Parrocchia di San Paolo Consiglio pastorale 27 Novembre 2011 Questa speciale edizione del Consiglio Pastorale prende vita in una soleggiata domenica novembrina: presenti 45 persone che, dopo aver celebrato la Santa Messa, si ritrovano insieme intorno alle ore 11.00 nel salone sotto la chiesa. Don Filippo saluta tutti noi presenti e ci invita a conoscerci meglio chiedendo a ciascuno di presentarsi agli altri: nome, cognome, professione, servizio in parrocchia, frutto preferito e così via Dopo questo piccolo momento di condivisione, proseguiamo presentando il programma della giornata ed organizzandoci per sfruttarla al meglio: il consiglio viene diviso in tre gruppi e, ad ogni singola persona, viene consegnata una cartellina con il materiale necessario. La prima parte della giornata viene dedicata alla conoscenza di tutti i gruppi parrocchiali: il Palatullio viene presto trasformato in un grosso salone espositivo, dove ogni gruppo della parrocchia ha a disposizione un piccolo banchetto per presentarsi e, dove, anche grazie alla disponibilità di persone non direttamente impegnate nel consiglio pastorale, ha la possibilità di parlare di sé e farsi conoscere: ogni gruppo ha infatti preparato una scheda di presentazione per raccontarsi agli altri (chi siamo, cosa facciamo, perché?, quando e dove ci troviamo, ). Ogni membro del consiglio pastorale è invitato a girare per tutti i 17 banchetti e chiacchierare con i rappresentanti dei gruppi, sia nel caso che li conosca, sia nel caso che ne conosca appena l esistenza. ricchi premi per chi completa per primo il giro! Per fortuna arriva presto il momento più atteso da tutti: il pranzo!! Gustoso, variegato e decisamente abbondante nelle dosi permette al fisico ed allo spirito di rinfrancarsi: alla fine del buffet Emilio ci offre un ottimo e provvidenziale caffè. Dopo una breve parentesi teatrale (vedi fotografie) ci sediamo per ascoltare Don Filippo che ci aiuta a riflettere su come è cambiato il rapporto tra la parrocchia ed i parrocchiani: una volta molta gente, molte famiglie, venivano in Chiesa per vivere le celebrazioni con la comunità oppure anche solo per partecipare ai momenti di riflessione od alle varie attività che essa offriva ed era possibile sfruttare questa frequentazione abbastanza elevata per fare evangelizzazione. La realtà odierna si presenta decisamente cambiata: la maggior parte delle persone non viene più in Chiesa per cui si rende davvero necessario diventare missionari, uscire dai confini della Chiesa e dell oratorio e andare incontro alla gente, nelle case: ma come si può fare? come può la parrocchia entrare nelle case per portarvi l annuncio del Vangelo? Don Filippo osserva come tutti i gruppi parrocchiali che hanno già una impronta missionaria (Carità, Raffaele, Animazione missionaria, Mumble per gli stranieri) sono composti, per la maggior
parte, da giovani o pensionati: perché non partecipano le famiglie? Eppure il sacramento del Matrimonio porta nella coppia la presenza di Dio e la chiama al servizio dell annuncio del Vangelo: un nuovo gruppo di famiglie della parrocchia ha iniziato un cammino proprio per ragionare su questi aspetti e su come fare in modo che la famiglia da oggetto di evangelizzazione ne diventi soggetto attivo. Dopo questa riflessione il parroco propone al consiglio pastorale tre temi, uno per gruppo, da approfondire e discutere insieme: 1. Come possiamo sensibilizzare le famiglie della nostra parrocchia al dono della presenza reale di Gesù nella coppia e alla loro vocazione missionaria nel nostro territorio? 2. Come possiamo approfondire ed educare all affettività ed alla sessualità? 