Tribuna di Treviso sezione: CRONACA data: 22/6/2016 - pag: 17 infermieri Stop agli straordinari al S.Camillo Linea dura del sindacato. Mercoledì vertice con la direzione Ieri pomeriggio i sindacati hanno ufficializzato la comunicazione dello stato di agitazione con conseguente blocco degli straordinari dei lavoratori del San Camillo. La missiva è stata indirizzataa alla direzione della struttura sanitaria, all'usl 9, al Prefetto e all'aris, l'associazione religiosa istituti sociosanitari. «Arrivati a questo punto non c erano alternative» conferma Samanta Grossi, della Fp-Cisl. Il braccio di ferro tra i sindacati dei lavoratori del San Camillo e la direzione dell' 'ospedale quindi prosegue. In bilico il vertice tra le parti previsto il 29 giugno: Cgil, Cisl e Uil pongono infatti una precisa condizione: «O la direzione lascia spazio al tema dei contratti e delle condizioni dei dipendenti, oppure andremo direttamente dal Prefetto, procedendo con l'opzione dello sciopero». Le rappresentanze sindacali non si limiteranno a questo, nelle prossime ore diffonderanno anche un volantino per denunciare la situazione di circa 300 dipendenti del San Camillo. «Con atti unilaterali sono stati tolti i 300 mila euro per i contratti integrativi dei lavoratori e i dati relativi al bilancio del San Camillo di Treviso ci sono stati negati, dicendo che non erano estraibili dai bilanci complessivi dell'ente. Noi chiediamo di vederci chiaro e di sapere se la dotazione organica rispetta gli standard regionali richiesti alle strutture accreditate» evidenzia Fabio Zuglian della Fp-Cisl. Nonostante buona parte degli infermieri, operatori sociosanitari, assistenti e tecnici abbiano denunciato turni massacranti e mancati riposii a fronte di contratti fermi da nove anni, c'è chi canta fuori dal coro. In una nota inviata da alcuni dipendenti dell'ospedale San Camillo si legge: «Le problematiche che ci possono essere non differenziano l' 'ospedale da altre strutture sanitarie e comunque queste problematiche l'amministrazione le ha sempre affrontate e continuerà a farlo». (v.cal.)
Il Gazzettino Treviso data: 22/6/2016 - pag: 40 Alta tensione al San Camillo. Il rischio di uno sciopero dei circa 300 dipendenti non è scongiurato. Ieri Cgil, Cisl e Uil hanno comunicato lo stato di agitazione ai vertici dell'istituto a Roma e al prefetto Laura Lega. Oltre che al direttore generale dell'usl 9, Francesco Benazzi, e al presidente di Aris, l'associazione religiosa istituti sociosanitari. A inizio settimana la direzione del San Camillo aveva provato a calmare le acque convocando i sindacati per il 29 giugno, per parlare dello sciopero e dell'accordo aziendale sulla videosorveglianza. Ma il vertice rischia d'andare deserto. «Abbiamo chiesto che si parli di produttività, incentivi, organizzazione del lavoro - spiega Samanta Grossi della Fp-Cisl -. Se il San Camillo è disponibile a cambiare l'ordine del giorno, ci saremo. Altrimenti non perderemo tempo». Per i sindacati i veri nodi da sciogliere sono i turni massacranti per la carenza di personale, i contratti bloccati da 9 anni e il fondo per gli incentivi passato da circa 350mila euro a quasi zero. «Il clima lavorativo è deteriorato da atteggiamenti intimidatori - dicono Cgil, Cisl e Uil -. Non c'è rispetto del contratto e dell'orario di lavoro». A pesare anche la decisione dall'ospedale di dicembre quando ha installato 59 telecamere, lasciando a casa 4 persone della coop Cordusio che si occupavano della portineria. «Abbiamo inutilmente chiesto di ricollocarli (la capo del personale fa parte del cda della coop di cui è presidente il direttore Mario Bassano) - scrivono i sindacati -. I 4 lavoratori devono essere assunti dal San Camillo». Intanto nei reparti dell'ospedale è apparsa una lettera, con l'invito di firmarla, in cui si specifica che i problemi del San Camillo sono simili a quelli dell'intero comparto sanitario nazionale. «Temiamo che l'istituto stia "estorcendo" delle firme perché i lavoratori si dissocino dallo stato di agitazione - conclude Grossi -. Sembra che l'iniziativa parta dei dipendenti ma non è così».
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