Tatonno e Ciruccio (Atto breve di D. Meles)

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Transcript:

Titolo: Tatonno e Ciccillo Genere: prosa n atti: 1 n personaggi: 2 Durata: 20 Rappresentata: 2003 Due amici disoccupati decidono di intraprendere la carriera artistica, per la precisione, uno, quale cantante, l altro, quale chitarrista. La scelta è stata effettuata in base al fatto che i due sono più che convinti che questa è l unica possibilità di guadagnare tanto e lavorare poco. Però, durante il percorso, Tatonno, rendendosi conto dei limiti scaturienti dalla inesistente conoscenza dell arte canora, decide di iniziare a studiare con un maestro e consiglia a Ciccillo di fare la stessa cosa, con un insegnante di chitarra. Si lasciano quindi con l impegno di ritrovarsi per il prossimo impegno, preparati, ognuno per le proprie competenze artistiche. La scena ha inizio proprio il giorno di questo incontro. Incontro che evidenzia come l approssimatività nel voler fare le cose, la mancanza di umiltà, la poca serietà professionale e la mancanza di cultura, possano determinare una mancanza di rispetto sia per pubblico, ma anche per se stessi. Nulla si crea dal nulla, lo studio, l esperienza e la conoscenza dei propri limiti sono alla base di tutte le attività. Infine è importante comprendere che la propria bravura deve essere, riconosciuta dagli altri non serve a nulla ed a nessuno, il vantarla in prima persona.

- 10 EPISODIO Personaggi : Tatonno passeggia nervosamente e guarda l orologio. T.- è semp a solita storia, je l è dico e venì puntuale, e chillo nun so fa passa manco p a capa. Ma appena vene me sente. ( arriva Ciruccio ) C.- Né Tatò, tu gia staje ccà! T.- prima di tutto t aggio ditto mille vote e nun me chiammà Tatò!, je me chiammo Antonio, ce simmo spiegate!... al massimo Tony. C.- e va buò Tatò. T.- ancora? ma allora vuò romper a società? C.- jammo nun te piglia collera o saje ca je pazzeo. Mò parlammo e cose serie T.- ma pecché je steve forse cuntanno barzellette? C.- stammo nu pucurille pigliate e sole stammatina, è overo? T.- Tu pazzie, tanto pe t ho fa sapé, l appuntamento era e 9 e mo song e 10 passate e. C.- aggio truvat o traffico, c aveva fa, vulavo? T.- ma si te fusse aizzato primma. C.- nun è possibile, T.- comm è nun è possibile? C.- o miereco me l ha ditto chiaramente: Cirù, si vuò sta buono i a durmì almeno ott ore.. T.- embé? C.- e je dormo just ott ore!. Devi sapere ca pe nun sbaglià, a sera, primm è ire a cuccà, me faccio buon e cunte e mecc a sveglia justo, justo ott ore doppo. T.- e chesto che significa, vo dicere ca tu, sapenno ca tenive n appuntamento cu mme, te iv a cucca primma! C.- giusto!. nun c avevo penzato, va buò, sarrà pa prossima vota, mò, famme capì, c avimm a fa? T.- avimmo a fa e prove ca dimane tenimmo n impegno importante. C.- ma che provamm a fa tanto je nun saccio sunà, tu nun saje cantà, a gente nun se n è maje accorta, jammo buono commo stammo. T.- si? bellu guagliò, si tu vuo rimané sempe na mezza cazzetta, je no!, pirciò, pigli a chitarra e accuminciammo a fa doje scale C.- è indispensabile? T.- certamente, ma pecché? C.- stong ancora miezz addurmuto e nun saccio si c ha faccio a sglì. T.- ma addò vuò saglì? C.- ncopp a sti scale! T.- fa poc o spiritoso, ignorante! e scale songo chelli musicale, tu te faje ncopp a chitarra, e je cu a voce. Jammo, priparate c accuminciammo. Damm a nota p accurdà a voce C.- ecco qua, pronti. T.- pigli o LA C.- c aggi a piglià? T.- LA! C.- LA l aggio capito, ma che cosa? T.- miezze scemo, LA è a nota LA! C.- ma nun t ha pozzo da ccà! T.- Tatò, cerc e nun perdere a pazienza., C.- o vide c aggio ragione je, tu te chiame Tatò! T.- che c azzecca, je me pozzo chiammà commo me par e piace, tu no!... comunque dammell a ddò vuò tu, basta ca ce muvimmo C.- e no, je già si stongo fermo è nu miraculo si riesc a sunà quacchecosa, si m aggio a movere, nun rispondo d o risultato. T.- è meglio c accuminciammo damme sta nota, anze scigliene una a piacere tuojo, però dimme che nota piglie.. C.- è importante?

