Violenza donne: assistenti sociali, la legge non basta



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Violenza donne: assistenti sociali, la legge non basta (ANSA) - ROMA, 24 NOV - "Una legge da sola non basta. E' fondamentale investire nell'educazione e nella prevenzione e, quindi, in un mutamento culturale rispetto alle differenze di genere per contrastare quello che nel nostro Paese ha ormai assunto dimensioni impressionanti": cosi' Silvana Mordeglia,presidente del Consiglio Nazionale dell'ordine degli Assistenti Sociali, alla vigilia della Giornata internazionale contro laviolenza sulle donne. Mordeglia sottolinea come il fenomeno della violenza contro le donne non conosca confini di appartenenza sociale ne' di livelli di istruzione o di educazione e commentando gli ultimi dati ufficiali sottolinea che "l'anno scorso si e' registrato un femminicidio ogni due giorni" e che il fenomeno "e' cresciuto del 25% al Sud, e' raddoppiato al Centro, mentre al Nord va il triste primato delle uccisioni in famiglia". "E' grave - denuncia - il depauperamento delle risorse che penalizza chi, all'interno dei Centri antiviolenza e dei servizi alla persona, svolge preziose funzioni di assistenza sociale, legale e psicologica. Come assistenti sociali ci auguriamo che vengano nuovamente stanziati i fondi necessari per portare avanti servizi fondamentali nei confronti delle donne oltre a fondi specifici che permettano di offrire il sostegno e il supporto indispensabili alle vittime di violenza e di violenza assistita. Non dimentichiamo, infatti, anche le gravi conseguenze nei confronti dei figli che la violenza ai danni delle donne porta con se': bambini che assistono ad aggressioni e a soprusi dei quali porteranno il segno nella loro vita di adulti. Ricordiamo anche l'importanza dell'effettività della pena e di efficaci misure di cura e reinserimento per chi agisce violenza". (ANSA). AB 24-NOV-14 13:55 NNN VIOLENZA DONNE: ASSISTENTI SOCIALI, INVESTIRE IN SUPPORTO E PROTEZIONE Roma, 24 nov. (Adnkronos/Labitalia) - "Una legge da sola non basta. E' fondamentale investire nell'educazione e nella prevenzione e, quindi, in un mutamento culturale rispetto alle differenze di genere per contrastare quello che nel nostro Paese ha ormai assunto dimensioni impressionanti". Così Silvana Mordeglia, presidente del Consiglio nazionale dell'ordine degli assistenti sociali, alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, un fenomeno che "non conosce confini di appartenenza sociale, né di livelli di istruzione o di educazione e che ha assunto dimensioni drammatiche: l'anno scorso si è registrato un femminicidio ogni due giorni; è cresciuto del 25% al Sud, è raddoppiato al Centro, mentre al Nord va il triste primato delle uccisioni in famiglia". "E' grave - continua Mordeglia- il depauperamento delle risorse che penalizza chi, all'interno dei Centri antiviolenza e dei servizi alla persona, svolge preziose funzioni di assistenza sociale, legale e psicologica. Basti pensare a servizi come quelli di accompagnamento al lavoro, tramite cui le vittime di violenza possono conquistareautonomia". "Come assistenti sociali - continua ancora - ci auguriamo che vengano nuovamente stanziati i fondi necessari per portare avanti servizi fondamentali nei confronti delle donne oltre a fondi specifici che permettano di offrire il sostegno e il supporto indispensabili alle vittime di violenza e di violenza assistita". (segue) (Map/Adnkronos) 24-NOV-14 14:54

VIOLENZA DONNE: ASSISTENTI SOCIALI, INVESTIRE IN SUPPORTO E PROTEZIONE (2) = (Adnkronos/Labitalia) - ''Non dimentichiamo, infatti, anche le gravi conseguenze -ricorda Mordeglia- nei confronti dei figli che la violenza ai danni delle donne porta con sè: bambini che assistono ad aggressioni e a soprusi dei quali porteranno il segno nella loro vita di adulti. Ricordiamo anche l'importanza dell'effettività della pena edi efficaci misure di cura e reinserimento per chi agisce violenza". ''Una cultura di rispetto di genere - conclude Mordeglia - richiede,da ora, un impegno di tutti ancora maggiore e va alimentata in tutti i modi e in tutti i luoghi di crescita dei bambini di oggi affinché, domani, divengano adulti non violenti, persone in grado di attivarsi e di non subire violenza a causa di pesanti retaggi culturali e ambientali''. (Map/Adnkronos) 24-NOV-14 14:54

