75 AUTOMOBILE CLUB MODENA 1926-2001 2001 Copyright Automobile Club Modena Tutti i diritti riservati. Interviste: LEO TURRINI

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75 AUTOMOBILE CLUB MODENA 1926-2001 2001 Copyright Automobile Club Modena Tutti i diritti riservati Interviste: LEO TURRINI Testi: NUNZIA MANICARDI GIANLUCA FERRARI Progetto editoriale: FRANCESCO PELILLO Le foto sono state fornite da: Archivio Fotografico Ferrari Archivio De Tomaso Raccolte fotografiche Modenesi Giuseppe Panini Archivio Circolo della Biella Archivio O.F.M. Archivio Museo Stanguellini Archivio Automobile Club Modena Collezione Fiorenzo Fantuzzi Collezione Vittorio Fini Collezione Angelo Orlandi Collezione Adolfo Orsi Collezione Rangoni Machiavelli Grafica, impaginazione, elaborazione immagini: CATERINA PELILLO Printed in Italy - Novembre 2001 POLIGRAFICO ARTIOLI SPA - MODENA 2

INDICE Pagina AUTOMOBILE CLUB MODENA: 75 ANNI DI SERVIZI. 11 Gianluca Ferrari INTERVISTA AL PRESIDENTE ANGELO ORLANDI 31 Leo Turrini IL MIRACOLO MODENESE 43 Nunzia Manicardi E Ferrari creò l automobilismo 47 Come fu che la Maserati diventò modenese 51 Gli esperimenti del Commendator Vittorio 55 Nella pampa modenese 57 La corsa dei costruttori 59 La patria delle scuderie 63 Elogio dell artigiano 65 Dai Viali del parco all Aerautodromo 69 E... c era anche la Biella 77 INTERVISTA AL DIRETTORE GIOVANNI CONTI 79 Leo Turrini AUTOMOBILE CLUB MODENA: SERVIZI IN EVOLUZIONE. 87 Il soccorso stradale... 88 I parcheggi... 91 I distributori di benzina... 92 Le immatricolazioni... 96 L educazione stradale... 97 Le manifestazioni... 100 EMOZIONI SENZA PAROLE... 107 3

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La storia dell Automobile Club di Modena, che raggiunge nel 2001 il traguardo dei 75 anni di vita, si intreccia con la storia della nostra città e del suo territorio nel corso del novecento, un secolo in cui tutto è cambiato e si è determinata una radicale trasformazione della realtà sociale ed economica modenese, in modo più intenso e profondo rispetto ad altri territori italiani. Le peculiarità modenesi sono note, connotate da una singolare esperienza che ha saputo fare incontrare politiche pubbliche e iniziativa privata, dando vita a un mix di passione per il lavoro, pragmatismo nelle scelte, creatività, inventiva, ricerca della qualità, che hanno realizzato quel sistema Modena conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Lo sviluppo Modenese, che in mezzo secolo ha trasformato una delle realtà contadine più povere del Paese in un territorio industriale ricco e ad alta specializzazione tecnologica, è anche caratterizzato da un rapporto particolarmente stretto con la storia dell automobile: vi concorre specialmente la grande passione dei modenesi per i motori, per l alta velocità, per le elevate prestazioni, insieme all eccellenza artigianale dell imprenditoria geminiana. Questo spiega perché a Modena si sia concentrato negli anni il meglio dell industria automobilistica sportiva, che ha raggiunto livelli di assoluto primato mondiale e che ha contribuito a legare il nome di questa provincia ai più famosi marchi di automobili ad alta tecnologia. Forse anche per questo i modenesi dimostrano una predilezione per l automobile che colloca la nostra realtà ai primi posti in Italia nel rapporto tra numero di abitanti e autovetture in circolazione. Oggi questo non è più solo un indicatore positivo, legato al benessere di un territorio: è causa di effetti negativi, per l inquinamento, per i numerosi incidenti, per l insufficienza degli spazi di sosta, per la complessiva vivibilità degli spazi urbani. Si pongono problemi sempre più estesi e complessi per il governo della mobilità, per i supporti organizzativi, amministrativi e normativi al servizio degli automobilisti, per l educazione a comportamenti rispettosi delle regole del Codice Stradale e per la prevenzione degli incidenti. Sono i compiti che l Automobile Club di Modena ha assunto con crescente impegno, svolgendo un ruolo prezioso al servizio dell intera comunità, anche grazie alle proficue collaborazioni delle istituzioni modenesi, e agli specifici progetti di educazione e sensibilizzazione degli utenti della strada, specie i giovani, cui concorre attivamente il Comune di Modena. All ACI e ai protagonisti di questo impegno, che si protrae da ben 75 anni, va oggi il nostro riconoscimento, con il sentito augurio di buon lavoro per le future attività e per i molteplici servizi che l Automobile Club continuerà a mettere a disposizione di tutti noi, cittadini e automobilisti, tenendo conto delle nuove, mutate esigenze di una società a quattro ruote in continua evoluzione. Giuliano Barbolini Sindaco di Modena 5

