Superfici naturali Aree seminaturali 110,496 e seminaturali Radure Boschi 46,917 insediamenti produttivi e superfici di pertinenza 4721 Superfici antropizzate Superfici agricole Seminativo 96,647 Totale superficie dell ambito 258,781 UMI Sup. Totale Sup. scortico Spessore di Quantità di suolo (m 2 ) (m 2 ) 2 Spessore di cappellaccio terreno agrario (m) asportato (m 3 ) stimato (m) 1 30965 24772 1.6 0.8 19817 2 11615 9292 1.2 0.5 4646 3 10940 8752 0.5_1.5 0.5 4376 4 9700 7760 0.5_1.5 0.5 3880 5 34400 27520 0.5 0.2 5504 6 32850 26280 1.4 0.7 18396 7 9310 7448 1.5 0.7 5213.6 8 14295 11436 1.5 0.7 8005.2 154075 123260 69838 2 Circa 80% della superficie 19

------- In base a quanto previsto dal presente PAE la coltivazione di questo ambito avrà una durata non superiore a 5 anni. Vista la morfologia e le dimensioni dell ambito è ipotizzabile che la coltivazione possa procedere prevedendo la progressiva scopertura dei settori di coltivazione all interno di ogni singola UMI, e, una volta lavorati, il loro parziale e progressivo ripristino utilizzando il terreno proveniente dallo scotico del settore adiacente. Il materiale di scarto stimato sull interno ambito è di circa 130.000 mc di cui una parte di terreno vegetale attivo e una parte di coperture alluvionali (limi e argille). Stimando che il cotico agrario per circa 70.000mc) la disponibilità di materiale appare inferiore alle necessità di ripristino finale. In questo ambito pertanto l aspetto del consumo di suolo legato al terreno di scotico agrario risulta dominato da una carenza di risorsa più che non da una possibile perdita della stessa. Il progetto dovrà quindi farsi carico di predisporre le condizioni per realizzare il massimo recupero in loco della risorsa disponibile e prevedere le opportune integrazioni dall esterno. Ambito 3 Poggio Comune di Rocca San Casciano Tipo di superficie aree m² Superfici naturali Aree seminaturali 9,696 e seminaturali Radure Boschi 3,881 Viabilità e superfici di pertinenza Superfici antropizzate Superfici agricole vigneto Seminativo 8,171 Totale superficie dell ambito 21,748 20

------- UMI Sup. Totale (m 2 ) Sup. scortico (m 2 ) 3 Spessore cappellaccio stimato (m) di Spessore di terreno agrario (m) 21700 18730 0.5_1.5 0.5 9365 Quantità suolo asportato (m 3 ) di Visto lo spessore del terreno di copertura, molto scarso, e la quantità di materiale di scarto esigua, si ipotizza che la cubatura utile riutilizzabile ai fini di miglioramento e di ripristino a fine coltivazione sia insufficiente. Per tali motivi il progetto di coltivazione potrà prevedere l utilizzo di materiale per sistemazioni all esterno dell area di cava, con caratteristiche pedologiche consone all area stessa e al ripristino finale. Ambito 1 Ca della Via Comune di Portico e San Ben. Tipo di superficie aree m² Superfici naturali Aree seminaturali 79,227 e seminaturali Radure Boschi 724 Viabilità e superfici di pertinenza Superfici antropizzate Area estrattiva già in coltivazione Superfici agricole Seminativo 4,354 84,305 Totale superficie dell ambito UMI 1 2 3 Sup. Totale (m 2 ) Sup. scortico (m 2 ) 4 Spessore di cappellaccio stimato (m) Spessore di terreno agrario (m) 1 8975 7180 0,3 2154 Quantità di suolo asportato (m 3 ) 2 5440 4352 0,3 1305,6 3 7770 6216 0,3 1864,8 3 Circa 80% della superficie 4 Circa 80% della superficie 21

------- 4 5 4 3520 2816 0,3 844,8 totale 5 13860 11088 0,3 3326,4 39565 31652 9495,6 Anche in questo caso lo spessore di terreno agrario fertile da potere riutilizzare a fine coltivazione appare scarso. Il progetto dovrà prevedere, a fine coltivazione, l utilizzo di materiale per sistemazioni all esterno dell area di cava, con caratteristiche pedologiche consone all area stessa e al ripristino finale. Ambito 2 Spunghe - Comune di Portico e San Ben. Tipo di superficie Superfici naturali e seminaturali Superfici antropizzate aree m² Aree seminaturali Radure Boschi 6,749 Viabilità e superfici di pertinenza Area estrattiva già in coltivazione Superfici agricole Totale superficie dell ambito Seminativo 6,749 Le coperture detritiche sono nulle nella zona interessata dall estrazione vera e propria in quanto normalmente i depositi calcarei, di cui il materiale da estrarre è formato, si presentano come croste, formatesi sulla superficie degli affioramenti della formazione marnoso arenacea. Visto lo spessore del terreno di copertura, molto scarso, e la quantità di materiale di scarto esigua, si ipotizza che la cubatura utile riutilizzabile ai fini di miglioramento e di ripristino a fine coltivazione sia insufficiente. 22

------- Per tali motivi il progetto di coltivazione potrà prevedere l utilizzo di materiale per sistemazioni all esterno dell area di cava, con caratteristiche pedologiche consone all area stessa e al riutilizzo finale. Polo 3 Bellavista Dovadola Tipo di superficie aree m² Superfici naturali Aree seminaturali 8,971 e seminaturali Radure Boschi 33,111 Superfici antropizzate Viabilità e superfici di pertinenza Superfici agricole Seminativo 57,555 99,637 Totale superficie dell ambito UMI Sup. Totale (m 2 ) 1 2 Sup. scortico (m 2 ) 5 Spessore cappellaccio stimato (m) di Spessore di terreno agrario (m) Quantità di suolo asportato (m 3 ) 52800 42240 0.5_1.50 0.5 21120 3 4 totale 40400 32320 0.5_1.50 0.5 16160 3190 2552 0.5_1.50 0.5 1276 3210 2568 0.5_1.50 0.5 1284 99600 79680 39840 In base a quanto previsto dal presente PAE la coltivazione di questo ambito avrà una durata non superiore a 10 anni. Risulta di particolare interesse che i progetti di escavazione per le singole Unità Minime di Intervento comprese nel Polo si facciano carico di individuare quelle forme di recupero o riutilizzo del terreno di scotico agrario che meglio ne consentano la valorizzazione alla luce della soprattutto dei tempi di stoccaggio dello stesso. Il progetto di 5 Circa 80% della superficie 23

------- coltivazione potrà prevedere l utilizzo di materiale per sistemazioni all esterno dell area di cava, con caratteristiche pedologiche consone all area stessa e al riutilizzo finale. Polo 20 Ca Stronchino Comune di Modigliana Tipo di superficie aree m² Superfici naturali Aree seminaturali 41,021 e seminaturali Castagneti da frutto 36,966 Boschi Insediamenti produttivi e Superfici antropizzate superfici di pertinenza 228 Superfici agricole Vigneto 43,313 Totale superficie dell ambito 121,528 UMI Sup. Totale (m 2 ) Sup. scortico (m 2 ) 6 Spessore cappellaccio stimato (m) di Spessore di terreno agrario (m) Quantità di suolo asportato (m 3 ) 1 1011 808.8 1_1.7 0.7 18807.60 2 1209 967.2 1_1.7 0.7 4718.00 3 3757 3005.6 0.5_0.9 0.5 3420.00 4 1994 1595.2 cava esaurita in fase di ripristino 0 7971 6376.8 26945.6 La quantità di materiale di scotico di questo ambito appare insufficiente per il ripristino finale anche per la presenza di una U.M.I. già in fase di ripristino. Per tali motivi il progetto di coltivazione potrà prevedere l utilizzo di materiale per sistemazioni all esterno dell area di cava, con caratteristiche pedologiche consone all area stessa e al riutilizzo finale. 6 Circa 80% della superficie 24