T.- è certo je aggio a sapé chello che me daje. C.- si te dong o MI te piace T.- chillo c ho daje a soreta! C.- che capito je parlavo d o MI ncopp a chitarra.. T.- e je o tuojo nun o voglio a nisciuna parte! C.- allora che te dongo? T.- ma comm aggi a fà cu te,. Nu chitarrista accompagnatore nun dice: che te dongo?.. dice: che vuoi d appoggio? C.- e va bene, commo vuò tu, te l appoggio? T.- Ciru! Pigliame nu DO, e nun ne parlammo cchiù! ( si prepara con la chitarra e prima di suonare la nota ) C.- allora in Do sta bene? T.- ma a tte che te ne nmporta, chiste so fatte de mje. ( suona una nota bassissima, Tonino cerca di prendere la nota ma emette solo un lamento straziante e cupo ) T.- DOoooooo! ( Ciro ridacchiando ) C.- Par a sirena e na nave.. T.- ce sta poc a fa o spiritoso, pecché me l e acalata e chesta manera? C.- je nun t aggio acalato niente, vire buono ca forze t è scurdat a currea T.- ma che staje ammaccanno, fa o serio e piglia stu DO cchiù aveto! ( Ciro risuona una nota un ottava più alta, e toni nemmeno riesce a prenderla esce solo una vocale stracciata ) T.- DOooooooooo aaarchhhh!. C.- e chesta manch e bona! T.- si tu ca nun si buono, ma ch era nu Do chilla ch e pigliato? C.- ma che ne saccio, aggio pigliata na cosa T.- Cirù ma e cunusc e note ncopp a chitarra?. C.- je te l aggio ditto, jammo commo avimmo sempe fatto, ca è meglio. T.- allora nun te si proprio priparato, commo stive accussì staje!?!? C.- ma chell è complicato, je aggio tentato, ma nun ce riesco! T.- facimmo na cosa, je me faccio e scale pe me schiarì a voce e tu m accumpagne C.- pecché addò jemmo? T.- a nisciuna parte, stammo ccà! vieneme appriesso. C.- a commo vene? T.- si, tant o maestro me l ha ditto e m ha dato pure e note pe fa l esercizio ( estrae alcuni foglietti dalla tasca ed inizia a cantare ) T.- LA SOL RE LA DO MI MI. SI FA FA RE SOL SOL FA. SOL SOL FA SI FA FA RE LA SOL RE LA DO MI MI ( Ciro guardando Antonio ) C.- FA LA FA.. FA LA FA ( Antonio interdetto ) T.- ma che staje facendo? C.- te facc o coro.. T.- ma qua coro e coro, tu devi solo suonare, e capì! C.- je vulevo collabborà! T.- e collabora sunanno. C.- a proposito, lievame na curiosità, che ne saje tu e stu fatto da sora e Don Mimì? T.- chi è mo sta sora e Don Mimì?!? C.- commo tu mo, mo! l è fernuto e dicere T.- ma che cosa? nun te capisco, spiegate meglio C.- tu e ditto che a sor e Don Mimì se fa fa ncopp o sofà, e je voglio sapé commo l e saputo, ecco tutto! T.- je aggio ditto chesto? C.- e, vuò vedé ca me l aggio sunnato, je a te stev a sentì, tant è ca t aggio pure risposto: Falla Fa!. T.- No, tu nun sì mezzo scemo, tu si tutto scemo! quello è l esercizio che m ha dat o maestro.