6 1956 Il Principe Caracciolo, Presidente dell ACI, inaugura le sede di Viale Verdi

Le nozze di diamante sono un obiettivo di assoluto prestigio e tutt altro che facile da raggiungere e, quindi, credo che l emozione - autentica - per questo traguardo tagliato, quest anno, da uno degli Automobile Club più ricchi dì storia dei nostro Paese, sia abbondantemente giustificata. Quello tra l Automobile Club Modena e la terra, la gente, la storia, la cultura, la tradizioni, lo straordinario spirito sportivo, creativo e imprenditoriale di una città che, in tutto il mondo, è - e non da oggi - sinonimo di automobile, è un legame straordinario e assolutamente unico nel suo genere. Un legame di uomini, idee e mezzi, che racconta la storia di una passione - che sembra davvero iscritta nel DNA della gente di questa terra - e di un cammino comune, sempre proteso a faro di ogni obiettivo raggiunto un nuovo punto di partenza e non già un semplice punto di arrivo. L auto e lo sport dell auto hanno in quest area, nella quale sono nati molti degli uomini e dei marchi che hanno fatto e fanno la storia dell automobile, una sorta di Eden nel quale ogni elemento, ogni energia, ogni individualità concorre a creare le condizioni per un miracolo che si perpetua quotidianamente, in una continua sfida alla qualità, al fascino, all innovazione. É in questo irripetibile contesto che si inserisce la storia dell'automobile Club Modena, non già in un ruolo di spettatore, ma in un ruolo di attore e di attore protagonista, protagonista autentico della crescita e dello sviluppo di un fenomeno affascinante, delicato e complesso quale l auto come motore primo della mobilità moderna. E, allora, l augurio, mio personale ma anche di tutti quelli per i quali l auto rappresenta una parte rilevante della propria vicenda personale, una compagna di viaggio davvero speciale, è quello che anche questi settantacinque anni di storia possano rappresentare, così come è sempre avvenuto in passato, un ulteriore stimolo nel proseguire ad incarnare il ruolo di punto di riferimento essenziale ed irrinunciabile per tutta la comunità sulla quale l Automobile Club Modena insiste. Per le Istituzioni, per il tessuto economico e sociale, per sportivi ed appassionati e, più in generale, per tutti quanti vivono, quotidianamente, la loro mobilità fatta di lavoro, famiglia, tempo libero, turismo. Perché non manchi mai un punto di riferimento, intelligente ed una guida attenta ed esperta, sia nell analisi che nell individuazione delle corrette prospettive di sviluppo e crescita di un fenomeno, la mobilità, che per definizione e per sua natura non può essere un fenomeno statico, ma un perenne, dinamico, divenire. Con un grazie particolare, consentitemelo, all Ing. Orlandi, la cui passione, il cui dinamismo, la cui carica professionale ed umana, rappresentano da lungo tempo, ormai, una delle anime più avanzate di quello spirito che ha reso Modena, in tutto il mando, uno delle più amate capitali dell auto ed uno dei simboli di maggior successo dei made in Italy. Franco Lucchesi Presidente Automobile Club d Italia 7