------- Polo 35 Monte del Sasso Comune di Tredozio, comune di Rocca San Casciano Ambito 1- comune di Tredozio Tipo di superficie Superfici naturali e seminaturali aree m² Aree seminaturali Castagneti da frutto Boschi 29.130 Superfici agricole Colture da legno 8.184 Altre colture 7.686 Totale superficie dell ambito 45.000 Ambito 2- comune di Tredozio Tipo di superficie aree m² Superfici naturali e seminaturali Aree seminaturali Castagneti da frutto Boschi Insediamenti produttivi e Superfici antropizzate superfici di pertinenza Superfici agricole Seminativo (anche con spazi naturali) 15.661 Totale superficie dell ambito 15.661 Ambito 3- comune di Tredozio Tipo di superficie Superfici naturali e seminaturali aree m² Aree seminaturali Castagneti da frutto Boschi 5.282 Insediamenti produttivi e Superfici antropizzate superfici di pertinenza Superfici agricole Seminativo (anche con spazi 12.340 25

------- naturali) Totale superficie dell ambito 17.622 Ambito 4- comune di Tredozio Tipo di superficie aree m² Superfici naturali e seminaturali Aree seminaturali Castagneti da frutto Boschi Insediamenti produttivi e Superfici antropizzate superfici di pertinenza Superfici agricole Seminativo (anche con spazi naturali) 8.114 Totale superficie dell ambito 8.114 Ambito 5- comune di Tredozio Tipo di superficie aree m² Superfici naturali Aree seminaturali e seminaturali Rimboschimenti recenti 1.047 Boschi 2.492 Insediamenti produttivi e Superfici antropizzate superfici di pertinenza Superfici agricole Prato pascolo 63.314 Totale superficie dell ambito 66.853 Ambito 1- comune di Rocca San Casciano Tipo di superficie Superfici naturali e seminaturali aree m² Aree seminaturali Castagneti da frutto Boschi 5.297 Superfici antropizzate Superfici agricole Insediamenti produttivi e superfici di pertinenza Seminativo (anche con spazi naturali) 39.287 26

------- Totale superficie dell ambito 44.584 Ambiti Sup. Totale (m 2 ) Sup. scortico (m 2 ) 7 T1 45.000 36.000 T2 15.661 12.529 T3 17.622 14.098 T4 8.114 6.491 Spessore cappellaccio stimato (m) di Spessore di terreno agrario (m) Quantità di suolo asportato (m 3 ) T5 66.853 53.482 R1 44.584 35.667 Totale 158.267 0.4 63.307 Poiché non è stato possibile stimare con precisione lo spessore di terreno agrario per singolo ambito si suppone che lo spessore di cotico sia circa 40 cm. La quantità di materiale di scotico di questo ambito appare insufficiente per il ripristino finale anche per la presenza di uno scorso spessore di terreno agrario soprattutto in vista di un ripristino naturalistico. Per tali motivi il progetto di coltivazione potrà prevedere l utilizzo di materiale per sistemazioni all esterno dell area di cava, con caratteristiche pedologiche consone all area stessa e al riutilizzo finale. 4.1.1 Valutazione dell aspetto Significatività del parametro: Probabilità 5 Durata 4 Frequenza 5 Significatività 14 Influenza del Piano 3 7 Circa 80% della superficie 27

------- Le previsioni contenute nel Piano in merito al parametro derivano da forti condizionamenti della pianificazione sovraordinata. È infatti al PIAE che spetta la fissazione dei quantitativi e la distribuzione degli ambiti estrattivi. Grado di controllo 5 In questo senso il grado di controllo esercitato dal Piano sull aspetto, pur non intervenendo sui valori forniti dal PIAE, risulta comunque elevato poiché esso individua esattamente le aree e i relativi volumi estraibili fornendo quindi alle azioni subordinate un quadro estremamente preciso e dettagliato di riferimento. Effetto cumulativo 4 Reversibilità 1 Spostando l attenzione sugli effetti finali indotti dal Piano sull aspetto si rileva come il consumo di suolo sia un aspetto legato alla durata dell attività e possa essere considerato come totalmente reversibile alla sua cessazione. Nel caso specifico, analizzando le previsioni di Piano al riguardo si nota inoltre come l uso reale dei suoli direttamente interessati dalle attività di estrazione, in esito al Piano, vedrà un aumento della superfici naturali e paranaturali rispetto agli attuali usi. Sono quindi poste le condizioni per un miglioramento dello stato del suolo finale rispetto alle condizioni attuali. Rischi per la salute 1 Estensione degli effetti 2 Valore e vulnerabilità dell ambiente 3 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 2 All aspetto di fatto non sono legati rischi per la salute dell uomo. Gli effetti dell aspetto sono limitati all ambito di estrazione. L ambito, 28

------- relativamente al tipo di attività e alle sue effettive caratteristiche, non risulta particolarmente sensibile come risulta dall analisi ambientale operata dal Piano e non vengono interessate zone identificate come di particolare pregio e/o rarità. Non sono previste norme che definiscano precisi limiti e/o livelli di qualità al riguardo, le esistenti norme di tutela (PTCP) sono state prese in considerazione dal Piano e adeguatamente applicate. 4.2 PRODUZIONE DI RUMORE Significatività del parametro: Probabilità 5 Durata 4 Frequenza 4 Significatività 13 L aspetto è rilevato come molto significativo. L impatto acustico generato da ciascun ambito dipende direttamente da tre fattori principali: 1. Le emissioni di rumore derivanti dalle attività svolte nell area di cava provocate dai mezzi/impianti utilizzati nelle lavorazioni in cava e dall eventuale utilizzo di mine (per la trattazione di questo ultimo aspetto si rimanda allo specifico paragrafo); 2. Le emissioni di rumore dei mezzi utilizzati per il trasporto del materiale estratto; 3. L ubicazione dei recettori e la morfologia dell area limitrofa all ambito. Le emissioni di cui al precedente punto a dipendono direttamente dall organizzazione delle lavorazioni in cava, pertanto in questa fase risulta difficile fare una stima della loro entità. In via generale e a valere per ciascun ambito/polo si forniscono indicazioni relative a pratiche di 29

------- controllo e bonifica degli impatti legati alle emissioni di rumore, riguardanti le principali lavorazioni in cava in Tabella 1. L adozione di tali pratiche risulta importante nel tentativo di mitigare l impatto acustico dell attività attraverso una specifica organizzazione delle lavorazioni. Le attività estrattive determinano significative interferenze con l ambiente circostante e pertanto si dovrà garantire il rispetto dei limiti di legge e le eventuali opere di contenimento da attuare in caso contrario (come previsto dalla documentazione di impatto acustico richiesta dall art. 13 delle NTA). In relazione ai fattori di cui ai precedenti punti b e c, di seguito, è condotta una analisi specifica per ciascun ambito/polo. 4.2.1 Comune di Dovadola Polo 3 Bellavista UMI Materiale utile (mc) Traffico indotto totale (viaggi/giorno) 1 524.460 2 399.320 3 42.800 4 33.420 TOT 1.000.000 44 Il polo Bellavista ha una disponibilità di materiale elevata e suddivisa in 4 UMI. Il traffico indotto dalla attività interesserà una strada privata prossima ad uno dei due recettori presenti in un raggio di 500 m dall area di cava (Tav.A1a Carta dei Recettori). L impatto acustico conseguente al traffico, quindi, dovrà essere dettagliatamente analizzato in fase di screening soprattutto in relazione agli effetti al recettore Bellavista. Anche qualora il progetto di coltivazione del Polo non fosse unitario, tale aspetto dovrà essere affrontato unitariamente dai titolari delle autorizzazioni all attività estrattiva, in modo da permettere una puntuale stima dell impatto e una conseguente realizzazione degli eventuali interventi finalizzati alla mitigazione dello stesso. 30

