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AMNESTY INTERNATIONAL SEZIONE ITALIANA ACQUISTA ONLINE > 13 AMERICHE MESSICO DUEMILA AMNESTY INTERNATIONAL RAPPORTO 2013 LA SITUAZIONE DEI DIRITTI UMANI NEL MONDO

RAPPORTO 2013 A dicembre è stata approvata la legge sul sistema penitenziario. Tuttavia, le precarie condizioni di vita e il sovraffollamento hanno continuato a esporre le persone detenute a elevati rischi di abusi. SISTEMA GIUDIZIARIO A dicembre, il congresso nazionale ha votato la rimozione di quattro dei cinque giudici della Corte suprema che formano la sezione costituzionale della stessa. I giudici avevano in precedenza emesso una sentenza che bloccava una legge presentata dal congresso, che si proponeva di ripulire il corpo di polizia. I giudici avevano ritenuto incostituzionali alcuni aspetti della legge. Il controverso licenziamento dei giudici è stato criticato dalla Commissione interamericana dei diritti umani, che ha esortato il governo a rispettare e garantire l indipendenza della magistratura. RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL Honduras: Public letter to the Honduran government No more killings, attacks or threats against journalists and human rights defenders (AMR 37/009/2012) MESSICO STATI UNITI MESSICANI Capo di stato e di governo: Enrique Peña Nieto (subentrato a Felipe Calderón Hinojosa a dicembre) Il governo del presidente Calderón ha continuato a ignorare le prove delle diffuse violazioni dei diritti umani, come detenzioni arbitrarie, tortura, sparizioni forzate ed esecuzioni extragiudiziali, commesse dalle forze di sicurezza e di polizia. Durante i sei anni del suo mandato alla presidenza, terminato a dicembre, sono state uccise più di 60.000 persone e 150.000 sono stati gli sfollati, a causa delle violenze collegate alla droga. I cartelli del narcotraffico e altre bande criminali si sono resi responsabili della stragrande maggioranza di uccisioni e rapimenti ma spesso hanno agito in collusione con funzionari pubblici. Il sistema di giustizia penale è rimasto fortemente viziato con il 98 per cento dei reati rimasti impuniti. Le popolazioni native sono state in particolar modo a rischio di procedimenti giudiziari iniqui. Migranti in transito sono stati vittime di attacchi, compresi rapimenti, stupri e tratta di esseri umani. Diversi giornalisti e attivisti dei diritti umani 242

AMERICHE sono stati uccisi, aggrediti o minacciati. È stato stabilito per legge un meccanismo di protezione per i difensori dei diritti umani e i giornalisti. La violenza contro le donne è rimasta diffusa. È persistita l impunità per le gravi violazioni dei diritti umani commesse durante gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta. La Corte suprema di giustizia nazionale (Suprema corte de justicia de la nación Scjn) ha inserito gli obblighi relativi ai diritti umani in sentenze di portata storica, comprese restrizioni alla giurisdizione militare. Il nuovo governo del presidente Enrique Peña Nieto ha firmato un patto con altri partiti politici, che comprende alcuni impegni in materia di diritti umani e che si ripromette di combattere i persistenti elevati livelli di povertà. CONTESTO A giugno, Enrique Peña Nieto, del Partito rivoluzionario istituzionale (Partido Revolucionario Institucional Pri) è stato eletto presidente e ha assunto la carica a dicembre. Il Pri ha inoltre ottenuto diversi governatorati statali e ha accresciuto la propria presenza all interno del congresso federale. L aspra campagna elettorale ha visto emergere un nuovo movimento giovanile di protesta sociale, Iosono132# (YoSoy132#), critico nei confronti del processo elettorale e del candidato del Pri. L insicurezza e la violenza derivate dalla risposta militare del presidente Calderón alla criminalità organizzata sono state al centro del dibattito politico. A maggio, stando alle accuse, un cartello della droga ha abbandonato 49 cadaveri smembrati a Caldereyta, nello stato di Nuevo León; a fine anno le identità delle vittime non erano state ancora stabilite. Il Movimento per la pace con giustizia e dignità ha continuato a invocare la fine della violenza e a chiedere che i responsabili fossero assicurati alla giustizia. Il governo del presidente Calderón ha posto il veto alla legge generale sulle vittime, promossa dal Movimento per la pace con giustizia e dignità, già approvata dal congresso. La legge consolidava i diritti delle vittime della violenza, compreso il diritto alla riparazione. A dicembre, il nuovo governo del presidente Enrique Peña ha