Anni 30 Ingresso della sede del R.A.C.I. Modena in Corso Canalgrande 8

1926-2001 Sono passati 75 anni dal 29 gennaio del lontano 1926 quando un gruppo di illustri modenesi costituì a Modena il locale R.A.C.I.. Questi pionieri fondatori erano gentiluomini del volante, che, almeno nei primi anni, pensavano di promuovere l uso della vettura favorendo inoltre gli sportivi dell auto. Se è vero che l ACI è nato con lo sport dell auto, è cresciuto con una coscienza sportiva secondo i canoni della legge sportiva è pur vero che successivamente ha notevolmente allargato il suo campo di azione, i suoi obiettivi con l assistenza, la difesa degli automobilisti vuoi associati o no all Ente stesso. L Italia certamente ricca di bellezze e di storia è stata comunque terra di economia povera. Il suo popolo è passato da antichi a recenti travagli che certamente non potevano aiutare lo sviluppo di un bene come l automobile, ma l italiano però è laborioso, tenace, vivace nelle idee ha innato il sentimento della civiltà, ne conosce le strade e sa camminare spedito e sicuro. Lo ha ricordato il Sindaco di Modena nella sua introduzione a questa pubblicazione con particolare riferimento ai modenesi alla nostra provincia. Sono queste doti, questa capacità di realizzare che hanno permesso un graduale, costante, inarrestabile aumento della produzione automobilistica e della sua diffusione dopo gli ultimi tragici eventi mondiali. L auto è oggi uno strumento di libertà, di mobilità, di lavoro, di turismo, di sport che coinvolge una categoria impressionante di consumatori. Parallelamente a questa esplosione del mezzo a quattro ruote l impegno dei dirigenti e collaboratori dell Automobile Club Modena, ciascuno nel proprio settore di collaborazione, ha saputo far crescere l Ente ad un alto livello nazionale. L Automobile Club Modena coglie la ricorrenza del suo 75 anno, non per esaltare sé stesso, ma offrire con la sua breve cronistoria un apporto alla conoscenza di una realtà modenese e per documentare, lasciandone traccia, il cammino percorso. Rappresentante dell Automobile Club di Modena da oltre nove lustri rievoco oggi nella prima parte di questo volume, con un senso di orgoglio che mi si vorrà perdonare, il nostro passato: di sfuggita rievoco il passato, perché il ritmo della vita è ormai tale da non concedere indugi retrospettivi, sebbene il passato assai possa insegnare a chi non disconosce il fatto che presente e avvenire sono figli suoi. Si inizia dunque per il nostro Ente in questo primo anno del terzo millennio una disputa che deve portarlo a raggiungere nuovi obiettivi per i quali l entusiasmo e la determinazione, ingredienti di ieri oggi e domani, consentiranno la loro realizzazione nell interesse dell utenza automobilistica. La scienza, la tecnica non si arrestano: sono convinto che i nostri discendenti vedranno cose che sarebbero per noi sbalorditive, più ancora di quanto lo sarebbero per quei lontani pionieri del 26, i risultati che, per merito di molti, sono stati da noi raggiunti. Angelo Orlandi Presidente Automobile Club Modena 9

Automobile Club Modena: 75 anni di servizi. Gianluca Ferrari Ero bambino nei primi anni 70; dal civico di viale Menotti 52 i miei occhi sono cresciuti con quell edificio basso, che vedevo affacciato dal mio altissimo sesto piano. Pomeriggio come tanti: la palla scavalca il muro dei miei giochi e mi tocca fare il giro dell isolato per raccattarla. La ritrovo in un parcheggio ampio, di fronte ad un palazzo su cui campeggia la scritta A.C. Modena. Per la dicitura Modena nessun problema. Era A.C. che mi incuriosì quasi più della mia beneamata palla. Poi capii. Me lo spiegarono. Crebbi. Sono passati circa trent anni e tocca (anche) a me raccontarvi qualcosa di quella sigla allora misteriosa. Anno domini 1926, addì 29 gennaio. I più bei nomi dell imprenditoria modenese sono riuniti nella sala dell Associazione Commercianti e Industriali: ci sono il cav. Sandonnino, l ing. Magiera, Corni, Giulio Aggazzotti, l avvocato Vittorio Arangio Ruiz (lo avrei poi incontrato sui testi della facoltà di Giurisprudenza) e, naturalmente, l uomo che diverrà il modenese più celebre e celebrato nel mondo, il commendator Enzo Ferrari. Un mese più tardi nasce ufficialmente l Automobile Club di Modena. Cos è questo Club? Beh, un ente che vuole promuovere la cultura e la diffusione della macchina, è lapalissiano. Ma è, anche e soprattutto, una struttura che voleva, ha voluto, vuole e vorrà offrire servizi e agevolazioni ai suoi Soci. Leggo i primi, polverosi verbali del Consiglio Direttivo e noto: ribassi sui prezzi di acquisto dell auto, sulle coperture e su tutti gli accessori, creazione di posteggi gratuiti per gli iscritti, sconti sulla benzina, valorizzazione delle manifestazioni automobilistiche sportive. L associazione vede la luce per dar tutela e incremento all automobile ma non dimentica, mai, che l auto non va da sola, che sopra c è una persona, e che questa persona non vive di sola macchina. C è una faccia istituzionale (servizi delegati dallo Stato, cioè riscossione delle tasse di La prima sede (a sinistra) il primo statuto, la primacampagna promozionale, il primo elenco di servizi a disposizione dei soci: a Modena sta cominciando una storia che sarà anche romanzo. 11