------- 4.2.2 Comune di Modigliana Polo 20 Ca Stronchino UMI Materiale utile (mc) Traffico indotto totale (viaggi/giorno) 1 3.000 2 8.600* 3 13.067 4 0** TOT 24.667 n.r.*** * cava in atto ** cava in ripristino *** non rilevante Il traffico indotto dall attività estrattiva in tale polo non è rilevante. L impatto acustico indotto dalle attività di cava potrà rivelarsi critico per la presenza di recettori nelle immediate vicinanze dell area di cava (Tav.A1b Carta dei recettori). Il Polo di Ca Stronchino, infatti, è prossimo ad un area artigianale. Nella valutazione dell aspetto, in fase di screening, dovrà essere considerato l effetto cumulato, derivante dall ipotesi di una coltivazione contemporanea di tutte le UMI e dalla presenza di attività diverse, in relazione al superamento dei livelli di pericolosità. 4.2.3 Comune di Portico Ambito 1 Ca della Via UMI Materiale utile (mc) Traffico indotto totale (viaggi/giorno) 1 2.975 2 1.403 3 3.060 4 697 5 6.460 TOT 14.595 n.r.** * * non rilevante 31

------- Il traffico indotto dall attività estrattiva in tale ambito non è rilevante, i recettori (Tav. A1c.1 Carta dei Recettori) risultano prossimi sia all area di cava che alla strada di accesso alla stessa. Nella valutazione dell aspetto, in fase di screening, dovrà essere considerato l effetto cumulato derivante dall ipotesi di coltivazione contemporanea di tutte le UMI. Ambito 2 Spunghe * * non rilevante UMI Materiale utile (mc) Traffico indotto totale (viaggi/giorno) TOT 4.000 ** Vista la ridotta quantità di materiale utile, la non significatività del traffico indotto dall attività e la posizione dei recettori (Tav. A1c.2 Carta dei Recettori), si stima che l impatto acustico derivante dall attività non sia rilevante. 4.2.4 Comune di Rocca S.Casciano Ambito 1 Molino Cavina UMI Materiale utile (mc) Traffico indotto totale (viaggi/giorno) 1 24.000* 2 30.800 3 7.000 4 4.224* 5 6.000 6 10.000 7 15.000 TOT 97.024 10 * cava in atto L aspetto appare critico soprattutto in relazione al numero elevato di recettori prossimi all area di cava (Tav. A1d.2 Carta dei Recettori). 32

------- Nella valutazione dell aspetto, in fase di screening, dovrà essere considerato l effetto cumulato derivante dall ipotesi di coltivazione contemporanea di tutte le UMI. Ambito 2 Veteggio * cava in atto UMI Materiale utile (mc) Traffico indotto totale (viaggi/giorno) 1 2 26.910* 3 4.900 4 4.535 5 0 6 20.449 7 7.000 8 6.700 TOT 70.494 7 L aspetto appare critico soprattutto in relazione al numero elevato di recettori prossimi all area di cava (Tav. A1d.3 Carta dei Recettori). Nella valutazione dell aspetto, in fase di screening, dovrà essere considerato l effetto cumulato derivante dall ipotesi di coltivazione contemporanea di tutte le UMI. Ambito 3 Il Poggio UMI Materiale utile (mc) Traffico indotto totale (viaggi/giorno) TOT 35.260 n.r.** * * non rilevante L aspetto non presenta particolari criticità. Polo 35 Monte del Sasso Rocca 1 Ambito UMI Materiale utile (mc) Traffico indotto totale (viaggi/giorno) 1 19.870 1 2 19.870 TOT 39.740 n.r.** * non rilevante 33

------- L aspetto può presentare delle criticità in relazione alla ubicazione dell ambito. Dalla carta dell intervisibilità relativa risulta che tale ambito non è visibile dall abitato di Rocca S.Casciano, poiché si trova al di là della linea di crinale. Tale elemento morfologico induce una attenuazione anche sull impatto acustico derivante dalla attività in cava, ma in questa sede non è possibile stimare l entità di tale attenuazione. Pertanto l aspetto andrà dettagliatamente affrontato nella fase di redazione dello screening. 4.2.5 Comune di Tredozio Polo 35 Monte del Sasso Ambito UMI Materiale utile (mc) Traffico indotto totale (viaggi/giorno) 1 3.500 Tredozio 1 2 3.500 Tredozio 2 1 7.000 Tredozio 3 1 7.000 Tredozio 4 1 7.000 1 3.500 Tredozio 5 2 3.500 TOT 35.000 n.r.** * * non rilevante L aspetto può presentare criticità legate alla cumulabilità degli effetti degli ambiti Tredozio 2, Tredozio 3, Tredozio 4, Tredozio 5. Pertanto in sede di screening dei progetti di tali ambiti dovrà essere considerato l effetto cumulativo dell impatto acustico, generato nello scenario che vede tutte le quattro cave attive contemporaneamente. Influenza del Piano 3 Il Piano non ha diretta influenza sull aspetto che rientra nelle competenze di altri strumenti urbanistici e di legge. Ciascun Comune ha approvato una Classificazione Acustica del territorio che affronta tale aspetto. 34

------- Grado di controllo 1 L aspetto è trattato e regolato dalla Classificazione Acustica di ciascun comune, in particolare si fa riferimento alle Norme Tecniche di Attuazione al punto 1.1.7.1. Effetto cumulativo 3 L effetto cumulativo dell aspetto può rivelarsi eventualmente significativo, in relazione ai livelli di qualità della vita più che non al superamento di livelli di pericolosità, per la sovrapposizione di effetti di ambiti limitrofi in prossimità di zone sensibili (abitati). Appare quindi opportuno prendere in considerazione l aspetto entro la procedura di screening dei singoli ambiti. Reversibilità 1 L aspetto risulta totalmente reversibile sia in relazione al recupero di qualità della vita sia in relazione al disturbo ecologico alla cessazione delle attività. Rischi per la salute 4 Estensione degli effetti 3 Valore e vulnerabilità dell ambiente 3 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 4 In relazione ai rischi indotti dall aspetto questo dovrà essere oggetto di analisi e soluzione entro i necessari piani della sicurezza delle singole attività. Poiché gli effetti possono essere risentiti anche oltre l ambito di cava è inoltre opportuno che, come già detto in merito agli effetti cumulativi questo sia oggetto di analisi in fase di screening per la determinazione di eventuali misure, anche gestionali, di mitigazione degli impatti. 35

------- Elenco delle principali pratiche di controllo e bonifica degli impatti legati alle emissioni di rumore 8 Operazione/Sorgente Scopertura del giacimento e gestione del materiale di copertura Estrazione Drilling and Blasting Carico e scarico del materiale Trasporto interno Nastro trasportatore Pale e/o dumper Trattamento (frantumazione e vagliatura) Stoccaggio del materiale in cumulo Pratiche di riduzione del rumore Selezione dei mezzi con emissioni contenute e programma di manutenzione Limitare la durata delle operazioni al minimo indispensabile Orientare i fronti in modo da intercettare la diffusione di rumori verso ricettori sensibili Predisposizione di zone tampone vegetale o barriere artificiali lungo il perimetro della coltivazione a protezione di ricettori sensibili Selezione delle tecnologie con emissioni contenute e programma di manutenzione Brillamento con micro ritardi Eseguire il borraggio dei fori a regola d arte Evitare i brillamenti in momenti di vento particolarmente intenso Concordare con la popolazione locale gli orari di brillamento Selezione delle tecnologie con emissioni contenute e programma di manutenzione Ridurre l altezza di caduta nelle operazioni di carico e scarico Ricorrere a segnali di retro marcia intelligenti Collocare piste o tracciato del nastro trasportatore in zone non esposte Ridurre al minimo possibile le pendenze dei tracciati delle piste Predisporre cortine alberate o barriere artificiali a protezione dei ricettori sensibili Ottimizzare le distanze tra punto di carico e scarico Coprire il nastro Rivestire con materiali fono-assorbenti i punti di alimentazione trasferimento e scarico Limitare la velocità di transito dei mezzi Asfaltare piste e piazzali Rivestire i cassoni dei dumper e le benne delle pale con materiali fono-assorbenti Scelta degli impianti con emissioni contenute e programma di manutenzione Collocare gli impianti in zone non esposte Predisporre cortine alberate o barriere artificiali a protezione dei ricettori sensibili Confinare l impianto in struttura chiusa Avviare gli impianti uno alla volta Collocare i cumuli in zone non esposte Predisporre cortine alberate o barriere artificiali a protezione dei ricettori sensibili Ridurre l altezza di caduta del materiale 8 IReR Analisi tecnico-scientifica sui criteri operativi di riduzione, in ottica di sviluppo sostenibile, dell impatto ambientale da agenti chimici e fisici nelle attività estrattive, Project leader: Daniela Gregorio 36