3. Come possiamo sensibilizzare a vivere in maniera più cristiana la S. Messa o, meglio ancora, la giornata di festa? L invito è di elaborare idee, proposte, progetti per aiutare la comunità parrocchiale a camminare e crescere in questi ambiti: la sfida è quella di provare ad immaginare le famiglie al centro di queste proposte, come soggetti attivi di evangelizzazione. Dopo circa 45 minuti i gruppi si ritrovano e viene esposto da Cesare, Davide e Valeria quanto è emerso dai vari confronti: Gruppo 1: Come possiamo sensibilizzare le famiglie della nostra parrocchia al dono della presenza reale di Gesù nella coppia e alla loro vocazione missionaria nel nostro territorio? Si delineano da subito due ambiti sui quali sviluppare la discussione. Il primo riguarda le proposte concrete che possono costituire risposta all'interrogativo posto, il secondo è invece relativo allo stile con cui deve essere portata avanti tale azione. In merito al primo argomento emerge immediatamente la necessità di sviluppare interventi differenziati a seconda della preparazione di base e della diversa vicinanza alle problematiche legate alla fede dei parrocchiani. Il modo più sicuro ed efficace per raggiungere le famiglie sembra comunque restare il legame con i figli che già sono vicini alla Parrocchia per i catechismi o i gruppi. Sarebbe interessante sviluppare un seguito alle attività che vengono svolte come formazione al matrimonio o al Battesimo dei figli investendo risorse nel mantenere attivi i contatti instaurati. Ad esempio durante gli incontri già in essere si potrebbero presentare le varie attività della Parrocchia ed illustrare le possibilità di inserirsi ed a questo riallacciarsi in seguito per richiamare le persone ed invitarle a partecipare. Ancora valido, su un livello di ricettività più semplice, sembra il legame sviluppato da eventi di convivialità e intrattenimento (cene, feste, ricorrenze, ecc.). Tali eventi consentono di fare partecipare la gente coinvolgendo via via sempre più soggetti nell'organizzazione. Il ruolo missionario della comunità non si dovrebbe necessariamente esaurire negli ambienti della Parrocchia ma potrebbe anche svilupparsi in ambienti esterni: ad esempio si potrebbe pensare di organizzare alcuni eventi consolidati (esempio la castagnata) al di fuori dei soliti spazi, per esempio presso i giardini pubblici presenti sul territorio della Parrocchia. A questo si potrebbero associare iniziative per dare risposte anche ad adulti che potrebbero essere invogliati ad avvicinarsi in queste occasioni: ad esempio potrebbe nascere qualche forma di dialogo tra genitori con problematiche simili. Con riferimento allo stile da dare a tali proposte si ritiene importante considerare l'aspetto dell'esempio gioioso: se dimostriamo di essere gioiosi e sereni nella nostra vita cristiana siamo certamente più attraenti ed affascinanti e stimoliamo la voglia di partecipare ed interessarsi alla vita
della Parrocchia e più in generale alla vita cristiana. Si richiama attenzione alla necessità di non essere e non apparire presuntuosi nella proposta. Occorre per questo essere estremamente attenti alle richieste che vengono da fuori: per questo il Consiglio Pastorale potrebbe assumesi il compito di raccogliere le esigenze sollevate dall'esterno e diventare sede della loro elaborazione in cerca di una qualche risposta. In termini generali si ritiene necessario un approfondimento delle problematiche per capire meglio noi stessi la natura del nostro annuncio ed acquisire in tale contesto maggiore competenza e sicurezza. Gruppo 2: Come possiamo approfondire ed educare all affettività e la sessualità? Partendo da alcuni aspetti di analisi condivisa si sono avanzate alcune proposte: Insistere molto sull aspetto educativo perché manca una formazione per le famiglie e gli adulti sull educazione all affettività. Creare un gruppo forte di famiglie che sia motore e promotore, un punto di riferimento in grado di creare una rete tra le famiglie. Usare i momenti