La velocità anticipa il secolo del progresso: l'alfa Romeo di Pintacuda è una promessa di futuro ma l'automobile è già simbolo di eleganza, come dimostra (a destra) il marchese Lotario Rangoni circolazione e tenuta del Pubblico Registro Automobilistico) che si accompagna sempre ad un altra, diciamo sociale. L attenzione per lo sport, non solo su quattro ruote, per il tempo libero (con le gite sociali, le proiezioni cinematografiche), per l educazione stradale e la cultura della sicurezza. C è già, in embrione, la prima pietra, su cui sorgerà l A.C. di oggi, la pietra filosofale che gli attuali vertici hanno saputo sviluppare: dalla valorizzazione dell auto a quella dell individuo. I libri mastri sono pieni di numeri, cifre, bilanci. I primi tempi sono fatti di spese oculate, dettagliate, minute. Dal posacenere al tavolino, dal distintivo sociale alla bicicletta. Possono far sorridere, ma danno la precisa sensazione che qui non si sia mai voluto fare il passo più lungo della gamba. Sarà una costante dell A.C. Modena. Con una doverosa precisazione. Il Club non era e non è un Opera Pia, quest attenzione ai numeri è naturale e connaturata alla vita del sodalizio. Però i numeri vanno letti anche al di là dei confini della matematica, possono esprimere pure lo spirito, l essenza di un Ente. Cifre a volte smilze, a volte più rotonde, ma improntate e tese a rendere comunque dei servizi ai membri dell Associazione. Questo colpisce. Non si riesce a farli divertire, i Soci? Si cerca di farli risparmiare. Vedi la vicenda dei distributori di carburante gestiti da A.C. Modena fin dai primissimi anni di vita. Le spese per il personale, per la manutenzione, la concorrenza dei privati: insomma, i distributori non arricchiscono di certo le casse del Club, ma fanno risparmiare i Soci. Una lira, una lira e mezza per chilo di lubrificante. I distributori resteranno al loro posto. Dicevamo del mancato divertimento riferendoci all aspetto sportivo che ha sempre convissuto nell anima A.C. Dall aprile del 27 in poi, questo sarà, talvolta, tasto dolente dei Consigli Direttivi e delle Assemblee Generali: organizzare manifestazioni agonistiche costa e l alea della riuscita fa sentire il suo fiato sull andamento dei conti. Era la Modena la cui fama motoristica rombava per davvero dentro e fuori le mura cittadine. Circuito di Modena, Coppa delle Mille Miglia, Trofei Sport, gare di durata e resistenza, il Miglio lanciato sulla via Nonantolana, il Volante d Argento. E ne scordo qualcuna. Gare che hanno segnato la storia del motorismo sportivo anche internazionale. In tutte c è stato lo zampino dell Automobile Club modenese. Nelle carte dell archivio si alternano il compiacimento per gli ottimi risultati sportivi e i purtroppo delle perdite di gestione economica. Nella scia del fascino dei 12