Violenza donne: assistenti sociali, una legge da sola non basta = (AGI) - Roma, 25 nov. - "Una legge da sola non basta. E' fondamentale investire nell'educazione e nella prevenzione e, quindi, in un mutamento culturale rispetto alle differenze di genere per contrastare quello che nel nostro Paese ha ormai assunto dimensioni impressionanti". Ad affermarlo e' Silvana Mordeglia, presidente del Consiglio nazionale dell'ordine degli assistenti sociali. "Un fenomeno - ricorda Mordeglia quello della violenza contro le donne, che non conosce confini di appartenenza sociale, ne' di livelli di istruzione o di educazione e che ha assunto dimensioni drammatiche: l'anno scorso si e' registrato un femminicidio ogni due giorni". (AGI) Bas (Segue) 251946 NOV 14 Violenza donne: assistenti sociali, una legge da sola non basta (2) (AGI) - Roma, 25 nov. - "E' grave - continua il depauperamento delle risorse che penalizza chi, all'interno dei Centri antiviolenza e dei servizi alla persona, svolge preziose funzioni di assistenza sociale, legale e psicologica. Basti pensare a servizi come quelli di accompagnamento al lavoro,tramite cui le vittime di violenza possono conquistare autonomia". "Come assistenti sociali - sottolinea la presidente del Consiglio nazionale dell'ordine degli assistenti sociali - ci auguriamo che vengano nuovamente stanziati i fondi necessari per portare avanti servizi fondamentali nei confronti delle donne oltre a fondi specifici che permettano di offrire il sostegno e il supporto indispensabili alle vittime di violenza e di violenza assistita. Non dimentichiamo, infatti, anche le gravi conseguenze nei confronti dei figli che la violenza ai danni delle donne porta con se': bambini che assistono ad aggressioni e a soprusi dei quali porteranno il segno nella loro vita di adulti". "Una cultura di rispetto di genere - conclude Mordeglia - richiede, da ora, un impegno di tutti ancora maggiore e va alimentata in tutti i modi e in tutti i luoghi di crescita dei bambini di oggi affinche', domani, divengano adulti non violenti, persone in grado di attivarsi e di non subire violenza a causa di pesanti retaggi culturali e ambientali". (AGI) Bas 251946 NOV 14 Omniapress GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE: OCCORRE MAGGIORE PREVENZIONE, DICONO GLI ASSISTENTI SOCIALI Roma Una legge da sola non basta. E fondamentale investire nell educazione e nella prevenzione e, quindi, in un mutamento culturale rispetto alle differenze di genere per contrastare quello che nel nostro Paese ha ormai assunto dimensioni impressionanti. Un fenomeno, quello della violenza contro le donne, che non conosce confini di appartenenza sociale, né di livelli di istruzione o di educazione e che ha assunto dimensioni drammatiche: l'anno scorso si è registrato un femminicidio ogni due giorni; è cresciuto del 25% al Sud, è raddoppiato al Centro, mentre al Nord va il triste primato delle uccisioni in famiglia". Così Silvana Mordeglia, Presidente del Consiglio Nazionale dell Ordine degli Assistenti Sociali in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

E grave continua il depauperamento delle risorse che penalizza chi, all interno dei Centri antiviolenza e dei servizi alla persona, svolge preziose funzioni di assistenza sociale, legale e psicologica. Basti pensare a servizi come quelli di accompagnamento al lavoro, tramite cui le vittime di violenza possono conquistare autonomia. Come assistenti sociali continua ancora ci auguriamo che vengano nuovamente stanziati i fondi necessari per portare avanti servizi fondamentali nei confronti delle donne oltre a fondi specifici che permettano di offrire il sostegno e il supporto indispensabili alle vittime di violenza e di violenza assistita." Non dimentichiamo, infatti, anche le gravi conseguenze nei confronti dei figli che la violenza ai danni delle donne porta con sè: bambini che assistono ad aggressioni e a soprusi dei quali porteranno il segno nella loro vita di adulti. Ricordiamo anche l'importanza dell'effettività della pena e di efficaci misure di cura e reinserimento per chi agisce violenza. Una cultura di rispetto di genere conclude Mordeglia richiede, da ora, un impegno di tutti ancora maggiore e va alimentata in tutti i modi e in tutti i luoghi di crescita dei bambini di oggi affinché, domani, divengano adulti non violenti, persone in grado di attivarsi e di non subire violenza a causa di pesanti retaggi culturali e ambientali. (Omniapress 25.11.2014)

