Vademecum degli Oratori



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Transcript:

Ufficio Pastorale dei iovani Vademecum degli Oratori Elaborato da Ufficio Pastorale dei Giovani in collaborazione con la Consulta Diocesana di PG Anno 2010-2011 Appunti per favorire il confronto e la riflessione

Appunti personali... Prefazione Le poche pagine che hai fra mano sono frutto del generoso lavoro di alcune persone (giovani laici, consacrati, preti) che hanno a cuore il servizio educativo e hanno cercato di confrontarsi fra loro con il grande desiderio di rilanciare la presenza e la vitalità degli oratori sul territorio della nostra Diocesi di Como. La Consulta diocesana e l Equipe di Pastorale Giovanile hanno vissuto un tempo di condivisione e riflessione, raccolto nel presente vademecum. Non è un approfondimento dotto sull oratorio, né un compendio di tutto ciò che ruota attorno agli oratori. Certamente non si fatica ad intuire, fra le righe, la passione di chi ha vissuto ed è cresciuto attraverso l esperienza del suo oratorio: sudando in un campetto, stringendo relazioni, raccogliendosi attorno a un tavolo per verificare e progettare, condividendo speranze e fatiche, imparando ad accogliere ciò che c è come un dono e una responsabilità. La visita pastorale, che sto vivendo, fa crescere in me la convinzione che è necessario, potremmo persino dire urgente, riflettere sulla qualità dell educazione alla fede messa in campo dalle nostre comunità cristiane. Serve riflettere e confrontarsi all interno dei consigli pastorali parrocchiali, vicariali, nelle assemblee di adulti e giovani perché, insieme, si possa credere nella splendida e faticosa opera educativa. Gli spunti qui raccolti favoriscono questo lavoro e sono una valida base per la stesura di un progetto d oratorio che possa accompagnare le scelte che oggi siamo chiamati a compiere con coraggio e franchezza evangelica. È consuetudine dire che si affronta un tema proprio nel momento in cui quella realtà attraversa un tempo di crisi. La realtà dei nostri oratori, è vero, sta attraversando una fase di crisi. Ecco perché vi chiedo di prendere a cuore questa riflessione. Sappiamo bene che le crisi possono anche essere una grande opportunità, una grazia: possono favorire un cambiamento, una conversione. Sogno dunque che i nostri oratori possano essere una vera casa e palestra della comunità cristiana. A conclusione, vorrei richiamarvi un passaggio del documento dei Vescovi, Educare alla vita buona del Vangelo: L intera vita ecclesiale ha una forte valenza educativa. La comunità cristiana, a partire dalle parrocchie, deve avvertire l urgenza di stare accanto ai genitori per offrire loro con disponibilità e competenza proposte educative valide. In particolare, l azione pastorale andrà accompagnata da una costante opera di discernimento, realisticamente calibrato sull esistente, ma volto a mettere in luce le risorse e le esperienze positive su cui far leva (n. 53). Buon lavoro! 14 3

Introduzione Ci siamo chiesti più volte come iniziare questo vademecum e abbiamo pensato che l elemento fondamentale per affrontare queste pagine sia la PASSIONE. Per questo vogliamo chiederti: L esperienza educativa ti appassiona? Se la tua risposta è no, ti invitiamo a chiudere questo libretto e a stare un po con i ragazzi e i giovani della tua comunità. Se la tua risposta è no, ma ho il desiderio di crescere nella passione educativa, lasciati coinvolgere da queste riflessioni. Se la tua risposta è sì e sei animato da grande passione, hai fra mano uno strumento che fa per te e crediamo possa aiutarti a verificare e progettare il tuo servizio educativo e quello della tua comunità cristiana che vive la vocazione di accompagnare il cammino delle giovani generazione fino alla sua maturità. Non troverai in queste pagine la fotografia del tuo oratorio o quella dell oratorio ideale, irraggiungibile e inesistente. Troverai alcune riflessioni, alcuni spunti, alcune provocazioni