13 bolidi sta la dura legge del businnes, immutata nei secoli ed anche oggi uguale a se stessa:.grandi nomi di piloti, i quali intervengono solo quando ci siano in palio forti premi, la qual cosa non ci è concessa data la modesta se pur attiva entità del nostro bilancio, recita amaro un verbale del 31. A.C. Modena però c è sempre. Anche se accade che debba limitarsi, per alcuni periodi, a svolgere azione fiancheggiatrice ; che tradotto dal verbalese vuol dire dare una mano alle gare altrui, tipo la Mille Miglia bresciana. E del resto i numeri sono importanti anche per le tasche dei cittadini e dei Soci. A.C. Modena lo sa e se si vede costretta a rinunciare alla spettacolarità di un Gran Premio, non desiste mai dall indirizzare le risorse del suo bilancio alla soddisfazione del bilancio degli utenti. L esempio citato dei distributori di carburante è uno solo fra i tanti. Toccherà poi ai posteggi gratuiti per i tesserati, quello di piazza Matteotti, quello di piazza Roma, gli altri al Mercato Bestiame, in corso Canalgrande e via dicendo. Si leggono i documenti e si coglie tutto il sapore di un epoca che non c è più, quando le quattro ruote erano in numero di due gatti e Modena somigliava al Bengodi dei parcheggi. Altri tempi, altra Modena, altra società. I posti auto, si diceva. La battaglia che combatterà il Club per mantenerne la gratuità verso i Soci paradigma bene la vocazione dell Ente al concetto di servizio : Attualmente il Socio che viaggia è molto facilitato anche dal lato economico..in ogni città sede di A.C. vi sono i posteggi gratuiti, parole che arrivano da un marzo degli anni 30. Lotta che la sede modenese condurrà tessendo una fitta trama di accordi con gli altri Club della nostra

regione per non smarrire i vantaggi derivanti ai tesserati. Alla fine del 52 dalla costola esce un bel do di petto : ce l ha fatta, i Soci manterranno i posteggi gratis presso tutte le sedi regionali. L anno precedente la formichina A.C. Modena si era industriata per far avere ai suoi membri uno sconto sulla fornitura di pneumatici; paiono piccole cose, vittorie di Pirro. Sbagliato. Il servizio è fatto anche di quotidianità, di risparmio sulle incombenze di tutti i giorni, di cose che l immaginario collettivo fatica talvolta ad apprezzare. Ecco che arriva, al proposito, la bacchettata ai Signori Soci. Apprezzate anche gli aspetti burocratici dell Ente, gli si dice: Pensassero al risultato da noi raggiunto di dare la patente bollata e vidimata entro un ora di tempo, e immaginassero lo stesso servizio affidato ad uffici di altro tipo.. Ci si riferisce al volto istituzionale della struttura. Alla faccia parastatale o in odore di statale, per riprendere le parole del collega Leo Turrini, che aprono in maniera impeccabile questa pubblicazione (vedi l intervista al Presidente Orlandi). La gente italica è spesso diffidente nei confronti dell amministrazione e delle sue articolazioni, specie se precedute dall aggettivo pubblica. Ma anche questo è servizio. Che fa risparmiare tempo, danaro (visto che il tempo è danaro, in ossequio al motto) e snervanti file agli sportelli: più avanti leggerete che l A.C. di oggi lo ha arricchito, questo servizio, aggiungendovi Bollo Sicuro e Protezione Patente, che vi avvisano delle scadenze e vi seguono dipanando i tortuosi meandri della carta bollata. Ne riparleremo. Ma il riferimento al medesimo compito affidato ad uffici di...altro tipo, suona di un irresistibile ironica eleganza. Certo, il bilancio. Un occhio va a quello. Ma lo sguardo, nel suo complesso, non smette di volgersi al portafogli dell utente. D accordo il bilancio, però pare che A.C. Modena si sforzi sempre di soppesare la bilancia. Il piatto che regge i servizi da offrire ai Soci non deve soccombere all altro, che pesa le cifre. Credo che il nocciolo dell azione A.C. stia qui: nell ascoltare le voci del dare e dell avere e nel non farsene intontire come corse il rischio il povero Ulisse. Le sirene contabili non sovrastano la voce delle esigenze di coloro che dell A.C. sono fruitori. Anche se le funzioni sono quelle delegate dallo Stato e si tingono di amministrativo. Il vecchio Ufficio Commissioni degli anni 30 e 40 è un po il precursore degli Uffici Tasse Automobilistiche e Uffici Assistenza dei giorni nostri. Oltre cinquant anni fa, lo scrivevo poco sopra, la licenza di guida era timbrata e consegnata in appena un oretta. Poi vengono, doveroso ricordarli, gli anni bui della guerra. Che ha perso l aggettivo Grande (del primo conflitto mondiale), mantenendo però tutti gli altri. Orribile, Tragica, Tremenda, scegliete voi. Azzera tutto, la guerra. O quasi. Anni di verbali veloci, lo si vede dalle grafie. Non c è tempo per le Assemblee Generali, per i Consigli Direttivi. Non c è tempo per l automobile. Anche perché l automobile quasi si estingue ed altrettanto è a dirsi per i Soci. Se ne contano 5 alla data della Liberazione. Pochissimi. Eppure già tanti, considerato ciò che è accaduto. Un brandello di A.C. Modena si è salvato e da lì si riparte. Anni di ricostruzione, dei mattoni e delle coscienze. Si riedifica anche all A.C.: termina il periodo di commissariamento gestito da Zerbini e rinascono gli organismi interni tradizionali. All insegna delle regole democratiche. Il 15 febbraio del 46 i 29 Soci presenti in sede possono finalmente discutere dell elezione del nuovo Consiglio Direttivo. Lo scelgono nel mese successivo. Ed Enzo Ferrari ne resta escluso. Ci sono, per citare alcuni tra i neoconsiglieri, l ex commissario Zerbini, il motorista Vittorio Stanguellini, l avvocato Camillo Donati, uomo-maserati, il conte Uberto Pignatti Morano, che ascenderà alla presidenza dell Ente. Anche per questo, forse, la storia dei rapporti tra Ferrari e A.C. non è stata sempre lineare: richieste di spostamento delle date di qualche Gran Premio di 14