------- Minimizzare le movimentazioni dei materiali Tabella 1 pratiche di controllo emissioni rumore 4.3 PRODUZIONE DI VIBRAZIONI Significatività del parametro: Probabilità 5 Durata 1 Frequenza 2 Significatività 8 L aspetto appare significativo pur se con valore tendenzialmente basso. Esso è legato, da un lato, al brillamento di mine per la rottura dei banchi e/o, nella fase iniziale, per l asportazione del cappellaccio, e dall altro alla presenza di mezzi operatori e in particolar modo di impianti. Per la trattazione relativa agli impatti generati dal brillamento mine si rimanda allo specifico paragrafo, in questo viene trattato il solo aspetto relativo alla presenza di mezzi d opera e di eventuali impianti di trattamento inerti. La prevista ubicazione degli ambiti come stabilita nel PAE nonché l ordine di grandezza del problema relativamente all utilizzo di mezzi in rapporto ai potenziali recettori più prossimi nonché alla natura dei terreni e alla morfologia locale dei singoli siti portano a ritenere, in prima analisi, come non significativo l aspetto alla scala di Piano. Il Piano prende indirettamente in considerazione l aspetto fornendo specifiche disposizioni per le operazioni di coltivazione. Influenza del Piano 2 L aspetto non risulta direttamente trattabile dal Piano legato com è alle caratteristiche dei giacimenti e alla natura delle tecniche di scavo applicabili. 37

------- Grado di controllo 1 Il Piano applica, per quanto di competenza, le normative riguardanti le distanze minime da elementi e ricettori potenzialmente sensibili stabilendo zone escluse e fasce di rispetto. Le cautele ulteriori legate all impiego delle diverse tecniche di scavo sono rimandate alla esistente normativa in materia. Effetto cumulativo 1 Date le caratteristiche delle tecniche di lavorazione adottabili in cava l eventuale effetto può svilupparsi in un area molto limitata, pertanto lo steso non è da considerarsi cumulabile con quello derivante da altri ambiti. Reversibilità 1 La reversibilità degli effetti è valutata come totale in quanto viene reputato altamente improbabile un evento di crollo di strutture in seguito all attività. Data la natura delle metodiche applicabili viene pertanto considerata l eventualità di eventuali lesioni lievi alle strutture sensibili. Rischi per la salute 1 Estensione degli effetti 3 Valore e vulnerabilità dell ambiente 3 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 2 I valori sopra riportati si riferiscono alle normali condizioni di uso attese per l ambito. 38

------- 4.4 PRODUZIONE DI RIFIUTI E SCORIE Significatività del parametro: Probabilità 5 Durata 4 Frequenza 5 Significatività 14 Analizzando nel dettaglio il tipo di attività si possono individuare le seguenti tipologie di rifiuti e scarti principali: 1. rifiuti di estrazione 2. oli minerali esausti (CER 13 02 - scarti di olio motore, olio per ingranaggi e oli lubrificanti) 3. rifiuti di esplosivi (CER 16 04 03* - altri esplosivi di scarto) I rifiuti di cui ai punti 2 e 3, ancorché classificati come rifiuti pericolosi, non risultano essere di particolare interesse e rilevanza nello specifico poiché: le quantità attese rientrano in un ordine di grandezza facilmente gestibile tramite le normali procedure e dotazioni esistenti nell ambito territoriale di competenza; la loro gestione è regolata da specifica normativa; non sono esclusivi dell attività specifica. In merito ai rifiuti di estrazione si nota quanto segue: la gestione dei rifiuti di estrazione è normata dal D.Lgs. 30 maggio 2008 n. 117. I rifiuti di estrazione sono definiti all art. 3 comma d) come rifiuti derivanti dalle attività di prospezione o di ricerca, di estrazione, di trattamento e di ammasso di risorse minerali e dallo sfruttamento delle cave. Il decreto stabilisce le misure, le procedure e le azioni necessarie per prevenire o ridurre il più possibile eventuali effetti 39

------- negativi per l ambiente, in particolare per l acqua, l aria, il suolo, la fauna, la flora e il paesaggio, nonché eventuali rischi per la salute umana, conseguenti alla gestione dei rifiuti prodotti dalle industrie estrattive (art. 1). La gestione di tali rifiuti è realizzata mediante un piano di gestione dei rifiuti (art. 5) volto alla riduzione della produzione, al trattamento, al recupero e allo smaltimento dei rifiuti stessi. Dall analisi svolta al paragrafo relativo al consumo di suolo emerge che in tutti gli ambiti/poli di cui al presente piano, il materiale di scarto proveniente dalle lavorazioni verrà utilizzato nella fase di ripristino finale delle aree di cava, riutilizzo, di fatto, tutti i rifiuti di estrazione prodotti. Influenza del Piano 2 Il piano interviene nella gestione dell aspetto predisponendo le condizioni, per la minimizzazione degli scarti (priorità ai siti con minori quantità di volumi di scarto),e per il loro riutilizzo in fase di ripristino seguendo le finalità della normativa di settore. Grado di controllo 1 Per una corretta gestione dell aspetto il Piano rimanda al rispetto della normativa vigente in materia. Effetto cumulativo 1 L attività di gestione dei rifiuti è risolta all interno di ciascun ambito/polo. Reversibilità 1 40

------- La produzione di rifiuti e scarti è limitata all attività e la loro collocazione a dimora e/o smaltimento non da luogo a effetti residui protratti nel tempo. Rischi per la salute 2 Estensione degli effetti 1 Valore e vulnerabilità dell ambiente 3 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 1 Mediamente l aspetto non presenta rilevanti rischi per la salute. Questi possono essere legati essenzialmente all eventuale rilascio nell ambiente di oli esausti e alla diffusione di polveri residue delle lavorazioni, in entrambi i casi derivando il rischio da possibili eventi incidentali e/o gestione non conforme dell aspetto. Gli effetti sono considerabili essenzialmente localizzati: il primo, relativo agli oli esausti, al punto di rilascio dato che le quantità potenzialmente interessate risultano molto modeste in rapporto alla sensibilità dell ambiente e all eventuale superamento di valori limite; il secondo, polveri, risulta limitato agli ambienti di lavoro per i quali risultano comunque applicabili le norme in materia di sicurezza e igiene del lavoro. 4.5 CONSUMO DI MATERIALI LITOIDI Il quantitativo di materiale, argilla e sabbia di monte, estraibile nell ambito del territorio dell Unione dei Comuni è stato pianificato dall Amministrazione Provinciale di Forlì Cesena all interno del Piano Infraregionale delle Attività Estrattive. Il suddetto processo di pianificazione si fonda sulla stima del fabbisogno, calcolato su scala provinciale, di materiali inerti nei dieci anni di validità del PIAE che è di seguito riportata. Si pone l attenzione sui quantitativi di sabbia di monte e di ghiaia e sabbia messi a disposizione dal PIAE poiché rappresentano rispettivamente più del 60% e il 30% dell intera programmazione di 41

------- estrazioni nel territorio dell Unione Montana Acquacheta Romagna Toscana nei territori comunali di Dovadola, Modigliana, Portico e S.Benedetto, Rocca San Casciano e Tredozio. 42

------- Comune di Dovadola Comune di Modigliana Comune Tredozio Comune di Portico e San Benedetto Comune di Rocca San Casciano Totale Unione dei Comuni Provincia di Forlì - Cesena Previsione dei consumi necessari per l attuazione dell attività urbanistica pianificata. Previsione dei consumi necessari per la manutenzione e il rinnovo del tessuto urbanistico esistente Previsione dei consumi necessari per la costruzione delle nuove infrastrutture previste all interno di strumenti di pianificazione e programmazione Previsione dei consumi per il mantenimento della rete stradale esistente Previsione di consumi di materiali inerti per la realizzazione delle opere di difesa del suolo e della costa Previsione dei quantitativi destinati all esportazione fuori provincia 69.098 74.088 37.213 61.782 47.470 289.651 15.712.894 13.478 41.563 11.668 13.019 10.278 90.006 6.205.161 13.000-13.000 4.410.700-5.222.940-3.000.000-7.000.000 Materiale proveniente da recuperi e riciclaggi - 1.200.000 totale 82.576 128.651 48.881 74.801 57.748 392.657 40.351.695 43