dove già le coppie o i genitori si ritrovano insieme (corso fidanzati, battesimi, riunioni per prima comunione o per i catechismi, ) per fare aggregazione e formazione: per esempio alle riunioni per il catechismo non dedicare il tempo solo a spiegare cosa si insegna ai figli ma provare anche a dedicare tempo ad una catechesi per i genitori, cercando invogliare ad approfondire, facendo emergere dubbi o aspettative. Suscitare insomma il desiderio di lasciarsi appassionare ed educare dal Vangelo. Usare i più svariati strumenti per raggiungere tutte le età allo scopo di Educare all affettività ad esempio provare ad utilizzare canali di comunicazione insoliti come cineforum, sportelli on-line, un social network aperto a questi temi. Un ultima proposta riguarda la Festa della famiglia : fare una corsa, tipo La StraSanPaolo per portare le famiglie lungo le strade della parrocchia. Creare cioè momenti di manifestazione pubblica del percorso di crescita che la parrocchia offre. Gruppo 3: Come possiamo sensibilizzare a vivere in maniera più cristiana la S. Messa o, meglio ancora, la giornata di festa? Una volta i bambini ed i ragazzi venivano a Messa perché porati dai genitori: oggi la situazione si sta ribaltando. Molti genitori vengono in chiesa perché hanno i figli da accompagnare per cui, nel momento in cui il cammino di catechesi dei figli è terminato, li perdiamo. Sono i genitori che dobbiamo raggiungere, ma come? Una delle parole chiave è accoglienza: è uno stile che smuove i cuori della gente. Tutti noi andiamo in un luogo volentieri se lì c è qualcuno che ci chiama e ci aspetta, se abbiamo qualcuno da incontrare. Quando i parrocchiani vengono in chiesa devono trovare un posto in cui stanno bene: elaboriamo strategie per educare la nostra comunità all accoglienza. Occorre offrire occasioni per stare bene. Questa attenzione ad uno stile di accoglienza deve essere profusa in particolare maniera nei confronti delle famiglie quando hanno i figli coinvolti in parrocchia: riuscire ad essere bravi accoglienti e coinvolgenti in questi anni in cui i genitori, volenti o nolenti, sono obbligati a
partecipare può permettere di tessere una rete di rapporti che non si interromperà dopo la Cresima dei loro figli. Durante le riunioni bisogna mettere i genitori nelle condizioni di potersi parlare confrontare per dare loro l occasione di abbattere qualche muro, conoscersi e fare rete. Prestare attenzione agli orari in cui si dà l occasione di pregare (adorazione eucaristica, ): non sempre rispondono alle esigenze delle famiglie o di chi lavora. Prestare attenzione a tutte le S. Messe. L ultima parte della giornata viene dedicata agli aggiornamenti sulla preparazione della Festa Patronale di San Paolo. Don Filippo chiude la giornata ringraziando tutto il consiglio pastorale ed invitando ciascuno di noi a chiedersi ma io, personalmente, a chi parlo di Gesù?. A volte, dietro al ragionare per elaborare proposte, proporre idee si può celare il rischio di creare solo degli eventi, contenitori di gioia, dove però manca il vero motore di tutto che è testimoniare il Vangelo:Don Filippo ci invita a non avere paura di dire ciò in cui crediamo, anche se ci sentiamo soli, disarmati ed impreparati a sostenere certi discorsi. Non ci è chiesto di parlare a sconosciuti ma di testimoniare, di amico in amico: mettre a disposizione la nostra storia, raccontare le nostre vite. Prima di lasciarci vengono comunicate le date dei prossimi Consigli Pastorali: Giovedì 12 Gennaio Giovedì 16 Febbraio Giovedì 15 Marzo Giovedì 10 Maggio Domenica 17 Giugno Casa Alpina
FOTO RICORDO: PS: per chi desiderasse altre foto (quelle dei presepi ) sono scaricabili al seguente indirizzo (grazie Emilio!!): https://picasaweb.google.com/emilio.casoli/20111127consigliopastoralesanpaolo? authkey=gv1srgckphtoz9g8nkqae