Anni 20 Incrocio Viale Regina Elena (oggi Viale Martiri delle Libertà) con Via Emilia, sullo sfondo il monumento a Vittorio Emanuele II

Il viale era ancora dedicato alla Regina Elena: sul traguardo del Terzo Circuito di Modena Cecchini porta alla vittoria, per la classe fino a 1100, la sua MG. Era il 14 ottobre 1934.

Corso Canalgrande scopre il fascino di una tentazione chiamata parcheggio: siamo nel 1937 e non è ancora tempo di aree pedonali. Modena, tira e molla sull eventuale partecipazione delle sue macchine, rinunce qua e là. Sanno di incomprensioni e dispetti che verranno comunque ricomposti, fino ai grandi omaggi degli anni 80, allorchè l Automobile Club organizzerà il RAID FERRARI D EPOCA ed il FERRARI DAYS. Manifestazioni internazionali con mitiche Rosse storiche, che portano sotto la Ghirlandina migliaia di appassionati di ogni parte del globo e riportano anche nomi leggendari del volante: Fangio, Cortese, Villoresi. E un salto nel passato, ai vecchi Circuito di Modena, con i vialoni del parco che rimbombano dei ruggiti del Cavallino, toccando piazza Grande, la pista di Fiorano, il tracciato di Imola e, immancabilmente, lo stabilimento di Maranello. L A.C. riassembla i pezzi, dicevamo. Finito il tempo in cui il Club doveva barcamenarsi tra le più o meno esplicite interferenze della propaganda fascista, giostrando tra una sovvenzione all Opera Nazionale Balilla ed un aumento della quota sociale a carico dei contribuenti-automobilisti, da devolvere poi alle casse di Roma. E ora di riforme, a Modena e nell Italia intera. Quella del R.A.C.I. (il Reale Automobile Club d Italia) va di pari passo con il riordinamento del Club locale. Dai servizi delegati dallo Stato, al riassetto economico, alla rinascita delle competizioni ed attività sportive. Al ripristino, per capirci, di tutta quella costellazione di servizi ai Soci che era stata oscurata dall eclissi del secondo conflitto mondiale. Anni di ripresa, quelli del dopoguerra. Riprende ciò che con i paroloni della sociologia si definisce l ordinata convivenza civile. Le scuole tornano a riempirsi e l associazione di Modena affianca l A.C.I. nella campagna scolastica sull educazione stradale. Piano piano tornano i servizi alla persona, perché anche saper comportarsi in strada e nel rispetto del suo codice (della strada) è opera che rientra nell ordinata convivenza civile. A.C. non smetterà di sedere sui banchi negli anni successivi, affiancando gli alunni ed il Provveditorato agli studi nella formazione di una più matura coscienza della circolazione e sicurezza viaria. Spuntano, nella frenetica edilizia che corre verso la ricostruzione e la voglia di ricominciare, servizi nuovi per i Soci. Corre l anno del 55 e il Club propone quello di Soccorso Stradale (S.O.S.). Lo fa a suo modo. Ricordate la bilancia delle pagine scorse? Un occhio al bilancio proprio, un occhio a quello familiare degli iscritti. La nuova offerta non comporterà un aumento della quota sociale. E l alba di una nuova epoca. L automobile cambia pelle: non è più il gioiello da mostrare orgogliosi 17