------- Sulla base delle stime dei fabbisogni effettuate il PIAE ha previsto la seguente disponibilità decennale complessiva in m 3 : Comune di Dovadola Comune di Modigliana Comune Tredozio Comune di Portico e San Benedetto Comune di Rocca San Casciano Totale Unione dei Comuni Provincia di Forlì - Cesena Disponibilità di Sabbie di monte 1.000.000 1.000.000 18.130.000 Disponibilità di Argilla 30.000 30.000 4.410.000 Disponibilità di Ghiaia- sabbia 132.000 100.000 250.000 482.000 7.270.000 Disponibilità di Conglomerato 1.750.000 Disponibilità di Calcare 6.430.000 Disponibilità di Pietra da taglio 35.000 24.000 75.000 134.000 674.000 Tot 1.162.000 100.000 35.000 24.000 325.000 1.646.000 38.669.000 44

------- Sulla base della programmazione del PAE le disponibilità reali e pianificabili sono le seguenti: Comune di Dovadola Comune di Modigliana Comune Tredozio Comune di Portico e San Benedetto Comune di Rocca San Casciano Disponibilità di Sabbie di monte 1.000.000 Disponibilità di Argilla Disponibilità di Ghiaia- sabbia 24.667 167.450 Disponibilità di Conglomerato Disponibilità di Calcare Disponibilità di Pietra da taglio 35.000 24.000 75.000 Tot 1.000.000 24.667 35.000 24.000 242.450 45

------- Così suddivise tra i singoli poli/ambiti. Comune zonizzazione località Cubatura PIAE (m 3 ) Cubatura PAE (m 3 ) Dovadola Polo 3 Bellavista 1.000.000 1.000.000 Dovadola Polo 2 Casolani 30.000 - Dovadola Ambito 1 Schiavina 60.000 - Dovadola Ambito 2 Canovetta 24.000 - Dovadola Ambito 3R Mazzincollo 38.000 - Modigliana Polo 20 Cà Stronchino 40.000 24.660 Rocca San Ambito 1 Molino Cavina Casc. 110.000 97.000 Rocca San Ambito 2 Veteggio Casc. 140.000 70.450 Rocca San Ambito 3 Poggio Casc 60.000 35.260 Rocca San Polo 35 Monte del Sasso Casc 15.000 39.740 Portico e Ambito 1 Cà della Via 14.595 20.000 San Ben. (+6.000) Portico e Ambito 2 Spunghe San Ben. 4.000 4.000 Tredozio Polo 35 Monte del Sasso 35.000 35.000 46

------- Dall osservazione di questi dati emerge come la disponibilità della sabbia di monte nell intero territorio provinciale programmata dal PIAE risulta far carico al Comune di Dovadola di circa un diciasettesimo del fabbisogno totale stimato. Per quanto riguarda le sabbie e ghiaie sono disponibili nei comuni di Modigliana e Rocca San Casciano mentre la pietra da taglio è disponibile nei comuni di Tredozio e Portico e San Benedetto. I quantitativi pianificati sono poco rilevanti rispetto alle quantità disponibili nel decennio su tutto il territorio provinciale. Un altro aspetto da considerare è il consumo di materiale litoide in fase di ripristino ambientale. Come più sopra evidenziato, il materiale di scarto derivante dalla coltivazione non sarà sufficiente a realizzare il ripristino ambientale, pertanto sarà necessario l acquisto di materiale idoneo. Al fine di ridurre il consumo di materiale litoide pregiato, si ritiene opportuno che, in sede progettuale, venga valutata la possibilità di utilizzare terre e rocce da scavo ai sensi dell art. 185 del D.Lgs. 152/06, oppure materie prime secondarie derivanti dal recupero di rifiuti inerti. 4.5.1 Valutazione del parametro Significatività del parametro: Probabilità 5 Durata 5 Frequenza 5 Significatività 15 Le tipologie di intervento e recupero previsti consentiranno, una volta esaurito il Piano, di prevedere, con un successivo strumento di pianificazione, l ulteriore prosecuzione delle attività estrattive compatibile con l ambiente. 47

------- Influenza del Piano 2 Il Piano gestisce l aspetto secondo quanto stabilito dai preordinati strumenti di pianificazione cui si conforma per le previsioni generali. Grado di controllo 5 L aspetto, che costituisce l obiettivo primario del Piano, è ampiamente e compiutamente definito. Effetto cumulativo 5 L effetto cumulativo viene in questo caso riferito all esito del Piano nel suo complesso. Reversibilità 5 La sottrazione di risorsa è, in questo caso, irreversibile trattandosi di una risorsa non rinnovabile. Il Piano mette in evidenza come, complessivamente, l esito delle attività sia sostenibile in relazione alle esigenze e agli obiettivi prefissati. Rischi per la salute 1 Estensione degli effetti 2 Valore e vulnerabilità dell ambiente 3 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 1 Mediamente l aspetto non presenta particolari rischi per la salute e per l ambiente. 4.6 ALTERAZIONE DEI FLUSSI IDRICI 48

------- Di seguito è riportata la stima della variazione di deflusso superficiale per ciascun ambito. Significatività del parametro: Probabilità 3 Durata 3 Frequenza 5 Significatività 11 Il parametro risulta significativo. Per l analisi dell aspetto si suddividono gli ambiti/poli in due categorie: gli ambiti/poli ubicati lungo le aste fluviali e gli ambiti/poli non ubicati lungo le aste fluviali. Per questi ultimi tale aspetto non presenta particolari criticità e può essere risolto adottando gli opportuni accorgimenti nella realizzazione della rete di captazione e deflusso delle acque superficiali sia in fase di lavorazione che di recupero. L aspetto presenterà maggiori criticità per gli ambiti che si trovano lungo le aste fluviali. A scala di Piano risulta difficile fare una stima degli effetti che si produrranno su ciascun ambito/polo, risulta quindi necessaria, in fase progettuale, una dettagliata analisi del fenomeno con l individuazione di eventuali sistemi di mitigazione. L aspetto è contemplato dalla normativa del Piano sia per la fase di lavorazione che per il successivo recupero con la formulazione di criteri e prescrizioni. Influenza del Piano 2 Il Piano può influire solamente sulla pianificazione della coltivazione all interno degli ambiti/poli. Grado di controllo 4 49

------- L aspetto risulta adeguatamente considerato e normato entro il Piano. Effetto cumulativo 4 Gli effetti teoricamente applicabili delle attività di estrazione in merito all aspetto potrebbero risultare i seguenti: - accelerazione o rallentamento dei tempi di corrivazione; - maggiore erosione dei suoli e trasporto solido; - fenomeni di erosione concentrata a valle delle opere di regimazione di cantiere. Di fatto si nota come la superficie totale interessata dalla pianificazione, anche nel caso non probabile di una contemporanea coltivazione di tutti gli ambiti, è di scarsa incidenza rispetto alla superficie totale del bacino idrografico. Questo fatto, unito alla parziale compensazione degli effetti tra ambiti di estrazione (accelerazione del deflusso delle superfici decorticate rallentamento nelle superfici a deposito e/o recupero), non pone particolari esigenze in merito alla cumulazione degli effetti. In merito ai fenomeni di erosione concentrata potenzialmente indotti dalle opere di regimazione è opportuno verificare che questi risultino contenuti e non si sommino ad eventuali fattori diversi concorrendo a produzione di fenomeni di instabilità in zone sensibili. Sarà pertanto necessario che i singoli progetti risolvano, come previsto e normato, le singole necessità di regolazione del deflusso valutando la sensibilità agli effetti previsti dei terreni sottostanti. Reversibilità 1 50