annunciato che il veto sulla legge era stato ritirato. Ad agosto, nonostante l incapacità delle autorità messicane di soddisfare le condizioni in materia di diritti umani stabilite dal congresso degli Usa, nel contesto dell Iniziativa Merida, un accordo regionale sulla cooperazione alla sicurezza, il dipartimento di stato americano ha raccomandato che il congresso erogasse il 15 per cento dei fondi, soggetti alle condizioni. Durante l anno, i comitati tematici delle Nazioni Unite su discriminazione razziale, discriminazione contro le donne e tortura hanno riesaminato l adempimento del Messico agli obblighi contenuti nei trattati e hanno espresso una serie di raccomandazioni. Il Messico ha intrapreso iniziative per conformarsi alle sentenze della Corte interamericana dei diritti umani relative ai casi di Rosendo Radilla, Inés Fernández, Valentina Rosendo, 243

RAPPORTO 2013 Rodolfo Montiel e Teodoro Cabrera. Tuttavia, le vittime hanno continuato a chiedere il completo rispetto delle sentenze. PUBBLICA SICUREZZA Membri dell esercito, della marina militare e della polizia federale, statale e municipale si sono resi responsabili di diffuse e gravi violazioni dei diritti umani nel contesto di operazioni anticrimine e quando agivano in collusione con bande criminali. Il governo si è ostinatamente rifiutato di riconoscere la portata e la gravità degli abusi o la mancanza di credibilità delle indagini ufficiali. L impunità è risultata diffusa, lasciando alle vittime scarsa o nessuna possibilità di ottenere un risarcimento. La commissione nazionale sui diritti umani (Comisión nacional de derechos humanos Cndh) ha ricevuto 1921 denunce a carico delle forze armate e 802 contro la polizia federale. Durante l anno sono state espresse 21 raccomandazioni verso l esercito e la marina militare e nove verso la polizia federale. Non sono state rese pubbliche notizie relative a poliziotti perseguiti e giudicati colpevoli di violazioni dei diritti umani. Nel corso dell anno, soltanto otto membri del personale militare sono stati giudicati dal sistema di giustizia militare. DETENZIONE ARBITRARIA, TORTURA E ALTRI MALTRATTAMENTI Per ottenere informazioni e confessioni durante gli interrogatori di sospettati si è fatto spesso ricorso a detenzione arbitraria, tortura e altri maltrattamenti. La Cndh ha riferito di aver ricevuto 1662 denunce di tortura e maltrattamenti durante l anno. Non ci sono invece notizie di condanne per il reato di tortura. La detenzione preprocessuale prima dell incriminazione formale (arraigo) ha continuato a essere abitualmente impiegata dai procuratori federali e statali per trattenere i sospettati fino a 80 giorni, in attesa delle indagini. L arraigo ha gravemente indebolito i diritti dei detenuti, il cui accesso ad avvocati, familiari e assistenza medica è stato fortemente limitato, determinando un clima in cui denunce di tortura e maltrattamento erano la norma. A novembre, il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura ha invocato l abolizione dell arraigo. Tuttavia, soltanto gli stati del Chiapas, di Oaxaca e dello Yucatán ne hanno eliminato l impiego. Il 18 gennaio, tre fratelli, Juan Antonio, Jesús Iván e il quattordicenne Luis Adrián Figueroa Gómez, sono stati prelevati dalla polizia giudiziaria a Ciudad Juárez, nello stato di Chihuahua. Secondo le notizie riportate, sono stati percossi, minacciati e sono state loro inflitte scosse elettriche, allo scopo di costringerli a confessare un estorsione ai danni di imprenditori locali. Le loro dichiarazioni sono state registrate in un video e inserite negli atti processuali. Tuttavia, le autorità hanno ignorato i segni di tortura al momento della convalida della custodia a carico dei tre, che hanno poi sporto denuncia. A fine anno non c erano notizie di alcuna indagine avviata a seguito delle loro accuse. 244

AMERICHE Il 1 dicembre, le violente proteste scoppiate a Città del Messico contro l insediamento del nuovo presidente hanno portato a 97 arresti. La maggior parte delle persone detenute è stata rilasciata nei giorni successivi. La commissione dei diritti umani del distretto federale ha documentato casi di maltrattamento e tortura, oltre che detenzioni arbitrarie. Il 27 dicembre, i 14 detenuti che rimanevano in carcere sono stati rilasciati su cauzione. Non sono state rese disponibili informazioni relative alle indagini sui presunti abusi commessi dalla polizia. USO ECCESSIVO DELLA FORZA ED ESECUZIONI EXTRAGIUDIZIALI La Cndh ha registrato almeno 25 uccisioni di passanti in scontri armati