che ti potranno aiutare a rilanciare l esperienza dell oratorio in tutte le potenzialità che porta in sé, ancora oggi, nel territorio della nostra Chiesa diocesana. Anzi, è necessario evitare il rischio di leggere queste righe per trovare conferme alle proprie convinzioni. L invito è quello di lasciarsi provocare. Parlavamo di passione all inizio di questa introduzione perché crediamo che vivere l esperienza dell oratorio significa interrogarsi sulla propria testimonianza di vita cristiana; significa non riconoscersi maestri, ma compagni di viaggio di tanti bambini, ragazzi, adolescenti e giovani che cercano ogni giorno di scoprire e riconoscere la presenza viva di Gesù; significa saper far scendere i pensieri sotto le sopracciglia e far sì che il cuore, contagiato dall incontro con il Signore, non si stanchi mai di mettersi in gioco, di lasciarsi convertire, di lasciarsi provocare e interrogare. obiettivi assunti e alle esigenze dei ragazzi. C è inoltre un altro importante passo: il coinvolgimento dei giovani stessi a questa progettazione. Non è un meccanismo facile da attivare ed è vero che non sempre accade, ma è necessario non lasciarsi scoraggiare dalla fatica di questa importante sfida. Quando scatta la partecipazione diretta e convinta del mondo giovanile si ha l azione educativa migliore. L Oratorio non ha un programma da attuare che non sia tutto incentrato al bene delle giovani generazioni. La missione educativa dell oratorio sarà sempre guidata dalla certezza che l annuncio, la testimonianza e la proposta del Vangelo di Gesù Cristo sono il dono inesauribile da offrire ai giovani e la strada maestra sulla quale accompagnarli nel loro diventare adulti. Il nostro oratorio ha un progetto? Fa da riferimento a tutta l azione educativa? 4 13

attività ricreative: deve essere Gesù a dare lo stile, la cifra significativa di ogni proposta dell oratorio. Nel nostro oratorio questi linguaggi hanno come obiettivo l incontro con Gesù o sono fine a se stessi? progetta Dire che un oratorio ha bisogno di un progetto significa riconoscere che, per proporre un percorso che sia effettivamente formativo (di maturazione nella fede per una crescita pienamente umana) non basta la buona volontà e la libera iniziativa di ognuno. La tentazione di tanti oratori è di buttarsi a capofitto in molte cose, puntando solo sul fare: organizzare attività, giornate per le famiglie, campi estivi e invernali, Grest, attività sportive e ricreative, etc. Sarebbe grave ritenere che tutto questo possa fare a meno di una precisa e studiata regia. L avere un progetto significa creare un alfabeto comune a tutti gli educatori e i soggetti coinvolti nell azione formativa, permettendo a ciascuno di soddisfare al proprio compito educativo. Il fermarsi ad analizzare le situazioni, riflettere insieme per fissare degli obiettivi, condividere la prospettiva verso la quale far convergere le varie azioni e interazioni, fa parte dell azione concreta dell educare. In questo modo si favorisce una maggior consapevolezza della direzione comune e del perché di questa azione. Il primo passo per un progetto consiste nella lettura realistica e approfondita della situazione di partenza. Questo permette una presa di coscienza della reale condizione di vita e di maturazione delle giovani generazioni, dei bisogni e delle esigenze educative, espresse o implicite, delle risorse materiali, strutturali, territoriali, ma soprattutto personali di cui l oratorio può disporre. Si comprende ancor meglio l importanza di una corretta analisi della situazione, solo se si pensa al contributo che ogni esperienza educativa offre per la costruzione della personalità. Non si può procedere improvvisando o per tentativi. Dopo la definizione degli obiettivi, è necessaria un organizzazione e una programmazione sufficientemente articolata dei passi da compiere. Si tratta di scegliere le varie attività educative, le loro caratteristiche e motivazioni, la loro successione, chi