Quando una immagine testimonia la voglia dell'uomo di ripartire: è il 13 maggio del 1944 e una automobile, ferita ma non distrutta, sembra coraggiosamente voler riemergere dalle macerie del garage Macchia dopo un bombardamento. in mezzo a velocipedi, calessi e pedoni. Diventa mezzo di comunicazione e strumento di vita quotidiana. Si espande notevolmente la mole di servizi che il Club deve fornire ai suoi utenti ed il rapporto tra popolazione modenese e macchina. Facciamo un po di economia spicciola e parliamo di tassi di crescita e incrementi delle quattro ruote. Sul finire degli anni 50 la nostra provincia assommava bene o male mezzo milione di residenti. Le auto se ne stavano nel cantuccio, con le loro 12.000 unità: la supremazia era schiacciante, a favore dei bipedi, ovviamente. Una macchina ogni 41 abitanti, in pratica una mosca bianca. Il ronzio sarà destinato a moltiplicarsi all ennesima potenza, assieme al numero di coloro che, con le chiavi della vettura, metteranno nelle tasche la tessera dell A.C. Le cifre degli anni 30 diventano preistoriche, irreversibilmente retrò: 305 Soci su 3000 autodotati. Roba d altri tempi. Il monito che viene da una pagina d archivio degli esordi A.C. (si era nel 1930) è stato ascoltato. Suonava così: Bisogna ricordargli (agli automobilisti) che il R.A.C.I. ha potuto pesare notevolmente sul Governo, grazie al lavoro e alle iniziative degli A.C. provinciali. Bisogna saper trovare per loro la voce del dovere, che per ogni automobilista è quella di farsi socio del nostro Ente, che è quegli che difende i loro diritti. Ed è una difesa che A.C. Modena compie andando all attacco, potenziando la gamma delle offerte, svezzando, con le sue scuole-guida, migliaia di concittadini nell uso della macchina; proseguendo l infaticabile lavoro dell Ufficio Commissioni anteguerra, cioè vidimando, bollando, evadendo, insomma, caterve di pratiche collegate a tutto quell universo cartaceo che sta appena fuori dalla galassia-auto. Riprenderemo oltre l analisi numerica di questa nuova era. Ora bisogna aprire una parentesi. Prestigiosa, felice (almeno dall ottica sportiva) e chiusasi troppo in fretta. E un intermezzo che dura undici anni e che si lega visceralmente all anima sportiva del nostro Automobile Club. Aerautodromo è un nome che farà venire la pelle d oca a tanti fra voi, fra noi anzi, che siamo gente del motore ; per undici anni Modena è una Capitale dell auto che può affiancare al suo Parlamento, fatto di geniali imprese e carrozzerie artigiane che sfornano meraviglie a quattro ruote, anche un Esecutivo degno di tal nome. E il circuito che sorgeva nell area dell attuale parco Ferrari e di cui 18

Anni 10 Corso Canalgrande, Palazzo Schedoni (oggi Hotel Canalgrande) e Chiesa S. Maria delle Asse