------- Le norme relative al recupero finale dei siti prevedono, tra le altre esigenze, il recupero delle condizioni di deflusso naturale delle acque. La diminuzione di superfici decorticate o a bassa permeabilità, sostituite da superfici a bosco o a pascolo, e la diminuzione complessiva delle pendenze conseguenti alle attività e frutto delle linee generali dettate per i ripristini finali consentiranno una complessiva diminuzione dei coefficienti di deflusso e una minore erosione dei suoli entro le superfici interessate. L aspetto risulta quindi, oltre che totalmente reversibile, risulta investito da un impatto di segno positivo per effetto delle attività pianificate. Rischi per la salute 1 Estensione degli effetti 3 Valore e vulnerabilità dell ambiente 3 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 2 In merito all aspetto non sono rilevabili particolari rischi per l ambiente o per la salute riconducibili all attività ad eccezione di quelli sopra richiamati in merito alla cumulazione degli effetti. Unica alterazione significativa che può essere potenzialmente applicata è quella relativa al trasporto solido che, in caso di non idonea regimazione delle acque, può verificarsi. 4.7 CONSUMO DI ACQUA Significatività del parametro: Probabilità 5 Durata 4 Frequenza 4 Significatività 13 Il parametro risulta significativo. 51

------- Il consumo di acqua nella conduzione di attività estrattive è limitato all abbattimento delle polveri negli impianti di frantumazione e vagliatura del materiale e alle attività di depolverizzazione di piste e piazzali interni. Come indicato nel capitolo relativo agli scarichi idrici, in caso di presenza di impianti di lavorazione, si suggerisce di gestire le acque di prima pioggia derivanti dai piazzali attraverso piccoli bacini interni all area di cava in modo da poter riutilizzare l acqua immagazzinata. In ogni caso l acqua raccolta dai bacini di decantazione della rete di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche può essere destinata a tali usi. Il consumo di acqua quindi risulta trascurabile a scala di Piano. Influenza del Piano 3 Il Piano non ha influenza diretta sull aspetto che può essere meglio affrontato e risolto entro strumenti diversi. Grado di controllo 2 Il Piano prende in considerazione l aspetto per quanto di competenza. Effetto cumulativo 1 Visto che il consumo in ciascun ambito è stimato come trascurabile, l effetto viene considerato non cumulabile. Reversibilità 1 L aspetto è strettamente legato allo svolgersi dell attività e ha termine con la stessa. 52

------- Rischi per la salute 1 Estensione degli effetti 2 Valore e vulnerabilità dell ambiente 4 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 1 In ragione dell importanza della risorsa acqua si è dato un punteggio maggiore al valore e alla vulnerabilità del ambiente sensibile all aspetto. Vista la scarsa rilevanza del consumo di acqua non si ravvedono particolari rischi per la salute e/o problematiche in merito al livello di qualità della vita. 4.8 SCARICHI IDRICI, INQUINAMENTO ACQUE Le acque meteoriche defluendo all interno dell area di coltivazione erodono le superfici scoperte e i cumuli di materiale lavorato trasportando in sospensione la parte più fine del materiale. Le acque che quindi arrivano ai corpi idrici recettori risultano caratterizzate, se non controllate, da una concentrazione di solidi sospesi che può alterare il livello di qualità dei corsi d acqua. Il D.Lgs 152/06 all art.113 demanda le competenze sulle acque meteoriche e di dilavamento a livello regionale prevedendo, in determinati casi, l obbligo di autorizzazione per gli scarichi di acque meteoriche, la separazione e lo specifico trattamento delle acque di prima pioggia derivanti da superfici potenzialmente contaminate. Tali acque sono sottoposte alla disciplina delle Acque di prima pioggia e di lavaggio da aree esterne (art. 39 D.Lgs. 152/99). In particolare si fa riferimento alla Deliberazione di giunta Regionale regione Emilia-Romagna del 14 febbraio 2005 Direttiva concernente indirizzi per la gestione delle acque di prima pioggia e di lavaggio da aree esterne (art. 39 D.Lgs.11 maggio 1999, n. 152) e alla Deliberazione di giunta Regionale 1860/2006 Linee guida di indirizzo 53

------- per la gestione acque meteoriche di dilavamento e acque di prima pioggia in attuazione alla deliberazione G.R. n. 286 del 14/02/2005. Le attività estrattive rientrano nel caso 2 del punto 8 della suddetta direttiva, poiché per tali attività Il dilavamento delle superfici scoperte, in relazione alle attività che in esse si svolgono o agli usi previsti, non si esaurisce con le acque di prima pioggia bensì si protrae nell arco di tempo in cui permangono gli eventi piovosi. In linea generale tali condizioni si realizzano quando non sono state adottate le misure atte ad evitare/contenere, durante il periodo di pioggia, il dilavamento delle zone nelle quali si svolgano fasi di lavorazione o attività di deposito/stoccaggio di materie prime/scarti o rifiuti. Sempre in base alla direttiva per queste casistiche trovano applicazione le seguenti disposizioni: le acque meteoriche di dilavamento si qualificano a tutti gli effetti come acque di scarico da assoggettare alla disciplina ed al regime autorizzativo previsto dal decreto. A questo fine tali acque sono definite come acque reflue di dilavamento. per il recapito in corpo idrico superficiale e sul suolo detta qualificazione comporta il rilascio dell autorizzazione allo scarico ai sensi del decreto da parte dell Autorità competente; ne consegue che tali acque dovranno essere sottoposte a trattamenti adeguati che consentano il rispetto dei valori limite di emissione previsti per le acque reflue industriali alle quali, di fatto, sono riconducibili per natura e per processo di formazione dello scarico. Nel caso di recapito sul suolo valgono le disposizioni di cui all art. 29, comma 1, lettera c del decreto. 54

------- Nel caso specifico di attività estrattive, la D.G.R. 286/2005 disciplina e specifica distinguendo tra le aree in cui sono ubicati gli impianti di frantumazione e di lavaggio e le aree dove si svolge l attività estrattiva (sia essa ghiaia, sabbia, argilla, roccia, etc. ). Nel primo caso sono soggetti alla direttiva di cui sopra con quanto concerne. Nel secondo caso, di attività estrattiva vera e propria, sono esclusi (4.3 Precisazioni applicative per particolari settori di attività- B): trattasi di aspetti di aspetti connessi alla regimazione delle acque meteoriche che dilavano in condizioni naturali una superficie di suolo. Vista la rilevanza ambientale dell aspetto e la sua interconnessione con gli aspetti già citati dell alterazione degli scorrimenti superficiali da un lato e con quello del consumo di acqua dall altro, in sede di progetto (piano di coltivazione e progetto di coltivazione) dovrà essere opportunamente trattato con specifica analisi il complesso delle esigenze connesse al bilancio idrico dell attività (comprese le esigenze di difesa del suolo) quantificando tutte le componenti e formulando le migliori e specifiche soluzioni che diano risposta unitaria alle diverse problematiche. 4.8.1 Valutazione del parametro Significatività del parametro: Probabilità 5 Durata 4 Frequenza 2 Significatività 11 Influenza del Piano 3 Il Piano non interviene direttamente sull'aspetto che è regolato da specifica normativa. 55

------- Grado di controllo 1 Effetto cumulativo 2 L'effetto cumulativo dell'aspetto può presentare caratteri di criticità solo in condizioni diffusamente anomale e in assenza di controllo. In tal caso infatti potrebbe generarsi un eccesso di torbidità delle acque superficiali in occasione di periodi di scarsi deflussi. Reversibilità 2 L'aspetto è legato alle attività e ha generalmente termine con la cessazione di queste. Unico effetto reversibile su tempi maggiori di quelli della durata del Piano è l'eventuale alterazione dell'ecosistema acquatico conseguente a scarichi non conformi. Tale evenienza appare, allo stato dell'analisi, come improbabile. Rischi per la salute 1 Estensione degli effetti 2 Valore e vulnerabilità dell ambiente 3 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 3 I rischi connessi ai possibili effetti sono prevalentemente legati allo scadimento della qualità delle acque superficiali e del relativo ecosistema possibili solo in caso di incidente. 4.9 CONSUMO DI ENERGIA - Il consumo di energia indotto dalle attività pianificate può essere distinto, per una migliore trattazione dell aspetto nel suo complesso, in tre componenti principali: 56