ne dovrà essere responsabile e partecipante, ambienti e spazi di vita e di presenza implicati, clima educativo da promuovere, modalità di raccolta di informazioni di ritorno (feedback) che possono aiutare a regolare lo svolgimento del progetto, verifica della coerenza delle azioni rispetto agli Dagli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020 della Conferenza Episcopale Italiana. «Un ambito in cui tale approccio ha permesso di compiere passi significativi è quello dei giovani e dei ragazzi. La necessità di rispondere alle loro esigenze porta a superare i confini parrocchiali e ad allacciare alleanze con le altre agenzie educative. Tale dinamica incide anche su quell espressione, tipica dell impegno educativo di tante parrocchie, che è l oratorio. Esso accompagna nella crescita umana e spirituale le nuove generazioni e rende i laici protagonisti, affidando loro responsabilità educative. Adattandosi ai diversi contesti, l oratorio esprime il volto e la passione educativa della comunità, che impegna animatori, catechisti e genitori in un progetto volto a condurre il ragazzo a una sintesi armoniosa tra fede e vita. I suoi strumenti e il suo linguaggio sono quelli dell esperienza quotidiana dei più giovani: aggregazione, sport, musica, teatro, gioco, studio» (n. 42). 12 5

6 UN ORATORIO CHE esprime il volto e la passione educativa della comunità L oratorio è lo strumento privilegiato attraverso cui la comunità parrocchiale svolge il suo servizio educativo, la sua missione. Attraverso i sacerdoti, i laici, le famiglie, i giovani, infatti, tutta la comunità si fa carico della necessità educativa nei confronti delle giovani generazioni. Questa missione è vissuta in particolare attraverso la testimonianza personale e comunitaria, così da favorire nelle giovani generazioni il desiderio di essere parte attiva della Chiesa. La comunità parrocchiale, attraverso l oratorio, esprime la propria passione educativa per mezzo delle persone che vi si impegnano, non tanto a titolo privato e personale, quanto più in virtù di un mandato ricevuto dalla comunità stessa, la quale resta l unico soggetto educativo responsabile. A tale proposito, per far sì che l intera comunità si senta continuamente chiamata in causa e non deleghi solo alcuni nel compito che spetta a tutti, è necessario che condivida il cammino dell oratorio. La comunità, infatti, è chiamata ad una formazione globale delle persone, a favorire l interazione della fede e della vita, cercando di condurre le giovani generazioni a diventare uomini e donne secondo lo Spirito di Gesù. L oratorio, quindi, è il luogo privilegiato per questa socializzazione, formazione e crescita, e inoltre favorisce la nascita del senso di appartenenza alla comunità parrocchiale e, attraverso di essa, alla Chiesa intera. Per poter essere espressione dell intera comunità, l oratorio deve essere vissuto da persone di età diverse, ruoli complementari e carismi propri. In che modo il nostro oratorio esprime il volto e la passione educativa della nostra comunità? accompagna nella crescita umana e spirituale Il servizio educativo offerto in oratorio è continua provocazione perché, sempre, propone una vita piena, ispirata alla vita di Gesù che supera una visione a strati dell'uomo. La fede non è un fare, ma un modo di scegliere la vita: la vita cristiana che è una vita tutta intera. La Comunità in oratorio diventa luogo di crescita. Nella relazione, scommette sul mistero dell'altro: figlio, persona unica e speciale, sognato per la felicità. In oratorio, la Comunità fa conoscere Gesù, come Colui nel quale la crescita umana e spirituale ha trovato piena realizzazione. Il Concilio Vaticano II realizzare attività concrete che puntino al bene dei ragazzi. Interlocutori privilegiati sono, certamente, la scuola e chi opera nell ambito dello sport, ma non vanno tralasciati tutti gli altri ambienti di crescita, soprattutto se vi è chi sa lavorare bene con i ragazzi e condivide con