C.- aggio capito, aggio capito. T.- no, no, famme capì pur a mme chello che capito! C.- e semplice chill o maestro s antende cu a sor e Don Mimì T.- Cirù, statte n anno zitto ca nun e capit o riest e niente! Jamm annanzo ca è meglio. ( gira un nuovo foglietto e. ) T.- LA!. SI LA!. SOL DO!. ( Ciro si guarda intorno perplesso.) C.- addò stanno! T.- SOL DO!.. LA!. SI LA!... (Ciro gira intorno e.. ) C.- a che parte, je nun e veco? T.- SOL SOL FA!. SI LA!. SOL SOL FA! (Ciro si ferma e.. ) C.- ah.. allora song e sorde da sor e Don Mimì? T.- MI SI SOL RE LA MI!.. MI SI SOL RE LA MI! C.- mo nun aggio capito.. allora e soreta? T.- no, e mammeta! ma insomma, nun sulo nun faje niente, nun me faje fa niente manc a mme! C.- ma tu. T.- basta! cu te nun se po fa nient e buono. Pruvamme na canzona ca fors e meglio. C.- che facimmo? T.- Carmela è na bambula, che dice? C.- hai ragione, specialmente quanno se mette chella minigonn. T.- ma che capito? Je dic a canzona! C.- ah.. scusa, m ero distratto. T.- accordo! (Ciro si posiziona a mo di chitarrista Rock e dimenandosi.. ) C.- d accordo! ok!. T.- Né! Uhè! C.- Madamm e misser T.- oh!.. è allora! C.- awana gana. Oghei. T.- ma ch è stato!?! C.- Ciruz ande Taton sciò. Uanema de meglio zezzenielle! T.- Né! Uhè! ma che passato?!?!.. CIROoooooo! (Ciro si ferma..) e chiste che mode so, nuje na canzon avimmo a fa, mica nu concerto rock!. Damme l accordo p accumincià. (Ciro si siede posiziona la chitarra e suona un accordo Antonio sta per iniziare poi si ferma e...) T.- suggeriscem e parole ca nun m è ricordo.. C.- accuminciammo buono! T.- fa poc o spiritoso, ca je te sento, accuminciammo, comm avimm accumincià!... C.- je però t ho dico primma sta canzone a conosco a modo mio. T.- a modo tuojo, a modo mio, comm è è abbasta ca ghiammo annanzo, vaje (Ciro risuona un accordo e inizia a suggerire.) C.- Carmela è na bombola T.- Carmela è na bombola?.. ma si sicuro? C.- Vaje Tatò, che accussì accumenci a canzona, vaje. T.- Carmela è na bombola C.- è fa o gass cu mme! T.- è fa o gass cu mme! C.- o pat e cannibale, nun m ha vò fa avvedé! T.- o pat e cannibale, nun m ha vò fa avvedé! C.- ma je aggio truvato, nu bellu ritrovato. T.- ma je aggio truvato, nu bellu ritrovato. C.- Carmela joc a tombola, pe me venì a truvà e fa fess a mammà! T.- ma nun er a papà?

C.- a mammà! T.- ma si sicuro? C.- certamente, ho dice pur a frase: è fa a fessa a mammà, nun po essere a papà te pare.. vaje annanzo tatò! T.- e fa fess a mammà! C.- c e mancat o piezz e coppa. T.- ma pecché a mamma purtava o due pezzi? C.- no, che capito, o piezzo da canzona: Carmela joc a tombola, pe me venì a truvà ; e po fa fess a mammà! T.- e giusto, è giusto! E chello ca è giusto è giusto, dunque damm a nota C.- pecché me vuò ire a fa a spesa? T.- imbecille a nota ncopp a chitarra, jammo muovete ca si no perd a concentrazione.. ( Ciro strimpella un accordo..) T.- Carmela joc a tombola, pe me venì a truvà e fa fess a papà! C.- e cu a scusa ca joc a tombola ne sta bombola saje che fa T.- e cu a scusa ca joc a tombola ne sta bombola saje che fa C.- men e nummere sott a tavula po s acala pe piglià.. T.- men e nummere sott a tavula po s acala pe piglià.. C.- sott a tavula ce stong je, T.- sott a tavula ce stong je C.- e l e dico sto ccà pe tte! T.- e l e dico sto ccà pe tte! C.- ess aunanno, aunann e nummere T.- ess aunanno, aunann e nummere C.- men o sidice nman a mme! T.- men o sidice nman a mme! C.- mah! T.- cher è stu mah! forse can un t è piaciuta? C.- no, nun dico cheto sulo che T.- sulo che, che cosa? parla! C.- ce vò o coro. T.- chiù e chello ca c aggio miso, je l aggio arignut e sentimento. C.- si ma o coro ce vò! T.- e je te dico ca ce l aggio miso! C.- ma nun è chello ca dico je, je parlo d o coro chilo ca mentre tu cante isso te risponde e T.- ignorante! Ecco lo vedi si fusse jut addò maestro parlasse e te facisse pure capì. Tu staje parlanno d o coro vacale, il coro musicale.. C.- esattamente! T.- embé quale fosse stu coro? C.- si, ma tu avissa cantà n ata vota o finale T.- quale? C.- o fatt e: ess aunanno, aunann e nummere. Ah!, aspetta nu mumento, ncopp o finale tu annanzo e je appresso ce ne uscimmo a tempo e musica. Così facciame pure l uscita alla grad artista T.- ess aunanno, aunann e nummere men o sidice nman a mme! C.- je o piglio e m arrecré je o piglio e m arrecré je o piglio e m arrecré je o piglio e m arrecré. (Antonio esce seguito da Ciro che continua ad libitum..) je o piglio e m arrecré je o piglio e m arrecré