PROPOSTA DI ITINERARIO, ATTRAVERSO L ASCOLTO COMUNITARIO DELLA PAROLA



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Transcript:

1 PROPOSTA DI ITINERARIO, ATTRAVERSO L ASCOLTO COMUNITARIO DELLA PAROLA 1. IL LIETO ANNUNZIO AI POVERI Lc 4, 14-29: icona biblica di fondo «Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo»(Lc 4,14). La predicazione di Gesù nasce dalla potenza dello Spirito, è lo Spirito che fa uscire Gesù e orienta Lui e il suo annuncio. Il Vangelo per i poveri nasce dalla Potenza dello Spirito. «Si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere,»(lc 4,16). Uscire è evangelizzare la vita concreta sinagoga compresa. «Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia»(Lc 4,17). Uscire è ricevere in dono la Parola, Essa è sempre ricevuta mai propria. «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri». La Parola da portare è Vangelo di misericordia, di liberazione e di vita! «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi»(lc 4,21). La Parola che Gesù annuncia coincide con la sua vita: la sua Persona e la Sua parola coincidono. «Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò»(lc 4,22.29). È una parola che lascia liberi: dalla meraviglia allo scandalo; dallo scandalo al rifiuto. Chi è disponibile ad accogliere questa Parola? Naaman il Siro e la vedova: lo straniero e il povero.

2 2. GLI INCONTRI DI GESÙ In questo Anno Santo, potremo fare l esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica. Quante situazioni di precarietà e sofferenza sono presenti nel mondo di oggi! Quante ferite sono impresse nella carne di tanti che non hanno più voce perché il loro grido si è affievolito e spento a causa dell indifferenza dei popoli ricchi. In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l attenzione dovuta. Non cadiamo nell indifferenza che umilia, nell abitudinarietà che anestetizza l animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto. Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell amicizia e della fraternità. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l ipocrisia e l egoismo. (MV 15) Per questo ci proponiamo di scrutare continuamente il volto di Cristo, nel suo stare con i poveri e i malati, con i peccatori e gli increduli, accettando la sofferenza e vivendo un autentica fraternità. Solo così potremo annunciarlo a ogni essere umano, perché il metodo che Gesù ci ha consegnato per diffondere il suo messaggio è quello della testimonianza. Se Gesù si è incarnato, accettando e facendo propri, al contempo, i limiti e le risorse dell umano, è da qui che dobbiamo partire, consapevoli del nostro limite ma anche della luce che possiamo lasciar risplendere in noi. Quella luce Egli ha diffuso nel mondo il mattino di Pasqua e donato alla Chiesa col fuoco di Pentecoste. E che sempre ci meraviglia quando scopriamo che anche attraverso le nostre fragilità e fatiche può arrivare ad altri. (Traccia Firenze 2015, pp. 31-32) L esperienza umano-divina di Gesù ci rimanda: a) alla realizzazione del progetto d amore di Dio per l uomo della storia con la sua complessità concreta; b) ai risvolti esistenziali che impegnano la responsabilità del credente e della Chiesa per contribuire a rendere più umano il mondo: il prendersi cura e la preghiera come ascolto, confronto, discernimento. 1. Primo incontro: Gesù e il male del e nel mondo religioso. Lc 4, 31-37: l Indemoniato nella sinagoga a Cafarnao. Il male può nascondersi dentro il mondo religioso e nella pratica religiosa. Chiesa in uscita è chiesa che si converte continuamente e passa dalla religione alla fede. È chiesa che non da risposte, assiomi, dogmi, ma suscita domande e stimola la pensosità: «Che Parola è mai questa?» (Lc 4, 36). 2. Secondo incontro: Gesù e lo straniero. Lc 7, 1-10: la fede di un centurione. Paradossalmente si può incontrare più fede in chi non appartiene alla stretta cerchia dei credenti/praticanti, più nelle periferie che nei centri di culto. Essere chiesa in uscita è saper vedere il bene e i semi di vangelo anche nelle periferie del cuore dei cosiddetti lontani.

3 3. Terzo incontro: Gesù e il peccatore. Lc 7,36-40: Il Vangelo della Misericordia. Cuore del Vangelo è l annuncio della Misericordia del Padre, mai a buon mercato ma sempre grazia a caro prezzo. Gesù prende su di sé il giudizio della peccatrice e paga per lei. Essere chiesa in uscita è annunciare una misericordia a caro prezzo: è farsi carico del male e del peccato e trasformarlo in amore, rinunciando alle logiche del giudizio, della condanna e degli anatema. 4. Quarto incontro:gesù e l emarginato. Lc 10, 25-37: il Vangelo della Prossimità. Il contesto del brano ci suggerisce di leggere il testo dentro l ampia categoria teologico-biblica della prossimità: «chi è il mio prossimo?» (Lc 7, 29). La logica della prossimità supera di gran lunga la sterile e asfittica mentalità dei dottori della legge. Se nella vecchia economia salvifica (almeno per come era stata interpretata dai farisei, dottori della legge, scribi ) conditio sine qua non per l incontro con Dio era la purità cultuale, nella nuova economia inaugurata da Gesù,conditio sine qua non per l incontro con Dio è avere le mani sporche della storia e delle ferite dei fratelli, specie dell emarginato e del forestiero. 5. Quinto incontro: Gesù e l uomo che vive situazioni irregolari. Lc 19, 1-10: Zaccheo. La salvezza di un ricco. Luca è molto attento alla questione dei beni e delle ricchezze. Sa bene quanto queste possano essere dannose o addirittura di impedimento alla salvezza. Zaccheo non è solo ricco ma anche pubblicano. È la classica situazione irregolare che non solo esclude dalla vita sociale ma anche da quella religiosa. Molto probabilmente sale sull albero non solo perché basso di statura, ma perché ha vergogna: lui che vive una vita irregolare deve guardare Gesù da una posizione non naturale, non regolare per un uomo. Gesù non si sottrae a quest incontro e non aspetta che cambi vita, anzi fa molto di più: «oggi, per questa casa, è venuta la salvezza» ( Lc 19, 9). 6. Sesto incontro: Gesù e l uomo viandante, deluso ed in ricerca // Gesù e il discepolo che ha perso le motivazioni della fede e si allontana da Gerusalemme. Lc 24, 13-35: i discepoli delusi. Spesso il lontano a cui raccontare con gioia il Vangelo della misericordia, è il discepolo deluso. È il cristiano anonimo, indifferente, non praticante. Ma anche il discepolo, che pur conservando una pratica religiosa, ha perso le motivazioni della gioia e della speranza. Anche a questo discepolo Gesù si accosta e con arte pedagogica, catechetica, biblica e liturgica riaccende nel suo cuore la fede e lo slancio dell annuncio.

