1. Premessa Le caratteristiche di un impianto d'illuminazione dipendono dal tipo di attività che si svolge nell ambiente. Tenuto conto che l impianto esistente nei locali non è sufficiente, in numero e posizione, a garantire le prestazioni illuminotecniche richieste dai nuovi laboratori si rende necessaria la realizzazione di un nuovo sistema d'illuminazione che garantisca i livelli minimi indicati dalla normativa vigente in materia. Per le prestazioni illuminotecniche dell'impianto si farà riferimento alla normativa UNI 10380 e a tutte quelle ad essa collegate, in maniera tale da ottenere dei livelli qualitativamente omogenei in relazione alle attività che si dovranno svolgere nei vari ambienti e di conseguenza ai compiti visivi da realizzare. Le variabili progettuali a cui si farà riferimento sono: - destinazione d uso dei locali; - altezza del piano di lavoro; - dimensione dei locali; - tipo di apparecchi utilizzati; Per tutte le definizioni di grandezze fotometriche si fa riferimento al Vocabolario internazionale di illuminotecnica della CIE. Nell'illuminazione degli ambienti si può distinguere una illuminazione generale ed una localizzata sul singolo posto di lavoro. L'illuminazione sul singolo posto di lavoro è ammessa solo se è coordinata con l'illuminazione generale del locale, la quale ha il compito di creare una condizione visiva omogenea. L'illuminazione supplementare, orientata sul singolo posto di lavoro, è necessaria solo se le attività che si svolgono all'interno del locale, in zone ristrette e ben determinate, presentano dei compiti visivi impegnativi per i quali è necessario l'identificazione dei contrasti, contorni, ecc.., oppure se si opera su superfici con un elevato grado di riflessione, e quindi in questi casi la luce deve provenire da direzioni prestabilite e deve avere caratteristiche cromatiche particolari. Per quanto riguarda le prescrizioni illuminotecniche, un impianto di illuminazione deve tenere conto dei seguenti parametri: - livello d illuminamento; - uniformità d illuminamento; - ripartizione della luminanza; - limitazione dell'abbagliamento; - direzionalità della luce; - colore della luce e resa del colore. 1
2. Livello d illuminamento d esercizio EN I livelli di illuminamento di esercizio variano a seconda dei vari tipi di locale e di attività. Tenuto conto che i lavori di riqualificazione interessano ambienti con destinazioni d'uso diverse si definiscono qui di seguito i livelli d'illuminamento minimi dei vari locali. Locali cucina, office avremo: valore medio dell illuminamento minimo di esercizio: 500 lx; tonalità di colore: W (luce bianco calda); gruppo di resa del colore: 1B; classe di qualità per la limitazione dell abbagliamento: C; Locali spogliatoi e locali di servizio avremo: valore medio dell illuminamento minimo di esercizio: 200 lx; tonalità di colore: W (luce bianco calda); gruppo di resa del colore: 1B; classe di qualità per la limitazione dell abbagliamento: C; Locale sala ristorazione - bar avremo: valore medio dell illuminamento minimo di esercizio: 200 lx; tonalità di colore: W (luce bianco calda); gruppo di resa del colore: 1B; classe di qualità per la limitazione dell abbagliamento: C; L'illuminazione di esercizio tiene conto dello stato di manutenzione ed invecchiamento dell'impianto ed è calcolata riferendosi ad una superficie di lavoro posta a 0,85 mt dal pavimento. Nella norma UNI 10380/A1 per ogni tipo di locale ed attività sono previsti tre valori dell'illuminamento di esercizio e si sceglie il valore più alto in considerazione che il compito visivo richiesto all interno delle cucine - laboratori di questo tipo si suppone critico (velocità ed accuratezza sono particolarmente importanti). Nella progettazione dell'impianto di illuminazione prenderemo in considerazione un fattore di manutenzione ed un fattore di deprezzamento. In dettaglio il fattore di deprezzamento tiene conto dell'invecchiamento del materiale, mentre il fattore di manutenzione considera l'insudiciamento dei materiali. 2