l oratorio lo stile del proprio agire. In questo rapporto di collaborazione, l oratorio non perde la sua fisionomia, ma si mette in gioco senza timore, nella convinzione che, se davvero si vuole bene ai ragazzi, lavorando insieme si può creare qualcosa di più bello e significativo per loro. In questo modo l oratorio coglie l occasione di rivelare sempre più la sua natura, quella cioè di essere aperto, dinamico, senza confini, un autentico «ponte tra la strada e la Chiesa» (non solo nei confronti dei ragazzi, ma anche di coloro con cui collabora), un catalizzatore di testimonianze di vita spese nel servizio ai fratelli più piccoli. Siamo capaci di creare legami e alleanze educative con altre agenzie? utilizza strumenti e linguaggi dell esperienza quotidiana: aggregazione, sport, musica, teatro, gioco, studio L azione educativa, in oratorio, fa uso dei linguaggi della vita quotidiana, animando sia luoghi e momenti formali, che informali. Per questo motivo, l oratorio non può essere luogo a se stante, ma è chiamato a collaborare con le altre realtà esistenti sul territorio, insieme alle quali può realizzare iniziative e percorsi di diverso livello, che abbracciano tanti aspetti dell esperienza quotidiana. Il linguaggio più comune è quello legato all aggregazione e allo sport: un gioco riesce appunto ad aggregare persone diverse, apparentemente senza niente in comune, mettendole tutte sullo stesso piano di relazione. Per questo è facile trovare all interno dell oratorio società sportive e forme di collaborazione con gli Enti pubblici per la realizzazione di momenti aggregativi, come pure di spazi per lo studio personale e di gruppo (spesso legato a progetti in collaborazione con Comune, Centri di Aggregazione Giovanile, ASL). Il linguaggio della musica e quello del teatro sono ulteriori strumenti di coesione e di aggregazione: dalla semplice realizzazione di momenti di festa musicali, alla creazione di musical o spettacoli teatrali: le possibilità di dare espressione alla creatività sono molte e adattabili a qualsiasi necessità aggregativa e formativa. È importante, tuttavia, non perdere di vista l obiettivo di quanto si propone: l incontro con Gesù e la proposta cristiana, e non la mera realizzazione di 11

d insieme. In questi casi il superamento consisterà nel vivere un appartenenza che non chiude, bensì va oltre il proprio oratorio o la propria parrocchia, e si allarga al vicariato e alla diocesi, che ha nel Vescovo il segno della comunione e dell unità. Quando si pensa all oratorio - e qui parliamo dei confini che fanno dell oratorio una sorta di campana di vetro - non si immagina una grande sala, un luogo super tecnologico o spazi sportivi da professionisti. Si pensa a quattro mura, forse un cancello (aperto, si spera), un campo di terra, magari un baretto, ma soprattutto tante persone che lo frequentano. L oratorio non si riduce alla sua struttura. È l espressione della comunità cristiana che si ritrova per offrire un servizio alle giovani generazioni, per fare qualcosa con loro, o semplicemente per stare insieme. È un luogo fortemente sentito su un territorio: un posto in cui sentirsi accolti, sentirsi a casa. Non può avere dei confini precisi: ciò che avviene in strada entra anche in oratorio e ciò che avviene in oratorio, si esprime e testimonia sulla strada. Per questo, è così importante per la comunità cristiana: è un luogo in cui convergono le necessità del territorio, le proposte, le persone che sentono di voler dare qualcosa per gli altri; ma nello stesso tempo è un luogo da cui ripartire, per portare con slancio e gioia sulla strada, nelle piazze, in città, lo stile e i contenuti della vita cristiana. In questo si esprime la vocazione missionaria propria dell oratorio. L oratorio è in continua costruzione, cambia insieme alle persone che lo abitano... in alcuni momenti è più vivo, in altri lo è meno, ma è sempre espressione di persone che con coraggio e dedizione danno il loro