1938 Incrocio Via Emila e Corso Canalgrande, strenne a militi e guardie comunali 1960 Incrocio Via Emila e Via S. Carlo 1957 Via Emila centro, strenne ai vigili urbani 1968 Stazione FS, la Modena 1 accoglie Sandrone a Carnevale 20

ora resta qualche striscia d asfalto ingoiata dal verde. Era la sede destinata ad applicare le illuminanti creazioni uscite dalle nostrane officine: test di prova, di messa a punto, ma anche, naturalmente, gli epiloghi più amati dal grande pubblico, la spettacolarità pura. Le corse, i Gran Premi. L Aerautodromo nasce dalla fusione di due precise esigenze. Una appena ricordata, di avere un banco di prova effettivo per le tante creature delle case automobilistiche del modenese. L altra, non più procrastinabile, di matrice tragica: le gare sulle strade, urbane od extra-urbane che siano, con la gente assiepata ai margini della carreggiata, come ancor oggi capita nei rallye, sono troppo pericolose. Affascinanti ma rischiosissime. La memoria corre anch essa veloce, sopra quelle stradine dei primi del 900 solcate da tanti demiurghi del volante. Va al 1910, con Nazzaro che trionfa nel Record Mondiale del Miglio, sulla via Nonantolana, lasciandosi alle spalle un nome che scriverà un bel pezzo di storia delle quattro ruote; gli finisce dietro, a Nazzaro, un certo signor Vincenzo Lancia. L anno seguente ecco l incidente, verificatosi durante le prove e che sconsiglia la ripetizione della corsa. Il ricordo prosegue con le edizioni del Circuito delle Tre Province, sulla tratta tosco-emiliana (Bologna Pistoia Modena), l ultima delle quali vinta, nel 31, dall indimenticabile Nuvolari; va ancora oltre, con gli otto appuntamenti (non consecutivi) del Circuito di Modena, snodatisi dal 1927 al 1947. Prime due edizioni su tracciato extraurbano di oltre dieci chilometri (via Emilia - Scartazza Vignolese di nuovo sulla via Emilia). Vittoria di chi? Di un tal Enzo Ferrari su Alfa Dalla campagna, il rombo famelico dei motori arriva a squarciare il cuore della città: da ripetere per quaranta volte l anello dei viali, con Nuvolari sempre a farla da padrone (tre vittorie) e Cortese che seguiva a ruota, degno valletto (due successi). Anche qui, ineluttabile, il risvolto tragico, con la Delage di Giovanni Bracco che il 28 settembre 1947 scaraventa i suoi 12 quintali sulla messe di pubblico a bordo-viali. E troppo. Ci vuole un autodromo vero e proprio. A.C. Modena è tra i padri fondatori della struttura, si adopera fortissimamente per vederla realizzata. E passare dalla carta alla realtà non è affatto semplice: occorrono sinergie con le Amministrazioni Locali, con l A.C.I. centrale, servono parecchi soldini. Per vedere le corse vere bisogna prima vincere questa, di corsa. A Modena ci si riesce. Anche perché l opportunità è ghiotta: c è l occasione di dare lavoro a tante braccia rimaste disoccupate nell immediato dopoguerra. Tant è. L Aerautodromo sorge e così viene chiamato per ricordarne la vocazione poliedrica. Quell area è del demanio militare, e tra una manifestazione e l altra continuano le grandi manovre del Battaglione Sesto Pesante Campale, i voli dell Aereo Club cittadino e quelli, solo sognati, per l esportazione dei nostri principali prodotti alimentari. Ospita di tutto un po, non solo auto. Le dispute motociclistiche, che sopravviveranno alle quattro ruote, proseguendo fino al 77-78 e facendo in tempo a battezzare un giovane centauro gialloblù di belle speranze, che risponde al nome di Luca Cadalora; vi transita pure la tappa di cronometro a squadre del ciclistico Giro d Italia 53, con l inarrivabile airone Coppi. Passano financo le signore-bene del jet-set casalingo e internazionale, magari per assistere alla tappa (Firenze Milano) del primo Rally del Cinema. Per non perdersi, invece, nell arcipelago di competizioni riservate alle vetture, rimembreremo solamente i sette Gran Premi di Modena, di F.2 e F.1, le tre edizioni della Riunione dei Primati (con i concorrenti che facevano gara a sé, cercando di ottenere il tempo più veloce per ogni categoria di partecipanti), le cinque del Campionato Italiano delle Università e gli assortiti Trofei Sport, Junior e 21