Affaritaliani.it Il mondo delle professioni contro la violenza sulle donne. La figura femminile? E' centrale nel lavoro Martedì, 25 novembre Il valore sociale delle professioni liberali si esprime anche attraverso un percorso di sostegno e supporto alle donne, vittime da sempre di diverse forme di abuso nei loro confronti. Il CUP- Comitato Unitario delle Professioni - ha voluto, infatti, organizzare un importante momento di riflessione in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, chiamando a raccolta i rappresentanti degli Ordini e Collegi professionali degli Assistenti Sociali, Avvocati, Consulenti del Lavoro, Giornalisti e Psicologi, per fornire il loro impegno nel combattere un fenomeno ormai troppo diffuso nel nostro Paese. L'evento è stato inaugurato con la rappresentazione teatrale "Artemisia Gentileschi, processo per stupro. La forza del dolore", una rievocazione storica di quello che fu il processo subìto dalla pittrice romana della metà del XVII secolo, interpretata dall'attrice Pamela Villoresi e dagli avvocati del Foro di Firenze Enrico Marrapese e Gaetano Pacchi, nonché membri della compagnia teatrale "Attori&Convenuti". Il pathos e le forti emozioni hanno, poi, lasciato spazio al dibattito con i professionisti, introdotto da Marina Calderone, Presidente del CUP e del Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro. "Le professioni italiane, nell'esercizio delle proprie competenze specifiche - ha commentato - sono garanti anche dell'affermazione e della tutela della figura della donna, dal campo giuridico a quello lavoristico, dal campo medico a quello sociale ed economico. Con questo evento abbiamo voluto testimoniare il nostro quotidiano impegno nei confronti dei cittadini e, nello specifico, delle donne proponendo soluzioni e suggerimenti per contrastare un fenomeno dai risvolti psicofisici devastanti". Ciascun Ordine presente ha voluto, infatti, sottolineare quanto può essere importante il contributo che ogni professione liberale può fornire alla società e al Paese, ognuna con i suoi percorsi e le sue peculiarità. Antonella Bozzaotra del Consiglio Nazionale degli Psicologi ha evidenziato il paradosso della violenza di genere, che si manifesta sempre più spesso in famiglia, all'interno di quelle relazioni affettive in cui è necessario sentirsi sicuri e protetti e da cui derivano danni gravissimi che durano nel tempo e minano le potenzialità di sviluppo delle donne vittime e dei minori che hanno assistito alla violenza. "Da qui - ha sollecitato la Bozzaotra - la necessità di azioni professionali che ricadono sia nella cura che nella promozione del benessere psicologico". Azioni contro le discriminazioni e le violenze sulle donne intraprese anche dall'avvocatura femminile, rappresentata da Susanna Pisano del Consiglio Nazionale Forense, che ha documentato l'intensa collaborazione intrapresa con il Dipartimento delle Pari Opportunità, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e l'u.n.a.r. - Ufficio Nazionale Anti discriminazioni. "La violenza è l'ultimo atto di una storia che inizia molto prima e di cui è importante intercettarne i segnali per tempo per poter dare risposte efficaci ", ha sottolineato Simonetta Cavalli del Consiglio Nazionale dell'ordine degli Assistenti Sociali. "Serve una rete di servizi funzionali e di prossimità per intercettare i bisogni delle donne, soprattutto quelle più sole, - ha dichiarato la Cavalli - perché limitarsi al solo intervento penale non è garanzia di prevenzione, ma al contrario un ulteriore motivo di allontanamento per quelle madri che temono intrusioni nella propria genitorialità". Al dibattito è intervenuto anche il Presidente dell'ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, per sottolineare il fondamentale ruolo dei media nella veicolazione di messaggi corretti e di chiara condanna del femminicidio e delle discriminazioni nei confronti delle donne. "L'informazione su questi temi- ha dichiarato Iacopino - deve avvenire con un linguaggio privo di ambiguità e senza alcuna concessione a retaggi culturali indulgenti con la violenza maschile, con l'intento di sostenere le donne nel proprio percorso di denuncia e di sensibilizzare anche gli uomini che finora sono sempre stati assenti nella comunicazione sociale sulla violenza di genere".