Vestiario e abitudini giornaliere Il vestiario Conviene sempre mettere a contatto con la pelle del neonato un body di cotone, sostiene Elena Calcinai, pediatra presso l Ospedale Macedonio Melloni di Milano. Questo consiglio vale anche per la stagione invernale, in quanto la pelle èmolto delicata e la lana potrebbe provocare irritazioni. Per tutto l anno vanno bene i body a mezza manica, ma se la nascita èprevista nei mesi piùfreddi conviene far indossare al neonato un body a manica lunga, per il resto la mezza manica e sopra la tutina va piùche bene. Èimportante, inoltre, scegliere indumenti semplici con allacciature ridotte al minimo e che consentano di cambiare il pannolino senza dover spogliare il bambino completamente. Da evitare anche tessuti rigidi, fibbiette, laccie bottoni che potrebbero diventare pericolosi. Per quanto riguarda le scarpine, per il neonato sono inutili: per proteggere dal freddo i piedini sono sufficienti delle pratiche calzine. Le scarpe si useranno dai primi passi in poi, quindi intorno al primo anno di età. Anche il cappellino èinutile; da usare solo quando èdavvero necessario, quando in inverno fa freddo o in estate per proteggerlo dal sole. Non bisogna mai coprire in maniera eccessiva il neonato continua Calcinai. Normalmente ci si regola come per un adulto, quindi è inutile pensare che siccome èpiccolo va coperto di piùperchéotteniamo soltanto il risultato non solo di renderlo nervoso, ma anche di farlo sudare e quindi farlo ammalare più facilmente. La vecchia vestizione a cipolla, cioè sovrapponendo indumenti di peso medio a una maglietta leggera, può risultare utile in alcune stagioni (autunno o primavera) in cui il clima cambia di continuo. 1
Le copertine sono fondamentali: si possono mettere e togliere, ma soprattutto danno un senso di protezione al bambino, che è stato abituato per nove mesi ad essere avvoltodal liquido amniotico caldo. Per l uscita è importante coprire le orecchie dal vento e le manine dal freddo. 2
Pulizia giornaliera Appena uscito dall ospedale il bambino non può ancora fare il bagnetto, a meno che non abbia giàperso il moncone ombelicale. Il moncone del cordone ombelicaleè l organo con cui, quando era nella placenta, veniva nutrito. Questo cordone cadrà spontaneamente e in poco tempo, tra 2 e 10 giorni dopo il parto Il cordone va medicato almeno due volte al giorno, per evitare che vada soggetto ad infezioni (tra l'altro, si trova nella zonadel pannolino, piùfacilmente soggetto a sporcarsi di feci e urina), con garza sterile imbevuta di mercurocromo o alcol denaturato; in questo modo si essiccherà più velocemente e cadrà. Quando il moncone saràcaduto, ènecessario continuare la medicazione sul nodino dell'ombelico almeno per un paio di giorni, fermando la garza con una benda elastica. Dopo la scomparsa delle ultime tracce diventa possibile fare il primo bagnetto al bambino. Modalitàdi pulizia: prendere il cordone all'estremità, sollevarlo e pulirne l'attaccatura con una garza pulita; avvolgere il cordone in una garza sterile imbevuta di alcol; fermare la fasciatura con una benda elastica. N.B.: il bambino non avvertiràalcun dolore, anche perché nel moncone non vi è alcun recettore nervoso. In questo periodo il resto del corpo del bambino può essere lavano almeno una volta al giorno, con una spugnetta molto morbida e del latte detergente per neonati. Dopo la caduta del moncone è possibile fare il primo bagnetto: 3