contributo. Non ha paura di confrontarsi con la realtà che lo circonda, spesso difficile e complessa, perché è da quella stessa realtà che prende spunto e forza è nato per questo! Fin dai suoi inizi l oratorio è stato sognato per le persone in cerca di una casa accogliente, per questo il suo tratto più caratteristico è l essere casa aperta a tutti. Oltre quali confini il nostro oratorio è capace di andare? allaccia alleanze con le altre agenzie educative L oratorio, presente in un determinato territorio, riconosce che per accompagnare le giovani generazioni c è bisogno del contributo educativo di tutte le componenti sociali. In mezzo ad esse può svolgere il ruolo di lievito educativo, grazie alla sua propensione a valorizzare tutto il bene messo in campo e a favorirne un azione unitaria. Questo compito prende corpo favorendo una rete di alleanze con le altre agenzie educative, al fine di 10 affermava che «chiunque segue Cristo, l'uomo perfetto, diventa anch'egli più uomo» (GS 41). Continuare a conoscerlo è, prima di tutto, passione di chi in oratorio si mette al servizio, pronto a crescere e a diventare strumento di crescita per altri. La Comunità in oratorio condivide regole che esprimono una proposta e uno stile chiari, quelli del Vangelo. Solo nella capacità di accogliere l'altro e di rispettare ciascuno diventa vivo il nuovo comandamento, che chiede ad ogni persona di amare da figlio. Attraverso la preghiera e la riflessione, la Comunità progetta una proposta che parla all'intelligenza dei ragazzi, al loro corpo, alle relazioni che vivono, alle emozioni che sentono e imparano a riconoscere nella fede che fa unità e dà significato alla loro esperienza. Accoglienza, relazione, scelta, fedeltà, perdono, incontro: far conoscere nella verità e nella vita l'amore gratuito è favorire l incontro con Dio, Padre che ama il Figlio, misericordia infinita, nato uomo per donare se stesso. Educare è nella sua pienezza evangelizzare ed evangelizzare è profondamente educare. Nell'oratorio, la Comunità dice il suo sì a Dio che è sì al mondo dell uomo, quello concreto, perché una vera educazione cristiana non è tale se non parla l'alfabeto della vita umana. Il nostro oratorio riesce ad accompagnare nella crescita umana e spirituale? conduce il ragazzo a una sintesi armoniosa fra fede e vita Educare in oratorio significa, innanzitutto, proporre uno stile che sia di condivisione e di servizio, favorendo un clima di accoglienza e di apertura all altro. Ne consegue che la proposta evangelica è la forza motrice di ogni tipo di azione e di proposta. In oratorio, l annuncio del messaggio di Gesù deve incarnarsi nella realtà esistente, assumendo sfumature diverse, secondo le persone e le situazioni. È fondamentale, quindi, che qualsiasi proposta sia permeata da un evidente stile cristiano che renda visibile la differenza rispetto a qualunque altra lodevole offerta formativa. A questo riguardo, è necessario che le giovani generazioni siano accompagnate da persone capaci di educare alla vita buona del Vangelo: per questo saranno chiamati, spesso, ad una presenza rispettosa; dovranno puntare sulla testimonianza come via di formazione; sapranno avere occhi e orecchie che favoriscono il dialogo con tutto ciò che accade nella vita di coloro 7

che accompagnano. L oratorio è il luogo in cui i ragazzi integrano, durante la loro crescita, le conseguenze sociali del Vangelo ed iniziano a sperimentarle attraverso il servizio, la collaborazione, la condivisione di uno stile di vita sobrio e attento al povero. Ciò darà la possibilità ad ognuno di toccare con mano che la fede trasforma la vita di ogni giorno, offrendole uno stile e un senso che potremmo definire unici. Il dialogo tra fede e vita porterà, così, a favorire scelte mature, da cristiani attivi, anima del mondo che sta anche fuori dall oratorio. Il nostro oratorio sa favorire questa fondamentale sintesi fra fede e vita? rende i laici protagonisti, affidando loro responsabilità