tra bande criminali e forze di sicurezza. L incapacità di indagare pienamente sulla maggior parte delle uccisioni ha impedito l identificazione di molte delle vittime, il chiarimento delle circostanze in cui erano avvenute e la persecuzione dei responsabili. Il 3 febbraio, un uomo nativo, Carmen Puerta Carrillo, è morto dopo essere stato raggiunto da alcuni spari mentre guidava nei dintorni di una base militare, nella comunità di Baborigame, nella municipalità di Guadalupe y Calvo, dello stato di Chihuahua. Testimoni oculari hanno riferito che i soldati avevano aperto il fuoco senza preavviso o senza che ci fosse stata una provocazione. Secondo le notizie ricevute, le autorità militari hanno ammonito i familiari a non perseguire le vie legali. La Cndh ha reso pubblico a marzo un rapporto incriminante sull uccisione di due studenti della scuola superiore di formazione per insegnanti, nella zona rurale di Ayotzinapa, nello stato di Guerrero, avvenuta durante le proteste del dicembre 2011, e sulla tortura e il maltrattamento di altri studenti. Il rapporto stabilisce il coinvolgimento delle autorità federali e statali negli abusi. Tre funzionari statali sono finiti in carcere ma molti altri nell arco dell anno non erano stati ancora assicurati alla giustizia. A maggio, Vidulfo Rosales, un avvocato per i diritti umani che lavorava al caso, ha ricevuto una minaccia di morte. SPARIZIONI FORZATE A dicembre, un rapporto fatto trapelare dall ufficio del procuratore generale federale indicava che durante l amministrazione del presidente Calderón in tutto il paese c erano state almeno 25.000 denunce di rapimenti, sparizioni e persone scomparse. La responsabilità della maggior parte dei rapimenti era da attribuire a bande criminali ma in alcuni casi erano coinvolti anche funzionari pubblici. La Cndh stava indagando su 2126 casi di sparizioni forzate denunciate. Nella maggior parte dei casi il destino delle vittime è rimasto sconosciuto. Le autorità sono state spesso riluttanti a indagare sui casi, in particolare quelli relativi a sparizioni forzate, lasciando ai familiari l onere di condurre da soli le inchieste per stabilire la sorte dei loro cari, spesso a grave rischio di ritorsioni da parte dei perpetratori. In alcuni stati, i familiari delle vittime sono stati trattati con disprezzo e le autorità hanno avanzato accuse infondate sul presunto legame delle vittime con la criminalità organizzata. Negli stati di Coahuila e Nuevo León, le vittime e le organizzazioni di tutela dei diritti umani hanno ottenuto l im- 245

RAPPORTO 2013 pegno delle autorità locali a riesaminare i casi e a prevedere ricerche rapide e risposte investigative per le denunce di sparizioni. Gli impegni assunti dal governo federale di creare una banca dati a livello nazionale per le persone scomparse sono rimasti disattesi. Secondo la Cndh, i cadaveri non identificati erano almeno 15.921 e più di 1400 i resti riesumati da fosse comuni clandestine. A marzo, il Gruppo di lavoro sulle sparizioni forzate e involontarie ha reso pubblico un rapporto che sottolinea dati allarmanti sulle sparizioni forzate e l impunità in Messico. A novembre, nello stato di Nuevo León, è stata approvata una legislazione che istituisce il reato di sparizione forzata. Di fatto, in tutti gli altri stati e a livello federale, la sparizione forzata non è considerata un reato specifico, come stabilito dagli standard internazionali. Il nuovo governo si è impegnato a rettificare questo aspetto. A maggio, secondo le notizie ricevute, Moisés Orozco Medina è stato detenuto da membri della polizia locale, nella municipalità di Uruapan, nello stato di Michoacán. Le autorità hanno negato di sapere qualcosa della sua detenzione e, a fine anno, non era stato chiarito dove si trovasse. Suo fratello e suo padre erano stati rapiti da uomini armati nel 2009 e nel 2008; di loro non si è saputo più nulla e a fine anno le autorità dello stato non avevano fornito informazioni riguardanti le indagini sui casi. DIRITTI DEI MIGRANTI Migranti in transito hanno continuato a essere vittime di rapimenti, omicidi e reclutamento in bande criminali. Donne e bambini migranti sono stati in particolar modo a rischio di abusi. Le autorità pubbliche sono state spesso sospettate di collusione con le bande criminali e di commettere altri abusi contro i migranti, come estorsioni e detenzioni arbitrarie. Nonostante gli impegni del governo per combattere tutti gli abusi contro i migranti, le misure adottate si sono rivelate inefficaci e i governi statali non hanno