------- - consumo di carburanti nella fase di trasporto; - consumo di carburanti nella fase di escavazione; Per quanto attiene al consumo di carburante in fase di trasporto l aspetto esula dal controllo del presente Piano. Una valutazione di questa componente compete infatti al livello di PIAE dove è possibile prevedere, per il possibile, una ottimale distribuzione delle quantità e delle tipologie di materiale disponibile in relazione alla prevedibile distribuzione territoriale dei fabbisogni. In merito al consumo di carburanti nella fase di escavazione si rileva come tale componente sia connessa al livello di progetto, pertanto si ritiene qui di fornire alcune indicazioni che meglio possono orientare le scelte di progetto e la valutazione delle stesse in sede di VIA/Screening. Il consumo di carburanti in fase di escavazione del materiale può essere ridotto attraverso una corretta pianificazione delle attività e collocazione dei piazzali e degli impianti tali da limitare gli spostamenti del materiale. Negli ambiti/poli dove è prevista l estrazione di pietra da taglio potranno essere valutate tecniche di lavorazione che minimizzino l impiego dei mezzi in special modo per la fase di rimozione del cappellaccio. È infatti questa la fase con maggior impiego della potenza dei mezzi e, altresì, di maggior produzione di polveri. A tal fine sarà quindi opportuno che il progetto e il piano di coltivazione prevedano, e valutino nei diversi aspetti connessi, l eventuale impiego di esplosivo. 4.9.1 Valutazione del parametro Significatività del parametro: Probabilità 5 57

------- Durata 4 Frequenza 5 Significatività 14 Il consumo di energia per l'attività è legato all'utilizzo di mezzi d'opera per l'escavazione e il trasporto dei materiali (carburanti). In merito si nota che: è compatibile con il tipo di attività e di risorsa; appare, nel complesso delle attività pianificate, di scarso rilevo generale; le metodologie di scavo, i mezzi e i macchinari impiegati sono, nel complesso, tecnologicamente adeguati. Ancorché l'aspetto risulti, in generale, significativo e pertanto applicabile nello specifico delle attività pianificate non appare rilevante. Influenza del Piano 2 L'aspetto non attiene specificatamente all'ambito di competenza del Piano. Grado di controllo 1 L'aspetto non è rilevato come specificatamente significativo e di rilevanza per le caratteristiche delle attività pianificate e pertanto non risulta considerato. Effetto cumulativo 4 I fabbisogni energetici derivanti dalle attività sono generalmente modesti e compatibili con le dotazioni locali, l'aspetto può eventualmente essere più opportunamente analizzato entro strumenti di pianificazione urbanistica sovraordinati in relazione al complesso del problema. Reversibilità 1 58

------- Il consumo di energia è direttamente legato allo svolgersi delle attività e ha termine con esse. Data la limitatezza e marginalità dell'ambito non risulta ragionevole valutare entro lo strumento la sostituzione o il bilanciamento dell'energia spesa e/o il ricorso ad energie alternative. Rischi per la salute 1 Estensione degli effetti 1 Valore e vulnerabilità dell ambiente 3 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 1 Per la sua valenza specifica e le sue caratteristiche non si ritiene che l'aspetto richieda particolari misure di controllo e/o monitoraggio. 4.10 EMISSIONI DI GAS E POLVERI IN ATMOSFERA Significatività del parametro: Probabilità 5 Durata 4 Frequenza 3 Significatività 12 In relazione all'aspetto possono essere fatte considerazioni analoghe a quelle relative alla produzione di rumore. Per quanto attiene alle emissioni dei mezzi d'opera, alle polveri e ai fenomeni connessi all uso di esplosivi, infatti, questi sono aspetti di interesse esclusivamente locale, da valutarsi in sede di valutazioni ambientali dei progetti, e di entità assoluta comunque modesta. Nella successiva Tabella 2 sono riportate le principali pratiche di controllo e bonifica degli impatti legati alle emissioni di particolati aerodispersi, tali pratiche consentono di mitigare tale impatto attraverso una specifica pianificazione delle lavorazioni. 59

------- Il criterio e i risultati dell'analisi utilizzati per la valutazione dell'aspetto rumore sono implicitamente riferibili anche ai presenti. La significatività dell'aspetto risulta maggiore per livelli di approfondimento ulteriori più che non a scala di Piano. Influenza del Piano 3 Gli aspetti non rientrano direttamente nell'ambito di competenza del Piano in quanto rilevati come di interesse limitato agli ambiti. Grado di controllo 1 Le attività estrattive sono soggette a quanto disposto dall art. 269 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, pertanto, come previsto nelle norme tecniche di attuazione del piano, tali attività devono richiedere alla Provincia competente l autorizzazione alle emissioni in atmosfera. Tale norma vale anche per le cave in atto al momento dell approvazione del presente Piano che, sulla base di quanto disposto dall art. 281 del medesimo decreto, devono adeguarsi alla norma in vigore. Effetto cumulativo 2 Come per la produzione di rumore, l effetto cumulativo di questo aspetto può rivelarsi eventualmente significativo, in relazione ai livelli di qualità della vita, per la sovrapposizione di effetti di ambiti limitrofi in prossimità di zone sensibili (abitati). Appare quindi opportuno prendere in considerazione l aspetto entro la procedura di screening dei singoli ambiti. Reversibilità 1 60

------- Gli effetti attesi possono eventualmente incidere relativamente alla qualità della vita più che non costituire rischio per la salute, in ragione di ciò sono considerabili come totalmente reversibili al termine delle attività. Rischi per la salute 5 Estensione degli effetti 3 Valore e vulnerabilità dell ambiente 3 Superamento livelli di qualità e/o di valori limite 2 I rischi connessi all'aspetto sono prevalentemente rivolti agli ambienti di lavoro. Come tali esulano dallo specifico campo di applicazione del Piano essendo oggetto di specifiche normative di tutela della salute dei lavoratori. La valutazione degli effetti indotti sulla salute dei lavoratori dovrà essere oggetto del controllo sanitario periodico. L'ambiente, per le caratteristiche dello stesso e l'intensità prevista degli effetti, non risulta al contrario particolarmente sensibile. Gli effetti sul fattore aria dovuti all attività estrattiva sono essenzialmente legati alla produzione di polveri e, in subordine, ai fumi emessi dai mezzi e dagli impianti di escavazione e condizionamento dei materiali e dai mezzi di trasporto. Elenco delle principali pratiche di controllo e bonifica degli impatti legati alle emissioni di particolati aerodispersi 9. 9 IReR Analisi tecnico-scientifica sui criteri operativi di riduzione, in ottica di sviluppo sostenibile, dell impatto ambientale da agenti chimici e fisici nelle attività estrattive, Project leader: Daniela Gregorio 61

------- Operazione/Sorgente Scopertura del giacimento e gestione del materiale di copertura Estrazione Drilling and Blasting Taglio (lapidei ornamentali) Carico e scarico del materiale Trasporto interno Nastro trasportatore Pale e/o dumper Trattamento (frantumazione e vagliatura) Pratiche di riduzione del rumore - Pianificare l operazione in periodi non secchi o particolarmente ventosi - Limitare la durata delle operazioni al minimo indispensabile - Limitare le superfici esposte al minimo indispensabile per la coltivazione - Collocare i cumuli in aree non esposte ai venti più frequenti ed intensi oppure predisporre barriere di protezione - Mantenere una limitata altezza dei cumuli - Inerbire prontamente i cumuli di materiale da stoccare a lungo - Spruzzare regolarmente con acqua (ed eventuali additivi) i cumuli non inerbiti o coperti - Minimizzare le movimentazioni di materiale - Orientare i fronti in modo da ridurre l esposizione ai venti prevalenti - Selezione delle tecnologie con emissioni contenute e programma di manutenzione - Utilizzare i dispositivi di aspirazione della polvere a bocca foro istallati sulle perforatrici - Perforare ad umido - Rimuovere le parti fini create con la perforazione prima del brillamento - Eseguire il borraggio dei fori a regola d arte - Evitare i brillamenti in momenti di vento particolarmente intenso - Eseguire il taglio ad umido - Organizzare un sistema di raccolta delle acque di sedimentazione e smaltimento delle parti solide - Spruzzare con acqua il materiale abbattuto prima delle operazioni di carico - Ridurre l altezza di caduta nelle operazioni di carico e scarico - Collocare piste o tracciato del nastro trasportatore in zone non esposte ai venti prevalenti - Predisporre cortine alberate o barriere artificiali a protezione dei ricettori sensibili - Ottimizzare le distanze tra punto di carico e scarico - Coprire il nastro - Spruzzare con acqua il materiale - Proteggere dal vento i punti di alimentazione, trasferimento e scarico - Utilizzare raschiatori per la pulizia del nastro, con raccolta e smaltimento del materiale asportato - Limitare la velocità di transito dei mezzi - Rivestire piste e piazzali e mantenerli puliti - Bagnare regolarmente con acqua (ed eventuali additivi) le superfici non rivestite - Coprire i cassoni dei dumper su lunghe percorrenze - Scelta degli impianti e programma di manutenzione - Collocare gli impianti in zone non esposte ai venti prevalenti - Predisporre cortine alberate o barriere artificiali a protezione dei ricettori sensibili - Confinare l impianto in struttura chiusa - Proteggere dal vento e spruzzare con acqua i punti di 62