1. Assicurarsi che la stanza sia ben riscaldata (22-23 C); 2. Riempire la vaschetta per 2/3 con acqua a 37,5-38 C, quindi ad una temperatura leggermente piùcalda di quella corporea 3. Immergere il bambino nell acqua con delicatezza e parlandogli, in modo che non si senta solo; 4. Non versare il sapone direttamente sulla pelle; 5. Evitare l acqua nelle orecchie; 6. Estraete il bambino dalla vaschetta e copritelo con un telo possibilmente caldo 7. Sistemare il bambino sul fasciatoio e vestirlo. Èsempre bene parlare con i bambino e farlo restare nudo il meno possibile, per evitare che prenda freddo, si innervosisca e non riconosca piùil momento del bagnetto come un piacere. 4
Educazione ed abitudini Una routine ben strutturata A qualsiasi etàgli essere umani sono creature abitudinarie: sono in grado di funzionare meglio all interno di uno schema di eventi che si succedono in maniera regolare. Nei luoghi in cui viviamo (casa, ufficio, scuola ) mettiamo in atto una serie di regole che ci fanno sentire sicuri. Èprobabile che inconsciamente ognuno di noi segua dei rituali ricorrenti al mattino, a cena, prima di andare a letto. Se uno di questi rituali saltasse improvvisamente, se accadesse un imprevisto, magari rischiereste di restare introversi tutta la giornata. Perchéun bambino dovrebbe essere diverso? I bambini non amano le sorprese. Il loro sistema nervoso ancora immaturo funziona meglio se il cibo, il sonno e il gioco si susseguono nello stesso ordine, piùo meno, nella giornata. Un assetto ben organizzato, quindi, dono un senso di sicurezza a tutti: si riesce a stabile un ritmo adatto al bambino e a chi sene prende cura. In questo modo, sapendo cosa èavvenuto prima e cosa presumibilmente avverràdopo, è anche piùfacile interpretare i bisogni ed il comportamento del bambino. Di cosa ha bisogno il bambino: dormire, mangiare, fare attività. Esistono vari programmi per strutturare la giornata del bambino; di seguito i tre principali: 5
A richiesta EASY A schema fisso Asseconda qualsiasi domanda del bambino Imprevedibile: il bambino detta legge Non si impara a decifrare il pianto del bambino Èdifficile che chi si occupa del bambino abbia tempo per recuperare energie o fare altro Scaletta flessibile, strutturata in base a periodi di 3 ore circa Prevedibile: la persona che si occupa del bambino fissa un ritmo che il bambino può seguire Èpossibile interpretare il pianto del bambino perché èlogico Èpossibile ritagliarsi dei tempi per recuperare le energie Tabella rigida regolata ogni 3 ore Prevedibile: il programma èrigido, spesso però non calato sulle esigenze del bambino Pianto ignorato Èpossibile ritagliarsi dei tempi per recuperare le energie, ma se il pianto viene ignorato, non si riesce a recuperare Confusione Abbastanza ottimismo Se non si segue lo schema o il bambino non ce la fa, emergono irritazione e sensi di colpa. 6
Come si nota dalla tabella sono tre modalitàdi programmare la giornata in modo diverso: la prima e la terza sono agli antipodi; la seconda modalitàèun compromesso tra le due, ideata dalla puericultrice inglese Tracy Hogg. Esso presuppone che la giornata sia suddivisa in cicli di 3 ore circa, ma tale periodo è variabile in funzione del bambino e della sua giornata. In ogni ciclo si susseguono ognuno dei momenti che seguono nel seguente ordine: E- eating: il nutrimento è il bisogno primario; A- activity: prima dei tre mesi il bambino probabilmente passerà il 70% del tempo mangiando e dormendo; quando non è così staràsul fasciatoio, nella vaschetta del bgnetto o nella sua culla a fare versetti. S-sleep: tutti i bambini hanno bisogno di imparare come addormentarsi da soli, le loro lettino. Y-you: quando il bambino dorme, èpossibile, per la persona che se ne occupa, fare altro: dormire per recuperare le energie, pulire, sistemare, lavorare. Ogni bambino è diverso dall altro, ma la scaletta, nella sua struttura e idea, può adattarsi a tutti: Eating: 25-40 min; Activity: 45 min Sleep: anche un ora e mezza Inoltre il programma strutturato abitua il bambino all ordine naturale delle cose: pappa, gioco e nanna. 7