provveduto a prevenire e punire i reati contro i migranti. A novembre, le madri dei migranti centroamericani scomparsi hanno viaggiato per il Messico alla ricerca dei loro familiari. A fine anno non era stata ancora realizzata un banca dati dei migranti scomparsi e non c erano stati progressi nell identificazione dei resti ritenuti appartenere a migranti. Persone impegnate nella difesa dei diritti dei migranti hanno continuato a subire minacce come ritorsione per il loro lavoro. A luglio, il rifugio per migranti di Lechería, nello stato del Messico, è stato chiuso dopo ripetute minacce da parte di bande criminali contro migranti e dipendenti del centro. Le autorità statali non hanno provveduto ad assicurare un efficace protezione e alcuni residenti locali hanno protestato contro la presenza del centro. Migranti e difensori dei diritti umani hanno continuato a subire minacce e ad affrontare situazioni d insicurezza a Huehuetoca, dove erano stati aperti centri di rifugio temporanei alternativi. 246

AMERICHE A ottobre, testimoni oculari hanno riferito che almeno 40 migranti erano stati rapiti da un treno merci a Medias Aguas, nello stato di Veracruz. Un inchiesta ufficiale non è riuscita a stabilire la sorte dei migranti e ha concluso che il rapimento non era avvenuto. DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI E GIORNALISTI Difensori dei diritti umani e giornalisti hanno continuato a subire attacchi e minacce a causa del loro lavoro. Almeno sei giornalisti sono stati uccisi. L ufficio speciale del procuratore federale per i reati contro i giornalisti non è riuscito a compiere progressi nella maggior parte dei casi di giornalisti assassinati. La stragrande maggioranza delle indagini sulle aggressioni e le minacce contro difensori dei diritti umani è rimasta irrisolta. Il congresso ha approvato ad aprile una legge che istituisce un meccanismo di protezione per i difensori dei diritti umani e i giornalisti, che era stata promossa da gruppi della società civile. Il nuovo governo si è impegnato a istituire il meccanismo e dare priorità alla protezione dei difensori dei diritti umani e dei giornalisti. Ad aprile e maggio, quattro giornalisti sono stati uccisi nello stato di Veracruz: Regina Martínez, corrispondente della rivista investigativa Proceso, e i fotoreporter locali Gabriel Huge, Guillermo Luna ed Esteban Rodríguez. A fine anno, i responsabili non erano stati ancora consegnati alla giustizia, malgrado le indagini a livello statale e federale. A febbraio, Lucila Bettina Cruz è stata arbitrariamente arrestata a Santa María Xadani, nello stato di Oaxaca, mentre usciva da un incontro tenuto con membri della commissione federale sull elettricità. La donna è stata accusata di aver privato illegalmente della libertà alcune autorità pubbliche ma è stata in seguito rilasciata su cauzione. Lucila Bettina Cruz aveva preso parte a delle proteste pacifiche da parte di popolazioni native, le cui terre erano state interessate dalla costruzione di impianti eolici. DIRITTI DELLE POPOLAZIONI NATIVE In diverse regioni del paese le popolazioni native hanno continuato a subire elevati livelli di esclusione e discriminazione, con scarso accesso a molti servizi essenziali. Hanno spesso visto negato il loro diritto a un consenso libero, anticipato e informato in merito a progetti di sviluppo e sfruttamento di risorse che interessavano le loro terre ancestrali. Il sistema di giustizia penale ha abitualmente negato alle popolazioni native le garanzie di equità processuale e di effettivo risarcimento. Un area in cui si sono registrati progressi è il riesame di casi giudiziari emblematici da parte della Scjn. A ottobre, la Scjn ha ribaltato il verdetto di condanna e ha ordinato il rilascio di Hugo Sánchez Ramírez, un giovane tassista nativo dello stato del Messico, che era stato erroneamente incarcerato per un rapimento nel 2007, dopo che la polizia dello stato e la pubblica accusa avevano fabbricato prove contro di lui. 247