4 3. LE PARABOLE DEL REGNO Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo. Ripeto qui per tutta la Chiesa ciò che molte volte ho detto ai sacerdoti e laici di Buenos Aires: preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti. Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita. Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mc 6,37). (EG 49) La Chiesa ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo, che per mezzo suo deve raggiungere il cuore e la mente di ogni persona. La Sposa di Cristo fa suo il comportamento del Figlio di Dio che a tutti va incontro senza escludere nessuno. Nel nostro tempo, in cui la Chiesa è impegnata nella nuova evangelizzazione, il tema della misericordia esige di essere riproposto con nuovo entusiasmo e con una rinnovata azione pastorale. È determinante per la Chiesa e per la credibilità del suo annuncio che essa viva e testimoni in prima persona la misericordia. Il suo linguaggio e i suoi gesti devono trasmettere misericordia per penetrare nel cuore delle persone e provocarle a ritrovare la strada per ritornare al Padre. La prima verità della Chiesa è l amore di Cristo. Di questo amore, che giunge fino al perdono e al dono di sé, la Chiesa si fa serva e mediatrice presso gli uomini. Pertanto, dove la Chiesa è presente, là deve essere evidente la misericordia del Padre. Nelle nostre parrocchie, nelle comunità, nelle associazioni e nei movimenti, insomma, dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un oasi di misericordia. (MV 12) Gli ambienti quotidianamente abitati, come la famiglia, l educazione, la scuola, il creato, la città, il lavoro, i poveri e gli emarginati, l universo digitale e la rete, sono diventati quelle periferie esistenziali che s impongono all attenzione della Chiesa italiana quale priorità in cui operare il discernimento, per accogliere l urgenza missionaria di Gesù. Un simile discernimento può realizzarsi lungo 5 vie, suggeriteci da Papa Francesco nella Evangelii gaudium. Queste azioni, che riconoscono l urgenza di mettersi attivamente e insieme in movimento, esprimono in modo sintetico il desiderio e la volontà della Chiesa di contribuire al dischiudersi dell umanità nuova dentro la complessità della nostra epoca, indicando nello stesso tempo una direzione da intraprendere: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare. Cinque verbi che non si accostano semplicemente l uno all altro, ma si intrecciano tra loro e percorrono trasversalmente gli ambienti che quotidianamente abitiamo. (Traccia Firenze2015, pp. 45-46) 1. Parabola: La Chiesa edifica il Regno offrendo la Parola a tutti, senza esclusione Lc 8,1-15: la parabola del Seme. Nella lettura della parabola spesso l accento cade sulla diversità dei terreni e ogni credente o comunità cerca di trovare quello che più descriva la propria situazione. Così facendo l accento cade sui terreni e quindi su di noi. Centro della parabola è anzitutto il Seminatore. Dall esperienza si sa che per la potatura e la semina occorrono contadini specializzati: non tutti gli agricoltori possono potare o seminare. Questi lavori richiedono competenza. Specie la semina richiede un movimento di mano e una conoscenza dei terreni tali che consentano che

5 nessuna semente venga sprecata. L agricoltore della parabola è maldestro e incompetente perché nessun contadino avveduto seminerebbe sulla strada, sulle pietre e tra i rovi. Dio (Seminatore) non guarda la qualità del terreno, non fa una seminagione preventiva il Seme, che è Gesù, è destinato a tutti, anche ai terreni più accidentati anzi proprio per questi sarà Seme che caduto in terra morirà perché abbiano la vita. La chiesa ha il debito dell annunzio della Parola a tutti, senza calcoli preventivi: così sarà chiesa che edifica il regno. 2. Parabola: con umiltà, nella logica dell abbassamento e della Kenosi. Lc 13, 18-21: parabola del granello di senape e del lievito. L offerta della Parola a tutti non deve farci perdere di vista lo stile evangelico, proprio delle parabole del Regno: abbassamento e svuotamento per essere piccolo seme che cade e muore per dare frutto. Senza prosopopea, senza vanagloria. Lo stile del nascondimento come il lievito che si perde nella massa e la fermenta dell interno. Senza protagonismi e pretese di distinzioni Abbassamento, svuotamento e nascondimento sono logiche perdenti oggi, ma sono quelle vincenti per l edificazione del regno. 3. Parabola: Il Regno? Banchetto dei poveri e dei peccatori perdonati. Lc 14,15-23: parabola degli invitati sostituiti dai poveri. Il Regno è un banchetto riservato a coloro che nulla antepongono all invito del Signore. La chiesa è serva di questo banchetto: costituita per andare e portare l invito specie ai poveri, nelle periferie e ai crocicchi. La chiesa dunque non è il Regno, ma è a servizio del regno vigilando di non restarne esclusa, mentre si sforza di far entrare gli altri al banchetto del Signore.