------- Stoccaggio del materiale in cumulo alimentazione - Collocare i cumuli in zone non esposte ai venti prevalenti - Predisporre cortine alberate o barriere artificiali a protezione dei ricettori sensibili - Ridurre l altezza di caduta del materiale - Adottare maniche telescopiche allo scarico dal nastro trasportatore - Spruzzare regolarmente con acqua (ed eventuali additivi) i cumuli - Ridurre l altezza dei cumuli - Minimizzare le movimentazioni dei materiali Tabella 2 pratiche di controllo emissioni di particolato 4.11 BRILLAMENTO MINE In base alle consuete metodologie di coltivazione può essere previsto, per l estrazione di pietra da taglio, l impiego di tecniche di abbattimento tramite esplosivo. In particolare l esplosivo può venire impiegato, per la rimozione del cappellaccio o per la coltivazione delle porzioni più tenaci del banco. Nel primo caso la frequenza risulta limitata a circa una volta al giorno per la durata della fase di lavorazione, mentre nel secondo, limitato alle cave di materiale in blocchi, la frequenza è di circa 2 3 volte al giorno. In termini di emissioni in atmosfera e acustiche l utilizzo prolungato ed intensivo di mezzi meccanici porta alla creazione di scenari sicuramente maggiormente impattanti e più difficilmente controllabili rispetto a quelli conseguenti all utilizzo di esplosivo. Per quanto riguarda gli impatti causati dall utilizzo di esplosivo tra questi, di varia natura, si rimarcano in particolare i seguenti: rumore; vibrazioni; produzione di polveri; 63

------- 4.11.1 Rumore Tale aspetto andrà trattato in sede di VIA/screening. La valutazione di tale aspetto dovrà, da un lato, verificare il rispetto dei limiti di emissione sonora previsti dalla legislazione, e, dall altro, verificare gli effetti che l onda d urto provocata dalle esplosioni arrecherà ai recettori più vicini in termini di vibrazioni indotte. Da quanto risulta da studi effettuati sulle popolazioni residenti nelle immediate vicinanze di cave, il disagio dovuto al rumore provocato dalle esplosioni è provocato non tanto dall intensità del suono quanto dal fatto che questo arriva all improvviso, inatteso. Un fischio di sirena immediatamente prima e durante il brillamento della volata riduce il disagio, in quanto mette la gente all intorno in stato di preallerta per l improvviso rombo dell esplosione. 10 A livello di piano l impatto rumoroso indotto dal brillamento mine non risulta rilevante, mentre è necessaria una sua valutazione e una sua corretta gestione a livello di ciascun ambito estrattivo. 4.11.2 Vibrazioni Le vibrazioni indotte dal brillamento delle mine sono di natura diversa: vibrazioni causate dall onda d urto dell esplosione che si diffondono in aria e vibrazioni trasmesse attraverso il terreno. Gli effetti causati dalle vibrazioni che si trasmettono attraverso l aria andranno affrontati all interno della relazione di impatto acustico, mentre per le vibrazioni che si trasmettono attraverso il terreno di seguito si dettagliano i possibili effetti indotti. 10 R.Folchi, L.Minicillo, F.Santandrea - Demolizioni con esplosivi in centri urbani L ingegnere Italiano n.230 Aprile 1992 64

------- È necessario precisare che in base alle consuete metodologie di coltivazione la carica necessaria alla frantumazione del materiale è ripartita all interno di fori disposti nel terreno in base ad una precisa geometria. Le cariche presenti all interno dei fori non vengono brillate contemporaneamente, vengono normalmente utilizzati dei relais che ritardano l esplosione delle cariche in modo da impedire la sovrapposizione delle onde d urto conseguenti. 4.11.2.1 Approfondimenti in merito ai possibili danni legati alle vibrazioni indotte dall uso di esplosivo. Quando viene eseguita un operazione di sparo di esplosivo una parte di energia liberata viene convertita in vibrazioni trasmesse al terreno. Il mezzo, suolo o roccia, attraverso il quale l onda sismica si propaga viene considerato un mezzo elastico composto da innumerevoli particelle. Il moto di tali particelle è generalmente classificato in due principali suddivisioni: onde superficiali e onde profonde. Ulteriori suddivisioni identificano le onde Rayleigh, con moto circolare o rotazionale, onde P (onde di compressione) e onde S (onde di taglio). Il movimento del terreno consiste in una combinazione di tutte queste forme di onde. Vi sono numerosi modi per misurare l intensità di tali onde tramite lo spostamento delle particelle, la velocità di oscillazione o l accelerazione. La velocità di picco delle particelle è il parametro che, unitamente alla frequenza di vibrazione, viene considerato il più appropriato e accurato indicatore di possibile danno da uso di esplosivo. Per lungo tempo la velocità delle particelle è stata utilizzata come solo indicatore di possibile danno e numerose sono state le proposte di limiti basate su di essa di cui si riportano esempi nella tabella seguente: 65

------- Langefors et al., 1978 (limiti di apparizione del danno) Edwards e Northwood, 1960 Dvorak 70 mm/s in rocce dure 35 mm/s in rocce mediamente dure 18 mm/s in materiali non consolidati 50 mm/s della componente longitudinale in corrispondenza delle fondazioni da 10 a 30 mm/s: limite di apparizione del danno da 30 a 60 mm/s: danni lievi sopra 60 mm/s: danni rilevanti Successivi lavori eseguiti in numerosi paesi europei, in Canada e in Australia hanno proposto diversi valori di velocità massima delle particelle come limite per evitare danni alle costruzioni, tutti i valori proposti variano tra 10 e 20 mm/s. Più recenti ricerche hanno messo in evidenza come lo spettro delle frequenze del movimento vibratorio sia altrettanto o più importante della velocità di vibrazione nella valutazione del danno potenziale. Ciascuna struttura infatti, quando eccitata vibra ad una frequenza naturale fondamentale. La massima risposta di un edificio alle vibrazioni indotte dall esplosivo interviene quando la frequenza a cui vibra il terreno corrisponde alla frequenza naturale della struttura, è in tal caso infatti che viene trasmessa all edificio la quantità massima di energia. Per una medesima velocità delle particelle sarà pertanto meno probabile il verificarsi di un danno per frequenze alte (>40 Hz) che non per una frequenza dominante bassa. Numerosi studi hanno infatti verificato come le frequenze di vibrazione per diverse strutture siano tipicamente inferiori a 20 Hz. Le diverse normative oggi adottate tengono pertanto in considerazione gli effetti che le basse frequenze possono causare per le diverse velocità di picco delle particelle. Pur non esistendo, per il nostro paese, una specifica normativa, tra i riferimenti più utilizzati e qui applicabili per la determinazione di opportuni limiti di sicurezza vi sono: 66

------- - UNI 9614: Misura delle vibrazioni negli edifici e criteri di valutazione del disturbo. - UNI 9916: Criteri di misura e valutazione degli effetti delle vibrazioni sugli edifici ; - DIN 4150 parte terza Le vibrazioni nelle costruzioni: effetti sui manufatti. Le norme UNI citate derivano sostanzialmente dalle DIN e stabiliscono un prospetto del rapporto tra le velocità e le relative frequenze ritenuto accettabile per la garanzia di integrità delle diverse costruzioni come di seguito riportato in forma tabellare e grafica. 67