rassegnastampa quotidiana 31 maggio 2010 indice in provincia LA STAMPA Dopo cinquant anni niente fiori in via Perugia agricoltura IL GIORNALE DI BRESCIA Campi e fotovoltaico Basta non esagerare IL RESTO DEL CARLINO Il fotovoltaico? Inquina il paesaggio MESSAGGERO VENETO Forum Coldiretti a Bruxelles, le linee della nuova Pac SOLE 24ORE RAPPORTI Un raccolto lungo un anno IL SOLE 24ORE Vacanze di lavoro con il voucher LA REPUBBLICA Conad porta il federalismo sullo scaffale LA REPUBBLICA I padroni del cibi. Chi vuole brevettare la bistecca IL GIORNALE L Europa irrompe in cucina ma il suo menù è indigesto ufficio stampa coldiretti torino via Pio VII, 97 10135 Torino TEL. 011-6177282 CELL. 335-7662297 ufficiostampa.to@coldiretti.it www.torino.coldiretti.it
http://carta.lastampa.it/carta/edicola/nav/view.asp?user=4237... 31 Maggio 2010 Stampa Dopo cinquant anni niente fiori in via Perugia I vecchi lo ricordano così: c erano i treni a Porta Nuova, scaricavano quintali di fiori ogni mattina prima delle quattro; i grossisti li adagiavano in grandi ceste chiamate «americane» fatte in legno di castagno; le piazzavano sulle biciclette e pedalavano fino in via Perugia. Era il 1960, il primo mercato dei fiori d Italia - quello di Sanremo era solo per i grandi grossisti - era appena nato. Oggi, cinquant anni dopo, chiuderà per sempre. I floricoltori - 5 grossisti e 45 aziende agricole raccolti in un Consorzio - traslocano in via Reycend, zona Madonna di Campagna. Chi c è sempre stato, come Maria Cecilia Serafino, figlia di Carlo, uno dei fondatori del mercato, sa che non sarà mai più come prima, anche se il vecchio edificio di via Perugia era troppo grande e ormai obsoleto. È un brandello della storia di Torino che se ne va: la cittadella dei fiori, l unica in Piemonte, seconda solo a Sanremo nel Nord-Ovest d Italia. I sentieri della memoria portano molto indietro: 1942, Porta Palazzo, quando i banchi del mercato dalle 4 alle 7 erano riservati ai floricoltori. «C era la guerra», ricorda Maria Cecilia Serafino, «si pensò di trovare un punto di raccolta anziché farci correre in giro per la città». Tre ore al giorno, però, erano poche. Carlo Serafino e un gruppo di floricoltori scrissero al sindaco e ottennero un area propria, 5 mila metri quadrati, 40 stand vigilati dal signor Penna, vigile inflessibile e dal «Barba», il primo inserviente comunale addetto alla sorveglianza dell ingresso, insieme con «Ballarin», addetto allo scarico merci, un ex pugile, chiamato così perché si muoveva ondeggiando come se stesse ancora sul ring. E poi c era Giaset, l uomo del ghiaccio, ché allora non c erano gli enormi frigoriferi nel seminterrato e lui ogni mattina con la sua ape portava i blocchi. Ricordi lontani, che decine di floricoltori hanno scritto in questi giorni per salutare il loro vecchio mercato, quello con la statuetta della Madonna all ingresso, e adesso chissà che fine farà. In via Perugia sorgeranno condominii e un area commerciale, come deciso dal Comune. Per il mercato dei fiori non c è più posto. I floricoltori hanno mugugnato per un bel po, scartato diverse soluzioni - dal Caat a Moncalieri - infine si sono rimboccati le maniche. «Abbiamo investito 100 mila euro sulla nuova area, altri 200 mila li spenderemo ogni anno per l affitto», dice il presidente del consorzio Mif Emilio Fugazzi. Il trasloco di oggi non è l unica novità. Ce n è un altra, che farà ancor meno piacere ai torinesi: il vecchio mercato due volte a settimana era aperto al pubblico. Il nuovo, per ora, sarà solo per addetti ai lavori. «È un peccato - commenta il consigliere comunale di Fi-Pdl Andrea Tronzano - anche se restano i fiorai sotto casa a garantire qualità e concorrenza». Stampa 1 di 1 31/05/10 13:44