La normativa fa riferimento a tre condizioni di riduzione dell'illuminamento: ordinario, forte, molto elevato. Nel nostro caso per il locale cucina adotteremo un fattore di manutenzione M= 0,8 (locali soggetti a manutenzione di tipo ordinaria) ed un fattore di deprezzamento D=1,67 ( locali soggetti a vapori e grassi), mentre per i locali spogliatoio, dispensa, ristorante-bar adotteremo un fattore di manutenzione M=0,8 ed uno di deprezzamento D=1,25. 3. Uniformità d illuminamento Per quanto riguarda l uniformità di illuminamento, affinché si possa raggiungere una buona qualità visiva, è necessario che il rapporto tra l'illuminamento minimo e quello medio, sul piano di riferimento, non deve essere minore di 0,5. Inoltre, nel caso di due locali adiacenti, il rapporto tra l'illuminamento medio del locale più illuminato e quello del locale meno illuminato non deve essere maggiore di 5. 4. Colore della luce Le lampade usate per l'iluminazione d'interni sono suddivise in tre gruppi secondo le temperature di colore: - temperatura di colore minore di 3300 K: colore della luce bianco-calda; - temperatura di colore da 3300 K a 5300 K : colre della luce bianco-neutra; - temperatura di colore maggiore di 5300 K : colre della luce bianco-fredda. Quindi, in funzione del tipo di locale e del compito visivo, si sceglie la tonalità del colore della luce. Nel nostro caso trattandosi di cucine pranzo si scelgono delle lampade, come previsto dalla normativa UNI 10380 aventi una tonalità di colore minore di 3300 K (W). 5. Riepilogo I fattori con cui noi andremo a progettare il nostro impianto di illuminazione, per i diversi locali oggetto dell'intervento possono così riassumersi: Tipo di locale Valore medio Tonalità di colore dell'illuminam. Di esercizio Fattore di manutenzione Fattore di deprezzamento Angolo d irragiamento Office 500 lx W 0,8 1,67 70 Cucina 500 lx W 0,8 1,67 70 Spogliatoi 200 lx W 0,8 1,25 70 Loc. serv. 200 lx W 0,8 1,25 70 Sala- P. 200 lx W 0,8 1,25 70 In allegato alla presente vengono riportati i calcoli illuminotecnici dai quali è possibile ricavare i valori d illuminamento che si raggiungeranno in funzione al numero di corpi illuminanti previsti ed alla loro distribuzione. 3
6. Impianto 8.1 Illuminazione 0rdinaria L impianto d illuminazione interna sarà realizzato impiegando tre tipologie di corpi illuminanti, in funzione ai locali in cui verranno installati. In particolare negli ambienti corridoio, office, locale di servizio, spogliatoi e sevizi igienici si installeranno dei corpi illuminanti costituiti da plafoniere stagne (IP 65) da 2 x 36 watt del tipo Gewiss ZNT stagne (cod. GW 80005) o similare, disposte secondo i disegni di progetto allegati alla presente. Le lampade installate saranno a versione cablata e rifasata, con lampade fluorescenti e con riflettori tali da garantire un illuminazione uniforme e priva di riflessi. Alcune di queste saranno equipaggiate da modulo di emergenza al fine di consentire l illuminazione in condizioni di emergenza o di assenza di rete. Queste plafoniere non verranno installate a contatto del soffitto, in quanto costituito da travi con sezione a T, ma saranno sospese con appositi pendini adeguatamente ancorati al solaio e l alimentazione avverrà mediante un cavo spiralato della lunghezza necessaria per il collegamento dalla scatola di derivazione stagna al corpo illuminante. Nella cucina saranno installati dei proiettori stagni, con ottica diffondente, asimmetrici della potenza di 250 watt del tipo Gewiss Titano (cod. GW 84591 S) o similari e dovranno essere conformi a quanto previsto dalla direttiva Atex (atmosfere esplosive). I proiettori dovranno essere installati secondo i disegni di progetto allegati alla presente. Le lampade da installare sono del tipo a vapori di sodio ad alta pressione, attacco E40, e tipo lampada ST, con una temperatura di colore pari a 2000 K. I proiettori saranno posizionati ad un altezza di ml 2,60 ed orientati verso l alto in maniera tale da realizzare un illuminazione di tipo diffuso. L illuminazione di emergenza sarà costituita da apparecchi stagni da 2 x 58 watt posizionati a parete e disposti secondo i disegni allegati alla presente. 8.2 Illuminazione di sicurezza Il calcolo del livello di illuminamento medio in condizioni di emergenza è stato effettuato impiegando le stesse metodologie usate per l illuminazione ordinaria, ma tenendo conto solo dell illuminazione diretta e non delle riflessioni sulle pareti, sul pavimento e sul soffitto, così come prescritto dalla norma EN 1838. L illuminazione in emergenza dei locali, ad esclusione della cucina, è ottenuta equipaggiando alcune delle lampade per l illuminazione normale con un gruppo di emergenza costituito da una batteria tampone. Questi ultimi corpi illuminanti hanno una autonomia di 1 h e la possibilità di ricarica automatica delle batterie al ritorno della tensione. 4
Nella cucina, come già detto, verranno posizionati n. 2 apparecchi illuminanti da 2x58 con gruppo di emergenza, idonei per essere installati ambienti con pericolo di esplosione. I calcoli dei corpi illuminanti destinati a funzionare anche in condizioni di black-out sono stati condotti ipotizzando di avere un illuminamento medio a pavimento di almeno 5 lux, ottenuti non tenendo conto dei contributi dati dagli effetti di riflessione e dell illuminazione proveniente dai dispositivi di segnalazione. 5