RAPPORTO 2013 A novembre, la Scjn ha ribaltato i verdetti di condanna di José Ramón Aniceto Gómez e Pascual Agustín Cruz, nativi di Alta, nello stato di Puebla, e ne ha ordinato il rilascio. I due difensori dei diritti umani e prigionieri di coscienza erano stati falsamente accusati del furto di un auto nel 2009 ed era stato loro negato un equo procedimento giudiziario. Erano stati condannati nel luglio 2010 per accuse penali inventate come ritorsione per aver ampliato l accesso all acqua nella loro comunità. Alberto Patishtan, un uomo nativo giudicato colpevole dell uccisione di sette poliziotti nello stato del Chiapas nel 2000, è rimasto in carcere in attesa dell esito del suo ricorso contro la sua condanna presentato presso la Scjn. Amnesty International ha espresso la propria preoccupazione alla Scjn, per il fatto che all uomo era stato negato il diritto a un equo processo e che di conseguenza si era arrivati a un verdetto di condanna incerto. I waxárika hanno continuato la loro campagna per porre fine alle concessioni minerarie nei loro luoghi ancestrali di pellegrinaggio nel Wirikuta, nello stato di San Luis Potosí. Il governo ha promesso di creare un parco della biodiversità per proteggere parte della terra ma a fine anno i waxárika non erano stati ancora adeguatamente consultati in merito al progetto. DISCRIMINAZIONE E VIOLENZA CONTRO LE DONNE Le violenze contro donne e ragazze, come percosse, stupri, rapimenti e omicidi, sono state un fenomeno diffuso in molti stati. La legislazione finalizzata a prevenire e punire la violenza non è stata efficacemente applicata e la formazione di funzionari incaricati di trattare opportunamente i crimini di genere non è stata adeguatamente monitorata per assicurarne la conformità. Nonostante gli impegni per migliorare le indagini relative alla violenza di genere, durante l anno non sono stati introdotti nuovi protocolli della polizia e i perpetratori hanno abitualmente eluso la giustizia. Le ordinanze di protezione sono rimaste non operative in molti stati e le vittime hanno affrontato continue minacce. Secondo le notizie ricevute, la politica del governo in materia di pubblica sicurezza e gli elevati livelli di criminalità violenta hanno portato alcune autorità a porre una minor attenzione alla violenza per motivi di genere. Alcuni stati hanno introdotto il reato di femminicidio (uccisione di donne per motivi di genere) ma gran parte della legislazione degli stati continuava a non ottemperare agli obblighi internazionali sui diritti umani. Nel primo trimestre dell anno, nel distretto della Valle de Juárez, alla periferia di Ciudad Juárez, sono stati scoperti i cadaveri di almeno 13 giovani donne e ragazze. Secondo le segnalazioni ricevute, sono stati identificati sette corpi di ragazze comprese tra i 15 e i 17 anni, che erano state rapite nel centro di Ciudad Juárez. GIURISDIZIONE MILITARE Ad agosto, la Scjn ha riesaminato una serie di casi giudiziari al fine di stabilire i limiti del sistema di giustizia militare. L intervento faceva seguito a quattro sentenze della Corte interamericana dei diritti umani in merito alla questione e alle riforme costituzionali 248

AMERICHE in materia di diritti umani del giugno 2011, che stabilivano l obbligo di applicare i trattati internazionali sui diritti umani. La Scjn ha stabilito che i casi che vedono implicati in reati comuni membri del personale militare, comprese violazioni dei diritti umani, non specificatamente legate alla disciplina militare, devono essere trattati dal sistema di giustizia federale civile. Nel caso di Bonfilio Rubio Villegas, un insegnante nativo ucciso dall esercito a un blocco stradale nello stato di Guerrero nel 2009, la corte ha stabilito il diritto dei familiari a contestare la giurisdizione militare. A fine anno, la Scjn non aveva introdotto la giurisprudenza necessaria per indirizzare le decisioni dei tribunali di grado inferiore in casi analoghi e pertanto rimaneva l incertezza sull applicazione della giurisdizione militare. Ad aprile, le proposte di riforma al codice di giustizia militare finalizzate a escludere le violazioni dei diritti umani sono state bloccate. A fine anno, il nuovo congresso non si era ancora fatto carico delle proposte legislative per allineare il codice con le sentenze della Corte interamericana o della Scjn. Il governo federale non ha provveduto a trasmettere istruzioni ai pubblici ministeri al fine di assicurare che tutte le indagini preliminari fossero condotte unicamente dalle autorità civili. MISSIONI E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL Delegati di Amnesty International hanno visitato il Messico a marzo e novembre. Mexico: Documentation of the case of José Ramón Aniceto Gómez and Pascual Agustín Cruz prisoners of conscience (AMR 41/035/2012) México: Carta abierta a la y los candidatos a la Presidencia de la República (AMR 41/038/2012) Mexico: Briefing to the UN Committee on the Elimination of Discrimination against Women (AMR 41/041/2012) Known abusers, but victims ignored: Torture and ill-treatment in Mexico (AMR 41/063/2012) 249