educative L oratorio è espressione dell attenzione educativa della comunità cristiana: è uno spazio, accanto alla chiesa, dove abitare e camminare insieme nella quotidianità e nel quale ognuno entra a far parte di un progetto educativo comunitario, basato sullo stile di Gesù. La responsabilità di questo compito è plurale, condivisa: il parroco e i laici assieme, in una logica di corresponsabilità, dove ognuno ha il suo ruolo, all interno di un progetto più grande, di Chiesa. Nella Commissione Oratorio, espressione della comunità, i laici diventano protagonisti, assieme al parroco, della stesura di questo progetto, basato sulle linee programmatiche diocesane. Il compito dei laici, però, non si limita nella progettazione, ma si estende poi, oltre la Commissione, all attuazione di questo progetto, con le attività (il FARE), ma soprattutto con la presenza in oratorio (lo STARE). Perciò, quello del laico, non è solo un ruolo organizzativo, ma è innanzitutto un impegno educativo attivo, nella quotidianità della vita oratoriana, con il mandato dalla propria comunità. Il servizio educativo si esprime soprattutto con la testimonianza credibile di una vita piena, gioiosa, ricca di speranza, che trova le proprie radici in un cammino di fede maturo: testimoni dell incontro con il Cristo risorto che cambia la vita; testimoni della non-logica della croce, della follia dell amore che perde tutto per l altro; testimoni di una vita che trova senso nel mettersi al servizio e nel donarsi all altro. È la testimonianza di questo incontro l obiettivo del compito educativo del laico. In che modo siamo corresponsabili nel nostro oratorio? 8 impegna animatori, catechisti, genitori L'oratorio è un centro cardine per la comunità cristiana, è il luogo in cui è proposto a tutti lo stile della vita cristiana. I primi chiamati a vivere il messaggio di Cristo, insieme ai sacerdoti, sono gli animatori, i catechisti, i genitori e tutti coloro che partecipano e animano la vita dell'oratorio, come annunciatori e testimoni della fede cristiana. Ecco perché educare non può essere frutto di semplici motivazioni occasionali, ma di un serio cammino di formazione e di preparazione. Anzitutto si è chiamati ad essere cristiani: l identità più profonda si costruisce nella relazione con Dio, nel rapporto costante con la Parola di Dio e nella preghiera, vivendo nella Chiesa e celebrando l'eucaristia. La relazione con i ragazzi, poi, si costruisce attraverso una presenza costante in oratorio, con la capacità di valorizzare non solo i momenti formali, ma ogni possibilità di incontro e di scambio: bisogna saper creare un ambiente accogliente e aperto, in cui ognuno si senta libero di esprimersi e possa sentirsi parte dell oratorio. Per quanto riguarda l essere parte di una chiesa diocesana, animatori, catechisti e genitori vivono il loro servizio educativo tenendo aperti gli occhi sulla realtà della Chiesa locale, partecipando agli appuntamenti proposti al fine di crescere, condividendo il cammino con altri ragazzi, animatori e catechisti. L azione educativa, oggi, chiede una forte conversione, nell ordine dell essere sempre più azione unitaria e non l accostamento di tanti piccoli interventi, per favorire al meglio il bene delle giovani generazioni. Chiedersi insieme cosa fare, come essere accanto, quali scelte compiere, è sempre più la strada da percorrere. Infine, è importante ricordare che l impegno non si esaurisce solo fra le mura dell oratorio ma è fondamentale vivere la testimonianza nella vita di tutti i giorni, attraverso un impegno responsabile nel lavoro, nello studio, nella vita familiare e nella ricerca e fedeltà alla propria vocazione. Il nostro oratorio favorisce un confronto e un impegno comune nel servizio educativo? supera i confini parrocchiali Esistono diversi tipi di confini. I primi confini da prendere in considerazione sono quelli che marcano la distanza dalle esperienze delle comunità vicine, non facilitando un lavoro 9